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martedì 20 novembre 2012

Arrivano i russi!


Ce l'hanno detto piu' volte: la Grecia non puo' uscire dall'Euro perché finirebbe sotto l'influenza russa. I russi nel frattempo sono arrivati lo stesso, per approfittare di un paese in vendita. Die Zeit ci racconta gli interessi russi in Grecia.
Gli investitori russi si sono lanciati sulla Grecia. Non stanno comprando solo hotel, ma vogliono crescere anche nel mercato dell'energia. L'EU è scettica.

Questa sera gioca il campionato greco. Ma stasera giocano anche i russi: a Thessaloniki siede in tribuna Iwan Ignatjewitsch Sawidis. Un oligarca russo.

Sulla sedia è inquieto, fino a quando il PAOK Thessaloniki non saluta i fan con un combattuto 1:0. PAOK è il suo club. Tre mesi fa ha comprato la maggioranza del tradizionale club greco. 

Dopo la partita Sawidis ci porta nel suo ufficio direttamente sotto la tribuna. Un uomo piccolo, tarchiato, ma in forma. Il russo indossa capi firmati, una giacca in pelle, jeans, scarpe firmate, e porta una barba grigia di 5 giorni. Non gli interessano scambi di cortesie troppo lunghi e si siede subito al tavolo: "iniziamo".

A Mosca, nella sua città, il 53enne è il piu' facoltoso russo di origini greche. Un uomo d'affari di Rostow, che negli anni '80 iniziando come impiegato in una fabbrica di tabacco è diventato presidente del gruppo Agrokom. Oggi la fabbrica di tabacco e l'azienda per la lavorazione della carne appartengono a sua moglie, mentre Herr Sawidis si concentra sulla politica e sugli affari esteri.

Per i russi la crisi greca è una grande opportunità. A Cipro da quasi 20 anni investono in grande stile, e ora si rivolgono al paese vicino, dove file di fabbriche e immobili sono in vendita. Per l'investitore Sawidis la Grecia è una "questione altamente emozionale", un paese che vuole aiutare a tornare profittevole. Il paese baciato dal sole nel sud, gli offre il perfetto "equilibrio fra affari e salvezza dell'anima". Non ha investito solamente nel calcio, ad esempio anche nel restauro di alcune chiese.

Impegno e tradizione

E' un impegno per la tradizione. In passato la Russia ortodossa si considerava il difensore dei greci ortodossi contro il preponderante impero ottomano. Il primo presidente della Grecia indipendente, Ioannis Kapodistrias, prima del 1827 era un segretario di stato per la politica estera al servizio degli Zar. Ad Atene c'era anche un "partito russo" che si batteva per un legame piu' stretto con S. Pietroburgo. Molti greci sono emigrati in Russia e hanno fatto carriera.

Iwan Sawidis, il russo di origini greche, è stato per diversi anni alla Duma con il partito Russia Unita di Putin. Conosce bene il presidente russo e critica il fatto che tutte le decisioni importanti oggi vengano prese nella EU. E che siano determinate dalla Germania. "Cio' ha ha fatto molti danni alla Grecia", ci dice. Al contrario la Russia vuole proteggere la Grecia, dice Sawidis. E la Russia ha molto da offrire.

Che cosa? "Neve e gelo", dice sorridendo. "Oltre a petrolio, gas e molto denaro".

In Grecia l'industria energetica di stato è in vendita. Sotto pressione della EU il governo ha dovuto vendere il pacchetto azionario di maggioranza del fornitore di gas DEPA, nella rete di gas Desfa e la partecipazione nell'azienda petrolifera Hellenic Petroleum (Elpe). I russi insieme ai giapponesi, agli italiani e agli azeri sono fra i principali offerenti.

Gazprom è già da tempo nel business greco. Sono stati i russi a costruire l'oleodotto dalla Bulgaria in direzione sud verso Atene. Oggi il monopolista russo gestisce tre quarti dell'import di gas greco.

Ma la quota russa, a causa dell'import dall'Azerbaigijan e dall'Iraq del nord rischia di essere ridotta. Gazprom potrebbe pero' impedirlo, attraverso l'acquisizione di Depa e se possibile anche con l'acquisto della rete del gas.

Qui è il problema: da un lato la EU e la BCE vorrebbero una rapida privatizzazione delle aziende di stato, per ridurre il debito di Atene. Dall'altro lato, gli europei in questo modo potrebbero regalare ai russi il controllo dell'industria energetica greca. Avremmo allora una seconda piattaforma russa offshore, una seconda Cipro.

La commissione EU da tempo si batte contro la strategia di espansione di Gazprom in Europa. Dall'estate sta indagando sul continuo abuso di posizione dominante di Gazprom nell'Europa dell'est.

In questo processo la commissione può imporre sanzioni oppure bloccare l'acquisto di ulteriori società energetiche. Gazprom deve percio' muoversi con tatto. Una soluzione possibile per i russi potrebbe essere un'alleanza con una società energetica europea. Contro un eventuale investimento congiunto ad esempio degli italiani con i russi, anche Brussel non potrebbe fare molto.

Le conseguenze andrebbero molto oltre la Grecia. Se l'Azerbaijan volesse portare il gas verso l'Europa attraverso la Turchia e l'Italia, la rete del gas greca sarebbe una parte di questa infrastruttura. Gazprom entrerebbe in questo affare volentieri. Le presunte riserve di gas nel Mediterraneo, intorno alla Grecia, potrebbero diventare in futuro una importante fonte di reddito. E davanti alle isole dello Ionio sono già iniziate le perforazioni. Anche a Creta e nel Mediterraneo dell'est potrebbero trovarsi altri giacimenti di gas. Un pezzo molto pregiato per gli acquirenti stranieri è la Hellenic Petroleum. L'azienda petrolifera controlla circa i due terzi della capacità di raffinazione greca e il 15% delle stazioni di servizio greche. Le raffinerie greche riforniscono i paesi del Mediterraneo, che come la Libia hanno molto petrolio, ma non abbastanza raffinerie, e le flotte degli stati Nato.

A quale velocità i russi possano colpire, lo mostra in questi giorni la penisola di Chalkidiki nella Grecia del nord. Diversamente dalla Spagna o dall'Italia, in Grecia molte spiagge non sono state ancora accerchiate dal cemento. Qui si è costruito poco - o per niente.

Sulla superstrada da Thessaloniki a Chalkidiki ci sono grossi cartelli pubblicitari esclusivamente in lingua russa: "la vostra casa sul mare! Agenzie immobiliari e notai di lingua russa sono a vostra disposizione". La strada attraversa pinete, campi di grano e coste di una bellezza mozzafiato. Le agenzie immobiliari greche sanno bene che qui si potrà ancora costruire e vendere molto.

"I russi sono innamorati di Chalkidiki", ci dice l'agente Georgios Varelas della società Remax. "I monaci del Monte Athos sono qui vicino, con il loro monastero russo. Per loro qui è come essere a casa". Molti russi arrivano come turisti. Il numero dei visitatori russi in Grecia dal 2005 si è quadruplicato raggiungendo il milione all'anno.

I russi acquistano hotel

La vacanza ti fa venir voglia di qualcosa di piu' di una semplice camera in affitto. I russi facoltosi vorrebbero comprarsi ville e palazzi sulla spiaggia, ci dice Varelas. E ancora di piu': poco tempo fa l'hotel Potidea Palace se lo è aggiudicato un investitore russo per 13 milioni di Euro. Il Portes Beach Hotel se lo è aggiudicato un altro russo per 10 milioni di Euro. In tutta la Grecia al momento ci sono 1.200 Hotel in vendita.

Spiagge, hotel, aziende energetiche, reti del gas, ferrovie dello stato, porti, aeroporti - la Grecia non era mai stata in vendita in questo modo.

A questo si aggiunge la fretta di privatizzare le aziende di stato per risanare il bilancio pubblico. Il primo ministro conservatore Samaras, con il suo viaggio a Mosca ha avuto successo: è stato accolto come un amico. I russi consideravano il precedente capo di governo socialista Giorgos Papandreou, che parla meglio l'inglese del greco, troppo filoamericano, soprattutto sulle questioni degli oleodotti. Dal punto di vista russo, un nuovo meeting con Putin è necessario.

Anche con Samaras non sarà però cosi' facile: ha studiato in America e durante la sua breve presidenza ha già incontrato 2 volte a Berlino Angela Merkel . 

In generale i greci vedono gli investimenti russi nel loro paese in maniera positiva. Il numero degli studenti russi è in crescita. In questi giorni il film "Gott liebt Kaviar" riempie i cinema: è la storia di un conte russo con origini greche di nome Iwan Varvakis trasformatosi in un generoso eroe del Mar Nero.

Dopo la partita Sawidis dà un paio di suggerimenti ai greci: fate attenzione all'EU! Nessuno poteva tenere il passo con la super tecnologica Germania. Certo non i greci. Con i tagli imposti negli ultimi anni, la EU in Grecia ha commesso dei crimini. Sawidis dice di aver pregato il presidente Putin di non ignorare la crisi e di visitare il paese. Putin è credente e ortodosso. "Non potrebbe fare a meno di amare la Grecia".

9 commenti:

  1. E profitti relativi andranno alla Russia (e comunque agli acquirenti stranieri di turno)...la bdp greca rimarrà in forte deficit, e il reddito non potrà perciò crescere.
    Ma cosa c'è di meglio dei russi che si muovono, per indurre gli USA a non perdere un caposaldo strategico che nel Risiko mediororientale si riflette su Turchia, Cipro (e già lì ii russi..), e quindi su Sirya e Iran?
    I tedeschi presi dal solito egoismo, ammantato di moralismo unidirezionale, stanno sempre più facendo un gioco "più grande" di loro. Ma non possono concepire che possa esistere, ripetendosi da secoli che sono "uber alles".
    E ci sarà da divertirsi; la farsa entra nella fase pochade climax, uscendo dalla pesantezza di "schuld-essere inferiori"...Grande confusione sotto il sole: non possiamo lamentarcene perchè porterà al redde rationem

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    1. Grazie ancora Quarantotto, l'aspetto geopolitico ha un ruolo fondamentale nello sviluppo della crisi. E poi i russi li conosciamo, non scherzano affatto!
      Il problema è che anonimi politici regionali bavaresi e del Baden, di cui mai piu' sentiremo parlare (per fortuna), sono riusciti a ritagliarsi un briciolo di attenzione e popolarità bulleggiando per mesi, interi popoli e paesi. Tutto questo ovviamente a fini elettorali. Erano entrati in questioni molto piu' grandi di loro. Infatti negli ultimi mesi, dopo il famoso cambio di strategia di Berlino, sono scomparsi dai giornali, tacciono, nessuno gli dedica piu' un trafiletto. Tutti a lodare i miglioramenti delle bilance commerciali del sud-Europa... siamo sulla strada della virtu'!

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    2. I russi (ed i cinesi) hanno l'abitudine di finanziare chi è in deficit finanziario e commerciale con loro. E non alzano il ditino per bacchettare ed ammonire. Difatti, in Grecia, mandano delegazioni di immigrati greci ed ortodossi, anziché banchieri e burocrati.
      La Grecia ha solo da guadagnarci: può uscire dall'€ con un paracadute (finanziamenti a fondo quasi perduto), può trovare un protettore politico, può cominciare la ricostruzione.

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  3. @ Quarantotto (21 novembre 2012 04:57)
    Ciao, quarantotto. Non sono tanto sicuro che “ci sarà da divertirsi” nel caso gli Usa tentassero di mettere i bastoni tra le ruote alla Russia.

    Il 4 marzo scorso Putin vinse le elezioni con il 63,7%. Per tutta la settimana precedente alle elezioni, i tg italiani raccontavano di una Russia desiderosa di cambiare, dando grande enfasi alle manifestazioni del cosiddetto movimento di opposizione dei "nastrini bianchi", ossia i soliti propagandisti finanziati dagli Usa che interpretano il ruolo degli “oppositori al regime” ad uso e consumo dei media occidentali.
    Poi Putin ha vinto le elezioni, e gli stessi tg hanno detto che è stato eletto “come previsto”.

    In un discorso del 22 febbraio, Obama annunciò “l’espansione dell’influenza americana in tutto il mondo”. Il giorno dopo a Mosca Putin rispose in maniera inequivocabile: “Non permetteremo a nessuno a imporci la sua volontà”.
    Per questo i russi lo hanno votato.

    Noi occidentali possiamo raccontarci le favole che preferiamo, come gli inviati dei tg italiani, che hanno trascorso le due settimane prima delle elezioni a fantasticare sul movimento d'opposizione dei… “nastrini bianchi”.
    Dal 1999 ad oggi gli Usa hanno aggredito Serbia, Afganistan e Iraq, provocando centinaia di migliaia di vittime, e senza centrare un solo obiettivo di quelli su cui Bush imperniò la sua propaganda, tipo “conquistare il cuore e le menti degli afgani/iracheni”. In Afganistan e in Iraq stanno peggio di prima; ci sono attentati ogni giorno, e più volte al giorno, non c'è traccia non dico di democrazia, ma neppure di un minimo di possibile convivenza tra le varie componenti etniche e religiose, l'economia è andata a ramengo, e il futuro è semplicemente inimmaginabile.
    Recentemente Washington ha finanziato i “ribelli” libici, così come ora sta finanziando i “ribelli” in Siria – che sono poi sempre gli stessi – per indebolire l'Iran, e... rafforzando i conservatori di Kahmenei.
    E mentre noi ci raccontiamo tante belle storielle, Russia e Cina hanno messo a punto un apparato militare che sconsiglia ai falchi del Pentagono gli avventurismi cui si erano abituati con troppa disinvoltura.
    Per gli Usa la festa è finita: se i russi vogliono entrare in Grecia ci entreranno. E delle sanzioni Ue non si preoccupano minimamente.

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    1. Quando si entra all'aeroporto Tegel, si incrocia il distributore di carburanti, appena davanti all'hotel Mercure. Ovviamente vendono anche metano. E sopra il bombolone, campeggia una scritta, che è la più grande in quell'area

      Erdgas aus Russland

      Perché nessuno se ne dimentichi...

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    2. Se ne puo' discutere, ma nell'imperialismo russo non vedo nulla di interessante o attraente. E' chiaro l'esempio delle repubbliche baltiche, che pur di sfuggire all'abbraccio di Mosca sono disposte ad accettare l'UE, l'Euro, le deflazioni connesse etc etc.

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    3. "nell'imperialismo russo non vedo nulla di interessante o attraente".

      Di attraente nemmeno io, ma di interessante sì.

      In un articolo del 20 febbraio scorso sulla Rossiyskaya Gazeta, Putin annunciava l'intenzione di rafforzare la capacità di deterrenza strategica della Russia, “perché è stata il fattore che ha permesso di mantenere la sovranità nazionale durante il periodo estremamente difficile degli anni 1990.
      Oggi [scrive Putin] vediamo nuove guerre regionali e locali scoppiare una dopo l'altra; si stanno volutamente provocando conflitti ai confini della Russia […] Ci troviamo di fronte alla necessità di sviluppare il suo potenziale militare per rispondere efficacemente alle nuove sfide, e indurre i nostri partner ad ascoltare attentamente ciò che il nostro Paese ha da dire in ambito internazionale.
      […] Siamo pronti a compiere la nostra missione di garante della stabilità in Eurasia”.

      Una settimana fa, in una conferenza stampa dopo i colloqui con Merkel, Putin ha dichiarato che «“la Russia non mette in discussione la validità dell'Ue e dell'euro” [Putin] sostiene personalmente la posizione del cancelliere tedesco sui modi per risolvere i complessi problemi economico-finanziari dell'Europa».

      Comunque devo fare un paio di precisazioni, perché forse sono stato frainteso: non sono un sostenitore di Putin, né tanto meno del sistema di potere che rappresenta; la locuzione “ci raccontiamo tante belle storielle” era diretta esclusivamente ai tg italiani e occidentali in genere, in riferimento ai loro resoconti sulla Russia, non certo a Voci dall'estero che reputo un sito tra i più interessanti ed utili tra quelli che conosco.
      Era solo per rimarcare che il peso della Russia nelle vicende internazionali è a tutt'oggi assai più rilevante di quanto i commentatori occidentali siano disposti ad ammettere. Il che fornisce un quadro volutamente distorto della situazione in atto.

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    4. E' come quella barzelletta, in cui il condannato a morte deve scegliere le modalità di esecuzione.
      Purtroppo la vita è siffatta!

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