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domenica 11 marzo 2012

Benessere per tutti! o quasi...


Sta arrivando il decennio dei lavoratori? Se lo chiede Die Zeit, che dopo gli anni delle deflazioni salariali, prevede un ritorno alla crescita dei salari reali. Ma il mercato del lavoro premierà solo alcuni...
18 mesi fa la Cancelliera aveva promesso che questa volta i cittadini avrebbero beneficiato della crescita. Che cosa ne è stato di quella promessa?

Nell'ottobre 2010 Rainer Brüderle (FDP) parlava come un sindacalista : "Se l'economia cresce, allora c'è spazio anche per aumenti salariali sostenuti" sosteneva l'allora Ministro dell'economia. La Cancelliera confermava che su questo tema era completamente daccordo con il suo ministro. 18 mesi dopo iniziano in molti settori le negoziazioni per i rinnovi contrattuali e molti cittadini vogliono sapere: che cosa ne è stato di quella promessa?

Di fatto nel mercato del lavoro tedesco c'è stata una inversione di tendenza. Fino alla crisi del 2009 i salari reali sono diminuiti. Ora invece crescono di nuovo: nel 2010 del 1.5%, nell'anno passato ancora del 1.1%. E' stata la crescita salariale reale piu' forte degli ultimi 20 anni. Quest'anno per i lavoratori potrebbe andare perfino meglio: il mercato del lavoro è ancora in boom e l'inflazione è ancora relativamente bassa. Ad ogni lavoratore alla fine resterà qualcosa in  piu' nelle tasche. Anche la quota dei salari sul reddito nazionale è cresciuta. L'Institut für Makroökonomie und Konjunkturforschung (Istituto per la ricerca sulla macroeconomia e la congiuntura) vicino ai sindacati, parla di un recupero dei salari.

Allo stesso tempo è emerso un altro trend. Da due anni i salari effettivamente pagati ai lavoratori crescono piu' rapidamente dei salari standard definiti dai contratti nazionali. Dalla fine degli anni '90 era accaduto il contrario, perfino durante gli anni di crescita fra il 2005 e il 2007. E' stata una fase insolita e negativa nella storia dello sviluppo dei salari tedeschi. Soprattutto negli anni sessanta e settanta i salari effettivamente pagati crescevano molto piu' di quanto non facessero i salari definiti dai contratti. Poichè le aziende nel periodo di boom avevano bisogno di forza lavoro, erano disposte a pagare meglio di quanto previsto dai contratti. Un po' meno pronunciata, questa regola è rimasta valida anche negli anni '90. Poi è arrivato il cambiamento.

Tuttavia la curva dello sviluppo dei salari sembra peggiore di quanto non sia poi stata in realtà. La maggior parte dei lavoratori non hanno subito nessuna perdita del salario reale.  Circa il 60% dei lavoratori sono ancora pagati secondo le tariffe sindacali - i loro salari sono cresciuti anche nel decennio scorso.  Soprattutto nei settori legati all'export, come la chimica, o il metalmeccanico, l'elettronica, i lavoratori hanno registrato una crescita de salari, anche se questi sono cresciuti un po' piu' lentamente della produttività.

I salari si sono ridotti soprattutto nel settore dei servizi. Sono stati questi nuovi posti di lavoro part time e sottopagati che hanno fatto abbassare la media verso il basso. Questi nuovi dipendenti erano in molti casi dei disoccupati, che in un periodo di crescita hanno trovato un lavoro. La massa salariale è comunque cresciuta dal 2005; ci sono piu' lavori e meno persone che vivono di sussidi pubblici. Si può discutere se questo sia stato uno sviluppo positivo o meno. La tesi del decennio perduto di cui parlano i sindacati appare comunque un po' semplicistica.

Sta arrivando il decennio dei lavoratori? Ci sono ragioni che spingono in questa direzione. "In alcune regioni del sud la forza lavoro è ormai scarsa" dichiara Joachim Möller capo dell'Istituto per la ricerca sul mercato del lavoro. "Le condizioni positive del mercato del lavoro e la scarsità di forza lavoro lasciano ipotizzare un trend duraturo". L'economista ritiene che i salari effettivamente pagati ai lavoratori nei prossimi 10 o 15 anni avranno sviluppi migliori rispetto ai salari definiti dai contratti collettivi. Dalla deflazione salariale si dovrebbe passare ad una crescita dei salari reali . Laddove la forza lavoro specializzata è scarsa, è molto probabile che le imprese paghino i lavoratori meglio di quanto previsto dai contratti di lavoro.

Tuttavia in questo trend c'è anche un pericolo. Mentre per alcuni i salari potrebbero crescere in maniera sostenuta, per i lavoratori con qualifiche molto basse potrebbe non esserci alcun aumento. "Non abbiamo nessun indizio che in quei settori possa succedere qualcosa" ci dice Möller. In realtà i cosiddetti bassi salari dal 2005 non sono piu' cresciuti. Per questa ragione il mercato del lavoro è sempre piu' suddiviso in 2 settori. "Mentre alcuni lavoratori hanno un contratto a tempo indeterminato, c'è un gruppo considerevole di lavoratori che passa di lavoro in lavoro e che soffre dell'eccessiva flessibilità" ci dice Möller. Questo divario potrebbe crescere nei prossimi anni. Alla fine della ripresa il mercato del lavoro potrebbe essere molto piu' ineguale di quanto non fosse all'inizio. 

venerdì 9 marzo 2012

Moderazione salariale....nein Danke!


Cambiano i tempi e dopo più di 10 anni di moderazione salariale e in periodo di piena occupazione i sindacati tornano a chiedere aumenti reali dei salari. Saranno le loro richieste a riequilibrare la zona Euro? Da Zeit.de
Metalmeccanici, chimici, educatori: tutti chiedono nel 2012 piu' denaro. Sono loro ora ad avere il potere?

Per due anni sono dovuti restare fermi. Hanno osservato il boom economico, i profitti aziendali ai massimi - mentre nello stesso tempo i salari crescevano lentamente. I membri del sindacato IG Metall erano legati al contratto da loro firmato nel febbraio 2010, ancora nel pieno della recessione.  Ma ora quei contratti stanno arrivando alla scadenza. E' di nuovo il tempo di lottare. I lavoratori vogliono la loro giusta parte, ha annunciato il capo della IG Metall Berthold Huber pochi giorni fa a Francoforte e ha richiesto un aumento salariale del 6.5 %. L'ultima volta che i metalmeccanici hanno richiesto un aumento simile, hanno ottenuto un 4.5 %. Questo sarebbe un gran bel risultato - e per molti un segnale: adesso sono i lavoratori ad avere piu' potere.

Per molti anni le cose in Germania sono andate diversamente. Gli stipendi non sono cresciuti, anzi sono diminuiti, soprattutto dopo aver considerato l'inflazione. Gli aumenti salariali strappati negli anni precedenti erano spesso piu' bassi dell'inflazione. La crescita salariale era così debole che i politici dall'estero puntavano il dito verso la Germania: attraverso la loro politica salariale vogliono ottenere dei vantaggi di competitività. Ma i tempi sono cambiati. Molte aziende in questo momento si lamentano della mancanza di manodopera, la disoccupazione ha raggiunto i minimi storici. E nella contrattazione salariale si è registrata una svolta. Anche se l'economia intera si muove lentamente verso accordi salariali piu' alti.

In diversi settori è iniziata la battaglia per piu' denaro. Accando ai metalmeccanici ed elettronica (3.6 milioni) negozia il servizio pubblico (1.9 milioni), l'industria chimica (400.000) e le industrie piu' piccole come le banche (250.000) o il commercio di veicoli (280.000). Sono in corso inoltre anche le contrattazioni per i lavoratori interinali (900.000).

La pressione maggiore dovrebbe arrivare dal cuore pulsante dell'industria tedesca: metalmeccanici ed elettronica. Anche se la IG Metall non lo dice volentieri, i suoi membri pretendono di recuperare quanto non ottenuto nell'ultimo giro di contrattazioni sindacali. Allora si erano presentati alla contrattazione senza richieste di aumento salariale. Per loro era molto piu' importante mantenere il lavoro. E ci sono riusciti: nonostante il calo della produzione, sono stati tagliati pochi posti di lavoro. E nel 2010 e 2011 si sono visti degli aumenti di profitto molto forti - raramente a questi livelli negli ultimi 20 anni. Di questi profitti i metalmeccanici ora esigono la loro parte. In aggiunta i consigli di fabbrica (Betriebsräte) vogliono un diritto di veto sul lavoro interinale e per gli apprendisti (Azubis) una garanzia di impiego a tempo indeterminato.

"Ridicole, nocive e inaccettabili", sarebbero queste richieste, secondo Martin Kannegiesser, presidente dell'associazione delle imprese metalmeccaniche tedesche. Una richiesta di aumento che considera ingiustificata, perche i posti di lavoro sono stati garantiti e i metalmeccanici nonostante la crisi hanno ottenuto un aumento del salario reale. Per quanto riguarda gli apprendisti ammonisce: non è possibile allo stesso tempo richiedere maggiori possibilità per diplomati con scarsi risultati e pretenderne l'obbligo di assunzione.

Come per i metalmeccanici e per gli elettronici, anche  i chimici e i dipendenti pubblici metteranno al centro delle contrattazioni i livelli salariali. Si negozia prima di tutto sui salari, ha annunciato il numero uno di Ver.di. (sindcato dei servizi) Frank Bsirske. Nei prossimi giorni il suo sindacato dovrebbe annunciare la richiesta di aumento nel servizio pubblico, che secondo le attese dovrebbe essere fra il 6 e il 7%. I sindacati sembrano adesso molto piu' consapevoli della loro forza.  Lo scorso anno non sono aumentati solo i profitti delle aziende, ma sono cresciute anche le entrate fiscali.

Come un ombra, la crisi del debito europeo è presente sui negoziati. Se tutto va bene, allora ci sono buone possibilità di raggiungere accordi favorevoli. In caso negativo - recessione profonda, addirittura rottura della zona Euro - tutti i partecipanti avrebbero difficolta a concludere un accordo contrattuale. 

E il mantra dei sindacalisti ripete che è tempo di smetterla con il taglio dei salari reali e con la conseguente debolezza interna del mercato tedesco. Questo trend deve essere modificato. Una tendenza che ha riguardato solamente una parte dei lavoratori. Nei settori legati all'export, metalmeccanico, elettronica, chimica, non si è mai parlato di riduzione reale dei salari. I dipendenti di questi settori negli anni passati hanno ottenuto aumenti salariali, corrispondenti non solo all'aumento dell'inflazione ma anche della produttività. Anche se gli spazi di negoziazione sembrano essere ridotti, viene il sospetto che anche qesta volta i sindacati ci riusciranno. 

In molti settori legati alla fornitura di servizi, con i quali Ver.di (sindacato dei servizi) ha a che fare, la situazione invece è molto diversa. Anche nel settore pubblico il quadro è molto vario. Gli anni passati in questi settori sono stati molto amari. In media i salari reali sono diminuiti, in quanto molti nuovi posti di lavoro temporanei e mal pagati sono stati aggiunti ai posti di lavoro esistenti. "Questo ovviamente spinge verso una riduzione dei salari" chiarisce Kai Carstensen, esperto economico dell'istituto IFO, "anche se i posti di lavoro aggiuntivi creati, in sé non sono una cosa negativa".  

Ultimamente si è comunque mostrato un ulteriore sviluppo. I salari reali sono tornati a crescere. Secondo i dati dell'ufficio federale di statistica del 1.0 % nel 2010 e del 1.1 % nel 2011. E' stato il piu' forte aumento salariale reale da quasi 20 anni. Se si guarda solamente ai lavori a tempo pieno, la crescita è stata ancora piu' alta. Il trend crescente sembra essere di lungo periodo. E per il 2012 gli esperti  si aspettano che questo nuovo trend si mantenga - fino a quando la crisi europea resta lontana. L'esperto IFO Carstensen considera intorno al 1% l'aumento reale. Questo non è poi così eccezionale, se si considera che la produttività crescerà del 1.5 %. La Germania resta lontana da fenomeni di crescita eccessiva dei salari. 

Piu' preoccupante sembra lo sviluppo in alcuni settori al di sotto della media "in alcune aree i lavoratori in questo momento sono molto richiesti e aumenti salariali del 4% sono in linea con il mercato, ma per i lavoratori a bassa qualificazione vedo poche possibilità di aumento salariale." In questi settori, ora come prima ci sono ancora molti disoccupati e sotto occupati, e una forte pressione sui salari. Alla fine delle trattative sui rinnovi del 2012 potrebbe esserci su tutto il mercato del lavoro del lavoro una divisione ancora piu' forte. 

sabato 11 febbraio 2012

Generazione a chiamata

Il sindacato IG Metall, principale organizzazione sindacale tedesca, ci racconta il lavoro precario.



Il lavoro a tempo determinato ha cambiato il mondo del lavoro e la nostra società. Comprare un'abitazione, creare una famiglia, pianificare la propria vita è molto difficile per i lavoratori che presto potrebbero cambiare lavoro o addirittura perderlo.   

In Germania nel 2010 circa il 12% di tutti gli occupati in età fra i 15 e i 65 anni (senza considerare gli studenti con un lavoro part time e i tirocinanti) era occupato con un contratto a tempo determinato. I contratti a tempo determinato sono particolarmente diffusi fra i lavoratori piu' giovani: quasi il 52% degli occupati a tempo determinato ha meno di 35 anni. 3 lavoratori a tempo determinato su 4 lavorano nella ex Germania dell'Ovest.

La generazione a tempo determinato ("Generation befristet") non può progettare il futuro.

Nei media si è diffuso rapidamente il termine "Generation befristet". I giovani raccontano di un costante cambio da un lavoro all'altro. Lavorano supermotivati e si impegnano per mantenere il posto. Poi di nuovo demotivati, perché la lotta per un posto fisso sembra senza speranza e i piani per la propria vita devono essere rinviati al futuro.

Con le leggi sul lavoro part-time e il tempo determinato le aziende hanno la possibilità di legarsi anche solo per un periodo limitato ai propri lavoratori. Secondo una recente sentenza della Corte di giustizia europea i contratti a tempo determinato possono essere prorogati anche numerose volte, se esiste un valido motivo. Nel caso in questione, alla lavoratrice tedesca era stato rinnovato per ben 13 volte il contratto a tempo determinato per la sostituzione di altri lavoratori. 

Un contratto a tempo determinato in Germania può durare fino a due anni. Entro questo periodo di tempo, il contratto può essere rinnovato fino a 3 volte. Per il rinnovo con motivazioni ragionevoli, la legge non prevede alcun limite di tempo massimo. La motivazione per l'avvio del contratto a tempo determinato - ad esempio la sostituzione di un altro dipendente per motivi di salute, maternità, o simili - deve però all'incirca coincidere con la durata del contratto di lavoro. 

Il nuovo ordine nel mercato del lavoro

Il mercato del lavoro in Germania è diviso in due parti. Con oltre 41 milioni di occupati, il 2011 è stato l'anno del record. Ma il numero dei lavoratori in condizioni di lavoro precarie cresce costantemente. E coinvolge in primo luogo i giovani, i quali sono occupati con il lavoro interinale, con contratti a tempo determinato oppure semplicemente con un Minijob. Si tratta molto spesso di lavori che offrono un magro guadagno e nessuna sicurezza. 

Il lavoro interinale (Leiharbeit) - non è un trampolino di lancio nel mercato del lavoro.

Il numero dei lavoratori interinali si avvicina al nuovo recordo di un milione. Come i Minijobber o i lavoratori con contratto a tempo determinato, i lavoratori in affitto guadagnano molto meno degli occupati regolari - in media il 40 % in meno. Ma non è solo lo stipendio ad essere peggiore. I lavoratori in affitto, spesso non svolgono il lavoro per il quale hanno ricevuto una formazione e hanno ridotte possibilità di formazione. Spesso a causa del periodo di occupazione troppo breve non rientrano nei criteri per ottenere le indennità di disoccupazione.

Minijob a livello record - A lavorare come Minijobber (contratti da 15 ore per settimana a 400 € netti al mese) non sono solo studenti, casalinghe o pensionati. Sempre piu' spesso anche gli occupati regolari iniziano parallelamente un Minijob. Se il salario non è piu' sufficiente per vivere, cercano di guadagnare qualche soldo in piu' con un secondo lavoro. In Germania c'erano nel 2011 circa 7.3 milioni di lavoratori impiegati con un Minijob. Generalmente guadagnano meno della metà di quanto guadagnano i lavoratori regolari in un posto a tempo pieno. 

Con i Minijob le aziende hanno trovato un modo semplice per ridurre rapidamente i costi del personale. Per questi lavoratori infatti non devono pagare né le tasse né i contributi sociali. Il fatto che il salario lordo corrisponda al salario netto dei lavoratori, è un ottimo argomento per pagare salari orari piu' bassi rispetto a quelli dei lavoratori fissi. "Se fra i 40 milioni di occupati, oltre 7 lavorano nei Minijobs, la politica delle riforme è stata forse eccessiva" ha dichiarato Berthold Huber, segretario del sindacato IG Metall.

Alle origini i mini lavori erano stati concepiti come una ulteriore possibilità di guadagno per le donne. Infatti i posti di lavoro a 400 € per molti lavoratori sono la sola possibilità di guadagno (4.8 milioni). Due terzi dei minijobber sono donne, 3.2 milioni. Per loro questa possibilità di guadagno si rivela sempre piu' un vicolo cieco: la "Minijobberin" (lavoratrice donna) rimane assicurata mediante l'assicurazione sanitaria del marito e questo impedisce a molte donne un sostentamento autonomo ed una totale indipendenza. La dipendenza dal coniuge per l'assicurazione sanitaria continua anche in età avanzata. Chi ha guadagnato molto poco nella vita lavorativa, avrà ovviamente anche una pensione piu' bassa. 

Secondo la IG Metall, questa esplosione dei contratti di Minijob sono la prova che una nuova regolamentazione del mercato del lavoro in Germania è sempre piu' urgente.