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domenica 22 settembre 2019

3 siriani su 4 (in età lavorativa) vivono di Hartz IV

Secondo i recenti dati della Bundesagentur für Arbeit, 3 siriani su 4 in Germania vivono di Hartz IV e quindi di sussidi pubblici. E ci troviamo in un mercato del lavoro ancora forte e in crescita da anni. La rapida integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro, alla prova dei fatti, è solo una favola. Ne scrive Die Welt

Siriani immigrati in Germania

Più del 60 % dei destinatari di Hartz IV sono tedeschi. I siriani costituiscono il secondo gruppo più numeroso con il 10%. Il loro tasso di disoccupazione è alto, certifica una statistica - e tre quarti di loro ha bisogno del sussidio di base.

Circa tre quarti dei siriani residenti in Germania in età lavorativa vivono in tutto o in parte di Hartz IV. Secondo le statistiche della Bundesagentur für Arbeit (BA) hanno recentemente raggiunto il 74,9 %. Il tasso di disoccupazione per i cittadini siriani a giugno di quest'anno si è attestato al 44,2 %, in leggero calo. Un anno prima era ancora del 49,6 %.


Chi frequenta un corso di integrazione o un corso di lingua a carattere professionale non viene considerato disoccupato ma "persona sottoccupata". A ricevere Hartz IV sono anche coloro che guadagnano così poco da non potersi permettere di vivere del loro salario.

Subito dopo l'arrivo in Germania, chi è in cerca di protezione riceve denaro dallo stato - come previsto dalla legge sui benefici per i richiedenti asilo. Poiché le procedure di asilo per i siriani in media vengono completate più rapidamente rispetto a quelle per chi arriva da paesi con un tasso di riconoscimento più basso, i siriani entrano più rapidamente nel sistema della sicurezza sociale di base.

Secondo la BA circa il 43 % degli afgani in età lavorativa a maggio riceveva prestazioni Hartz IV. Il tasso di disoccupazione per questo gruppo a giugno era del 26%. Per fare un confronto: a giugno erano disoccupati il 4,7% dei tedeschi e il 12,2% di tutti gli stranieri.

Rifugiati dalla Siria con un livello di istruzione superiore

Come mostra una tabella creata dalla BA per il parlamentare di AfD René Springer, a settembre il 63,6 % di tutti i destinatari di Hartz IV erano cittadini tedeschi. I siriani sono il secondo gruppo più numeroso con il 10,5 %, seguiti dai percettori di Hartz IV provenienti dalla Turchia (4,2 %). Il 2,5 % dei beneficiari proveniva dall'Iraq, il 2,2 % dall'Afghanistan. L'1,6 per cento dei beneficiari proveniva dalla Bulgaria, paese UE. Il numero include anche bambini e persone in età da pensione. Per chi ha doppia cittadinanza, l'Agenzia federale considera solo una delle due cittadinanze.

Secondo l'Ufficio federale per la migrazione e i rifugiati (Bamf), il livello di istruzione dei rifugiati dalla Siria è superiore a quello dei rifugiati provenienti da altri paesi di fuga come Afghanistan, Eritrea o Somalia.

Il fatto che i richiedenti asilo provenienti dai paesi con un basso tasso di riconoscimento cerchino relativamente in fretta un lavoro ha anche a che fare con il fatto che durante la procedura di asilo non hanno avuto accesso ai corsi di integrazione finanziati dallo Stato, afferma Panu Poutvaara, responsabile presso l'Ifo del Centro per la ricerca sulla migrazione. Ha poi detto: "il boom economico degli ultimi anni è stato un buon presupposto per l'integrazione - anche per i meno qualificati. Alla luce delle prospettive attuali sempre peggiori, sarà necessario compiere sforzi ancora maggiori". Poutvaara che è anche consulente presso il Consiglio consultivo per l'integrazione e la migrazione (SVR), ha sottolineato che le persone con una scarsa possibilità di restare nel paese spesso cercano di assicurarsi il diritto di restare tramite il lavoro oppure tramite il cosiddetto "permesso per l'Ausbildung".

AfD è pessimista. "La famosa immigrazione di lavoratori qualificati non c'è mai stata. Al suo posto invece assistiamo ad un'immigrazione sistematica nel nostro stato sociale", ha detto il parlamentare AFD Springer.

2 commenti:

  1. https://m.focus.de/finanzen/boerse/experten/dexit-warum-es-jetzt-an-der-zeit-ist-den-euro-abzuwickeln-kommentar_id_11147719.html

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