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sabato 25 maggio 2019

Heiner Flassbeck - L'Europa che avevo in mente

"Per la Germania, l'Europa non sarà più la risposta, ma un grande punto interrogativo" scrive il grande economista Heiner Flassbeck facendo riferimento alle elezioni di domenica. Secondo Flassbeck ormai anche per i tedeschi è arrivato il momento della resa dei conti e presto Berlino si troverà ad affrontare un quadro politico decisamente piu' difficile e sfavorevole ai propri interessi. Un commento molto interessante di Heiner Flassbeck da Makroskop


L'Europa che avevo in mente...doveva essere un'Europa in cui le persone si trattano reciprocamente in maniera onesta e in modo equo. Sfortunatamente non esiste. La campagna elettorale per le europee del centro politico aveva solo un obiettivo: sopprimere brutalmente la verità.

Si dice che la prima vittima di ogni guerra sia la verità. Questo principio si applica sempre di più anche alle campagne elettorali. Da quando i partiti di governo del centro politico hanno identificato i "populisti" come i loro oppositori, in materia di verità non c'è piu' alcuna tolleranza. Se si tratta di Europa, dove i populisti per loro natura sono anche nazionalisti, si continua a mentire - per un buon motivo, naturalmente! - anche sui media pubblici e senza alcuna remora.

Ma a voler essere onesti, di cosa avremmo dovuto parlare in questa campagna elettorale del 2019? Beh, certo, si sarebbe dovuto parlare della crisi dell'euro, che non è né superata né elaborata intellettualmente o politicamente. L'espressione più evidente della crisi in atto è il chiaro rallentamento della crescita nell'Europa meridionale, compresa la Francia, e la conseguente disoccupazione ancora elevata.

La vergogna...

Il confronto fra la disoccupazione in America e nell'Eurozona ci mostra il grandioso fallimento dell'Europa negli ultimi anni.


Sotto Obama e Trump, a partire dal 2010, il tasso di disoccupazione ha continuato a scendere e nel 2018 negli Stati Uniti la disoccupazione ha raggiunto un livello che nel confronto di lungo periodo può essere considerato un livello di pieno impiego. Nell'unione monetaria, invece, la disoccupazione è ancora a un livello estremamente lontano da una situazione occupazionale che potremmo definire soddisfacente. Ciò vale in particolar modo se dai paesi dell'unione monetaria si esclude la Germania, ottenendo in questo modo un tasso del 10%. Francia e Italia sono ancora al di sopra del livello del 2009. Solo in Germania a partire dal 2009 la disoccupazione ha continuato a diminuire mostrando così una tendenza simile a quella degli Stati Uniti.

Questa drammatica discrepanza tra il più grande paese membro e altri paesi comparabili come Francia e Italia non sarebbe stata forse degna di essere  tematizzata e discussa? Non è proprio questa la causa decisiva del rafforzamento dei movimenti e dei partiti nazionalisti? Non sarebbe stato forse opportuno discutere apertamente di ciò che nella politica economica europea ha funzionato cosi' male, tanto da rendere possibile un risultato del genere.

...si continua a mettere la polvere sotto il tappeto

Ma in tutta la campagna elettorale, per quanto sia stato possibile seguirla, non se ne è parlato. Sia per i candidati europei alla guida della commissione che per i politici nazionali, l'economia e la politica economica non hanno avuto alcun spazio. Anche il sistema monetario europeo non è stato affatto tematizzato, come gli enormi avanzi delle partite correnti tedesche o la folle austerità che la Germania ha imposto agli altri paesi (e a se stessa). Ho visto diverse trasmissioni in cui i moderatori hanno dichiarato apertamente di voler parlare solo di immigrazione, di cambiamenti climatici, di problemi sociali e di nient'altro. La politica economica ovviamente era già stata messa all'indice a priori, proprio perché l'obiettivo era quello di nascondere qualsiasi spiacevole verità sullo sviluppo europeo degli ultimi anni.

Probabilmente non era stato concordato in modo esplicito, ma non vi è alcun dubbio che fra i registi della campagna elettorale esiste un tacito accordo sul fatto che non si deve dare la possibilità agli elettori di pensare all'Europa in maniera critica. A ciò si adattano perfettamente le enormi masse di programmi con le quali le emittenti del servizio pubblico hanno coperto intere serate televisive come se si trattasse di un feuilleton e "hanno mostrato" quanto sia colorata, eccitante e bella questa sconfinata Europa - se si riuscisse almeno ad ignorare tutte le aree problematiche.

Ho già scritto in una lettera aperta del 2017 che l'occultamento sistematico e deliberato dei problemi non è nient'altro che una menzogna. Se so che il mio comportamento è accolto dai miei vicini con delle critiche aspre, e io mi rifiuto anche solo di parlarne, si tratta di una bugia o di disonestà? Se io ogni volta infrango le regole comuni, ma continuo a chiedere agli altri di rispettare le regole, che cos'è: sfrontatezza o pura insolenza?

La Germania viene glorificata...

Nel 2017 avevo già inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica in quanto egli in più occasioni aveva messo in guardia dal trattare la verità con troppa leggerezza. Questo stesso Presidente della Repubblica ora scrive in merito alle elezioni europee:

"La Germania è un grande vincitore dell'unificazione europea. Basta dare uno sguardo agli uffici e ai capannoni industriali del nostro paese. La nostra economia beneficia del mercato interno. Beneficia anche della moneta unica. E beneficia anche del sostegno dell'Europa ad un commercio mondiale libero ed equo. Un'Europa forte ci garantisce una lista degli ordinativi piena; e questo genera prosperità e posti di lavoro ".

E aggiunge - apparentemente senza arrossire:

"Allo stesso tempo, l'Unione Europea è qualcosa di più di un'area economica di successo."

Bisogna immaginarselo. Il presidente di un paese che per più di un decennio si è risanato economicamente a spese dei suoi vicini (per questa politica egli ha una responsabilità personale, a tal proposito un pezzo del 2013 ) ora si crogiola sui successi del mercantilismo tedesco. Sì, la Germania beneficia della moneta unica perché, come non aveva fatto nessun altro paese prima di allora, sotto la guida di un governo rosso-verde ha spudoratamente ingannato i suoi vicini e svenduto le proprie merci. Ed egli ora afferma che il resto d'Europa è un'area economica di successo: di fronte a tanta audacia si può apertamente parlare di una palese menzogna.

... anche se per questo si deve mentire

E tutto ciò non ci deve sorprendere dato che anche i sindacalisti tedeschi hanno elevato il diniego e la rimozione dei vecchi peccati al rango di programma di vita e alle elezioni molti di loro si sono mischiati agli acclamatori dell'Europa. Che si tratti dei funzionari provenienti dalla provincia (criticati qui da Albrecht Müller) o del segretario di Ver.di (criticato ieri da Friederike Spiecker), non è più nemmeno decisivo. Tutti si uniscono alla coro della buona Europa, che non deve essere lasciata alla destra.

Ma chiunque menta apertamente, nasconda la verità o addirittura allontani deliberatamente la discussione dai veri problemi, sta facendo un cattivo servizio all'Europa. La massa della gente non può essere sempre fatta passare per stupida. Nei paesi che a causa della politica tedesca hanno sofferto direttamente, non è più così facile, come accadeva un tempo, rivendere la fiaba dei "problemi strutturali" a causa dei quali questi paesi avrebbero sofferto, diversamente da quanto è accaduto alla Germania. I "compiti a casa" devono farli gli altri paesi; ancora oggi è il motto preferito dai tedeschi quando si parla della crisi europea. Tanta arroganza tedesca come quella sperimentata nell'ultimo decennio, il mondo non la vedeva da quasi cento anni.

Questa fiaba tuttavia non poteva durare ancora a lungo perché gli economisti nella maggior parte dei paesi sono allineati al mainstream, secondo il quale ognuno è sempre artefice della propria fortuna. Gli economisti più colti avrebbero dovuto capirlo sin dall'inizio che la "Sonderweg" della politica salariale tedesca all'interno di un'unione monetaria è un errore fatale. Ma ora che anche alcune parti della Commissione e della BCE hanno capito cosa sia effettivamente successo, la Germania, con il potere del paese in surplus, impone agli altri la sua primitiva visione del mondo senza prendere in considerazione le perdite.

Ma le condizioni stanno cambiando. Da questo lato del Reno ti puoi anche rallegrare e puoi continuare a manipolare la verità quanto ti pare, ma l'ingenuità con cui Emanuel Macron ha cercato di trovare un accordo con la Germania usando la  diplomazia e lanciando delle proposte inoffensive ormai fa parte del passato. Lui e le altre "forze del centro" dopo l'elezione di domenica capiranno che devono diventare molto più radicali se vogliono salvare l'Europa e loro stessi. Per la Germania, l'Europa non sarà più "la risposta", ma un grosso punto interrogativo.


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9 commenti:

  1. Mi è capitato talvolta di imbattermi in canali Youtube, blog o quant'altro di cittadini italiani trasferitesi in Germania e lì residenti da diversi anni, criticare un giorno sì e l'altro pure tutto ciò che riguarda quel Paese: il sistema politico, quello economico, il welfare (!), i salari (!!), la cultura. Mi domando quindi cosa ha spinto costoro a scegliere tale Paese per lavoro. L'italiano poi (e non solo lui) appena giunto in Germania già la sera è cerca di un qualsiasi ristorante italiano. Fosse per il cibo potrei comprendere (sia mai rinunciare a spaghetti e pizza) o come il sottoscritto che non riesce a cenare prima delle 20:00 e di locali tedeschi che sono aperti a quell'ora o che non siano in procinto di chiudere la cucina sono pochi. No, la ragione è che l'italiano mediamente si trova spaesato e si rifugia in un locale italiano soprattutto per proseguire a parlare la sua lingua madre e fare 'comunella' appena possibile con altri connazionali. Non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò se non fosse che poi, come descritto inizialmente, si erge ad esperto di Germania e questioni tedesche e si prodiga in critiche dall'alto della sua scarna conoscenza in tutto ciò che riguarda quella nazione.
    Chiaramente (penso) non riguarda questo blog che si contraddistingue per la scelta di articoli originali scritti da autori tedeschi e non fa altro che tradurli. Il fatto che scelga un argomento piuttosto che altri rientra nel libero arbitrio. No, mi riferisco proprio a chi scrive di proprio pugno tutto quello che non gli piace e che trova negativo (tutto). Quando a me chiedono lumi su quel Paese rispondo sempre che se non parli la lingua tedesca fluentemente, non possiedi un titolo di studio di livello alto (laurea) e non hai apertura mentale tale da sopportare un certo shock culturale (che c'è) oltre a quello meteorologico e alimentare, allora è bene che rimani a casa. Per fare il cameriere o il cassiere alla Lidl non serve andare fin lassù. E la paga è la stessa.
    Danke und viel Spaß, come scrive uno di questi blog di emigranti infelici, con l'aggettivo però scritto minuscolo (solo i sostantivi vanno maiuscoli) come recita una delle regole basilari della lingua di Goethe.

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    1. Non mi è ben chiaro cosa stai cercando di dirmi perché prima lanci il sasso e poi nascondi la mano escludendo questo blog (ma anche no) dai bersagli del tuo duro attacco. Ti do una notizia, questo umile blog di provincia che non fa nemmeno 30.000 pagine viste al mese e che quindi non conta nulla, ha aperto nel gennaio del 2012 e da allora sono state fatte un migliaio di traduzioni, alcune utili e interessanti altre noiose e banali, ma ci sta. Questa critica me l'hanno già fatta decine di volte: ma come tu ci campi con la Germania, come ti permetti di criticarla, di usare il tuo tempo libero per gettare fango sul paese che ti ospita? Io rispondo semplicemente ancora una volta e per l'ennesima volta: questo è un paese libero e quando sono entrato non ho fatto alcun giuramento di fedeltà nei confronti degli interessi del capitalismo e degli industriali tedeschi. Ho elogiato mille volte gli aspetti positivi di questo paese, la laboriosità dei tedeschi e la loro produttività, e come del resto è scritto su ogni singola pagina "in una fase storica cosi' importante in cui tutti ci chiedono di imparare dalla Germania, a me sembrava utile ricordare che possiamo sforzarci quanto vogliamo, ma a fare i tedeschi loro saranno sempre i piu' bravi degli altri". E questo mi sembra ancora oggi il punto centrale. Ma poi, lo stato italiano mi ha dato la possibilità di studiare per una ventina di anni in un sistema scolastico che all'epoca era anche di buon livello, oggi non saprei, perchè dovrei spegnere il cervello e tacere alcuni aspetti controversi di questo paese? Solo per fare un favore a chi vuole il cambio fisso per importare cianfrusaglie dal paese vicino? Ho ricevuto tra l'altro nel corso degli anni decine di email da lettori che mi facevano i complimenti e mi incoraggiavano ad andare avanti. Fino a quando non mi arriva un avviso di avvio delle indagini da parte della Staatsanwaltschaft per diffamazione o altri reati d'opinione simili vado avanti...buon proseguimento e grazie per l'interesse

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    2. Era/è una semplice curiosità, non devi interpretare diversamente. Ho anche specificato che la 'linea editoriale, chiamiamola così, di questo blog è di tradurre semplicemente articoli scritti da autori tedeschi. Il fatto che siano articoli critici verso un aspetto piuttosto che un altro è una legittima scelta. Diverso è chi scrive di proprio pugno. La mia curiosità confluita nella domanda: "perché si è scelta la Germania" è indirizzata verso chi rileva quasi esclusivamente aspetti negativi (che ci sono!) anziché cercare di descrivere anche quelli positivi (che ci sono). Alla fine a me interessa poco, anzi nulla, se quella nazione o qualsiasi altra non dovesse piacere. E' un aspetto del tutto personale e mai farò parte di coloro che esplicitamente o meno ti hanno rinfacciato come ti permetti di esercitare una critica. Perché io il diritto di critica lo trovo del tutto legittimo, solo trovo curioso che si scelga di emigrare in un posto che si finisce per denigrare e mi riferisco ad altri, non a te che, ripeto, non metti nulla di tuo, semplicemente traduci articoli altrui.

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    3. Se tu queste critiche le vieni a scrivere qui è perché sono chiaramente indirizzate all'autore del blog, non me la racconti, caro. Grazie cmq per il tuo intetesse, questo è il blog delle libertà, tutti possono scrivere quello che pensano, qui si accetta anche il turpiloquio e si riconosce il diritto all'odio. Presto si torna a tradurre, Voci

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  2. Per correttezza comunque replico anche al contenuto di questo articolo: paragonare gli Stati Uniti alla Unione Europea è piuttosto infelice dato che quella federazione non è nata da pochi anni ed il suo ordinamento è decisamente differente. Qui si è più volte affrontato il tema dei bassi salari, non sarebbe male se ci si informasse su questo aspetto per quanto riguarda gli USA così come molti altri aspetti che riguardano i cittadini quali il sistema sanitario, il welfare, i diritti dei lavoratori. Un semplice numero espresso in termini percentuali non è sufficiente ad affermare i presunti vantaggi di quella nazione rispetto alla UE.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Non ti sarà sfuggito che questo blog si propone, tra le altre cose, di tradurre articoli riguardanti la Germania. La descrizione del mercato del lavoro americano la lascio volentieri a Voci dall'Illinois o Voci dal Texas, io mi concentro sull'Assia, il Palatinato, la Baviera etc grazie ancora per l'interesse

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  3. Mi associo ai complimenti, e vai avanti così.
    Quei luoghi comuni del ragazzo di cui sopra "sull'italiano medio" sono pietosi. Qualunque straniero in casa d'altri cerca di ritrovarsi e fare comunella con gli altri della propria lingue e cultura.
    Lo si vede benissimo in Italia, dove ogni etnia si ritrova bene o male a frequentare quasi esclusivamente quelli del proprio paese di provenienza.

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    1. "Non ci sarebbe nulla di male in tutto ciò se non fosse che poi... si prodiga in critiche... in tutto ciò che riguarda quella nazione." Forse hai saltato questa parte successiva. No, non tutti provano desiderio di fare gruppo con i propri connazionali quando si trovano all'estero, in particolare i cittadini del nord Europa (e tedeschi in primis). Ma il punto non è questo, come specificato, è che lo straniero che si stabilisce a lungo in Italia ne parla bene, salvo qualche possibile critica, perché chi si trova male se ne torna nel suo Paese o se ne va altrove. Comunque sia siamo liberi di fare ciascuno le proprie scelte senza rendere conto a nessuno, pure di stare in un luogo in cui non ci troviamo bene. Benché sia curioso data la vastità del mondo.

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