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lunedì 1 giugno 2020

Elsevier Weekblad : "Nemmeno 5 centesimi in più' per l'Europa del sud"

"Sarebbe un'assurdità prendere i soldi degli operosi e produttivi europei del nord per darli agli europei del sud, meno laboriosi e già in prepensionamento" scrive nel suo commento il settimanale olandese Elsevier Weekblad. Basta questa frase per capire che l'unione di trasferimento in Europa sarà una fonte inesauribile di risentimenti, odio e accuse reciproche. Su Tichys Einblick dal tedesco l'articolo dell'olandese Jelte Wiersma.




Olandesi, aiutateci voi. Cosi' ad esempio ha reagito la Frankfurter Allgemeine Zeitung quando Angela Merkel ed Emmanuel Macron il 18 maggio hanno proposto un fondo europeo da 500 miliardi di euro per la ricostruzione. L'Olanda dovrebbe pagare circa 30 miliardi di euro. Il fondo dovrebbe essere un dono incondizionato ai paesi economicamente piu' colpiti dalle restrizioni anti-coronavirus. Si tratta principalmente dei paesi dell'Europa del sud. La proposta della cancelliera tedesca e del presidente francese implica un trasferimento di denaro dal nord al sud-Europa. La Germania così attraverserà il Rubicone. Per la prima volta, infatti, Merkel mostra l'intenzione di trasferire del denaro verso l'Europa del sud

È un fatto alquanto perverso. Perché i dati mostrano che i paesi dell'Europa meridionale non sono affatto poveri e hanno denaro a sufficienza oppure hanno un accesso sufficiente al credito. Potrebbero anche facilmente migliorare la produttività delle loro economie con delle riforme, come del resto hanno già fatto i paesi del nord.

I tedeschi sono meno ricchi dei francesi e degli italiani

Prima di tutto bisogna sgomberare la strada da una serie di favole. I principali paesi dell'Europa meridionale, Francia e Italia, non sono poveri. La banca svizzera Credit Suisse ogni anno calcola il valore dei patrimoni privati in questi paesi. L'analisi dimostra che se il capitale complessivo in Francia viene sommato e diviso per il numero dei residenti adulti, il francese possiede in media 276.121 euro. Per l'italiano, la ricchezza media è di 234.139 euro. Per gli olandesi è di 279.077 euro, per i tedeschi 216.654 euro. I tedeschi in media sono più poveri dei francesi e degli italiani, mentre gli olandesi sono un po 'più ricchi. Anche il debito del Nord Europa non è inferiore rispetto a quello del Sud Europa.

L'attenzione è sempre sul debito pubblico. Tutti conoscono le regole del patto di stabilità e crescita dell'eurozona secondo le quali i paesi possono avere un debito nazionale al massimo del 60%.

Ma poche persone conoscono i suggerimenti della Commissione europea, che per le famiglie indica un debito massimo del 133% del PIL. E nell'Europa del nord il debito privato delle famiglie è molto più elevato. Se si sommano i debiti pubblici e privati ​​dei 27 paesi dell'UE (dati Eurostat 2018), si ottiene un quadro più preciso di quali siano i paesi realmente indebitati.

Gli olandesi hanno dei mega-debiti, i francesi e gli italiani no

La Francia ha un debito pubblico pari al 100 % del PIL, il debito privato ammonta al 148 % del reddito nazionale. Sommati fanno il 248 %. L'Italia ha un debito nazionale del 137 % e un debito privato del 107 %: un totale del 244 %. La Germania ha un debito pubblico del 62,6 %, il debito privato delle famiglie é del 102 %: un totale del 164,6 %. E poi ci sono i Paesi Bassi. Qui il debito pubblico è del 59,4 %, ma il debito privato è del 241,6 %. Fra debito pubblico e privato, nel complesso l'Olanda ha un debito del 301 %.

Mentre la Germania è meno indebitata rispetto ai due principali paesi dell'Europa meridionale, i Paesi Bassi hanno più debito. La Danimarca e la Svezia hanno un debito leggermente inferiore rispetto all'Olanda, ma entrambi i paesi con circa il 250% del PIL sono piu' in alto rispetto a Francia e Italia.

La differenza è dovuta principalmente all'elevato debito contratto per l'acquisto di immobili. In altre parole, la maggior parte delle case in Francia e in Italia (oltre il 70%) sono immobili senza o con un piccolo mutuo. Nel nord, il debito ipotecario è alle stelle, mentre l'accesso alla proprietà immobiliare è più basso. Solo il 56,2 % delle case nei Paesi Bassi appartiene a chi vi risiede, in Germania è il 54 %.


Teoricamente Francia e Italia potrebbero ridurre enormemente il loro debito pubblico. Se i proprietari di casa in questi paesi sottoscrivessero dei mutui (più alti) per le loro case e una parte dei pagamenti fosse versato allo stato, il debito pubblico potrebbe essere facilmente ridotto a un livello simile a quello del Nord Europa.

Perché non c'è Eataly nei Paesi Bassi?

Un'altra favola. Secondo i capi di governo dell'Europa del sud, i paesi dell'Europa settentrionale si avvantaggiano in maniera eccessiva del mercato interno europeo.

I paesi del Nord Europa vorrebbero solo esportare (a sud), ma senza importare da sud. I paesi del Nord Europa trufferebbero anche mantenendo gli stipendi troppo bassi, dando quindi ai consumatori del Nord Europa un potere d'acquisto insufficiente per importare prodotti dall'Europa meridionale, costringendo così le aziende dell'Europa del sud a uscire dal mercato. In effetti, l'avanzo commerciale del Nord-Europa è aumentato in maniera significativa dall'inizio del secolo. I Paesi Bassi hanno un avanzo commerciale del 10% del PIL, Germania e Svezia sono a circa il 6 %, l'Italia ha il 2 %, la Francia al -2 %.

Ma è colpa dell'Europa del nord? Non è una decisione politica, alla fine dipende da ciò che i consumatori fanno e da ciò che non vogliono acquistare. E l'Italia esporta più di quanto non importi e quindi ogni anno ha piu' soldi a disposizione, la Francia invece ha solo un piccolo deficit di bilancia commerciale. In entrambi i paesi ci sono grandi aziende che fabbricano prodotti richiesti in tutto il mondo, come ad esempio l'abbigliamento di lusso, le scarpe, i profumi, il cibo e i mobili. Non c'è nulla che impedisca a Francia e Italia di pubblicizzare i loro prodotti con il messaggio: aiutaci Nord-Europa, compra i nostri prodotti anziché quelli cinesi. Ma non lo si vede scritto da nessuna parte. Un'occasione mancata. E perché non c'è ancora Eataly in Olanda, la bellissima catena di negozi/ristoranti con prodotti di alto livello dall'Italia?

Francia e Italia volevano l'euro, ma ora se ne lamentano

L'avanzo commerciale del nord in parte è dovute all'euro, una valuta che è stata introdotta su richiesta della Francia per annullare la forza del D-Mark. E l'Italia ha voluto unirvisi contro il volere dei Paesi Bassi. Sia in Francia che in Italia l'introduzione della moneta unica era stata celebrata come una vittoria sul nord, in particolare sulla Germania. Ma l'euro in realtà è troppo debole per il Nord Europa e rende artificialmente economici i servizi e i prodotti di alta qualità prodotti dal Nord. Per questa ragione c'è stato un boom dell'export, non solo all'interno dell'UE. Un terzo delle esportazioni olandesi, infatti, va verso i paesi extra UE, anche il 40% dell'export tedesco va verso paesi extra UE.


L'euro in realtà è troppo forte per i paesi dell'Europa meridionale e rende i loro servizi e prodotti troppo costosi rispetto alla loro qualità. Ma è esattamente quello che chiedeva la stessa Europa del sud quando chiedeva di poter entrare nell'euro. E gli stipendi nell'Europa del nord, contrariamente alle accuse del sud, sono più alti di quelli del sud. In Germania e nei Paesi Bassi, un'azienda spende circa 36 euro l'ora per ogni dipendente, in Danimarca addirittura 44 euro, riferisce Eurostat. In Italia sono solo 28 euro.

Il Nord Europa è già super solidale con il sud

Fra tutte le accuse, la piu' bizzarra è quella del presidente francese Emmanuel Macron e del primo ministro italiano Giuseppe Conte. Secondo loro, infatti, il Nord Europa non mostrerebbe un livello sufficiente di solidarietà. E' una grande assurdità. La Germania è sempre stata un contributore netto dell'Unione europea e anche di quello che c'era prima. Di fatto i Paesi Bassi sono il maggiore contributore netto pro-capite al bilancio dell'UE. Ciò è alquanto strano perché il Lussemburgo, ad esempio, che dà un contributo minore al bilancio dell'UE, invece è più ricco. Oltre a ciò, nell'eurozona ci sono già ora degli enormi trasferimenti dai risparmiatori ai debitori. La Banca centrale europea (BCE), dominata dagli europei del sud, tiene i tassi di interesse bassi e mantiene l'offerta di moneta ad un livello senza precedenti. E questa politica danneggia i risparmiatori e favorisce i debitori.

Ad esempio, in Germania e nei Paesi Bassi, la maggior parte dei lavoratori ha versato dei soldi in una pensione privata. Queste pensioni perdono continuamente di valore. In Germania, la previdenza sociale privata rischia di fallire; nei Paesi Bassi le pensioni non sono indicizzate e possono anche essere ridotte. I risparmi (pensionistici) dell'Europa del nord sono stati bruciati. Ne beneficiano i debitori, come del resto le persone che devono rimborsare un mutuo (anche nei Paesi Bassi) e i paesi con un debito pubblico elevato, specialmente nell'Europa meridionale. La BCE ha anche acquistato una quantità enorme di debito pubblico - fino al 30 % del debito pubblico dei paesi dell'eurozona. I paesi creditori come la Germania (con una quota del 26% nella BCE) e i Paesi Bassi (5,6%) contribuiscono e garantiscono per l'alto livello di indebitamento nell'Europa meridionale. Questa è super solidarietà.

L'olandese lavora nove anni in più dell'italiano

Nella direzione opposta, invece, questa solidarietà è carente. Il sud sta sistematicamente violando gli accordi sul patto di stabilità e crescita dell'UE. Francia e Italia non ne hanno piu' parlato sin dall'introduzione dell'euro nel 1999. Da allora, infatti, il debito pubblico italiano è aumentato passando dal 113 al 137 % del PIL. Al contrario, sarebbe dovuto scendere al 60%. Quando è stato introdotto l'euro, la Francia aveva un debito pubblico di circa il 60%, ma già prima del coronavirus aveva un debito del 100%. La Commissione europea, in quanto custode delle regole, avrebbe dovuto imporre delle multe, ma non lo ha mai fatto sotto la pressione di Francia e Italia. Il debito pubblico di Germania, Paesi Bassi e Paesi scandinavi è sempre stato di circa il 60% o inferiore, tranne un breve periodo nel punto più basso della crisi bancaria e creditizia.


Francia e Italia non hanno mai rispettato le regole dell'euro

Francia e Italia hanno sfruttato i bassi tassi di interesse di cui godono grazie all'euro per spendere piu' soldi. Per fare cosa? Un punto importante di questa storia sono le pensioni. L'olandese lavora in media 41 anni, lo svedese 42,9 anni, i tedeschi 39,1 anni, i danesi 40 anni, secondo i dati Eurostat. In Francia sono 35,4 anni, in Italia 32. Anche gli spagnoli, i belgi, i greci e i portoghesi lavorano tra i 33 e i 38 anni. Gli europei del Nord e le aziende per cui lavorano pagano contributi pensionistici e imposte sul reddito per un periodo piu' lungo e godono di meno anni di pensionamento.

Anche i tassi di occupazione sono molto più alti nel Nord-Europa. In Danimarca e nei Paesi Bassi, quasi l'80% delle persone in età compresa tra i 15 e i 65 anni lavora per piu' di dodici ore alla settimana. Sono in testa alla classifica. Seguono Svezia e Austria. La Germania è a poco più del 70 %, la Francia al 65 %, l'Italia al 58 %. In breve, gli europei del Nord lavorano più frequentemente e molto piu' a lungo.


Gli olandesi, tuttavia, lavorano relativamente poco: 28 ore a settimana. Ma ciò in parte è dovuto anche al fatto che ci sono così tante persone  impiegate e il 55,1% di esse lavora part-time. Se si guarda solo al lavoro a tempo pieno, gli olandesi lavorano in media 39 ore a settimana, mentre i francesi con un lavoro a tempo pieno hanno l'orario di lavoro più breve di tutta Europa: 35 ore. E la produttività del lavoro degli olandesi e dei tedeschi, nelle ore in cui lavorano, è di un quarto piu' alta rispetto a Italia e Spagna. Sarebbe un'assurdità prendere i soldi degli operosi e produttivi europei del nord per darli agli europei del sud, meno operosi e già in prepensionamento.

La fedeltà dei contribuenti, inoltre, è migliore nel nord che nel sud. Secondo il Fondo monetario internazionale, infatti, in Italia un quarto dell'economia è sommersa. In Francia è il 14%, quasi il 20% in Spagna, il 9 % in Austria e il 13 % nei Paesi Bassi. Gli europei del sud difficilmente possono aspettarsi che gli europei del nord colmino i buchi nei loro bilanci nazionali causati da questi comportamenti.

La somma del debito pubblico e privato nei Paesi Bassi è superiore rispetto a quella di Francia e Italia

Sono solo i paesi dell'Europa meridionale che possono risolvere i loro problemi. Aumentare l'età pensionabile, rendere il mercato del lavoro più flessibile, semplificare la creazione di un'impresa, introdurre una fiscalità più trasparente, imporre delle tasse, ecc. Non ci sono costi, serve solo forza di volontà e determinazione. Ma nell'Europa meridionale manca proprio questo. I cittadini e i politici preferiscono continuare a insultare il Nord Europa se questo si rifiuta di mettergli i soldi in tasca.

La proposta di Merkel e Macron per ora è solo un pettegolezzo. Che diranno se spariamo 500 miliardi di euro? La somma è solo un colpo in aria. E questo perché è orientata all'offerta e non alla domanda. I 500 miliardi saranno una soluzione a quale problema? Grazie alle garanzie dell'Europa del nord, i paesi del sud, infatti, già ora possono ottenere dei prestiti a basso costo dalla BCE oppure sul mercato dei capitali. E in caso contrario, potrebbero cercare di incassare più tasse dai propri cittadini piu' facoltosi.

I quattro paesi "ragionevoli" sono generosi

Il Consiglio europeo dei capi di governo si riunirà a Bruxelles giovedì 18 e venerdì 19 giugno. Se prima di questo incontro non sarà convocato un vertice, questo sarà il primo confronto collettivo tra i 27 capi di Stato e di governo dell'UE dopo la presentazione del piano Merkel/Macron. Il Primo Ministro Mark Rutte (VVD) e i suoi colleghi di Svezia, Austria e Danimarca, Kjell Stefan Löfven, Sebastian Kurz e Mette Frederiksen devono porre fine a questa assurdità.

Questi quattro paesi "ragionevoli", sicuramente non "avari", hanno già detto "no" al piano. Hanno presentato una controproposta: prestiti per un massimo di due anni, condizionati da riforme incisive. Ancora non è stato indicato un importo. I paesi che desiderano ottenere dei prestiti dovranno presentare le proprie proposte in merito agli importi e alle modalità di spesa del denaro. E' un approccio orientato alla domanda e quindi logico. Date le circostanze è molto generoso, forse anche troppo generoso.

9 commenti:

  1. ma non sarebbe meglio farla finita con questa EU ?
    sembra la storia di una coppia in crisi che va dalla psicologo e si mette a litigare pure lì.

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  2. Articolo infarcito di qualunquismo, luoghi comuni e becera propaganda rivolto alla pancia del popolo bue. Ne più ne meno di quanto si possa scrivere o leggere nei nostri main stream d’informazione. Il grande vero successo della UE e questo dobbiamo ammetterlo è che fino ad oggi ha evitato altre guerre fraticide in Europa, adesso siamo ad un bivio l’UNIONE deve diventare vera non solo mera forma pseudo confederale. La convergenza verso una vera Federazione è indispensabile per evitare una catastrofe che non risparmierebbe nessuno. La deflagrazione dell’UE investirebbe tutti, l’intellighenzia questo lo sa bene, i tavoli di discussione sono aperti e se ne parla a tutti i livelli tecnici e filosofici. Siamo prossimi al punto di non ritorno, forse superato ( questo c’è lo dirà la storia). La convergenza è in atto, ci sarà la distribuzione fiscale, l’Unione bancaria, i tre pilastri europei saranno completati, ci saranno vinti e vincitori. I vinti saranno sempre e comunque i meno abbienti. Sarà nel complesso una fusione a “freddo” non mediata dalle armi convenzionali dipenderà solo da noi contenere le perdite.

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    1. Mi dispiace per lei, ma questo non accadrà mai.
      E' divertente vedere i vostri sogni infrangersi di fronte alla semplice realtà. Nessun italiano accetterà mai di essere governato da un tedesco/francese, e viceversa.
      L'articolo è fondato, e riporta dati veritieri e di buon senso.

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    2. @Aizen, l'articolo riporta molte inesattezze e riesce ad essere contraddittorio anche con se stesso, afferma che:la cattivissima BCE dominata dagli scialacquatori del sud avrebbe fatto politiche per favorirli a scapito dei frugali olandesi perché tassi bassi o negativi favoriscono i debitori (con mutui da pagare) e inguaiano i risparmiatori ma scrive che gli italiani sono ricchi e con poco debito privato mentre gli olandesi sono oberati dai mutui... Insomma sto tulipani vessati da mutui e vessati da Draghi con i tassi bassi non possono essere o l'una o l'altra...
      Poi questi olandesi dediti al lavoro che hanno in genere la settimana cortissima sarebbero moralmente superiori ai francesi che lavorerebbero 35h perché nel loro caso avrebbero scelto il part-time su larga scala...
      Poi vende i 500 miliardi "a fondo perduto" come è un po' virtuale giacché a ripagarli alla fine saranno i paesi pro quota e la lparte elargita all'Italia sarà pressappoco quella corrispondente alla sua quota, per cui l'unico vantaggio, non da poco, sarebbe averli a tasso bassissimo e poterli rimborsare a lungo termine)
      Insomma... Decisamente qualunquista a pensarne bene...

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    3. @Aizen, il mio ahimè e noi non è un sogno è puro realismo. L’architettura (trattati) dell’UE verrà modificata, servono generazioni per questo, l’attuale a stampo mercantilista è figlia della precedente generazione concepita da quella post bellica utopisticamente su una visione di unione di popoli riappacificati e uniti per la ricostruzione. I nostri mali, italiani e europei, arrivano da lontano. Non scordiamoci che le nostre sono democrazie rappresentative e pertanto a potere limitato per la massa. L’elite guida, in questa fase storica lo scettro è passato nelle mani del cinico mercato a discapito delle fasce medie di tutto il mondo. L’Italia in particolare paga la sua scarsa propensione al rinnovamento e lo stallo reso più evidente oggi dagli antichi intrecci di potere. Nessuno è esente da colpe. Le nostre le paghiamo e continueremo a farlo attraverso gli interessi sul nostro debito pubblico, del quale attenzione ne beneficiano tutti in Europa. Vorrei potermi dilungare oltre, approfitterei troppo dello spazio riservatoci da questo utile blog.

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    4. il discorso e' molto semplice: non puoi andare in europa e battere i piedi se non porti risultati a supporto.
      L'italia non ha MAI fatto riforme, MAI. ZERO.
      I tedeschi hanno lo stipendio fermo da 15 anni, si sono ovviamente arricchiti managers e aziende, a scapito di Herr Muller medio. Oltre che aver distrutto la società importando milioni di musulmani.

      Premesso questo l'italia ha appunto ZERO possibilità: i primi a chiudere, gli ultimi ad aprire, rimane sempre piu' indietro di altri, proprio perché non si fanno mai riforme, non si risolvono problemi, si parla sempre di "piu' investimenti".
      l'investimento non e' una riforma.
      La riforma e' l'efficienza, che l'italia VOLUTAMENTE rifiuta, come correttamente descritto nell'articolo e documentato dai fatti, dai dati.

      Allora

      1) risolvi i problemi in casa tua,
      2) vai in EU a fare la voce grossa.

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    5. Ripeto: l'articolo riporta in modo tutt'altro che corretto alcuni dati, contraddicendosi anche da solo e lo fa seguendo e nutrendo umori legati a stereotipi, è quel modo di fare che andrebbe prima di tutto "riformato", in tutti i paesi naturalmente, non solo in Olanda (Italia inclusa)

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    6. Riforme e tagli per accontentare l’Europa sono state fatte, eccome! Investimenti in istruzione e ricerca prossimi a zero, sanità devastata. La riforma sui contratti di lavoro e quella sulle pensioni? Le dimentichiamo? All’ Europa Economica interessano solo le riforme mercantiliste, non frega una mazza a nessuno se il signor Rossi domani non avrà una pensione degna di questo nome. La sanità se la paghino gli italiani. Come fanno gli americani e altri compari. Ah, vogliamo parlare dei tagli sulle manutenzioni del patrimonio pubblico (vedi strade devastate e crolli di ponti qua e là)? Che ci sia un’inefficienza sulla spesa delle poche risorse disponibili non posso che essere d’accordo. È comunque quasi miracoloso che riusciamo comunque a restare a galla. Anche in Italia c’è la deflazione del costo del lavoro! La classe media è quasi annientata. La nostra ricchezza procapite é in declino da anni, gli interessi sul debito pubblico li paghiamo tutti, altroché! Abbiamo una pressione fiscale asfissiante e balzelli che colpiscono ovunque qualsiasi tipo di ricchezza depositata e sotto qualsiasi forma. L’Italia, al netto degli interessi sul debito pubblico, è in avanzo: raccoglie in tasse e tributi più di quanto eroga sotto forma di servizi, pensioni, stipendi pubblici, ecc. Gli interessi sul debito ci portano in negativo (deficit). A chi paghiamo e soprattuto chi paga questi interessi? Mi spiace ma qui c’è sola demagogia e rozzezza informativa. Frugali = taccagni. I pasti gratis non esistono, e noi paghiamo tutto. E qui con “ noi” intendo gente che si fa il culo e muore sul lavoro. Anche quelli che lavorano in nero vanno rispettati, il nero è figlio di mala gestione interna e generata da questo sistema fraudolento chiamato Unione Europea, che di unione non ha proprio niente se non forse quella economica di drenaggio ricchezze.

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  3. Speriamo che gli olandesi e gli altri frugali tengano il punto.

    Se riusciranno a depotenziare ancora di più il Recovery Fund in Italia l'opinione pubblica probabilmente risponderà negativamente sull'utilità di rimanere nella UE e nell'Euro.

    La strada sarà ancora lunga ma forse alla fine crollerà questa folle costruzione.

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