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sabato 27 ottobre 2018

La potenza egemone e i suoi nemici all'interno dell'UE

A turbare i sonni della Germania sono gli attacchi che sui diversi fronti europei stanno mettendo a rischio la base economica e politico-militare della potenza tedesca: l'Unione Europea. Da sud gli italiani mettono in dubbio il paradigma dell'austerità, da est i polacchi e gli ungheresi la subalternità politica alla Germania, da ovest i francesi con Mélenchon attaccano il nuovo militarismo di Berlino, mentre da nord i britannici contrastano il bullismo di Bruxelles. German Foreign Policy, di solito ben informato, analizza la situazione europea dal punto di vista di Berlino. Da German Foreign Policy


(...) L'Europa della guerra

Il conflitto con l'Italia e lo scontro sulle condizioni per l'uscita della Gran Bretagna dall'UE [4] stanno aggravando le tensioni con un numero crescente di paesi. Ad esempio in Francia, dove le proteste contro l'egemonia di Berlino all'interno dell'UE di recente sono diventate sempre più forti. In un discorso tenuto lunedì all'Assemblea nazionale, il fondatore de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, non  solo ha preso posizione contro l'austerità imposta da Berlino, accusandola di distruggere il modello sociale francese [5], ma ha anche criticato la militarizzazione dell'UE portata avanti da Berlino [6]. "In realtà si voleva costruire un'Europa della pace", ma ora scopriamo che su iniziativa della Germania, "stiamo costruendo un'Europa della guerra". Già alla fine di settembre Mélenchon in un articolo di giornale aveva protestato contro i piani tedeschi per trasformare il paese una potenza nucleare tramite una partecipazione al nucleare militare francese. Inoltre, - per l'ennesima volta - ha sottolineato l'egemonia del personale tedesco nelle posizioni decisive all'interno degli organi e delle burocrazie UE [7]. In definitiva, l'egemonia tedesca nell'UE si fonda sullo schiacciante potere economico del paese che consente al governo di Berlino di comportarsi in maniera imperiosa. [8] Mélenchon, che con il 19,6 per cento nelle elezioni presidenziali del 2017 ha mancato di poco il ballottaggio, lancia ora un appello affinché la Francia "esca da tutti i trattati europei"  in quanto in vista non vi sarebbe nessun miglioramento. [9]

Vassalli

Contemporaneamente stanno diventando sempre piu' evidenti le crescenti divergenze con gli stati del gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia). Martedì durante un incontro negli uffici del Ministero degli Esteri ci sono state delle schermaglie tra il presidente della repubblica Frank-Walter Steinmeier e il suo omologo polacco Andrzej Duda. Al centro dello scontro non c'è stata solo la riforma della magistratura, con la quale Varsavia vorrebbe sottoporre i tribunali del paese, in particolare le istanze superiori, al controllo politico [10]. Alludendo ad ulteriori questioni controverse, Duda si è espresso contro un "concerto delle principali potenze" all'interno dell'Unione mediante il quale i paesi piu' popolosi dominano apertamente gli altri e ha dichiarato: "Non vogliamo essere vassalli". [11] All'obiezione del presidente tedesco, secondo il quale tutti gli Stati membri avrebbero aderito volontariamente all'Unione, Duda ha sottolineato che con la Gran Bretagna ora c'è un primo paese a lasciare l'UE. Non è un segreto che fino ad ora Bruxelles non abbia risparmiato sforzi nel cercare di trasformare l'uscita della Gran Bretagna in un deterrente per scoraggiare gli altri membri ad uscire dall'Unione [13]. Per gli Stati membri più piccoli l'uscita dall'UE è un'opzione possibile solo in linea teorica, come dimostrato dalla tattica negoziale intimidatoria dell'UE nelle trattative per la Brexit.

Mangiare o essere mangiato

Nel tentativo di consolidare l'UE, dalla quale le élite tedesche continuano a trarre grandi vantaggi economici e politici, l'establishment tedesco ha individuato un nemico e ora lo indica apertamente. I "nemici" dell'Unione "sono all'interno e vogliono distruggerla", era scritto pochi giorni fa su un quotidiano tedesco, un tempo una testata liberale, in riferimento al conflitto sul bilancio italiano. [14] Allo stato attuale ci sono "almeno tre attacchi simultanei" nei confornti dell'UE: uno dalla Gran Bretagna, in partenza, un secondo dalla Polonia e dall'Ungheria e un terzo dall'Italia. Roma potrebbe ora "causare una crisi valutaria e finanziaria", che obbligherebbe gli stati euro a scegliere se cedere al "ricatto" italiano oppure prendere in considerazione "l'uscita di uno dei paesi fondatori". La maggioranza dell'UE deve "resistere agli attacchi, se non vuole essere divorata", scrive l'autore. La lotta con la Polonia e l'Ungheria può essere tenuta "sospesa" per un po', almeno fino a quando in questi paesi "non ci sarà un cambiamento del sentimento politico". "La questione italiana" tuttavia, non lo consente a causa delle dinamiche della crisi; sarà "un banco di prova" per i rapporti con i "nemici" dell'UE. L'autore di questo articolo, con ottimi collegamenti all'interno dell'establishment della politica estera tedesca, mette in discussione il governo italiano: "non vale la pena mettere a rischio il destino di un paese per questa coalizione". E 'giunto il momento di agire: "chi vede ancora un valore in questa Unione, deve difenderlo con tutte le sue forze. L'era glaciale dell'Europa è appena iniziata".

La potenza centrale in Europa

Gli sforzi della Repubblica Federale di tenere insieme l'UE, che domina e da cui trae grandi benefici, recentemente sono stati commentati anche dallo storico britannico Perry Anderson. Anderson nel suo ultimo libro dal titolo "Egemonia" cita il  consigliere governativo berlinese Herfried Münkler il quale già nel 2015 scriveva che è responsabilità "della potenza centrale in Europa" - vale a dire la Germania - "frenare le forze centrifughe che recentemente si sono fatte sempre piu' forti all'interno dell'Unione": "Se la Germania fallisce nel ruolo di potenza centrale europea, allora sarà l'Europa a fallire" [15]. Anderson è da molto tempo che si esprime criticamente nei confronti dell'UE; già nell'estate del 2015 dopo lo scardinamento del "no" greco al referendum sull'austerità, aveva accusato l'Unione di essere costruita "sul rifiuto di qualsiasi forma di sovranità popolare", di essere "una struttura oligarchica", di imporre "un duro regime economico" che porta "privilegi per pochi e disagi per molti" [16]. Di fronte a richieste come quelle di Münkler, Berlino dovrà "in maniera responsabile modificare il ruolo e i compiti della potenza centrale europea", scrive Anderson, in Germania si parla da sempre di una "responsabilità" per "l'Europa", senza tuttavia menzionare minimamente i profitti che la Repubblica federale da anni accumula con le enormi eccedenze commerciali [17] provenienti dagli altri Stati membri dell'UE. "Anderson", si legge ancora sul suo libro "Egemonia", non risparmia sarcasmo quando parla delle auto-celebrazioni che di sé fa l'ufficiale pagatore e maestro d'Europa: "Al servizio della propria auto-glorificazione, la potenza egemone usa sempre il proprio pathos auto-compassionevole o auto-incensante".[18]

--> [1] Manovra, governo tira dritto: 'Non cambia'. ansa.it 24.10.2018.
[2] Die Märkte blicken auf Italien. wiwo.de 22.10.2018.
[3] Briten sind nicht die größten EU-Skeptiker. n-tv.de 17.10.2018.
[4] S. dazu Das Feiglingsspiel der EU.
[5] Michaela Wiegel: Schluss mit dem Basar. Frankfurter Allgemeine Zeitung 24.10.2018.
[6] S. dazu Die Koalition der Kriegswilligen und Die deutsche Bombe.
[7] S. dazu Eine nie dagewesene Machtkonzentration und Der Blitzaufstieg des Generalsekretärs.
[8] Jean-Luc Mélenchon, Bastien Lachaud: L'Allemagne vise-t-elle une hégémonie en Europe? Le Monde 23.09.2018.
[9] Michaela Wiegel: Schluss mit dem Basar. Frankfurter Allgemeine Zeitung 24.10.2018.
[10] Reinhard Lauterbach: Der nächste Exit? junge Welt 24.10.2018.
[11] "Wir wollen nicht Vasallen sein". spiegel.de 23.10.2018.
[12] Eckart Lohse: Stunde der Wahrheit. Frankfurter Allgemeine Zeitung 24.10.2018.
[13] S. dazu Brüsseler Provokationen und Die Arroganz der EU.
[14] Stefan Kornelius: Eiszeit in Europa. Süddeutsche Zeitung 19.10.2018.
[15] Herfried Münkler: Wir sind der Hegemon. faz.net 21.08.2015.
[16] Perry Anderson: The Greek Debacle. jacobinmag.com 23.07.2015.
[17] S. dazu Ein Transmissionsriemen deutscher Dominanz.
[18] Jürgen Kaube: Kommen Sie uns bitte nicht mit der Moral des Stärkeren. faz.net 14.09.2018.

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