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sabato 17 marzo 2012

Il paese dei bassi stipendi

Sulla Süddeutsche Zeitung scopriamo che accanto ai bonus stellari delle case automobilistiche, ci sono milioni di lavoratori che vivono con un basso salario orario. Da anni le forze politiche discutono del salario minimo, è arrivato forse il momento giusto?
Germania, paese dei bassi stipendi: uno studio mostra che 8 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9.15 € lordi per ora, circa 1.4 milioni guadagnano meno di 5 Euro. 800.000 dipendenti vivono con una salario mensile lordo inferiore ai 1.000 €.

In Germania quasi 8 milioni di occupati devono sopravvivere con meno di 9.15 € lordi per ora. Il loro numero fra il 1995 e il 2010 è cresciuto di circa 2.3 milioni. E' quanto emerge da uno studio dell'Istituto per il Lavoro e la Qualificazione dell'Università di Duisburg Essen (Instituts für Arbeit und Qualifikation). Ne consegue che circa il 23% degli occupati sono attivi in un settore a basso salario. Dopo la pubblicazione di questo studio, il dibattito sull'introduzione di un salario minimo garantito si accenderà di nuovo.

Secondo lo studio, i lavoratori a basso salario ricevevano in media 6.68 € nell'ovest e 6.52 € all'est. Fra questi, piu' di 4.1 milioni ricevono meno di di 7 €, 2.5 milioni meno di 6 € e circa 1.4 milioni nemmeno 5 € all'ora. Circa la metà degli occupati con basso stipendio lavora a tempo pieno. Secondo i calcoli dell'istituto ci sono quasi 800.000 persone occupate a tempo pieno che vengono pagate meno di 6 € per ora. Arrivano in questo modo a un salario lordo, che è inferiore ai 1000 € lordi.

I ricercatori, che per il loro studio hanno intervistato un panel di oltre 12.000 famiglie, per la prima volta hanno preso in considerazione anche studenti e pensionati con un basso salario, sebbene questo fosse spesso un secondo lavoro. Ciò ha fatto crescere il numero totale dei lavoratori a basso reddito di quasi 500.000 unità.

Lo studio mostra che gli occupati con un Minijob da 400 € mensili sono quelli maggiormente a rischio di lavorare per un salario orario inferiore alla soglia dei 9.15 € per ora. "Gruppi ulteriori di occupati con un'alta percentuale fra quelli a basso salario sono i lavoratori con meno di 25 anni,  quelli con contratto a tempo determinato, le persone senza una formazione professionale e gli stranieri" secondo la ricerca.  La grande maggioranza dei circa 8 milioni coinvolti ha comunque avuto un periodo di formazione professionale. 

Il numero dei lavoratori sottopagati è cresciuto soprattuto nella Germania occidentale. Secondo lo studio nei vecchi Bundeslander è cresciuto del 68 %, ad est al contrario solo del 3%. Dal 2007, anno in cui la percentuale di occupati a basso stipendio ha raggiunto la soglia del 24.2 %, la loro quota è rimasta stabile. Questo mostra che la crescita dei lavori a basso salario non è da ricondurre alle riforme del precedente governo rosso verde.

I ricercatori calcolano anche che un quinto degli occupati trarrebbe vantaggio da un salario minimo orario di almeno 8.5 €. La CDU per la prima volta durante il suo congresso di novembre si era pronunciata a favore di un limite minimo per il salario orario. "Questa soglia minima dovrebbe valere per tutti i settori e gruppi di occupati e non solo per quei pochi settori e gruppi di occupati dove non esiste nessun contratto collettivo" ha dichiarato il vice presidente dell'istituto, Claudia Weinkopf. Questo non è previsto dalla proposta della CDU.

SPD e Verdi richiedono al contrario un salario minimo obbligatorio. La SPD sottolinea che ci sono settori "nei quali la contrattazione collettiva è insufficiente, o dove gli accordi contrattuali non sono validi oppure i salari sono troppo bassi". Le associazioni di categoria, invece, si oppongono ad un salario minimo. Temono che possa far scomparire molti posti di lavoro.

sabato 11 febbraio 2012

Generazione a chiamata

Il sindacato IG Metall, principale organizzazione sindacale tedesca, ci racconta il lavoro precario.



Il lavoro a tempo determinato ha cambiato il mondo del lavoro e la nostra società. Comprare un'abitazione, creare una famiglia, pianificare la propria vita è molto difficile per i lavoratori che presto potrebbero cambiare lavoro o addirittura perderlo.   

In Germania nel 2010 circa il 12% di tutti gli occupati in età fra i 15 e i 65 anni (senza considerare gli studenti con un lavoro part time e i tirocinanti) era occupato con un contratto a tempo determinato. I contratti a tempo determinato sono particolarmente diffusi fra i lavoratori piu' giovani: quasi il 52% degli occupati a tempo determinato ha meno di 35 anni. 3 lavoratori a tempo determinato su 4 lavorano nella ex Germania dell'Ovest.

La generazione a tempo determinato ("Generation befristet") non può progettare il futuro.

Nei media si è diffuso rapidamente il termine "Generation befristet". I giovani raccontano di un costante cambio da un lavoro all'altro. Lavorano supermotivati e si impegnano per mantenere il posto. Poi di nuovo demotivati, perché la lotta per un posto fisso sembra senza speranza e i piani per la propria vita devono essere rinviati al futuro.

Con le leggi sul lavoro part-time e il tempo determinato le aziende hanno la possibilità di legarsi anche solo per un periodo limitato ai propri lavoratori. Secondo una recente sentenza della Corte di giustizia europea i contratti a tempo determinato possono essere prorogati anche numerose volte, se esiste un valido motivo. Nel caso in questione, alla lavoratrice tedesca era stato rinnovato per ben 13 volte il contratto a tempo determinato per la sostituzione di altri lavoratori. 

Un contratto a tempo determinato in Germania può durare fino a due anni. Entro questo periodo di tempo, il contratto può essere rinnovato fino a 3 volte. Per il rinnovo con motivazioni ragionevoli, la legge non prevede alcun limite di tempo massimo. La motivazione per l'avvio del contratto a tempo determinato - ad esempio la sostituzione di un altro dipendente per motivi di salute, maternità, o simili - deve però all'incirca coincidere con la durata del contratto di lavoro. 

Il nuovo ordine nel mercato del lavoro

Il mercato del lavoro in Germania è diviso in due parti. Con oltre 41 milioni di occupati, il 2011 è stato l'anno del record. Ma il numero dei lavoratori in condizioni di lavoro precarie cresce costantemente. E coinvolge in primo luogo i giovani, i quali sono occupati con il lavoro interinale, con contratti a tempo determinato oppure semplicemente con un Minijob. Si tratta molto spesso di lavori che offrono un magro guadagno e nessuna sicurezza. 

Il lavoro interinale (Leiharbeit) - non è un trampolino di lancio nel mercato del lavoro.

Il numero dei lavoratori interinali si avvicina al nuovo recordo di un milione. Come i Minijobber o i lavoratori con contratto a tempo determinato, i lavoratori in affitto guadagnano molto meno degli occupati regolari - in media il 40 % in meno. Ma non è solo lo stipendio ad essere peggiore. I lavoratori in affitto, spesso non svolgono il lavoro per il quale hanno ricevuto una formazione e hanno ridotte possibilità di formazione. Spesso a causa del periodo di occupazione troppo breve non rientrano nei criteri per ottenere le indennità di disoccupazione.

Minijob a livello record - A lavorare come Minijobber (contratti da 15 ore per settimana a 400 € netti al mese) non sono solo studenti, casalinghe o pensionati. Sempre piu' spesso anche gli occupati regolari iniziano parallelamente un Minijob. Se il salario non è piu' sufficiente per vivere, cercano di guadagnare qualche soldo in piu' con un secondo lavoro. In Germania c'erano nel 2011 circa 7.3 milioni di lavoratori impiegati con un Minijob. Generalmente guadagnano meno della metà di quanto guadagnano i lavoratori regolari in un posto a tempo pieno. 

Con i Minijob le aziende hanno trovato un modo semplice per ridurre rapidamente i costi del personale. Per questi lavoratori infatti non devono pagare né le tasse né i contributi sociali. Il fatto che il salario lordo corrisponda al salario netto dei lavoratori, è un ottimo argomento per pagare salari orari piu' bassi rispetto a quelli dei lavoratori fissi. "Se fra i 40 milioni di occupati, oltre 7 lavorano nei Minijobs, la politica delle riforme è stata forse eccessiva" ha dichiarato Berthold Huber, segretario del sindacato IG Metall.

Alle origini i mini lavori erano stati concepiti come una ulteriore possibilità di guadagno per le donne. Infatti i posti di lavoro a 400 € per molti lavoratori sono la sola possibilità di guadagno (4.8 milioni). Due terzi dei minijobber sono donne, 3.2 milioni. Per loro questa possibilità di guadagno si rivela sempre piu' un vicolo cieco: la "Minijobberin" (lavoratrice donna) rimane assicurata mediante l'assicurazione sanitaria del marito e questo impedisce a molte donne un sostentamento autonomo ed una totale indipendenza. La dipendenza dal coniuge per l'assicurazione sanitaria continua anche in età avanzata. Chi ha guadagnato molto poco nella vita lavorativa, avrà ovviamente anche una pensione piu' bassa. 

Secondo la IG Metall, questa esplosione dei contratti di Minijob sono la prova che una nuova regolamentazione del mercato del lavoro in Germania è sempre piu' urgente.