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venerdì 16 novembre 2018

Il sogno tedesco di un esercito europeo

Quando si tratta di mettere in comune i debiti con i sud-europei, dalla Germania arriva puntuale il solito "coro di Nein". Quando invece si parla di dotare l'UE di un vero esercito europeo arriva un bel "coro di Ja" e tanto entusiasmo. Tutto questo entusiasmo per il presunto esercito europeo probabilmente è solo il dito dietro il quale la politica tedesca vorrebbe nascondere le proprie ambizioni: affiancare alla grande potenza esportatrice un esercito in grado di difendere gli interessi tedeschi su scala globale per trasformare il gigante economico in un gigante politico. Ne parla un ottimo German Foreign Policy.


Forza militare come nuova spina dorsale dell'UE

La creazione di una forza militare comune europea da molto tempo è uno degli obiettivi della politica europea di Berlino. "Nell'UE ... dobbiamo andare verso un esercito comune europeo", sosteneva ad esempio già nel marzo 2007 la Cancelliera Angela Merkel in un'intervista alla Bild Zeitung. [1] In maniera identica si esprimeva anche la SPD. Si tratta "di far partire un processo di sviluppo, il cui sbocco sarà un esercito europeo", era scritto in un documento del gruppo di lavoro sulla difesa della frazione parlamentare della SPD: "gli eserciti nazionali saranno ... sempre più una reliquia del secolo scorso" [2].  I vertici politici tedeschi hanno continuato ad avanzare questa richiesta con regolarità. A volte il concetto viene collegato con un altro messaggio: le truppe europee congiunte potrebbero aiutare a saldare l'UE in maniera ancora piu' forte. Il "progetto europeo per una politica di sicurezza e di difesa comune" sarà "il motore per una ulteriore integrazione europea", aveva dichiarato l'allora ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle nel febbraio 2010. [3] Qualche tempo dopo su di un influente quotidiano tedesco ritenuto di orientamento liberale (sueddeutsche.de) si poteva leggere: "un esercito permanente per l'unione di tutti gli Stati sarebbe qualcosa di simile a una nuova spina dorsale per tutta l'Europa" [4] Il concetto era stato ribadito anche nel dicembre 2017 dal Ministero della Difesa tedesco in occasione dell'avvio del processo per la creazione delle strutture militari comuni ("PESCO"): "con la comunità di difesa dell'UE, il processo di integrazione dell'UE sta vivendo un nuovo impulso" [5].

"Ridurre le riserve parlamentari"

Nei giorni scorsi il presidente francese Emmanuel Macron ha rilanciato la richiesta di creare un esercito europeo. L'occasione è stata il lancio da parte di Parigi della sua Iniziativa di Intervento Europeo (Initiative européenne d'intervention, IEI). [6] A tal proposito Macron ha ribadito che è giunto il momento di costituire "un vero esercito europeo": "l'Europa" dovrà essere in grado di potersi "difendere senza dipendere interamente dagli Stati Uniti". Anche i vertici politici tedeschi hanno espresso il loro sostegno. Proprio nel fine settimana il leader della Spd Andrea Nahles si è espressa a favore di un "esercito europeo": "dobbiamo farla finita con i piccoli stati". Katarina Barley, il ministro della Giustizia e candidato SPD alle elezioni europee ha detto che le forze militari congiunte sarebbero una "vera assicurazione sulla vita per l'Europa". [7] Il presidente della Commissione affari esteri del Bundestag, Norbert Röttgen (CDU), si è unito al coro dichiarando: "senza capacità militari congiunte", ha detto, "la politica estera europea comune non potrà essere presa sul serio" [8]. Il Segretario Generale della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer a sua volta ha collegato la richiesta con la proposta di limitare il potere legislativo del Bundestag in materia di operazioni militari. "Credo che un esercito europeo abbia senso", ha detto Kramp-Karrenbauer, candidata alla segreteria della CDU  come successore di Angela Merkel: "lungo il percorso che ci porta a questo obiettivo, dovremo ridurre le prerogative a disposizione del Bundestag in materia di schieramento all'estero delle truppe della Bundeswehr"[9].

"Essere in condizione di agire"

Dopo richieste cosi' serrate da parte dei politici di spicco come non era mai accaduto prima - lunedì anche il Ministro della Difesa Ursula von der Leyen si è espressa ancora una volta a favore di un "esercito europeo" [10] - è arrivato il turno della cancelliera tedesca Angela Merkel davanti al Parlamento europeo. "Dobbiamo lavorare alla visione di avere un giorno un vero esercito europeo", ha detto Merkel martedì. Sicuramente un "esercito europeo non sarebbe un esercito contro la NATO": "Nessuno vuole mettere in discussione i legami tradizionali". Ma "l'Europa" non può più fare affidamento incondizionato sugli "altri" - vale a dire gli Stati Uniti. "L'Europa" dovrà quindi essere in grado di agire. [11]

PESCO Versus IEI

Mentre si fanno sempre più forti le richieste per creare una forza europea, aumenta anche la pressione per presentare dei risultati e proseguono senza sosta le lotte di potere fra francesi e tedeschi su alcuni degli elementi chiave del progetto. Come ha ribadito lunedi il Ministro della Difesa von der Leyen, il governo di Berlino continua a puntare sulla possibilità di unire le forze armate europee agendo dal basso; questo dovrebbe avvenire nel quadro della PESCO e sotto l'ombrello del Framework Nations Concept della NATO, all'interno del quale la Bundeswehr ha già intensificato la sua cooperazione con le truppe dei Paesi Bassi, della Repubblica Ceca e della Romania, oppure con un paese non-UE ma solo NATO come la Norvegia. La Francia invece con la IEI punta su operazioni congiunte e rapide e su di una fusione delle forze armate che dovrebbe avvenire nella pratica militare (german-foreign-policy.com[12]). Nel suo progetto tuttavia la Francia riceve solo il sostegno del Belgio. Il ministro della Difesa belga Steven Vandeput ha infatti firmato insieme al suo omologo francese Florence Parly un accordo che prevede una stretta collaborazione tra le forze di terra di entrambi i paesi. Come conseguenza il Belgio non solo si è impegnato ad acquistare 382 veicoli corazzati Griffon e 60 carri da ricognizione Jaguar - esattamente i modelli utilizzati dall'esercito francese - ma avvierà una collaborazione congiunta anche nel campo della formazione e nel comando delle truppe e in numerosi altri aspetti con le forze di terra francesi. I militari parlano di una cooperazione senza precedenti tra i due paesi [13]. Come conseguenza, nella lotta di potere tra Berlino e Parigi, si rafforza il polo francese.

"Comprate armi europee!"

I disaccordi proseguono anche nel campo della cooperazione per l'acquisto delle armi. Il presidente Macron, che insieme alla cancelliera Merkel spinge verso una concentrazione dell'industria europea della difesa, domenica si è lamentato: "quello che non voglio vedere sono paesi europei che aumentano il loro budget per la difesa, per poi comprare armi dagli Stati Uniti o da altri paesi." [14] Si riferiva probabilmente al fatto che il Belgio nel mese di ottobre ha deciso di non acquistare gli Eurofighter o gli aerei da combattimento Rafale, ma gli F-35 americani - come hanno fatto la Gran Bretagna, l'Olanda e l'Italia. La ragione risiede anche nel fatto che i produttori europei non sono in grado di produrre caccia da combattimento di ultima generazione come gli F-35. Senza dubbio Berlino e Parigi hanno deciso di produrre insieme un jet da combattimento e di concepirlo come un sistema da combattimento (Future Combat Air System, FCAS), tuttavia, il progetto è attualmente bloccato da discussioni inerenti non solo la leadership industriale, ma anche la distribuzione degli ordini e non da ultimo le licenze per l'esportazione [15]. Il disaccordo sulle esportazioni di armi colpisce anche il carro armato franco-tedesco sviluppato dalla neo-costituita KNDS, allenza strategica fra la tedesca Krauss-Maffei Wegmann e la francese Nextei. La joint venture tuttava necessita già di chiarimenti: "lo sviluppo a lungo termine e le vendite del Gruppo KNDS dipenderanno anche dall'atteggiamento del governo tedesco e francese in merito alle esportazioni di tecnologia per la difesa", si legge in una recente relazione sulla gestione della holding Kasseler-Wegmann [16]. Se dovesse costituirsi una forza comune europea con una base industriale e militare nell'UE, ci troveremo allora di fronte a delle dure lotte di potere tra Francia e Germania per aggiudicarsi gli ordini nel settore della difesa.



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[1] "Die europäische Einigung ist auch heute noch eine Frage von Krieg und Frieden". Bild 23.03.2007. S. auch Eine Frage von Krieg und Frieden in Europa.
[2] Daniel Friedrich Sturm: Merkel will "gemeinsame europäische Armee". welt.de 23.03.2007.
[3] S. dazu Der Krieg, Europas Rückgrat.
[4] Zeit für eine europäische Armee. sueddeutsche.de 13.07.2010.
[5] Einstieg in die Verteidigungsunion. bmvg.de 08.12.2017. S. dazu Der Start der Militärunion.
[6] S. dazu Die Koalition der Kriegswilligen (II).
[7] Nahles will eine europäische Armee und den Abschied von Hartz IV. handelsblatt.com 10.11.2018.
[8], [9] Donata Riedel: Macron will eine europäische Verteidigung - Der Bundesregierung geht das zu weit. handelsblatt.com 12.11.2018.
[10] Von der Leyen plädiert für eine "Armee der Europäer". sueddeutsche.de 12.11.2018.
[11] Merkel fordert "echte europäische Armee" - Buhrufe und Applaus. welt.de 13.11.2018.
[12] S. dazu Die Koalition der Kriegswilligen (II).
[13] Nicholas Fiorenza: Belgium signs motorised capability co-operation agreement with France during first European Intervention Initiative ministerial. janes.com 12.11.2018.
[14] Merkel fordert "echte europäische Armee" - Buhrufe und Applaus. welt.de 13.11.2018.
[15] Thomas Hanke, Donata Riedel: Future dims for Franco-German combat air system as companies squabble. global.handelsblatt.com 07.11.2018.
[16] Gerhard Hegmann: Auf dem Weg zum europäischen Superpanzer. welt.de 06.11.2018.

3 commenti:

  1. Comunque anche l'Italia ha una buona industria degli armamenti, l'Eurofighter ad esempio e' in buona parte costruito da aziende italiane, ed e' uno dei migliori caccia-bombardieri al mondo, molto meglio del difettoso/disastroso F-35 americano, ma d'altronde non bisogna stupirsi l'Italia e' ancora la 2a manifattura e industria europea, dopo la Germania ma prima di GB e Francia !?
    Luca il PATRIOTA

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  2. Questo articolo, pur mettendo in evidenza alcuni aspetti indubbiamente corretti, come la questione su chi realmente comanderebbe questo esercito europeo, ha il grave difetto di non citare nemmeno due punti *assolutamente fondamentali* di qualunque discorso sull'esercito EU.

    Il primo punto è: "chi controlla l'arsenale nucleare francese?".
    Stante il fatto che (come ne abbiamo prova ogni giorno in ambito economico) le decisioni europee sono lo specchio dei rapporti di forza tra le varie nazioni dell'unione, se la Francia mantenesse l'esclusivo controllo di un asset assolutamente strategico come la deterrenza nucleare, il peso che la Francia stessa avrebbe su come impiegare l'esercito europeo sarebbe a dir poco determinante. Inutile aggiungere che un paese come la Francia, che ancor oggi ostenta comportamenti imperiali ("Impero" è qui usato nel senso tecnico del termine, cioè come un paese che estende, a proprio vantaggio, la propria influenza politica, economica e militare al di fuori di propri confini), userebbe tale potere per i propri esclusivi interessi anche a discapito dei 'fratelli' europei (vedasi Libia 2011).
    Se invece la Francia accettasse di mettere in comune il suo arsenale nucleare, si aprirebbe la questione di quale sarebbe la contropartita per la rinuncia francese a quell'esso pigliatutto che è la Force de Frappe.

    Il secondo punto, ancor più importante del primo, è il fatto che la creazione di quello che potenzialmente sarebbe il secondo o terzo esercito più potente del mondo, è un atto geopolitico di *enorme* portata.
    Pensare che il resto del mondo, USA in testa, stia semplicemente a guardare mentre viene costituita una forza militare globale con capacità nucleare, è totalmente irrealistico.
    La creazione dell'esercito europeo non è un fatto solo interno all'UE, ma ha conseguenze sui rapporti di forza mondiali.
    Attualmente, gli USA hanno una larga ma non totale egemonia militare nel mondo che però vedono messa in pericolo dall'ascesa cinese e dalla rinascita russa; credere che vogliano veder sorgere un altro potenziale competitore globale è molto molto molto ingenuo.

    Riassumendo: chi auspica l'esercito europeo, deve essere conscio che questo apre due grandi problemi:
    1) Gli interessi di chi questo esercito tutelerebbe, in quanto il paesi europei hanno interessi sia interni che soprattutto esteri DIVERGENTI.
    2) Che ci metterà certamente contro gli USA e forse anche altri paesi.

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    1. Grazie per il commento, arriverà un giorno (non molto lontano) in cui i francesi saranno sommersi da una montagna debiti e una larga parte di questi debiti saranno verso gli amici tedeschi, in quel momento a Parigi arriverà da parte di Berlino un'offerta che i francesi non potranno rifiutare, e quindi Parigi dovrà decidere se mettere in comune le armi atomiche con gli alamanni oppure far crollare l'intero castello di carta dell'euro. I tedeschi vorrebbero impadronirsi anche del seggio ONU dei francesi, mi chiedo come sia possibile che i francesi non avvertano puzza di bruciato, o meglio credo l'avvertano, ma probabilmente date le dimensioni dei loro problemi economici e sociali non possono piu' fare a meno dell'aiuto dei tedeschi. Da considerare anche la farsa delle trattative sull'Ucraina, in cui i tedeschi si portano dietro i francesi, solo per non dare troppo nell'occhio e tenere in piedi la buffonata dell'asse franco-tedesco, oppure l'appoggio dei francesi sull'indegno Migration compact, dato in cambio dell'ok all'eurobudget. Mi sembra che la posizione dei francesi sia alquanto critica, sempre che Trump nel frattempo non si incaxxi...viviamo tempi interessanti, non c'è dubbio. Grazie per il contributo

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