mercoledì 25 marzo 2020

Uno smacco per il governo di Berlino

Mentre il governo di Berlino fino ad ora ha rifiutato ogni offerta di aiuto proveniente dalla Cina, dimostrando in questo modo le proprie ambizioni geo-politiche, il presidente del distretto di Heinsberg in NRW, zona gravemente colpita dall'epidemia, nei giorni scorsi ha compiuto un passo drammatico scrivendo una lettera aperta al presidente cinese Xi Jinping per chiedere l'aiuto della Cina e l'invio di materiale sanitario e di esperti. Un grave smacco per il governo di Berlino. Ne scrive RT Deutsch


L'amministratore distrettuale di Heinsberg, Stephan Pusch (CDU), ha inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, come riportato dalla Deutsche Presse-Agentur. Heinsberg è considerato un "hotspot corona". In questa regione, infatti, è stato registrato un numero particolarmente elevato di casi. Nella sua lettera, che ha indirizzato all'ambasciata della Repubblica popolare a Berlino, il politico conservatore ha fatto appello al paese asiatico chiedendo di fornire a Heinsberg i beni medici urgentemente necessari. Secondo Pusch, l'inventario delle mascherine e degli abiti protettivi del distretto potrebbe esaurirsi in pochi giorni.

La Cina recentemente si era offerta per fornire sostegno al governo tedesco nel caso in cui fosse stato necessario. Ma Berlino non ha accettato l'offerta, a differenza di numerosi altri paesi europei.

"Fino a quando il comitato anti-crisi e gli ospedali della zona non possono fornire materiale protettivo a sufficienza - molto difficile - ciò avrà delle conseguenze gravi e di vasta portata per il sistema sanitario distrettuale di Heinsberg e per le persone qui residenti. Nella mia funzione di amministratore distrettuale, pertanto, chiedo supporto alla Repubblica popolare cinese", afferma la lettera dell'amministratore distrettuale, scritta nella forma di una lettera aperta.



Secondo Pusch i funzionari sanitari cinesi avrebbero una maggiore esperienza nella lotta contro il coronavirus. La sua amministrazione distrettuale, sarebbe quindi anche interessata a uno scambio professionale con le autorità cinesi. Inoltre, l'amministratore distrettuale può ben immaginare una partnership con l'epicentro della pandemia di corona in Cina, nella provincia di Wuhan.

Il distretto di Heinsberg, situato nel Nord Reno-Westfalia, finora ha registrato 21 morti e oltre 1.000 persone infette. La causa della massiccia infezione è stata una festa di carnevale durante la quale in molti sono stati contagiati.

Secondo Pusch, i funzionari sanitari cinesi senza dubbio hanno una maggiore esperienza nella lotta contro il coronavirus. La sua amministrazione distrettuale è quindi interessata a uno scambio professionale con le autorità cinesi. L'amministratore del distretto, inoltre, può facilmente immaginarsi una partnership con l'epicentro della pandemia di coronavirus in Cina, nella provincia di Wuhan.

Il distretto di Heinsberg, situato nel Nord Reno-Westfalia, finora ha avuto 21 morti e oltre 1.000 persone infette. La causa della infezione di massa è stata una festa di carnevale durante la quale in molti  sono stati infettati.

Il drammatico appello a Pechino rappresenta una vergogna per il governo tedesco, il quale ha sempre sottolineato di avere la situazione sotto controllo. Pusch questo fine settimana su Der Spiegel aveva già fortemente criticato la condotta del suo collega di partito Armin Laschet, Presidente del Land Nord Reno-Westfalia:

"Abbiamo immediatamente chiuso le scuole e gli asili nido e mi sarei aspettato di vedere immediatamente lo stesso passo anche nel resto della regione", si è lamentato l'amministratore distrettuale. "Abbiamo avuto l'impressione che qualcuno pensasse: okay, questo è un problema solo del distretto di Heinsberg".

È discutibile, inoltre, fino a che punto le altre aree della Germania possano esssere effettivamente preparate per l'epidemia di coronavirus. Ad esempio, il presidente del consiglio di amministrazione della Kassenärztliche Vereinigung di Amburgo, Walter Plassmann, ha riferito al servizio di informazione del settore medico:

"Per settimane abbiamo cercato disperatamente di acquistare equipaggiamento protettivo in ogni parte del mondo, il che è quasi impossibile"

Sebbene il governo federale gli avesse assicurato aiuto, nulla nel frattempo si sarebbe concretizzato.

martedì 24 marzo 2020

Handelsblatt - Verso una linea di credito dell'ESM, ma niente eurobonds

"Sempre meglio di nulla", dice ad Handelsblatt un diplomatico dell'Europa del sud in riferimento al piano anti-crisi dell'UE. Ci sarebbe la disponibilità di tedeschi, olandesi e finlandesi, infatti, ad aprire una linea di credito anti-crisi nell'ambito del fondo ESM, di somme precise ancora non si parla, anche se sarà ben al di sotto dei 410 miliardi di euro di capacità residua del MES, e per Handelsblatt questo è il massimo che il fronte rigorista del nord potrebbe concedere ai latini. Niente eurobonds incondizionati quindi. Ne scrive Handelsblatt


Il fondo di salvataggio ESM dovrebbe stendere una rete di sicurezza per quei paesi dell'eurozona che non sono in grado di fronteggiare finanziariamente la crisi causata dal corona virus. L'istituzione di una „Enhanced conditions credit line“ (ECCL) sarà discussa nell'Eurogruppo di martedì sera e probabilmente sarà approvata giovedì dai capi di governo dell'UE, come ha appreso Handelsblatt dagli ambiti diplomatici dell'UE.

I ministri delle finanze europei e i capi di governo dell'UE si riuniscono infatti questa settimana in videoconferenza. Entrambi gli incontri virtuali riguarderanno principalmente il modo in cui l'UE potrà fronteggiare le conseguenze economiche della crisi.

Sul tavolo ci sarebbero diverse opzioni, secondo quanto viene riferito da fonti dell'UE. Fra queste la "linea di credito a condizioni migliorate" dell'ESM sembrerebbe essere di gran lunga la più probabile. La linea di credito dovrebbe essere aperta a tutti i paesi dell'eurozona. Se un governo fosse interessato, tuttavia, dovrebbe fare domanda tramite l'ESM. Nessun ministro delle finanze europeo per ora avrebbe mostrato un tale interesse all'interno dell'eurogruppo, si dice da Bruxelles.


Un paese finanziariamente forte come la Germania non ha bisogno di un prestito dal fondo di salvataggio europeo, mentre paesi finanziariamente deboli come l'Italia vorrebbero poterne fare a meno il più a lungo possibile. Il governo di Roma, infatti, teme che una domanda di aiuto al MES potrebbe avere delle conseguenze negative per le condizioni di finanziamento sui mercati finanziari. L'Italia potrebbe quindi essere stigmatizzata da parte degli investitori privati come uno stato in crisi ed essere costretta a pagare un premio al rischio più elevato, ha detto il ministro delle finanze italiano Roberto Gualtieri lamentandosene con l'Eurogruppo la scorsa settimana.

L'Italia, la Francia e gli altri paesi dell'Europa meridionale chiedono pertanto l'istituzione di un nuovo strumento di credito presso il MES: il fondo di salvataggio dovrebbe creare un "Fondo-corona" in grado di erogare prestiti incondizioni ai paesi piu' bisognosi dell'eurozona. Germania, Paesi Bassi e Finlandia, tuttavia, vi si oppongono. La ragione di fondo è la paura che i corona-bonds emessi dal MES nell'ambito di tale fondo di aiuto possano in definitiva trasformarsi in eurobonds.

Berlino, L'Aia ed Helsinki intendono continuare ad impedire ogni messa in comune del debito pubblico nell'eurozona, nonostante la crisi in corso. Il Fondo-corona dell'ESM, richiesto dagli europei del sud, resta tuttavia un'opzione all'ordine del giorno dell'Eurogruppo di martedì sera. Anche se resta difficile ipotizzare una decisione in tal senso, sia nell'Eurogruppo, che nella riunione virtuale dei capi di governo dell'UE di giovedì, sostengono i diplomatici dell'UE.

"Meglio di nulla"

Germania, Paesi Bassi e Finlandia per ora vogliono contenere le dimensioni della linea di credito ECCL. La portata dell'ECCL probabilmente non sarà quantificata o comunque in maniera molto vaga, si dice a Bruxelles. In teoria, l'ESM attualmente potrebbe prestare fino ad un massimo di 410 miliardi di euro. Tale importo, tuttavia, non fluirà in alcun modo interamente nella linea di credito ECCL.

I capi di governo probabilmente questa settimana non commenteranno la quantità di risorse riservata per la linea di credito dedicata al Corona-virus dell'ESM. Si preferisce  ovviamente attendere e vedere se uno Stato membro ne farà domanda. Finora nessun paese lo ha annunciato.

Gli europei del sud e la Francia sono alquanto delusi per questa prima risposta dell'UE alle conseguenze economiche della crisi, ma sono costretti ad accettarla. "Dobbiamo accettare la realtà politica, e questo è meglio di nulla", ha affermato un diplomatico UE di un paese dell'Europa del sud. Con la linea di credito ECCL, si farà ricorso ad uno strumento che l'ESM fino ad ora non aveva mai utilizzato. La volontà dell'eurozona di farlo in questo momento rappresenta un segnale importante per i mercati finanziari.

Non è chiaro se i paesi beneficiari di un prestito dalla linea di credito ECCL dovranno soddisfare dei requisiti. Secondo il regolamento dell'ESM, i paesi beneficiari sono tenuti ad accettare un programma di riforma della politica economica in cambio di un prestito ECCL. Questo è esattamente il punto che l'Italia considera inadeguato. La crisi causata dal virus sta colpendo il Paese senza che questo abbia alcuna colpa e non ha nulla a che fare con gli errori di politica economica del passato, sostiene Roma.

Altre due opzioni

L'eurozona potrebbe anche tenere conto di questa obiezione, discostarsi dal regolamento ESM e rinunciare ai requisiti di riforma in materia di politica economica. I circoli governativi di Berlino segnalano una volontà in tal senso.

Ci sono anche altre due opzioni sul tavolo dell'Eurogruppo. La Commissione europea potrebbe emettere delle obbligazioni proprie e finanziare un programma di aiuti. Quando  nel 2009 è esplosa l'eurocrisi, infatti, la Commissione aveva utilizzato questo strumento. La Banca europea per gli investimenti potrebbe anche lanciare un fondo-corona ed emettere obbligazioni sul mercato finanziario. Finora, entrambe le opzioni sono rimaste molto vaghe; una decisione in merito tuttavia, non è attesa per questa settimana, fanno sapere da Bruxelles.


lunedì 23 marzo 2020

Handelsblatt - Gli eurobonds possono attendere

Secondo quanto riportato da Handelsblatt, tedeschi, olandesi e finlandesi, anche nel pieno della crisi causata dal corona virus, non avrebbero nessuna intenzione di concedere dei prestiti incondizionati a francesi, italiani e spagnoli. Ne scrive Handelsblatt



Il corona virus ha portato a una rottura nella diga della politica fiscale: gli stati di tutto il mondo stanno lanciando programmi di aiuto per molti miliardi di euro al fine di evitare un crollo dell'economia. Anche gli europei stanno agendo in maniera rapida e decisa, ma solo a livello nazionale.

Finora l'Unione Monetaria Europea non è stata in grado di concretizzare nulla - al contrario: la crisi scaturita dal corona virus ha provocato una riapertura dei vecchi fronti all'interno dell'eurogruppo. Gli europei del sud, guidati da Italia e Francia, chiedono un programma di aiuti europei da molti miliardi di euro per combattere la crisi, mentre gli europei del nord, guidati da Germania e Paesi Bassi, frenano.

Il leader del'eurogruppo Mário Centeno non vuole accettare il blocco: per martedì ha invitato i ministri delle finanze dei 19 paesi dell'euro ad un incontro in videoconferenza. Ci sono forti dubbi sul fatto che in quella sede possano essere prese delle decisioni. "La resistenza della Germania e dei Paesi Bassi è enorme", riferisce un diplomatico dell'UE.

Il fulcro della controversia è il fondo di salvataggio MES. La Francia e gli europei del sud chiedono che il MES lanci un programma di prestiti multimiliardario aperto a tutti i paesi dell'euro. Per finanziarlo l'ESM dovrebbe emettere sul mercato le cosiddette obbligazioni corona.

I prestiti del nuovo programma di aiuti dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per combattere le conseguenze della crisi. Inoltre, i prestiti non dovrebbero essere soggetti ad alcuna condizionalità. In un appello congiunto, un gruppo di 13 economisti europei ha anche chiesto al MES di fornire una linea di credito per tutti i paesi in modo da poter affrontare in maniera congiunta la crisi causata dal corona virus.

Prestiti incondizionati?

Sarebbe una novità per il MES. Fino ad ora, infatti, i prestiti del fondo di salvataggio sono sempre stati soggetti a dei requisiti di politica economica: i paesi beneficiari hanno dovuto ristrutturare i propri bilanci e adottare riforme strutturali impopolari. Il rispetto di queste condizioni è stato attentamente monitorato dalla "Troika" composta dalla BCE, dal FMI e dalla Commissione europea.

Nonostante la crisi scaturita dal corona virus, per Germania, Paesi Bassi e Finlandia è impensabile che il MES possa erogare contemporaneamente e in maniera incondizionata dei prestiti a tutti i paesi dell'euro. Nel trattato ESM non è affatto previsto un tale programma di prestiti, e non ci sarebbe il tempo necessario per un cambiamento, si dice a Berlino.

La cassetta degli attrezzi esistente contiene già degli strumenti sufficienti per aiutare i paesi colpiti piu' duramente. Ad esempio, potrebbero richiedere una „Enhanced Conditions Credit Line“ (ECCL). Le condizioni per questi prestiti sono meno rigorose rispetto alla seconda  linea di credito possibile, vale a dire la "Linea di credito condizionata precauzionale" (PCCL).

Per la linea di credito PCCL, l'Italia dovrebbe impegnarsi a rispettare il Patto di stabilità. Ma Roma non lo faceva neanche prima del Corona virus. Gli ostacoli per accedere ad un prestito ECCL sono più bassi, sostengono alcuni diplomatici dell'UE. "Nessuno penserebbe di chiedere all'Italia di riformare il sistema pensionistico o il mercato del lavoro, se nella situazione attuale dovesse chiedere aiuto al MES", si dice a Berlino.

Un prestito ECCL avrebbe anche un altro vantaggio: la BCE potrebbe utilizzare il cosiddetto programma OMT per acquistare i titoli di stato del paese beneficiario, in modo da rassicurare i mercati finanziari e gli investitori. Normalmente, la BCE non è piu' autorizzata a farlo dal momento in cui un paese riceve credito dal MES.

Roma insiste su un programma di sostegno europeo

Alla banca centrale è stato permesso di acquistare titoli di Stato portoghesi e greci solo dopo che i 2 paesi sono usciti dal programma di sostegno. Il ministro delle finanze italiano Roberto Gualtieri non è ancora stato convinto da questi argomenti.

Gualtieri teme che se facesse domanda per avere un programma di aiuti del MES solo per l'Italia, il suo paese verrebbe stigmatizzato sui mercati finanziari. Anche se gli altri paesi dell'eurozona molto probabilmente approverebbero immediatamente il prestito: l'Italia teme che sarebbe messa alla berlina in quanto paese in crisi e dovrebbe pagare premi al rischio più elevati per i suoi titoli di Stato.

Ecco perché il governo di Roma insiste per ottenere un programma generale di sostegno europeo per tutti i paesi dell'euro, preferibilmente attraverso il MES. Il fondo di salvataggio avrebbe la potenza di fuoco necessaria, affermano i diplomatici dell'UE

Del capitale di 705 miliardi di euro dell'ESM, ci sarebbero circa 410 miliardi attualmente disponibili per prestiti, come ha confermato il presidente dell'ESM Klaus Regling lunedì scorso. Poiché la Germania e i Paesi Bassi attualmente respingono un programma generale di prestiti ESM, ci sarebbero altre opzioni in discussione.

Secondo i diplomatici, la Banca europea per gli investimenti (BEI) o la Commissione europea potrebbero emettere dei corona bonds e finanziare un fondo per gli Stati membri in difficoltà. Entrambi i costrutti, tuttavia, avrebbero bisogno di una garanzia - dal MES o direttamente dai paesi dell'UE.
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domenica 22 marzo 2020

H.W. Sinn - Regaliamo 20 miliardi di euro agli italiani, ma niente unione di trasferimento

H.W. Sinn intervistato da DLF chiede al governo tedesco di mettere sul piatto almeno 20 miliardi di euro da regalare all'Italia in segno di solidarietà, ma si oppone ad ogni forma di unione di trasferimento nascosta, come ad esempio gli acquisti di titoli della BCE o i saldi Target. Sinn intervistato da Deutschlandfunk.de


Zagatta: Herr Sinn, la BCE sta agendo in maniera negligente oppure possiamo dire che in questa crisi è estremamente sensato che la Banca centrale europea spenda 750 miliardi di euro per un programma di acquisto di emergenza delle obbligazioni?

Sinn: Sì, sicuramente si può condividere questa politica. Il problema è che gli investitori stanno fuggendo dall'Italia e dalla Grecia. I prezzi dei titoli di stato scendono e i rendimenti effettivi sui titoli di stato sono nuovamente aumentati, rispettivamente, al 3 e al 4%. Lo si può interpretare come un segnale di allarme; è lo è effettivamente. Ma ovviamente la si può vedere anche in un altro modo: prima che entrassero nell'euro, la Grecia doveva pagare il 25% di interessi e l'Italia il 12%, se si torna al 1995, quando l'euro è stato realmente introdotto.

Va bene, è un segnale di allarme e capisco il senso di  questa politica. In questa fase non voglio essere considerato come un grande critico. Il problema in realtà è che tali misure sostanzialmente dovevano essere preparate senza usare tutta la polvere da sparo a disposizione. Ma ciò non è stato fatto. Negli ultimi anni abbiamo assistito sempre alla stessa politica. Dal 2015 al 2018 abbiamo acquistato un totale di 2.500 miliardi di euro in titoli - noi, cioè la BCE - non solo titoli di Stato, ma titoli. Di questi, 1,9 erano titoli di stato governativi e 200.000 erano titoli emessi da fondi di salvataggio e così via. E' già stato stampato molto denaro per acquistare queste obbligazoni, in quanto il mercato non lo voleva fare perché non si fidavano più dei paesi che emettevano questa carta, e ora ci troviamo nella stessa situazione. Questa in realtà è una politica fondata sulla droga. Finora abbiamo dato il farmaco del denaro a basso costo, ma ora il paziente ha un'altra crisi, e ora dobbiamo somministare una quantità maggiore dello stesso farmaco. Lo capisco, ma non è una misura contro la crisi che si sta effettivamente verificando, né in campo medico né per salvare l'economia reale, ma si tratta piuttosto di salvare i portafogli detenuti dalle banche. Anche questo è importante, ma è un aspetto marginale rispetto a quanto sta effettivamente accadendo altrove. 

Zagatta: Ma lei dice che comunque è giusto. Altrimenti ci sarebbe la rottura della zona euro.

Sinn: Chi lo dice?

Zagatta: Glielo chiedo io! Altrimenti paesi come la Grecia e l'Italia non potrebbero sopravvivere finanziariamente a questa crisi.

Sinn: Sì, ora si stanno aiutando prima di tutto le banche che hanno i titoli di stato italiani e greci nei loro bilanci. Questo è il fatto principale. E queste sono le banche del nord, anche in Germania, ma soprattutto in Francia. I francesi hanno investito molto nei titoli di stato italiani. Puoi aiutarli sostenendo il corso dei prezzi di questi titoli. Altrimenti ci sarebbero delle svalutazioni e delle perdite e quindi una o l'altra banca potrebbero fallire. Questa è la ragione di fondo.

In secondo luogo, si stanno aiutando anche gli italiani, perché possono emettere nuovi titoli di Stato a dei tassi di interesse leggermente più bassi. Ma questo è davvero secondario. Gli italiani hanno certamente bisogno di sostegno. Ho anche suggerito che la Germania, ad esempio, mettesse unilateralmente sul piatto, non attraverso l'UE, un regalo da 20 miliardi di euro per l'Italia per mostrare loro la nostra solidarietà. Ma sono preoccupato da questi automatismi, che stanno gradualmente ridistribuendo enormi quantità di denaro attraverso la BCE, che in pratica non è autorizzata a fare quello che sta facendo. Avremo fra qualche settimana la sentenza della Corte costituzionale tedesca su questi programmi di acquisto e vorrei sapere se ciò che è contenuto nella sentenza è compatibile, o viceversa, ciò che viene fatto è compatibile con la sentenza.

Zagatta: Ma lei dice, diamo agli italiani 20 miliardi di euro. La Grecia sicuramente avrebbe delle richieste o dei desideri corrispondenti e seguirebbero un certo numero di altri paesi. Ci sarebbe una grande rivolta in Germania. Lo considererebbe ancora ragionevole?

Sinn: Sì. Guardi, abbiamo due opzioni. Consentiamo i trasferimenti nascosti tramite l'eurosistema, che inizialmente non compaiono nella contabilità, ma che rappresentano altrettante perdite. Pensi all'enorme debito Target contratto dagli italiani - per 400 miliardi di euro, dei quali, se l'Italia non dovesse pagare, un terzo sarebbero a carico della Germania. Succede così lentamente. La stampa non lo capisce, non ne parla. Si tratta di somme in una dimensione completamente diversa. Credo che si debbano mettere sul tavolo 20 miliardi di euro in maniera aperta e onesta e dire: questa è la nostra solidarietà. Dobbiamo anche aiutare gli italiani. Gli italiani si trovano in una situazione davvero difficile. Sono fortemente colpiti perché lì il virus è arrivato prima che altrove a causa degli intensi contatti che hanno con la Cina. Si tratta di contatti commerciali, turistici, ma anche i 300.000 Gastarbeiter provenienti dalla Cina che lavorano in Italia, che sono tornati dopo il capodanno cinese e che hanno portato il virus. L'Italia è davvero in difficoltà. Dobbiamo aiutare i nostri amici italiani, ma apertamente e onestamente e non far finta che lo stia facendo l'UE, ma se lo facciamo, sono i nostri soldi e la nostra libera scelta.

Zagatta: e pensa che potrebbe essere trasmesso alla popolazione tedesca?

Sinn: Sì, penso che si possa facilmente trasmettere alla popolazione tedesca.

Zagatta: All'inizio lei ha detto che queste sono tutte misure per contenere il debito o per mantenere in vita gli stati nelle attuali condizioni.

Sinn: no! Servono per mantenere in vita le banche che hanno i titoli di stato nei loro bilanci. (...)

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Per Lars Feld l'Italia deve richiedere l'intervento del MES

Per Lars Feld, economista di spicco e presidente del consiglio dei saggi economici, organo molto vicino al governo tedesco, se l'Italia dovesse trovarsi nei guai, dovrà chiedere un intervento formale del MES sottoposto a delle precise condizionalità. Niente eurobonds o covidbonds quindi per il presidente del consiglio dei saggi economici. Dall'intervista alla FAZ del 16-03


(...) FAZ: Finora la Germania ha aiutato solo le proprie aziende. Dobbiamo anche aiutare i membri più deboli dell'eurozona, come l'Italia, perché altrimenti l'unione monetaria rischia di vacillare?

Feld: Attualmente stiamo vivendo uno shock simmetrico che colpisce tutti i paesi europei. La Germania pertanto non sarebbe in grado di salvare gli altri paesi. Non sappiamo per quanto tempo durerà questa crisi e di quali risorse avremo bisogno nel nostro paese. I trasferimenti diretti, come quelli effettuati verso la Grecia durante la crisi dell'euro, al momento  quindi sono fuori discussione.

FAZ: E cosa succede se l'Italia sul mercato obbligazionario non dovesse ottenere abbastanza credito a causa del Corona virus?

Feld: Sono previsti aiuti nell'ambito del meccanismo europeo di stabilità ESM e del programma di aiuti OMT della BCE. Se l'Italia dovesse trovarsi nei guai, ad esempio, il governo di Roma dovrebbe richiedere un programma ESM, che dovrebbe anche essere collegato a delle condizioni e a delle riforme.



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sabato 21 marzo 2020

Reazioni dalla Germania sul MES

Questo blog propone un "pastone politico-economico" per rilanciare alcuni passaggi importanti comparsi sulla stampa tedesca in merito al tema del momento: l'accesso al fondo ESM da parte dei paesi dell'Europa del sud.


Il ministro Olaf Scholz, non uno a caso, si mostra alquanto scettico sulla possibilità di attivare il fondo ESM, almeno per ora, da Deutschlandfunk del 20-03:

(...) DLF: perché ad esempio nel caso dell'Italia non è possibile mettere a disposizione i fondi del Meccanismo europeo di stabilità, il MES? Sono legati a delle condizionalità.

Scholz: L'ESM è già qui ed è una cosa molto, molto buona. All'inizio dell'ultima crisi finanziaria non esisteva nemmeno. Ora disponiamo di uno strumento stabile che in un certo senso è in grado di aiutare effettivamente con dei finanziamenti pubblici dei paesi per i quali un aiuto è utile e necessario. Ma ciò non significa che deve essere usato immediatamente, ma che lo si può usare in qualsiasi momento e tutti insieme stiamo osservando la situazione. Questa è un'azione collettiva in cui cerchiamo di capire se alcuni paesi ne hanno bisogno o meno. Per ora, dicono, non è ancora il momento.



Piu' possibilista invece Clemens Fuest, presidente del prestigioso istituto Ifo, intervistato da ARD il 19-03:

(...) ARD: all'inizio della settimana, i ministri delle finanze dell'eurozona si sono incontrati. L'Italia era già considerato un caso problematico anche prima della crisi e ora viene doppiamente colpita dai debiti e dai focolai infettivi. Quanto è in pericolo l'Italia?

Fuest: la cosa buona è che ora abbiamo dei tassi di interesse molto più bassi di un decennio fa. Soprattutto per l'Italia. Pertanto anche l'Italia può sopportare un rapporto debito/PIL più elevato. Tuttavia bisogna tenere d'occhio la situazione. Abbiamo visto che i tassi di interesse sui titoli di stato italiani negli ultimi giorni sono aumentati. Ciò dimostra che gli investitori sono estremamente nervosi. Se sei convinto che l'Italia stia perdendo la fiducia degli investitori, c'è il rischio di una fuga dai titoli di stato italiani. Un simile scenario di "paura della paura" deve essere prevenuto.

ARD : in che modo allora?

Fuest: Mi aspetto due cose soprattutto a livello europeo. Innanzitutto, la Banca centrale europea deve garantire che rimanga liquidità sufficiente per le banche. Nell'ambito della vigilanza bancaria, deve fare in modo che le banche commerciali riducano i prestiti a causa dei rigorosi requisiti in termini di capitale proprio. Il secondo riguarda il livello degli stati membri: deve esserci un chiaro segnale di solidarietà in merito al fatto che nessuno stato finirà nei guai, che tutti gli stati saranno supportati. Attualmente stiamo assistendo a una riduzione dei tassi di interesse sui titoli di Stato tedeschi perché lo stato tedesco viene percepito come un debitore sicuro. I tassi di interesse sulle obbligazioni italiane aumentano. Se questa tendenza continua, tornerà la crisi del debito sovrano, oltre a tutti gli altri problemi che già abbiamo. Pertanto, è necessario fornire un segnale chiaro: i default sul debito pubblico non sono un problema e non ci saranno, indipendentemente dalla profondità della crisi. Questo è quello che bisogna comunicare ora.

ARD: lo stesso governo italiano ha messo in campo il meccanismo europeo di stabilità ESM noto come "fondo di salvataggio". È uno strumento che ora può tornare ad esssere un'opzione?

Fuest: sì, questo è uno strumento che può essere utilizzato. Non si tratterebbe di un programma di ristrutturazione, come era accaduto all'epoca con la Grecia. Sarebbe possibile invece richiedere delle linee di credito preventive. Ciò riguarderebbe l'acquisto di titoli di Stato da parte della Banca centrale europea nell'ambito del cosiddetto programma OMT. Si tratta di uno strumento che deve essere considerato in modo alquanto critico perché la linea che separa la politica monetaria da quella fiscale è sfuocata. Ma nell'attuale situazione, alquanto critica, il suo uso è giustificato. Se un paese ha richiesto l'assistenza dell'ESM, la BCE in linea di principio può acquistare titoli di stato di quel paese in quantità illimitata. Con questa garanzia, gli investitori non avranno piu' alcun motivo per vendere i titoli di stato, la fiducia resterà.

ARD : per cui si pone immediatamente la questione se ciò rientri nel mandato della BCE...

Fuest : In realtà, in definitiva, si tratta di un'operazione di politica fiscale che garantisce la solvibilità di uno stato. Ma la Corte di giustizia europea ha stabilito che la BCE è autorizzata ad avviare questo programma. Non vi sarebbero immediati problemi legali. In una grave crisi, gli Stati hanno bisogno del sostegno della banca centrale e del finanziamento monetario, il cosiddetto prestatore di ultima istanza. Ci troviamo in una crisi del genere.


Intervistato da Handelsblatt, anche Volker Wieland, membro del prestigioso Consiglio dei saggi economici e quindi consigliere del governo tedesco, si mostra possibilista, anche se sembra porre l'accento sulla condizionalità dei fondi:

(...) HB: secondo i limiti che si è auto-imposta, la BCE non può acquistare più di un terzo delle obbligazioni in circolazione per ogni paese. Ora ha dichiarato di voler adeguare questi limiti se necessario. Cosa ne pensa?

Wieland: penso che i limiti siano molto importanti. Tuttavia, davanti alla Corte costituzionale federale in quanto "esperto", ho anche sottolineato che possono esserci situazioni in cui è possibile andare oltre questi limiti. Non avrei mai pensato che una simile situazione si sarebbe presentata così in fretta.

HB: Cosa bisogna fare dal lato politico?

Wieland: a mio avviso, per i paesi attualmente colpiti dalla crisi avrebbe senso presentare una domanda di assistenza al meccanismo europeo di stabilità (MES).

HB: perché?

Wieland: l'ESM è stato creato proprio per tali situazioni. Potrebbe concedere linee di credito ai paesi interessati, ma questi sarebbero soggetti a delle condizionalità. Anche se i paesi non dovessero utilizzare le risorse, sarebbe un segnale forte. Ciò consentirebbe inoltre alla BCE di acquistare specificamente titoli di Stato di singoli paesi attraverso il suo programma OMT.

HB: la BCE rimane inoltre libera di deviare dalla sua capital-key durante gli acquisti. Ad esempio, potrebbe acquistare più titoli di stato italiani. Qual è la differenza?

Wieland: la BCE attraverso il programma OMT può acquistare obbligazioni dei singoli paesi in quantità illimitata. Sarebbe un segnale ancora più deciso. Con l'attuale programma di acquisti, la  portata non è così chiara e anche la valutazione legale è incerta. La Corte costituzionale federale, tuttavia, ha dichiarato legittimo il programma OMT. A mio avviso, sarebbe la soluzione piu' chiara.


Robert Habeck, leader dei Verdi, quindi all'opposizione, intervistato da T-Online il 19-03, almeno a parole si mostra favorevole ad un intervento massiccio e incondizionato dell'ESM:

T-online: cosa chiede in maniera specifica?

Habeck: ora è chiaro a tutti che è anche nell'interesse della Germania se l'Europa sviluppa una maggiore influenza in materia di politica fiscale. Il meccanismo europeo di stabilità, il MES, dovrà aiutare incondizionatamente in modo che paesi come l'Italia possano essere sicuri che i finanziamenti siano disponibili in caso di emergenza. Altrimenti rischiamo sconvolgimenti economici. Siamo uno spazio economico europeo comune. Quando l'economia si ferma in un paese, è un fatto che riguarda tutti. La sicurezza reciproca rafforza il sistema e le economie nazionali. Dopo la crisi finanziaria, tuttavia, non abbiamo imparato questa lezione


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giovedì 5 marzo 2020

Sahra Wagenknecht - Aiutiamoli a casa loro!

L'ottima Sahra Wagenknecht ci spiega perché aprire un'altra volta le frontiere, come  è già accaduto nel 2015, sarebbe un errore e perché invece questa volta sarebbe molto meglio aiutarli a casa loro. Dal profilo FB di Sahra Wagenknecht

Sarah Wagenknecht

L'accordo fatto con il padrino del terrorismo turco - ora presenta il conto. Da molti anni il governo tedesco sostiene la sporca guerra di Erdogan in Siria.

La Turchia ha ricevuto armi e soldi dalla Germania - che usa per combattere a fianco dei terroristi islamisti in Siria: contro i curdi o, come a Idlib, contro l'esercito siriano. Erdogan ha avuto un ruolo di primo piano nell'interminabile spargimento di sangue siriano e nel fatto che milioni di persone sono dovute fuggire dalla loro patria. E ora sta usando i rifugiati come un'arma per ottenere con il ricatto il sostegno della Germania e dell'UE nei confronti della sua sanguinosa politica.

Il governo turco ha attirato almeno 13.000 persone al confine greco e bulgaro con delle false notizie appositamente inventate, e in alcuni casi li ha persino trasportati lì con degli autobus appositamente noleggiati.



Erdogan gioca con delle scene spaventose: bambini dietro il fumo dei lacrimogeni, persone su gommoni traballanti. Queste immagini sono esattamente ciò di cui egli aveva bisogno. E cosa sta facendo la NATO, cosa stanno facendo Merkel e Maas? Esprimono il loro sostegno alla Turchia e accusano la Russia e la Siria di "palesi violazioni del diritto internazionale". Sì, è vero, le bombe sui civili devono essere condannate, indipendentemente da chi le lancia. Ma se i paesi della NATO, che nelle loro guerre non si preoccupano delle donne e dei bambini uccisi o mutilati, a Mossoul e Rakka hanno ucciso con la stessa brutalità di cui ora si lamentano a Idlib, se questi stati e i loro rappresentanti improvvisamente si riscoprono umanitari, allora si tratta di ipocrisia spudorata.

L'assassinio di massa deve finire! Ma soprattutto, il sostegno e il finanziamento dei terroristi islamisti in Siria deve essere fermato! È necessario un aiuto umanitario rapido per evitare che la situazione catastrofica peggiori ulteriormente. È vero che gli oltre tre milioni di rifugiati siriani che si trovano attualmente in Turchia, spesso in condizioni estremamente precarie, meritano prospettive migliori. Ma il semplice invito ad aprire le frontiere, che porterebbe inevitabilmente a una situazione come quella del 2015 e destabilizzerebbe completamente la nostra democrazia, a loro non servirebbe. Piuttosto, il governo tedesco dovrebbe finalmente iniziare una seria campagna per un cessate il fuoco a Idlib e per il ritiro dei terroristi islamisti, ma soprattutto per revocare le sanzioni economiche contro la Siria, che bloccano completamente la ricostruzione del paese. Sono soprattutto queste sanzioni che impediscono al popolo siriano di tornare a un livello di normalità nel loro paese devastato dalla guerra. La popolazione siriana, piuttosto, ha bisogno di aiuto e di sostegno per la ricostruzione, invece di un regime di sanzioni omicida. Solo allora la tragedia dei rifugiati siriani finirà.