tag:blogger.com,1999:blog-81807868195623891252024-03-16T19:50:28.090+01:00Voci dalla GermaniaUn blog per raccontare in italiano il dibattito tedesco sulla crisi dell'euro e le nuove ambizioni di Berlino, ma anche per mostrare qualche aspetto meno conosciuto, ma non secondario, del grande miracolo economico tedesco.
Traduco in italiano articoli di economia e politica pubblicati sulle principali testate online tedesche. Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.comBlogger1164125tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-58230147291753720602023-10-29T11:04:00.000+01:002023-11-01T15:12:21.391+01:00vocidallagermania.it<div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="http://www.vocidallagermania.it" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="122" data-original-width="366" height="134" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2ToX_lX-uce841LzL8rXVltJE7N0lupn780GhUmWOgdIxkqJA7mItxHQ__UakkxpFlNMHFAqi5o6HTx4RBNiSaH0nvvqM6ycW3IQIzBhssKXEVzOMjIrU2YXapMqSMX4cJGOVinZRcwW-hSmv7f8c3poRd7VYZ0t_nOzPb3F2fXF3QAECPUT8l3TGTFo/w400-h134/Voci%20dalla%20Germania_logo.jpg" width="400" /></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><br /> Cari lettori fedeli e meno fedeli delle Voci dalla Germania,<br /><br />Siamo entusiasti di annunciare un importante cambiamento nel nostro viaggio online! Dopo molte riflessioni e preparativi, il nostro blog si è trasferito su una nuova casa digitale.<br /><br />A partire da ora, potrete trovare tutti i nostri nuovi contenuti sul nostro blog WordPress all'indirizzo <a href="http://www.vocidallagermania.it/">vocidallagermania.it</a>. Questo passaggio è stato fatto per migliorare l'esperienza dei lettori e offrire contenuti ancora più interessanti e informativi, e soprattutto perchè la piattaforma Wordpress ha notevoli potenzialità di sviluppo sotto molti punti di vista.<br /><br />Tutti i post e i contenuti precedenti resteranno accessibili su Blogger: oltre 1100 articoli e piu' di 5.000 commenti a testimoniare il lungo viaggio di questo blogo nato nel lontano 2012 nel pieno dell'eurocrisi.<br /><br />Ci scusiamo per eventuali disagi causati da questo cambiamento, ma crediamo che il nostro nuovo spazio digitale renderà più facile che mai per seguire le nostre pubblicazioni e interagire con il blog.<br /><br />Vi ringraziamo per il sostegno e speriamo ci possiate seguire anche nel nostro nuovo capitolo su <a href="http://www.vocidallagermania.it/">vocidallagermania.it</a>. Non vediamo l'ora di continuare a condividere le nostre storie.<br /><br />Grazie ancora per l'interesse!<br /><br />Cordiali saluti, Le Voci</span>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-16869829125475872312023-09-18T00:50:00.001+02:002023-09-18T16:10:12.033+02:00Perché la de-globalizzazione impone alla Germania di reinventare il suo modello produttivo<p><i><b> "<span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">La de-globalizzazione graduale e persistente è la realtà del XXI secolo </span><span style="font-family: arial;">con la quale dobbiamo confrontarci... e nel contesto di questo cambiamento strutturale inevitabile, la sfida centrale è reinventare il </span><span style="font-family: arial;">nucleo produttivo dell'economia tedesca" scrive l'economista tedesco Henrik Mueller. Per Mueller alla luce della de-globalizzazione in corso la Germania dovrà ripensare completamente il proprio modello fondato sull'export. Da Manager Magazin, <a href="https://www.manager-magazin.de/politik/standort-deutschland-unsere-verschleppten-krisen-wie-fachkraeftemangel-und-de-globalisierung-a-43d7fb58-0242-4548-84a7-d5ef571b94b2">ne scrive Henrik Mueller</a></span></span></b></i></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXJxctg9914NsspJh1qtX1gaSp12cR4nbPYoc5q1zSULPEkrVoWXVn9cV_c2dB029SXOE3O-JOAQAlDLjNDkcn4KRhqZUe-ZwfCieB895RqCmy9DKcbr-3MqeRuAX03jTEjrV8pqshi6wBhtg7YzuKBh_v_nFIoy9N_uSW0ZuMwzc12eEoGiV0rD8FCzg/s976/_129775605_gettyimages-1477582042.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="settore automobilistico cinese sempre piu' competitivo" border="0" data-original-height="549" data-original-width="976" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXJxctg9914NsspJh1qtX1gaSp12cR4nbPYoc5q1zSULPEkrVoWXVn9cV_c2dB029SXOE3O-JOAQAlDLjNDkcn4KRhqZUe-ZwfCieB895RqCmy9DKcbr-3MqeRuAX03jTEjrV8pqshi6wBhtg7YzuKBh_v_nFIoy9N_uSW0ZuMwzc12eEoGiV0rD8FCzg/w400-h225/_129775605_gettyimages-1477582042.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>Dalla demografia alla de-globalizzazione:</b> ci troviamo costantemente di fronte a sfide fondamentali che alla fine ci sorprendono. Come può accadere?</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Esistono due tipi di crisi.</b> Una si manifesta con un impatto improvviso che nessuno può ignorare, mentre l'altra si presenta gradualmente, con un cigolio appena percettibile che potremmo trascurare, ma che nel lungo termine può causare danni significativi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tutti ricordano le "crisi big bang":</b> gli attentati dell'11 settembre 2001, il crollo di Lehman Brothers il 15 settembre 2008, le serrate dovute alla pandemia di COVID-19 nel 2020 e l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina il 24 febbraio 2022. Questi eventi diventano dei punti di riferimento nella nostra memoria, segnando la fine di un'epoca e l'inizio di una nuova. Almeno, così sembra.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, un'analisi più approfondita</b> rivela spesso che le crisi rumorose hanno effetti reali sorprendentemente limitati. Poiché istituzioni statali, imprese e cittadini riconoscono la crisi e adottano misure correttive, il grande disastro economico può essere evitato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le immagini del crollo delle Torri Gemelle di New York</b> hanno avuto un impatto psicologico enorme, ma le statistiche difficilmente mostrano le conseguenze reali. Le società reagiscono quando sono all'erta. Il fallimento di Lehman Brothers, che ha scatenato la più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione, è stato un colpo duro ma di breve durata per l'economia tedesca. Dopo quel momento critico, l'economia ha continuato senza grandi perturbazioni.</span></p> <span style="font-family: arial; font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
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</script></span><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La situazione è diversa quando si tratta di crisi striscianti</b>. Queste sono come granelli di sabbia che si infiltrano silenziosamente nei meccanismi sociali. All'inizio sembrano insignificanti e possono essere trascurati, ma accumulandosi diventano una minaccia crescente e possono causare danni enormi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il cambiamento climatico è un esempio di una di queste crisi striscianti,</b> ora ampiamente riconosciuto e discusso grazie all'attivismo delle diverse generazioni. Tuttavia, altre sfide come la crisi demografica, il ritardo della digitalizzazione e la diminuzione dell'efficienza dell'amministrazione pubblica, in Germania sono state a lungo ignorate, hanno creato solo un lieve rumore di fondo nella società. Anche la <b>de-globalizzazione, ossia il graduale smantellamento della divisione internazionale del lavoro,</b> segue lo stesso schema.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tutti questi sviluppi erano prevedibili da molto tempo</b>, in alcuni casi da decenni. Ma a un certo punto, un cigolio diventa uno stridore. L'economia politica deve abbandonare questo modo di ignorare i fatti, perché semplicemente non c'è altra scelta. Stiamo vivendo questa transizione in diversi punti.</span></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbNABlBsuCFKekhuJxOUKKro1aUI8j2Dk9bJtjwF2_uW5tN4sVl1bmgZzBJ8yjppxVlp18BxPwndlbedOZ295kRwlTYB7uXeOny9V7SbBhN4k1tKOLReLjYI_-zkFTEl-dWaaLsbbLXQABfVUqJ1uyWThPQ0j_q3DUirR5ovbtzn8ebv_g1Of33q15o9s/s1600/14830856011-2b6cba00d9-o.jpeg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="export tedesco verso la cina" border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbNABlBsuCFKekhuJxOUKKro1aUI8j2Dk9bJtjwF2_uW5tN4sVl1bmgZzBJ8yjppxVlp18BxPwndlbedOZ295kRwlTYB7uXeOny9V7SbBhN4k1tKOLReLjYI_-zkFTEl-dWaaLsbbLXQABfVUqJ1uyWThPQ0j_q3DUirR5ovbtzn8ebv_g1Of33q15o9s/w320-h214/14830856011-2b6cba00d9-o.jpeg" width="320" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Crisi del commercio estero con la Cina</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come si sviluppano le crisi</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'analisi della "policrisi" che stiamo vivendo</b> può essere descritta come il convergere contemporaneo di molteplici problematiche che per anni sono rimaste in secondo piano, lontane dalla consapevolezza pubblica, ma che ora stanno maturando in una crisi acuta.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La carenza di manodopera,</b> in concomitanza con le crescenti pressioni finanziarie causate dalla svolta demografica e dall'incremento delle spese per la difesa, è uno di questi aspetti. Questi problemi non sono nuovi, ma a causa della scarsa attenzione del pubblico, non sono stati al centro dell'agenda politica.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La de-globalizzazione è un'altra sfida</b> che mette a dura prova il modello economico tedesco basato sull'industria e sull'export. Questo fenomeno sta emergendo lentamente, e forse non è ancora abbastanza evidente da spingere urgentemente all'azione.</span></p> <span style="font-family: arial; font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
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</script></span><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>Le esportazioni tedesche verso la Cina diminuiscono in termini reali sin dal 2018.</b> Il fatto che la Germania stia intensificando il commercio con la Cina è stato a lungo considerato un aspetto fondamentale della struttura economica tedesca. Se si guardano le cifre ufficiali, il volume degli scambi commerciali è cresciuto di cinque volte negli ultimi 20 anni. Tuttavia, queste cifre non tengono conto degli aumenti dei prezzi occorso nel frattempo e un recente studio dell'Istituto di Kiel per l'economia calcola che le esportazioni verso la Cina siano diminuite in termini reali, con un calo del 7,5% </span><span style="font-family: arial;">dal 2018.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La quota della Cina nell'export tedesco è in diminuzione</b>, e il processo di "decoupling" tra i due paesi è in atto da tempo, seppur in modo graduale e poco evidente. Questo è notevole considerando che la Cina è uno dei principali mercati esteri per l'economia tedesca, con ingenti investimenti locali da parte delle aziende tedesche.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Un fattore che contribuisce al rallentamento delle esportazioni è il fatto</b> che ora in Cina vengono prodotti automobili, macchinari e prodotti intermedi industriali in quantità e qualità significative. Le aziende locali cinesi dispongono ora del know-how necessario, e il vantaggio competitivo delle sedi tedesche sta diminuendo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La de-globalizzazione è un fenomeno in corso</b>, e la Germania, che ha fatto affidamento sull'industrializzazione dei paesi emergenti, ne sta vivendo le conseguenze. Questa situazione, tuttavia, non dovrebbe sorprendere.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'escalation dell'antagonismo tra l'Occidente e l'emergente blocco dell'Estremo Oriente</b> può sembrare recente, ma il rallentamento del processo di industrializzazione in Cina e in altri paesi emergenti è una parte naturale dell'evoluzione economica. Inevitabilmente, ci sarà un punto in cui saranno state costruite abbastanza fabbriche e installati abbastanza macchinari. Inoltre, la domanda di beni di lusso ha un limite. Di conseguenza, la domanda di beni d'esportazione tradizionali tedeschi sta perdendo slancio.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTvq0xSVaiDM50ggRONHjh1nvVGXYYzWVyVyyU_4yffOj7VEGrsdZ2BAEWKTXcpCKm7tuyuzkgQTfC9xTU4y0uKX3Yl5kgtSjSyVLc4x0XVsmtYG1JzIqA6rb4MMp8cMzH9WDflgYlnntAziJ2NXLMYHvyGTuF0duHvIlxqyQauB6dweLfpH8myz8R9sg/s976/Abb-2-AE-ohne-GA-insgesamt-Inv.gueter.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="976" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTvq0xSVaiDM50ggRONHjh1nvVGXYYzWVyVyyU_4yffOj7VEGrsdZ2BAEWKTXcpCKm7tuyuzkgQTfC9xTU4y0uKX3Yl5kgtSjSyVLc4x0XVsmtYG1JzIqA6rb4MMp8cMzH9WDflgYlnntAziJ2NXLMYHvyGTuF0duHvIlxqyQauB6dweLfpH8myz8R9sg/s320/Abb-2-AE-ohne-GA-insgesamt-Inv.gueter.webp" width="320" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Andamento nuovi ordini industria tedesca</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Protezionisti al potere senza veli</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il vantaggio sui nuovi concorrenti è effimero</b> e deve essere costantemente riconquistato attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, processi e prodotti. Le industrie tradizionali inevitabilmente si contraggono o scompaiono. Che questo cambiamento strutturale sarebbe comunque arrivato indipendentemente dalle politiche di Pechino guidate da Xi Jinping era ampiamente prevedibile.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel frattempo, assistiamo a un'inversione dei flussi commerciali.</b> I produttori cinesi di veicoli elettrici ora vengono considerati altamente competitivi e pronti a conquistare significative quote di mercato in Europa. Il commercio di automobili non è più a senso unico, ma fluisce ora sia dall'Occidente all'Oriente che viceversa.</span></p> <span style="font-family: arial; font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
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</script></span><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questi cambiamenti nella competitività relativa </b>non sono solo il risultato del trasferimento, talvolta involontario, di know-how dall'Occidente, ma anche della massiccia espansione delle catene di approvvigionamento in Cina, che va dall'estrazione di terre rare alla produzione su larga scala di batterie. La Commissione europea sta ora conducendo indagini sul presunto sostegno statale sleale e sta valutando misure di tutela come tariffe anti-dumping. Il governo cinese ha risposto con le solite accuse di protezionismo da parte dell'UE.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In realtà, non è immediatamente chiaro perché dovrebbe</b> essere considerato ingiusto che un'industria raggiunga economie di scala e, di conseguenza, produca a prezzi più competitivi. La reazione di Bruxelles evidenzia piuttosto quanto i produttori europei abbiano sottovalutato la loro tradizionale forza competitiva e abbiano ritardato lo sviluppo di veicoli elettrici adatti al mercato di massa, mettendoli ora in una posizione di svantaggio rispetto alla concorrenza dell'Estremo Oriente. Chi ignora il cigolio silenzioso per anni si troverà alla fine in una crisi non prevista.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Punture di spillo persistenti - innumerevoli</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I cambiamenti sostanziali nelle relazioni commerciali globali avvengono lentamente</b>. Gli scambi commerciali non collassano improvvisamente, a meno che non si entri in tempo di guerra. Piuttosto, è probabile che il commercio cresca a un ritmo più lento rispetto all'economia reale, con una <b>graduale riduzione della divisione internazionale del lavoro.</b> I conflitti commerciali sono in aumento, e spesso non si tratta di grandi scontri in prima pagina, come la spettacolare esplosione protezionistica sotto la presidenza di Donald Trump, ma piuttosto di piccole punture di spillo altrettanto dolorose nel loro insieme.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Dall'inizio degli anni 2010, le restrizioni sulle importazioni, specialmente sotto forma di dazi, </b>si sono diffuse in tutto il mondo. Nel 2009 erano in vigore 73 di tali misure in tutto il mondo, mentre nel 2022 il numero è cresciuto a circa 2300, aumentando di 30 volte in un decennio. All'epoca, solo lo 0,6% del commercio mondiale era soggetto a tali restrizioni, ma ora è aumentato al 10%, e questa tendenza è in costante crescita, come ha recentemente riportato l'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel suo rapporto annuale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Una de-globalizzazione graduale e persistente è la realtà del XXI secolo</b>, con la quale dobbiamo confrontarci. Non possiamo più fare affidamento unicamente sulla deterrenza e sulla difesa. Nel contesto di questo cambiamento strutturale inevitabile, la sfida centrale è reinventare il <b>nucleo produttivo dell'economia tedesca ed europea.</b> La domanda è imponente, ma le opportunità scientifiche e tecnologiche sono altrettanto considerevoli (come discusso anche nella mia rubrica qui).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="color: red; font-family: arial; font-size: medium;"><b><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/deindustrializzazione">Leggi gli ultimi articoli sulla deindustrializzazione in Germania-->></a></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><br /></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-59157357693078822352023-09-17T23:00:00.002+02:002023-09-18T16:10:30.403+02:00Nord contro sud, ricchi contro poveri - riemergono le fratture dell'eurocrisi?<p><b><i><span style="font-family: arial;"> <span style="font-size: medium;">I negoziati sulla riforma del Patto di Stabilità e Crescita sono bloccati a causa del muro contro muro fra i soliti rigoristi del nord, Germania in testa, e i paesi che invece preferiscono un approccio piu' politico e meno ragionieristico, guidati dalla Francia. <a href="https://www.welt.de/wirtschaft/article247516930/Nord-gegen-Sued-in-der-EU-reissen-die-Graeben-der-Eurokrise-wieder-auf.html">Ne scrive Welt da Santiago de Compostela</a></span></span></i></b></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKfznHHw_RhEJYoL-JVnofWtKC2UYaEC2iqTE975pxerryFyxfYWQNTlowNwGMcgQIStgsHicArCpRlwNbGhdvNz-TayO3pGPMHJDkFmu5WVYEswy62tK75Trceng2rsEha1h4LgdCtHd1m3yUbgjmgr6QsfsTbc1ZGlh6eOPQbAVRD-GqNS6WK-uof90/s800/bild-christian-lindner-fdp-rheinisch-bergischer-kreis-bundestagswahl-100__v-square-m.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="lindner patto di stabilità" border="0" data-original-height="800" data-original-width="800" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKfznHHw_RhEJYoL-JVnofWtKC2UYaEC2iqTE975pxerryFyxfYWQNTlowNwGMcgQIStgsHicArCpRlwNbGhdvNz-TayO3pGPMHJDkFmu5WVYEswy62tK75Trceng2rsEha1h4LgdCtHd1m3yUbgjmgr6QsfsTbc1ZGlh6eOPQbAVRD-GqNS6WK-uof90/w400-h400/bild-christian-lindner-fdp-rheinisch-bergischer-kreis-bundestagswahl-100__v-square-m.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>Gli Stati dell'Unione Europea stanno attualmente discutendo le nuove regole sull'indebitamento. La Germania sostiene condizioni più severe, mentre Francia, Italia e Spagna cercano di ottenere un maggiore spazio per gli investimenti. Questa controversia sta provocando nuove divisioni all'interno dell'UE, e i segnali suggeriscono una possibile situazione di stallo.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I leader europei hanno scelto di riunirsi in un luogo che simboleggia, in qualche modo, il fallimento:</b> la Cidade da Cultura. Questo complesso, situato alla periferia di Santiago de Compostela, Spagna, sembra emergere dal terreno con tetti curvi a che sembrano colline e facciate in pietra naturale. Sebbene impressionante nella sua architettura, molti spagnoli considerano questa "Città della Cultura", inaugurata nel 2011, un disastro, essendo costata quattro volte in più del previsto e non essendo mai stata completata, mancando addirittura il previsto teatro dell'opera.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A Santiago de Compostela</b>, un luogo antico di pellegrinaggio, i ministri europei dell'Economia e delle Finanze si sono riuniti durante il fine settimana per discutere del futuro. La questione principale era: quali regole guideranno la spesa e il debito dei governi nei prossimi anni?</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo tema rappresenta uno dei dibattiti cruciali </b>all'interno dell'UE, un tema ricco di emozioni e in grado di riaprire vecchie ferite che risalgono alla crisi dell'euro: divisi tra Stati ricchi e poveri, Nord e Sud, coloro che abbracciano il risparmio e coloro che vedono l'austerità come pericolosa.</span></p><p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR7kbY7EuaPREWsugdgL6GD15vEYgxkc3hIep82MUjw6ByzEmMtJPJtuwxtxkacMCzCDQWp-B44lrgPyfGfrF3vp76IdHFIZJoNf8CinmTWRwpeaaCaSCqkPTMtZHBcQIzhVrX81X8HXSqYuR0AaFyGQwqu69efXEYtwJQXK_UQzEB8PRANCaL11oS2Lg/s989/museo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="421" data-original-width="989" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiR7kbY7EuaPREWsugdgL6GD15vEYgxkc3hIep82MUjw6ByzEmMtJPJtuwxtxkacMCzCDQWp-B44lrgPyfGfrF3vp76IdHFIZJoNf8CinmTWRwpeaaCaSCqkPTMtZHBcQIzhVrX81X8HXSqYuR0AaFyGQwqu69efXEYtwJQXK_UQzEB8PRANCaL11oS2Lg/s320/museo.jpg" width="320" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Cidade da cultura</span></td></tr></tbody></table><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></b></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In particolare, la Spagna avanza una significativa riforma del Patto di Stabilità e Crescita, </b>che attualmente richiede che gli Stati dell'UE mantengano il loro deficit entro il 3% del PIL e il debito entro il 60%. Il patto è stato sospeso dalla Commissione europea a causa della pandemia, ma sarà reintegrato in una forma modificata a partire dal 2024. Alcuni membri, tra cui Francia, Italia, Spagna e Grecia, desiderano rendere le regole più flessibili, mentre altri, come Germania, Austria e Paesi Bassi, insistono su norme severe.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tutti questi dibattiti hanno avuto luogo nella Cidade da Cultura</b>, dove Paolo Gentiloni, commissario economico dell'UE, ha sottolineato l'urgenza di definire nuove regole, citando gli shock subiti dall'Europa, dalla pandemia all'attacco della Russia in Ucraina e agli alti costi dell'energia. In una situazione del genere, ha sostenuto che gli Stati abbiano il bisogno di spazio per gli investimenti.</span></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Anche Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea,</b> ha espresso opinioni simili, enfatizzando l'importanza degli investimenti nelle tecnologie verdi e digitali. D'altra parte, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha sottolineato l'importanza della salute delle finanze pubbliche, ma ha insistito sulla necessità per l'Europa di investire per rimanere competitiva a livello internazionale, un punto di vista che non è stato ben accolto dal ministro delle Finanze tedesco<b> Christian Lindner.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In definitiva, la riforma del Patto di Stabilità e Crescita</b>, benché possa sembrare un argomento tecnico, è cruciale per determinare come gli Stati europei affronteranno le sfide finanziarie legate al futuro, come la transizione climatica, la ricerca sull'intelligenza artificiale e la modernizzazione delle forze armate, specialmente dopo l'attacco russo in Ucraina. Pertanto, il tono dei colloqui a Santiago de Compostela sembra essere meno rigido rispetto a quelli che seguirono la crisi dell'euro nel 2010.</span></p><p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4HxdzortXqft57o6cZ0bl0Y6diWViOhbGoWPtVul_xAQUWvaX-Yi4ZhI-IE0cexfjDk7dtFNUA7yJfxvX_-oruse9xv5jsP3utWfGtr0Xcy4KtGkbrS9mO8ce_sn0fBLHHdsfleZqKBoPQ2o5PFhXm56KmB_1lBCRChCNigR9aH-E4y1YzTcCPku_DrY/s1248/initial-impot-bruno-lemaire.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="702" data-original-width="1248" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4HxdzortXqft57o6cZ0bl0Y6diWViOhbGoWPtVul_xAQUWvaX-Yi4ZhI-IE0cexfjDk7dtFNUA7yJfxvX_-oruse9xv5jsP3utWfGtr0Xcy4KtGkbrS9mO8ce_sn0fBLHHdsfleZqKBoPQ2o5PFhXm56KmB_1lBCRChCNigR9aH-E4y1YzTcCPku_DrY/s320/initial-impot-bruno-lemaire.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Bruno Le Maire</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Qual è la distanza tra i due schieramenti guidati rispettivamente dalla Germania e dalla Francia? </b>Uno che sottolinea l'austerità e l'altro che cerca di aumentare le spese? Quando a Santiago de Compostela, chiedono a <b>Lindner</b>, lui sorride e risponde in modo scherzoso: "Alcuni lo vedono in un modo, altri in un altro". Poi, in modo vago, aggiunge: "C'è ancora molto da discutere tra i governi".</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In discussioni riservate, funzionari di altri Stati dell'Unione Europea - sia del Nord che del Sud </b>- sono più chiari quando parlano con WELT. Dicono che i negoziati sono completamente bloccati e sembra probabile che quest'anno non si arrivi a un accordo sulle nuove regole relative al debito. <b>Le vecchie divisioni tra Nord e Sud sembrano persistere pressoché immutate.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nessuno auspica il fallimento delle trattative</b>, poiché ciò comporterebbe il ripristino delle vecchie regole a partire dal 2024. Tuttavia, queste regole non hanno mai funzionato davvero, dato che molti Stati le hanno sistematicamente ignorate e l'Unione Europea non le ha mai applicate neppure una volta. Dal momento dell'introduzione del Patto di Stabilità e Crescita oltre 25 anni fa, la Commissione ha avviato 37 procedure contro i Paesi che avevano accumulato un eccessivo debito, e in tutte e 37 le occasioni la questione si è risolta senza conseguenze.</span></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ecco uno dei motivi per cui Bruxelles sta </b>ora cercando una nuova serie di regole. I valori noti, ovvero il limite del tre per cento per il deficit e il 60 per cento per il debito, rimangono invariati. Tuttavia, la Commissione desidera essere più flessibile riguardo al modo in cui si dovranno ridurre i debiti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'obiettivo non è più stabilire regole uniformi per l'intera Europa</b>, ma preferisce trattare con ciascun Paese in modo individuale, creando cosiddetti "percorsi individuali" di riduzione del debito, decidendo caso per caso. Questo approccio differenziato tiene conto delle diverse situazioni di Germania, Italia, Francia e Grecia, fornendo all'autorità una maggiore flessibilità politica.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Germania, invece, non è convinta di questa proposta </b>e vuole limitare il potere della Commissione e imporre regole vincolanti per tutti gli Stati dell'UE. Secondo i piani di Berlino, i governi dovrebbero garantire, ad esempio, che la crescita della spesa rimanga al di sotto della crescita economica in condizioni normali, con una differenza del 1% tra i due tassi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Francia, però, teme che un'azione troppo rigorosa possa avere un impatto negativo sulla crescita economica</b>. Lindner e Le Maire spesso mostrano unità franco-tedesca in pubblico, ma a Santiago de Compostela, non è stato il caso, soprattutto quando si è parlato della questione debitoria.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Forse perché la Francia attualmente supera di gran lunga i limiti del Patto di Stabilità e Crescita,</b> con un rapporto debito/PIL sopra il 110%. La Commissione rileva che dodici Stati membri dell'UE hanno superato l'obiettivo del 60%, tra cui anche la Germania. Tuttavia, a Santiago de Compostela, Lindner ha annunciato che almeno la Germania seguirà le raccomandazioni e ridurrà il proprio rapporto debito/PIL.</span></p><div><br /></div> <!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-75161943153273319002023-09-17T13:25:00.003+02:002023-10-16T14:46:56.130+02:00Come si fa ad imparare il tedesco alla svelta?<p><span style="font-family: arial;"> </span><b style="font-family: arial; font-size: large;">Vuoi imparare il tedesco</b><span style="font-family: arial; font-size: large;"> rapidamente? È davvero possibile farlo alla svelta? Ma quanto tempo serve davvero per imparare il tedesco? Se ti sei già posto almeno una di queste domande allora è probabile che l'articolo qui sotto faccia al caso tuo!</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbOb5dCtq1JXZ3AK_x0PM3WdIlIkNP5HQ8l-PD_D6DxpdfYHilqn5rQE92l4KnCRvp4Gy2AZIr8ZlLZVt990A2M95fsmNJiOPfqB_Xf0fhow4iCVYCBPfki4E--iboV6z0RGijOeKy1V2zXlNvxZ2RcABgYz3LIJtb_BO8E_AzW_0KSNYBPXqLm7uYAV0/s1280/road-gc9a1c88f7_1280.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="berlino porta di brandeburgo" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgbOb5dCtq1JXZ3AK_x0PM3WdIlIkNP5HQ8l-PD_D6DxpdfYHilqn5rQE92l4KnCRvp4Gy2AZIr8ZlLZVt990A2M95fsmNJiOPfqB_Xf0fhow4iCVYCBPfki4E--iboV6z0RGijOeKy1V2zXlNvxZ2RcABgYz3LIJtb_BO8E_AzW_0KSNYBPXqLm7uYAV0/w400-h266/road-gc9a1c88f7_1280.jpg" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Un tempo, il famoso scrittore Mark Twain disse che imparare l'inglese richiede 30 ore, il francese 30 giorni e il tedesco<b> ben 30 anni. </b>Non lasciatevi scoraggiare da questa affermazione!</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Esploriamo ora alcune strategie per <b>imparare il tedesco </b>in modo efficace e rapido:</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>1. Stabilisci obiettivi chiari</b> per l'apprendimento del tedesco.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'obiettivo di imparare il tedesco velocemente può essere vago. La parola "velocemente" varia da persona a persona, quindi definire obiettivi specifici e una scadenza è fondamentale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>2. Imposta una scadenza precisa.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Prima di iniziare i corsi di tedesco, crea un piano di studio e revisione. Questo ti aiuterà a monitorare i progressi e migliorare gradualmente le tue abilità linguistiche.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>3. Soggiorno in Germania:</b> il miglior modo per imparare velocemente il tedesco?</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Preparandosi adeguatamente, è possibile apprendere più rapidamente una lingua quando ci si trova in un paese in cui la si parla. Oltre alla Germania, ci sono altre opzioni come la Svizzera, il Lussemburgo, l'Austria o il Liechtenstein.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>4. Imparare con un tutor privato.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sembra ovvio ma è giusto ribadirlo: le lezioni private su misura possono portare a progressi significativi. Puoi anche gestire il ritmo del tuo apprendimento.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU_7cK6WPEtn1q_L86IeZVysuW-Z5CM6dzy6ePcBgiZI5IhX7Wh_rEvu4xVgQDlP6kFTuIBxZqUh7JGv2Fewv1CaXEc9gD06dnCJ4X4bRrhEVytvW7oByEGkcL33cxiqVnaNuBhPJ1GsjOzvH-Uu86RydjxT6YMNeiZpG0eJs6Q9Dq0SFt4vP3NJA2JBk/s733/parliament-g7086bef02_1280.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="bandiera tedesca parlamento berlino" border="0" data-original-height="496" data-original-width="733" height="217" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU_7cK6WPEtn1q_L86IeZVysuW-Z5CM6dzy6ePcBgiZI5IhX7Wh_rEvu4xVgQDlP6kFTuIBxZqUh7JGv2Fewv1CaXEc9gD06dnCJ4X4bRrhEVytvW7oByEGkcL33cxiqVnaNuBhPJ1GsjOzvH-Uu86RydjxT6YMNeiZpG0eJs6Q9Dq0SFt4vP3NJA2JBk/w320-h217/parliament-g7086bef02_1280.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>5. Impara online.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">A volte, trovare un buon corso di tedesco nella tua zona può essere difficile. In tal caso, puoi seguire corsi di tedesco online personalizzati. Ce ne sono di ottimi su piattaforme funzionali e collaudate</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>6. Corsi di tedesco su YouTube.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">YouTube è una grande risorsa con numerosi YouTuber che condividono lezioni e consigli gratuiti sulla lingua tedesca.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>7. Interagisci con madrelingua tedeschi su Internet.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">E' un'ottima opportunità per imparare rapidamente. Alcuni video possono darti suggerimenti su come apprendere il tedesco in poche settimane.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEXrMwPqbugm3uhIjIYOFtlWwV9efxxHtX5iocWX50d0vgu8jXF1JggChjTCxco8I4FoPCvluB6I7wUnYKiVsMKi82ntFZSLERtp7n_ZPKIbIaa_eRdT39DNIeyS4JBetEXY4Z7tZNg4uIUDXwvPeV-VUlVkoViPugDrMrOO9UUE_It8QZ0cKGSjq1F7k/s1280/germany-gb365ed175_1280.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1280" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEXrMwPqbugm3uhIjIYOFtlWwV9efxxHtX5iocWX50d0vgu8jXF1JggChjTCxco8I4FoPCvluB6I7wUnYKiVsMKi82ntFZSLERtp7n_ZPKIbIaa_eRdT39DNIeyS4JBetEXY4Z7tZNg4uIUDXwvPeV-VUlVkoViPugDrMrOO9UUE_It8QZ0cKGSjq1F7k/s320/germany-gb365ed175_1280.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>8. Corsi di tedesco online.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Alcuni siti web offrono programmi completi di apprendimento della lingua tedesca con lezioni sulla grammatica, coniugazione dei verbi, vocabolario ed esercizi pratici.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>9. Gruppi sui social network.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Unisciti a gruppi online dove puoi condividere consigli e esercizi per imparare il tedesco.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">In definitiva, non esiste una risposta univoca alla domanda iniziale, qualsiasi metodo di apprendimento tu scelga, la motivazione personale è la chiave del successo nell'apprendimento del tedesco.</span></p><p><br /></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-43174317514366861162023-09-17T12:34:00.006+02:002023-11-10T03:21:51.502+01:00Una riserva silenziosa di 3 milioni di persone che in Germania vorrebbe lavorare, ma che non riesce a farlo<p><b><i><span style="font-family: arial;"> <span style="font-size: medium;">Si parla spesso della mancanza di lavoratori qualificati in Germania in alcuni settori come l'artigianato <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2023/08/ma-quanto-guadagnano-gli-infermieri-e.html">o l'assistenza sanitaria</a>, eppure dati alla mano c'è una cosiddetta "riserva silenziosa" di circa 3 milioni di persone intenzionate a rientrare sul mercato del lavoro ma che per un motivo o un altro non riescono a farlo. E' possibile mobilitare questa "riserva silenziosa" per colmare la mancanza di lavoratori qualificati senza ricorrere all'immigrazione? <a href="https://www.focus.de/politik/deutschland/deutschlands-stille-reserve-ich-ging-als-akademikerin-putzen-weil-ich-keinen-job-fand_id_204884575.html">Ne scrive Focus.de</a></span></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh42MK29NZpJQ-g-QNHcxfdDoiVaMkyDzOywHHM1LVMmx4rK1UC3JdFy9PXolUHxyZSj6FGdNe-iOCvHLdOkzUJmh1tGvR7hLyHpxuNPfYK11T2LRdj9LQet8d-8iv3WBXVhHgOrgd9xlXrhBerTkfkgNQFw73EKhRLd-_dykEX-euBVY-2-ZQkortLn70/s300/download.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="riserva silenziosa germania" border="0" data-original-height="168" data-original-width="300" height="224" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh42MK29NZpJQ-g-QNHcxfdDoiVaMkyDzOywHHM1LVMmx4rK1UC3JdFy9PXolUHxyZSj6FGdNe-iOCvHLdOkzUJmh1tGvR7hLyHpxuNPfYK11T2LRdj9LQet8d-8iv3WBXVhHgOrgd9xlXrhBerTkfkgNQFw73EKhRLd-_dykEX-euBVY-2-ZQkortLn70/w400-h224/download.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Circa tre milioni di cittadini tedeschi desidererebbero lavorare, ma per varie ragioni, al momento non lo fanno. Questa "riserva silenziosa" tuttavia potrebbe essere un efficace strumento per affrontare la <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">carenza di lavoratori qualificati.</a></i></b></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>Un esempio concreto di questa situazione è quello di Joanna Marciszewska-Ruano,</b> che si è trasferita </span><span style="font-family: arial;">per amore </span><span style="font-family: arial;">dalla Polonia in Germania. Subito dopo essere diventata madre, ha scelto di dedicarsi all'assistenza del figlio. Tuttavia, quando il bambino ha raggiunto un anno, Joanna sarebbe voluta tornare al lavoro.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Non ha mai chiesto la disoccupazione.</b> Joanna, che parla diverse lingue e possiede due lauree, aveva svolto un ruolo di responsabilità nelle vendite per un'azienda tedesca in Polonia. Aveva fiducia nel fatto che sarebbe riuscita a trovare un nuovo lavoro rapidamente.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, ha ricevuto numerosi rifiuti senza una spiegazione chiara.</b> Potrebbe essere stato perché cercava un impiego part-time per dedicare più tempo al figlio o perché i potenziali datori di lavoro la ritenevano eccessivamente qualificata.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo episodio, riportato <a href="https://www.faz.net/aktuell/rhein-main/wiedereinstieg-nach-der-elternzeit-12530733.html">dalla "Frankfurter Allgemeine Zeitung"</a></b><a href="https://www.faz.net/aktuell/rhein-main/wiedereinstieg-nach-der-elternzeit-12530733.html"> </a>quasi dieci anni fa, è ancora rilevante oggi. Joanna Marciszewska-Ruano faceva parte di quella <b>"riserva silenziosa" </b>di individui che desideravano lavorare ma non riescono per varie ragioni.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Attualmente, secondo l'Ufficio federale di statistica,</b> ci sono circa tre milioni di tedeschi di età compresa tra 15 e 74 anni che rientrano in questa categoria. Questa "riserva silenziosa" comprende una varietà di persone, tra cui casalinghe, studenti, alunni, pensionati e coloro che hanno rinunciato a cercare lavoro.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Hanno Beck, professore di economia presso l'Università di Pforzheim, </b>spiega che esistono diverse definizioni di "riserva silenziosa", ma una caratteristica comune è che queste persone sarebbero disponibili per il mercato del lavoro a determinate condizioni.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9clAk4A4g12D3o3sPdh0h0XCVfAOb0gDpuiY-4B6kHKQNxArUbxaKq4txmK0fE_xI6rHs6IOZ7o-F5pItP9_nAEqmPG72D7KYJ1tPXXc63yVFHs-7zIZvRGgocoiMScmKEFQaP3J-LMKUbQatuAAfM2tlOxM2pQHDOjRZ-Qk3V6mb-gDN12xntp9xho8/s1280/money-2159310_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="riserva silenziosa in germania" border="0" data-original-height="960" data-original-width="1280" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9clAk4A4g12D3o3sPdh0h0XCVfAOb0gDpuiY-4B6kHKQNxArUbxaKq4txmK0fE_xI6rHs6IOZ7o-F5pItP9_nAEqmPG72D7KYJ1tPXXc63yVFHs-7zIZvRGgocoiMScmKEFQaP3J-LMKUbQatuAAfM2tlOxM2pQHDOjRZ-Qk3V6mb-gDN12xntp9xho8/w320-h240/money-2159310_1280.jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'Ufficio federale di statistica classifica la "riserva nascosta" </b>in tre categorie principali. La prima categoria comprende le "persone che cercano lavoro, ma che non possono accettare un impiego in tempi brevi, ad esempio a causa di responsabilità per la cura di persone", come madri e padri che si occupano dei propri figli.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La seconda categoria riguarda coloro</b> che sarebbero disposti a lavorare, ma che non cercano attivamente un impiego "perché ritengono di non poter trovare un lavoro adeguato", spesso a causa di uno scoraggiamento dopo una serie di candidature infruttuose.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La terza categoria, la più numerosa, </b>è costituita da persone che "non cercano un lavoro né sono immediatamente disponibili, ma esprimono comunque un desiderio generale di lavorare".</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo gruppo,</b> sebbene distante dal mercato del lavoro, conta circa 1,7 milioni di individui.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Complessivamente, sono circa tre milioni di tedeschi </b>che, in teoria, desidererebbero lavorare ma che attualmente non lo fanno per varie ragioni. Nel frattempo, la carenza di lavoratori qualificati rappresenta una sfida decisiva per la Germania.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I dati del mercato del lavoro elaborati dall'Istituto dell'Economia Tedesca (IW)</b> indicano che ci sono quasi 540.000 posti di <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">lavoro vacanti</a>. Gli economisti ritengono che utilizzare questa "riserva silenziosa" potrebbe essere una soluzione per affrontare questa problematica, e tale idea sembra essere molto ragionevole.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Un'economista dell'Istituto per la ricerca sul <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">mercato del lavoro</a> e l'occupazione di Norimberga</b>, Enzo Weber, ha suggerito qualche mese fa in un'intervista alla "ZDF" di reclutare gli individui ultra sessantenni direttamente dalla "riserva silenziosa". Ha dichiarato: "Se avessimo una partecipazione alla forza lavoro di persone con più di 60 anni come quella attuale fra le persone più giovani di cinque anni, avremmo quasi 2,5 milioni di lavoratori in piu'".</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9bN0uj0KNd-NXnCLamP88PagdEnC3LJXC8BRyC7Gi83_fW5-dT_8cWMFGWqOFQopV8uyIe3QkGx_5oahgmdNbdwcxJOsaQycFmO7UtI-vnkZOaLzR3tjBJkYd-u-qhs85_g7ozp34KO2_andPhuQvYyfNVYu6w5651XCP1-hUigxBt9EH2iKG09ClsUY/s1280/elders-401296_1280.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="pensionati in germania" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9bN0uj0KNd-NXnCLamP88PagdEnC3LJXC8BRyC7Gi83_fW5-dT_8cWMFGWqOFQopV8uyIe3QkGx_5oahgmdNbdwcxJOsaQycFmO7UtI-vnkZOaLzR3tjBJkYd-u-qhs85_g7ozp34KO2_andPhuQvYyfNVYu6w5651XCP1-hUigxBt9EH2iKG09ClsUY/w320-h213/elders-401296_1280.jpg" width="320" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Aumentare l'età della pensione per colmare la mancanza di personale</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Anche l'economista Beck ritiene</b> che "ci sono ragioni sufficienti per mantenere la riserva silenziosa il più piccola possibile". Molte delle persone che potrebbero tornare al lavoro, sarebbero più felici occupando un posto di lavoro, invece che essere disoccupate.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il rapporto dell'Ufficio federale di statistica mostra </b>inoltre che il 58,1% delle persone appartenenti alla "riserva silenziosa" ha una qualificazione media o addirittura elevata. Questo significa che hanno almeno completato una formazione professionale o hanno conseguito un diploma universitario.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, ci sono momenti in cui mancano gli incentivi.</b> Nel caso delle donne, ad esempio, questa percentuale raggiunge il 60,5%. Beck afferma: "Se ci sono persone che in linea di principio vorrebbero lavorare ma non sono registrate, significa che le capacità produttive - e quindi la ricchezza - rimangono inutilizzate".</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nonostante ciò, Beck non considera la "riserva silenziosa"</b> come l'unico rimedio alla carenza di lavoratori qualificati in Germania. La qualifica delle persone all'interno di questo gruppo resta fondamentale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In altre parole, se sussiste una carenza di ingegneri o elettricisti </b>a tempo pieno a Monaco, non sarebbe utile attivare una riserva nascosta composta da assistenti sociali con l'obiettivo di lavorare part-time a Bottrop. Un altro aspetto da considerare sono le<b> condizioni fisiche,</b> ad esempio, un artigiano che ha abbandonato il lavoro a causa di problemi alla schiena difficilmente potrebbe tornare a svolgere un lavoro altrettanto impegnativo in quanto prepensionato disposto a lavorare.</span></p><div><div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A volte, gli incentivi per tornare al lavoro si affievoliscono</b>, come nel caso di Angelika Lütt, con una carriera ricca di esperienza che spazia dall'insegnamento allo sviluppo del personale fino alla gestione dell'innovazione.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel 2020, all'inizio della pandemia, Lütt è stata inizialmente messa in congedo a tempo parziale</b>, successivamente in prepensionamento, e infine ha optato per una liquidazione lasciando l'azienda per cui lavorava. In un'intervista a FOCUS online, Lütt, che utilizza un nome diverso per mantenere l'anonimato, dichiara: "Sono in ottima forma, ho dimestichezza con il computer, parlo tre lingue straniere e ho un'enorme esperienza professionale". Questi sono indubbiamente requisiti ideali per il mercato del lavoro.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nonostante ciò, questa prepensionata si dedica al volontariato nel campo <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/09/quanto-guadagna-una-badante-in-germania.html">dell'assistenza</a></b><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/09/quanto-guadagna-una-badante-in-germania.html"> senza ricevere una compensazione finanziaria</a>. È sincera nel dichiarare: "In realtà, potrei tornare a lavorare regolarmente. E mi piacerebbe farlo. Ma stare a casa è più conveniente a causa delle tasse e dei contributi troppo elevati".</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Al momento, deve ancora affrontare il pagamento</b> delle tasse sulla sua liquidazione. Lütt è sposata, e suo marito è anch'esso in pensione. "Il mio consulente fiscale sostiene che, per ogni euro che guadagno, dovrei versare due euro in tasse".</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span><b>Sebbene la situazione di Lütt possa essere un caso particolare</b>, </span>per molte persone il denaro rappresenta una motivazione significativa a ritornare al lavoro. Questo vale anche per i membri della <b>"riserva silenziosa" </b>che non hanno completamente abbandonato il mercato del lavoro.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, si parla anche della modifica delle "norme sul reddito integrativo per le prestazioni di base"</b>. Questo potrebbe almeno aumentare l'incentivo per i lavoratori a basso reddito a rientrare nel mondo del lavoro.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, anche coloro che non rientrano nella fascia di reddito </b>che riceve il reddito di cittadinanza potrebbero essere scoraggiati da tasse e contributi elevati, secondo l'economista. Egli sostiene che "un'adeguata riforma fiscale potrebbe essere la soluzione", ma sottolinea anche che una tale riforma comporterebbe una diminuzione delle entrate dello Stato e potrebbe suscitare controversie in termini di politica distributiva.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Per aumentare gli incentivi al lavoro</b>, è fondamentale ridurre i carichi fiscali sul reddito da lavoro, ma ciò comporta inevitabilmente conseguenze per le entrate statali e solleva questioni controverse in ambito politico.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, ci sono altre proposte</b> per coinvolgere la "riserva silenziosa". Secondo l'indagine dell'Ufficio federale di statistica, un terzo delle donne tra i 25 e i 59 anni appartenenti alla "riserva silenziosa" non può lavorare a causa della responsabilità per l'assistenza a familiare.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Beck sostiene che sia necessario "adattare i posti di lavoro alle circostanze private e individuali"</b>. Questo includerebbe soluzioni per l'assistenza all'infanzia, condizioni lavorative compatibili con la vita familiare e una distribuzione dei compiti familiari basata sulla collaborazione.</span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Marciszewska-Ruano, la cui situazione</b> era stata riportata dalla "FAZ" dieci anni fa, alla fine è riuscita a trovare un lavoro. Ha inizialmente richiesto un impiego a tempo pieno invece di uno a tempo parziale e ha discusso una riduzione delle ore solo in un secondo momento.</span></div></div><div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div></div><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/lavoro%20in%20germania">Leggi gli ultimi articoli sull'argomento lavorare in Germania-->></a></b></span></p><p><br /></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-37074733513186424592023-09-16T23:43:00.002+02:002023-09-17T00:50:47.914+02:00 Marcel Fratzscher - La Germania può farcela<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"l nostro Paese non è il malato d'Europa, e non lo sarà, a condizione che mobilitiamo tutte le nostre risorse" scrive il grande economista tedesco Marcel Fratzscher. Secondo il direttore del DIW, la Germania ha ancora dei punti di forza inattaccabili che garantiranno al paese la forza necessaria per superare anche questa ennesima crisi economica. </b><b><a href="https://www.zeit.de/wirtschaft/2023-09/wirtschaftswachstum-krisen-wirtschaftsstruktur-bundesregierung-reformen/seite-2">Marcel Fratzscher su Die Zeit</a></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU6YN5r_TbuSXsrqrypMJITqwDWpEKsAHbBVVMMjPwalYHx34nFmPfu0frIhv5aDufSBS3AQreqYKesvWMZEVGYkzDfEsa8IBVX44zSrjhhTFxaPeLkDtemRSmjMMKh2MpF6g7hmRD4EMwZn_l_hvdSV27K5jT7uXjP5vSn4IbsAw7QzEKjFYvvZ8ppqQ/s700/bundestag-2463236_1920.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="crisi economica germania" border="0" data-original-height="420" data-original-width="700" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhU6YN5r_TbuSXsrqrypMJITqwDWpEKsAHbBVVMMjPwalYHx34nFmPfu0frIhv5aDufSBS3AQreqYKesvWMZEVGYkzDfEsa8IBVX44zSrjhhTFxaPeLkDtemRSmjMMKh2MpF6g7hmRD4EMwZn_l_hvdSV27K5jT7uXjP5vSn4IbsAw7QzEKjFYvvZ8ppqQ/w400-h240/bundestag-2463236_1920.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>"Cosa sta andando storto nel nostro Paese? </b>In parole semplici: stiamo perdendo dinamismo economico, la società si sta irrigidendo, e c'è una crescente malinconia diffusa - questi sono i punti cruciali della crisi."</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><span>Ciò che sembra una descrizione della situazione </span>attuale</b> in Germania è, in realtà, una citazione del 1997, dal famoso discorso "Ruck" del Presidente federale Roman Herzog. All'epoca, ci vollero altri cinque anni per avviare riforme coraggiose da parte del governo federale e altri tre per vedere la Germania toccare il fondo, sia dal punto di vista economico che sociale, con oltre cinque milioni di disoccupati, prima che le cose iniziassero a migliorare. La storia spesso tende a ripetersi, ma non deve succedere, se l'economia e la società - invece di cadere in una profonda malinconia - si concentrano sui propri punti di forza e, soprattutto, creano le basi per la fiducia nel futuro e la sicurezza.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo non significa minimizzare i problemi attuali.</b> La perdita di dinamismo economico è lampante. La Germania attualmente ha uno dei tassi di crescita economica più bassi in Europa. Le esportazioni sono in picchiata, gli investimenti deludono, e i consumi privati subiscono una battuta d'arresto a causa dell'inflazione e delle preoccupazioni per il futuro. L'industria tedesca è rimasta indietro rispetto alla concorrenza globale, soprattutto nelle tecnologie chiave del futuro come le <b>piattaforme digitali, l'intelligenza artificiale e le tecnologie verdi</b>. Obiettivi importanti come la protezione del clima, l'espansione dell'infrastruttura digitale e la riforma del sistema educativo sono stati trascurati, con pochi sforzi per correggere il tiro. La mancanza di lavoratori qualificati, già significativa, è destinata ad aumentare, mettendo a rischio molte piccole e medie imprese. La burocrazia e l'incertezza normativa, insieme alla scarsità delle infrastrutture, costituiscono ostacoli significativi per i piani futuri delle aziende.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi66DOkCMJeJiJhDVwJsmRK6kNNlcyRsqBcUh2KUEgO7lEJYhZgjAC3Zde8DaGHYjqdYeWiLZOK--2421L9PMib4LOFb2N46kksFYcwN5mBdWRuRTdesA9tCI4hsSKGyzewJ4jG-9NpixGN8g-V1PVlsp0HFYFApFNqJCIg9SWfob4CA8YbD_S71lRzAfM/s280/fratzschers-verteilungsfragen-nl.webp" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="Marcel Fratzscher" border="0" data-original-height="280" data-original-width="280" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi66DOkCMJeJiJhDVwJsmRK6kNNlcyRsqBcUh2KUEgO7lEJYhZgjAC3Zde8DaGHYjqdYeWiLZOK--2421L9PMib4LOFb2N46kksFYcwN5mBdWRuRTdesA9tCI4hsSKGyzewJ4jG-9NpixGN8g-V1PVlsp0HFYFApFNqJCIg9SWfob4CA8YbD_S71lRzAfM/s16000/fratzschers-verteilungsfragen-nl.webp" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ora ci troviamo di fronte alla battaglia redistributiva</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Non sorprende, quindi, che molte persone in questo Paese siano pessimiste sul futuro.</b> La società sembra paralizzata dalla paura, come aveva già notato Roman Herzog 25 anni fa. Allo stesso tempo, c'è una profonda polarizzazione nella società, con i conflitti sociali più intensi degli ultimi 75 anni. A soffrire maggiormente sono i gruppi più vulnerabili. Bambini, adolescenti e giovani adulti continuano a subire pesantemente le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Un giovane su tre ha bisogno di assistenza psicologica e sanitaria, ma solo uno su dieci riesce a ottenerla. Nel frattempo, il governo federale litiga su questioni come la lotta alla povertà infantile e la spesa per il clima, mentre la disuguaglianza in termini di opportunità educative in Germania è tra le più alte tra i paesi industrializzati, e questa disuguaglianza continua ad aumentare a causa della pandemia e dell'inflazione. L'accesso all'edilizia residenziale sta diventando sempre più difficile, specialmente per le giovani famiglie nelle città, portando a una società sempre più gentrificata. Le prestazioni sociali vengono tagliate, e l'opposizione della FDP a un aumento del salario minimo, a un assegno di base per i figli o a un reddito di cittadinanza sta crescendo.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il risultato è una battaglia redistributiva in cui le persone</b> sono sempre più concentrate su se stesse. Molte stanno cercando capri espiatori tra i migranti e i rifugiati. La dichiarazione del ministro federale delle Finanze sulla fine delle riforme sociali e i tagli alle prestazioni sociali è più controproducente che mai.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In questa situazione, non è difficile comprendere</b> perché sia persone che aziende sono state travolte da una profonda sfiducia e guardino al futuro con pessimismo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Germania ha il potenziale per un cambiamento significativo.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"I tedeschi hanno la forza e la volontà di superare</b> questa crisi con le proprie risorse - a condizione che abbiano il coraggio di farlo." Queste parole risuonano ancora oggi, pronunciate dal Presidente Herzog nel suo discorso a Berlino nel 1997. Sottolineano un punto cruciale per un cambiamento di successo: <b>la fiducia nelle proprie capacità.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyKbdjCTcMBi98BrQBHGq7pdOkIsELPP7SRl6SN4IGLQ6uG8Blfs9EFvrPGZLqrIZgYRVv-RasTTk-gcuvOH-OcGJmKSkIRFmK67VIj8fO_Pwru8ABD8lrpCcZ2hcvrsL2UZd512beGWX0WjnrGdFVIUbn8C_PT1zB33MChu15GzprkZ0D6fL0isM2UUk/s745/2749984.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="copertina economist germania sick man of europe" border="0" data-original-height="745" data-original-width="535" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyKbdjCTcMBi98BrQBHGq7pdOkIsELPP7SRl6SN4IGLQ6uG8Blfs9EFvrPGZLqrIZgYRVv-RasTTk-gcuvOH-OcGJmKSkIRFmK67VIj8fO_Pwru8ABD8lrpCcZ2hcvrsL2UZd512beGWX0WjnrGdFVIUbn8C_PT1zB33MChu15GzprkZ0D6fL0isM2UUk/w230-h320/2749984.jpg" width="230" /></a></span></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><b><br /></b></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Germania ha dimostrato di poter affrontare sfide eccezionali in passato.</b> Dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha dovuto rinnovarsi economicamente e socialmente, affrontando sfide come l'integrazione di milioni di rifugiati, la ricostruzione dell'infrastruttura e dell'economia, la Guerra Fredda in un Paese diviso, e poi la riunificazione, con grandi turbolenze sociali, crisi finanziarie ed economiche, e infine una pandemia e una crisi energetica. Tuttavia, queste sfide non sono state in grado di scalfire il fatto che oggi la Germania sia una delle nazioni più ricche al mondo, con prosperità e stabilità invidiabili. Questo successo è stato possibile grazie a tre punti di forza fondamentali.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Innanzitutto, le istituzioni statali sono eccellenti, </b>con un forte Stato di diritto, competenze elevate e grande indipendenza. La rigidità delle riforme e la burocrazia eccessiva non derivano dalle istituzioni stesse, ma piuttosto dalla mancanza di volontà politica, dagli interessi delle lobby e da potenti gruppi di interesse.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il secondo grande punto di forza della Germania è la sua struttura economica,</b> caratterizzata da un solido tessuto di piccole e medie imprese a conduzione familiare. Queste imprese guardano al lungo termine, assumendosi responsabilità verso i propri dipendenti. Questa caratteristica conferisce loro resilienza e flessibilità, consentendo loro di affrontare con successo le sfide e le crisi. Pochi paesi al mondo possono vantare tanti campioni nascosti, aziende altamente innovative che hanno un ruolo chiave nell'economia globale.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il terzo punto di forza, forse il più importante, è la solidarietà,</b> che è al centro dell'idea di economia sociale di mercato. Come sosteneva il filosofo e naturalista russo Pyotr Kropotkin più di 100 anni fa, e come hanno confermato numerosi studi scientifici, le società solidali hanno maggiori probabilità di superare le grandi crisi e sfide rispetto a quelle individualistiche. La solidarietà crea sicurezza e fiducia, unisce le forze e costruisce ponti, sia dal punto di vista economico che sociale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Per contrastare il pessimismo, la fiducia è essenziale,</b> come sottolineato dal Presidente Herzog. Questo non significa ignorare i problemi e le sfide citate. Attualmente, la Germania rischia che le paure e le preoccupazioni alimentino un circolo vizioso, peggiorando ulteriormente la situazione economica e sociale. L'economia è in gran parte <b>una questione di percezione</b>. Le aziende non investiranno se non hanno fiducia nella Germania come luogo in cui produrre, e le persone si ritireranno dal mercato del lavoro e investiranno di meno su se stesse se perdono la fiducia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Una scossa profonda deve attraversare la Germania. </b>Dobbiamo essere pronti a rinunciare ai nostri beni piu' cari." Questo richiamo del Presidente Herzog non è meno urgente oggi di quanto lo fosse un quarto di secolo fa. Attualmente, la Germania gode di una solida posizione economica e finanziaria. Il nostro Paese <b>non è il malato d'Europa, e non lo sarà</b>, a condizione che mobilitiamo tutte le nostre risorse.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il governo federale sta già compiendo molte azioni positive</b>, spesso sottovalutate. Tuttavia, manca una bussola chiara e la determinazione necessaria per investire nel futuro e raggiungere una maggiore uguaglianza sociale. Le imprese condividono la responsabilità dei problemi tanto quanto i politici. Dovrebbero essere oneste nel riconoscere i propri errori e investire nella trasformazione ecologica e digitale, invece di puntare il dito contro i politici e chiedere a gran voce maggiori aiuti finanziari. Questo rappresenta l'unico modo per costruire fiducia e interrompere il circolo vizioso in cui la Germania sembra essere intrappolata, caratterizzato da stagnazione economica, declino della prosperità e crescente polarizzazione sociale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi gli ultimi articoli sulla <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/crisi%20economica">crisi economica in Germania -->></a></span></i></b></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-60153677103596447902023-09-16T23:38:00.002+02:002023-11-10T11:59:59.997+01:00Prosegue il crollo delle transazioni sul mercato immobilare tedesco<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Dopo il boom arriva lo sboom e anche il numero delle transazioni per l'anno in corso conferma la crisi profonda del mercato immobiliare tedesco: non si registrava un numero cosi' basso di compravendite dal 1995, primo anno delle serie storiche. Ne scrive il Tagesschau.de</span></i></b></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj55tdEbhJ2lM0Ni9njNYapg1K5w5TqpcUQAm86MscVAaElOO6Gn-2e7nGmjnAmBqdmifRIqSYEJTodE-J4hZa7800spR_hUzsXodh3c2e8taSYGBy4aSyzQqTQkuCGUAxv-NV2uxOwwAo_mR31Y4Gtyyr36Buh56SKEVhwXmhDHcbyVi1fSjcGtCOMwkQ/s1920/1920x1080.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj55tdEbhJ2lM0Ni9njNYapg1K5w5TqpcUQAm86MscVAaElOO6Gn-2e7nGmjnAmBqdmifRIqSYEJTodE-J4hZa7800spR_hUzsXodh3c2e8taSYGBy4aSyzQqTQkuCGUAxv-NV2uxOwwAo_mR31Y4Gtyyr36Buh56SKEVhwXmhDHcbyVi1fSjcGtCOMwkQ/w400-h225/1920x1080.jpg" width="400" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Secondo un recente studio</b>, il crollo del <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2023/06/perche-il-mercato-immobiliare-tedesco.html">mercato immobiliare tedesco</a> continuerà ad accelerare nell'anno in corso, senza previsioni di un miglioramento rispetto all'anno passato. L'Istituto Gewos di Amburgo, basandosi sulle transazioni registrate alla fine della prima metà dell'anno, prevede solo circa 591.800 contratti di acquisto, il che rappresenterebbe un calo di quasi un quarto rispetto al già debole anno 2022, segnando il valore più <b>basso dal 1995</b>, l'inizio delle serie storiche tedesche.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Secondo lo studio</b>, il valore delle vendite a livello nazionale scendeà di quasi il 30% a circa 198 miliardi di euro. Nel 2022, il fatturato del settore immobiliare era crollato a 279,4 miliardi di euro, registrando un <b>calo del 17,2%</b> rispetto all'anno record del 2021, segnando così la fine brusca di un lungo periodo di boom. Il numero di transazioni è sceso del 16,1% a 787.700 casi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le conseguenze dell'aumento dei tassi d'interesse</b> sono diventate sempre più evidenti nel corso 2023 rispetto al 2022. L'esperto di Gewos, Sebastian Wunsch, ha spiegato che il moderato calo dei prezzi di acquisto finora non è riuscito a compensare l'aumento dei costi di finanziamento. <b>L'aumento dei costi di finanziamento e l'inflazione elevata</b> stanno riducendo il potere d'acquisto, rendendo sempre più difficile l'acquisto di immobili per i proprietari-occupanti. Gli investitori, d'altra parte, sono principalmente influenzati dall'incertezza, e Wunsch ha sottolineato che "<b>l'attuale situazione di mercato continua a essere caratterizzata da una marcata riluttanza all'acquisto"</b>, senza prevedere cambiamenti significativi nei fattori di mercato per il resto dell'anno. Poiché il tasso d'inflazione è lontano dagli obiettivi delle banche centrali, non si prevede un allentamento dei tassi d'interesse nel medio termine, i prezzi d'acquisto dovrebbero comunque stabilizzarsi alla fine dell'anno, dato che al momento stanno scendendo ad un ritmo piü lento.</span></p><p><br /></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-19925596521601398732023-09-15T23:44:00.007+02:002023-11-10T03:22:46.756+01:00Perché i lavoratori stranieri non vogliono restare a lavorare in Germania?<p><b><i><span style="font-family: arial;"> <span style="font-size: medium;">La vita in Germania per gli stranieri, si sa, è dura e spesso difficile: frustrazioni, incomprensioni ed emarginazione sono all'ordine del giorno. Eppure la società tedesca ha un grande bisogno di lavoratori stranieri qualificati, che però alla prima occasione tornano a casa nel loro paese. Ma perché non vogliono restare a lavorare in Germania? <a href="https://www.focus.de/finanzen/erfolglose-anwerbe-offensive-warum-internationale-fachkraefte-nicht-nach-deutschland-kommen-wollen_id_204241097.html">Prova a rispondere Focus.de</a></span></span></i></b></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5vdEtcqNjuB2tUp8JyZUXaz39qim8KMk1Z-0YG6Nt8eBvo0kfQPLT2YsHin9uUjE8Zadb9cnvy92RQShgAWa1SpzZNEDsq0p78CnDkn0HQuMU51DPAWvS3CFdSHxbtqlabXoud6TwPh-nKR7h0dLPVXaeXIgssN7OzuPf85ji-K201_rd56s8NFGOZBI/s983/12b3ca8f951c25191336-e8f741e4fa8f108f.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="lavoratori specializzati stranieri non vogliono restare a lavorare in germania" border="0" data-original-height="553" data-original-width="983" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5vdEtcqNjuB2tUp8JyZUXaz39qim8KMk1Z-0YG6Nt8eBvo0kfQPLT2YsHin9uUjE8Zadb9cnvy92RQShgAWa1SpzZNEDsq0p78CnDkn0HQuMU51DPAWvS3CFdSHxbtqlabXoud6TwPh-nKR7h0dLPVXaeXIgssN7OzuPf85ji-K201_rd56s8NFGOZBI/w400-h225/12b3ca8f951c25191336-e8f741e4fa8f108f.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Infermiere brasiliane in NRW</td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Il bisogno di lavoratori specializzti stranieri in Germania è elevato, tuttavia, pochi professionisti internazionali sono inclini a trasferirsi nel Paese. Ciò è dovuto a ostacoli burocratici, incomprensioni culturali e un sistema di immigrazione poco trasparente che scoraggia i talenti migliori.</i></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Germania sta attualmente affrontando una crisi demografica</b> in cui la popolazione invecchia, ma la <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">domanda di lavoratori qualificati</a> continua a crescere. Nonostante gli sforzi delle aziende e dei politici tedeschi, come il ministro federale del Lavoro Hubertus Heil, l'attrattività della Germania per i lavoratori specializzati stranieri rimane limitata. Ad esempio, l'anno scorso, nonostante gli sforzi intensi, l'Agenzia federale per il lavoro è riuscita a reclutare solo <b>656 <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2023/08/ma-quanto-guadagnano-gli-infermieri-e.html">infermieri dall'estero</a></b>, mentre ne servirebbero migliaia. Questa carenza di lavoratori qualificati è un problema in diversi settori.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Gli economisti sottolineano che la Germania avrebbe bisogno di circa 1,5 milioni di immigrati</b> qualificati all'anno per colmare la <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">carenza di manodopera</a>, ma considerando anche coloro che lasciano il Paese ogni anno, il numero netto di lavoratori stranieri aggiunti è di soli <b>circa 400.000</b>. Ciò è dovuto in parte al costo della vita percepito come elevato, specialmente nelle aree metropolitane, che spesso supera le possibilità finanziarie dei lavoratori specializzati.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Un'altra preoccupazione è la discriminazione e il razzismo.</b> Un sondaggio dell'Istituto per la Ricerca Economica Applicata (IAW) dell'Università di Tubinga ha rivelato che il 51% dei 1.885 intervistati ha dichiarato di essere stato discriminato a causa della propria origine etnica o per altri motivi, sia dalle autorità che nel contesto lavorativo. Questi incidenti sono stati segnalati soprattutto nella Germania orientale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il Ministro federale del Lavoro Heil</b> ha riconosciuto che la concorrenza con altri Paesi con tradizioni di immigrazione più solide o lingue più diffuse è una delle principali ragioni di questa sfida.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, molti di coloro che sono arrivati in Germania</b> lasciano nuovamente il Paese. Secondo lo "Spiegel", più di un milione di persone se ne va ogni anno. Ciò indica che la Germania non è percepita ovunque come aperta e luogo dove vale la pena vivere.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Per affrontare questa situazione</b>, molti esperti suggeriscono che la Germania dovrebbe rivedere i requisiti per i lavoratori qualificati. Ad esempio, l'apprendimento del tedesco non dovrebbe essere un prerequisito per ogni lavoro, e i dipendenti delle autorità per gli stranieri dovrebbero essere in grado di comunicare in inglese. Nel complesso, la Germania deve diventare più attraente per i lavoratori qualificati internazionali e garantire che vogliano rimanere una volta trasferitisi nel Paese.</span></p><p><br /></p><p><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi anche "Perchè gli infermieri brasiliani non ne vogliono sapere di restare a <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/08/perche-gli-infermieri-brasiliani-non-ne.html">lavorare in Germania" -->></a></span></b></p><p><br /></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-83183774447081435562023-09-15T22:43:00.004+02:002023-11-10T12:00:34.783+01:00Immobiliare tedesco in picchiata<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> S<span>ono finiti ormai gli anni d'oro dell'immobiliare tedesco e ora siamo nel pieno dello sboom con fallimenti di imprese edili, cancellazioni di progetti e difficoltà di finanziamento a causa dei tassi di interesse alle stelle. Gli ultimi dati dell'Ifo Institut di Monaco confermano <a href="https://www.ifo.de/fakten/2023-09-12/stornierungswelle-wohnungsbau-hoechststand">un'ondata di o</a>rdini e progetti cancellati che non si registrava da piu' di 30 anni. <a href="https://www.wiwo.de/unternehmen/dienstleister/wohnungsbau-rekordhohe-stornierungswelle-sorgt-fuer-riesige-verunsicherung/29385810.html">Ne scrive Wirtschaftswoche</a></span></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPEXw5QdGbVROxUi3UaCTXqNo5gRr2KZTeujJZm0eou2m9NwYAfGtGZs9C6liCtFlISMyELxXjVB0SgyaX87qffeY5bd4vCsp8jYgDlFjslSvXeMmAkpJX-m_rwZPUJOfDh2HYPqyER3My2ZVFT3hxNmQCJi-JNV4C0rHBL9VgCUDWTpvRncYsPMx3ICg/s620/3-format1001.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="620" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPEXw5QdGbVROxUi3UaCTXqNo5gRr2KZTeujJZm0eou2m9NwYAfGtGZs9C6liCtFlISMyELxXjVB0SgyaX87qffeY5bd4vCsp8jYgDlFjslSvXeMmAkpJX-m_rwZPUJOfDh2HYPqyER3My2ZVFT3hxNmQCJi-JNV4C0rHBL9VgCUDWTpvRncYsPMx3ICg/w640-h360/3-format1001.jpg" width="640" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>L'istituto Ifo di Monaco e l'Associazione dell'industria edile tedesca mettono in guardia sulla drammatica situazione del settore dell'edilizia residenziale e chiedono l'intervento del governo federale.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sempre piu' profonda la crisi nel settore dell'edilizia residenziale tedesca, </b>con un'onda record di cancellazioni, una crescente mancanza di ordini e il rischio di fallimenti aziendali. Questa crisi è stata innescata dall'aumento del costo del credito e dei costi dei materiali da costruzione, e sta ora raggiungendo il suo apice. Nel mese di agosto, il 20,7% delle imprese ha dichiarato di aver cancellato progetti, rappresentando un aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente. Questi <a href="https://www.ifo.de/fakten/2023-09-12/stornierungswelle-wohnungsbau-hoechststand">dati sono stati resi noti dall'Istituto Ifo di Monaco di Baviera </a>nella sua indagine sul settore delle costruzioni.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span><b>Klaus Wohlrabe, responsabile delle indagini per l'Ifo, </b>ha affermato che "le cancellazioni nell'edilizia residenziale stanno raggiungendo un nuovo massimo", e che "non abbiamo mai visto nulla di simile dall'inizio delle nostre analisi nel 1991. L'incertezza sul mercato è enorme". Questa situazione è dovuta all'accelerato aumento dei costi di costruzione e ai tassi di interesse notevolmente più alti, che hanno reso molti progetti che all'inizio del 2022 </span>erano ancora redditizi non piu' realizzabili. Inoltre, anche le riduzioni delle sovvenzioni causati dai requisiti più severi in materia di risparmio energetico stanno mettendo a dura prova i calcoli dei costruttori.</span></p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
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</script></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le imprese di costruzione si trovano di conseguenza in crescente difficoltà,</b> con casi di insolvenza come quello dell'impresa immobiliare Gerchgroup alla fine di agosto, e altre aziende del settore, che hanno presentato istanze di fallimento in luglio e agosto, tra cui Euroboden, Development Partner e Centrum e Project Gruppe. Anche se alcune aziende avevano un portafoglio ordini ancora ben fornito, ben il 44,2% delle imprese intervistate ha segnalato una mancanza di ordini, con un aumento del 3,9% rispetto a luglio. <b>Wohlrabe ha sottolineato che "alcune aziende si trovano già in una situazione critica".</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tim-Oliver Müller, direttore generale della Federazione tedesca dell'industria edile (HDB),</b> ha aggiunto che "alcune aziende stanno ancora completando gli ordini arretrati, ma senza una spinta positiva, potrebbero dover ricorrere alla cassa integrazione". Il futuro del settore sarà deciso in autunno.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'11,9% delle aziende nel settore dell'edilizia residenziale</b> segnala attualmente difficoltà di finanziamento, il che rappresenta il livello più alto degli ultimi 30 anni, secondo Wohlrabe. Per i prossimi sei mesi, la maggior parte delle aziende prevede un ulteriore calo degli affari, come indicato dall'indice delle aspettative imprenditoriali, che è a un <b>"livello eccezionalmente debole"</b> di meno 60,1 punti, secondo l'Istituto Ifo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'Associazione federale delle libere imprese del <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2023/06/perche-il-mercato-immobiliare-tedesco.html">settore immobiliare</a> e abitativo (BFW) </b>chiede al governo federale di adottare misure urgenti per affrontare questa crisi. Il presidente della BFW, Dirk Salewski, ha dichiarato: "Il picco storico delle cancellazioni di ordini e la grave mancanza di ordini dimostrano che i nostri avvertimenti sul collasso del settore si stanno avverando".</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><i><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi gli altri articoli sulla crisi <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/crisi%20immobiliare">immobiliare in Germania</a>-->></span></b></i></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-33369760035003181342023-09-15T12:57:00.002+02:002023-09-15T12:57:16.339+02:00La Germania continua ad importare petrolio russo?<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Nei primi sette mesi del 2023 le importazioni in Germania di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, fa sapere l'Ufficio federale di statistica. Ed è estremamente probabile che il petrolio importato dall'India sia di origine russa, sostengono gli esperti. Un'altra storia di ordinaria ipocrisia in tempi di guerra, ne <a href="https://www.tagesschau.de/wirtschaft/weltwirtschaft/oel-russland-einfuhr-preisdeckel-sanktionen-ukraine-100.html">scrive il Tagesschau.de</a></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpe6kmHOzHjgJ1yJpXFa34VWb0ULOJsWCjU3YLPlE-IWuPhnR-OXMAlhJ-42HUsJ8oE2EV0nLCAm6YoMcWmiu5hxEuKd8MD6BPlRKgd8NKWo9w3NJZhDRrVE-3u_JCtDLA6o33CwvnrsLGBPyqxmiSUuto9YBJeGFp77ZPPreohMTHm5VtW_TdKtWGOUk/s1280/refinery-2251247_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="petrolio russo importato dalla Germania" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhpe6kmHOzHjgJ1yJpXFa34VWb0ULOJsWCjU3YLPlE-IWuPhnR-OXMAlhJ-42HUsJ8oE2EV0nLCAm6YoMcWmiu5hxEuKd8MD6BPlRKgd8NKWo9w3NJZhDRrVE-3u_JCtDLA6o33CwvnrsLGBPyqxmiSUuto9YBJeGFp77ZPPreohMTHm5VtW_TdKtWGOUk/w400-h266/refinery-2251247_1280.jpg" width="400" /></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I dati dell'Ufficio federale di statistica rivelano un costante aumento</b> delle importazioni di petrolio russo in Germania, principalmente attraverso l'India. Le importazioni provenienti dall'India, infatti, mostrano una notevole crescita. Ma quali sono le quantità di petrolio russo che la Germania sta effettivamente ricevendo dall'India? I dati attuali <a href="https://www.destatis.de/DE/Presse/Pressemitteilungen/2023/09/PD23_359_51.html">dell'Ufficio federale di statistica</a> possono essere interpretati in questo modo: durante i primi sette mesi di quest'anno, <b>le importazioni di prodotti petroliferi dall'India sono aumentate di ben oltre dodici volte rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente,</b> secondo quanto annunciato dall'autorità di Wiesbaden oggi. È importante notare che l'India stessa acquista ingenti quantità di petrolio greggio dalla Russia, come riportato dalle Nazioni Unite. Gli esperti di statistica spiegano che le importazioni dall'India comprendono principalmente gasolio utilizzato per la produzione di gasolio o olio da riscaldamento. L'India ottiene questi gasoli dal petrolio greggio, che, a sua volta, viene acquistato in grandi quantità dalla Russia, specialmente dopo la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina. L'incremento è significativo: durante i primi sette mesi di quest'anno,<b> il valore delle importazioni di prodotti petroliferi dall'India in Germania ha raggiunto i 451 milioni di euro</b>, costituendo il 2,4% di tutte le importazioni tedesche di prodotti petroliferi in questo periodo. Questo valore è notevolmente aumentato rispetto ai <b>soli 37 milioni di euro </b>registrati nello stesso periodo dell'anno scorso.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Georg Zachmann, del think tank Bruegel di Bruxelles</b>, ha dichiarato all'agenzia di stampa AFP che il crescente volume delle importazioni di petrolio dall'India suggerisce che la Germania e altri Paesi europei stanno probabilmente acquistando petrolio russo in modo indiretto. Quando una via commerciale diretta viene bloccata, il mercato trova spesso modi indiretti per bilanciarla. Sebbene l'origine esatta del greggio sia nascosta, <b>è probabile che sia di origine russa.</b> Zachmann ritiene anche "improbabile" che l'embargo dell'UE abbia un impatto significativo sulle esportazioni di petrolio russo. Riguardo al tetto dei prezzi, l'esperto ha sottolineato che, poiché la Russia esporta ingenti quantità di petrolio, le sue entrate rimangono molto elevate nonostante i limiti imposti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Va notato che la Germania ha sospeso le importazioni dirette di petrolio dalla Russia a causa del conflitto in corso.</b> Gli Stati occidentali hanno anche cercato di imporre un tetto al prezzo del petrolio russo, sperando di farlo rispettare a livello internazionale grazie alla loro influenza nei settori navale e assicurativo. Tuttavia, secondo riportato, questo meccanismo non sta funzionando come previsto. L'anno scorso, i Paesi del G7, l'UE e l'Australia hanno concordato che il prezzo del petrolio russo non dovrebbe superare i 60 dollari al barile. Questo principio avrebbe dovuto essere applicato a livello internazionale grazie all'influenza dei Paesi industrializzati nel settore delle compagnie di navigazione e delle assicurazioni. Tuttavia, una ricerca condotta dall'Istituto KSE della Kyiv School of Economics ha rivelato che <b>il petrolio russo è stato venduto nei principali porti di esportazione a prezzi significativamente più alti, spesso superando i 70 dollari al barile.</b> Il successo di questo regolamento dipenderà dalla capacità dei governi di convincere le compagnie ad attenersi a tali limiti, come sottolineato da Benjamin Hilgenstock dell'Istituto KSE in un'intervista a "Spiegel".</span></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-54572848542588865502023-09-14T22:38:00.002+02:002023-09-19T22:26:53.989+02:00Inflazione: stiamo assistendo alla nascita di una nuova eurocrisi?<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b> I tassi di inflazione nei paesi ad est dell'unione monetaria (Estonia, Lettonia, Lituania, Croazia, Slovenia e Slovacchia) sono ormai decisamente piu' alti rispetto a quelli dell'Europa occidentale: stiamo forse assistendo alla nascita di una nuova eurocrisi nell'Europa orientale? E cosa può fare la BCE per controllare la perdita di competitività dei paesi con un tasso di inflazione piu' alto della media? <a href="https://www.focus.de/finanzen/boerse/rene_will_rendite/die-rene-will-rendite-kolumne-sehen-wir-die-vorboten-einer-neuen-eurokrise_id_203075046.html">Ne scrive Focus.de</a></b></span></p><p><br /></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzNPifaSQ8rDbMFpI9L8CSSe2unwGpRHB1ZaM89Zpk1h1tlD6aIHJAsNsTZ9FApCv7OSMSobKoFTRpJLuTmeuKAlRvR6khDmTA3wgSW83s6y2CqZIjz98JRZXgECoql4Hk8rD3A8FNZu9FQLqRGDD0ls4uocVHkWSObN_Y5WKRuGCyr-1-dODi7wfJo2E/s2460/Fgba8tDWQAkIwr0.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1968" data-original-width="2460" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzNPifaSQ8rDbMFpI9L8CSSe2unwGpRHB1ZaM89Zpk1h1tlD6aIHJAsNsTZ9FApCv7OSMSobKoFTRpJLuTmeuKAlRvR6khDmTA3wgSW83s6y2CqZIjz98JRZXgECoql4Hk8rD3A8FNZu9FQLqRGDD0ls4uocVHkWSObN_Y5WKRuGCyr-1-dODi7wfJo2E/w400-h320/Fgba8tDWQAkIwr0.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Tassi di inflazione nella parte orientale dell'eurozona sono decisamente piu' alti</td></tr></tbody></table><br /><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'inflazione sta crescendo in modo significativo nella parte orientale dell'Eurozona,</b> e rappresenta una minaccia seria per gli Stati euro dell'Europa orientale. Questa situazione potrebbe innescare una pericolosa spirale negativa, portando potenzialmente a una nuova eurocrisi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>È forse opportuno fare un breve richiamo alla storia. </b>Qualcuno ricorda gli Stati PIGS (che presto sono diventati Stati PIIGS)? Tra il 2010 e il 2012, durante la crisi del debito che ha quasi portato alla disintegrazione dell'Eurozona, questa sigla è stata coniata per raggruppare gli Stati con problemi finanziari, compresi Portogallo, Irlanda (poi aggiunta Italia), Grecia e Spagna.</span></p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
</span><ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><script>
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</script></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ora, più di dieci anni dopo, potremmo dover cercare un nuovo nome per un gruppo di Stati in difficoltà,</b> se la situazione non dovesse migliorare. Questa volta stiamo assistendo a un notevole deterioramento della competitività, soprattutto nei paesi membri dell'Eurozona orientale. L'inflazione è notevolmente più elevata nella periferia orientale rispetto al resto dell'Eurozona, rendendo tutto più costoso. Questo è particolarmente rilevante per gli <b>Stati baltici (Estonia, Lettonia, Lituania), Croazia, Slovenia e Slovacchia. </b>(Un termine come "Stati KESSLL" potrebbe venir in mente, ma purtroppo non funziona in inglese...).</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Lo shock dei prezzi energetici che ha colpito la Germania </b>lo scorso anno è stato trascurabile rispetto all'aumento dei prezzi che questi Paesi hanno dovuto subire. Nel giugno 2022, l'inflazione nei paesi baltici era quasi al 20%, un anno dopo si attesta ancora tra l'8% e il 9%. Negli altri tre Stati, l'intervallo varia dal 6% all'11%. Per fare un confronto, il tasso medio di inflazione nell'Eurozona è del 5,5%.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'inflazione piu' alta dell'eurozona</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ora si potrebbe dire:</b> questa situazione sarà presto corretta dall'effetto base. Dopo tutto, se i prezzi dell'energia aumentano un po' rispetto all'anno precedente, il loro contributo all'andamento dell'inflazione è relativamente modesto. Purtroppo, le cose sembrano quasi peggiorare in termini di <a href="https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/PRC_HICP_MANR__custom_7249805/default/table?lang=en">inflazione di fondo</a> (escludendo i costi energetici e alimentari). Anche in questo caso, questi Stati sono ben al di sopra della media dell'Eurozona, pari al 5,3%. Con valori compresi tra il sette e il dieci per cento, a luglio occupano i primi cinque posti. La Slovenia segue al settimo posto, dopo l'Austria.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questi segnali rappresentano un campanello d'allarme. </b>L'aumento dei prezzi e dei costi non solo fa perdere competitività a un paese, ma riduce anche la sua attrattività come luogo di investimento. L'esperto economico Hendrik Müller mettein guardia dal fatto che un aumento dei prezzi al di sopra della media, combinato con dei deficit commerciali esteri, indica problemi futuri significativi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In una situazione del genere, di solito,</b> un paese svaluterebbe la propria moneta per riacquistare competitività o la sua banca centrale aumenterebbe i tassi di interesse per controllare l'inflazione. Tuttavia, nell'Eurozona, né la svalutazione né un'autonoma politica monetaria sono opzioni disponibili. Questi paesi condividono la stessa moneta e la Banca Centrale Europea (BCE) ha già dichiarato che il tempo dei rialzi dei tassi di interesse è finito. <b>La BCE deve ora gestire la politica monetaria per 20 paesi con condizioni molto diverse.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In Francia, ad esempio, l'inflazione di fondo è già scesa al 4,3%</b>. In realtà, i tassi di inflazione stanno divergendo sempre di più da quando l'euro è stato introdotto. E poi c'è l'Italia, che, con il suo enorme debito pubblico, non può permettersi di affrontare una nuova crisi causata da tassi di interesse troppo alti. Speriamo che gli Stati prendano sul serio questi segnali e agiscano prima che la situazione si aggravi ulteriormente.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-65093726874031906202023-09-14T21:57:00.008+02:002023-09-18T16:11:01.895+02:00Ecco perchè la povertà in vecchiaia sarà sempre piu' diffusa anche in Germania<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b><span> </span><span style="background-color: white; color: #050505; white-space-collapse: preserve;">Quanto prenderanno di pensione in Germania i lavoratori a tempo pieno con 40 anni di contributi versati? Risponde il Ministero del Lavoro a un'interrogazione parlamentare della Linke fornendo dati attuali, dai quali emerge un quadro sconfortante. Da sottolineare che si tratta di stime, perché anche in Germania il quadro normativo non è stabile e da piu' parti arriva la richiesta di riformare il sistema pensionistico in senso peggiorativo (per i lavoratori).</span></b></i></span><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i> <a href="https://www.jungewelt.de/artikel/458844.sozialpolitik-habenichtse-im-alter.html">Ne scrive Junge Welt</a></i></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilQDRNjDhmh026vLEPjM7jOD87U1wFYp_-r1EUvXEt-3G6WHauHyQadzwi4327eveMGzD4GB0CBZEEJwDRhXGrLysRAG6pSWUDEBooEBtkSxsPpvfa0xKftPnzUyFOOBwx9VBnuvvVWBw_PrQeWEbentaCp8pcYdrToATkrnwVWjhfelWRj094g4o4g8s/s1280/elders-401296_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img alt="quanto prendono i pensionati in germania" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilQDRNjDhmh026vLEPjM7jOD87U1wFYp_-r1EUvXEt-3G6WHauHyQadzwi4327eveMGzD4GB0CBZEEJwDRhXGrLysRAG6pSWUDEBooEBtkSxsPpvfa0xKftPnzUyFOOBwx9VBnuvvVWBw_PrQeWEbentaCp8pcYdrToATkrnwVWjhfelWRj094g4o4g8s/w400-h266/elders-401296_1280.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le notizie negative per i pensionati attuali e futuri sono purtroppo un evento frequente in questo Paese</b>. Lunedì ne abbiamo avuta un'altra: presto, quasi la metà di tutti i lavoratori a tempo pieno che oggi versano contributi previdenziali potrebbe dover accontentarsi di <b>pensioni mensili inferiori a 1.500 euro.</b> Come al solito, questa situazione colpirà maggiormente gli abitanti della parte orientale della Repubblica, dove la maggioranza rischia di ricevere solo 1.300 euro. I dati sono stati forniti dal <b>Ministero federale del Lavoro (BMAS) </b>in risposta a una richiesta del gruppo parlamentare della Linke. In un'intervista al Redaktionsnetzwerk Deutschland (RND), Dietmar Bartsch, leader della Linke, ha lanciato l'allarme su questa "bomba sociale" che dovrebbe far suonare "tutti i campanelli d'allarme" nella coalizione di governo. Ha sottolineato che non è sufficiente apportare piccoli aggiustamenti, ma sono necessari miglioramenti sostanziali.</span></p><span style="font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
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</script></span><p><span arial="" font-family:="" font-size:="" medium="" style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Secondo l'indagine del BMAS, per avere una pensione pubblica di 1.500 euro,</b> è necessario lavorare a tempo pieno per 45 anni con un salario orario di 20,78 euro, che corrisponde a un guadagno mensile lordo di 3.602 euro. Attualmente, circa 9,3 milioni di lavoratori a tempo pieno, su un totale di 22 milioni, raggiungono questo importo. Chi guadagna 18,01 euro all'ora o 3.122 euro al mese avrà diritto a una <b>pensione di 1.300 euro</b>. Per ottenere una pensione di 1.200 euro, è necessario un salario orario di 16,62 euro o un guadagno mensile di 2.882 euro. Il 36% dei lavoratori a tempo pieno non raggiunge questa soglia, rimanendo ufficialmente al di sotto della soglia di povertà in età pensionabile. Lo scorso anno questa soglia era di 1.250 euro. L'aumento previsto del <b>salario minimo a 12,41 euro dal 1° gennaio 2024 </b>non offre alcun sollievo significativo, secondo Bartsch, che ha chiesto un aumento a 14 euro.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEQkzk69eU05yw9JPow36w6nL_5WtIvb7WAplwVCf7ywif2JpIYSgR9yxjT2XuCTMUls5IvQhEJeg37CpJn1QGPUfm843AL27t-7d5ZEcX9JGcEeTnCpMIVDQ5jwuDh9_o5ySwLLFlr9uBMS5SqWgGJ3e8Vmfd4itLXvhc5zzPWEtYHyrsAxg5cUoqlYs/s400/park-5528190_640%20(1).jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="400" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEQkzk69eU05yw9JPow36w6nL_5WtIvb7WAplwVCf7ywif2JpIYSgR9yxjT2XuCTMUls5IvQhEJeg37CpJn1QGPUfm843AL27t-7d5ZEcX9JGcEeTnCpMIVDQ5jwuDh9_o5ySwLLFlr9uBMS5SqWgGJ3e8Vmfd4itLXvhc5zzPWEtYHyrsAxg5cUoqlYs/s320/park-5528190_640%20(1).jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-size: medium;"><br /><span style="font-family: arial;"><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, poiché sempre più persone non raggiungeranno i 45 anni di lavoro</b>, il rischio di un impoverimento in età avanzata continuerà a crescere. Bartsch ha sottolineato l'importanza di aumentare il salario minimo a 14 euro l'ora e di portare la pensione al <b>53% del reddito medio</b>, oltre a un adeguamento straordinario "ad azione rapida" del 10% o di almeno 200 euro al mese. Ha avvertito che se il governo federale non agirà, il Paese si troverà di fronte al pericolo di una crisi sociale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Al contrario, i politici al potere stanno concentrando gli sforzi sulla "pensione sociale"</b> e sul promuovere il risparmio privato per la vecchiaia, anche se l'esperienza con la Riester-Rente dimostra che questa strategia ha fallito. Inoltre, la proposta di collegare l'età pensionabile all'aspettativa di vita, avanzata dal leader della CDU Friedrich Merz, rappresenta un ulteriore taglio alle pensioni. Reiner Heyse di "Seniors' Uprising," un gruppo di coordinamento di politici sindacalisti per gli anziani del Nord della Germania, ha suggerito misure alternative. In un'intervista rilasciata lunedì a junge Welt, ha proposto che le pensioni ammontino almeno al 75% del reddito netto medio percepito durante la vita lavorativa. Ha inoltre sottolineato la necessità di un sistema assicurativo per i lavoratori dipendenti che includa tutti i lavoratori, inclusi i dipendenti pubblici, i lavoratori autonomi e i politici. Ha anche richiesto pensioni minime che superino sempre la soglia di povertà.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Heyse è particolarmente preoccupato per i <a href="https://www.jungewelt.de/artikel/456646.arbeitsmarkt-teufelskreis-teilzeit.html">dodici milioni </a></b><a href="https://www.jungewelt.de/artikel/456646.arbeitsmarkt-teufelskreis-teilzeit.html">di persone assicurate</a> obbligatoriamente che non lavorano a tempo pieno, come i lavoratori part-time, i minijobber e i disoccupati, poiché nessuno di loro si avvicina ai 1.200 euro. La sua conclusione è che, di fronte all'aumento continuo e veloce della povertà tra gli anziani, il principio dello Stato sociale sancito dall'articolo 20 della Legge fondamentale sta diventando un mero simbolo vuoto e cinico.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/09/perche-la-riester-rente-per-i.html">Leggi l'ultimo articolo sul fallimento della Riester Rente -->></a></span></i></b></p><p><span style="font-size: medium;"> </span></p> <!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-62749811997584415762023-09-13T23:01:00.004+02:002023-09-15T11:32:18.060+02:00Sahra Wagenknecht: "C'è la necessità politica di un nuovo partito"<p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial; font-style: italic; font-weight: 700;">"Perché lasciare che sia AfD a tematizzare le questioni legate all'immigrazione e all'alto numero di immigrati? Lo trovo completamente folle." dice Sahra </span><span style="font-family: arial;"><b><i>Wagenknecht intervistata da web.de. La Wagenknecht sembra ormai pronta a lasciare la Linke e a lanciare un suo nuovo partito di sinistra con l'obiettivo di sottrarre molti voti ad AfD, che i sondaggi danno ampiamente sopra il 20%. </i></b></span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo7PSKZaUyRRz44liMEHkuBblirfOeFWhzCV9HORy7l-RPVk3_oEMHZDfGRgudGV0tCPFXnOFvxhyAPntOUhOZF5DCD-AZBL8BUuV94SgV4u6gk_Ok_B8KSMnEB4li4aT2MU2rpoV49zYOEYdOQfV0Exm9-oe0sNZL3Pml3xoCOWL6yYphOmsDm8Zjj2M/s320/1713488206-sahra-wagenknecht-X1DHAJcNSNG.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="320" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjo7PSKZaUyRRz44liMEHkuBblirfOeFWhzCV9HORy7l-RPVk3_oEMHZDfGRgudGV0tCPFXnOFvxhyAPntOUhOZF5DCD-AZBL8BUuV94SgV4u6gk_Ok_B8KSMnEB4li4aT2MU2rpoV49zYOEYdOQfV0Exm9-oe0sNZL3Pml3xoCOWL6yYphOmsDm8Zjj2M/w400-h225/1713488206-sahra-wagenknecht-X1DHAJcNSNG.jpg" width="400" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sahra Wagenknecht ritiene che la Ampel sia il peggior governo</b> che la Repubblica Federale Tedesca abbia mai avuto. Ma cosa vuole fare di diverso e di migliore? E soprattutto: con quale partito? </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Frau Wagenknecht, titola il quotidiano "Bild": "Wagenknecht fonda il suo nuovo partito". Quindi la questione è stata decisa?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sahra Wagenknecht:</b> Questa è l'opinione del giornale Bild. Non c'è una nuova posizione in merito, Decideremo entro la fine dell'anno e poi ovviamente lo renderemo pubblico.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Non solo molti dei vostri sostenitori sperano in un partito di Wagenknecht. Potreste sottrarre voti all'AfD e il lungo rapporto con la Linke avrebbe finalmente fine. Qual è l'argomento contro la possibile fondazione di un partito prima della fine dell'anno?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Nessuna persona può fondare un partito da sola, almeno non un progetto di successo. Servono strutture, organizzatori capaci, una vera squadra. E tutto questo richiede tempo. C'è la necessità politica di un nuovo partito. Non è una questione che riguarda me. Mi dispiace che la Linke sia diventata sempre più irrilevante negli ultimi anni. Questo ha creato un enorme vuoto politico. Molte persone, tra cui molti ex elettori della Linke, non si sentono più rappresentate da nessun partito e molti votano per AfD per disperazione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>State costruendo le strutture necessarie per un nuovo partito? Il comitato esecutivo della Linke l'ha accusata di questo.</b></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">È risaputo che non sono un buon organizzatore.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come valuta l'attuale politica di opposizione della Linke?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">La sinistra ha dei buoni politici, il capogruppo parlamentare Amira Mohamed Ali ha fatto un discorso molto forte nel dibattito sulla legge di bilancio della scorsa settimana. Ma questo non toglie che l'esecutivo del partito voglia andare in una direzione completamente diversa. In ogni caso, alla luce delle politiche miopi, approssimative e talvolta semplicemente incompetenti del governo, abbiamo bisogno di un'opposizione forte e seria. La Ampel è di gran lunga il peggior governo che la Repubblica Federale Tedesca abbia mai avuto. Molte persone sono preoccupate per il loro futuro, molte faticano a tirare avanti con il loro reddito a causa dell'inflazione. Un governo che in questa situazione gonfia il bilancio per gli armamenti e allo stesso tempo effettua tagli alla sanità, alle pensioni, all'assistenza e all'istruzione non rende giustizia del suo mandato nei confronti degli elettori.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i></i></span></p><blockquote style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>Sahra Wagenknecht: "Le cause della crisi sono fatte in casa".</b></i></span></blockquote><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Ampel ha dovuto affrontare una grave crisi fin dall'inizio. Non sarebbe il caso di essere un po' più indulgenti?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sì, la situazione è difficile. Ma la questione è come si deve reagire. Perché l'inflazione in Spagna è all'1,7% a giugno e in Germania supera ancora il 6%? Perché, secondo il Fondo Monetario Internazionale, siamo in coda tra i 22 Paesi industrializzati? Le ragioni sono interne. Perché gli altri Paesi europei acquistano gas e petrolio russo a basso costo, anche in quantità maggiori rispetto a prima della guerra, mentre noi preferiamo accettare l'esplosione dei prezzi dell'energia? Perché rendiamo la vita difficile ai cittadini con una legge sul riscaldamento, anche se non ridurrà in alcun modo le emissioni di CO2?</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuHTKNa37HUPjFb9CKdSVBMaX_IS0tKyIu1dPscvyOgRag4x21tQ8W0y__8kSy5Q_wwqqLKpdaPiP9ylUBKcJlPoSEtDDgP8htoRNxKKs_A37UIfT5ZKHq20ByGxhYHjrHsu4_AnvwGyNpw02syBbv5ZC1FB7Wk20VC_ucuYA-Tj8FTsN2ioBfR0dOG5w/s320/image-1152537-galleryV9-amlc-1152537.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="214" data-original-width="320" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhuHTKNa37HUPjFb9CKdSVBMaX_IS0tKyIu1dPscvyOgRag4x21tQ8W0y__8kSy5Q_wwqqLKpdaPiP9ylUBKcJlPoSEtDDgP8htoRNxKKs_A37UIfT5ZKHq20ByGxhYHjrHsu4_AnvwGyNpw02syBbv5ZC1FB7Wk20VC_ucuYA-Tj8FTsN2ioBfR0dOG5w/s1600/image-1152537-galleryV9-amlc-1152537.jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Quali misure adottereste invece per proteggere efficacemente il clima?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Altri Paesi hanno proposto soluzioni molto creative per il riscaldamento a zero emissioni di CO2: ad esempio, utilizzando il calore di scarto delle acque reflue. Un'espansione della generazione combinata di calore ed energia sarebbe sicuramente sensata. Le pompe di calore, d'altra parte, non possono funzionare in modo efficiente in case non ben isolate. Inoltre, non esiste un piano ragionevole per capire da dove dovrebbe arrivare l'elettricità per le numerose pompe di calore. Soprattutto in inverno, le giornate sono corte e spesso non c'è abbastanza vento, quindi l'elettricità attualmente proviene principalmente da centrali elettriche a carbone e a gas. Se il consumo aumenterà, questo accadrà ancora di piu'. Ciò contrasta con l'effetto sull'ambiente di tutte le tecnologie basate sull'elettricità, comprese le pompe di calore.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Da dove dovrebbe provenire l'elettricità allora?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'espansione delle fonti di energia rinnovabili è sensata. Ma l'elettricità verde ha bisogno di un'integrazione che possa essere avviata ogni volta che queste vengono a mancare. Non ci sono molte opzioni in tal senso. Alcuni Paesi si affidano all'energia nucleare. In questo caso, la Germania ha deciso anni fa di uscirne. Le centrali a petrolio sono costose. La scelta più sensata sarebbe quella delle centrali a gas. Sono più pulite delle centrali a carbone e più flessibili delle centrali nucleari. Ma poi bisogna procurarsi il gas a basso costo.</span></p><p><span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.amazon.it/Contro-sinistra-neoliberale-Sahra-Wagenknecht/dp/B09X3ZNWJY/ref=sr_1_1?crid=RVU7SPJT3MIK&keywords=sahra+wagenknecht+contro+la+sinistra+neoliberale&qid=1694770116&sprefix=sahra+wag%252Caps%252C592&sr=8-1&_encoding=UTF8&tag=vocidallag097-21&linkCode=ur2&linkId=fc0d54777fc42cffe3033897b5369b48&camp=3414&creative=21718" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjj-2CB7NjqDh-V4U3vEKTUqx3yVbA_ggIy8hXolhVkT3ecz_3uIYT7_h0q6N_YnrRezxM5K8ymlq4T65q4zJcdcMCggOp7xWpyYP-atU37uiBDbicNEBWDbikZIokMZwNpSfWKPOc7LECflT22h7YknLrU9X9ZRBEeK-sI1hDyEfrbbXRnXTfK3vyT-9A/s320/51k+XDOiz4L._SY445_SX342_.jpg" width="216" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><a href="<a target="_blank" href="https://www.amazon.it/Contro-sinistra-neoliberale-Sahra-Wagenknecht/dp/B09X3ZNWJY/ref=sr_1_1?crid=RVU7SPJT3MIK&amp;keywords=sahra+wagenknecht+contro+la+sinistra+neoliberale&amp;qid=1694770116&amp;sprefix=sahra+wag%252Caps%252C592&amp;sr=8-1&_encoding=UTF8&tag=vocidallag097-21&linkCode=ur2&linkId=fc0d54777fc42cffe3033897b5369b48&camp=3414&creative=21718">Contro la sinistra neoliberale</a>"><br /></a></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Se vuoi acquistare l'ultimo libro di Sahra Wagenknecht in italiano "Contro la sinistra neoliberale" puoi farlo <a href="https://www.amazon.it/Contro-sinistra-neoliberale-Sahra-Wagenknecht/dp/B09X3ZNWJY/ref=sr_1_1?crid=RVU7SPJT3MIK&keywords=sahra+wagenknecht+contro+la+sinistra+neoliberale&qid=1694770116&sprefix=sahra+wag%2Caps%2C592&sr=8-1">cliccando su questo link-->></a></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><span></span></span></p><!--more--><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><br /></b></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Che fino ad ora è arrivato dalla Russia</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Esatto. Altri paesi europei non hanno alcun problema nel continuare ad acquistare il gas dalla Russia. Il gas liquefatto proveniente dagli Stati Uniti o dal Qatar è molto più costoso e finora non ci sono stati nemmeno contratti che possano garantire la nostra fornitura. L'energia costosa è un vero problema sia per l'economia che per le persone.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, ciò significherebbe sostenere un paese che sta conducendo una guerra d'aggressione contro l'Ucraina.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Putin può vendere il suo gas anche altrove e lo sta facendo. Mentre l'economia russa continua a crescere nonostante le sanzioni, quella tedesca si sta contrando. Ci stiamo danneggiando da soli. Questa può essere vista come una questione di alta moralità, ma l'energia costosa spingerà importanti settori della nostra industria all'estero e abbasserà lo standard di vita in Germania. Altri paesi guardano alla loro situazione in modo molto più razionale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Secondo lei, la Germania dovrebbe importare nuovamente il gas russo senza porre condizioni?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Beh, cosa intendiamo per "porre condizioni"? Dobbiamo discutere del prezzo, certo. Ma non vedo perché la Germania, quasi da sola nel mondo, stia rovinando la sua economia con l'argomento che non dovremmo fare affari con un aggressore, ma allo stesso tempo è disposta a fare affari con il Qatar o l'Arabia Saudita, che hanno condotto guerre sanguinose in Yemen per anni. Inoltre, non abbiamo interrotto le nostre relazioni economiche con gli Stati Uniti quando hanno invaso l'Iraq o la Libia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il Cancelliere ha proposto un "Patto per la Germania" per uscire dalla crisi. Ha parlato di una "sforzo nazionale condiviso" tra governo e opposizione. Sarebbe disponibile per questo?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sono sempre disponibile per una politica ragionevole. Se ora ci fosse un piano per la ragionevolezza economica, la giustizia sociale e una politica estera basata sulla diplomazia anziché sulle armi, sarei la prima a sostenere questa iniziativa. Ma non parteciperò a una politica che sta distruggendo la nostra economia e sta mettendo molte persone in difficoltà.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq9PL1zeFJVhU7dpJZs73EPI3sY3jnY8iLQj1dKZA7hk5TaVZSVNSpUMCJ48wpHgjMOW8osfW1YlIUsShFXmkRPvzG4lZ3QflrCgYe3Ycpqpii3ULww3H_Ls9AtpM6H2IjCc5YcEY1dsiJhMj8qFUsW84yTKU9FnNQZonEQDst9lpaI1fI_jfWyP5m1Mc/s1067/Maischberger_-_2023-02-08-6660.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="1067" data-original-width="800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiq9PL1zeFJVhU7dpJZs73EPI3sY3jnY8iLQj1dKZA7hk5TaVZSVNSpUMCJ48wpHgjMOW8osfW1YlIUsShFXmkRPvzG4lZ3QflrCgYe3Ycpqpii3ULww3H_Ls9AtpM6H2IjCc5YcEY1dsiJhMj8qFUsW84yTKU9FnNQZonEQDst9lpaI1fI_jfWyP5m1Mc/s320/Maischberger_-_2023-02-08-6660.jpg" width="240" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Hai dichiarato l'anno scorso che i Verdi sono "il partito più pericoloso nel Bundestag". Sostieni ancora questa affermazione?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ho detto che, in base al danno reale che causano, i Verdi sono il partito più pericoloso. Lo hanno dimostrato più volte nell'anno passato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il suo compagno di partito Dietmar Bartsch l'ha contraddetta però, affermando che lAfD è il partito più pericoloso.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">AfD è un partito con un ramo di estrema destra, e l'estremismo di destra è molto pericoloso. Ma a differenza dei Verdi, AfD non ha potere, tranne che per alcuni rappresentanti comunali. Se AfD diventasse più forte, naturalmente cambierebbe il nostro paese. Tuttavia, la crescita di AfD non è dovuta all'attrattività della loro leadership o del loro programma, ma è il riflesso della disperazione delle persone di fronte alla politica della Ampel e alla assenza di altre forze d'opposizione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Si distanzia quindi dal ramo di estrema destra dell'AfD. E dagli altri?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ognunoin AfD deve chiedersi come possa conciliare la sua coscienza con il fatto di essere in un partito con estremisti di destra, compresi i nazisti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Björn Höcke è un nazista?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Björn Höcke fa parte dell'ala di estrema destra, è il capo di essa.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In febbraio, Höcke le ha offerto la tessera di AfD. L'hai rifiutata?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Non contribuisco a fare pubblicità ad Höcke rispondendo pubblicamente alla sua proposta completamente inaccettabile.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i></i></b></span></p><blockquote style="text-align: left;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>"Perché lasciare che sia AfD a tematizzare le questioni legate all'immigrazione e all'alto numero di immigrati? Lo trovo completamente folle."</i></b></span></blockquote><p></p><p style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>Sahra Wagenknecht</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le ricerche mostrano che lei è particolarmente popolare tra gli elettori di AfD. Dove vedi le maggiori differenze tra le tue idee politiche e AfD?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">AfD non è il punto di riferimento per il mio pensiero. La Germania ha bisogno di una politica basata sulla ragionevolezza economica, sulla giustizia sociale, su una politica estera pacifica e sul rispetto della diversità di opinioni, invece della cultura della cancel-culture. L'AfD punta alla privatizzazione di molti settori, dall'edilizia residenziale alla sanità, ai trasporti e all'approvvigionamento idrico. Sono sempre stati contrari alla regolamentazione degli affitti e non vogliono aumentare il salario minimo. Naturalmente, AfD dice anche cose che non sono sbagliate. Altrimenti non sarebbe così forte.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Oltre alla posizione sulla guerra in Ucraina, ci sono sovrapposizioni tra lei e AfD anche sulla questione dell'immigrazione.</b></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;">Perché lasciare che sia AfD a sollevare le questioni legate all'immigrazione dovuta all'alto numero di immigrati? Lo trovo completamente folle. E' naturale che le persone più povere siano svantaggiate da un'eccessiva immigrazione. Ora ci sono molte città in Germania in cui tutti gli alloggi sociali sono occupati da immigrati. Mancano miglia</span><span style="font-family: arial;">ia di posti nelle scuole materne e mancano gli insegnanti. E gli immigrati non si stabiliscono nei quartieri alla moda e costosi, ma nelle zone residenziali dove vivono già persone svantaggiate. Quasi tutti i paesi industrializzati limitano l'immigrazione. Ma la Germania fa finta che sia da razzisti ed estremisti chiederlo.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In che cosa si differenziano le tue idee sull'immigrazione rispetto a quelle di AfD?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">AfD alimenta sentimenti razzisti. Non si tratta del fatto che le persone, perché nate altrove, non possono essere adatte a noi, ma di problemi sociali e di sovraccarico delle strutture. Si tratta del fatto che l'integrazione è possibile solo entro determinati limiti. E naturalmente non possiamo tollerare la diffusione di insegnamenti religiosi che incitano all'odio e si oppongono ai nostri valori e alla nostra cultura, per una falsa tolleranza.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Quindi, sì, per lei ci sono immigrati che non si adattano alla vita in Germania.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'islam politico radicale, che predica l'uso del velo e della sharia e considera la cultura occidentale corrotta e spregevole, ovviamente non appartiene alla Germania e non ha nulla da fare in questo paese.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Con il suo libro "Die Selbstgerechten" vuole proporre un programma per un "vero partito popolare e sociale". È una grande ambizione politica. Come intende mettere in atto le sue idee per la Germania in futuro? </b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Si può fare pubblicità per una politica diversa attraverso libri, articoli e dichiarazioni pubbliche. Oppure si possono attuare tali idee all'interno di un partito. Dato che La Linke oggi rappresenta principalmente posizioni diverse dalle mie, ho due opzioni: o si crea una nuova forza politica in cui posso impegnarmi di nuovo con la coscienza pulita, oppure lascerò il parlamento alle prossime elezioni federali e da lì commenterò gli eventi politici dall'esterno. Ovviamente è meglio se in quanto politico si possono apportare dei cambiamenti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Leggi gli altri articoli su <a href="<!--Francostaconlanana--> <ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><script> (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); </script>">Sahra Wagenknecht-->></a></i></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> </span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-83680396793600683152023-09-13T21:52:00.004+02:002023-09-14T01:04:20.491+02:00Boom di container nei porti russi<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Secondo l'ultima analisi dei dati sull'interscambio commerciale realizzata dall'<span style="background-color: white; color: #1f1f1f; white-space-collapse: preserve;"><span style="color: #1d1d1d; font-variant-ligatures: common-ligatures; white-space-collapse: collapse;">Institut für Weltwirtschaft di Kiel, i porti russi starebbero vivendo un vero e proprio boom in termini di traffico merci con il resto del mondo, nonostante le sanzioni e la debolezza del rublo. <a href="https://www.welt.de/wirtschaft/article247402222/Russland-Die-Haefen-boomen-Moskaus-erstaunliche-Rueckkehr-in-den-Welthandel.html">Ne scrive Welt sui dati dell'</a></span></span><span style="background-color: white; color: #1f1f1f; white-space-collapse: preserve;"><span style="color: #1d1d1d; font-variant-ligatures: common-ligatures; white-space-collapse: collapse;"><a href="https://www.welt.de/wirtschaft/article247402222/Russland-Die-Haefen-boomen-Moskaus-erstaunliche-Rueckkehr-in-den-Welthandel.html">IfW di Kiel</a></span></span></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQwlH5zTunZRET-HR0k4goYXaHFTS3KGU-BACNk40qSNSEQViwaEDyhIh2iMAy0E10bF2DJWYkVUtrPpoxKVlF9VHs6dDfjazIkahR1uWvAsFFz_vyyrmn7BEe20VKsRDW3lb-FhHfm9ygZR32n3-18V1SsgDooVKrJDethXgrE2DaNKFFAo70_mcVYcs/s1600/14830856011-2b6cba00d9-o.jpeg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="boom commerciale nei porti russi" border="0" data-original-height="1068" data-original-width="1600" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQwlH5zTunZRET-HR0k4goYXaHFTS3KGU-BACNk40qSNSEQViwaEDyhIh2iMAy0E10bF2DJWYkVUtrPpoxKVlF9VHs6dDfjazIkahR1uWvAsFFz_vyyrmn7BEe20VKsRDW3lb-FhHfm9ygZR32n3-18V1SsgDooVKrJDethXgrE2DaNKFFAo70_mcVYcs/w400-h268/14830856011-2b6cba00d9-o.jpeg" width="400" /></a></div><p data-sourcepos="3:1-3:83" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Il flusso di merci nei porti container russi sta tornando ai livelli pre-guerra</span></b></p><p data-sourcepos="5:1-5:237" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Una nuova analisi dell'<span style="color: #1d1d1d; font-variant-ligatures: common-ligatures; white-space-collapse: collapse;">Institut für Weltwirtschaft di Kiel (IfW Kiel)</span> </b>ha rilevato che il flusso di merci nei porti container russi sta tornando ai livelli pre-guerra. La ripresa è stata una sorpresa, viste le sanzioni e la debolezza del rublo.</span></p><p data-sourcepos="7:1-7:255" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Secondo l'Istituto, il volume delle merci movimentate</b> nei maggiori porti container della Russia è in forte crescita. Ciò è dovuto principalmente al boom degli affari con la Cina. In agosto, le importazioni dalla Russia, infatti, sono aumentate come mai prima d'ora.</span></p><p data-sourcepos="9:1-9:228" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Nei porti russi, il numero di navi portacontainer </b>in arrivo sta aumentando a dismisura e, nonostante le sanzioni e la debolezza del rublo, è quasi al livello precedente lo scoppio della guerra", ha affermato l'Istituto di Kiel.</span></p><p data-sourcepos="11:1-11:282" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Lo sviluppo in Russia è sorprendente, si legge</b>: "Per la prima volta dallo scoppio della guerra in Ucraina, il volume delle merci scaricate nei tre maggiori porti container della Russia, San Pietroburgo, Vladivostok e Novorossijsk, si sta avvicinando di nuovo ai livelli prebellici".</span></p><p data-sourcepos="13:1-13:307" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel più importante porto russo per container, San Pietroburgo,</b> il traffico di navi portacontainer era temporaneamente crollato del 90% dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, a seguito delle sanzioni imposte da molti Paesi. Nelle ultime settimane, il volume delle merci movimentate è di nuovo aumentato.</span></p><p data-sourcepos="15:1-15:69" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le dogane cinesi segnalano un aumento delle importazioni dalla Russia</b></span></p><p data-sourcepos="17:1-17:436" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"La provenienza delle merci non può essere determinata </b>con certezza sulla base dei movimenti delle navi container", afferma Vincent Stamer, economista dell'Istituto di Kiel che ha sviluppato l'"Indicatore del commercio". "Tuttavia, la Russia sembra partecipare sempre di più al commercio mondiale. A causa delle sanzioni imposte dai Paesi occidentali e della caduta del valore del rublo, questo sviluppo è preoccupante", afferma Stamer.</span></p><p data-sourcepos="19:1-19:214" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I calcoli dell'Istituto si basano sul volume </b>di merci scaricate nei tre maggiori porti container russi - San Pietroburgo, Vladivostok e Novorossiysk - compilato da "FleetMon", un servizio di dati marittimi tedesco.</span></p><p data-sourcepos="21:1-21:291" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Molti elementi suggeriscono che l'aumento degli scambi</b> di merci fra Russia e Cina sia un fattore importante nella crescita del traffico dei container. Giovedì scorso, le dogane cinesi, infatti, hanno riferito che le importazioni cinesi dalla Russia sono aumentate in agosto come mai prima d'ora.</span></p><p data-sourcepos="23:1-23:381" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ad agosto, la Cina ha acquistato beni russi per un valore di 11,5 miliardi di dollari</b>, tra cui energia e materie prime. Il commercio tra i due Paesi è aumentato dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Il totale degli scambi tra Cina e Russia ha già raggiunto i 155 miliardi di dollari nei primi otto mesi dell'anno. Nell'intero 2022 è stato di 190 miliardi di dollari.</span></p><p data-sourcepos="23:1-23:381" style="background-color: white; color: #1f1f1f; margin: 24px 0px; white-space-collapse: preserve; word-break: break-word;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/guerra%20in%20ucraina">Leggi gli ultimi articoli sulla guerra in Ucraina-->></a></i></b></span></p>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-25456229333490864782023-09-12T22:56:00.002+02:002023-09-13T08:59:07.627+02:00Perchè la Riester-Rente per i lavoratori è stata una fregatura totale, ma un grande successo per banche, assicurazioni e fondi<p><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i> L'uomo della strada l'aveva capito da tempo, ora ci arrivano anche i giornaloni: la Riester-rente, la previdenza complementare tedesca, è un fallimento in quanto garantisce rendimenti magri ai lavoratori e serve piu' che altro a foraggiare banche e assicurazioni grazie a commissioni e caricamenti esosi. E' arrivato il momento di porre rimedio ad una truffa legalizzata a danno dei lavoratori. <a href="https://www.tagesschau.de/wirtschaft/verbraucher/riester-rente-anbieter-gelder-100.html">Ne scrive il Tagesschau</a></i></span></b></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjibagLfujSaZCPSzT9E9vuOFRIj-a3TtciYvGemiVsyPGfkTDdo0gQPEQUbq8hYv2_kDSltNjMAZZhFNFTP8ihM4gABcDBOcqeyi5MdGCI65ACZ4DPXhGsEBvH7OHmTnHOcoMG-GE2zzQVTOpmXSGBbcDhnrVcyOJb2O3cebiLWOvohWOIKtV2_9l3wck/s400/park-5528190_640%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img alt="riester-rente in Germania" border="0" data-original-height="267" data-original-width="400" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjibagLfujSaZCPSzT9E9vuOFRIj-a3TtciYvGemiVsyPGfkTDdo0gQPEQUbq8hYv2_kDSltNjMAZZhFNFTP8ihM4gABcDBOcqeyi5MdGCI65ACZ4DPXhGsEBvH7OHmTnHOcoMG-GE2zzQVTOpmXSGBbcDhnrVcyOJb2O3cebiLWOvohWOIKtV2_9l3wck/w400-h268/park-5528190_640%20(1).jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>Le promesse erano ottime, ma i risultati sono stati più che magri. La pensione Riester doveva essere una pensione integrativa in età avanzata, invece sono state soprattutto le banche e le compagnie di assicurazione a fare la cresta.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Quando Gerhard Kegreiss va in pensione,</b> il suo piano di risparmio del fondo Riester presso la Union Investment giunge a scadenza. Ha versato per quasi 17 anni, insieme al sussidio statale, più di 36.000 euro. All'epoca gli era stato prospettato un risparmio di circa 70.000 euro e una Riester-Rente mensile di 360 euro, ma la realtà è stata un po' diversa. La società di fondi Union Investment non ha guadagnato un solo centesimo di rendimento sul suo denaro. Kegreiss riceverà quindi solo 72 euro al mese.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Un euro su quattro per le commissioni. </b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ma non sono solo i fondi e i piani di risparmio bancari ad andare male.</b> Nel 2020, il movimento di cittadini Finanzwende ha analizzato i dati fondamentali di 65 polizze assicurative Riester. I risultati sono sconfortanti: in una polizza Riester media con 30 anni di risparmi, in media il 24% del denaro versato va in commissioni, ovvero quasi un euro su quattro. Una polizza Riester su tre costa addirittura il 30% di commissioni. Si tratta di commissioni, stipendi milionari per i membri del consiglio di amministrazione, pubblicità e rendimenti per gli azionisti.</span></p><p><!--Francostaconlanana-->
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</script><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b> Per fare un paragone: nel caso della pensione obbligatoria,</b> i costi amministrativi ammontano a circa il tre per cento. Inoltre, </span><span style="font-family: arial;">dalla sua nascita </span><span style="font-family: arial;">50 miliardi di denaro dei contribuenti sono confluiti nella Riester. I sostenitori dei consumatori ritengono che il concetto di fondo della Riester sia fallito dopo diverse riforme infruttuose. Chiedono un nuovo approccio e auspicano un cambiamento di sistema: <b>un prodotto pensionistico organizzato dallo Stato per tutti</b>, sul modello del fondo svedese.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Svezia come modello</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In Svezia esiste una pensione a quota obbligatoria.</b> Ogni lavoratore paga al fondo statale. Chi nega il consenso può cercare un fornitore privato. "Ma quasi nessuno lo fa", dice Werner Bareis del centro di consulenza per i consumatori del Baden-Württemberg. "Il settore privato non è in grado di farlo. Inoltre, i costi in Svezia sono 15 volte più bassi che in Germania". "Negli ultimi 20 anni, il fondo svedese ha generato un rendimento medio di circa l'undici per cento". "Se il signor Kegreiss avesse investito lì il suo denaro, oggi ne avrebbe ricevuto più del doppio", afferma Bareis. </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La "Riester" sta diventando sempre più impopolare in Germania. </b>L'anno scorso gli assicuratori tedeschi hanno registrato solo 125.200 nuove polizze, con un calo di quasi il 60% rispetto all'anno precedente. Nel 2009, i nuovi contratti erano ancora più di un milione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Mentre i centri per la difesa dei consumatori vedono un problema strutturale -</b> ovvero che questi prodotti non sono sempre offerti in base alle esigenze dei clienti ma in base all'ammontare delle commissioni - un gruppo di esperti del Bundestag intende mantenere la previdenza privata nelle mani dell'industria finanziaria.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b> "Abbiamo a che fare con un'assicurazione privata volontaria, che non deve essere obbligatoria", </b>afferma Oskar Goecke, attuario e membro della commissione. "Inoltre, il know-how è presso le banche e le compagnie di assicurazione; la partecipazione dello Stato è nel primo pilastro, la pensione obbligatoria. La previdenza privata deve essere resa più semplice, più trasparente e più flessibile". </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le proposte della Commissione</b> per migliorare la previdenza privata sono le seguenti: opzioni di investimento con rischi più elevati, ma anche rendimenti più alti e una migliore comparabilità dei prodotti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Rafforzare la pensione obbligatoria</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Jutta Schmitz-Kießler, ricercatrice sulla previdenza sociale</b> presso l'Università di Duisburg Essen, non è molto convinta dei piani. "La previdenza privata rimarrà sempre frammentaria perché è volontaria, e rimarrà costosa perché ci sono attori che vogliono guadagnarci qualcosa". </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'autrice punta su un rafforzamento dell'assicurazione pensionistica obbligatoria</b>: "In Germania lo facciamo da molto tempo. In modo congiunto, cioè con la partecipazione dei lavoratori, dei datori di lavoro e dello Stato sociale. Questa alleanza è stata interrotta nel 2001, ma potremmo rivitalizzarla e quindi ripristinare un livello pensionistico migliore", afferma Schmitz-Kießler. </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ciò sarebbe possibile, ad esempio, se anche i dipendenti pubblici</b> e i lavoratori autonomi versassero nelle casse previdenziali pubbliche, se venisse abolito il massimale di valutazione dei contributi, se venissero aumentati i salari e, soprattutto, se fosse incentivato il tasso di partecipazione delle donne alla forza lavoro. Dopotutto, attualmente in Germania ci sono <b>45 milioni di persone</b> che lavorano, un numero mai raggiunto prima.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/pensione">Leggi gli ultimi articoli sulle pensioni in Germania -->></a></i></b></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-83829732988737849482023-09-12T22:23:00.001+02:002023-09-14T21:25:25.329+02:00Prosegue il boom delle Tafel in Germania: sempre piu' bisognosi, sempre meno cibo da distribuire<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Cresce il numero di persone in difficoltà </span></i></b><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">obbligate a rivolgersi alle Tafel in Germania </span></i></b><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">per mettere insieme il pranzo con la cena. I banchi alimentari però hanno sempre meno cibo da distribuire e sono costretti a bloccare le nuove iscrizioni. <a href="https://www.tagesschau.de/inland/tafeln-krise-100.html">Ne scrive il Tagesschau</a></span></i></b></p><p><br /></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiriTXTjWWVhja_cZaasQT6w3wJtZDSdMzQHaa_zrzKCOL1n4x2OGbfpeBHjIWYqUL05MhFIRqzZIfPS-cePKH2VgjFgwyJ6QTQoCdb8zY8dvSFepEgduT8N3nDbYkr13jpfvqog-4lJidw_RyCZrUkNydIeWPpsS9MTUxgWmuaatvJNSIpH3KHIDbsIjI/s704/tafel-helferin-100__v-gseapremiumxl.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="704" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiriTXTjWWVhja_cZaasQT6w3wJtZDSdMzQHaa_zrzKCOL1n4x2OGbfpeBHjIWYqUL05MhFIRqzZIfPS-cePKH2VgjFgwyJ6QTQoCdb8zY8dvSFepEgduT8N3nDbYkr13jpfvqog-4lJidw_RyCZrUkNydIeWPpsS9MTUxgWmuaatvJNSIpH3KHIDbsIjI/w400-h225/tafel-helferin-100__v-gseapremiumxl.jpg" width="400" /></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i>Più di 960 banchi alimentari sostengono due milioni di persone bisognose in tutta la Germania. Le persone in difficoltà sono in aumento. Allo stesso tempo, però c'è meno personale e meno cibo. In molti luoghi, lo stop alle nuove registrazioni non è più un'eccezione.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Combattere lo spreco di cibo:</b> è per questo che sono stati fondati i primi banchi alimentari in Germania. All'inizio, chiunque poteva ritirare il cibo raccolto presso i punti di distribuzione, ma la situazione è cambiata con le <b>riforme Hartz all'inizio degli anni 2000. </b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A causa dell'aumento del bisogno sociale, </b>la distribuzione di cibo è stata limitata solo ai piu' bisognosi. Da quel momento in poi sono stati fondati sempre più banchi alimentari. Oggi i banchi alimentari hanno un carattere più assistenziale. </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>25 anni fa, Uwe Bußmann</b> ha co-fondato il banco alimentare di Saarbrücken pensando alla protezione dell'ambiente. Per oltre dieci anni, il 74enne ne è stato il primo presidente. </span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le risorse scarseggiano</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Saarbrücken Tafel </b>da sola rifornisce un totale di circa 900 famiglie. La maggior parte di coloro che arrivano qui sono rifugiati dall'Ucraina e dal Medio Oriente, beneficiari del reddito di cittadinanza, anziani in condizioni di povertà e lavoratori a basso reddito. </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Altre 200 famiglie sono ancora in lista d'attesa,</b> perché da maggio la Tafel ha dovuto nuovamente imporre un blocco delle nuove ammissioni - fino alla fine dell'anno. "Il bisogno è superiore a quello che possiamo soddisfare", afferma Bußmann. Sempre meno soccorritori devono rifornire sempre più persone bisognose con sempre meno cibo. Al momento, l'unico modo per entrare è che un'altra famiglia liberi il suo spazio - ad esempio, se qualcuno si trasferisce, muore o dichiara di non avere più bisogno.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Negli ultimi 25 anni è successo poco nel settore sociale,</b> dice Bußmann. I politici sono troppo preoccupati per se stessi e non ci aiutano, critica l'ex presidente di Tafel. "I poveri non riescono più a provvedere a se stessi in modo sufficiente e non ricevono abbastanza risorse". Il fatto che i banchi alimentari esistano è un fallimento della politica, afferma, aggiungendo che anche la mentalità di coloro che vengono assistiti è cambiata. Mentre gli anziani, in particolare, si vergognano di dipendere dai banchi alimentari perché le loro pensioni sono troppo basse, il concetto della distribuzione di cibo sta diventando sempre più ovvio per le generazioni più giovani - ed è associato a una sorta di atteggiamento esigente. <b>"Molti pensano di averne diritto"</b>, dice Bußmann.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Volontari sovraccarichi</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Da quando esiste la Tafel di Saarbrücken,</b> il 74enne ha sempre sperato che a un certo punto non sarebbe più stato necessario. Come per la prima Tafel di Berlino, che all'inizio voleva combattere lo spreco di cibo. A livello nazionale, la situazione dei banchi alimentari è altrettanto tesa. La pandemia è stata molto onerosa per tutti, afferma Andreas Steppuhn, presidente di Tafel Germania. </span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'alto costo della vita e l'inflazione sin dall'inizio della guerra in Ucraina hanno fatto</b> sì che le Tafel servissero più persone che mai: più di una Tafel su tre in Germania dice di aver introdotto dei blocchi all'ingresso. Più della metà sta distribuendo meno cibo ai singoli clienti. A ciò si aggiunge l'elevato carico di lavoro per i volontari. Oltre allo sforzo fisico, come il trasporto di un numero sempre maggiore di scatole, il lavoro si sta facendo sentire anche a livello psicologico.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Respingere le persone bisognose non è facile per nessuno",</b> spiega il presidente dell'associazione. Steppuhn vede anche un fallimento nell'amministrazione e nella politica: "Non è giusto che gli uffici pubblici ora indirizzino le persone colpite dalla povertà ai banchi alimentari". Steppuhn accoglie con favore misure come <b>l'aumento del reddito di cittadinanza a 563 euro</b> e il previsto assegno di base per i figli. Ma non sono sufficienti per tenere sotto controllo la povertà in Germania nel lungo periodo.</span></p><p><br /></p><p><b><i><a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/Tafel"><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi gli altri articoli sulle Tafel in Germania -->></span></a></i></b></p><p><b><br /></b></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-62537294952641931772023-09-11T23:35:00.004+02:002023-09-15T11:33:01.108+02:00Sahra Wagenknecht pronta a fondare un nuovo partito!<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i> Se ne parla da mesi ma ora potrebbe essere arrivato il momento giusto per il nuovo partito guidato da Sahra Wagenknecht, ormai sempre piu' lontana dal corso politico della Linke. Del resto la grande impopolarità della Ampel sta alimentando la crescita di AfD che i sondaggi danno ampiamente sopra il 20% dei consensi. E per la nuova formazione guidata dalla </i></b></span><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Wagenknecht ci sarebbero quindi importanti spazi elettorali e politici per dare vita ad un progetto di sinistra capace di intercettare il voto di protesta che finora ha gonfiato AfD. <a href="https://www.noz.de/deutschland-welt/politik/artikel/migration-begrenzen-sahra-wagenknecht-im-interview-45460426">Sahra Wagenknecht intervistata dalla Noz.de</a></i></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl7TZfRF1pqMZ8ELTXuFzvvz0fmTObz86UYCXrwclogXtQU_LoYVvgAHfzEPdgG2Ixn8T9EwcSjqm1Bdt-8RQfQX6WKlI_oB0-HKhVg9UZQH8e8WsxNb_eZ7OoWPvw34YRef-I6CbZZZhJHSwk6jHrgwEklRsmUtoLER-527gddrm-rpqCGvfbWkuWORI/s320/image-1152537-galleryV9-amlc-1152537.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Sahra Wagenknecht pronta a fondare un nuovo partito" border="0" data-original-height="214" data-original-width="320" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjl7TZfRF1pqMZ8ELTXuFzvvz0fmTObz86UYCXrwclogXtQU_LoYVvgAHfzEPdgG2Ixn8T9EwcSjqm1Bdt-8RQfQX6WKlI_oB0-HKhVg9UZQH8e8WsxNb_eZ7OoWPvw34YRef-I6CbZZZhJHSwk6jHrgwEklRsmUtoLER-527gddrm-rpqCGvfbWkuWORI/w400-h268/image-1152537-galleryV9-amlc-1152537.jpg" width="400" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Sempre più cittadini non si sentono rappresentati dai partiti del Bundestag, afferma Sahra Wagenknecht. La popolare deputata della Linke vuole cambiare le cose. Chiede un approccio diverso ad AfD e delle alternative, ad esempio attraverso un nuovo partito.</i></b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sahra Wagenknecht non si sottrae allo scontro</b>. La deputata del Bundestag viene considerata un <a href="https://www.noz.de/deutschland-welt/meinung/artikel/zerfall-der-linken-was-plant-sahra-wagenknecht-45414790">fattore di disturbo nel suo partito</a>, la Linke, perché mescola posizioni di sinistra con elementi conservatori. Al più tardi dal suo <a href="https://www.noz.de/deutschland-welt/ukraine-krieg/artikel/sahra-wagenknecht-hat-recht-sanktionen-gegen-russland-schaden-43173575">discorso critico</a> sulle sanzioni alla Russia tenuto al Bundestag, di circa un anno fa, c'è stata una spaccatura all'interno del gruppo parlamentare.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Wagenknecht si sta allontanando dalla linea del partito</b> anche su altre questioni, diventando così popolare ben oltre il nucleo dell'elettorato di sinistra. In un'intervista con la nostra redazione, si lamenta della cultura del dibattito in merito al tema della migrazione in questo Paese e dice: "Chiunque sollevi dei problemi è sospettato di essere vicino ad AfD e razzista". La leader della Linke chiede una forte limitazione per l'immigrazione e <b>mette in guardia dalla demonizzazione di AfD.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'icona della sinistra tedesca </b>è già stata invitata più volte da altri membri a lasciare il partito. La sua risposta è: la politica ha bisogno di un nuovo movimento per raggiungere gli insoddisfatti e i non votanti. Sarà lei a guidare questo nuovo partito? Wagenknecht lo rivela in un'intervista:</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-y7CouzjUOv6fPspJ_eVXY8oSaSVBbg4Tmo1kDZgvsHGb3lxIlAB50wEdxC01MrxvzjSH8QFXRUj0jdU0oHBHJYIBXoMH7dQEULJnDDzjCpb5FkY8ObB6GKlizcmqvxSfSHPzrdOeVj9HGEDXVZC8lUyCOsvgyoLJhrfEpi72lM_MPI9i-w6xoq0zZUI/s320/1713488206-sahra-wagenknecht-X1DHAJcNSNG.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="180" data-original-width="320" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-y7CouzjUOv6fPspJ_eVXY8oSaSVBbg4Tmo1kDZgvsHGb3lxIlAB50wEdxC01MrxvzjSH8QFXRUj0jdU0oHBHJYIBXoMH7dQEULJnDDzjCpb5FkY8ObB6GKlizcmqvxSfSHPzrdOeVj9HGEDXVZC8lUyCOsvgyoLJhrfEpi72lM_MPI9i-w6xoq0zZUI/s1600/1713488206-sahra-wagenknecht-X1DHAJcNSNG.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Signora Wagenknecht, l'economia sta entrando in recessione, le infrastrutture sono in difficoltà e le casse previdenziali sono vuote. Eppure la Ampel si sta dedicando a questioni come la legge sull'autodeterminazione o la liberalizzazione della cannabis. Il governo di Berlino ha perso il contatto con i cittadini?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Raramente c'è stato un governo federale così lontano dai problemi e dalle preoccupazioni dei cittadini comuni come quello della Ampelkoalition Questa settimana, nel suo discorso sul bilancio, il Cancelliere Scholz ha affermato che non c'è pericolo di una deindustrializzazione. È un'affermazione fuori dal mondo. C'è una grave crisi economica che incombe e non si risolve tagliando le pensioni, l'istruzione e la sanità. Servono grandi investimenti e una diversa politica energetica.</span></p><p><span></span></p><a name='more'></a><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://www.amazon.it/Contro-sinistra-neoliberale-Sahra-Wagenknecht/dp/B09X3ZNWJY/ref=sr_1_1?crid=RVU7SPJT3MIK&keywords=sahra+wagenknecht+contro+la+sinistra+neoliberale&qid=1694770116&sprefix=sahra+wag%2Caps%2C592&sr=8-1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="445" data-original-width="300" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlNzfFJ3LqROFjS5kYborrHSB0MEAfxev5o7_P1P5dS_afNcC4Jiq6noLT_m02At5OO80qisThyWAnvz5zaZQIu8-pwfjUb74GnS6hF--xjDM6yRT714M_0YlN_AvurqRC4bmBB0uInBazsL3P7cpAciVo0Fv_6sQABEWoKc-enxTaFSjYxVZYOeW6MgA/s320/51k+XDOiz4L._SY445_SX342_.jpg" width="216" /></a></div><br /><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><i>Se Vuoi acquistare l'ultimo libro in italiano di Sahra Wagenknecht "Contro la sinistra Neoliberale" puoi farlo <a href="https://www.amazon.it/Contro-sinistra-neoliberale-Sahra-Wagenknecht/dp/B09X3ZNWJY/ref=sr_1_1?crid=RVU7SPJT3MIK&keywords=sahra+wagenknecht+contro+la+sinistra+neoliberale&qid=1694770116&sprefix=sahra+wag%2Caps%2C592&sr=8-1">cliccando su questo link -->></a></i></b></span></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: arial; font-size: large;"><b><span><!--more--></span><i><br /></i></b></span></div><p></p><p><b><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Come mai il governo ha perso il contatto con i cittadini?</span></b></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">I politici di spicco sembrano muoversi solo nella loro bolla. Certo, anche i parlamentari della coalizione di governo parlano con i cittadini delle loro circoscrizioni, ma questo non si traduce in azioni di governo. La legge sul riscaldamento è un esempio di politica puramente ideologica. Il contributo al risparmio di CO2 è marginale, ma la legge costa un sacco di soldi e getta la gente nel panico perchè non sanno se saranno in grado di mantenere la loro casa</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZuXkryrvnsCB6AO5iKSDJE0PJGWFA3lHdtqmq8nwqBhXRfJUCZgaU0n8LiOk2aid-amxCzsZ-0hJdzw-ZAX20yivtL4VYkeBUQ56GPT4Bs5lL8RhkoJVQRPPs0AIVvFCcOOh-yT6X7Qp8nNg61zxsQG1jaycu919SZD08_DUDGY0jqDF9otG_vpbpF_s/s1212/Immagine%202023-09-10%20094430.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="555" data-original-width="1212" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZuXkryrvnsCB6AO5iKSDJE0PJGWFA3lHdtqmq8nwqBhXRfJUCZgaU0n8LiOk2aid-amxCzsZ-0hJdzw-ZAX20yivtL4VYkeBUQ56GPT4Bs5lL8RhkoJVQRPPs0AIVvFCcOOh-yT6X7Qp8nNg61zxsQG1jaycu919SZD08_DUDGY0jqDF9otG_vpbpF_s/w400-h184/Immagine%202023-09-10%20094430.png" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">I sondaggi danno AfD oltre il 20%</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il cosiddetto piccolo uomo, dopo tutto, è l'elettore abituale della sinistra. Perché il suo partito non può trarre vantaggio dagli errori del governo?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Perché la leadership della Linke </span><span style="font-family: arial; font-size: large;">purtroppo</span><span style="font-family: arial; font-size: large;"> </span><span style="font-family: arial; font-size: large;">si è allontanata altrettanto dai problemi reali dei cittadini. Il nostro compito sarebbe quello di rappresentare le persone con un reddito medio-basso, i pensionati con una piccola pensione, la parte della giovane generazione che non vive nel lusso di avere il papà che provvede a loro. Ma poiché questo non funziona, gli insoddisfatti cercano un altro indirizzo e oggi questo è sempre più spesso l'AfD.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I partiti consolidati, compresa la Linke, sono quindi da biasimare per l'ascesa di AfD?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sicuramente sì. Secondo i sondaggi, gran parte della popolazione non si sente più rappresentata da nessun partito. Molti votano per AfD per disperazione e rabbia, per dare uno schiaffo alla classe politica consolidata. Ma questo grande divario di rappresentanza è un problema per la democrazia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>AfD ora è al 20% a livello nazionale....</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Non si risolve il problema colpendo AfD. Al contrario, più il dibattito è esagerato e non obiettivo, più quesot aiuta AfD. E soprattutto, se i cittadini avessero un'alternativa seria, coloro che non sono convinti di AfD, ma lo votano solo per disperazione, metterebbero sicuramente la loro croce da un'altra parte.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come potrebbe essere un rinnovamento democratico, cosa propone?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sono favorevole a elementi di democrazia diretta in Germania, secondo il modello svizzero. Per esempio, sulla questione delle pensioni. Penso che si dovrebbe chiedere ai cittadini se non sia il caso di creare un sistema pensionistico basato sul modello austriaco, invece di investire 10 miliardi di euro di denaro dei contribuenti in una nuova pensione azionaria. In Austria tutti pagano, compresi i lavoratori autonomi e i politici, e un pensionato assicurato da molti anni ha in media 800 euro in più al mese rispetto alla Germania. Un'altra questione potrebbe essere l'approvvigionamento energetico. Vogliamo davvero fare a meno del gas russo a basso costo, mentre altri Paesi europei hanno addirittura aumentato le loro importazioni?</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il crescente numero di immigrati preoccupa molti cittadini. Non si dovrebbe limitare l'immigrazione non regolamentata?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sì, assolutamente. Chi è veramente perseguitato merita protezione, ma l'immigrazione non è una soluzione al problema della povertà in questo mondo. Ci sono limiti oltre i quali il nostro Paese è sovraccarico e l'integrazione non funziona più. E non dobbiamo permettere, per una malintesa tolleranza, che nel nostro Paese si diffondano insegnamenti di odio religioso o che si sfrutti il nostro stato sociale. Anche altri Paesi stanno risolvendo il problema, quasi nessuno così apertamente come la Germania.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I migranti sono, dopo tutto, rappresentano una forma di concorrenza per le persone socialmente deboli in Germania?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Molti sindaci riferiscono che tutti gli alloggi sociali delle loro città sono occupati da rifugiati. Coloro che hanno bisogno di alloggi sociali perché hanno un reddito basso sono naturalmente svantaggiati da questo stato di cose. Lo stesso vale per gli asili nido o per un buon insegnamento a scuola, che è difficilmente possibile quando l'80% dei bambini di una classe elementare non parla tedesco. Tutto questo non riguarda i quartieri alla moda, ma le zone residenziali più povere. Le risorse sono sempre limitate, chi lo nega non vive in questo mondo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Con questa visione, lei è un outsider nel suo partito della Linke?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">L'intero discorso politico su questo tema è disonesto, soprattutto nel campo dei presunti "progressisti". Chiunque sollevi tali problemi è sospettato di essere vicino ad AfD e di essere razzista. Anche io sono stata accusata di questo, sebbene mio padre non sia tedesco. Quindi accusarmi di risentimento razzista è ridicolo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Lei sta accarezzando l'idea di fondare un nuovo partito. Chi vuole raggiungere?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Sarebbe auspicabile che le molte persone che vogliono una politica economica ragionevole e di giustizia sociale e una politica estera sana abbiano di nuovo una voce politica. Una voce che, nel migliore dei casi, diventi così forte da poter cambiare la politica e fermare la Ampel</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Quindi conservatore e nazionale, ma ancora di sinistra?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Ognuno intende qualcosa di diverso con questi termini. Penso che abbiamo bisogno di una politica per una maggiore giustizia sociale e una più equa distribuzione della ricchezza, cioè i classici temi della sinistra: buoni salari, pensioni adeguate, sicurezza sociale. Al momento, però, la questione principale è impedire il declino economico del nostro Paese.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ne parla da quasi un anno. Non state iniziando a perdere credibilità?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Non è facile fondare un partito. Non può essere una sola persona a decidere se correre il rischio. Un partito ha bisogno di organizzatori capaci e di un minimo di strutture nel Paese. Se si parte impreparati, sicuramente non si riuscirà a lanciare un progetto di successo. Ho sempre detto che la decisione sarà presa al massimo entro la fine dell'anno.</span></p><div><br /></div><div><br /></div><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-10889354720590601472023-09-11T18:28:00.004+02:002023-09-11T23:31:07.839+02:00Heiner Flassbeck - La recessione tedesca è sempre più profonda<p><b><i><span style="font-size: medium;"><span><span style="font-family: arial;">"Fino a quando la situazione dei tassi di interesse elevati e la deflazione dei prezzi</span><span style="font-family: arial;"> a livello dei produttori interni resterà invariata, non ci sarà alcun segnale di ripresa" scrive il grande economista tedesco Heiner Flassbeck, e prosegue: "a</span></span><span style="font-family: arial;"> meno che i responsabili della BCE non comprendano rapidamente</span><span style="font-family: arial;"> che la loro visione delle cose è inadeguata, non possiamo escludere una crisi economica prolungata".</span><span><span style="font-family: arial;"> Un articolo molto interessante<a href="https://www.relevante-oekonomik.com/2023/09/08/die-rezession-verschaerft-sich/"> di Heiner Flassbeck</a> d</span></span><span><span style="font-family: arial;">a Relevante Oekonomik</span></span></span></i></b></p><p><b><i><span style="font-size: medium;"><br /></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjigqVptTh8iSGM-wB4o2h9Lt3kjuQgsp-3HP4LAdX6z4h36szqV_USk4U7T_TFjQ-uJLiksEN39Zw9EDNR5ZemiCuoDpDXd5eOEqRQD8ZEJHvJ8uavaqriM5Z1iTPcAhv-eZsNuhZZ-QM0pl0oCbUNtB4HOecDYLjFEHwhGNJKrcOCu5vTeBQ5PFY_uws/s350/economists-recession.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="200" data-original-width="350" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjigqVptTh8iSGM-wB4o2h9Lt3kjuQgsp-3HP4LAdX6z4h36szqV_USk4U7T_TFjQ-uJLiksEN39Zw9EDNR5ZemiCuoDpDXd5eOEqRQD8ZEJHvJ8uavaqriM5Z1iTPcAhv-eZsNuhZZ-QM0pl0oCbUNtB4HOecDYLjFEHwhGNJKrcOCu5vTeBQ5PFY_uws/w400-h229/economists-recession.webp" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>Prosegue il rallentamento dell'economia tedesa. </b></span><span style="font-family: arial;">Anche nel primo mese del terzo trimestre, la produzione e gli ordini dell'industria tedesca stanno attraversando una fase recessiva. Gli indicatori di sentimento più recenti, come l'indice ifo e il PMI markit, rilevati ad agosto, sono chiaramente in diminuzione. Non è quindi più possibile escludere che la recessione assuma dimensioni più ampie.</span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il Ministro federale dell'Economia <a href="https://www.welt.de/politik/deutschland/article247318162/Habeck-ueber-Wirtschaftslage-Wir-stecken-in-einer-sehr-anspruchsvollen-Situation.html">definisce la situazione "sfidante"</a>,</b> ma non rende giustizia alla realtà quando si limita a parlare di u<a href="https://www.deutschlandfunk.de/standort-deutschland-wird-schlechtgeredet-108.html">na fase attuale di debolezza economica e ammonisce contro le critiche rivolte </a>alla Germania in quanto luogo di produzione. Sia il governo che l'opposizione continuano a credere che possano affrontare questa enorme sfida, originata dalla politica errata della BCE in materia di tassi di interesse (come recentemente spiegato qui), con una miscela eterogenea di misure (di <a href="https://www.relevante-oekonomik.com/2023/09/04/die-deutsche-und-die-globale-malaise-aus-der-sicht-der-neoklassik/">recente denominate </a><b>"Patto per la Germania" dal Cancelliere</b>). E questo è un errore fondamentale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ulteriore calo nei nuovi ordini e nella produzione</b></span></p><span style="font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
</span><ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><span style="font-size: medium;"><script>
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</script></span><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I nuovi ordinativi nell'industria tedesca sono noti per la loro elevata volatilità</b> (Figura 1) a causa dell'incidenza periodica di grandi ordini, presumibilmente legati a contratti governativi nel settore della difesa, che spesso distorcono la tendenza ciclica di base verso il basso.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU_ILtIHX5s5al1lmLjYe_YW5K_eFrJAIjHV7KJ4W_zmdfUiMTocG2nX-OVMOtJXziKfxSxdhATHk9GwRhXLAe-pyMMFzA-7tSljTMrj1RwAweOZUVd3VXumfC13M-IHPlXsVB8__Mmo3WwpMXD2Nxd3e_myDBRy2Gr1ZAxkK097s1FwqhPFV6l3kDpsI/s976/Abb-1-AE-insgesamt-Inv.gueter.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img alt="nuovi ordini andamento germania" border="0" data-original-height="632" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU_ILtIHX5s5al1lmLjYe_YW5K_eFrJAIjHV7KJ4W_zmdfUiMTocG2nX-OVMOtJXziKfxSxdhATHk9GwRhXLAe-pyMMFzA-7tSljTMrj1RwAweOZUVd3VXumfC13M-IHPlXsVB8__Mmo3WwpMXD2Nxd3e_myDBRy2Gr1ZAxkK097s1FwqhPFV6l3kDpsI/w400-h259/Abb-1-AE-insgesamt-Inv.gueter.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Andamento nuovi ordini Germania </span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Senza l'influenza dei grandi ordini</b>, è possibile osservare una tendenza più chiara, soprattutto tra le piccole imprese e le PMI (Piccola e Media Impresa) (Figura 2). Attualmente, questo indicatore è inferiore di quasi il 15% rispetto ai picchi registrati nel 2017 e nel 2021. Dal 2022, si osserva una costante tendenza al ribasso. Questo ribasso riguarda sia l'indicatore generale, che riflette l'industria manifatturiera nel suo complesso, che il sottoindicatore dell'industria produttrice di beni strumentali.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4k35EDbRqGUnozjLcrosVog2Ca7KqjTXlV9JPOKpra0iR8rgYZAt4QAT6VXeIy2fWj0DLWeg5XIrL30Wu1qxrw4aVTw2NITKK-1vnn1SmRSBWpiTVM78mUllbD_8B6u8Kcz4Sdd7PpdjG6BVHyWETD3iD5JHTgxpBbPdw6CmQgoB97_PjT-f3-3tj2Wc/s976/Abb-2-AE-ohne-GA-insgesamt-Inv.gueter.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg4k35EDbRqGUnozjLcrosVog2Ca7KqjTXlV9JPOKpra0iR8rgYZAt4QAT6VXeIy2fWj0DLWeg5XIrL30Wu1qxrw4aVTw2NITKK-1vnn1SmRSBWpiTVM78mUllbD_8B6u8Kcz4Sdd7PpdjG6BVHyWETD3iD5JHTgxpBbPdw6CmQgoB97_PjT-f3-3tj2Wc/w400-h259/Abb-2-AE-ohne-GA-insgesamt-Inv.gueter.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Ordinativi senza grandi ordini</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel caso degli ordini di beni strumentali</b>, escludendo i grandi ordini dal mercato interno (le due curve più scure nella Figura 3), è evidente l'assenza di una tendenza alla stabilizzazione. Considerando che questo indice aveva una base di 100 nel 2015, un valore attuale inferiore al 90 riflette quanto <b>sia in difficoltà l'attività di investimento in Germania,</b> nonostante tutti i programmi istituzionali a livello nazionale e comunitario per promuovere la transizione ecologica dell'economia.</span></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2nMvbtB3ZeBpnbvqBEcX2NfqJwmOptTAnPPB9Uk9K8v3M-ZeRyTpyobkJyDlcFsaHh7zwWKlmWj_mcpzTXtvU3l6JaoiCBl8yOvWxz6FaxdGV5Si45nl43MBQfEBEr-k_CgNI_RShw5GedoKiJAXWNdqdv5JWU3Vdl8JfKcjfD8OYfaQS2sgyITPZtPs/s976/Abb-3-AE-Inv.gueter-Inland-mit-u.-ohne-GA-1.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2nMvbtB3ZeBpnbvqBEcX2NfqJwmOptTAnPPB9Uk9K8v3M-ZeRyTpyobkJyDlcFsaHh7zwWKlmWj_mcpzTXtvU3l6JaoiCBl8yOvWxz6FaxdGV5Si45nl43MBQfEBEr-k_CgNI_RShw5GedoKiJAXWNdqdv5JWU3Vdl8JfKcjfD8OYfaQS2sgyITPZtPs/w400-h259/Abb-3-AE-Inv.gueter-Inland-mit-u.-ohne-GA-1.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Investimenti nei beni strumentali</span></td></tr></tbody></table><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La diminuzione della domanda sta iniziando a influire sulla produzione</b>: la stagnazione degli ordini nell'industria e nell'edilizia sta diventando evidente, e a causa della mancanza di nuovi ordini, la produzione sta gradualmente diminuendo. Questa tendenza si riflette chiaramente anche nel settore dei beni strumentali. Tuttavia, poiché questo indicatore non distingue tra grandi ordini e andamento delle vendite, è probabile che l'andamento sia ancora più negativo di quanto sembri, il che è significativo per le prospettive di cambiamento strutturale e di crescita della produttività.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOsSu7uwisGzDQLLf4O9t15uDtjKeIMn6lNRGakO20gYmdDL_Hnqm4LuaYHeaN9G7f6LRU68Fy1Fbfw_mbmWKxEDPXTrze0Wvz1XvEztIexMq6fBERzQ1MvP9hxPcrn70lnyjVzKukPvDrR73MneUFaGqZL4JC4tveb9fbltecEKv8YPSsyUbw2-PFFNY/s976/Abb-4-Produktion-VG-Inv.gueter-Bau.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="632" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhOsSu7uwisGzDQLLf4O9t15uDtjKeIMn6lNRGakO20gYmdDL_Hnqm4LuaYHeaN9G7f6LRU68Fy1Fbfw_mbmWKxEDPXTrze0Wvz1XvEztIexMq6fBERzQ1MvP9hxPcrn70lnyjVzKukPvDrR73MneUFaGqZL4JC4tveb9fbltecEKv8YPSsyUbw2-PFFNY/w400-h259/Abb-4-Produktion-VG-Inv.gueter-Bau.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Andamento produzione nell'industria tedesca</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><span style="font-size: medium;"><!--Francostaconlanana-->
</span><ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><span style="font-size: medium;"><script>
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</script></span><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo scenario deve essere considerato alla luce del fatto che le imprese industriali </b>in Germania e nell'intera area dell'euro si trovano a fronteggiare prezzi che sono pressoché stagnanti o addirittura in calo, mentre i tassi di interesse rimangono relativamente alti. Le differenze nei tassi di crescita dei prezzi alla produzione tra i quattro principali paesi dell'UE sono essenzialmente attribuibili al settore dell'energia, come evidenziato nel confronto tra le figure 5 e 6. Escludendo l'energia, i tassi di crescita dei prezzi alla produzione in Germania, Francia, Italia e Spagna seguono un andamento praticamente parallelo (Figura 6). <b>Le differenze nei dati complessivi (Figura 5) sono principalmente dovute alla variazione dei prezzi nel settore energetico.</b> Inoltre, in questo confronto tra paesi, la Germania non registra l'aumento più significativo dei prezzi durante la crisi energetica.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSIpQc0v7vU2lwCekZ7dKGrXEY3m-BLCP-_L7XAx0GFNiIQrC-zEeA2M9C6HWVCmn1InDeplFzSkfMbjz8V1cCJxgtarFFhtz-7bua8hWahauptrYmzygZuiTM66GL-zJsS_H1ke2VqV2M7ld7IhEYmmyCnwoNvA2jhf5_whet9mH_RWQRal5P8VMLklY/s976/Abb-5-Erzeugerpreise-DFIS.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSIpQc0v7vU2lwCekZ7dKGrXEY3m-BLCP-_L7XAx0GFNiIQrC-zEeA2M9C6HWVCmn1InDeplFzSkfMbjz8V1cCJxgtarFFhtz-7bua8hWahauptrYmzygZuiTM66GL-zJsS_H1ke2VqV2M7ld7IhEYmmyCnwoNvA2jhf5_whet9mH_RWQRal5P8VMLklY/w400-h259/Abb-5-Erzeugerpreise-DFIS.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Figura- Prezzi alla produzione nei principali paesi UE</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUWT6sJgMQVuJSfvls1zUxIpQLhLN7Q-S4ZJ9xP8tgtTXAN5DM3R2Uv7prnFttnyGXcfc0gqarBXK6p28pf4xhGSmogauNsQFoq63AJC_PLzpB1ewLy9fQjlFjHmjtF82_TSt-JaKPANJGjL8JTP9_BuyQhpvsiu1x1M1HIN-ooo2Q8EGWhO5Uz-0d8eo/s976/Abb-6-Erzeugerpreise-ohne-Energie-DFIS.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUWT6sJgMQVuJSfvls1zUxIpQLhLN7Q-S4ZJ9xP8tgtTXAN5DM3R2Uv7prnFttnyGXcfc0gqarBXK6p28pf4xhGSmogauNsQFoq63AJC_PLzpB1ewLy9fQjlFjHmjtF82_TSt-JaKPANJGjL8JTP9_BuyQhpvsiu1x1M1HIN-ooo2Q8EGWhO5Uz-0d8eo/w400-h259/Abb-6-Erzeugerpreise-ohne-Energie-DFIS.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Prezzi alla produzione senza energia</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il tasso di crescita dei prezzi alla produzione nell'intera area dell'euro (Figura 7) </b>è ora inferiore al due percento, se si esclude il settore energetico, mentre includendo l'energia, la cifra arriva al -7,6 percento. Tuttavia, ciò che è veramente rilevante per le imprese è<b> la variazione dei prezzi da un mese all'altro </b>(Figura 8).</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX1AIBHyyVIxyVRcd2sivF22KNOSXafx6DL1SEvU39cImPMhrSwym_DPX2ZbetvlrnE_DquQHZtnNL-Ivef5QodquHxILyWkpc1MM5c4Ncr1y3GPz-komzb552Gl9_LG05ImChvZId9frkLvabK7Gckha0OIs18vl6BnVomogOR-4c-G6dr5dEDfwkaJM/s976/Abb-7-Erzeugerpreise-EWU-mit-u.-ohne-Energie.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiX1AIBHyyVIxyVRcd2sivF22KNOSXafx6DL1SEvU39cImPMhrSwym_DPX2ZbetvlrnE_DquQHZtnNL-Ivef5QodquHxILyWkpc1MM5c4Ncr1y3GPz-komzb552Gl9_LG05ImChvZId9frkLvabK7Gckha0OIs18vl6BnVomogOR-4c-G6dr5dEDfwkaJM/w400-h259/Abb-7-Erzeugerpreise-EWU-mit-u.-ohne-Energie.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Figura 7</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1h1dG6eLNkFk3MRWXSkWIn8XmJ78fb42GEcaZzZgISAkNoaC82K5_532qk9-vYTkpwsKhPwnhGvZoqY3jhaSBBNJh17vvJqpZpARsLvGkhaVmzq9koa80rheykjFa4RuEWSpxCyUzMGKItpxZmLwxDsH8pdRYb4673L37GnM9JYV1_Fr_SekCO6eYD4/s976/Abb-8-Erzeugerpreise-EWU-Verlaufsraten-mit-u.-ohne-Energie.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjB1h1dG6eLNkFk3MRWXSkWIn8XmJ78fb42GEcaZzZgISAkNoaC82K5_532qk9-vYTkpwsKhPwnhGvZoqY3jhaSBBNJh17vvJqpZpARsLvGkhaVmzq9koa80rheykjFa4RuEWSpxCyUzMGKItpxZmLwxDsH8pdRYb4673L37GnM9JYV1_Fr_SekCO6eYD4/w400-h259/Abb-8-Erzeugerpreise-EWU-Verlaufsraten-mit-u.-ohne-Energie.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Figura 8</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In questo caso, i tassi senza l'energia sono già negativi,</b> e lo sono comunque quando si considera l'energia. Nonostante i responsabili della BCE abbiano sottolineato l'importanza delle aspettative di inflazione dei cittadini per il comportamento futuro, sembrano ignorare la probabilità che attualmente le aspettative di prezzo delle imprese siano negative. In questo contesto, <b>i tassi di interesse appaiono chiaramente troppo elevati per sostenere qualsiasi forma di sentiment positivo per gli investimenti</b> senza un massiccio sostegno pubblico.</span></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1JDcqNlm9GHdwzjIuehzI4X7hTB5V2LTUIvRXWEz7SFkEwAYiIOJISBOoTiC9kaNysqYO7xtzJAR3qIXgGI3Ip0mW7GBh9ZM0grOz2VS9kqoJ4xrxZp8EEulUU1NsyZMgOTS_UTYT6GWQrLwZhdapxp0a1O0xIdb3OPGjobNjyQBwAmfrSAVSdGdOY_Y/s561/Heiner-Flassbeck.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="561" data-original-width="496" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1JDcqNlm9GHdwzjIuehzI4X7hTB5V2LTUIvRXWEz7SFkEwAYiIOJISBOoTiC9kaNysqYO7xtzJAR3qIXgGI3Ip0mW7GBh9ZM0grOz2VS9kqoJ4xrxZp8EEulUU1NsyZMgOTS_UTYT6GWQrLwZhdapxp0a1O0xIdb3OPGjobNjyQBwAmfrSAVSdGdOY_Y/w177-h200/Heiner-Flassbeck.jpg" width="177" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Heiner Flassbeck</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /><span style="font-family: arial;"><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A meno che i responsabili della BCE non comprendano rapidamente</b> che la loro visione delle cose è inadeguata, non possiamo escludere una crisi economica prolungata. Come mostra il grafico 9, un'analisi basata sul trend mensile non suggerisce alcuna minaccia inflazionistica nell'area dell'euro.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfohUIDevpwnuZ3KF0bEjbBhRo-w4wYxb50cgi0rGCXuBS6mYrYJ1PYLOF-wPOO5kwl35XnXAzHzdo5aG9SZB00icBs_S2MJl4RSStMN8feNZ0RmbcRrSbYx_BN_kuZHwKprTRWdxZjHuENztpMAm-hQJFSe6bk2a9ni0Tnl2uw-m7t5_qvDuyUOXymM8/s976/Abb-9-Preise-EWU-Verlaufsraten.webp" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="630" data-original-width="976" height="259" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfohUIDevpwnuZ3KF0bEjbBhRo-w4wYxb50cgi0rGCXuBS6mYrYJ1PYLOF-wPOO5kwl35XnXAzHzdo5aG9SZB00icBs_S2MJl4RSStMN8feNZ0RmbcRrSbYx_BN_kuZHwKprTRWdxZjHuENztpMAm-hQJFSe6bk2a9ni0Tnl2uw-m7t5_qvDuyUOXymM8/w400-h259/Abb-9-Preise-EWU-Verlaufsraten.webp" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Figura 9</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Infine, vale la pena notare che le previsioni per il 2024 dovrebbero essere affrontate con grande cautela. </b>È prassi comune per molti analisti economici presentare cifre positive alla fine del loro orizzonte di previsione, anche se le condizioni iniziali erano sfavorevoli. E questo crea una sorta di effetto <b>"luce alla fine del tunnel". </b>Tuttavia, è importante sottolineare che la direzione attuale dell'economia è chiaramente in discesa. Un'inversione di tendenza richiede impulsi, dato che un'economia di mercato non può stabilizzarsi autonomamente solo grazie all'azione parallela dei singoli attori economici privati. Questo è stato dimostrato dalla "recessione invernale leggera" che si è verificata a partire dal quarto trimestre del 2022, la quale ha mostrato che <b>non esiste un meccanismo automatico che riporti l'economia sulla via della crescita. </b>Rimanere inattivi nella speranza che tutto si risolva da solo, seguendo l'idea che "ciò che scende, prima o poi risale" o che "alti e bassi sono parte integrante del ciclo economico", rappresenta una strategia economica errata basata su una comprensione distorta dei processi economici globali e delle relative dinamiche.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le recenti previsioni di vari istituti (IfW a Kiel, IWH a Halle e ifo a Monaco) condividono tutte una prospettiva di ripresa rapida</b> delle esportazioni tedesche, con un aumento del surplus della bilancia commerciale al di sopra del 6% per l'anno in corso, dopo il 4,2% del 2022, e una previsione di superare addirittura il 7% nel 2024 (IfW e ifo). Tutti e tre gli istituti prevedono che l'attività di investimento privato in attrezzature non sarà frenata nell'anno in corso, nonostante l'alto livello dei tassi di interesse e la contrazione dell'attività economica. Tuttavia, come dimostrano gli indicatori precedentemente menzionati nel settore dei beni strumentali in Germania, questa prospettiva sembra basarsi su <b>un'ottimismo infondato</b>. È ancora incerto se l'estero, in particolare l'Europa, soggetta alla stessa politica dei tassi di interesse della Germania, sarà in grado di generare una domanda sufficientemente robusta da consentire ai produttori tedeschi di esportare nei volumi previsti.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Fino a quando la situazione di tassi di interesse elevati e la deflazione dei prezzi</b> a livello di produttori interni rimarrà invariata, non ci sarà alcun segnale di una ripresa. Gli uomini politici saggi farebbero bene a coordinarsi con i loro colleghi europei e ad interrogare la BCE all'interno dell'Eurogruppo.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><a href="<!--Francostaconlanana--> <ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><script> (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); </script>">Leggi gli ultimi articoli di Heiner Flassbeck -->></a></b></span></p><div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></div><div><br /></div><!--Francostaconlanana-->
<ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><script>
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-78818688686871859172023-09-11T09:50:00.000+02:002023-09-11T09:50:23.152+02:00"Proteggere gli interessi tedeschi"<p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i> L'industria tedesca degli armamenti ha strinto una nuova alleanza per la costruzione di nuovi carri armati, questa volta però senza la Francia. La cooperazione franco-tedesca in materia di armamenti è a un passo dal naufragio, Berlino infatti ha scelto di dare priorità agli interessi nazionali. Ne scrive il sempre <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9340">ben informato German Foreign Policy</a></i></b></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcF2ss1Oj3iK6LIzxrNr6SZIt_ewm5lZjdmkvmi3-yyUASJRA9jeR6D4kTjubsD2ZSve88QnwaVrVY23PKjJepfdqghAb9il1i9mMLdv0N4gNUIy1hm9wSANVf114qibI4Ne4kwya6iDOGGkCt7P_kNxNyg_vUt0Jgc6qv7FsGqiqJl7EmZJ3wvyD57t8/s400/thumb2-leopard-2a7-german-main-battle-tank-leopard-2-bundeswehr-modern-tanks.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="250" data-original-width="400" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcF2ss1Oj3iK6LIzxrNr6SZIt_ewm5lZjdmkvmi3-yyUASJRA9jeR6D4kTjubsD2ZSve88QnwaVrVY23PKjJepfdqghAb9il1i9mMLdv0N4gNUIy1hm9wSANVf114qibI4Ne4kwya6iDOGGkCt7P_kNxNyg_vUt0Jgc6qv7FsGqiqJl7EmZJ3wvyD57t8/w400-h250/thumb2-leopard-2a7-german-main-battle-tank-leopard-2-bundeswehr-modern-tanks.jpg" width="400" /></a></div><br /><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'industria della difesa tedesca sta attualmente lavorando</b> su una nuova alleanza per la produzione di carri armati, mettendo in discussione un progetto emblematico di cooperazione franco-tedesca nel settore della difesa, valutato diversi miliardi di euro. Secondo un recente rapporto, i produttori di armi Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e Rheinmetall stanno attualmente cercando di collaborare con Leonardo (Italia), Saab (Svezia) e un'azienda spagnola per lo sviluppo di un nuovo carro armato che possa succedere al Leopard 2. Questo veicolo, noto come <b>Main Ground Combat System (MGCS)</b>, è un sistema di combattimento ad alta tecnologia che dovrebbe diventare il fulcro delle forze terrestri europee e contribuire alla fusione dell'industria della difesa europea. Il progetto è stato al centro di controversie per anni. L'alleanza per il nuovo carro armato potrebbe ora annunciare la sua fine e forse influenzare anche il secondo grande progetto franco-tedesco, il <b>Future Combat Air System (FCAS). </b>Questa scelta segna ulteriormente il declino della cooperazione tra Berlino e Parigi sotto il cancelliere Olaf Scholz, che, secondo alcune voci, sta dando priorità agli<b> "interessi tedeschi".</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La Nuova Alleanza dei Carri Armati</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'industria della difesa tedesca sta attualmente pianificando</b> la formazione di una nuova alleanza per la produzione di carri armati finalizzata allo sviluppo di un successore del Leopard 2, come riportato dal Handelsblatt. I due principali produttori di armi, <b>Krauss-Maffei Wegmann (KMW) e Rheinmetall</b>, noti per la loro lunga collaborazione nella produzione della serie Leopard, intendono unire le forze con le aziende di difesa <b>Leonardo (Italia) e Saab (Svezia),</b> oltre a una società spagnola non specificata. Gli esperti ritengono che questa società potrebbe essere Santa Bárbara Sistemas o TESS Defence. Secondo il rapporto, i primi contratti per il progetto sono stati firmati solo "pochi giorni fa". Il prossimo passo prevede la richiesta di un finanziamento al <b>Fondo europeo per la difesa (FES)</b>, che ha stanziato otto miliardi di euro per il periodo 2021-2027, di cui 5,3 miliardi sono destinati allo sviluppo di nuovi sistemi d'arma. L'alleanza dei carri armati, composta da quattro Paesi UE, auspica di ricevere finanziamenti per centinaia di milioni.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Disaccordi sull'MGCS</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il lancio della nuova alleanza per i carri armati potrebbe segnare la fine di un progetto </b>che un tempo rappresentava un faro nella cooperazione europea nel settore degli armamenti: il <b>Main Ground Combat System (MGCS)</b>. Questo sistema di combattimento, connesso tramite una rete dati, era concepito attorno a un carro armato di ultima generazione, destinato a includere una varietà di altri equipaggiamenti, tra cui i robot da combattimento. Germania e Francia avevano concordato ufficialmente nel luglio 2017 di costruire congiuntamente l'MGCS. Secondo i piani originali, avrebbe dovuto essere operativo entro il 2035, sostituendo sia il Leopard 2 tedesco che il carro armato principale Leclerc francese. Per attuare questa visione, <b>KMW e il produttore francese di carri armati Nexter </b>avevano formato la joint venture KNDS. Tuttavia, a causa delle dispute tra Germania e Francia, il progetto non è ancora decollato completamente. Una delle principali fonti di tensione è stato il fatto che <b>Rheinmetall </b>sia riuscita a garantirsi una quota nell'MGCS, mettendo a rischio l'equilibrio industriale a scapito della Francia. Attualmente, il progetto è ancora in fase di pianificazione.</span></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN7e6ieZWSgtxv3xRAzviw8boankJ5d0Ke7zK14pWrOZsiXAwsiHvVVg3Czdydttz12f3GgAMku1FiRqCE0nQeeebql8Vs-AicLmFFXh9sUrJno6YM_WNKqsk6xL-F4hMtRAYZnTZijz5zqK550_K_ZVg1TO-ML4Wq150sKWMGaycdppbJAHfgBW4e3QQ/s1024/20190617_FCAS_LeBourget_Unterzeichnung.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="FCAS verso la fine del progetto" border="0" data-original-height="688" data-original-width="1024" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhN7e6ieZWSgtxv3xRAzviw8boankJ5d0Ke7zK14pWrOZsiXAwsiHvVVg3Czdydttz12f3GgAMku1FiRqCE0nQeeebql8Vs-AicLmFFXh9sUrJno6YM_WNKqsk6xL-F4hMtRAYZnTZijz5zqK550_K_ZVg1TO-ML4Wq150sKWMGaycdppbJAHfgBW4e3QQ/w320-h215/20190617_FCAS_LeBourget_Unterzeichnung.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Progetto FCAS verso il fallimento</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Sviluppare ulteriormente un equipaggiamento collaudato".</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel luglio scorso, i ministri della Difesa dei due Paesi, Boris Pistorius e Sébastien Lecornu, </b>avevano cercato di raggiungere un accordo e di spianare la strada al proseguimento del progetto. Pistorius aveva affermato all'epoca: "Vogliamo questo progetto comune"; Lecornu si era associato: "Vogliamo farlo insieme"[4] Gli esperti tuttavia dubitavano del fatto che all'epoca fosse davvero possibile risolvere la controversia. I media francesi riportano una dichiarazione del deputato SPD Andreas Schwarz, che lunedì ha dichiarato sulla piattaforma X (ex Twitter) che con il Leopard 2 avremmo avuto <b>"un dispositivo collaudato"</b>: "da sviluppare ulteriormente". L'ultima notizia era che per settembre erano previsti ulteriori colloqui sul futuro dell'MGCS, in cui le forze armate tedesche e francesi avrebbero dovuto coordinare in modo più preciso le loro esigenze. Parigi, si diceva, era favorevole a dei carri armati più leggeri e manovrabili con una protezione più debole, mentre Berlino insisteva per una protezione ottimale, anche se a scapito della mobilità dell'equipaggiamento.[5] Un accordo sembra essere sempre più in dubbio.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Leopard 2A8, Panther</b></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo anche perché i produttori di armi tedeschi stanno da tempo sviluppando alternative provvisorie.</b> KMW, ad esempio, sta costruendo un ulteriore sviluppo dell'ultimo modello di Leopard 2A7, il Leopard 2A8. Sebbene sia considerato solo un "passo intermedio" frettolosamente costruito sulla strada di un vero e proprio nuovo sviluppo, potrebbe coprire l'attuale domanda derivante dalla guerra in Ucraina, dicono [6]. Le forze armate tedesche hanno ordinato 18 Leopard 2A8 al prezzo di oltre mezzo miliardo di euro; la Repubblica Ceca vuole acquistarne 77, la Norvegia 54 [7], <b>l'Italia 125 [8]</b>. Anche i Paesi Bassi e la Lituania hanno espresso interesse. <b>Rheinmetall</b>, da parte sua, ha sviluppato un proprio modello, il carro armato principale da combattimento KF51 Panther, che sarà prodotto in futuro, soprattutto in Ucraina. Da un lato, è destinato a coprire la domanda ucraina, considerata immensa, ma dall'altro è anche destinato all'esportazione a lungo termine, anche perché il livello salariale ucraino rende possibile una commercializzazione più economica.[9] <b>Sia il Leopard 2A8 che il Panther garantiscono che Berlino non dipenderà dall'MGCS nel prossimo futuro</b>.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Controversia sul FCAS</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il fallimento dell'MGCS, sempre piu' vicino con il lancio della nuova alleanza dei carri armati,</b> potrebbe avere conseguenze anche sul secondo importante progetto di riarmo franco-tedesco:<b> il Future Combat Air System (FCAS)</b>, un sistema di combattimento aereo incentrato su un jet da combattimento di ultimissima generazione, di sesta generazione e - collegato in rete tramite una cloud di dati - operante in combinazione con droni, sciami di droni ed eventualmente altri equipaggiamenti.<b> L'FCAS è considerato la controparte dell'MGCS.</b> Tuttavia, nell'ambito del suo sviluppo sono già sorte delle serie controversie franco-tedesche che, come nel caso dell'MGCS, riguardano le quote industriali, ma anche i segreti industriali. Mentre l'industria tedesca ha alternative per l'MGCS, lo stesso vale per l'FCAS da parte francese: il produttore di jet da combattimento Dassault sta portando avanti il proprio progetto, il Rafale F5, che, secondo i piani attuali dell'azienda, dovrebbe avere la priorità sull'FCAS ed essere sviluppato ad un ritmo accelerato. [10] <b>Se l'FCAS dovesse fallire</b>, Parigi potrebbe contare su un proprio jet da combattimento, mentre Berlino, al contrario, sarebbe costretta a ricorrere all'acquisto di jet da combattimento statunitensi.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Interessi tedeschi</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Con la possibile fine dell'MGCS prosegue il rapido declino della cooperazione franco-tedesca</b> in materia di armamenti sotto l'attuale governo tedesco. Alla fine anche il progetto di costruire un aereo da ricognizione marittima franco-tedesco era già stato accantonato sotto la cancelliera <b>Angela Merkel</b>. Sotto il cancelliere Olaf Scholz, tra l'altro, è stata interrotta <b>la modernizzazione congiunta dell'elicottero da combattimento Tiger</b>. Berlino ha anche organizzato la costruzione di un sistema di difesa aerea europeo (<b>European Sky Shield Initiative, ESSI) </b>senza coinvolgere la Francia - ufficialmente uno dei più stretti alleati della Repubblica Federale - nell'importante progetto e senza utilizzare i prodotti dell'industria della difesa franco-italiana; al suo posto sono stati acquistati sistemi statunitensi e israeliani per diversi miliardi. [11] <b>Ora Berlino sta mettendo in discussione anche l'MGCS e indirettamente il FCAS. </b>Mentre l'apparente "amicizia franco-tedesca" viene regolarmente invocata in pubblico, il governo tedesco sotto il cancelliere Scholz, come notano gli osservatori, si è mosso per "dare priorità agli interessi tedeschi", anche "se le relazioni franco-tedesche ne risentono". [12] Il governo tedesco sta ora cercando di <b>"proteggere gli interessi tedeschi".</b></span></p><p><br /></p><p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi gli altri articoli sulle <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/asse%20franco-tedesco">divergenze franco-tedesche-->></a></span></i></b></p><p><br /></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[1] Martin Murphy, Moritz Koch, Frank Specht, Gregor Waschinski: Deutschland startet neue Kampfpanzer-Allianz. handelsblatt.com 07.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[2] Laurent Lagneau: Berlin porte un coup sans doute fatal au projet de char franco-allemand de nouvelle generation. opex360.com 07.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[3] Pascal Samama: Un parlementaire allemand propose d’en finir avec le MGCS, le char du futur franco-allemand. bfmtv.com 05.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[4] Martin Murphy, Frank Specht, Gregor Waschinski, Christian Wermke: Dem neuen deutsch-französischen Kampfpanzer droht das Aus. handelsblatt.com 06.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[5] Martin Murphy, Moritz Koch, Frank Specht, Gregor Waschinski: Deutschland startet neue Kampfpanzer-Allianz. handelsblatt.com 07.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[6] S. dazu <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9306" style="box-sizing: border-box; text-decoration-line: none;" target="_blank">Panzer für Europa</a>.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[7] Norwegian Armed Forces to receive Leopard 2A8NOR tanks with Trophy APS. defence-industry.eu 13.06.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[8] Italien könnte Kampfpanzer Leopard 2A8 bestellen. esut.de 18.07.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[9] S. dazu <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9242" style="box-sizing: border-box; text-decoration-line: none;" target="_blank">Eine rüstungsindustrielle Basis für die Ukraine</a>.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[10] Martin Murphy, Moritz Koch, Frank Specht, Gregor Waschinski: Deutschland startet neue Kampfpanzer-Allianz. handelsblatt.com 07.09.2023.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[11] S. dazu <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9277" style="box-sizing: border-box; text-decoration-line: none;" target="_blank">Deutsch-französische Konflikte</a> und <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9062" style="box-sizing: border-box; text-decoration-line: none;" target="_blank">Die deutsch-französische „Freundschaft“</a>.</span></p><p style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[12] Martin Murphy, Moritz Koch, Frank Specht, Gregor Waschinski: Deutschland startet neue Kampfpanzer-Allianz. handelsblatt.com 07.09.2023.</span></p><p><span style="font-size: xx-small;"><br /></span></p><p><br /></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-2136955187471678662023-09-11T00:02:00.001+02:002023-09-11T00:39:51.931+02:00Günther Grunert - E' ora di fermare la follia dello Schuldenbremse!<p><i><span style="font-size: medium;"><b><span style="font-family: arial;">"I deficit di bilancio possono essere sostenuti indefinitamente senza generare pressioni inflazionistiche,</span><span style="font-family: arial;"> a condizione che la domanda aggregata non superi la crescita delle capacità produttive. </span></b><span style="font-family: arial;"><b>Sarebbe sensato quindi abolire il "freno al debito" il più rapidamente possibile, ma ciò richiederebbe un emendamento costituzionale, che richiede a sua volta una maggioranza qualificata dei due terzi nel Bundestag. E questo probabilmente non accadrà nell'immediato futuro...</b></span><span style="font-family: arial;"><b>la discussione quindi continuerà, accompagnata da bilanci ombra che aggirano il "freno al debito" in modi creativi, come ad esempio i fondi speciali miliardari.</b></span><span style="font-family: arial;"><b>"</b> scrive l'economista tedesco Guenther Grunert su Makroskop. Una riflessione molto interessante sull'assurdità del cosiddetto freno al debito, lo Schuldenbremse, vale a dire il pareggio di bilancio aggiustato per il ciclo, un vero tabu' intoccabile della politica tedesca, ora difeso anche dalla Ampelkoalition. <a href="https://makroskop.eu/28-2023/die-schuldenbremse-gegen-alle-okonomische-vernunft/">Da Makroskop.eu</a></span></span></i></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWhBc0sS56LrGyrKdUhsyAKEb3MAEWmmH0PozCe41UDSNfjE709dII0JM_d4vtkU1gvQfFXAmdH8oy9R0jf1gU700WgSb2XQBO6ItdbPMDDw968YPW7XWwlNCewjK8WcbnBMRWwHDZ0lTzLbtzCIyUH7YNxJOD9GTb4NtE2FpscQCEfJXQl6KJFZM0DjU/s400/2,w=993,q=high,c=0.bild%20(1).jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="schwarze Null, zero nero, schauble" border="0" data-original-height="225" data-original-width="400" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWhBc0sS56LrGyrKdUhsyAKEb3MAEWmmH0PozCe41UDSNfjE709dII0JM_d4vtkU1gvQfFXAmdH8oy9R0jf1gU700WgSb2XQBO6ItdbPMDDw968YPW7XWwlNCewjK8WcbnBMRWwHDZ0lTzLbtzCIyUH7YNxJOD9GTb4NtE2FpscQCEfJXQl6KJFZM0DjU/w640-h360/2,w=993,q=high,c=0.bild%20(1).jpg" width="640" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>Cresce l'incertezza in merito alle regole sullo Schuldenbremse.</b> Alcuni ne chiedono una nuova sospensione a causa degli investimenti statali necessari durante le crisi economica. Tuttavia, la maggioranza continua a sostenere la regola suldebito, basandosi essenzialmente sull'argomento della giustizia intergenerazionale.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'ex ministro delle Finanze della SPD, Peer Steinbrück</b>, quando gli è stata posta la domanda su cosa ricorderà del suo mandato, <a href="https://www.handelsblatt.com/politik/deutschland/defizitregel-oekonomen-stellen-schuldenbremse-infrage/24035638.html">ha risposto</a>: <b>"Il freno al debito. Ne sono orgoglioso"</b>. E questo sembra essere un successo, ma in realtà lo strumento del freno all'indebitamento è stato controverso fin dall'inizio ed è ora nuovamente al centro di un acceso dibattito.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il freno all'indebitamento venne introdotto nel 2009 </b>e stabilisce che la Federazione e i Länder hanno l'obbligo fondamentale di chiudere i propri bilanci in pareggio, tenendo conto delle condizioni economiche. Per il governo federale, la regola del bilancio strutturalmente equilibrato è considerata rispettata se il deficit strutturale, cioè il nuovo debito depurato dalle fluttuazioni cicliche, non supera lo 0,35% del prodotto interno lordo (PIL).</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A differenza dell'approccio dello "schwarze Null", che implica un divieto generale di indebitamento per lo Stato,</b> indipendentemente dalla situazione economica, il freno al debito consente un certo margine di manovra per l'assunzione di prestiti statali in periodi di recessione, con l'obiettivo di ripagare il debito nella successiva fase di ripresa. In definitiva, ciò comporta un divieto di indebitamento a medio termine nel corso del ciclo economico.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt4WZkxNxGwuyL2_qrOT3zAXZcpIqJC36qVuefxZCySqyqpVY0ADPic_Li-v1sUKIA95RxtRCzUxdjFJnEvTPaOraT7LoZ193QII_5tLr1ifPZraKeaA0kapeILw5RIjXmk4oC1axvyDKcOS0UC28QO5zHdEBDvXsPuVTHfOchQCwsUUbHhSpH2SGA7-0/s1280/ampelkoalition-scholz-habeck-lindner-100.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><img alt="leader della ampelkoalition" border="0" data-original-height="576" data-original-width="1280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjt4WZkxNxGwuyL2_qrOT3zAXZcpIqJC36qVuefxZCySqyqpVY0ADPic_Li-v1sUKIA95RxtRCzUxdjFJnEvTPaOraT7LoZ193QII_5tLr1ifPZraKeaA0kapeILw5RIjXmk4oC1axvyDKcOS0UC28QO5zHdEBDvXsPuVTHfOchQCwsUUbHhSpH2SGA7-0/w320-h144/ampelkoalition-scholz-habeck-lindner-100.jpg" width="320" /></span></a></div><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /><span><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Posizioni contrastanti e alleanze insolite</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Dopo una pausa di tre anni dovuta alla pandemia</b> di COVID-19 e alle conseguenze della guerra in Ucraina, il freno al debito dovrà essere nuovamente rispettato. Tuttavia, si sta verificando una resistenza.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nonostante i partiti della Ampelkoalition abbiano concordato nell'accordo di coalizione</b> di rispettare la regola sul debito, questa potrà essere sospesa in caso di catastrofi naturali o altre situazioni di emergenza straordinarie "<a href="https://www.bundesfinanzministerium.de/Content/DE/Glossareintraege/S/Schuldenbremse.html?view=renderHelp">che sfuggono al controllo dello Stato e che incidono significativamente sulla situazione finanziaria dello Stato".</a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Gli oppositori di un ritorno allo Schuldenbremse fanno appello a questa clausola.</b> Ad esempio, il capo del governo di Berlino, <a href="https://www.tagesspiegel.de/politik/funf-jahre-keine-schuldenbremse-kai-wegner-ohne-kredit-in-der-cdu-spitze-10265743.html">Kai Wegner (CDU)</a>, ha proposto di sospendere la norma per (altri) cinque anni per consentire gli investimenti necessari, come nuove scuole, aiuti per l'edilizia residenziale e l'accesso all'energia economica. Wegner ha ottenuto il sostegno di Michael Hüther, capo <b>dell'Istituto dell'economia tedesca (IW)</b>, vicino ai datori di lavoro, il quale in <a href="https://www.spiegel.de/wirtschaft/soziales/lindners-sparkurs-ist-verfehlt-a-35f8eed9-7cd6-4faf-a40f-8c30797b0b85">un'intervista a Der Spiege</a>l ha affermato che "sono necessari ulteriori investimenti statali, per i quali dovremmo contrarre nuovi prestiti in modo mirato".</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come già sottolineato da Malte Kornfeld su MAKROSKOP,</b> si stanno udendo toni insoliti nel dibattito attuale. In passato, membri della CDU ed economisti vicini ai datori di lavoro erano noti per sostenere il risparmio e opporsi all'indebitamento pubblico. Quindi, il nuovo orientamento rappresenta una sorpresa, soprattutto considerando che il Cancelliere <b>Olaf Scholz (SPD)</b> ha recentemente appoggiato in maniera chiara lo Schuldenbremse nella legge di bilancio. Ha dichiarato che i limiti all'indebitamento previsti nel progetto di bilancio sono <b>"un passo nella giusta direzione" e ha affermato che il bilancio è ora "sulla giusta strada".</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Anche il Ministro dell'Economia <a href="https://www.stern.de/news/habeck--deutsche-wirtschaft-nicht--krank----aber--etwas-untertrainiert--33722966.html">Robert Habeck (Verdi)</a></b> ha respinto le richieste di sospensione del freno al debito in una recente intervista, sempre che non accadano eventi imprevisti. Egli ritiene che la sospensione "non sia giustificata dai dati economici né dall'accordo di coalizione".</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, è da notare che questa nuova dinamica non ha completamente ribaltato le posizioni politiche.</b> Alcuni membri della SPD, come Franziska Giffey, leader della SPD di Berlino, e il membro del Bundestag Sebastian Roloff, sostengono la sospensione temporanea del freno al debito. D'altro canto, molti politici della CDU si oppongono fermamente a qualsiasi modifica al freno al debito, tra questi il segretario generale della CDU Carsten Linnemann, il segretario generale della CDU/CSU Thorsten Frei e il presidente federale della JU Johannes Winkel.</span></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeJBoUYF-yGnTfF27OUROb4cncBxCzTqVg8wJV-k5kXl4vxe3CRppPfDzquY-0ja_Nx0PI2U-vKRXCDUHM2B9zrQEvqiDdLOvfobq9rmGVmWTYly6CUZ8aCsFUN2V3tITAGtJUVydQFZUxSHfKyswKNutlFJh4gqiG1dY19tgsQpcRyW-UPGe0iA0FaSU/s1350/robert-habeck.webp" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="759" data-original-width="1350" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeJBoUYF-yGnTfF27OUROb4cncBxCzTqVg8wJV-k5kXl4vxe3CRppPfDzquY-0ja_Nx0PI2U-vKRXCDUHM2B9zrQEvqiDdLOvfobq9rmGVmWTYly6CUZ8aCsFUN2V3tITAGtJUVydQFZUxSHfKyswKNutlFJh4gqiG1dY19tgsQpcRyW-UPGe0iA0FaSU/s320/robert-habeck.webp" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Anche Habeck difende lo Schuldenbremse</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, come osserva giustamente Malte Kornfeld,</b> le tradizionali linee di demarcazione tra conservatori, che solitamente sostenevano una rigorosa disciplina di bilancio, e la sinistra sociale, che spesso ha visto la spesa pubblica finanziata dal debito come necessaria e sensata, stanno diventando sempre più sfocate. L'unico partito che sembra coeso nella sua opposizione al cambiamento del <b>freno al debito è l'FDP</b>. Al contrario, i Verdi, con la leader Ricarda Lang in testa, non chiedono l'abolizione dello Schuldenbremse ma piuttosto la sua elusione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>E questa rappresenta una differenza chiave rispetto</b> a una precedente commissione di esperti dei Verdi guidata da Anja Hajduk, che aveva in passato chiesto un rafforzamento del freno al debito e un avanzo di bilancio permanente "di almeno l'1% del PIL all'anno".</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I sostenitori della FDP giustificano la loro posizione sostenendo l'argomento della "giustizia intergenerazionale".</b> La FDP bavarese sottolinea che una politica di bilancio sostenibile implica anche la giustizia tra le generazioni, sostenendo che il rispetto del freno al debito serve a proteggere le future generazioni dalle tasse necessarie per ripagare il debito contratto oggi. Lo stesso argomento è fatto proprio anche dalla CDU, con membri come Thorsten Frei e Christian Haase che vedono il freno al debito come un modo per evitare di gravare eccessivamente sulle spalle delle generazioni future.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In sintesi, il dibattito sul freno al debito</b> è diventato più complesso, con una crescente sfumatura di posizioni tra i diversi partiti politici. La giustizia intergenerazionale rimane un argomento centrale nel dibattito.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>È sorprendente che l'argomento riguardante il debito accumulato</b> dalla generazione attuale a scapito delle future generazioni sia stato propagato per decenni, nonostante possa essere facilmente smentito dalla realtà. Ad esempio, negli Stati Uniti, dove sono disponibili dati storici completi e affidabili, durante la Seconda Guerra Mondiale, la spesa pubblica ha portato a deficit di bilancio enormi, superando il <b>20% del PIL in alcuni casi</b>. Questi deficit hanno triplicato il debito nazionale, passando dal 38,6% del PIL nel 1941 al 116% nel 1945, secondo i dati del <a href="https://data.imf.org/?sk=806ed027-520d-497f-9052-63ec199f5e63">Fondo Monetario Internazionale (FMI)</a>. Secondo l'argomento del debito futuro, questa situazione avrebbe dovuto causare un onere insostenibile per le generazioni successive.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, la realtà è stata diversa.</b> Né i "baby boomers" nati tra il 1946 e il 1964 né i loro genitori sono stati gravati dal debito pubblico accumulato durante la guerra. Anzi, tra il 1950 e il 1973, hanno vissuto un periodo di crescita economica elevata, aumento dei redditi, bassa disoccupazione e bassa inflazione, noto come l<b>'"età dell'oro del capitalismo".</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Questo è stato possibile perché il debito pubblico non è stato ripagato direttamente attraverso tasse più elevate</b> che avrebbero ridotto i redditi privati. Il debito pubblico, infatti, viene spesso "rollato", ovvero quando scadono i titoli di Stato, ne vengono emessi di nuovi per rimborsare quelli scaduti. In pratica, l'ammontare totale del debito pubblico di solito non diminuisce significativamente e cresce più o meno in linea con l'economia. Questa pratica è comune non solo negli Stati Uniti ma in tutti i Paesi sviluppati.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Pertanto, l'idea che il governo possa risparmiare in modo discrezionale per ridurre il debito è errata.</b> La posizione di bilancio è influenzata da molti fattori, tra cui lo sviluppo economico e gli equilibri fiscali settoriali. Non è unicamente determinata dalla volontà di risparmiare del governo.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La dipendenza dall'andamento economico influisce notevolmente sul saldo di bilancio,</b> il quale non è sotto il controllo diretto dei responsabili politici. Mentre i politici possono stabilire alcune spese, fissare aliquote fiscali e fare previsioni sul totale delle entrate e delle spese a fine anno, non possono influenzare attivamente le dinamiche di bilancio durante l'anno. Il saldo fiscale, che può essere avanzo, pareggio o deficit, è un risultato residuale del processo economico.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Poiché il saldo di bilancio è ampiamente determinato dalle esigenze del sistema economico,</b> non può essere fissato arbitrariamente come un obiettivo in anticipo. L'uso di regole fiscali rigide e arbitrarie, come i limiti al deficit, non ha senso. Ad esempio, se il governo federale taglia la spesa durante una recessione economica per evitare di superare un limite prefissato di deficit, ciò può <b>peggiorare e prolungare la recessione </b>a causa degli effetti in termini di feedback negativi. E questo può creare un circolo vizioso di tagli alla spesa federale, calo della crescita economica, aumento della disoccupazione, riduzione delle entrate fiscali, aumento della spesa sociale, aumento del deficit di bilancio e nuove misure di riduzione della spesa.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggumPF3kZlNxe1tsF2JyGR-lm0H-MKHSO2D_RpsJ30ZV1BDQH3r8oYVAu4aLWtIqyyvzX0LUnxft9jmKvpPeSPiAeabwWHI7Y71CDOaLUHHx1fbLk80RKKpwCL9WSkj0IHHrgxKsvYC4D5OymvV9iInEFL8CSE4dkD7jockd7Mm13THheTqqKIauZBcUg/s704/704x396.jpeg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="396" data-original-width="704" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggumPF3kZlNxe1tsF2JyGR-lm0H-MKHSO2D_RpsJ30ZV1BDQH3r8oYVAu4aLWtIqyyvzX0LUnxft9jmKvpPeSPiAeabwWHI7Y71CDOaLUHHx1fbLk80RKKpwCL9WSkj0IHHrgxKsvYC4D5OymvV9iInEFL8CSE4dkD7jockd7Mm13THheTqqKIauZBcUg/s320/704x396.jpeg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>È importante considerare anche gli equilibri fiscali settorial</b>i, poiché esiste un'interdipendenza tra i saldi dei vari settori economici. I saldi finanziari dei settori economici devono <a href="https://makroskop.eu/die-wiederentdeckung-der-fiskalpolitik-erste-risse-im-neoklassischen-paradigma-2/">sempre sommarsi a zero.</a></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Se il governo federale punta a un saldo di bilancio che non è compatibile </b>con il saldo di bilancio desiderato dal settore non federale, il reddito nazionale si aggiusta verso l'alto o verso il basso quando i sottosettori del settore non federale modificano i loro livelli di spesa. Gli stabilizzatori automatici portano quindi il saldo di bilancio verso il livello desiderato dal settore non federale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In sintesi, il saldo fiscale e la crescita del debito pubblico sono influenzati principalmente dal desiderio del settore privato nazionale</b> e di altri settori di accumulare attività finanziarie nette. I disavanzi pubblici vengono assimilati da questi settori come entrate, e solitamente essi desiderano risparmiare parte di queste entrate in modo netto per ragioni di sicurezza finanziaria o preparazione alle emergenze, come la disoccupazione o le spese mediche, o per il risparmio previdenziale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Gli aumenti del debito pubblico spesso suscitano preoccupazioni,</b> sostenendo erroneamente che innalzino i tassi di interesse, rallentino la crescita economica e alimentino l'inflazione. Tuttavia, questa valutazione non solo è imprecisa ma sottostima anche i benefici che i deficit di bilancio e il debito pubblico apportano all'economia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In primo luogo, i deficit di bilancio supportano i redditi privati</b>, poiché aumentano la liquidità nell'economia più di quanto venga prelevato attraverso le tasse. Inoltre, rafforzano gli investimenti privati stabilizzando i volumi delle vendite previsti e l'utilizzo delle capacità produttive, che sono i principali driver degli investimenti aziendali.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In secondo luogo, i deficit di bilancio si riflettono nel debito pubblico,</b> ma i titoli di stato sono strumenti finanziari privi di rischio e altamente liquidi, essenziali per il sistema finanziario. Consentono al settore non federale di investire in modo sicuro e fungono da garanzie per le banche e altre istituzioni finanziarie, come i fondi pensione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In terzo luogo, non esiste una correlazione tra il bilancio del governo</b> e i tassi di interesse. I deficit di bilancio non innalzano i tassi di interesse, mentre i surplus di bilancio non li abbassano. I tassi di interesse sono determinati dalla politica monetaria della banca centrale, con i tassi d'interesse nominali come principale strumento.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La banca centrale regola i tassi d'interesse a breve termine e influenza</b> notevolmente quelli a lungo termine. Anche se la banca centrale non interviene direttamente nei mercati obbligazionari, di solito i tassi d'interesse a lungo termine seguono quelli a breve termine. La banca centrale può acquistare o vendere titoli di stato per influenzare i tassi a lungo termine.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In quarto luogo, il legame spesso sottolineato tra deficit di bilancio e inflazione non è valido.</b> I deficit elevati, come durante la Seconda Guerra Mondiale o la pandemia di COVID-19, non sono correlati a un'alta inflazione. I deficit di bilancio regolari inferiori al 5% del PIL sono associati a diverse dinamiche dei prezzi, tra cui alta inflazione e deflazione. Un <b>deficit può essere inflazionistico</b> solo se le risorse reali (lavoro, capacità produttiva, tecnologia, materie prime) sono limitate, e se non si prendono misure per contrastare l'inflazione quando si raggiunge la piena occupazione.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In conclusione, le preoccupazioni riguardo alle conseguenze dei deficit elevati e dell'indebitamento pubblico crescente sono infondate.</b> Il governo dovrebbe invece cercare di adattare il proprio bilancio alle esigenze del settore non pubblico in termini di risparmio netto e per mantenere la piena occupazione. I deficit di bilancio possono essere sostenuti indefinitamente senza generare pressioni inflazionistiche,<b> a condizione che la domanda aggregata non superi la crescita delle capacità produttive.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sarebbe sensato quindi abolire il "freno al debito" il più rapidamente possibile</b>, ma ciò richiederebbe un emendamento costituzionale, che richiede a usa volta una maggioranza qualificata del due terzi nel Bundestag. Attualmente, sembra che questo non possa avvenire nell'immediato futuro, quindi la discussione continuerà, accompagnata da bilanci ombra che aggirano il "freno al debito" in modi creativi, come ad esempio i fondi speciali miliardari.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"></span></p><p><span style="font-family: arial;"><i><b>Günther Grunert </b>è socio-economista e scienziato sociale. Ha lavorato presso le scuole professionali della città di Osnabrück fino al 2020 e pubblica regolarmente su temi macroeconomici. La sua ricerca si concentra sulla teoria monetaria e sulla politica economica.</i></span></p><div><br /></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Leggi gli altri articoli <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/Schuldenbremse">sullo Schuldenbremse-->></a></i></b></span></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-44518427236699664182023-09-10T22:20:00.003+02:002023-09-10T22:28:07.010+02:00Rivalità franco-tedesche per il controllo della Romania<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Germania e Francia si contendono l'influenza sulla Romania: un paese che da sempre è luogo di scontro fra le potenze europee in quanto tassello fondamentale per controllare il sud-est europeo e contenere le ambizioni russe e neo-ottomane sulla regione. Ne scrive il sempre ben informato <a href="https://www.german-foreign-policy.com/news/detail/9339">German Foreign Policy</a></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX_5ZKRkUX6hCdeQohFiMYQPbF3CXG500DtSgOA56Zdq3CYQ9xBvd2Iyg29LeG8uY6Dm8eX5sP92EylQzpaDyjEwW8QQajW7bgVzRVFf6OmSaELuXeetYM3PBbzxQCz_k022Kbfb09eyR9_mKYlXVoZCZgXXWEN1L0o0DgIk9vyZ0i88w4_OKfe2TQWwQ/s700/europe-map.gif" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="scontro franco-tedesco per il controllo della romania" border="0" data-original-height="498" data-original-width="700" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgX_5ZKRkUX6hCdeQohFiMYQPbF3CXG500DtSgOA56Zdq3CYQ9xBvd2Iyg29LeG8uY6Dm8eX5sP92EylQzpaDyjEwW8QQajW7bgVzRVFf6OmSaELuXeetYM3PBbzxQCz_k022Kbfb09eyR9_mKYlXVoZCZgXXWEN1L0o0DgIk9vyZ0i88w4_OKfe2TQWwQ/w400-h285/europe-map.gif" width="400" /></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le rivalità franco-tedesche accompagnano</b> il rafforzamento militare della Romania nella lotta di potere contro la Russia. <b>La Bundeswehr infatti</b> già da anni collabora strettamente con le forze armate rumene: ha sostenuto la sorveglianza aerea rumena con gli Eurofighter all'inizio dell'anno scorso e sta inviando soldati per costruire il Corpo multinazionale Sud-Est in Romania, attualmente in fase di costituzione. <b>La Francia, da parte sua</b>, sta guidando un gruppo tattico della NATO nel Paese dell'Europa sud-orientale - e sta ora considerando, come recentemente riportato il quotidiano francese Le Monde, di inviare altrii soldati in Romania in caso di un ulteriore ritiro delle truppe dall'Africa occidentale, al fine di rafforzare non solo le posizioni della NATO contro la Russia, ma anche la propria posizione in loco. <b>La rivalità europea per l'influenza sulla Romania è antica.</b> Risale ai primi decenni del XIX secolo, quando ancora non esisteva uno Stato rumeno. Oltre alla Francia e all'economia tedesca o, dal 1871, all'Impero tedesco, anche la Russia e la Gran Bretagna sono state coinvolte nella rivalità. Le lotte di potere si sono poi trascinate fino alla fine della Seconda guerra mondiale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Protettorato russo</b></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In seguito alla Convenzione russo-ottomana di Akkerman del 1826</b>, lo Zardom russo fu in grado di stabilire un protettorato de facto sui due principati ancora nominalmente ottomani di Valacchia e Moldavia, nell'attuale Romania. Due anni dopo, la Russia occupò i due principati danubiani. [1] Nel 1829, la pace di Adrianopoli pose fine all'ottava guerra russo-ottomana (1828-1899) e garantì alla Russia la possibilità di occupare la Valacchia e la Moldavia per altri anni ancora. I due principati danubiani divennero così protettorati russi per un lungo periodo. Come forma di resistenza al sistema imposto dall'Impero zarista, fiorì il nazionalismo rumeno. [2]</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Interessi britannici</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Negli anni Quaranta del XIX secolo</b>, il commercio britannico con la regione del Mar Nero subì un cambiamento fondamentale. Fino ad allora, infatti, i commercianti britannici avevano acquistato grano soprattutto in Russia, ma a partire da questo decennio la loro attenzione si spostò sulla Valacchia e sulla Moldavia. In quanto principati autonomi de jure dell'Impero Ottomano, vi si applicavano gli stessi trattati di libero scambio dell'impero ottomano. [3] In Europa occidentale, la domanda di grano aumentava a causa dell'industrializzazione, dell'urbanizzazione e della rapida crescita demografica. Le élite politiche della Gran Bretagna volevano quindi assicurarsi il territorio dell'attuale Romania in quanto fornitore per la popolazione britannica. [4]</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Sogni tedeschi</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Parallelamente all'incipiente lotta russo-britannica per l'influenza in Valacchia e Moldavia</b>, iniziarono i piani tedeschi per influenzare quella che sarebbe poi diventata la Romania. Nel 1845, sull'Augsburger Allgemeine Zeitung, il più importante quotidiano politico tedesco dell'epoca, apparve un articolo in cui un autore chiedeva che i principi tedeschi fossero elevati al trono principesco della Moldavia e della Valacchia. [5] Anche l'influente professore di economia di Gottinga Wilhelm Roscher (1817-1894) sostenne in un articolo del 1848 che i due principati danubiani avrebbero dovuto diventare <b>"in futuro (...) patrimonio della Germania"</b>. Concentrando gli emigranti tedeschi nella regione, "una nuova Germania potrebbe emergere attraverso una loro conquista pacifica". [6] Anche prima della fondazione di un Impero tedesco unificato, c'era l'ambizione di assicurarsi la Romania come retroterra tedesco.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Consiglieri francesi</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nel 1859, la Valacchia e la Moldavia si unirono per formare la Piccola Romania (ufficialmente "Principato di Romania").</b> Appena un anno dopo, l'imperatore francese Napoleone III decise di inviare una missione militare nel neonato principato, L'obiettivo, secondo un diplomatico di Baden, era quello di trasformare il Paese dell'Europa sud-orientale in un "[terribile] [strumento] alle spalle dell'Austria". [Nel 1865, un consorzio franco-britannico fondò la Banca di Romania, che divenne una delle banche più importanti del Paese. [9] Gran Bretagna e Francia si trovavano anche in competizione per l'accesso alle materie prime rumene. [10] Insieme alla Russia, due potenze dell'Europa occidentale si stavano contendendo l'influenza nel Paese dell'Europa sud-orientale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Monarca tedesco</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Nell'aprile del 1866, Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen assunse la corona principesca rumena e si fece chiamare Carol I. </b>Dopo il suo arrivo in Romania, dichiarò di essere d'ora in poi romeno; politicamente, tuttavia, rimase fedele alla Germania. [11] Il principe Carol I era considerato il "bastione prussiano in Oriente", al quale la Romania eveniva solitamente annoverata nel XIX secolo. [12] Con la trasformazione del principato in regno nel 1881, Carol I salì al rango di re. Il reggente di origine tedesca del Paese dell'Europa sud-orientale cercò continuamente di stringere relazioni con l'Impero tedesco, fondato nel 1871 sotto la guida della Prussia. [13]<b> Nel 1883 la Romania aderì alla Triplice Alleanza con la Germania e l'Austria-Ungheria</b>. Il governo e il re rumeno, tuttavia, mantennero segreto l'accordo, poiché la maggior parte dei politici e dell'opinione pubblica del Paese era favorevole alla Francia. [14]</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Prima guerra mondiale</b></span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Dopo l'inizio della Prima Guerra Mondiale, il governo tedesco cercò di portare la Romania dalla parte delle Potenze Centrali.</b> Al governo di Bucarest fu promesso che la Romania sarebbe stata autorizzata ad annettere la Bessarabia; in futuro, un Granducato di Ucraina sarebbe servito da cuscinetto per il Paese nei confronti della Russia. [15] Tuttavia, ciò non fu sufficiente per l'élite politica di Bucarest e nell'agosto del <b>1916 la Romania entrò nella Prima guerra mondiale al fianco dell'Intesa.</b> Una missione militare francese guidata dal generale Henri Berthelot (1861-1931) raggiunse la Romania e addestrò le truppe rumene. [16] Le offensive dell'esercito rumeno e le controffensive delle Potenze Centrali si conclusero con un disastro per la Romania; già nel dicembre 1916, le Potenze Centrali riuscirono a occupare tutta la Valacchia, compresa Bucarest. [Nel dicembre 1917, con l'armistizio di Focșani, la Romania uscì dalla Prima guerra mondiale. [18] Le ostilità terminarono e iniziarono i negoziati per un trattato di pace. Nel maggio 1918, i rappresentanti di entrambe le parti conclusero il Trattato di Bucarest, che tuttavia fu successivamente annullato.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Periodo interbellico</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Dopo l'armistizio della fine del 1918, il Ministero degli Esteri sviluppò una strategia secondo la quale l'Ucraina e la Romania</b> avrebbero dovuto formare un blocco filotedesco sul Mar Nero. Questo era il modo con il quale Berlino intendeva mantenere la propria influenza nella regione. [19] Dopo la perdita delle colonie tedesche a seguito della prima guerra mondiale, l'economia tedesca si concentrò più di prima sul raggiungimento dell'egemonia economica nell'Europa sud-orientale.[20] Nei primi anni del dopoguerra questa strategia non ebbe successo, ma già a metà degli anni Venti la situazione cambiò. <b>Nel 1925,</b> il rappresentante diplomatico tedesco in Romania dichiarò che "le possibilità economiche dell'industria tedesca in Romania" erano "maggiori (...) che in qualsiasi altro Paese dell'Europa orientale"[21].</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La rinnovata concorrenza francese</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come i due principati danubiani di Moldavia e Valacchia nel XIX secolo,</b> anche la Francia cercò di espandere la propria influenza in Romania. Negli anni Venti, infatti, diversi governi rumeni si orientarono politicamente verso la Francia e la Gran Bretagna come pilastri dell'ordine di pace di Versailles. [22] Il Paese faceva allora parte della Piccola Intesa anti-revisionista con la Jugoslavia e la Cecoslovacchia. Nel 1925, gruppi francesi parteciparono alla fondazione del gruppo rumeno Industria Aeronautică Română (IAR), punto fermo nello sviluppo dell'industria aeronautica rumena. [23] Soprattutto nelle forze armate rumene, la Francia acquisì un'"influenza onnipresente (...)".[24] </span></p><p><img class="img-fluid" height="400" src="https://www.german-foreign-policy.com/fileadmin/introduction/images/maps/3_europa/25_rumaenien_01.gif" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; font-family: "sans-serif", sans-serif; font-size: 16px; height: auto; max-width: 100%; vertical-align: middle;" width="400" /></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Influenza offensiva</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In una dichiarazione governativa del 1928, il cancelliere tedesco Hermann Müller (SPD)</b> dichiarò che era un "compito essenziale" del governo della Repubblica di Weimar dell'epoca sviluppare le relazioni della Germania con i paesi dell'Europa sudorientale, compresa la Romania. [Nel 1931 iniziò una metamorfosi dell'organizzazione lobbistica Mitteleuropäischer Wirtschaftstag (MWT), che si concluse con la nascita di "una nuova organizzazione con il vecchio nome". [26] Da quel momento in poi, l'MWT gettò le basi per una "politica (fascista) dell'Europa sudorientale di grande successo". [27] Nell'MWT, i principali rappresentanti dell'economia lavoravano insieme al personale del Ministero degli Esteri. Per garantire l'approvvigionamento alimentare tedesco, a partire dal 1933 la IG Farben iniziò a coltivare sempre più soia in Romania. [28] Il Reich tedesco continuò a espandere la propria influenza in Romania.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'"ariete" tedesco</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il giorno dopo il ritiro dell'esercito rumeno dalla Bessarabia e dalla Bucovina settentrionale, nell'estate del 1940</b>, il governo rumeno dichiarò ad Adolf Hitler che la Romania cercava una "stretta collaborazione con la Germania in tutti i campi". [29] Sempre nell'estate del 1940, la Kontinentale Öl-Aktiengesellschaft tedesca iniziò a rilevare l'industria petrolifera rumena. [30] Sebbene il governo rumeno fosse inizialmente riuscito a mantenere gran parte dell'economia del Paese sotto il controllo rumeno, [31] le società tedesche potevano essere utilizzate come "ariete" per accrescere l'influenza tedesca: Dopo l'annessione dell'Austria e la disgregazione della Cecoslovacchia, le società tedesche rilevarono le aziende e le banche del Paese assumendo quindi il controllo su parti importanti dell'industria pesante rumena. Inoltre, il governo di Berlino esercitò pressioni affinché il governo rumeno vendesse l'industria pesante alle società tedesche. [32]</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>"Operazione Barbarossa</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>D'ora in poi, il Reich tedesco poteva contare sulla Romania non solo economicamente, ma anche militarmente: </b>il Paese dell'Europa sud-orientale fornì il secondo contingente di truppe più grande dopo la Germania per l'invasione dell'Unione Sovietica, l'Operazione Barbarossa. [33] Le truppe rumene riconquistarono la Bessarabia e presero anche la Bucovina settentrionale e la regione di Odessa. Quest'ultima divenne una colonia rumena con il nome di Transnistria. In essa, le truppe rumene commisero vari crimini di massa e uccisero oltre 200.000 ebrei rumeni. [34] Insieme ai soldati tedeschi, i soldati rumeni combatterono anche a Stalingrado. [35] Dopo le ritirate del 1943 e della prima metà del 1944, un colpo di Stato pose fine al governo del primo ministro filofascista Ion Antonescu; la Romania passò agli Alleati. Da quel momento in poi, l'influenza tedesca si ridusse al minimo. Solo a partire dalla fine dell'era del socialismo reale la Repubblica Federale è riuscita a riconquistare una maggiore influenza in Romania.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Leggi gli altri articoli sulla <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/asse%20franco-tedesco">crisi dell'asse franco-tedesco-->></a></i></b></span></p><p><br /></p><div class="col-md-8" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; flex: 0 0 auto; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-top: var(--bs-gutter-y); max-width: 100%; padding-left: calc(var(--bs-gutter-x) * .5); padding-right: calc(var(--bs-gutter-x) * .5); width: 858.667px;"><div class="news-text-wrap" itemprop="articleBody" style="box-sizing: border-box;"><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[1] Barbara Jelavich: Russia and the Formation of the Romanian National State, 1821–1878, Cambridge 1984, S. 28.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[2] Victor Taki: Russian Occupation of Moldavia and Wallachia and the Plans for a “People's War” in the Balkans, in: Candan Badem (Hg.): The Routledge Handbook of the Crimean War, London 2023, S. 85–102 (hier: S. 97).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[3] Paul Hehn: Capitalism and the Revolutionary Factor in the Balkans and Crimean War Diplomacy, in: East European Quarterly, Jg. 18 (1984), Nr. 2, S. 155–184 (hier: S. 158).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[4] Ebenda, S. 155/156.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[5] Klaus Thörner: »Der ganze Südosten ist unser Hinterland« – Deutsche Südosteuropapläne von 1840 bis 1945, Freiburg 2008, S. 46.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[6] Klaus Thörner: „Der ganze Südosten ist unser Hinterland“ – Deutsche Südosteuropapläne von 1840 bis 1945, Diss., Oldenburg 2000, S. 21.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[7] Jonathan A. Grant: Rulers, Guns, and Money – The Global Arms Trade in the Age of Imperialism, Cambridge (MA) 2007, S. 39.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[8] Martin B. Winckler: Bismarcks Rumänienpolitik und die europäischen Großmächte 1878/79, in: Jahrbücher für Geschichte Osteuropas, Jg. 2 (1954), Nr. 1, S. 53–88 (hier: S. 58).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[9] Keith Hitchins: A Concise History of Romania, Cambridge 2014, S. 110.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[10] Ebenda, S. 87.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[11] Sorin Arhire: The Russian-Romanian Diplomatic Negotiations between 1914 and 1916 for Romania’s Entry into the First World War, in: Russian Historical Journal Bylye Gody, Jg. 54 (2019), Nr. 4, S. 1907–1917 (hier: S. 1912Fn1).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[12] Winckler: Bismarcks Rumänienpolitik und die europäischen Großmächte 1878/79, S. 59.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[13] Mayerhofer, Lisa: Zwischen Freund und Feind – Deutsche Besatzung in Rumänien 1916–1918, München 2010, S. 23–28.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[14] Hitchins: A Concise History of Romania, S. 149.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[15] Arhire: The Russian-Romanian Diplomatic Negotiations between 1914 and 1916 for Romania’s Entry into the First World War, S. 1910/1911.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[16] Glenn E. Torrey: Romania in the First World War: The Years of Engagement, 1916–1918, in: The International History Review, Jg. 14 (1992), Nr. 3, S. 462–479 (hier: S. 465).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[17] Glenn E. Torrey: The Entente and the Rumanian Campaign of 1916, in: Rumanian Studies, Jg. 4 (1976–1979), S. 174–191 (hier: S. 174).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[18] Glenn E. Torrey: Romania Leaves the War: The Decision to Sign an Armistice, December 1917, in: East European Quarterly, Jg. 23 (1989), Nr. 3, S. 283–292.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[19] David X. Noack: Germany’s Influence along the Black Sea Rim in the Wake of the First World War: Official German foreign policy views on the Black Sea Region in the “Shadow of Versailles“ November 1918–March 1921, in: Sorin Arhire/Tudor Roşu (Hgg.): The Paris Peace Conference (1919–1920) and Its Aftermath: Settlements, Problems and Perceptions, Newcastle upon Tyne 2020, S. 133–158 (hier: S. 142/143).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[20] Thörner: »Der ganze Südosten ist unser Hinterland«, S. 320/321.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[21] Thörner: „Der ganze Südosten ist unser Hinterland“, Diss., S. 372.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[22] Hitchins: A Concise History of Romania, S. 160.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[23] Alexander Statiev: Antonescu's Eagles against Stalin's Falcons: The Romanian Air Force, 1920–1941, in: The Journal of Military History, Jg. 66 (2002), Nr. 4, S. 1085–1113 (hier: S. 1086).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[24] Ebenda, S. 1089.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[25] Hans-Jürgen Schröder: Deutsche Südosteuropapolitik 1929–1936 – Zur Kontinuität deutscher Außenpolitik in der Weltwirtschaftskrise, in: Geschichte und Gesellschaft – Zeitschrift für historische Sozialwissenschaft, Jg. 2 (1976), S. 5–32 (hier: S. 10).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[26] Martin Seckendorf: Entwicklungshilfeorganisation oder Generalstab des deutschen Kapitals? Bedeutung und Grenzen des Mitteleuropäischen Wirtschaftstages, in: 1999 – Zeitschrift für Sozialgeschichte des 20. und 21. Jahrhunderts, Jg. 8 (1993), Nr. 3, S. 10–33 (hier: S. 13).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[27] Ebenda, S. 25.</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[28] Roswitha Berndt: Wirtschaftliche Mitteleuropapläne des deutschen Imperialismus (1926–1931) – Zur Rolle des Mitteleuropäischen Wirtschaftstages und der Mitteleuropa-Institute in den imperialistischen deutschen Expansionsplänen, in: Gilbert Ziebura (Hg.): Grundfragen der deutschen Aussenpolitik seit 1871, Darmstadt 1975, S. 305–334 (hier: S. 333).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[29] Alexander Statiev: When an army becomes ‘merely a burden’: Romanian defense policy and strategy (1918–1941), in: The Journal of Slavic Military Studies, Jg. 13 (2000), Nr. 2, S. 67–85 (hier: S. 75).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[30] Anand Toprani: Germany’s Answer to Standard Oil: The Continental Oil Company and Nazi Grand Strategy, 1940–1942, in: Journal of Strategic Studies, Jg. 37 (2014), Nr. 6–7, S. 949–973 (hier: S. 961).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[31] R. J. Overy: Göring’s ‘Multi-national Empire’, in: Alice Teichova/P. L. Cottrell (Hgg.): International Business and Central Europa, 1918–1939, New York (NY) 1983, S. 269–298 (hier: S. 279).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[32] Richard J. Overy: German multinationals and the Nazi state in occupied Europe, in: Alice Teichova/Maurice Lévy-Leboyer/Helga Nussbaum (Hgg.): Multinational enterprise in historical perspective, Cambridge u.a. 1989, S. 299–325 (hier: S. 311).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[33] Grant T. Harward: “To the End of the Line”: The Romanian Army in Operation Barbarossa, in: The Journal of Slavic Military Studies, Jg. 34 (2021), Nr. 4, S. 599–618 (hier: S. 617).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[34] Wolfgang Benz: Der „vergessene Holocaust“ – Der Sonderfall Rumänien: Okkupation und Verfolgung von Minderheiten im Zweiten Weltkrieg, in: Mariana Hausleitner/Brigitte Mihok/Juliane Wetzel (Hgg.): Rumänien und der Holocaust – Zu den Massenverbrechen in Transnistrien 1941–1944, Berlin 2001, S. 9–13 (hier: S. 10).</span></p><p style="box-sizing: border-box; margin-bottom: 1rem; margin-top: 0px;"><span style="font-size: xx-small;">[35] Grant T. Harward: Romania’s Holy War – Soldiers, Motivation, and the Holocaust, Ithaca (NY)/London 2021, S. 161–168.</span></p></div></div><div class="col-md-4" style="background-color: white; box-sizing: border-box; color: #212121; flex: 0 0 auto; font-family: "sans-serif", sans-serif; margin-top: var(--bs-gutter-y); max-width: 100%; padding-left: calc(var(--bs-gutter-x) * .5); padding-right: calc(var(--bs-gutter-x) * .5); width: 429.333px;"><div class="thumbnail" style="box-sizing: border-box;"><br /></div></div><p><br /></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-71509444321402890672023-09-10T11:45:00.005+02:002023-11-10T03:11:06.589+01:00Gehaltsreport 2023: quanto si guadagna in Germania nel 2023?<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"> Quanto si guadagna in Germania e quanto guadagnano i tedeschi? A rispondere ci pensa il Gehaltsreport 2023 di Stepstone dopo aver analizzato ben 560.000 stipendi a livello nazionale. <a href="https://www.focus.de/finanzen/gehaltreport-2023-diese-5-grafiken-zeigen-wie-viel-arbeitnehmer-verdienen_id_186707230.html">Da Focus.de</a></span></i></b></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhejqptpcBWYjTsC1XZeAqWl-DC_e-0YUkPgmxH1p56JQxYeMm_LVO6dyFxm0kSMUyTH_FP_B7RS-Y549ORj9FcNjs4-1XSdmM6tK-fQBozv_5xf2-Ht703RTsorSG-usHZG7X7-pPc_SRERY_yAgh3IQlQwd5KG3K8soWVbquBuQFJDbWzJKGITGzrSII/s1280/euro-427528_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img alt="Quanto si guadagna in Germania?" border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhejqptpcBWYjTsC1XZeAqWl-DC_e-0YUkPgmxH1p56JQxYeMm_LVO6dyFxm0kSMUyTH_FP_B7RS-Y549ORj9FcNjs4-1XSdmM6tK-fQBozv_5xf2-Ht703RTsorSG-usHZG7X7-pPc_SRERY_yAgh3IQlQwd5KG3K8soWVbquBuQFJDbWzJKGITGzrSII/w400-h266/euro-427528_1280.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il Gehaltsreport 2023 di Stepstone ha analizzato più di 560.000 dati salariali. I risultati rivelano chi a <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2013/02/ma-quanto-guadagnano-i-tedeschi_11.html">fine mese guadagna di più</a>. Di seguito i grafici che evidenziano le differenze tra generi, settori e tra Est e Ovest.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I tedeschi hanno attraversato anni difficili. </b>Le crisi, che si tratti di Corona o di crisi energetica, hanno intaccato i nervi e i portafogli dei cittadini. Per molti è ancora più importante avere uno stipendio ragionevole che permetta di arrivare a fine mese anche in tempi difficili. I medici in Germania probabilmente ci sono riusciti particolarmente bene, considerando solo l'aspetto finanziario. Secondo il Gehaltsreport 2023 di Stepstone, sono quelli che guadagnano di più. Ma come stanno le cose per il resto dei lavoratori? Il rapporto, che valuta più di 560.000 dati salariali attuali, lo mostra.</span></p><!--Francostaconlanana-->
<ins class="adsbygoogle" data-ad-client="ca-pub-1921455164304233" data-ad-format="auto" data-ad-slot="7321731567" data-full-width-responsive="true" style="display: block;"></ins><script>
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Rapporto sugli stipendi 2023 in Germania: chi guadagna e quanto in Germania?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ad esempio, possiamo dire che le donne, </b>le persone con un basso livello di istruzione e i dipendenti senza responsabilità sul personale hanno maggiori probabilità di trovarsi al di sotto del salario mediano lordo tedesco. Vale a dire 43.842 euro lordi all'anno. Le loro controparti, invece, uomini, accademici e responsabili delle risorse umane, spesso sono al di sopra di questa linea salariale.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYBADDr6nTjer98dvnyyMkOV8QL36gjhhg4fkJnHMj6RjBcEoaclFsC6PE8m8msirEzXZgh98LQMg_LvCMpc4o4iBCBxo1uyyz8Cek8dz2W9VXuX0oe1jViXvITWqG60hRDEXRiAUJD3o9i83wpGQyWGNvVaixhEGg1yCE0MCLEEoMMwCrZoSlOBuhGCg/s704/img1.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img alt="Salario medio e mediano lordo annuo in Germania" border="0" data-original-height="704" data-original-width="651" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYBADDr6nTjer98dvnyyMkOV8QL36gjhhg4fkJnHMj6RjBcEoaclFsC6PE8m8msirEzXZgh98LQMg_LvCMpc4o4iBCBxo1uyyz8Cek8dz2W9VXuX0oe1jViXvITWqG60hRDEXRiAUJD3o9i83wpGQyWGNvVaixhEGg1yCE0MCLEEoMMwCrZoSlOBuhGCg/w370-h400/img1.png" width="370" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Salario medio e mediano lordo annuo in Germania</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8juTQV8N8NBH1o33wdpCh5_TTnbuptU4OWnSHSr5cAk8MMnJYDjTo8u1gEP3tiHrCFXt8VXC1SH3znthZp7Or9E3_Pibs76vUPBCIn-CZ7dwSD0GdwVWMcK6S3-bgypnnc4y5CWobvEEQ9nkU7XM9T0zrjpCJ5Rgwu7A3HQlYEoOfExt6EJ-YkvgNEyI/s667/img_2.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img alt="Differenza in termini di stipendio mediano lordo fra le diverse categorie: laureati-non laureati, donne-uomini, con responsabilità o senza responsabilità" border="0" data-original-height="454" data-original-width="667" height="272" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi8juTQV8N8NBH1o33wdpCh5_TTnbuptU4OWnSHSr5cAk8MMnJYDjTo8u1gEP3tiHrCFXt8VXC1SH3znthZp7Or9E3_Pibs76vUPBCIn-CZ7dwSD0GdwVWMcK6S3-bgypnnc4y5CWobvEEQ9nkU7XM9T0zrjpCJ5Rgwu7A3HQlYEoOfExt6EJ-YkvgNEyI/w400-h272/img_2.png" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Differenza in termini di stipendio mediano lordo fra le diverse categorie: laureati-non laureati, donne-uomini, con responsabilità o senza responsabilità</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /></span><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNCjZiPmOKtVKcMTqKSG9vwAtaiZYEpiOwUse1DfoRIQ25xYKizbi20-kATMZVz06IISEI4JR93K_5iVAW0celHrcwHQl3WfQw7s2yrurZT7ijbV9QC1UR5nOuolbEj964JbZpSqDnnKWxO5yO7jc7W0zi33p-V0yKy2PzSlRfJqdkQ9N9aw1Onjz1w6s/s716/img3.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="478" data-original-width="716" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNCjZiPmOKtVKcMTqKSG9vwAtaiZYEpiOwUse1DfoRIQ25xYKizbi20-kATMZVz06IISEI4JR93K_5iVAW0celHrcwHQl3WfQw7s2yrurZT7ijbV9QC1UR5nOuolbEj964JbZpSqDnnKWxO5yO7jc7W0zi33p-V0yKy2PzSlRfJqdkQ9N9aw1Onjz1w6s/w400-h268/img3.png" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Stipendio mediano in base all'esperienza</span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /><span style="font-family: arial;"><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Uno sguardo alla cartina della Germania mostra ancora enormi differenze salariali tra Est e Ovest</b>. Escludendo Berlino, lo stipendio mediano dei tedeschi dell'Est è di 38.670 euro, mentre i tedeschi dell'Ovest guadagnano in media 45.461 euro all'anno. Ciò corrisponde a un divario est-ovest del 15%.</span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNsO3KyRLsu7rf6XVS656UKmY_d2AHf5nKcuZoQP2wPtfZuqP0QVGjvfAOJKAtYyq5eOQ3qlfj1oAIDcpwLyi8yD7hHT0WWUXLwmku3ncUwddqAy38Mp83lNNIdfp8gkRDthRhE2xXuRwgtAP_OusnEY6EuBt2-YLG927UgotrJ06bZcgwemSzB5Ebb8/s638/img%204.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img alt="Stipendio mediano in base alla regione" border="0" data-original-height="557" data-original-width="638" height="349" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNsO3KyRLsu7rf6XVS656UKmY_d2AHf5nKcuZoQP2wPtfZuqP0QVGjvfAOJKAtYyq5eOQ3qlfj1oAIDcpwLyi8yD7hHT0WWUXLwmku3ncUwddqAy38Mp83lNNIdfp8gkRDthRhE2xXuRwgtAP_OusnEY6EuBt2-YLG927UgotrJ06bZcgwemSzB5Ebb8/w400-h349/img%204.png" width="400" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Stipendio mediano in base alla regione </span></td></tr></tbody></table><span style="font-size: medium;"><br /><span style="font-family: arial;"><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I tedeschi dell'Ovest guadagnano ancora di più dei tedeschi dell'Est</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Le persone che guadagnano di più si trovano ad Amburgo. Il reddito mediano nella città anseatica è di circa 48.000 euro. </b>Seguono il Baden-Württemberg (47.962 euro), l'Assia (47.762 euro) e la Baviera (46.757 euro). I cittadini tedeschi guadagnano meno in Sassonia-Anhalt. Qui il reddito mediano è di poco superiore ai 36.000 euro.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWSPlPCVyDhrdWmkDC-6FCb3GeHjUrUHIytU1lA-0CM43emdgaWMFvSeUMPHqusDHy2_jVxoh9w7yuOmgwNDvrAVVA_oB87bKySg16B-fsXGsLDvIMNlsx8ZPAjTGmKs065lOv1R3AcQzXyDJB_t6KJrjwCfe9N9pW7zwwtgIEaVbDh5cAKVws1Pt8K44/s769/img5.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="769" data-original-width="557" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWSPlPCVyDhrdWmkDC-6FCb3GeHjUrUHIytU1lA-0CM43emdgaWMFvSeUMPHqusDHy2_jVxoh9w7yuOmgwNDvrAVVA_oB87bKySg16B-fsXGsLDvIMNlsx8ZPAjTGmKs065lOv1R3AcQzXyDJB_t6KJrjwCfe9N9pW7zwwtgIEaVbDh5cAKVws1Pt8K44/w290-h400/img5.png" width="290" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Salario mediano nei diversi Laender per personale specializzato e ruoli con responsabilità sul personale</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In quale capoluogo regionale si guadagna di più?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Un quadro simile emerge per i capoluoghi di regione. </b>Le persone che guadagnano di più lavorano a Stoccarda, il capoluogo del Baden-Württemberg. Il reddito mediano di tutti i dipendenti è di circa 54.000 euro. Per fare un paragone: a Erfurt (Turingia), il guadagno annuale è di circa 38.000 euro. Stoccarda è al top anche per gli stipendi dei dirigenti (poco meno di 83.000 euro). I manager di Kiel guadagnano meno (circa 60.000 euro). A causa di dati insufficienti, tuttavia, non è stato possibile raccogliere dati sugli stipendi dei dirigenti per tutte le capitali di Stato.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Gli stipendi più alti nel settore del credito e delle assicurazioni</b></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>L'analisi settoriale mostra che dove si lavora con il denaro</b>, la maggior parte di esso </span><span style="font-family: arial;">a fine mese</span><span style="font-family: arial;"> finisce sul conto bancario. I dipendenti del settore del credito e delle assicurazioni guadagnano quasi 58.000 euro all'anno. Nei settori dei trasporti e <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2017/09/cercasi-disperatamente-almeno-45000.html">della logistica,</a> del tempo libero, del turismo, della cultura e dello sport, dell'agricoltura, della silvicoltura, della pesca e dell'orticoltura, nonché nell'industria alberghiera e della ristorazione, i dipendenti guadagnano in media molto meno. L'industria alberghiera è in testa con circa 34.000 euro. Si tratta di quasi 24.000 euro in meno rispetto al settore bancario e assicurativo.</span></span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHjCPSdMLidtcyebuBF4o2owUAi-kipPbyrEVgJTLfIXNkA7ZzMpszY5CDH8zMVAYyd9QhqBj6Wzy9uBkMInVFJAkmKvSCNU1-dgyG5UoiMlUALAIXLTLVa6dbZTUvuxsj0Bkj7A2mRj2XJQfiKqGeKgAWbY76nhJEa3eKoXzBcboN4tNMZhjS9z2YNkw/s761/img%206.png" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="761" data-original-width="551" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHjCPSdMLidtcyebuBF4o2owUAi-kipPbyrEVgJTLfIXNkA7ZzMpszY5CDH8zMVAYyd9QhqBj6Wzy9uBkMInVFJAkmKvSCNU1-dgyG5UoiMlUALAIXLTLVa6dbZTUvuxsj0Bkj7A2mRj2XJQfiKqGeKgAWbY76nhJEa3eKoXzBcboN4tNMZhjS9z2YNkw/s320/img%206.png" width="232" /></span></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: medium;">Stipendio mediano in base al settore</span></td></tr></tbody></table><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'elenco degli stipendi dei gruppi occupazionali è guidato dai medici.</b> I lavoratori che guadagnano poco sono principalmente impiegati nel settore alberghiero e della ristorazione e nel turismo. Il rapporto sugli stipendi mostra il più alto divario retributivo tra i sessi nel settore delle vendite. Con un meno 25,4%, questo gruppo professionale è al primo posto in Germania.</span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></p><p><span style="font-family: arial;"><b><i><span style="font-size: medium;">Per leggere gli altri articoli sugli stipendi in <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/stipendi%20in%20germania%202023">Germania clicca qui</a></span></i></b></span></p><p><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: medium;"><br /></span></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b><i>Il Gehaltsreport 2023 di Stepstone è disponibile <a href="https://www.stepstone.de/e-recruiting/wp-content/uploads/2023/03/studie-gehalt-2023.pdf?cid=MAILING_B2B_DownloadWebsite_DDE__06-09-23_%20SYS19_C2A">a questo Link-->></a></i></b></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-3679131841095243172023-09-08T23:29:00.008+02:002023-10-31T12:43:18.489+01:00In Germania conviene piu' andare a lavorare oppure restare a casa a prendere il reddito di cittadinanza?<p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Quanto si prende di Buergergeld in Germania e conviene davvero andare a lavorare? Domanda vecchia come lo stato sociale eppure dati alla mano in Germania conviene quasi sempre andare a lavorare, ad eccezione di un caso particolare, quello del genitore single che svolge un lavoro a basso salario. <a href="https://www.focus.de/finanzen/karriere/acht-szenarien-durchgerechnet-arbeiten-lohnt-sich-mehr-als-buergergeld-doch-es-gibt-zwei-ausnahmen_id_203687544.html">Un'analisi molto interessante fra diversi scenari possibili </a>mette in luce cosa conviene fare nella Germania del 2023 per single, famiglie oppure famiglie con figli.</span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJUVgtPVxeOBsvQc9r6goFU0vv0rIGCZpigtj8jaESmGandSQ87Etf39DCkD_ILWnRHrZe3VyuGtqnOVONxDRklr-EG8sEWVNA9Bi_W4t19Bj2W20pecTfLCzOc9_QCpMLIAKQ09-KaxzxDGZVF8KqYisu-l30PGTd5y6zGEscRO9K55Ua1_luxjlHe8s/s1280/worker-5736096_1280.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJUVgtPVxeOBsvQc9r6goFU0vv0rIGCZpigtj8jaESmGandSQ87Etf39DCkD_ILWnRHrZe3VyuGtqnOVONxDRklr-EG8sEWVNA9Bi_W4t19Bj2W20pecTfLCzOc9_QCpMLIAKQ09-KaxzxDGZVF8KqYisu-l30PGTd5y6zGEscRO9K55Ua1_luxjlHe8s/w400-h266/worker-5736096_1280.jpg" width="400" /></a></div><p><br /></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il 1° gennaio 2024, le tariffe standard del reddito di cittadinanza saranno aumentate di circa il dodici per cento. </b>Gli esperti e i politici quando si lamentano del fatto che non vale più la pena andare a lavorare si sbagliano. L'accusa è vera solo in due casi estremi.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>A partire dal nuovo anno ci saranno più soldi per i disoccupati</b>. Secondo i piani del Ministro federale del Lavoro Hubertus Heil (SPD), le tarriffe standard del reddito di cittadinanza aumenteranno di circa il dodici per cento, passando da <b>502 a 563 euro al mese</b>. Allo stesso modo, aumenteranno anche le tariffe standard per i bambini che vivono in famiglie percettrici di Buergergeld. Queste tariffe si basano sull'età: per i bambini al di sotto dei sei anni, l'aliquota passerà da <b>318 a 357 euro</b>, per i bambini tra i 7 e i 14 anni da <b>348 a 390 euro</b> e per i bambini al di sopra dei 14 anni <b>da 420 a 471 euro</b>. Anche in questo caso si tratta di un aumento di circa il dodici per cento. Heil giustifica l'aumento con l'incremento del costo della vita dovuto all'inflazione.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>E ciò ha suscitato critiche. In particolare, le associazioni artigiane non gradiscono l'aumento.</b> "Ai miei occhi, è una mancanza di rispetto per i lavoratori", ha dichiarato a MDR Ralf Luther, vicepresidente della Camera dell'Industria e del Commercio di Magdeburgo (IHK). Anche il capogruppo parlamentare della CDU/CSU Jens Spahn è contrario all'aumento: "Chi lavora deve avere di più di chi non lavora", ha dichiarato al quotidiano "Bild".</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La critica secondo la quale il lavoro non valga più la pena</b> in considerazione dell'aumento delle prestazioni sociali è probabilmente vecchia quanto lo stato sociale. Anche con l'introduzione del reddito di cittadinanza lo scorso anno - accompagnato da un aumento delle aliquote standard rispetto al precedente Hartz IV - si sono levate voci in tal senso da parte dell'opposizione e delle associazioni imprenditoriali.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Otto scenari calcolati</b></span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>Come per l'anno precedente, abbiamo quindi calcolato otto scenari per determinare se i dipendenti o i beneficiari</b> del Reddito di cittadinanza avranno più soldi a disposizione. Nel primo scenario, ipotizziamo che le persone abbiano un lavoro a basso salario. Nell'anno precedente abbiamo calcolato <b>un reddito lordo di 2500 euro al mese.</b> Poiché, secondo l'Ufficio federale di statistica, da allora i salari sono aumentati in media del 6,1%, quest'anno calcoliamo di conseguenza 2.665 euro lordi al mese. Facciamo il confronto fra una persona sola, un genitore single con un figlio, una coppia senza figli e una famiglia con due figli e due lavoratori. In una seconda riga, confrontiamo le stesse categorie ma con dei lavori a salario minimo, ipotizzando che </span><span style="font-family: arial;">in famiglia lavori solo un genitore. Per quanto riguarda la tariffa del Buergeld dei bambini, abbiamo sempre calcolato con la media delle aliquote standard per tutte le fasce d'età, in quanto l'aliquota di solito aumenta con l'età.</span></span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBczdKzqTNmq9LWh_gC01tA9VThbcgVQd0_Z20qkIm8KoXYPvJvkT9LyM_okT1ota7hUOr9n-foT5pOUkMxnmT54_eFS6AI4LGM9e_fbu2IXIW426ipRtBP7PFYJGkOJ0BLiB1pMWt1rZMfo7J-u8jMe5uGzOcMIJZGQZx-Ww7-7LE_zX3HXzoK9RnHag/s815/Immagine%202023-09-08%20103706.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="reddito di cittadinanza in Germania" border="0" data-original-height="815" data-original-width="748" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBczdKzqTNmq9LWh_gC01tA9VThbcgVQd0_Z20qkIm8KoXYPvJvkT9LyM_okT1ota7hUOr9n-foT5pOUkMxnmT54_eFS6AI4LGM9e_fbu2IXIW426ipRtBP7PFYJGkOJ0BLiB1pMWt1rZMfo7J-u8jMe5uGzOcMIJZGQZx-Ww7-7LE_zX3HXzoK9RnHag/w589-h640/Immagine%202023-09-08%20103706.png" width="589" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il risultato è quasi lo stesso dell'anno precedente:</b> chi svolge un lavoro a basso salario <a href="http://vocidallagermania.blogspot.com/2023/08/ma-quanto-guadagnano-gli-infermieri-e.html">guadagna in ogni caso di più</a> rispetto a chi percepisce il Bürgergeld. La differenza è minima per i genitori single con una <b>media di 317 euro al mese, per i single è di 558 euro, per le famiglie di 1260 euro e per le coppie senza figli di 1740 euro. </b>Questo dato tiene conto del fatto che, oltre alle tariffe standard, i beneficiari dell'assegno del reddito di cittadinanza ricevono anche l'affitto fino a un importo massimo, oltre alle spese di riscaldamento e al canone di trasmissione.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Per i beneficiari del salario minimo, la differenza tra il reddito di cittadinanza e il salario è minore. </b>I single che lavorano hanno comunque un mensile con un vantaggio di 227 euro, mentre le coppie senza figli guadagnano 1079 euro in più rispetto al Buergergeld. <b>Tuttavia, per i genitori single il sussidio è più vantaggioso di un lavoro a salario minimo.</b> Questo è diverso dall'anno precedente. A partire dal 2024, infatti, essi incasseranno 218 euro in più dal reddito di cittadinanza che dal lavoro e dagli assegni familiari. Le famiglie con due figli e un solo salariato minimo erano già in vantaggio con il Bürgergeld anche l'anno scorso. Quest'anno, il loro vantaggio proveniente dal sussidio sociale è di 1220 euro al mese.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCBidg9GXsANAphHf3jJ5YjG-PeLmOTvMN7jM6e0-tR5vWv5sIeJO0BnWD5w-DC2RKsbLtABTWRRl26ggeZyUspAu-ka3x4K4-5Uu29Aqw3kpaMUyBePt21W5Fr7xu-tlOjTawLYiyoeF9dX3IUS7rZqnl2iDHpW6RegUTvDztomve7b_Ebpd6P_7wjcQ/s764/Immagine%202023-09-08%20230446_2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="in germania conviene di piu' il reddito di cittadinanza o andare a lavorare" border="0" data-original-height="764" data-original-width="690" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhCBidg9GXsANAphHf3jJ5YjG-PeLmOTvMN7jM6e0-tR5vWv5sIeJO0BnWD5w-DC2RKsbLtABTWRRl26ggeZyUspAu-ka3x4K4-5Uu29Aqw3kpaMUyBePt21W5Fr7xu-tlOjTawLYiyoeF9dX3IUS7rZqnl2iDHpW6RegUTvDztomve7b_Ebpd6P_7wjcQ/w578-h640/Immagine%202023-09-08%20230446_2.png" width="578" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il reddito di cittadinanza è utile in termini puramente finanziari solo se si ha un reddito molto basso, vale a dire</b> al massimo il salario minimo, e con esso si devono coprire spese elevate per l'affitto e il riscaldamento. Questo succede quando si deve pagare un appartamento grande per una famiglia, come nel nostro esempio di calcolo, ma anche perché si vive in una grande città costosa come Monaco di Baviera o si ha un contratto del gas molto più caro della media.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il Reddito di Cittadinanza è troppo alto o i salari sono troppo bassi?</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Gli oppositori del Reddito di cittadinanza sostengono</b> anche che il lavoro potrebbe essere più <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/2023/09/quanto-guadagna-una-badante-in-germania.html">remunerativo dell'assistenza sociale</a>, ma che i confini tra le due attività sono troppo vicini. Secondo loro, le persone preferirebbero poltrire sul divano piuttosto che lavorare 40 ore alla settimana per 100 o 200 euro in più. Questa argomentazione, tuttavia, dimentica che non è possibile percepire il reddito di cittadinanza in questo modo.</span></p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglgfNiWoMPe3Fh8aAR8vkQF99lG612j6TOiyqoOiL-qve4qsLb6rwk6SPG3I6zNrTZBrWiB3R-7rivcGpiVH0vE96LAOhZl5jOrW0SJxUaL11igtTotyyObf9lL5QNG7avJ0xgeFLgHO_UF3v484NXAycxMBjqpEiRBVHSuWg9-1YXVC_xEk9mMP1xwnk/s2400/29856573-buergergeld-hartz-iv-4-aenderungen-neuerungen-fragen-antworten-vermoegen-sanktionen-1le9.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="2400" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEglgfNiWoMPe3Fh8aAR8vkQF99lG612j6TOiyqoOiL-qve4qsLb6rwk6SPG3I6zNrTZBrWiB3R-7rivcGpiVH0vE96LAOhZl5jOrW0SJxUaL11igtTotyyObf9lL5QNG7avJ0xgeFLgHO_UF3v484NXAycxMBjqpEiRBVHSuWg9-1YXVC_xEk9mMP1xwnk/s320/29856573-buergergeld-hartz-iv-4-aenderungen-neuerungen-fragen-antworten-vermoegen-sanktionen-1le9.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In primo luogo, si tratta di una prestazione sociale cosiddetta subordinata.</b> Ciò significa che è possibile richiederla solo dopo aver esaurito le altre prestazioni sociali. Tra queste figurano l'indennità di disoccupazione, tutte le forme di indennità e sussidi per l'alloggio, gli assegni familiari, i supplementi per i figli, l'indennità di malattia, l'indennità di maternità e l'indennità parentale. In molti casi, l'agenzia di collocamento rifiuterà la vostra domanda proprio per questo motivo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In secondo luogo, non si può semplicemente lasciare un lavoro e ottenere il reddito di cittadinanza. </b>Se si ha bisogno di aiuto perché si è lasciato il lavoro o lo si è perso per giusta causa, è necessario giustificarlo all'agenzia del lavoro e si può essere soggetti a delle sanzioni. Le prestazioni possono essere ridotte fino a un massimo del 30%.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, percepire il reddito di cittadinanza presenta anche degli svantaggi</b> rispetto al lavoro regolare: in primo luogo, non ci si può semplicemente sdraiare sul divano e raccogliere denaro. I beneficiari delle prestazioni sociali hanno anche degli obblighi. Ad esempio, devono dimostrare di essere attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro, accettare lavori ragionevoli offerti dall'agenzia di collocamento o partecipare a misure di istruzione e formazione organizzate per loro dall'agenzia di collocamento.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In secondo luogo, i beneficiari del reddito di cittadinanza non versano nelle casse della previdenza sociale. </b>Pertanto, ogni anno in cui si percepisce il reddito di cittadinanza si vengono a ridurre i pagamenti successivi della pensione.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Inoltre, il reddito di cittadinanza rappresenta un minimo vitale.</b> Secondo le associazioni sociali, è addirittura troppo basso. A giugno, la Paritätische Wohlfahrtsverband ha calcolato che, in considerazione dell'inflazione, sarebbe stato opportuno un aumento da 502 a 725 euro per adulto. L'associazione accusa il Ministero del Lavoro di aver artificiosamente sottostimato il fabbisogno reale.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Ma se partiamo dal presupposto che il reddito di cittadinanza al livello attuale rappresenta il minimo vitale, </b>allora il problema non è che il reddito di cittadinanza è troppo alto, ma che i salari sono troppo bassi. Non per niente le associazioni artigiane come la Camera di Commercio e dell'Industria si lamentano a gran voce del reddito di cittadinanza. Secondo uno studio del 2018 della Fondazione Hans Böckler, le retribuzioni orarie nei lavori manuali sono più basse rispetto ad altri settori dell'economia, mentre la percentuale di posti di lavoro a salario minimo è più alta. Inoltre, il divario tra i mestieri qualificati e il resto dell'economia si è ampliato a partire dagli anni Settanta.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Quindi, se qualcuno come Luther della Camera di Commercio e dell'Industria di Magdeburgo</b> teme che "per un numero maggiore di persone rispetto al passato, non lavorare paghi più che lavorare", la conclusione logica è che le imprese dovrebbero aumentare i salari in modo significativo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>Leggi gli altri articoli <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/reddito%20di%20cittadinanza%20in%20Germania">sul Buergergeld-->></a></b></i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><br /></span></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-47109937762682755812023-09-08T10:26:00.000+02:002023-09-08T10:26:01.497+02:00Nuova carne da cannone?<p><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Kiev chiede che i paesi europei rispediscano in patria gli uomini fuggiti dall'Ucraina verso i paesi UE con un certificato di esonero dal servizio militare, ottenuto spesso grazie alla corruzione dei funzionari militari ucraini. <a href="https://www.jungewelt.de/artikel/458481.ukraine-krieg-abschieben-in-den-krieg.html">Ne scrive Junge Welt</a></b></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXBzrKqI2cqz5LDRxzmW0IE6rpF9K-ZJ4QiGhSrnTHMiVKimp18xVt12bHII2VZGMdtBk-KXApNry_tXRxLhufNKrZ45W0o23rChzoACIQw6NapwjX9mjNXxqKSg1UJff0eW5x-Bw83eZlLOZNv9nzttU9SoCyfT3Iij7HGu2uo2kTqXlHkyGti9F7Fl4/s1900/w1900_h1266_x1500_y1000_DPA_bfunk_dpa_5FA8C200E258AF9B-9bec138f86ca9d20.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: medium;"><img border="0" data-original-height="1266" data-original-width="1900" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhXBzrKqI2cqz5LDRxzmW0IE6rpF9K-ZJ4QiGhSrnTHMiVKimp18xVt12bHII2VZGMdtBk-KXApNry_tXRxLhufNKrZ45W0o23rChzoACIQw6NapwjX9mjNXxqKSg1UJff0eW5x-Bw83eZlLOZNv9nzttU9SoCyfT3Iij7HGu2uo2kTqXlHkyGti9F7Fl4/w400-h266/w1900_h1266_x1500_y1000_DPA_bfunk_dpa_5FA8C200E258AF9B-9bec138f86ca9d20.jpg" width="400" /></span></a></div><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><i><b>Kiev sta cercando di garantire che gli uomini ucraini rifugiati nell'UE siano respinti verso il loro Paese d'origine. </b>Questo passo è finalizzato a consentire al governo di Kiev di riesaminare attentamente i certificati di non idoneità al servizio militare emessi per questi soggetti. L'obiettivo dichiarato del provvedimento è invalidare tali certificati al fine di ottenere nuove risorse per le forze armate.</i></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il leader della fazione "Servi del Popolo" al governo, Dawid Arachamija</b>, ha recentemente presentato questa richiesta, sottolineando la sua importanza nella lotta contro la diffusa corruzione fra le autorità di reclutamento. È di dominio pubblico, infatti, che in molti di questi uffici sia possibile ottenere un certificato di non idoneità in cambio di pagamenti che variano <b>tra i 3.000 e i 15.000 dollari americani</b>, da consegnare ai funzionari e ai medici coinvolti. I media ucraini hanno segnalato un aumento dei prezzi per questo "servizio" dopo l'annuncio del presidente Volodimir Selensky riguardo alla revisione di tutti i certificati di idoneità rilasciati.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Finora, nessuno degli Stati dell'UE ha reagito ufficialmente alla richiesta di Kiev</b>. L'unica eccezione è stata la Polonia, dove il quotidiano Rzeczpospolita ha riportato che le autorità hanno già provveduto all'espulsione di alcuni ucraini in determinate situazioni. Tuttavia, va notato che persino coloro che sono incorsi in reati secondo la legge polacca, come il presunto contrabbando di migranti "illegali" provenienti da Paesi terzi o l'aiuto per il loro transito verso le nazioni confinanti con la Polonia a ovest, vengono inclusi in queste espulsioni.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La restrizione è di grande importanza, poiché i mandati d'arresto internazionali,</b> necessari per le espulsioni, possono essere applicati solo se il reato imputato alla persona è punibile in entrambi i Paesi coinvolti. Questa situazione non si verifica di solito per gli uomini provenienti dall'Ucraina sfuggiti al servizio militare. Il motivo è che le leggi tedesche o polacche non riguardano l'obbligo militare imposto dallo Stato ucraino alla popolazione maschile. Inoltre, è incerto se il presunto pagamento di una tangente a un funzionario ucraino possa costituire una violazione delle leggi tedesche o polacche, poiché tali disposizioni si riferiscono alla corruzione nell'ambito dei rapporti nazionali, non a quelli in Ucraina.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Va notato che l'organizzazione per i rifugiati "Pro Asyl" </b>ha evidenziato su Deutschlandfunk che il regolamento con cui l'UE ha concesso protezione ai rifugiati dall'Ucraina all'inizio del 2022 non fa distinzione tra uomini, donne e bambini. Pertanto, gli uomini ucraini hanno un legittimo diritto di residenza nell'UE.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Al momento, non si dispone di informazioni precise sul numero esatto di uomini ucraini nell'UE </b>che potrebbero essere obiettori di coscienza in possesso di certificati falsi. Secondo Eurostat, ci sono circa 650.000 uomini ucraini registrati nell'UE. Tuttavia, sembra che vi sia un considerevole numero di casi non dichiarati. Ad esempio, secondo quanto riportato da Rzeczpospolita, le statistiche di ingresso e uscita suggeriscono che circa <b>80.000 uomini ucraini</b> siano entrati nel Paese. Di questi, solo <b>10.000 si sono registrat</b>i presso le autorità, fornendo quindi nome e indirizzo. Tutti gli altri sono "spariti nel nulla", come afferma la portavoce dell'autorità di frontiera polacca citata dal giornale. Pertanto, sembra che l'indagine sulla questione potrebbe richiedere del tempo prima di ottenere risultati concreti.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><span style="font-size: medium;"><br /></span></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8180786819562389125.post-15150127944645601392023-09-06T23:12:00.005+02:002023-09-06T23:21:54.966+02:00Piu' della metà del LNG russo importato dai paesi UE<p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><i><b>La Spagna è al secondo posto a livello mondiale, dietro la Cina, per quantità di LNG importato dalla Russia. Ma anche gli altri paesi europei non scherzano, con Belgio e Francia che dallo scoppio della guerra in Ucraina hanno aumentato le importazioni di LNG russo</b></i></span><i style="font-family: arial;"><b>, un gas costoso e poco amico del clima. Un'altra storia di ipocrisia occidentale in tempo di guerra, <a href="https://overton-magazin.de/top-story/grosse-heuchelei-mehr-als-die-haelfte-des-russischen-lng-wird-von-der-eu-importiert/">ne scrive Overton-Magazin.de</a></b></i></span></p><p></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZLjgLmk38UWgbru21pAbWZgZXP4hsCb_goYHvSYJ4-DllVVOfk831ZTzMSsPje3nrCwiBbdJdaroNfCzeCFh4Gtk_Aj_3ncj2qn2RKLZwlB6QhlqdKookkFRfXkcV3rr21tap7_z_2GGGE9OCb6diNqzFR36YeCNVMSadS5P6ZFsrZ4abLKGDGh5aKxA/s1920/download.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="terminal LNG germania" border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1920" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZLjgLmk38UWgbru21pAbWZgZXP4hsCb_goYHvSYJ4-DllVVOfk831ZTzMSsPje3nrCwiBbdJdaroNfCzeCFh4Gtk_Aj_3ncj2qn2RKLZwlB6QhlqdKookkFRfXkcV3rr21tap7_z_2GGGE9OCb6diNqzFR36YeCNVMSadS5P6ZFsrZ4abLKGDGh5aKxA/w400-h266/download.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Terminal LNG in Germania</td></tr></tbody></table><br /><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La politica dell'Unione Europea (UE) e dei suoi Stati membri appare estremamente contraddittoria </b>e, si potrebbe dire, anche ipocrita, come dimostrato da un'indagine condotta <a href="https://www.globalwitness.org/en/press-releases/eu-imports-russian-lng-have-jumped-40-invasion-ukraine/">da Global Witness.</a> Nonostante la guerra in Ucraina e le sanzioni UE, l'importazione di gas naturale liquefatto (GNL) dalla Russia continua a crescere. Nei primi sette mesi di quest'anno, i paesi dell'UE hanno <b>acquisito oltre la metà del GNL russo,</b> con un flusso di denaro di quasi 5,3 miliardi di euro diretto verso la Russia.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Attualmente, i paesi dell'UE costituiscono il principale acquirente di GNL russo</b>, rappresentando circa il 52% del totale. Ciò significa che notevoli quantità di gas russo continuano ad arrivare nell'UE, ma non più attraverso i tradizionali gasdotti. Questo gas liquefatto, trasportato costosamente tramite navi specializzate, deve essere successivamente rigassificato con un costo significativo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Global Witness ha esaminato i dati sulle spedizioni di GNL forniti da Kpler,</b> uno dei principali fornitori di dati sulle materie prime. Secondo questi dati, le importazioni di <b>gas naturale liquefatto (GNL) nell'Unione Europea hanno raggiunto circa 22 milioni di metri cubi.</b> Sorprendentemente, i Paesi dell'UE hanno acquistato circa il 40% in più di GNL dalla Russia rispetto allo stesso periodo del 2021. È importante notare che il confronto non viene effettuato con l'anno precedente poiché l'inizio della guerra avrebbe influenzato i dati. Invece, ci concentriamo sul periodo precedente all'attacco all'Ucraina e alle sanzioni internazionali che sono state applicate da allora.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Come evidenziato <a href="https://overton-magazin.de/top-story/iwf-prognose-deutschland-rutscht-in-die-rezession-russlands-wirtschaft-waechst/">in questo rapporto,</a></b> sembra che le sanzioni non abbiano influito notevolmente sull'economia russa. A differenza dell'economia tedesca, quella russa sta continuando a crescere in maniera costante.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'aumento del 40% nelle importazioni di GNL dalla Russia verso i Paesi dell'UE</b> è molto più significativo rispetto alle importazioni da altri Paesi, che in media sono cresciute solo del 6% nei primi sette mesi rispetto al 2021. Questo indica chiaramente che l'Europa sta contribuendo in modo significativo al sostegno finanziario russo attraverso un notevole aumento delle importazioni di GNL. Va notato che questa tendenza non è nuova, poiché l'anno scorso la Russia è diventata <b>"i<a href="https://www.telepolis.de/features/Russische-Fluessiggas-Exporte-nach-Europa-um-46-Prozent-gestiegen-7537225.html">l secondo più importante fornitore di GNL</a> per i Paesi europei",</b> un fatto alquanto paradossale.</span></p><p><span style="font-size: medium;"><span style="font-family: arial;"><b>Secondo i dati dell'UE, le importazioni di GNL dalla Russia</b> erano già aumentate in modo significativo tra gennaio e settembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Questa situazione sembra essere rimasta invariata, nonostante il fatto che il commissario europeo per l'energia, Kadri Simson, </span><span style="font-family: arial;">già a marzo</span><span style="font-family: arial;"> abbia invitato gli Stati membri a fermare le importazioni di GNL dalla Russia.</span></span></p><p></p><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi82woKHTj_Yd8icG7MbzJprHhwVWNyCLlIZ266GXfjhh74b1ulX8aemBmfyy82ZmA0bz65U7kNltN_jTzRhb-XCfSHFtjID2Kogq1GBPSfRdkIBocUYAei0_CiyzVEObEuROt4EsVExMLptqob0XfJ5FfO_oG_XCvJBmhElngZFhUkI06Sh5fhY-3NP0o/s1280/vessel-2650590_1280.jpg" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="terminal LNG" border="0" data-original-height="852" data-original-width="1280" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi82woKHTj_Yd8icG7MbzJprHhwVWNyCLlIZ266GXfjhh74b1ulX8aemBmfyy82ZmA0bz65U7kNltN_jTzRhb-XCfSHFtjID2Kogq1GBPSfRdkIBocUYAei0_CiyzVEObEuROt4EsVExMLptqob0XfJ5FfO_oG_XCvJBmhElngZFhUkI06Sh5fhY-3NP0o/w320-h213/vessel-2650590_1280.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nave per il trasporto di LNG</td></tr></tbody></table><br /><span style="font-family: arial; font-size: large;"><br /></span><p></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Jonathan Noronha-Gant di Global Witness </b>ha commentato questa situazione in modo sconcertante sul Financial Times (FT), affermando: "È scioccante che i Paesi dell'UE abbiano lavorato così duramente per diventare indipendenti dal gas fossile russo, solo per poi sostituirlo con l'equivalente trasportato". Egli enfatizza che, a prescindere dalla modalità di trasporto, sia tramite gasdotto o nave, il risultato è comunque un flusso di denaro verso la "cassa della guerra di Putin". <b>Noronha-Gant </b>sottolinea che entrambi i metodi contribuiscono al finanziamento della guerra in Ucraina e che ogni euro speso alimenta ulteriormente il conflitto. L'esperto di Global Witness evidenzia <b>l'ipocrisia di quei Paesi che, da un lato, condannano la guerra in Ucraina, ma dall'altro la finanziano. </b>Pertanto, egli sostiene che questi Paesi dovrebbero prendere misure concrete per vietare il commercio di gas naturale liquefatto russo.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, secondo l'ONG, è fondamentale considerare l'impatto ambientale</b> e climatico del modo in cui il gas viene trasportato in Europa o altrove. È sorprendente notare che né il racconto giornalistico del FT né quello del <a href="https://www.tagesschau.de/wirtschaft/verbraucher/eu-gas-lng-russland-100.html">Tagesschau</a> affrontino il tema del danneggiamento climatico specifico causato dal GNL, nonostante i crescenti effetti della catastrofe climatica. L'organizzazione sottolinea i danni ambientali causati dal GNL e dai combustibili fossili in generale, sottolineando la necessità di accelerare l'ampliamento delle energie rinnovabili.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Per quanto riguarda l'impatto climatico del GNL, </b>il <a href="https://www.bundestag.de/resource/blob/565016/7aad8bfcffa7575b29130435b3de6bb5/wd-8-050-18-pdf-data.pdf">Servizio Scientifico del Bundestag tedesco afferma</a> che "il GNL è composto per circa il 90% da metano (CH4), un gas serra che ha un impatto sul clima circa 25 volte superiore a quello dell'anidride carbonica (CO2)". Alcuni esperti ritengono che il danno sia ancora più grave e spesso sottovalutato. Secondo il professore di ricerca ambientale Robert Howarth della Cornell University di Ithaca, New York, il metano è "un gas serra <a href="https://www.energate-messenger.de/news/202501/wissenschaft-co2-und-methan-emissionen-von-lng-unterschaetzt">120 volte più dannoso della CO2</a>". Howarth sospetta che durante la produzione e il trasporto del gas da fracking, almeno il 3,2% del metano contenuto venga rilasciato nell'atmosfera, con la possibilità di arrivare addirittura al 6%.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>L'Istituto Fraunhofer ha condotto <a href="https://www.isi.fraunhofer.de/content/dam/isi/dokumente/ccx/2019/2019-05-15_cc_21-2019_roadmap-gas_lng.pdf">uno studio breve</a></b><a href="https://www.isi.fraunhofer.de/content/dam/isi/dokumente/ccx/2019/2019-05-15_cc_21-2019_roadmap-gas_lng.pdf"> </a>ma significativo che ha concluso che <i>"le emissioni generate dalla catena di produzione del GNL importato nell'UE superano costantemente quelle associate all'approvvigionamento di gas tramite gasdotti (gasdotti), in alcuni casi addirittura di oltre sette volte"</i>. Questa affermazione non riguarda solo la fuoriuscita di metano, notoriamente dannosa per il clima, ma va oltre. Robert Howarth ha spiegato che per liquefare il gas naturale e trasformarlo in GNL, è necessario bruciare circa il 20% del gas di scisto estratto. Già nel 2019, l'Istituto Fraunhofer aveva sottolineato che, dal punto di vista della protezione del clima, <b>l'utilizzo del gas trasportato tramite gasdotti era preferibile al GNL a causa delle minori emissioni associate alla sua produzione</b>. Tuttavia, la situazione attuale sembra essersi ribaltata.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Tuttavia, la questione dell'ipocrisia potrebbe diventare ancora più evidente</b>. Un terzo delle importazioni totali di GNL proveniente dalla Russia nell'UE è destinato alla<b> Spagna</b>, con una quantità di 7,5 milioni di metri cubi. La Spagna rappresenta circa il 18% delle esportazioni totali della Russia, seconda solo alla Cina, che rappresenta il 20%. Subito dietro la Spagna, il Belgio è al terzo posto a livello mondiale e la Francia al quarto. Inoltre, il più grande acquirente singolo di <b>gas russo è il gigante energetico francese TotalEnergies,</b> che ne acquista 4,1 milioni di metri cubi. TotalEnergies detiene anche circa il 20% del capitale del produttore russo di gas Novatek e del consorzio Yamal LNG.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In Francia, oltre alla crescente dipendenza dalla Russia </b>per quanto riguarda il gas, c'è anche una crescente dipendenza dall'uranio russo. È sorprendente notare che l'uranio non è soggetto a sanzioni. La società statale francese Framatome sta persino valutando una joint venture con la russa Rosatom per la produzione di elementi combustibili nella città tedesca di Lingen.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>La situazione in Spagna riguardo alle importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) è una sorta di Assurdistan, </b>dove le contraddizioni appaiono particolarmente acute. Per esempio, il ministro dell'Ambiente spagnolo aveva già richiesto a marzo l'inserimento del GNL nell'elenco delle sanzioni, definendo la situazione "assurda". Tuttavia, se tale richiesta fosse stata accolta, l'approvvigionamento energetico della <b>Spagna</b> sarebbe stato gravemente compromesso, poiché la dipendenza dal gas russo è cresciuta notevolmente, anche a seguito dell'allontanamento dell'ex principale fornitore.</span></p><!--Francostaconlanana-->
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</script><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>I numeri rivelano l'incremento della dipendenza spagnola dalla Russia</b>, con le importazioni di GNL russo nel primo semestre del 2023 in aumento del 70% rispetto all'anno precedente e un sorprendente incremento del 127% nel primo trimestre rispetto all'anno precedente. Questo trend non è nuovo, in quanto già nel giugno 2022, il gas statunitense estratto tramite fracking aveva superato <b>l'Algeria</b> come principale fornitore di gas della Spagna. Anche l'anno scorso, con la guerra in corso, la Russia aveva aumentato le forniture di gas verso la Spagna, nel giugno 2022 erano già il 25% del totale, nel primo semestre al momento dello scoppio della guerra erano solo il 10%. In modo altuanto paradossale,<b> l'invasione dell'Ucraina ha portato a un significativo aumento delle importazioni di gas russo in Spagna.</b></span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>D'altra parte, l'Algeria è scivolata al terzo posto come fornitore nel giugno 2022,</b> con una diminuzione delle importazioni dal Nord Africa di quasi il 60% rispetto all'anno precedente. La Spagna sembra quindi sanzionare l'Algeria, ma la realtà è diversa: il paese riceve meno gas dall'Algeria perché riconosce l'occupazione illegale del Sahara Occidentale da parte del Marocco e sostiene la sua guerra. In questo modo, la Spagna sembra voler seguire le politiche di Donald Trump.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>In un ulteriore paradosso, la Spagna</b> ha rischiato di interrompere completamente le forniture di gas dall'Algeria a causa della<b><a href="https://overton-magazin.de/krass-konkret/spanien-liefert-trotz-der-versorgungsprobleme-in-der-eu-gas-an-marokko/"> fornitura di gas al Marocco</a></b>, il rivale regionale, creando tensioni sia con i Sahrawi che con il Fronte di Liberazione Polisario.</span></p><p><span style="font-family: arial; font-size: medium;"><b>Il presidente spagnolo Pedro Sánchez inoltre ha sostenuto </b>la fornitura di armi all'Ucraina per difendere il suo diritto all'autodeterminazione, ma allo stesso tempo la Spagna, in maniera alquanto incoerente, riconosce l'occupazione illegale del Marocco nel Sahara Occidentale e si oppone alla richiesta delle Nazioni Unite di decolonizzazione. Questa incoerenza nell'affrontare il problema russo in Ucraina è evidente quando si considera che la <b>Spagna sta contribuendo in modo significativo al tesoro di guerra russo </b>attraverso le importazioni di GNL, invece optare per un gas più economico e meno dannoso per l'ambiente proveniente dai gasdotti con l'Algeria.</span></p><p><br /></p><p><b><i><span style="font-family: arial; font-size: medium;">Leggi gli altri articoli <a href="https://vocidallagermania.blogspot.com/search/label/guerra%20in%20ucraina">sulla guerra in Ucraina-->></a></span></i></b></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><!--Francostaconlanana-->
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</script>Voci dalla Germaniahttp://www.blogger.com/profile/12629714681997606973noreply@blogger.com0