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lunedì 3 giugno 2013

Tutti contro "Alternative für Deutschland"


La nuova formazione euro-critica fa discutere e 5 economisti di primo piano, sulla progressista ed euroentusiasta Süddeutsche Zeitung, lanciano un attacco al leader di AfD: le sue proposte non sono credibili, la Germania non puo' affondare la moneta unica. Da Süddeutsche Zeitung
Nel dibattito sul futuro della moneta unica, 5 noti economisti si rivolgono al nuovo partito "Alternative für Deutschland" e al suo leader: non è possibile sciogliere l'unione monetaria in modo ordinato e razionale.

Di Marcel Fratzscher, Clemens Fuest, Hans Peter Grüner, Michael Hüther und Jörg Rocholl

L'unione monetaria, dopo tre anni di intensa gestione della crisi, si trova ancora in una situazione difficile. L'aggiustamento richiesto è enorme, e le riforme necessarie non sono state ancora completate. La situazione economica è critica a causa dell'elevata disoccupazione c'è grande instabilità politica. Con la fase di debolezza economica francese si apre un nuovo fronte, soprattutto se la politica non sarà capace di reagire in maniera rapida e adeguata. La politica anti-crisi fino ad ora è riuscita a comprare tempo per il necessario aggiustamento. L'unione bancaria per ora resta un grande cantiere. In queste condizioni è naturale e opportuno che nel nostro paese - almeno prima di una elezione federale - si discuta sul futuro dell'Europa e della moneta unica. 

A causa dell'incertezza, alcune forze politiche in Germania, Italia ed altri paesi, chiedono l'uscita dall'unione monetaria del sud-Europa, oppure il ritorno ad un sistema di monete nazionali. Questa posizione è condivisa anche da alcuni membri della nostra professione.

Noi la consideriamo una strada sbagliata, e chiediamo di preservare l'unione monetaria nella sua composizione attuale. Riteniamo che alle carenze istituzionali emerse nel corso della crisi, sarà necessario trovare una soluzione con un programma di riforme radicali. Siamo convinti che l'integrità dell'Eurozona sia la strada migliore per garantire all'Europa e alla Germania benessere e stabilità.

E' necessario superare le difficoltà

Per superare la crisi dell'Eurozona è necessario vincere 3 sfide. Primo, i paesi della periferia hanno bisogno di una prospettiva di crescita e di maggiore competitività. Secondo, in questi paesi molte banche, imprese e famiglie hanno un livello di indebitamento eccessivo. E' necessario riportare l'indebitamento ad un livello sostenibile. Terzo, è indispensabile introdurre i requisiti costituzionali e normativi per stabilizzare le finanze pubbliche e private, e permettere a tutti gli stati membri di sfruttare i vantaggi dell'unione monetaria.

L'uscita dall'Eurozona (temporanea o definitiva) di alcuni paesi fortemente indebitati  avrebbe sicuramente il vantaggio di accelerare il necessario aggiustamento dei prezzi. Ma a questo possibile vantaggio, corrispondono una serie di conseguenze negative. Da un lato, la svalutazione causerebbe il default sulle obbligazioni denominate in Euro, sia pubbliche che private. Il difficile accesso al mercato internazionale dei capitali porterebbe ad un collasso economico dei paesi in crisi, come suggerisce l'esperienza fatta in passato con altri casi di ristrutturazione. Per diversi anni avremmo un ulteriore aumento della disoccupazione e un peggioramento dei problemi sociali ed economici.

Anche la Germania non sfuggirebbe ad una tale crisi

Inoltre, con l'uscita dall'Euro, le indispensabili riforme economiche si fermerebbero. Cosi' ci insegna l'esperienza storica: le svalutazioni molto forti, a causa delle conseguenti perdite di reddito reale, di solito, vedono una rapida risposta della politica salariale nel tentativo di rispondere alla correzione. Le nuove valute avrebbero un'accettazione limitata e probabilmente dovrebbero essere stabilizzate con una politica di alti tassi di interesse, con un effetto di rafforzamento della crisi. Anche la Germania non si sottrarrebbe ad una tale crisi e pagherebbe un prezzo salato in termini di bassa crescita ed elevati costi finanziari, diretti e indiretti. I paesi della periferia, infatti, hanno un forte indebitamento verso l'estero. Si tratta di debiti fatti da imprese, famiglie, banche e dallo stato. 

Oltre a questi debiti, ci sono anche i saldi Target all'interno dell'Eurosistema. E su questi la Germania sarebbe duramente colpita. Se i piani per l'uscita fossero resi noti, assisteremmo  ad una massiccia fuga di capitali verso la Germania, con una conseguente forte crescita dei saldi Target. Se si arrivasse ad una uscita, la BCE dovrebbe cancellare buona parte di questi crediti, con perdite enormi per la Bundesbank. Inoltre, le banche e le imprese tedesche hanno dei crediti molto elevati nei confronti dei paesi in crisi. Ci sarebbero perdite significative e una minaccia per la stabilità dell'economia tedesca.

Anche il piano per gestire l'uscita di alcuni paesi attraverso l'introduzione di una valuta parallela, che lentamente viene svalutata, non puo' funzionare. Il mercato dei capitali inizierebbe immediatamente a speculare sulla nuova valuta. Ci sarebbe una massiccia fuga di capitali, con costi sempre maggiori per il finanziamento delle famiglie, dello stato e delle imprese. Cio' porterebbe ad una ulteriore recessione e a condizioni sociali ancora peggiori nei paesi candidati all'uscita. Resterebbe solamente il controllo sui movimenti di capitale e il sostegno alla nuova valuta da parte della BCE. Ma il controllo sui movimenti di capitale dovrebbe esserci fin dall'inizio, e non alla fine delle trattative sull'uscita dall'unione monetaria. E' una proposta totalmente irrealistica. Inoltre, non è chiaro perché nei paesi coinvolti dovrebbe esserci la disponibilità ad usare una moneta piu' debole come valuta parallela. Storicamente ci sono stati numerosi casi in cui una moneta estera piu' forte ha messo all'angolo la moneta nazionale piu' debole, ed è diventata il solo mezzo di pagamento effettivo.

A tutto cio' si aggiungono le imprevedibili conseguenze politiche di una rottura dell'Euro. Non è chiaro se il mercato comune potrebbe sopravvivere ad un tale evento. In ogni caso è illusorio pensare che lo scioglimento dell'unione monetaria possa avvenire in maniera ordinata e razionale. I conflitti di interesse fra i partner, quando si dovrà discutere della rinuncia ai crediti o dei costi da sostenere, saranno troppo grandi, mentre la pressione dei mercati finanziari, in una situazione di transizione, sarebbe troppo forte. Vi è anche il rischio che la Germania possa essere considerata responsabile per il fallimento dell'unione monetaria, e finisca in una situazione di isolamento economico e politico.

L'alternativa alla dissoluzione consiste nel tentativo di superare la crisi preservando la moneta unica. Sarà un processo lungo e difficile, che richiederà dal lato della politica molta pazienza e disciplina. Sarà fondamentale ripristinare la competitività dei paesi in crisi, rendendo possibile una nuova fase di crescita. Poiché i prezzi e i salari non vengono definiti dal governo ma dalle parti sociali e dai mercati, non è possibile imporre un aggiustamento immediato, ma ci vorrà molto tempo. Tuttavia è possibile, come mostrano l'esempio irlandese e i progressi compiuti dagli altri paesi in crisi. Il tasso di cambio reale basato sul costo del lavoro per unità di prodotto - un indice rilevante per definire la competitività - in Grecia dal 2009 ad oggi è sceso del 20%.

Il superamento dell'eccesso di debito delle famiglie e delle imprese e il risanamento delle banche non sarà possibile senza insolvenze e ristrutturazioni. Cio' causerà incertezza sul mercato dei capitali e i creditori, anche in Germania, dovranno subire delle perdite. Le finanze pubbliche torneranno ad essere in salute solo se il consolidamento fiscale non viene ammorbidito e se i governi sapranno rispettare i rigidi vincoli di bilancio (come i limiti all'indebitamento in costituzione).

Una grande sfida

Affinché l'aggiustamento possa portare ad una stabilizzazione duratura della zona Euro, è importante dare nuovo slancio al progetto dell'unione bancaria (controllo bancario centrale, un processo comune per le ristrutturazioni bancarie), e fare in modo che in futuro la disciplina fiscale non sia minata dalla garanzia comune sul debito. Le nuove regole e le nuove istituzioni della zona Euro rappresentano un passo in avanti in questa direzione. Inoltre, l'Eurozona ha bisogno di una procedura credibile per le insolvenze pubbliche. Si tratta di un requisito fondamentale affinché in futuro i mercati finanziari possano disciplinare l'esercizio delle finanze pubbliche.

Non c'è alcun dubbio che il superamento della crisi e il mantenimento della zona Euro nella sua forma attuale siano una grande sfida. E' necessaria un'azione politica determinata, disciplinata e coordinata. La crisi è anche un'opportunità per correggere gli errori di progettazione della moneta unica e rafforzare l'impegno verso gli indispensabili requisiti europei e nazionali. Alcune importanti decisioni delle politiche anti-crisi ci incoraggiano in questa valutazione, la cui conferma dovrà tuttavia essere visibile nella loro esecuzione.

Certo, non c'è alcuna garanzia di un buon risultato. Ma questo non puo' essere un motivo valido per scegliere l'alternativa decisamente peggiore: lo scioglimento della moneta unica. I rischi politici ed economici e i costi ipotizzabili, non solo per la Germania, ma per tutta l'Europa, sarebbero in questo caso decisamente maggiori, sia nel breve che nel lungo periodo. 

Die Autoren: Marcel Fratzscher ist Präsident des Deutschen Instituts für Wirtschaftsforschung in Berlin; Clemens Fuest ist Präsident des Zentrums für Europäische Wirtschaftsforschung Mannheim; Hans Peter Grüner ist Professor für Volkswirtschaftslehre an der Universität Mannheim; Michael Hüther ist Direktor des Instituts der deutschen Wirtschaft in Köln; Jörg Rocholl ist Präsident der European School of Management and Technology in Berlin.




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16 commenti:

  1. Com'ė che si dice in tedesco " stanno cominciando a farsela sotto"?
    Comunque, cari 5 economisti tedeschi, nella sostanza avete ragione. Ci siamo troppo indebitati. E' per questo motivo che da ora in poi, con i vostri prodotti potrete farci altre cose, tranne che venderle qui in Italia. E badate, non solo quelle Made in führer Land ma anche quelli nascosti da marchi italiani e di vostra proprietà. A proposito: la vostra carne macellata in Belgio e lavorata da immigrati a 3 euro l'ora che troviamo nei supermercati ve la potete anche tenere. Piuttosto che finanziare gli schiavisti quali siete torneremo ai cereali (senza considerare che NOI siamo il terzo produttore europeo di carne bovina)

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  2. Pur vivendo in germania, cerco il piu' possibile di boicottare i prodotti tedeschi...
    - Devo comprare qualcosa su Internet? Cerco se possibile di comprarla da eBay.co.uk o da Amazon.co.uk, anziche' dai siti Tedeschi, specialmente se c'e' un risparmio.
    - Cerco anche di non comprare dai negozi fisici tedeschi, (per esempio comprando da eBay o da Amazon elettronica di consumo, anziche' da Medimarkt)
    - Molto piu' importante...la pasta ed i sughi di ditte tedesche, anche se "Hergestellt in Italien", se le possono tenere. Compro solo pasta e sughi di ditte Italiane, e comunque non tedesche. Mi costano di piu', ma preferisco mangiare meno ma buono, ed avere la sicurezza di non foraggiare qualche azienda schiavista che usa 3 operai in minijob anziche' 1 con contratto normale.

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    1. grazie anonimo, ma vivere in Germania e boicottare i prodotti tedeschi non è per niente facile!! confermo che anche il sottoscritto privilegia i prodotti italiani, tuttavia non ho mai creduto alle campagne di boicottaggio, preferisco chiamarlo "acquisto consapevole". grazie per il commento

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    2. è difficile boicottare i prodotti tedeschi anche rimanendo in Italia, ve lo assicuro. Io ho l'abitudine di leggere sempre le etichette dei prodotti che compro, in particolare gli ingredienti ma anche la zona di PRODUZIONE (e non solo quella di CONFEZIONAMENTO). Ebbene, ad esempio scopro la caciotta romana fatta a Monaco di Baviera, l'omogeneizzato alla carne COOP fatto in Germania, i succhi di frutta DICO (catena di discount italiano) prodotti in Austria, le mozzarelle fatte in Germania, e chissà quanti altri prodotti fatti in Italia che però utilizzano materie prime provenienti dalla Germania o da paesi afferenti all'area del marco. Per non parlare delle catene di distribuzione a capitale tedesco (Lidl, Billa etc.) per cui anche se compri i pomodorini siciliani l'utile finisce in Germania.

      Il consumatore finale non ha il controllo di quello che avviene a livello di sub-fornitura delle materie prime: se la Germania fa dumping salariale oltre a poter contare su una moneta svalutata rispetto al marco, inevitabilmente qualunque produttore finirà con il comprare materie prime tedesche perchè ha come obiettivo la riduzione dei costi. Il consumatore finale che dice di voler boicottare deve mettersi in testa che dovrà studiare ogni riga di ogni confezione ben sapendo che comunque ciò non lo garantirà al 100%. La maggioranza di quelli che vogliono boicottare non lo fa e si limita a leggere le scritte "in grande". Ma poi c'è la maggioranza dei consumatori che non si pone nemmeno il problema del boicottaggio, quindi alla fine sono le leggi del mercato che comandano e queste dicono che la Germania è nelle condizioni di vendere qualunque prodotto agli altri Paesi dell'euro perchè

      1 - ha la moneta più debole di quella che le competerebbe per mantenere il sistema in equilibrio
      2 - ha fatto dumping salariale per deprimere la domanda interna e quindi aumentare così le esportazioni NETTE

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  3. "Nel dibattito sul futuro della moneta unica, 5 noti economisti si rivolgono al nuovo partito "Alternative für Deutschland" e al suo leader: non è possibile sciogliere l'unione monetaria in modo ordinato e razionale".

    Una lettura tra le righe di questo passaggio, se fosse esattamente il letterale dei 'fantastici 5', tende a condurre ad una considerazione di questo tipo: essa è una minaccia, perchè dato che la decisione di procedere allo smantellamento del sistema della moneta unica è di tipo politico, allora siamo avvisati che Loro non vogliono una politica che sia di ordinata e razionale preservazione del 'clima' in Europa.

    A me sembrerebbe una affermazione grave.

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    1. mi trovo abbastanza d'accordo con la critica ad AfD, perché onestamente, pensare che si possa sciogliere l'unione monetaria in maniera ordinata, mentre si modificano i trattati (quanto tempo serve?), mentre si introduce una moneta parallela e si gestisce la conversione, a me sembra onestamente illusorio. L'abbiamo visto nel 2011, quando arriva una crisi di debito estero il panico si impadronisce dei mercati e inizia la fuga dei capitali, e probabilmente l'assalto alle banche. Onestamente, le posizioni di AfD sono poco credibili, e hanno come unico merito quello di introdurre nel dibattito un punto di vista radicalmente diverso, ma poco realizzabile. La rottura dell'Euro, quando arriverà, sarà sul modello argentino, settimane e settimane di manifestazioni per le strade di qualche capitale del sud Europa, la popolazione stanca perché non vede alcuna luce in fondo al tunnel, e che finalmente è disposta a rischiare l'ignoto perchè in fondo non ha molto da perdere, oppure tutto da guadagnare. L'uscita durerà qualche settimana, sul modello cipriota, non ci vorranno certo anni per portare fuori un paese. Non credo che gli animatori di AfD, a parte avviare il dibattito in Germania, riusciranno a fare molto di piu'.

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    2. Capisco cosa intendi e credo di condividere il tuo punto di vista.

      Sono persuaso della complessità dello scenario che si preannuncia (e che mi auguro sia già da tempo oggetto di negoziazione tra le parti) e che il processo avrà o potrebbe avere 'momenti' di fibrillazione. Non lo nego, anzi credo che sia necessario che chi preposto abbia valutato anche le possibili linee di azione per il 'worst case-scenario'.

      Ciò detto, però, un minimo di consapevolezza del ruolo che le aspettative giocano in queste circostanze mi sarebbe piaciuto 'leggerlo' nelle parole della stampa tedesca. Capisco che ci sono le elezioni dopodomani ma rischiare di innescare una profezia che si autodetermina all'insegna del 'la disgregazione NON sarà ordinata nè razionale' è al limite della irresponsabilità.
      A maggior ragione se non lo dici a porte chiuse, ma sulla carta stampata più o meno diffusa.

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    3. io credo che le posizioni di AfD siano funzionali al mantenimento dell'euro: si da una parvenza di dibattito per tenere buona la gente. La prospettiva più probabile resta la rottura improvvisa e disordinata, decisa dai singoli Paesi caso per caso come avvenne con lo SME (l'Italia uscì e giù a criticare i soliti italiani etc. etc., poi però uscì la Francia e allora addio allo SME).

      Ricordo la lettura di un libro di storia sull'Unione Sovietica nel quale l'autore si domandava come un regime oppressivo di quel genere avesse potuto durare così a lungo anche dopo che la sua insostenibilità era diventata evidente; l'autore alla fine spiegava la durata con il fato che, ad un certo punto, si decise di tollerare una certa forma di opposizione interna e si arrivò anche a qualche concessione, il minimo sufficiente per poter dare l'impressione che ci fosse la possibilità di un cambiamento ordinato. Adesso con l'UE si prova a fare le campagne per l'ecologia, per i matrimoni gay, si comincia a dare un po' di voce a chi dice che occorre cambiare, ma si tratta di operazioni di facciata, che servono a rendere il volto del sistema meno duro e rigido, con l'obiettivo di guadagnare ancora del tempo.

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    4. "io credo che le posizioni di AfD siano funzionali al mantenimento dell'euro"

      Infatti, anche da precedenti articoli tradotto in questo spazio AfD ha fatto intendere che SE rottura deve essere che sia rottura che tuteli solo i tedeschi come creditori dei PIIGS e che tuteli solo i tedeschi nella loro veste di debitori verso detentori esteri del loro debito pubblico.

      Ciò detto, in QUESTO articolo io leggo che i 'fantastici 5', parlando a titolo personale (?), hanno fatto velatamente intendere che se non è come vogliono loro, ovvero il mantenimento dello status quo e dei suoi sviluppi, allora non ci si deve aspettare la collaborazione tedesca per una soluzione quanto più razionale e ordinata possibile.

      A me, me pare 'na minaccia.

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  4. @anonimo
    Infatti io non ho mai usato la parola "boicottaggio" . Semplicemente scelgo di privilegiare dei prodotti/produttori per per pura libera scelta.
    Così gli si toglie anche la vaga possibilità che possano bollare questi comportamenti come protezionistici. Io mangio solo yogurt greco, prodotto da greci con le piattole greche e all'interno di caverne greche. Lo yogurt greco della Müller prodotto da greci negli stabilimenti della Müller dopo aver comprato a 4 soldi le loro fattorie perché non ce la facevano ad andare avanti ha tutto un altro sapore che non mi piace . Sic et sempliciter e nulla di più :-)

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  5. A ben vedere anche la birra quando è tedesca ha un altro sapore: lugubre e stantio. Quella ceca invece è briosa, e a tratti anche ironica, allora mi chiedo: ma siamo sicuri che la birra tedesca sia la migliore? Da qualche anno ormai non la bevo più e sinceramente un po' meglio mi sento ::))

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  6. "Inoltre, l'Eurozona ha bisogno di una procedura credibile per le insolvenze pubbliche. Si tratta di un requisito fondamentale affinché in futuro i mercati finanziari possano disciplinare l'esercizio delle finanze pubbliche".

    Non so se sono io a capire male (non sono economista) o sono loro dei criminali. Che qualcuno mi aiuti a fare luce !!

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    1. Mercati... disciplinare... finanze pubbliche... EH?

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    2. è il modello Von Hayek, come abbondantemente spiegato da Quarantotto, e si tratta della politica esattamente OPPOSTA a quella sancita nella Costituzione italiana del '48 che prevede che sia il Governo a disciplinare i mercati perchè fornisce al Governo gli strumenti che i trattati di Maastricht, ma prima ancora l'istituzione dello SME, gli hanno sottratto ovvero il controllo sulla Banca Centrale con la possibilità del Governo di finanziarsi ai tassi di interessi ritenuti necessari imponendo alla Banca Centrale, se nel caso, la stampa di moneta. Nel momento in cui il Governo impone i tassi di interessi ai quali si finanzia, automaticamente influisce sui mercati finanziari, ma questo è ciò che i rentier vedono come fumo negli occhi, perchè non possono campare di rendita in un mercato finanziario dove i tassi di interessi vengono decisi dalla finanza pubblica. La costruzione dell'euro è funzionale al trasferimento di ricchezza dal mondo del lavoro (salariati ma anche imprese manifatturiere) al mondo della finanza (banche e assicurazioni), con il corollario di privatizzazione dei servizi pubblici essenziali (grosso favore al mondo delle assicurazioni, che poi sono solo i collettori di soldi che finiscono nel mercato finanziario) e di perdita dei diritti. La Costituzione ITaliana costituisce un argine a tutto questo, ma un argine che funziona se al Governo viene riconsegnato il controllo sulla Banca Centrale.

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  7. In grecia non trovano manco più da mangiare, ma conta la competitività. Ma le vostre teste cadranno prima o poi...

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  8. "Da un lato, la svalutazione causerebbe il default sulle obbligazioni denominate in Euro, sia pubbliche che private."
    E la lex monetae, ne hanno mai sentito parlare? I contratti di diritto nazionale, come in genere sono i titoli del debito pubblico e in genere la maggior parte dei contratti privati, verranno ridenominati nella moneta decisa da ogni stato che avendo appena abbandonato l'euro difficilmente lo sceglierà come valuta per i propri contratti.
    Per quanto riguarda il debito di diritto estero non è detto che questo debba condurre sempre al default perché comunque le attività in valuta estera eventualmente possedute dai debitori risulteranno invece rivalutate aiutando il pagamento del debito.

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