Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, su "Die Welt" replica indirettamente all'appello delle "truppe Calendate" e ci spiega perché dal punto di vista tedesco, chi si ostina a chiedere gli eurobonds probabilmente non ha ancora capito la natura dell'euro: un progetto che secondo Mayer resta molto piu' simile ad un accordo di cambio fisso che non ad una moneta unica. Ne scrive Thomas Mayer su Die Welt
Lo scorso settembre, il Consiglio della BCE ha deciso di riprendere il programma di acquisto dei titoli di stato con 20 miliardi di euro di acquisti mensili. Il 12 marzo, il board della banca centrale ha annunciato che il programma sarebbe stato aumentato a 120 miliardi di euro per il 2020 e il 18 marzo si è aggiunto un "programma pandemico per l'acquisto di obbligazioni " pari a 750 miliardi di euro.
Cosi' quest'anno la BCE, attraverso l'acquisto di obbligazioni, avrà messo a disposizione dell'economia e dei paesi dell'eurozona 1,11 trilioni di euro. Se si includono anche i generosi programmi di prestito per le banche, si potrebbe pensare che a nessun paese dell'eurozona alla fine dovrebbe mancare il denaro per combattere la pandemia da corona-virus.
Tuttavia, c'è una lunga lista di capi di stato ed economisti che chiedono l'emissione di titoli di stato con una garanzia condivisa da parte di tutti i paesi dell'euro. La vecchia proposta degli eurobonds viene ora nuovamente riscaldata e rilanciata sotto il nuovo nome di Corona-Bonds
Il cambio di nome ci rivela che si sta cercando di utilizzare la crisi per moralizzare la politica. Al di là delle reali necessità, si sta esercitando una irresistibile pressione sui politici piu' refrattari ed ostinati per convincerli ad accettare i corona-bonds, oppure per accedere al Meccanismo europeo di stabilità (MES) senza alcuna condizionalità.
I tedeschi e i cittadini di altri paesi vicini che ancora si oppongono alla messa in comune dei debiti vengono rappresentati come dei cattivi europei e dei cattivi vicini di casa. I politici italiani chiedono i corona-bonds sulla stampa tedesca, ma i media italiani ignorano l'accettazione dei pazienti italiani nelle unità di terapia intensiva tedesche.
È solo una questione di tempo prima che i politici tedeschi vengano ritratti con il baffo di Hitler e la fascia al braccio con la svastica, come era già accaduto nella crisi greca. Alla fine non saranno in grado di resistere alla pressione.
Ma come, argomenteranno i sostenitori e gli attivisti dei Corona Bonds, gli altri paesi del mondo, dagli Stati Uniti al Giappone, non ci stanno mostrando la strada da percorrere? I governi centrali emettono obbligazioni per combattere la pandemia e sostenere l'economia, e la banca centrale assicura che tali obbligazioni possano essere vendute ad un basso tasso di interesse.
L'Unione monetaria europea dovrebbe prenderli ad esempio. Ciò che tuttavia viene taciuto è il fatto che esiste una differenza significativa tra i paesi con una loro valuta nazionale e la zona euro. Lì sono gli elettori a determinare fino a che punto lo stato e la banca centrale possono arrivare.
Nell'area dell'euro, tuttavia, i singoli paesi possono beneficiare degli acquisti di obbligazioni della BCE e dei titoli di stato condivisi e trasferire i costi di tale condotta ad altri paesi. Per limitare questo effetto, il meccanismo europeo di stabilità (MES) finora ha fornito gli aiuti solo a determinate condizioni e prima dello scoppio della pandemia di corona-virus, la BCE suddivideva i suoi acquisti sulla base della quota di capitale dei diversi paesi.
Ora la BCE vorrebbe rendere la distribuzione degli acquisti "flessibile" in modo da poter fornire maggiori aiuti ai paesi particolarmente indebitati. La Commissione europea ha sospeso le regole del Patto di stabilità e ora si argomenta che il denaro debba fluire attraverso l'emissione di euro-bonds senza condizionalità.
Le conseguenze possono essere illustrate in maniera seguente: un gruppo di colleghi va in un ristorante. Tutti ordinano ciò che vogliono e alla fine il conto viene suddiviso in importi uguali. Se ne approfitterà chi ha fatto l'ordine piu' costoso, ci perde chi è stato piu' umile.
Tutti quindi avranno un incentivo a rendere il conto il più salato possibile. Quando però arriverà il conto, il gruppo potrebbe scoprire che tutti insieme non hanno abbastanza soldi per pagare il conto.
Milton Friedman e il "problema del peso"
Sarebbe tuttavia ingenuo pensare che i mercati finanziari non vedrebbero nella messa in comune del debito un incentivo a spendere piu' denaro. I tassi di interesse ovviamente non aumenterebbero fino a quando sarebbero limitati dagli acquisti di obbligazioni da parte della BCE. Ma gli attori del mercato valutario trarrebbero le dovute conseguenze dalla monetizzazione dei debiti eccessivi.
Negli anni '70, Milton Friedman aveva usato l'esempio del peso messicano per descrivere come potevano reagire i mercati valutari. Il peso era stato ancorato al dollaro dal governo messicano. Nel tempo, tuttavia, si era sviluppato un differenziale in termini di tassi di interesse in favore del peso.
Sembrava che gli attori di mercato potessero realizzare profitti senza rischi investendo in pesos e finanziandosi in dollari. A causa delle politiche inflazionistiche del governo messicano, tuttavia, l'aggancio al dollaro alla fine è venuto meno e il peso all'improvviso si è deprezzato.
Il crollo improvviso della valuta entrò nella letteratura economica come il "problema del peso". Potremmo sperimentare il suo ritorno come il "problema dell'euro".
Gli investitori pertanto dovrebbero prepararsi a un forte deprezzamento dell'euro. L'euro dalla metà dello scorso anno ha perso il 25 % del suo valore nei confronti dell'oro. Se ci fosse l'impressione che la creazione di moneta da parte della BCE per finanziare il debito dell'eurozona stesse sfuggendo di mano, è probabile che l'euro potrebbe seguire il destino del peso messicano.
Analisi impeccabile.
RispondiEliminaL'euro solo un regime di cambi fissi per consentire surplus commerciali eterni ? E questa sarebbe un'analisi impeccabile ?
EliminaMah... Che l'oro salga in genere nei momenti di incertezza non mi sembra una novità, rispetto al dollaro (non solo l'euro dunque) nell'ultimo anno di è rivalutato del 24,41 ad oggi, colpa anche lì della timore che alla BCE la situazione sfugga di mano??
RispondiEliminaSvalutandosi permetterà essere piu competitivi nell'esportazioni di cui appunto vive l'industria tedesca
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