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domenica 24 marzo 2019

"La Cina per Duisburg è un vero diamante"

A dirlo è il sindaco di Duisburg, la città renana che con il suo porto fluviale è diventata il capolinea della nuova "Via della Seta" su rotaia. Un progetto che sta portando grandi benefici economici alla città ex-industriale della Ruhr. Nel frattempo, sulla cosiddetta stampa di qualità tedesca i corrispondenti alla Piller accusano il governo italiano di aver messo a rischio l'unità dell'Europa (?), mentre ogni settimana a Duisburg arrivano dalla Cina almeno 25 treni da 60 container ciascuno. Ne scrive Deutschlandfunk 


Per decenni Duisburg è stato il simbolo del declino industriale dell'area della Ruhr. Ora però l'importanza della città come hub per le esportazioni cinesi sta crescendo. La Cina spedisce via treno fino al più grande porto fluviale d'Europa, attraverso la nuova "Via della Seta", una quota crescente delle sue merci.

Duisburg-Rheinhausen. Il terminal dei container del porto fluviale diventa rumoroso solo quando le colorate scatole d'acciaio vengono impilate l'una sull'altra. Altrimenti si sente solo il ronzio del ponte per i container alto oltre 40 metri. L'operatore della gru sta scaricando una nave che si trova sul molo.

Fino al 1993 qui c'era solo l'industria pesante. Sul sito, con sbocco diretto al fiume Reno, c'era un'acciaieria della Thyssen-Krupp, verso la fine degli anni '80 diventata nota in tutta la Germania. All'epoca migliaia di lavoratori protestarono contro la sua chiusura. Con catene umane, occupazioni e lanci di uova - ma non riuscirono a impedire la fine della loro acciaieria.

Oggi quel terreno viene nuovamente utilizzato - come porto e hub logistico:

"Se ogni anno vengono caricate e spedite 20.000 navi e 25.000 treni, può facilmente immaginare che nel porto c'è sempre molto da fare. E ciò che vale la pena ricordare, naturalmente, è che il numero dei treni è in costante aumento", afferma il presidente del porto Erich Staake.

Un uomo alto con un sigaro fumante in mano, che gestisce il porto da 20 anni, e dà forma allo sviluppo della città, dall'acciaio alla logistica.

25 treni alla settimana dalla Cina

I treni merci di cui parla Staake arrivano sempre più spesso dalla Cina. Sono venticinque alla settimana, e viaggiano dalla metropoli da 30 milioni di abitanti di Chongqing fino all'area della Ruhr. Fino ad un massimo di 60 container per treno, e dentro c'è tutto quello che l'Occidente chiede: elettronica, tessuti, giocattoli.

Circa la metà delle merci va nella direzione opposta. E almeno a partire dalla visita al porto del capo di stato cinese di quattro anni fa, anche la politica e l'economia di Duisburg hanno iniziato a guardare verso l'Estremo Oriente, afferma orgogliosamente Staake:

"Il presidente cinese Xi Jinping non è arrivato qui per caso. Probabilmente il nostro ex Presidente regionale e il nostro sindaco non l'avrebbero mai incontrato, se non ci fossimo impegnati a diventare il punto di partenza e di arrivo della nuova Via della Seta".

La Via della Seta! La parola chiave che fa brillare gli occhi ai responsabili della logistica e ai politici. Con questo progetto la Cina vorrebbe cambiare il commercio mondiale. Per questa ragione il paese sta costruendo una rete globale di porti, ferrovie e vie di trasporto per creare e garantirsi dei nuovi mercati di vendita.

"L'altro giorno ho ricevuto un'immagine dall'aeroporto di Shanghai. Si vede una mappa - Europa, Asia - e sul lato europeo sono segnate quattro città: Parigi, Londra, Berlino piuttosto piccole. E nel mezzo, bella grande c'è Duisburg".

La città della Ruhr è uno snodo centrale sulla Via della Seta. Ma Duisburg ne sta veramente beneficiando? Una città colpita duramente dai cambiamenti strutturali e ancora alle prese con una disoccupazione del 12%?

Il Sindaco della SPD Sören Link è fiducioso:

"Prima di tutto mi aspetto un crescente interesse per Duisburg come città di residenza per gli impiegati e i dipendenti cinesi, per gli studenti cinesi, e per tutti i cinesi in generale. Prevedo che Duisburg diverrà un interessante luogo di investimento per le società cinesi, così che alla fine per Duisburg ci si possa aspettare una crescita in termini di occupazione e una forte crescita economica".

Markus Taube lo conferma: l'economista dell'università di Duisburg-Essen ha lavorato intensamente sulla strategia della Via della Seta e ne ha studiato le conseguenze per Duisburg.

"Siamo stati in grado di dimostrare che nell'ambito di questa iniziativa della Via della Seta gli investimenti sono stati fatti e che sono stati creati posti di lavoro. Cioè, stiamo parlando di qualcosa di più di semplici container che arrivano qui a Duisburg e che poi da qui vengono spediti in tutto il mondo. Al contrario, intorno è nata una piccola industria che genera entrate fiscali per la città, crea posti di lavoro e, nel complesso, rafforza la reputazione e l'importanza della città".

La cooperazione è ancora agli inizi

Ma il presidente del porto Staake, il sindaco Link e l'esperto Taube sono d'accordo: c'è bisogno di un pensiero di lungo respiro, il progetto "Duisburg e la Via della Seta" è ancora nella sua fase iniziale. Sebbene vi siano investimenti individuali da parte di società cinesi, per ora si tratta di progetti iniziali".

Nel ventoso porto fluviale - un tempo orgoglioso e centenario centro commerciale della città - alcune persone vanno a fare una passeggiata. Molti hanno sentito parlare del progetto Cina. Cosa ne pensano gli abitanti di questo sviluppo?

"Molto interessante e importante, penso, per Duisburg. In generale, Duisburg non ha una buona reputazione".

"Bene, dico, gli scambi commerciali tra città non sono mai sbagliati."

"Siamo basati qui a Duisburg, produciamo lubrificanti e spediamo molta verso la Cina - attualmente si parla quasi sempre di trasporto aereo o marittimo - e ora dico però che la linea ferroviaria è di enorme interesse".

"Posti di lavoro ... Questo è un input importante, sicuramente."

Più commercio porta anche più camion

Circa 40.000 persone lavorano al porto, molte di loro arrivano da Duisburg.

Ma ci sono anche i problemi: i tanti camion che vanno al porto sono rumorosi e intasano le strade, gli ingorghi stradali fanno parte della vita di tutti i giorni, i residenti sono infastiditi. I sindacati si lamentano per i bassi salari della logistica. Tutto ciò resta un tema di discussione. E naturalmente la Cina con la Via della Seta persegue anche interessi geopolitici.

Il sindaco Sören Link lo sa. Ma non vede dipendenze e pericoli, almeno fino a quando si continuerà a comunicare allo stesso livello:

"La Cina per Duisburg è un vero diamante. Vogliamo continuare a lavorarci con verve e grande impegno. "


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10 commenti:

  1. Nessuno contesta all'Italia (a questo governo, o meglio, a metà di esso) la volontà di sviluppare gli scambi commerciali. In discussione è il contenuto di alcuni tratti del Memorandum "Belt & Road", una iniziativa cinese, un 'cavallo di Troia' per espandere la loro egemonia in Europa. L'Italia ha oggi un deficit commerciale di 17 mld, la Germania campione di export rispetto alla popolazione di 13 mld, si pensa di poter fare meglio di loro, di pareggiare la situazione, con le arance di Sicilia? Non serve essere economisti per prevedere che tale gap sarà destinato invece ad aumentare ma il problema strategico riguarda il tema delle telecomunicazioni, argomento troppo sensibile e difatti la Lega si chiama fuori.

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    1. I "player" in ambito mondiale sul tema del 5G sono sostanzialmente 3: due di loro sono cinesi e uno americano. Si sarebbe comunque andati a trattare coi cinesi. Ragione per cui le critiche all'accordo basate su questi temi sono pura propaganda.

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  2. Traduci anche il francese? "La Chine commande 300 Airbus pour près de 30 milliards d'euros" :) Eh ma i nostri 'sovranisti' al governo gongolano per qualche tonnellata di arance e qualche forma di Pecorino Romano in surplus di produzione!

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    1. Anche ai tempi di Gentiloni e Renzi l'Italia non partecipava ad Airbus, un affare franco-tedesco da sempre. A farci una figuretta sono i soliti soloni di casa nostra che nei giorni scorsi ci hanno spiegato che non bisogna fare affari con i cinesi perché sono anti-democratici, non rispettano i diritti civili etc etc Nel frattempo i francesi e i tedeschi gli hanno piazzato 300 airbus, tutto chiaro...

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    2. Già, 'bella idea' non partecipare al consorzio Airbus. Come al progetto Eurofighter.

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    3. modestamente la trasmissione dell'eurofighter gliela facciamo a torino e la filiera è tutta italiana...
      e il motore sempre di avio

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    4. Tutta italiano no di certo, il motore è prodotto dal consorzio EUROJET Turbo GmbH (GmbH non mi sembra una denominazione sociale italiana): 33% Rolls-Royce (Gran Bretagna), MTU Aero Engines (Germania), 21% Avio Aero (Italia) e 13% ITP (Spagna). I dati prendiamoli dai siti dei costruttori, non dalla Padania. Comunque mi riferivo alla commessa F35, una porcata di velivolo, inutile per un Paese come l'Italia che la guerra la fa ai piccioni e costa una follia per la manutenzione. E' come acquistare una Ferrari per attraversare la città.

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    5. Ed ecco l'ennesima stronzata del buffone, blatta PDdina di Maurizio Cocucci, che prima dice che l'Italia non partecipa al progetto Eurofighter, eppoi smentito dai fatti ( l'Italia fa parte del consorzio europeo che li produce ) dice di essersi confuso con gli F-35 ( schifezze degli AmeriCANI, che l'Italia non produce ma assembla pezzi non prodotti in Italia ) il solito Cocucci: un CESSO sempre pronto a vomitare fregnacce anti-italiane e a leccare lo straniero INFERIORE ( NON ESISTE POPOLO AL MONDO CHE HA DATO DI PIÙ RISPETTO A QUELLO ITALIANO, sotto tutti i punti di vista culturale, tecnologico, scientifico, artistico ) chissà quando il falso intellettuale Cocucci la smetterà di dare voce alla sua incredibile IGNORANZA !!!
      Luca il PATRIOTA

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    6. Luca, il dott. Cocucci fa rintracciare il tuo IP alla polizia postale e ti querela per diffamazione, stai attento

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    7. Più che il suo IP ho visto il suo QI. :)

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