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giovedì 19 aprile 2018

Il Jumbo-Rat, ovvero la nuova supercazzola *

Il Jumbo-rat è la risposta di Merkel per contenere l'attivismo del giovane presidente francese. E' stato illustrato martedi' a Berlino, ne parlano tutti i giornali, ma sembra una proposta fatta apposta per distogliere l'attenzione dal fatto che al Bundestag l'unione di trasferimento resta politicamente insostenibile. La filosofia che lo ispira probabilmente è la stessa degli ultimi 10 anni: riforme in cambio di aiuti finanziari e investimenti. Quali sono le riforme da fare per avere accesso agli aiuti finanziari saranno ovviamente i tedeschi a deciderlo. Ne parla Handelsblatt


La coincidenza temporale ha un carattere politico simbolico: nello stesso giorno in cui il presidente francese a Strasburgo tiene un importante discorso politico sull'Europa, il gruppo parlamentare dell'Unione a Berlino prepara un documento volto a rallentare molti dei progetti per l'approfondimento dell'unione monetaria. Emmanuel Macron ha chiesto di agire con urgenza, il partito della Cancelliera Angela Merkel al contrario mette in guardia dal prendere decisioni avventate.

Gli avvenimenti mostrano quanto la posizione di Merkel sia al centro del campo di battaglia: la Cancelliera subisce la pressione dei partner europei affinché dia finalmente una risposta alle richieste di Macron. Entro la fine dell'estate vorrebbe raggiungere un accordo con il francese su alcune proposte comuni. Tuttavia Merkel deve fare attenzione a non sovraccaricare il suo gruppo parlamentare. Che si tratti del completamento dell'unione bancaria, dell'istituzione di un fondo monetario europeo o di un bilancio della zona euro - tutto deve essere approvato dal Bundestag. E l'Unione su molti aspetti è alquanto critica.

La Cancelliera vorrebbe mettere al centro del dibattito altri temi: allontanarsi dai tanto impopolari trasferimenti e spostare l'attenzione verso il miglioramento della competitività europea. Già da alcune settimane il suo staff lavora ad una proposta per ridisegnare l'architettura di Bruxelles. Il progetto prevede il rafforzamento del ruolo dei ministri dell'economia. L'Eurogruppo, in cui si incontrano i ministri delle finanze, dovrebbe essere allargato anche ai ministri dell'economia. Un tale "Jumbo-rat" non dovrebbe riunirsi necessariamente ogni mese, ma diverse volte all'anno.

L'obiettivo è chiaro: secondo Merkel non si tratterebbe solo di creare nuovi fondi da cui attingere denaro, come ad esempio il budget per l'eurozona richiesto da Macron, ma di rafforzare l'economia. La Cancelliera ritiene infatti che l'aumento della competitività sia un compito chiave per l'Europa. Inoltre sarà necessario fare di piu' affinché l'economia dei paesi euro non si sviluppi in maniera divergente, almeno cosi' si dice. E qui gli incontri fra i ministri delle finanze e dell'economia dovrebbero fornire impulsi.

La Cancelliera ha annunciato il suo piano martedì durante la riunione del gruppo parlamentare dell'Unione - anche per dare in quella seda una risposta al discorso di Macron a Strasburgo. "La questione della convergenza è importante, tanto quanto quella della competitività", ha detto la Cancelliera, secondo quanto riportato dai presenti. Oltre ai ministri delle finanze anche quelli dell'economia dovranno scambiarsi opinioni, e ha detto: "insieme ai ministri delle finanze dovremmo istituire un Jumbo-Rat per favorire una maggiore convergenza e aumentare la competitività".

Nel gruppo parlamentare dell'Unione la presa di posizione è stata ben accolta. Ma cosa dirà Macron? Giovedi' quando Macron arriverà a Berlino, Merkel gli parlerà del suo piano. E' probabile che il presidente francese non abbia nulla in contrario. Dopotutto in Francia il ministro delle finanze e quello dell'economia sono la stessa persona. Ma difficilmente Macron potrà accontentarsi.

In realtà il presidente francese aveva piani di tutt'altra portata. Ma anche egli avrà notato che i tempi in Europa sono cambiati. I nazionalisti sono in crescita. In Polonia, Ungheria, Gran Bretagna, Olanda, Austria e presto in Italia sono o saranno al governo oppure fanno già parte della coalizione di governo. E in Germania l'Unione resta sotto la pressione di AfD e di una sempre piu' euroscettica FDP.

In questo contesto intorno al pro-europeo Macron si sta creando il vuoto - e questo martedi' al Parlamento europeo gli è stato anche fatto notare. I suoi sogni di integrazione volavano alti, ma ormai appartengono al passato. Macron è atterrato sul terreno della realtà dell'UE nell'anno 2018. Un progetto ambizioso come quello dell'esercito europeo, di cui aveva parlato nel suo primo discorso europeo dell'autunno scorso, non è stato nemmeno menzionato.

(...) "Troveremo entro giugno insieme alla Francia una soluzione comune", ha affermato Merkel martedi'. Anche il partner di coalizione SPD sta facendo pressione - sebbene lo stesso ministro delle finanze Olaf Scholz (SPD) sui piani di riforma dell'UE finora abbia avuto una posizione molto attendista o addirittura scettica. Il leader del gruppo parlamentare della SPD Andrea Nahles ha invece esortato l'Unione almeno a rispettare l'accordo di coalizione il cui titolo è proprio: "Una ripartenza per l'Europa". Lei è rimasta "sorpresa dal fatto che siano state tracciate molte linee rosse da parte dei nostri partner di coalizione, che io tuttavia non posso accettare", ha detto Nahles.

Il Jumbo-rat proposto da Merkel potrebbe oltrepassare la linea rossa tracciata dalla SPD, o comunque al ministero delle finanze il piano viene visto in maniera alquanto scettica. Dopo otto anni i socialdemocratici sono riusciti ad ottenere il ministero che gli permette di avere una maggiore influenza sulla politica europea. Non hanno nessuna voglia di vedersi nuovamente accanto proprio Peter Altmaier (CDU), il ministro dell'economia fidatissimo  di Merkel.

Un accordo per una riforma europea richiederà pertanto a tutte le parti la capacità di scendere a compromessi. E questo è chiaro a tutti (...).

* Il termine supercàzzola (storpiatura dell'originale supercàzzora[1]) è un neologismo (entrato nell'uso comune dal cinema) che indica un nonsense, una frase priva di senso logico composta da un insieme casuale di parole reali e inesistenti, esposta in modo ingannevolmente forbito e sicuro a interlocutori che, pur non capendo, alla fine la accettano come corretta[2]. Il termine è utilizzato per indicare chi parla senza dire nulla (Fonte Wikipedia)

martedì 17 ottobre 2017

Il ruolo dell'ESM secondo Regling

Klaus Regling è il direttore tedesco del fondo salva stati ESM, il potente fondo europeo saldamente in mano tedesca che secondo i piani di Schäuble dovrebbe trasformarsi nel nuovo fondo monetario europeo con una funzione di controllo. La FAZ ci spiega come dovrebbe funzionare il nuovo ESM secondo Regling. Dalla FAZ.net

Il fondo di salvataggio ESM dovrebbe ottenere nuovi poteri. E' la proposta avanzata dal direttore generale dell'ESM Klaus Regling in occasione della seduta autunnale del FMI e della Banca Mondiale a Washington. Secondo la proposta in futuro il fondo di salvataggio dovrebbe ricevere il compito di monitorare tutte le economie dell'unione monetaria. Cio' è necessario per poter creare rapidamente dei pacchetti di salvataggio per tutte le economie della zona euro.

Il cambiamento dovrà essere approvato da tutti i governi in quanto richiede una modifica del trattato ESM. Secondo Regling cio' dovrebbe avvenire nel 2018, dato che nel 2019 sono previste le elezioni per il parlamento europeo e la nomina di una nuova commissione europea.

Contro ogni automatismo

Il capo dell'ESM ha tuttavia sottolineato che la modifica alla fine "non sarebbe cosi' rivoluzionaria". Già ora la metà dei paesi della zona Euro viene monitorata dal fondo di salvataggio. Nel caso della Grecia, dell'Irlanda, del Portogallo, della Spagna e di Cipro cio' già avviene nell'ambito dei pacchetti di aiuto che questi paesi hanno ricevuto nel corso della crisi. Per altre ragioni vengono osservate anche le economie piu' grandi dell'Eurozona, ossia la Germania, la Francia, e l'Italia 

Per poter prendere le proprie decisioni di investimento, l'ESM deve "capire cosa sta succedendo in Europa". Regling sottolina che non si tratta di assumere le competenze di controllo della Commissione, ma di una cooperazione reciproca fra i due organi.

E' soprattutto la Germania ad insistere per dare all'ESM un ruolo piu' importante. Per questo motivo il fondo salva stati dovrà essere trasformato in un fondo monetario europeo in grado di monitorare la politica finanziaria dei governi. La proposta tedesca comprende anche un meccanismo di ristrutturazione del debito per i paesi della zona euro finiti in difficoltà finanziarie che chiedono aiuto all'ESM.

Sull'argomento Regling ha affermato che in situazioni simili avere a disposizione una procedura ordinata e trasparente è sicuramente un buon obiettivo. Resta tuttavia contrario ad un meccanismo automatico che potrebbe finire per esacerbare la crisi. "Se dovesse spargersi la voce che un paese sta per chiedere aiuto all'ESM tutti inizierebbero a ritirare i loro soldi", ha spiegato il capo tedesco dell'ESM.

domenica 17 settembre 2017

Quello che sappiamo sulla riforma dell'eurozona, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung

Questa settimana sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung è uscito un articolo che prova a fare il punto sulla riforma dell'eurozona di cui Francia e Germania, lontano dai riflettori e dalla campagna elettorale tedesca, continuano a discutere: quello che sappiamo fino ad ora. Dalla FAZ.net


[...] Soprattutto per Macron la riforma dell'unione monetaria ha un ruolo centrale - anche se per rispetto nei confronti della campagna elettorale tedesca non ha ancora spiegato bene le sue idee. A Parigi e a Bruxelles la speranza è che venga eletto un nuovo governo federale che non faccia troppa resistenza nei confronti di un approfondimento istituzionale dell'eurozona. Per questo Macron ha scelto, almeno per ora, di non fare richieste concrete. Anche la Commissione Europea si augura un proseguimento della Grande Coalizione. Questa sarebbe sicuramente piu' disponibile a concedere nuovi poteri all'eurozona, rispetto ad un governo federale con la partecipazione della FDP.

La Cancelliera si tiene coperta

Come spesso accade la Cancelliera si tiene coperta. Da un lato, già piu' volte ha espresso una certa simpatia nei confronti di un "eurobilancio" e di un Ministro delle Finanze dell'eurozona. Nell'intervista con la Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung di domenica scorsa ha detto che gli stati della zona euro devono "inserire nei trattati cio' che all'interno dell'eurozona già oggi viene praticato. Finora abbiamo agito in buona parte attraverso accordi tra gli stati perché fino ad ora gli stati membri non hanno avuto né il tempo né la forza di modificare i trattati europei".

Cio' che in un primo momento puo' sembrare una arringa a favore dell'approfondimento dell'unione monetaria attraverso la modifica dei trattati, in realtà potrebbe significare anche il contrario. Tutto cio' che richiede una modifica dei trattati, difficilmente puo' essere reso esecutivo. Anche se la Germania e la Francia dovessero mettersi d'accordo su un approccio comune, una modifica dei trattati sarebbe possibile solo con il consenso di tutti gli stati membri dell'UE. Ci vuole un bel po' di immaginazione per ipotizzare che Polonia e Ungheria possano approvare una simile modifica.

Nonostante cio' dietro le quinte si continua a lavorare su diversi modelli di riforma. L'Ue ha già presentato le sue idee in primavera e Juncker le chiarirà ulteriormente mercoledi. C'è già un gruppo di lavoro franco-tedesco che fra qualche mese dovrebbe presentare delle proposte. La piu' probabile è la trasformazione del fondo ESM in una sorta di Fondo Moneterio Europeo (FME). La Germania e la Francia su questo punto sono sostanzialmente d'accordo - anche nel lasciare l'ESM un organo intergovernativo, cioè una istituzione gestita dagli stati membri.

In questo caso dovrebbe essere modificato all'unanimità "solo" il trattato ESM, adottato solo dagli stati dell'eurozona. Con l'istituzione di un FME in pratica non si avrebbe un grande cambiamento rispetto allo status quo. All'inizio della crisi, nel 2010, il FMI è stato fortemente coinvolte nei prestiti ai paesi euro, dal 2013 tuttavia non ha piu' erogato crediti e nel medio periodo vorrebbe ritirarsi completamente dall'unione monetaria. Anche la BCE non si trova piu' a proprio agio come membro della ex-troika. Percio' è ipotizzabile che il compito di esaminare le riforme nei "paesi oggetto di un programma", originariamente assegnato a FMI, BCE e Commissione venga completamente trasferito al Fondo ESM - cioè ad una istituzione che in nome dell'area euro ha il compito di accordare i crediti.

Piu' trasferimenti nell'eurozona?

In questo caso i prestiti dell'ESM, secondo l'esempio del FMI, sarebbero legati a condizioni piu' rigide: solo un paese minacciato dall'insolvenza potrebbe aspettarsi aiuti finanziari e per ottenere i prestiti dovrebbe promettere riforme di grande portata. Poiché i fondi ESM sono al momento in gran parte inutilizzati, c'è naturalmente un grande interesse. Perché non trasformarlo in un bilancio pubblico dell'eurozona con il quale si potrebbe finanziare un po' di tutto? Al momento un tale cambio di uso del fondo non verrebbe condiviso da alcuni paesi membri. Pertanto i compiti di un bilancio pubblico europeo dovrebbero essere limitati. I paesi membri non hanno intenzione di mettere a disposizione ulteriore denaro. Merkel ha recentemente ricordato che lei, già durante la fase piu' difficile dell'eurocrisi, aveva proposto una "capacità fiscale". Allora si trattata tuttavia di un importo in miliardi di euro ad una sola cifra.

Mentre una parte della Commissione Europea e alcuni paesi del sud ipotizzano che il bilancio dell'eurozona possa essere una leva per ulteriori trasferimenti verso il sud-Europa, Berlino vorrebbe limitare l'uso di questo strumento ad un determinato obiettivo: le risorse sarebbero messe a disposizione solo come un incentivo per fare le riforme strutturali e dovrebbero servire ad accrescere la produttività. Come compromesso potrebbe essere pensabile un fondo per "le fasi difficili" già proposto dalla Commissione, il quale avrebbe il compito di attenuare gli schock macroeconomici nei singoli paesi. La pericolosità politica di un tale fondo dipenderà dal suo volume e dalle condizioni con le quali potrà essere utilizzato.

I compiti di un Ministro delle Finanze comune

La discussione sul Ministro delle Finanze per l'eurozona resta al momento ancora molto confusa. Questo Euroministro dovrebbe controllare prima di tutto la disciplina di bilancio degli stati membri? Oppure dovrebbe gestire e spendere quanto piu' denaro europeo possibile? La domanda collegata è anche in quale luogo dovrebbero trovarsi un tale Ministro e il nuovo Tesoro Europeo? L'Eurogruppo, l'organo informale dei Ministri delle Finanze europei dovrebbe essere promosso nella misura in cui in futuro potrebbe avere un capo a tempo pieno? Oppure il Ministro delle Finanze europeo dovrebbe essere parte della Commissione Europea? Il Commissario agli Affari Monetari dell'UE dovrebbe essere il capo dell'Eurogruppo, come vorrebbe l'attuale Commissario Moscovici? Poiché le idee sul tema sono cosi' diverse, è probabile che in un primo momento non accada nulla.

I cambiamenti rapidi sono alquanto improbabili. Non importa quale sarà il risultato delle elezioni tedesche, i negoziati per la formazione di una coalizione potrebbero durare a lungo. Anche in Austria si voterà ad ottobre, con una formazione del governo ancora piu' difficile. In Olanda va avanti già da 6 mesi. Quando a l'Aja ci sarà un nuovo governo, l'attuale Ministro delle Finanze Jeroen Dijsselbloem lascerà l'ufficio e cesserà di essere il capo dell'Eurogruppo - fatto che porterà anche in questo caso ad un piccolo vuoto di potere. Juncker vede nella prima metà del 2018 una finestra temporale per le riforme europee. Che l'eurozona in questo periodo di tempo possa essere cambiata radicalmente è molto improbabile - nonostante tutte le visioni e i piani programmatici.

lunedì 17 ottobre 2016

Schäuble: sarà l'ESM a controllare i bilanci pubblici nazionali

Intervista della stuttgarter-nachrichten.de a Wolfgang Schäuble sui temi europei. Secondo il ministro tedesco in futuro i bilanci pubblici nazionali dovranno essere controllati e approvati dal Fondo ESM. Dalle stuttgarter-nachrichten.de


SN: Il FMI ha appena detto che la sua partecipazione al programma di aiuti per la Grecia non è certa, poiché la sostenibilità del debito è dubbia.

Schäuble: Questo è un equivoco

SN: Non sta andando verso un nuovo conflitto con il FMI?

Schäuble: Niente affatto. Il FMI dubita - ma non è una novità - che la Grecia riuscirà a mettere in pratica quello che ha promesso per far tornare il paese alla crescita. I greci al contrario hanno sempre detto: ce la faremo. In primavera abbiamo pertanto concordato che Atene dovrà adottare ulteriori misure se il FMI con il suo pessimismo dovesse avere ragione. Di questo ho parlato con i miei colleghi greci nella seduta dell'euro-gruppo di lunedì' - e anche il FMI lo ha confermato.

SN: Quindi nessun taglio del debito?

Schäuble: Il terzo programma durerà fino alla fine del 2018 e poi decideremo che cosa sarà ancora necessario. Se ora iniziamo a parlare di riduzione del debito, si ridurrà anche la determinazione a fare le riforme. Il problema della Grecia non è il debito, piuttosto la debolezza della sua amministrazione e la mancanza di competitività.

SN: Negli ultimi anni ha investito una quantità di lavoro simile a quella necessaria per la crisi greca nell'unione bancaria. Che cosa è andato storto, se ancora una volta ci troviamo a discutere se è giusto o meno che ad intervenire sia il contribuente?

Schäuble: Alcuni istituti portano con sé il peso del passato. E questo non ha niente a che fare con l'unione bancaria. E' sulla buona strada: le regole dicono che in caso di difficoltà dovranno intervenire prima gli azionisti e poi determinati tipi di creditori. Le nostre banche sono dotate di più' capitale - non ci si troverà mai d'accordo sul fatto che sia sufficiente o meno, poiché non sappiamo quali saranno gli sviluppi. Il rischio contagio oggi è molto più' basso. Tutti i partecipanti hanno imparato la lezione, quindi tutti siamo meglio attrezzati per affrontare le sfide future.

SN: Lei ha  appena detto, si applicano le regole. Non è un problema il fatto che siano approvate piu' leggi di quante ne vengano poi rispettate? La nuova Europa non dovrebbe avere bisogno di regole più' vincolanti?

Schäuble: Ho già sottolineato una volta, che le funzioni della Commissione dovrebbero essere separate nettamente. E' una conseguenza logica del fatto che il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker cerca di ottenere dal trattato di Lisbona e dalle elezioni europee un ruolo di guida politica. Questo stride con il ruolo di guardiano neutrale dei trattati che la Commissione dovrebbe avere. Per questo io penso che il fondo salva-stati ESM dovrebbe muoversi in questa direzione - almeno per i paesi dell'unione monetaria. Il Fondo ESM non valuterebbe i bilanci pubblici in chiave politica, piuttosto li valuterebbe rigorosamente secondo le regole.

SN: Questo sarebbe possibile solo con la modifica dei trattati UE

Schäuble: No, non dovremmo modificare il diritto di base. Potremmo ottenere questo risultato per la zona Euro anche solo con la modifica del trattato sull'ESM.

SN: Lei è sempre stato a favore di una maggiore unione politica, necessaria per difendere l'unione monetaria. Dopo il voto sul Brexit lei pero' si è speso per soluzioni pragmatiche. Non ha più' una visione per l'Europa?

Schäuble: Io ho molte idee su come poter migliorare i trattati europei. Mi manca pero' ogni idea sul modo in cui in un tempo ragionevole si possa arrivare ad una modifica dei trattati - con le votazioni e i referendum che sarebbero necessari. Dobbiamo quindi rendere l'Europa piu' efficace tenendola al di sotto della soglia di modifica dei trattati UE. Le visioni servono ad essere trasformate in realtà quando si presenterà un'opportunità. Questa non è la situazione attuale.

SN: Nel lungo periodo ritiene necessarie modifiche piu' ampie?

Schäuble: Naturalmente

SN: Come convive con il fatto di essere considerato da un lato un pensatore europeo, dall'altro di essere elemento di polarizzazione, soprattutto nel sud-Europa?

Schäuble: Non credo di essere causa di polarizzazione. Io voglio che si vada avanti e che i risultati siano raggiunti. E io sono uno che sta cercando di portare avanti l'Europa tutta insieme. Questo è il compito piu' urgente per i tedeschi. Non è sempre facile, e non posso essere sempre "everybody's darling". Si' a volte sono anche un po' scontroso. Cio' è dovuto al mio lavoro di Ministro del Bilancio: se non fosse cosi' tutti mi porterebbero la loro lista dei desideri, che io non potrei soddisfare.


lunedì 28 ottobre 2013

L'illusione dell'OMT

Sul programma OMT della BCE pende ancora il giudizio della Corte costituzionale tedesca che potrebbe cassarlo perché incostituzionale. Sulla FAZ Thomas Mayer, ex capo-economista di Deutsche Bank, ci ricorda quanto è fragile la calma sui mercati finanziari. Da FAZ.net
Di questi tempi parlando con gli investitori internazionali si nota un ampio accordo almeno su un punto: gli investimenti in obbligazioni della periferia dell'Eurozona sono attrattivi. Solo una minoranza fra di loro pero' ritiene che la causa sia un significativo miglioramento nelle condizioni economiche di questi paesi. Per la maggior parte è stato decisivo il fatto che la BCE abbia promesso di sostenere in caso di emergenza i paesi Euro vacillanti, e a tale scopo abbia istituito un apposito programma: "Outright Monetary Transactions“ (OMT).

Gli investitori pero' ignorano un fatto importante: la Corte costituzionale tedesca potrebbe considerare questo programma incompatibile con la sovranità che in materia di bilancio federale la Costituzione tedesca garantisce al Bundestag.

Che la Corte costituzionale possa occuparsi di un programma della BCE è una circostanza singolare dovuta al ricorso che alcuni cittadini hanno presentato nei confronti del trattato ESM. Nel suo giudizio precedente sullo stesso tema, la Corte costituzionale aveva deliberato che l'ESM puo' essere considerato compatibile con la Costituzione tedesca, a patto che il Bundestag sia coinvolto nelle decisioni prese dal fondo ESM che abbiano un effetto sul bilancio federale tedesco, e che gli impegni definiti dal fondo ESM siano limitati. I ricorrenti hanno tuttavia sostenuto che il programma della BCE per l'acquisto di titoli sul mercato secondario non ha un volume limitato come l'ESM. La Corte ha accettato di verificare la compatibilità dell'OMT con la sovranità tedesca in materia di bilancio federale. Nell'udienza di giugno davanti alla Corte si è già discusso se il programma di acquisto di titoli possa prevedere un volume illimitato, e se da questi acquisti possano nascere degli oneri per il bilancio tedesco. Se la Corte dovesse rispondere affermativamente a questi ricorsi, non potrebbe proibire il programma, ma potrebbe tuttavia impedire al governo federale di sostenere il programma ESM e quindi l'acquisto di titoli da parte della banca centrale. Poiché il programma ESM difficilmente puo' essere implementato senza la garanzia tedesca, di fatto il programma OMT perderebbe ogni efficacia.

Un nuovo nervosismo sui mercati

Fin dal suo annuncio il programma ha lavorato in background ed è stato sufficiente per calmare i mercati. Non è certo, ma è possibile, che la fine del programma possa portare nuovo nervosismo sui mercati. E cio' è piu' probabile quanto piu' precaria sarà la situazione dei paesi in crisi. Se la crisi dovesse riaccendersi, la BCE potrebbe essere perfino costretta a riattiavare il precedente "Securities Markets Program" e a intervenire senza alcun legame con il programma ESM. Cio' sarebbe legittimo secondo lo statuto della BCE, ma secondo la Corte probabilmente in contrasto con l'ordinamento tedesco. Ed è difficile pensare che la Germania possa accettare nel lungo periodo simili violazioni.

Durante l'estate dello scorso anno avevo proposto di consentire all'ESM, in caso di necessità, di chiedere dei prestiti di emergenza alla BCE. Ma questa proposta è stata politicamente respinta dalla parte tedesca. Se la BCE dovesse decidere di sostenere l'ESM sul mercato secondario in seguito ad una richiesta presentata dal fondo, la sovranità di bilancio tedesca verrebbe rispettata. In quel caso sarebbero i governi, e quindi il Bundestag, a decidere se richiedere una linea di credito alla BCE. Di fatto la decisione sul volume degli impegni tedeschi resterebbe una priorità del Parlamento tedesco. Inoltre, sarebbe salvaguardata anche l'indipendenza della BCE: il board della banca centrale potrebbe decidere liberamente se concedere o meno una linea di credito.

Questo treno tuttavia potrebbe essere già passato: una riorganizzazione dei rapporti fra BCE ed ESM non è piu' possibile. Di conseguenza, per gli attori dei mercati finanziari non resta che una speranza, che i giudici della Corte costituzionale chiudano un occhio e confermino la legittimità costituzionale del programma di acquisto titoli. Oppure, se i giudici dovessero considerare il programma incostituzionale, dovrebbero allora sperare che i mercati finanziari si accontentino delle poche riforme strutturali realizzate nei paesi in crisi.

lunedì 30 settembre 2013

Verso l'unione di trasferimento?

Regling (ESM) continua a negare la necessità di una ristrutturazione del debito greco. La stampa conservatrice lo incalza: non hai il coraggio di raccontare la verità, l'ESM sta diventando una unione di trasferimento permanente. Da Die Welt.
Il presidente del fondo ESM considera l'elevato livello di indebitamento greco un problema senza troppa importanza. Rischioso se dalla teoria dovesse passare alla pratica.

Klaus Regling è un uomo molto intelligente. Il capo del fondo europeo ESM ha studiato economia politica e ha lavorato al FMI. E' stato anche gestore di un fondo hedge. Forse è troppo intelligente per il lavoro che fa. E per l'Europa questo sarebbe un problema.

Regling ha dichiarato al giornale economico "Wall Street Journal" che il livello di indebitamento della Grecia non è affatto un problema. In palese contrasto con quanto la Troika (FMI, EU e BCE) hanno sostenuto fino ad ora.

Una posizione piu' adeguata invece all'opionione degli europei, soprattutto dei tedeschi. Se Regling avesse ragione, non dovremmo preoccuparsi per la rinuncia ai crediti nei confronti della Grecia. Tutto andrà bene!

L'argomento di Regling è abbastanza semplice: la maggior parte del debito pubblico di Atene è nelle mani dei governi e delle istituzioni europee. "La durata media del secondo programma di aiuti è di 30 anni. I tassi sono molto bassi, perché sono pari ai costi di finanziamento dei paesi donatori aumentati di pochi punti base".

E inoltre nei primi 10 anni una parte degli interessi non dovrà essere pagata. Fino a quando i greci non dovranno pagare un interesse definito dal mercato, e fino a quando non dovranno rimborsare il debito, non ci sarà nessun problema.

Giusto. Se si è d'accordo con Regling, si puo' anche comprendere la sua insoddisfazione nei confronti del FMI. Quest'ultimo ha sottolineato piu' volte che il governo di Atene molto probabilmente non raggiungerà gli obiettivi di debito fissati. Nel 2020 il livello di indebitamento dovrebbe raggiungere il 124 % del PIL.

Il governo non ama le discussioni sulla Grecia

Se Atene non raggiungesse l'obiettivo di debito stabilito, al FMI sarebbe vietata la concessione di ulteriori prestiti. Per questa ragione il FMI ha chiesto ripetutamente una soluzione del problema, come ad esempio una rinuncia ai crediti da parte dei paesi finanziatori.

In Europa l'accoglienza verso questa proposta non è mai stata buona. Il governo federale ha evitato il dibattito in campagna elettorale. Il motivo è semplice: fino ad ora la politica ha potuto raccontare ai cittadini che gli eurosalvataggi non sono stati fatti con i soldi dei contribuenti. Un taglio del debito sarebbe l'ammissione che l'Euro non puo' essere salvato a buon mercato.

Miliardi di Euro dei contribuenti andrebbero perduti, non solo in Germania, ma anche fra i partner europei. Non a caso Regling ha il sostegno di Berlino: fino a quando Atene non sarà in grado di tornare sul mercato dei capitali, il suo livello di indebitamento resta puramente teorico, si ripete.

E potrebbe essere anche vero. Solo che c'è un problema. Prima o poi la Grecia dovrà tornare sui mercati finanziari, non fra 30 anni, ma forse già nel 2020. O forse poco dopo. E all'improvviso dal problema solo teorico, ne avremo uno molto piu' pratico.

A meno di un miracolo, la Grecia non dovrà solo rimborsare una parte del debito, ma dovrà pagare anche gli interessi differiti sugli aiuti ricevuti fino ad allora.

E i tassi di interesse per i nuovi prestiti sul mercato dei capitali sicuramente non saranno al tasso del 2.5 %, come quello che gli europei hanno accordato ai greci. Se da quel momento l'economia e le entrate fiscali non inizieranno a crescere, avremo un problema non risolvibile. Da un problema di teoria economica, ne avremo uno molto pratico.

Il problema fra teoria e prassi

Le argomentazioni di Regling ricordano un po' le previsioni degli economisti intelligenti e dei banchieri americani prima della crisi finanziaria. Anche loro credevano che la concessione di credito immobiliare a clienti con problemi di pagamento non sarebbe stata un problema, perché i tassi erano bassi e i prezzi delle abitazioni sarebbero cresciuti. In teoria era giusto, in pratica conosciamo il risultato: perdite gigantesche.

Anche con la Grecia potrebbe funzionare allo stesso modo. O forse funziona già cosi'. Come ipotizzato da Regling, per aiutare la Grecia, gli stati europei stanno già prendendo in considerazione un taglio del debito. I tassi bassi e l'allungamento della durata corrispondono di fatto ad un "hair-cut", ad una riduzione del loro valore. Considerando anche la dilazione concessa nel pagamento degli interessi, si tratta di un "enorme sussidio", usando le parole di Regling.

Solo che questa gigantesca sovvenzione non è sufficiente a riportare il livello di indebitamento di Atene ad una soglia accettabile per il FMI. Invece di discreditare i metodi di calcolo, per la credibilità dell'Europa, sarebbe molto piu' utile cercare una soluzione al problema di fondo: un debito eccessivo.

In questo modo forse si potrebbe evitare anche un nuovo pacchetto di aiuti, che non farebbe altro che aumentare il livello di indebitamento. Senza questa onestà l'intera questione si trasformerebbe in una sovvenzione duratura. Sarebbe allora piu' corretto se Herr Regling la chiamasse con il suo vero nome: unione di trasferimento permanente.

mercoledì 27 febbraio 2013

STAATSGEHEIMNIS BANKENRETTUNG

Consiglio l'interessante inchiesta giornalistica (in tedesco e francese) del canale franco- tedesco Arte sui salvataggi bancari degli ultimi anni. 


domenica 24 febbraio 2013

Nuovi rischi tedeschi

Klaus-Peter Willsch, deputato di primo piano della CDU al Bundestag, da sempre critico verso le politiche di salvataggio, torna ad attaccare le politiche europee: la Germania non puo' assumere nuovi rischi per salvare i paesi non Euro. Solo propaganda elettorale a basso costo? Da Handelsblatt.de
L'EU intende creare un fondo di salvataggio anche per i paesi non Euro. La Germania si farebbe carico di un ulteriore rischio miliardario, senza il controllo del Bundestag. 


L'unione debitoria europea assume tratti sempre piu' pericolosi. Inosservati dai media, dalla politica e dall'opinione pubblica, vanno avanti i lavori per la creazione di un "Fondo per l'assistenza finanziaria ai paesi membri la cui moneta non è l'Euro". Dietro questo lungo nome, si nasconde un ESM-ombra per i paesi EU che hanno ancora la loro moneta nazionale. In parole povere: dopo la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo, la Spagna e presto anche Cipro e la Slovenia, si dovranno salvare anche stati come la Romania o la Bulgaria. 

A garantire saranno chiamati tutti i paesi europei, quindi anche la Germania. La motivazione non è sorprendente: gli stati dovranno essere aiutati, secondo la proposta della Commissione Europea, "se minacciati o colpiti da una crisi della bilancia dei pagamenti". 

L'assistenza finanziaria dovrà essere fornita sotto forma di un prestito oppure una linea di credito (preventiva): in questo modo per gli stati sarà piu' facile accedere ai fondi. La Commissione avrà la possibilità "di emettere sul mercato dei capitali o presso istituti finanziari obbligazioni in nome dell'Unione Europea". "Le obbligazioni o le linee di credito che potranno essere concesse a uno stato membro sono di un massimo di 50 miliardi di Euro". Manca il respiro. Perchè qui si nasconde un rischio finanziario enorme. 

Al momento nell'UE ci sono 10 stati membri con una valuta diversa dall'Euro: Gran Bretagna, Svezia, Polonia, Rep. Ceca, Lituania, Lettonia, Ungheria, Romania e Bulgaria. Teoricamente ognuno di questi stati potrebbe chiedere 50 miliardi di Euro di aiuti. 

Quando la Croazia, la cui situazione economica è tutt'altro che rosea, dal primo luglio 2013 entrerà a far parte dell'UE, gli stati saranno 11. Si sta costruendo un ESM-ombra. 

Secondo il Governo federale tedesco l'assistenza finanziaria massima per ogni singolo stato membro non dovrebbe superare i 50 miliardi di Euro, ma senza grandi difficoltà e senza una decisione del Parlamento sarà possibile aumentarne l'importo. Nella versione tedesca è scritto testualmente: "I prestiti o le linee di credito che potranno essere accordate ad ogni singolo stato membro sono limitate a 50 miliardi di Euro". 

In una "bozza interna" la relatrice al Parlamento europeo, il deputato polacco Danuta Maria Hübner (PPE), ha aggiunto che altri 60 miliardi di Euro potrebbero provenire dal bilancio dell'Unione Europea. 

E questo è già il primo indizio che i 50 miliardi non saranno il tetto massimo assoluto. L'aumento a leva della somma esistente sarebbe un'altra possibilità. ll regolamento - come già detto - prevede anche un'opzione per l'indebitamento. 

Già nel 2002 con il regolamento Nr. 332/2002 era stata istituita una "balance of payments facility“ (BoP) europea. Sulla base di questo provvedimento si sta ora cercando di costruire un ESM-ombra. Originariamente erano previsti 12 miliardi di Euro, ma nel dicembre 2008 l'importo è stato aumentato a 25 miliardi di Euro. 

Nel maggio 2009 è stato raggiunto un accordo per il raddoppio dell'importo a 50 miliardi di Euro. Anche questo aumento permanente da 12 a 25, e poi fino a 50 miliardi, chiarisce che non è stata ancora raggiunta la somma massima. 

Il FMI si tira indietro dai salvataggi Euro 

Sarà abbastanza facile e non servirà molto tempo per cambiare il provvedimento. Inoltre, non è necessaria la partecipazione dei parlamenti. La domanda determinerà l'offerta. Se sarà necessario del denaro per attaccare gli stati alla flebo europea, allora il limite massimo sarà aumentato. Anche se io non credo che Gran Bretagna, Danimarca e Svezia chiederanno aiuti finanziari. Il recente discorso di Cameron offre pero' dei chiari segnali di tensione fra gli ideologi dell'integrazione e i sostenitori dell'autoderminazione dei popoli europei. 

La Gran Bretagna, ancora oggi il nostro quarto piu' importante partner commerciale, non assisterà senza obiezioni ad ogni ulteriore centralizzazione europea, e fortunatamente, è necessario aggiungere, si opporrà ad ogni nuovo pacchetto di aiuti. 

Alla fine del 2008 è stato distribuito il primo denaro dal fondo BOP: il fondo ha messo a disposizione dell'Ungheria 20 miliardi di Euro. 6.5 miliardi sono arrivati dal bilancio EU, il resto l'hanno portato il FMI (12.5 miliardi di Euro) e la Banca Mondiale (1 miliardo di Euro). 

Poco tempo dopo la Lettonia è stata salvata dal fallimento con 7.5 miliardi di Euro; 3.1 miliardi di Euro sono arrivati dal bilancio dell'Unione Europea, 1.7 miliardi dal FMI; i vicini del nord Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia ed Estonia hanno contribuito con 1.9 miliardi di Euro; la Banca Mondiale con 0.4 miliardi di Euro; altri 0.4 miliardi sono arrivati dalla BERS. 

Nel 2009 è stato accordato un programma di salvataggio di 20 miliardi di Euro per la Romania. Anche in questo caso sono arrivati 5 miliardi di Euro dal "Fondo di assistenza per la bilancia dei pagamenti" dell'Unione Europea; il FMI ha contribuito con quasi 13 miliardi di Euro, a Bucarest un miliardo è arrivato dalla Banca Mondiale, altre risorse sono state messe a disposizione dalla BEI e dalla BERS. 

Un secondo programma di aiuti per la Romania è già stato approvato in via preventiva, ma non ancora attivato. In questo caso è prevista una partecipazione del bilancio EU per 1.4 miliardi di Euro. 

Con l'aiuto di una scappatoia nel regolamento europeo Nr. 332/2002, sono stati messi a disposizione di Ungheria,  Lettonia e Romania, 16 miliardi di Euro dal bilancio EU. Ora i salvataggi potranno andare avanti in grande stile. Se 4 anni fa una richiesta di aiuto poteva essere ancora vissuta come una vergogna, oggi a causa dell'effetto abitudine, nel quarto anno degli "eurosalvataggi" non è piu' così. 

Sotto la copertura del processo di convergenza della competitività, i paesi ancora in salute vengono chiamati a pagare per colmare i deficit degli stati indebitati all'interno e all'esterno dell'Eurozona. E il FMI, che fino ad ora ha sostenuto la parte piu' importante dei 3 pacchetti di salvataggio BOP, parteciperà ai prossimi pacchetti solo "ove possibile". 

La formulazione è stata scelta attentamente, perché il FMI già da tempo si sta ritirando dagli "Eurosalvataggi". Il FMI non sarà piu' disponibile a sostenere per i due terzi un pacchetto di aiuti, come ha fatto con Ungheria e Romania. 

"Dobbiamo ottenere una partecipazione parlamentare" 

Per poter accordare un prestito, la Commissione Europea avrà il potere di emettere obbligazioni sul mercato dei capitali oppure presso istituti finanziari. L'EU si è data un regolamento con il quale potrà scavalcare il suo divieto di indebitamento. Il fondo ESM-ombra si basa sull'articolo 143 del Trattato sul funzionamento dell'Unione Europea (AEUV - Vertrags über die Arbeitsweise der Europäischen Union). Dove all'articolo 2 C si dice: 

"Il consiglio concede l'assistenza reciproca (...) L'assistenza reciproca puo' avvenire (...) attraverso la messa a disposizione di crediti in misura limitata da parte degli altri stati membri; per fare questo è necessario il loro accordo". 

Si puo' ammettere che l'art. 143 dell'AEUV contempli la concessione di crediti ai singoli stati membri. Ma anche se si interpreta in questo modo l'art 143 dell'AEUV, e quindi si considera legittima la concessione di aiuti reciproci fra gli stati, resta chiaramente proibito alla EU l'emissione di obbligazioni con questo scopo. Su questo punto ci sono molti studi. Cosi' scrveva nel 2009 il rinomato Centrum für Europäische Politik (Cep): 

"Nel caso in cui l'Unione Europea dovesse sostenere la bilancia dei pagamenti dei paesi membri o di stati terzi attraverso l'emissione di debito, andrebbe oltre le proprie competenze (...) ancora piu' grave è che la UE abbia recentemente aumentato il limite per tali prestiti a 50 miliardi di Euro". 

Il regolamento è contrario al divieto di indebitamento dell'UE ed è chiaramente contrario al diritto. Ma quale scappatoia sarà utilizzata? Si utilizzerà semplicemente l'articolo 352 dell'AEUV. Dove proprio all'inizio è scritto: 

"Nel caso in cui fosse necessaria un'azione dell'Unione in uno degli ambiti definiti dai trattati, per rendere effettivo uno degli obiettivi, e se i poteri necessari non fossero ancora definiti, il Consiglio su proposta della Commissione e dopo un voto del Parlamento Europeo puo' approvare all'unanimità le decisioni del caso". 

Con l'aiuto di un'autorizzazione cosi' generica si puo' naturalmente introdurre di tutto. Una discussione presso la Corte di Giustizia Europea sarebbe opportuna. 

La violazione continua della legge è stata istituzionalizzata. Dopo aver aperto per i paesi Euro con l'ESM la strada verso la messa in comune del debito, adesso anche sugli altri paesi UE si dovrà aprire un ombrello di protezione. Non appena il fondo ESM sarà autorizzato a intervenire direttamente sulle banche, con l'ESM-ombra sarà possibile ricapitalizzare anche le banche bulgare o romene. Tutto questo accade lontano dall'attenzione dell'opinione pubblica europea. 

Sulla Germania graverà un ulteriore e ben nascosto rischio miliardario. La nostra quota di partecipazione all'ESM ombra corrisponde alla nostra quota nel bilancio europeo, pari a circa il 20%. Il fondo ESM-ombra non potrà essere controllato: avrà sede nella scatola nera di Bruessel. Sull'ESM e l'EFSF abbiamo almeno la possibilità di dibattere in Parlamento o in Commissione bilancio, ma con il fondo ESM-ombra non ci sarà permesso. Non solo per motivi di rispetto verso di noi, ma anche in considerazione della posizione della Corte Costituzionale sull'argomento, noi deputati del Bundestag dovremo ottenere un coinvolgimento parlamentare come nell'ESM.

mercoledì 8 agosto 2012

L'ESM è nell'interesse nazionale della Germania


Continua il dibattito sulla natura dell'ESM. Su FAZ.net, Steffen Kampeter, segretario presso il ministero delle finanze, risponde alle accuse lanciate contro il trattato ESM, attualmente al vaglio della corte costituzionale. 
L'ESM è nell'interesse nazionale della Germania. Contrariamente a quanto viene affermato da alcuni, non esiste nessuna responsabilità illimitata automatica, il fondo non ha una licenza bancaria e non saranno emessi Eurobond.

La democrazia vive di conflitti politici sulla giusta strada da seguire. Anche il mondo professionale al di fuori della politica è invitato ad utilizzare la propria conoscenza per informare la popolazione, senza dover suscitare ulteriore confusione.

La discussione pubblica sull'ESM è ricca di equivoci e fraintendimenti. In primo luogo sembra esserci poca chiarezza sui contribuiti della Germania all'ESM e sulla portata delle garanzie. Nella discussione pubblica si è data l'impressione che siano stati nascosti dei rischi e si sia operata una riduzione dei poteri del Bundestag. Intendo argomentare contro questo punto di vista. Poiché è vero il contrario.

L'ESM è nell'interesse nazionale della Germania.

La stabilità ha bisogno di una difesa. L'ESM è concepito come un meccanismo di stabilità e difesa dell'unione economica e monetaria. Ne abbiamo bisogno. E'  necessaria una istituzione europea legittimata dai parlamenti nazionali per aiutare sui mercati gli stati membri con problemi di finanziamento, per evitare le ondate di panico e ridurre i rischi di contagio agli altri paesi dell'Eurozona. Per questa ragione gli eurostati hanno siglato il trattato ESM. L'ESM è nell'interesse nazionale della Germania.

Tuttavia leggo opinioni, secondo cui il trattato ESM permetterebbe un aumento del capitale fino ad un valore arbitrario e la responsabilità della Germania potrebbe in questo modo aumentare in maniera non calcolabile. Uno sguardo al testo del trattato ci aiuta ancora: la responsabilità della Germania è limitata in ogni caso alla sua quota di capitale al prezzo di emissione. Questo è detto con chiarezza nell'articolo 8, paragrafo 5 del trattato ESM. La responsabilità tedesca è limitata a 190 miliardi di Euro. Non c'è nessuna responsabilità illimitata automatica e nessuna possibilità, senza la partecipazione del Bundestag, di modificare la garanzia massima o qualsiasi altra parte del trattato.

La responsabilità della Germania resta limitata ai 190 miliardi di Euro

Il trattato ESM prevede la possibilità che nel futuro il capitale possa essere emesso ad un livello diverso dalla pari. Tale decisione, che al momento non è né pianificata né prevedibile, richiede un voto unanime del consiglio dei governatori e una previa autorizzazione del Bundestag.

Altri sostengono che una responsabilità illimitata della Germania potrebbe derivare dagli obblighi di aumento di capitale. La Germania in caso venisse a mancare un altro stato, dovrebbe garantire per una cifra superiore alla sua quota di garanzie e versamenti, pari a 190 miliardi di Euro. In questo modo la responsabilità potrebbe salire fino a 700 miliardi di Euro, vale a dire la garanzia totale offerta dall'ESM. E' vero il contrario, lo dice anche il tribunale federale: la garanzia di ogni singolo stato è limitata alla quota di capitale sottoscritta, e il bilancio federale potrà farsi carico di soli 190 miliardi di Euro. 

L'ESM non emetterà Eurobond

Anche la discussione sulla licenza bancaria già esistente è fuorviante: l'ESM è concepito come una istituzione finanziaria internazionale. Può emettere obbligazioni e concedere prestiti. Poiché l'ESM non è una banca, non si può rifinanziare presso la BCE. Come istituzione internazionale non è soggetta né alle leggi bancarie nazionali né alla vigilanza bancaria.

E' anche falso, che attraverso le possibilità di rifinanziamento dell'ESM sul mercato dei capitali, gli eurobond siano già in atto. L'ESM concede aiuti finanziari agli stati in cambio di condizioni severe. La Germania garantisce con una quota del 27.1 %, e quindi non in solido per l'intera somma. Ciò non ha niente a che fare con gli Eurobond, che porterebbero ad una completa messa in comune dei debiti senza avere niente in cambio. E questo pertanto lo respingiamo.

Nessuna garanzia senza controllo.

Alle fine si dà l'impressione che l'ESM possa prestare denaro in maniera diretta alle banche e che una ricapitalizzazione bancaria sia possibile senza passare dal Bundestg.  Anche questa rappresentazione è falsa. Una ricapitalizzazione bancaria secondo le regole in vigore non è possibile. Il governo ha messo in chiaro che osserveremo questo principio: nessuna garanzia senza controllo. E' stato messo in chiaro durante il vertice degli stati Euro di giugno. L'introduzione di una vigilanza bancaria europea è un presupposto indispensabile per una ricapitalizzazione bancaria diretta. Il parlamento tedesco intende a tal proposito creare una necessaria base giudiziaria.

La posta in gioco è la stabilità dell'Euro, e non l'attenzione di alcuni professori. Chi non vuole l'integrazione europea, deve dirlo apertamente e non deve nascondersi dietro false affermazioni. 

sabato 4 agosto 2012

Nuovo ricorso alla Corte costituzionale contro l'ESM


Il deputato ribelle CSU Peter Gauwelier ha esteso il precedente ricorso presentato alla Corte di Karlsruhe sull'incostituzionalità dell'ESM. Il trattato conterrebbe già una licenza bancaria. Da FAZ.net
Il deputato CSU Peter Gauweiler ha presentato ricorso alla corte costituzionale contro il fondo di salvataggio. Fin qui, lo sapevamo. Ma ora  nel suo ricorso include un punto completamente nuovo: sostiene che nel trattato ESM sia già contenuta una licenza bancaria.

Il deputato CSU Peter Gauweiler ha ampliato il suo ricorso presso la Corte Costituzionale contro il trattato ESM. Lo ha fatto introducendo il tema della "licenza bancaria", che Francia ed Italia, ma anche l'opposizione tedesca, richiedono per il fondo di salvataggio. Il trattato permetterebbe già adesso il finanziamento del fondo permanente ESM attraverso la BCE, scrive Dieter Murswiek, legale rappresentante di Gauweliers, in una dichiarazione che la FAZ rende pubblica. Murswiek accusa il governo federale tedesco di nascondere ai deputati del Bundestag e all'opinione pubblica la portata reale dei rischi e delle garanzie connesse.

L'esperto di diritto costituzionale di Friburgo presenta alla Corte una proposta concreta per la decisione del 12 settembre: se i giudici di Karlsruhe non vogliono vietare al presidente Joachim Gauck di ratificare l'intero trattato ESM, la sua firma dovrà essere condizionata ad una serie di riserve vincolanti a livello internazionale.

L'ESM può "in pratica richiedere alla BCE credito illimitato"

Murswiek propone le stesse obiezioni che anche il professore di Hannover Stefan Homburg aveva sollevato la scorsa settimana su FAZ. Il segretario del ministero delle finanze Steffen Kampeter (CDU) ha messo in discussione, sempre su FAZ, le posizioni di Homburg. Anche nell'interpretazione che Murswiek dà del trattato ESM, il fondo in pratica "potrebbe ottenere credito illimitato dalla BCE" per acquistare i titoli del debito pubblico dei paesi in crisi (articolo 21). La BCE dovrebbe solamente accettare la richiesta presentata dal fondo ESM. Il presidente della BCE Mario Draghi fino ad ora ha respinto questa possibilità. Ma il consiglio della BCE potrebbe semplicemente cambiare la sua posizione con una decisione a maggioranza.

"Il Fiskalpakt potrebbe essere gettato immediatamente nella spazzatura", avverte Murswiek. Il contribuente tedesco partecipa alla BCE con la sua quota del 27% - in caso di insolvenza di altri stati, la sua responsabilità potrebbe arrivare al 100 %. "Potrebbe non trattarsi solamente di miliardi, ma di trilioni". Secondo il suo punto di vista, la Corte Costituzionale dovrà prendere in considerazione anche i rischi provenienti dai saldi Target della Bundesbank: questi crediti ridurranno sicuramente la quota di profitti della banca centrale tedesca. La responsabilità tedesca sui saldi Target è stimata da Murswiek in circa 310 miliardi di Euro.

Il professore di diritto di Friburgo smentisce con forza anche le affermazioni del ministro Wolfgang Schäuble, secondo cui le garanzie tedesche sarebbero limitate ai 190 miliardi di Euro - la quota tedesca del capitale. Questo limite sarebbe valido solamente verso creditori esterni, come le banche - ma non per gli obblighi di pagamento degli stati all'ESM stesso. Ogni membro potrebbe a causa "di accresciute necessità di capitale" essere chiamato ad incrementare la propria quota, se gli altri membri non fossero in grado di adempiere ai loro impegni (articoli 9 e 25). Attraverso questi obblighi di finanziamento, le garanzie tedesche potrebbe crescere molto oltre la propria quota di capitale, in caso estremo fino a 700 miliardi di Euro - l'intero capitale sociale del fondo. Tale disposizione avrebbe la precedenza sulla presunta limitazione alla propria quota per ciascun paese. (articolo 8, paragrafo 5).

Il meccanismo automatico di garanzia deve essere bloccato

Sempre secondo Murswiek, non deve essere considerata applicabile anche una precedente decisione del Bundestag. Decisione secondo cui gli stati membri sarebbero obbligati dal trattato a ripristinare il fondo ESM se il suo capitale dovesse essere in gran parte già speso: in caso contrario si aprirebbe una procedura di infrazione davanti alla Corte di Giustizia europea. Nemmeno la commissione speciale del Bundestag sui salvataggi Euro avrebbe il tempo di riunirsi. E a causa della prevista immunità e del segreto imposto alle decisioni, il ministro delle finanze tedesco (membro del consiglio ESM) non sarebbe tenuto a renderne conto, nel caso in cui nel Consiglio dei governatori (organo ESM) fossero prese decisioni contrarie alla volontà del parlamento.

Secondo Murswiek, la Corte costituzionale dovrebbe almeno obbligare il capo dello stato, a rendere effettive delle riserve nel momento della ratifica. In particolare, la Germania dovrebbe assicurarsi un diritto di uscita dalle politiche di salvataggio. Il meccanismo automatico di garanzia del sistema Target deve essere interrotto. L'obbligo di finanziamento all'ESM in caso di pervenuta impossibilità di uno dei membri dovrebbe essere limitato. Da eliminare sono anche "le procedure di delibera urgente" degli organi ESM, che di fatto eluderebbero le decisioni del Bundestag.  

mercoledì 1 agosto 2012

Brüderle studia da leghista


La FDP affonda nei sondaggi, la popolarità di Roesler e Westerwelle è ai minimi e per entrare al Bundestag i liberali dovranno spararle sempre piu' grosse. Tutto sulla pelle dell'Europa, a spese degli eurodeboli. Brüderle ci ricorda quei politici padani che a Pontida hanno parole affilate, ma poi a Roma votano di tutto in nome della realpolitik.  Un'intervista su Die Welt
Il leader della FDP al Bundestag Rainer Brüderle si oppone ad una licenza bancaria per l'ESM e avvisa Francia ed Italia: "I paesi donatori del nord non sono disponibili in maniera illimitata".

Welt: Herr Brüderle, in Europa ci sono voci che intendono dotare il futuro fondo di salvataggio ESM con mezzi illimitati attraverso una licenza bancaria. Che cosa ne pensa?

Brüderle: Una licenza bancaria per il fondo di salvataggio ESM è una macchina per l'inflazione e un'arma per la distruzione della ricchezza. Questo non è né nell'interesse tedesco, né nell'interesse europeo. Con l'ESM la Germania ha già raggiunto i limiti di ciò che è costituzionalmente possibile,  politicamente sostenibile ed economicamente ragionevole. I piani per una capacità illimitata di indebitamento dell'ESM devono immediatamente essere riposti in un cassetto.

Madrid, Roma e Parigi non devono esagerare. Con il ricorso alla stampa di denaro non si risolvono i problemi. La Germania ha già espresso molta solidarietà verso il sud Europa. I donatori del nord Europa non possono assumersi responsabilità illimitate, nel loro interesse ma anche nell'interesse dell'Europa non parteciperanno ad una politica inflazionistica suicida.

Welt: Lei è convinto che il ministro delle finanze Schäuble intenda evitare con tutte le sue forze la concessione di una licenza bancaria?

Brüderle: Il Ministero delle finanze si è espresso chiaramente. Per buone ragioni una licenza bancaria per l'ESM non è né prevista né necessaria. Non ci sono neanche trattative, piuttosto solo delle dichiarazioni pubbliche da parte degli interessati. Ma nessuno deve essere intimorito.

L'ESM non ha ancora iniziato il suo lavoro. Non è ragionevole, prima del suo inizio lanciare speculazioni su come dovrebbe essere cambiato. In questo modo si distrugge la fiducia in una politica di bilancio e finanziaria ordinata in Europa, che proprio ora stiamo cercando di costruire.

Welt: Una licenza bancaria per l'ESM, rappresenta per la FDP una linea rossa che non può essere superata - anche se la coalizione dovesse rischiare la rottura?

Brüderle: La coalizione è unita nel negare una licenza bancaria per l'ESM. Una messa in comune dei debiti fatta di nascosto - e una licenza bancaria non sarebbe niente di diverso - la rifiutiamo. Non importa, se sotto forma di licenza bancaria, Euro-bonds, o fondo per il rimborso del debito.

Siamo solidali e aiutiamo i nostri partner europei. Abbiamo messo in piedi il Fiskalpakt, l'ESM e l'EFSF. Ma per noi resta valido il principio "Nessun aiuto per nulla". Ci aspettiamo l'attuazione delle riforme concordate nei paesi che saranno sostenuti, ma non un dibattito sui nuovi strumenti.

Welt: Anche se l'ESM non riceve nessuna licenza bancaria, i rischi assunti dalla BCE potrebbero crescere. Presto la banca centrale potrebbe nuovamente acquistare titoli del debito pubblico. Si sente sollevato dagli aiuti di Francoforte oppure preoccupato?

Brüderle: Ci troviamo in una situazione molto particolare, per questo è importante seguire i propri principi. A Francoforte ha sede anche la Bundesbank. La BCE negozia in maniera indipendente. Il suo compito centrale è garantire la stabilità dell'Euro, sono certo che per fare questo prenderà tutti i provvedimenti necessari.

Capisco anche Draghi, quando rassicura: la BCE nell'ambito del suo mandato è pronta a fare tutto il possibile per difendere l'Euro. Il compito della BCE non è finanziare a lungo termine gli stati. In questo ambito noi tedeschi abbiamo una speciale sensibilità per la stabilità della moneta e sosteniamo anche l'indipendenza della banca centrale.

Welt: La cancelliera dichiara che intende fare di tutto per stabilizzare l'Euro. Questo va daccordo con la sua precedente affermazione "rifiuto gli Euro bond fino a quando vivrò"?

Brüderle: L'Euro non potrà sopravvivere come unione dell'inflazione e della messa in comune del debito. Gli Euro-bonds non sono una soluzione, servono solo a ritardare le riforme. Il problema di alcuni paesi in Europa è la scarsa competitività e una politica di bilancio non sostenibile. La soluzione può arrivare solo con politiche di risparmio e di riforma e non attraverso Euro-Bonds, che servono solo a nascondere i problemi.

Welt: Condivide le parole di Schäuble secondo cui "dibattiti emozionali, su un'uscita della Grecia dalla zona Euro non portano a nulla"?

Brüderle: La decisione se la Grecia debba rimanere nella zona Euro oppure no, deve essere presa ad Atene. Per noi liberali è chiaro, la Grecia alla fine dovrà mantenere le sue promesse. 

Il destinatario della solidarietà ha il dovere, di fare il possibile, per eliminare le cause della sua miseria. Se i greci non intendono farlo, devono assumersi le conseguenze. Grazie al fondo EFSF e al fondo ESM l'Europa è meglio attrezzata per una probabile uscita della Grecia dall'Euro di quanto non fosse due anni fa. Ma i fondi di salvataggio non sono lì, per finanziare la mancanza di riforme nei paesi in crisi.