mercoledì 23 gennaio 2013

Jacques Attali sui 50 anni del Trattato dell'Eliseo


Jacques Attali, ex consigliere di Mitterand, intervistato da FAZ,  con grande realismo descrive lo stato delle relazioni franco-tedesche e i passi necessari per ridare vita ad un legame indebolito dalla crisi. Da FAZ.net
Cinquanta anni dopo la firma del Trattato dell'Eliseo il rapporto fra Francia e Germania è in una fase di stallo. Un'intervista con l'ex consigliere presidenziale Jacques Attali.

FAZ: Quale coppia franco-tedesca negli ultimi 50 anni è stata la migliore?

JA: Senza dubbio il duo Mitterand-Kohl. Andavano molto d'accordo, lo posso attestare. La coppia aveva i prerequisiti per non intendersi, e invece sin dall'inizio fra i due è scoppiata la scintilla. Erano ossessionati dalla costruzione dell'Europa. Helmut Kohl è un uomo ammirevole, un uomo molto grande. Insieme hanno fatto cose importanti: l'unione monetaria, lo spazio Schengen, la brigata franco-tedesca e l'inizio dell'integrazione militare fra i due paesi, Frontex- l'agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione Europea, il programma di scambio Erasmus. Mitterand e Kohl hanno costantemente contribuito con nuove idee, anche se solo una su dieci poi è diventata realtà. In quel periodo l'integrazione europea procedeva con passi da gigante.

FAZ: Come considera la coppia Merkel-Holland rispetto alla mitica coppia franco-tedesca?

JA: La loro relazione è appena iniziata, è troppo presto per dare un giudizio. Di fatto il rapporto franco-tedesco sarà paralizzato fino alle elezioni del nuovo cancelliere in ottobre.

FAZ: Ma come giudica le relazioni franco-tedesche degli ultimi 10 anni?

JA: Diciamolo, Francia e Germania sono condannate ad andare d'accordo. Dai tempi di Mitterand e Kohl non c'è piu' la stessa vicinanza fra i 2 paesi. Già da molto tempo non vengono lanciate nuove idee. Sul lato francese Chirac, Sarkozy e Jospin non erano degli europeisti convinti. Sul lato tedesco non si è abbandonata l'Europa, ma ci si è rivolti ad altri partner; ad esempio con Gerhard Schröder alla Gran Bretagna di Tony Blair.

FAZ: Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, dopo tutto, hanno lavorato a stretto contatto

JA: Si', ma a causa dell'Eurocrisi. In un primo momento si sono guardati con sospetto. Poi hanno iniziato a lavorare insieme, perché volevano evitare un fallimento, le cui conseguenze potevano essere drammatiche. Di fatto le relazioni franco-tedesche da 15 anni vanno avanti ad un livello minimo.

FAZ: Perché?

JA: E' prima di tutto una questione di generazioni. I politici di oggi non hanno vissuto la guerra in prima persona. E non hanno preso al programma di scambio europeo Erasmus. L'Europa per loro non è una necessità assoluta. In questo momento ci troviamo in una fase pericolosa. L'Europa non è governata da europeisti. Angela Merkel in fondo è una prussiana, e per i prussiani l'Europa non ha mai contato molto. Alla fine pero' ha capito che senza l'Europa, la Germania sarebbe crollata.

FAZ: E la Francia?

JA: La Francia ha capito che l'Europa è destinata a sparire se l'integrazione europea non va avanti, e che cio' sarebbe una catastrofe per il paese. La Francia e la Germania hanno un complesso di superiorità. La Germania a causa del suo peso in alcuni importanti settori, la Francia per via della sua demografia. In un certo senso e senza ammetterlo, entrambi i paesi pensano di essere  dipendente l'uno dall'altro molto meno che in passato. L'Eurocrisi ha un vantaggio: ricorda a francesi e tedeschi che sono condannati a lavorare insieme.

FAZ: Quali sono i principali successi del duo franco-tedesco negli ultimi 50 anni?

JA: Al primo posto: è stata definitivamente sepolta l'ascia di guerra fra i due paesi. Il destino dell'uno è indissolubilmente legato a quello dell'altro. Ma è una coppia fragile. Nelle loro teste il legame non ha fatto passi avanti. In Francia, la letteratura, il cinema o la musica della Germania contemporanea non sono conosciuti. C'è poco desiderio di Germania. La coppia franco-tedesca vive da decenni di due brutti ricordi: il comportamento mostruoso dei tedeschi durante la seconda guerra mondiale e la debolezza della Francia nel 1940. Oggi questi ricordi sono sbiaditi. Giustificano tutt'al piu' un matrimonio di convenienza. Storicamente parlando, la Francia si sente molto piu' attratta dalla Russia che non dalla Germania. E lo stesso per la Germania. Questo rapporto ha bisogno di un nuovo spirito.

FAZ: E come lo si potrebbe trovare?

JA: Io credo in primo luogo con dei grandi progetti. Una integrazione delle reti ferroviarie francesi e tedesche. Come sarebbe ad esempio una fusione fra SNCF e Deutsche Bahn?  Io penso ci si dovrebbe orientare all'esempio di EADS. Prima di tutto nel settore farmaceutico e nell'industria automobilistica. In ambito culturale si potrebbero fondare case editrici comuni. Si potrebbe pensare anche a canali televisivi franco-tedeschi

FAZ: Ma c'è già Arte.

JA: Arte è una stazione francese, trasmessa anche in Germania, come una vera joint-venture. Fondamentalmente nell'ambito della cultura e dell'integrazione universitaria resta molto da fare. La dimensione franco-tedesca del programma Erasmus è insufficiente.

FAZ: Negli ultimi tempi a Parigi e Berlino sono cresciute le preoccupazioni per le diverse posizioni in ambito politico, economico e culturale. Anche lei ha questa impressione?

JA: François Mitterrand una volta disse: temo il giorno in cui la Germania sarà guidata da un prussiano. Il momento è arrivato. La Prussia non si è mai interessata all'Europa.

FAZ: Nemmeno Federico il Grande?

JA: Nemmeno Federico il Grande. Ho scritto una biografia di Denis Diderot e le posso assicurare che Federico il Grande era un dittatore terribile. Ha impedito a Voltaire di fare delle pubblicazioni mentre si trovava presso di lui. A un livello piu' profondo le relazioni franco-tedesche sono diventate vittime di una caricatura, vale a dire: la Germania se la sta cavando molto meglio della Francia. Questo è falso. Fra 30 anni ci saranno piu' francesi che tedeschi. I tedeschi non hanno nessuna politica per la famiglia. Le politiche per la famiglia non sono un Club Mediterranée. Riguardano la sopravvivenza di un paese. Senza una politica per la famiglia un paese si suicida a piccoli passi. In questo senso il modello francese è migliore. Io credo che gli stranieri in Francia siano anche molto meglio integrati rispetto alla Germania...

FAZ: Lei sostiene un nuovo federalismo europeo. Quale ruolo dovrebbero avere la Germania e la Francia?

JA: Io credo che l'Unione Europea nel frattempo sia diventata un legame fin troppo debole. Una federazione di 27 stati non puo' funzionare. I parlamentari europei dei 27 stati membri servono a votare le dimensioni delle barre di cioccolato. A Strasburgo invece, gli stessi parlamentari, cioe' quelli dei 17 membri dell'Eurozona, dovrebbero dar vita ad una vera e propria assemblea costituzionale. Ma questo processo non puo' essere guidato né dalla Commissione europea né dai diplomatici nazionali. I diplomatici vivono per Brussel, e la Commissione non ha alcun interesse a lavorare a un progetto che limiti i suoi poteri. Per fare questo c'è bisogno di una forte volontà politica dei rappresentanti eletti e di politici motivati. 

FAZ: Si dice, l'Europa con ogni crisi fa un piccolo passo in avanti. Data la portata dell'ultima crisi non ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di piu' di una unione bancaria, anche se si tratta di un passo importante?

JA: Ci troviamo in una fase di transizione verso un'Europa federale o almeno di un Europa un po' piu' federale. La trasformazione della BCE nel 2012 ha dato ai politici un po' piu' di tempo. La BCE ha spento il fuoco che minacciava di incendiare tutta l'Europa. Ma in un certo senso ha introdotto uno schema piramidale. Assumerà rischi finanziari, se è convinta che i politici intendano agire per ridurre gli squilibri nell'Eurozona. Di fatto nel 2012 in Europa abbiamo vissuto un colpo di stato tecnocratico. La BCE si è sostituita ai politici indecisi, e ha preso il comando dell'aereo europeo. Ma in realtà non si è risolto ancora nulla.

FAZ: Come possono fare i politi europei per tornare al comando?

JA: Con convinzione e una chiara visione. Torno a Mitterand e Kohl. Entrambi avevano un'energia europea enorme. E potevano fare affidamento su un terzo uomo: Jacques Delors al vertice della Commissione. Kohl e Mitterand non avevano paura di nominare un uomo forte per la Commissione. Da allora al vertice della Commissione ci sono stati solo politici deboli. Sono state decisioni suicide. Barroso lascerà presto il suo posto. Se lo si riuscirà a sostituire con un uomo forte come Mario Monti o Pascal Lamy, le carte potranno essere di nuovo mischiate. Presto vedremo se i politici attuali hanno il coraggio politico necessario. 

12 commenti:

  1. e noi siamo il maiale portato dal partito unico dell'euro a farsi scannare!

    RispondiElimina
  2. Attali è un personaggio pericolosissimo. E' un "aristocratico socialista" privo di qualunque scrupolo politico, per il quale la democrazia va bene nella misura in cui serve al perseguimento degli obbiettivi della classe degli "illuminati". E non è per niente stupido.
    L'anno scorso ha dichiarato, a proposito del trattato di Maastricht: "Abbiamo attentamente dimenticato di scrivere l'articolo che permette di uscirne; forse non è stato molto democratico, ma era una garanzia".
    Nonostante la clausola di secessione, nei Balcani abbiamo avuto quel che abbiamo avuto, con la dissoluzione della Jugoslavia. Questi pensano di evitare l'inevitabile con "la forza dei trattati e dello stato di fatto".
    Peraltro, il quadro che dipinge è molto lucido. Dice chiaramente che la Ue si salva solo con operazioni impossibili e molto rischiose sotto il profilo politico. Una visione dell'azzardo alla Hitler.
    E a proposito dello stato dei rapporti della Ue, in Italia nessuno lo ha riportato, ma tra Natale e capodanno Jacques Delors ha dichiarato alla stampa che lui "consigliava" alla Gran Bretagna di lasciare la Ue.
    Sic stant rebus. Ai tedeschi ovviamente Attali il furbo non lo dice …

    RispondiElimina
  3. Ottima intervista, Jacques Delors spiega lo stato delle relazioni tra Francia e Germania, con un certo tasso di sincerità; l'Europa è una cosa giusta e necessaria, purtroppo, attualmente non ci sono leaders all'altezza del compito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Interessante come il pensiero di Delors trapeli da un'interista ad Attali.
      Miracoli dell'Europa

      Elimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo no... Bruning ha inflitto l'austerità al suo paese, la Merkel agli altri.

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
  5. In casa loro i tedeschi hanno fatto quel tanto di austerity salariale (in anticipo sugli altri) che ha consentito la formazione dei megasurplus commerciali.
    Agli altri hanno fatto fare la mega-austerity depressiva.
    Come ha detto Munchau, il Bruning del 21esimo secolo e' Monti, non Merkel.

    RispondiElimina
    Risposte

    1. Grazie per tutti i commenti... l'intervista è interessante perchè mette a fuoco lo stallo nelle relazioni franco tedesche e sottolinea che senza un rilancio dell'azione politica l'europa si spegnerà. Ma una Germania guidata da una prussiana, bigotta, leader pastorale, cresciuta nella DDR, non riuscirà a rilanciare il processo di integrazione europeo. Allo stesso tempo i francesi non hanno alcuna intenzione di rinunciare all'Euro, necesssario per le loro politiche ambiziose, insomma lo stallo mi sembra totale...

      Elimina
    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    3. @Jorg, non mi pare che siamo in dissenso, sono sfumature...
      Che "non durerà a lungo" me lo auguro, purtroppo non è scontato.
      Riprendere una strada autonoma = recuperare la propria autonomia monetaria è possibilissimo per l'Italia e anche facile, si tratta di volerlo. Ma un soggetto politico-istituzionale che formuli una proposta chiara e percorribile manca ancora.

      Elimina
    4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina