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mercoledì 22 febbraio 2012

La Germania è in trappola


Un'altra lunga e appassionata intervista all'economista tedesco piu' ascoltato, Hans Werner Sinn, che alla FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) dice: la Germania è sotto ricatto e l'unione di trasferimento è  già iniziata.
Per l'economista Hans Werner Sinn il treno verso l'unione di trasferimento è già partito. “I pacchetti di salvataggio si esauriranno presto” dice in un'intervista alla FAZ. L'effetto finale sarà la condivisione della responsabilità sui 3.500 miliardi di Euro di debito del sud Europa.

FAZ: Professore Sinn, Atene riceverà presto un ulteriore pacchetto di aiuti da 130 miliardi di Euro. Lei crede che questo sarà l'ultimo pagamento?

SINN: No, questo basterà solo per un breve periodo di tempo. E' solo un ulteriore aiuto ai possessori di titoli, che in questo modo potranno liberarsi di una parte delle obbligazioni greche. Se avessimo voluto veramente essere utili ai greci, avremmo dovuto dargli questo denaro come aiuto per l'uscita dall'Euro. Non hanno nessuna possibilità di tornare competitivi nella zona Euro. Devono abbassare del 31% i loro prezzi, solo per poter raggiungere il livello turco.

FAZ: La Grecia dovrebbe abbandonare l'unione monetaria nel proprio interesse?

SINN: Sì, perché se pretendiamo che la Grecia possa tornare competitiva attraverso un piano di risparmi, il paese andrà verso il Kaos. I politici europei potranno ripetere per decine di volte che le cose andranno diversamente ma certe cose da un punto di vista economico non sono possibili.

FAZ: 31 %? Che cosa hanno raggiunto allora i greci nei 2 anni precedenti con i loro sforzi di risparmio?

SINN: Niente. Questo è il grosso problema, non solo in Grecia. Prima della crisi i prezzi nei paesi periferici e in Italia erano esplosi grazie al credito a buon mercato, portato dalla moneta unica. Il rialzo dei salari è stato finanziato con il credito, e il deficit delle partite correnti è cresciuto. Il denaro per finanziare le importazioni è stato preso a prestito all'estero. La cosa ha funzionato fino a quando la crisi americana non è arrivata in Europa. I prezzi di oggi sono ancora i prezzi del momento in cui la bolla speculativa è scoppiata. Non si tratta di prezzi di equilibrio ma di prezzi che devono scendere. Avremmo bisogno in condizioni normali di un adattamento dei tassi di cambio. Ma questo non è possibile nell'Euro. Si dovrebbe fare allora lo stesso attraverso un abbassamento dei prezzi in rapporto ai paesi piu' competitivi nell'unione monetaria.

FAZ: Da due anni sentiamo quanto difficili siano le misure di risparmio. Di fatto non c'è stata una svalutazione interna?

SINN: No, nonostante fosse necessaria una riduzione a 2 cifre, il livello dei prezzi spagnoli durante la crisi è diminuito di appena l'1% rispetto ai paesi piu' competitivi. Italia e Portogallo sono diventate addirittura ancora piu' costose durante la crisi, di quanto non fossero prima. La persistenza di prezzi sbagliati è il problema principale dell'Eurozona. Per questa ragione potrebbe arrivare alla sua rottura. Il problema dei debiti al confronto sparisce. I paesi del sud Europa non si sono avvicinati in nessun modo alla soluzione dei loro problemi. Dovrebbero prendere l'Irlanda come un esempio. L'Irlanda, negli ultimi 5 anni ha ridotto i propri prezzi del 16%, in rapporto ai partner europei.

Il paese aveva un disavanzo delle partite correnti di quasi il 4% del PIL, ora ha addirittura un avanzo. Per questo i mercati gli danno nuovamente fiducia. Affinché la Grecia possa raggiungere il successo irlandese, dovrebbe svalutare internamente di almeno il 50%, perché le partite correnti greche erano in negativo per il triplo di quelle irlandesi. In questo modo diventa troppo pesante. In Grecia non riusciranno mai a raggiungere questo obiettivo, hanno dei sindacati ancora molto forti. In Grecia manca una lobby delle esportazioni che potrebbe pretendere ed ottenere una svalutazione per tornare competitivi. Al contrario hanno solamente una lobby delle importazioni, che contrasta una svalutazione reale, perché in questo modo i suoi affari sarebbero rovinati.

FAZ: I paesi del sud Europa non si sono ancora avvicinati alla soluzione dei loro problemi. Che cosa succederebbe se venisse reintrodotta nuovamente la Drachma?

SINN: Assisteremmo ad una corsa gli sportelli. La banche sarebbero insolventi e avrebbero bisogno di sostegno. Per questo sarebbe molto meglio utilizzare i 130 miliardi per sostenere il passaggio alla Drachma.

FAZ. Di quanto tempo avrebbe bisogno il paese per tornare a camminare sulle proprie gambe?

SINN: In Argentina ci sono voluti 2 anni, prima che il paese tornasse a camminare sulle proprie gambe.

FAZ: Anche gli abitanti inizierebbero a scappare o a emigrare, oppure?

SINN: Questo è un grosso problema, ma l'emigrazione dal paese sarebbe molto piu' grande se il paese rimanesse senza trasferimenti nella zona Euro. Ci sono solo 3 possibilità: continuiamo a finanziare le partite correnti in negativo del 10% con crediti, che presto si trasformerebbero in regali. Secondo: la Grecia esce dall'Euro e svaluta. Terzo: la Grecia all'interno dell'Euro diventa molto piu' economica. Ma la terza strada porta i sindacati sulle barricate. Porterebbe a fallimenti di massa nell'economia reale, poiché i debiti delle aziende con le banche rimarrebbero immutati, mentre il valore degli investimenti e degli immobili crollerebbe ancora. Le aziende diverrebbero poi sovraindebitate.

FAZ: Quali vantaggi avrebbe per il paese il ritorno alla Drachma?

SINN: Con l'uscita e la svalutazione i debiti verso le banche sarebbero svalutati automaticamente. In questo modo i bilanci delle aziende sarebbero salvi. Questo è un grosso vantaggio. I debiti esteri rimarrebbero e crescerebbero in rapporto al PIL misurato con la nuova moneta svalutata. Ma sarebbe successo lo stesso con una svalutazione interna. Con l'uscita si può tuttavia usare la Lex Monetae e convertire i debiti esteri in Drachme. Questo è un ulteriore vantaggio.

FAZ: I debiti sono già stati ridotti con il taglio del debito...

SINN: Con l'uscita il problema si risolve in maniera molto piu' elegante. Il debito viene emesso e gestito secondo le leggi greche. La Grecia potrebbe convertire facilmente attraverso delle leggi i debiti in Drachme.

FAZ: Oltre ai debitori privati, lei ritiene che anche i debitori pubblici dovrebbero rinunciare a una parte considerevole dei loro crediti?

SINN: Alla BCE è proibito adottare i debiti degli stati. Ma cosa dovrebbe fare se la Grecia è fallita? In ogni caso la rinuncia sarebbe molto piu' piccola, se la Grecia uscisse dall'unione monetaria, perché solo un'uscita e una svalutazione potrebbero mettere il paese nelle condizioni di ottenere nuovamente degli attivi nelle partite correnti, e in questo modo di ridurre il debito estero. Anche per i creditori sarebbe molto piu' vantaggiosa un'uscita del paese dalla moneta unica. Di fatto il calcolo che viene fatto è diverso: si aspettano che il contribuente tedesco si accolli una grossa parte dei costi necessari a mantenere la Grecia nell'Euro. Questo è un calcolo molto scorretto fatto sulle spalle della popolazione greca.

FAZ: La volontà politica di uscita della Grecia è cresciuta?

SINN: La Grecia uscirebbe immediatamente, se non avesse più nessun accesso alla stampa di denaro della BCE e ai pacchetti di salvataggio dei paesi europei. L'unico motivo per cui i greci rimangono nell'Euro, è la speranza di poter trattenere per sé un po' del denaro che sta affluendo per rimborsare i creditori.

FAZ: Quanto è grande il rischio di contagio per il Portogallo e gli altri paesi?

SINN: Questo è presente. Ma viene strumentalizzato dai creditori di Wall Street, Londra e Parigi. Ci dicono: se non salvate la Grecia, il mondo rischia di crollare. In verità la sola cosa che rischia di crollare è il loro portafoglio titoli, non il mondo. Se sappiamo questo, non dobbiamo avere così tanta paura. Personalmente credo che il mercato dei capitali sappia distinguere molto bene fra i diversi paesi. Così io escludo un contagio per l'Irlanda, perché i mercati vedono, che il paese ha nuovamente una bilancia delle partite correnti attiva.

FAZ: Lei vede dei progressi in Italia e Spagna?

SINN: Onestamente no. Né per quanto riguarda i deficit né per quanto riguarda i prezzi. Per ora si parla solo di intenzioni, fino ad ora solo l'Irlanda ha agito.

FAZ. Il governo federale assicura, la garanzia tedesca per i paesi in crisi sarebbe di 211 miliardi di Euro.

SINN: Manca qualcosa da questa cifra. Primo, si tratta di 253 miliardi, perché con lettere piccole c'è scritto che possono diventare un 20% in piu'. Inoltre, l'acquisto di titoli pubblici, i crediti esorbitanti verso la BCE e il denaro messo a disposizione tramite l'UE e la BCE non sono calcolati. In questo momento garantiamo per circa 643 miliardi. A questi devono essere aggiunti gli interessi per i crediti concessi.

FAZ: Fino ad ora il salvataggio non ci è costato nulla, si sente dire spesso.

SINN: Già ora abbiamo delle perdite. E poi stiamo accettando il rischio che ha ogni prezzo espresso dal mercato. Ci si può assicurare contro il fallimento di un paese. E questo costa una certa quantità di denaro. Ma questa assicurazione la sta offrendo la Germania. Il conto è però sbagliato. Nei prezzi di mercato bisognerebbe calcolare anche il costo dell'assicurazione contro l'insolvenza. Se le cose dovessero andare male, la perdita sarebbe molto grande.

FAZ: Arriviamo dunque alla parola magica Eurobonds, obbligazioni comuni per tutta la zona Euro. Richiesti dal sud Europa per ridurre il costo del loro indebitamento.

SINN: La Germania dovrebbe considerare un aumento del tasso di interesse necessario per l'indebitamento pari al 2,3 %, se i debiti europei dovessero essere messi in comune. Se tutto l'indebitamento pubblico fosse convertito in Eurobond, questo significherebbe per il nostro paese un costo annuo aggiuntivo per interessi pari a 50 miliardi di Euro.

FAZ: Una delle opzioni è quella di continuare a sostenere la Grecia come un mezzogiorno. Molti sostengono che la Germania ha tratto un grande vantaggio dall'Euro, lei è daccordo?

SINN: La Germania cresce da 2 anni piu' velocemente della media. Questo è chiaro. Traiamo vantaggio dal fatto che i risparmi tedeschi restano in Germania e cercano un investimento sicuro nel nostro paese. Questo genera un boom degli investimenti. In questo momento questo è il principale motore di crescita, non il commercio estero. Fino alla crisi finanziaria del 2008 avevamo la nostra Euro-crisi. Questo non lo dobbiamo dimenticare. Avevamo la quota di investimenti piu' bassa di tutta la OCSE, avevamo una crescita molto bassa, due terzi dei capitali risparmiati ogni anno fuggivano all'esterno. C'era un'alta disoccupazione che ha costretto Schröder a fare delle dolorose riforme per il mercato del lavoro. Le riforme hanno avviato una fase di riduzione dei salari e posto la società di fronte ad una prova molto difficile. Non è stata certo una passeggiata.

FAZ: Allora in questo momento siamo i vincitori della crisi.

SINN: Sì, ma questa è sostanzialmente un'autocorrezione del mercato dei capitali. I mercati per alcuni anni sono stati cechi verso i rischi della periferia. Attraverso i piani di salvataggio offriamo una garanzia ai capitali tedeschi nel sud Europa, dove il capitale non vuole andare, e spostiamo la capacità di crescita della Germania verso il Sud Europa. Questa è una politica contraria agli interessi della Germania.

FAZ: Tutto questo non viene pubblicamente notato, sostenuto dai trasferimenti all'interno del sistema Target della Bundesbank. Lei ha portato alla luce i rischi connessi ai pagamenti nel cosiddetto sistema Target fra le banche centrali della zona Euro. La Bundesbank dall'inizio della crisi Euro ha accumulato 500 miliardi di Euro di crediti verso le banche centrali dei paesi Euro traballanti. Come potrebbe spiegare il problema del sistema Target ai profani?

SINN: Abbiamo degli avanzi commerciali con i paesi del Sud Europa, e questi sono pagati con denaro stampato o creato dal nulla. Negli ultimi quattro anni i nostri clienti del sud Europa hanno pagato le importazioni con del denaro semplicemente creato dal nulla. Nel sud Europa questa creazione di denaro sta correndo molto veloce e ha sostituito completamente i prestiti delle banche tedesche. Le quali hanno depositato il loro denaro presso la Bundesbank, e la nostra banca centrale ha ora un credito all'interno del sistema Target nei confronti della BCE. I crediti nei confronti del sistema Target vengono remunerati al 1% di interesse, e questo è meno del tasso di inflazione.

FAZ: Dove sono i rischi?

SINN: Non potremo mai incassare i nostri crediti. Quando saremo vecchi e vorremo avere il rimborso delle nostre polizze assicurative, la Bundesbank non potrà ripagare indietro il denaro, perché essa stessa non potrà riscuotere i propri crediti. Se l'Euro dovesse dissolversi, avremmo dei crediti verso un sistema che non esiste piu'. I crediti all'interno del sistema Target hanno reso la Germania ricattabile, perché chiunque sa, che potremmo perdere 500 miliardi se l'Euro dovesse dissolversi. Quindi dobbiamo salvarlo a tutti i costi. L'importo potrebbe crescere ancora notevolmente, perché la BCE vuole estendere la somma disponibile per il rifinanziamento attraverso questo sistema oltre i 500 miliardi. Questi prestiti vengono utilizzati quasi esclusivamente per la creazione di denaro dal nulla, (stampa di denaro) nei paesi del sud Europa. Già oggi la metà delle attività nette sull'estero tedesche si compone di crediti della Bundesbank verso il sistema della BCE. Se gli sviluppi seguissero la volontà della BCE, anche l'altra metà potrebbe essere impiegata ben presto in queesto modo.

FAZ: Il membro della Bundesbank Thiele sostiene che questi crediti siano garantiti, è vero?

SINN: Ma in che modo? In Grecia sono garantiti per due terzi con obbligazioni statali o con obbligazioni private garantite dallo stato greco. Se la Grecia dovesse fallire, questi titoli non avrebbero piu' alcun valore. Secondo le mie informazioni, la BCE ha accettato queste obbligazioni come garanzia ad un valore che è un multiplo del valore di mercato attuale di questi titoli.

FAZ: Non è questa una perdita nei libri della Bundesbank, di cui il cittadino non è a conoscenza?

SINN: Certo. Se l'Euro sopravvive ma la Grecia fallisce, ci sono delle perdite in conto capitale che dovremmo condividere fraternamente fra i paesi restanti. Se l'Eurosistema si disintegra i 500 miliardi sono completamente a rischio. Questo significa piu' di 3 volte il capitale proprio della Bundesbank. Che a quel punto sarebbe insolvente.

FAZ: Ma le banche centrali non possono fallire.

SINN: Dietro i crediti della Bundesbank verso la BCE ci sono i nostri risparmi. Che nessuno ci restituirà indietro. E quando la Bundesbank dovrà soddisfare le richieste delle banche e delle assicurazioni con del denaro appena stampato, cosa che può certamente fare, allora si creerà inflazione. I risparmi non torneranno realmente indietro. Se l'Euro si disintegra, nessuno potrà vivere in vecchiaia dei crediti verso il sistema Target, qualsiasi trucco possa essere inventato dai nostri contabili.

FAZ: Come se ne esce?

SINN: Dobbiamo almeno impedire la crescita dei saldi. Non è possibile che i paesi del sud Europa sostituiscano i normali crediti bancari con prestiti a buon mercato della banca centrale, che loro stessi all'interno del consiglio direttivo della BCE si sono autorizzati. Le banche private sarebbero pronte a dare credito ai paesi del sud Europa con un premio di rischio del 4 o 5 %, ma dalla stampante di denaro della BCE possono ottenere denaro al tasso del 1%. In questo modo la BCE non ci deruba solamente dei nostri risparmi, ma rovina il mercato interbancario del credito.

FAZ: E la BCE imposta i tassi fuori dal mercato...

SINN: E' così. L'autocorrettura dei mercati è minacciata dalle azioni di salvataggio che non prevedono nessun tasso aggiuntivo. La BCE sovvenziona il flusso di capitali verso la periferia. Nel sud gli investimenti vengono finanziati ad un tasso di interesse piu' basso, di quanto non si potrebbe ottenere nel nord.

FAZ: Come si potrebbe evitare la crescita del Target saldo nei confronti della BCE?

SINN: Come in America. Ogni anno la media dei debiti creati all'interno del sistema Target viene pareggiato attraverso la consegna di titoli di debito sicuri, ad esempio attraverso obbligazioni ipotecarie con una sicurezza molto elevata.

FAZ: Cosa resta nella BCE dell'ideale di stabilità originario della Bundesbank?

SINN: La BCE doveva essere costruita secondo l'ideale di stabilità della Bundesbank. Questo purtroppo non è accaduto. Altrimenti la Bundesbank non si sarebbe trovata in ogni decisione all'angolo e in minoranza, come ad esempio sull'acquisto di titoli del debito pubblico, o sulla qualità delle obbligazioni accettate per il rifinanziamento. Il consiglio della BCE è al 70 % nelle mani del Club Med e dei francesi. Gli altri possono dire molto poco.

FAZ: La BCE concede credito economico a tre anni, in modo che le banche possano comprare titoli del debito pubblico. Si tratta di finanziamento del debito pubblico?

SINN: Sì. La strada non è vietata, ma aggira il divieto del finanziamento diretto degli stati.

FAZ: Merkel pone ai paesi in deficit un limite all'indebitamento attraverso il nuovo patto fiscale, questo sarà di aiuto?

SINN: Ci sono due modelli per l'Europa: libero ricorso alla stampa di denaro, quindi crediti tramite il sistema Target, Eurobonds e limitazioni all'indebitamento poste dalla politica. L'Europa ha già in parte accettato questo modello. Un altro è quello americano: gli stati possono fallire e non ricevono aiuti. Per questa ragione gli interessi pagati dagli stati sul debito sono diversi. I saldi del sistema Target devono essere estinti annualmente. Il modello si basa sul controllo del mercato. Per questo i limiti politici, che peraltro esistono, non vengono mai utilizzati.

FAZ: Ma il Fiskalpakt impone più pressione?

SINN: Il tentativo di ancorare il livello di debito pubblico al trattato UE, è già fallito. Poiché il Regno Unito non ha collaborato, abbiamo un accordo fra diversi stati. Che non potrà andare contro il vecchio diritto UE. Una procedura di infrazione deve essere sempre aperta dal Consiglio europeo a maggioranza qualificata. Se questo accade, la multa deve essere dello 0,1 % del PIL. Questo è un affare unico. I paesi in crisi che attraverso gli Eurobond sperano in un risparmio per interessi di diversi punti di PIL, scrolleranno le spalle, pagheranno la multa e continueranno ad indebitarsi. I limiti politici all'indebitamento servono solo a calmare i tedeschi, in modo da far loro accettare la costruzione degli Eurobond. Abbiamo già avuto lo stesso gioco, quando ci hanno calmato con il pacchetto di stabilità e crescita. Che non è stato preso seriamente da nessuno dei paesi sovraindebitati.

FAZ: Come potrà funzionare tutto questo?

SINN: Il treno in direzione “Transferunion” è già partito. I fondi per il salvataggio a breve saranno già esauriti. Allora si inizierà a fare pressione sulla Germania per aumentare la somma, per poter difendere e rimborsare i vecchi crediti. Si continuerà a gettare sempre nuovo denaro per coprire i vecchi crediti, per potersi salvare fino alle prossime elezioni. L'effetto finale sarà la condivisione di 3,5 trilioni di debito dei paesi del sud Europa. La Germania perderà una parte cospicua delle sue attività estere – o attraverso i fallimenti degli stati, o per causa dell'inflazione, o piu' probabilmente, attraverso l'innalzamento delle tasse necessarie al finanziamento dell'unione di trasferimento.

FAZ: Qual'è la sua opinione riguardo le tattiche negoziali della cancelliera?

SINN: La Signora Merkel è sotto pressione da Wall Street, Obama, la City di Londra, Sarkozy, Barroso, e da tutti i capi di stato del sud Europa. Fanno pressione anche gli investitori della Bad Bank in Lussemburgo, fondata lo scorso anno, affinché acquistasse i titoli di stato tossici. Per questa ragione ha sviluppato la strategia di cavarsela sempre. Apre la sua borsetta, quando la pressione diventa troppo alta, ma non dà tutto quello che ha, perché sa che poi i suoi amici non sarebbero piu' interessati a lei. Prova a fare del suo meglio. Ma nonostante ciò, siamo in trappola.

lunedì 20 febbraio 2012

Salvare la Grecia all'interno dell'Euro è un'illusione.


Der Spiegel intervista Hans Werner Sinn, presidente del prestigioso Istituto IFO di Monaco che racconta: il popolo greco è stato preso in ostaggio dalle banche creditrici.



I ministri delle finanze europei sono pronti ad autorizzare il piano di salvataggio per la Grecia. Il presidente del prestigioso Istituto IFO avverte: il denaro non aiuta il paese, ma solo le banche internazionali. Con questo denaro sarebbe piu' sensato finanziare l'uscita della Grecia dall'Euro.

SPIEGEL ONLINE: I ministri delle finanze europei questo lunedì decideranno sul prossimo pacchetto di aiuti per la Grecia. Si tratta di ulteriori 130 miliardi. Questo potrà salvare la Grecia?

SINN: No, e questo lo sanno anche i politici. Dal loro punto di vista si tratta di guadagnare tempo fino alle prossime elezioni. Dal mio punto di vista stanno solo perdendo tempo.

SO: Perchè?

SINN: Perché il debito estero della Grecia continuerà a crescere anno dopo anno fino all'uscita dall'unione monetaria. Ci allontaniamo sempre di piu' dalla soluzione del problema. Il problema di fondo è che la Grecia non è competitiva. I crediti facili arrivati con l'unione monetaria hanno fatto crescere artificialmente i prezzi e i salari - e da questi alti livelli raggiunti il paese deve scendere. 

SO: Sarebbe quindi meglio se i partner europei non concedessero ulteriori finanziamenti?

SINN: Dovrebbero concedere i finanziamenti alla Grecia, ma per rendere l'uscita dalla moneta unica piu' facile. Lo stato greco con questo denaro potrebbe nazionalizzare le banche elleniche e difendere lo stato dal collasso. Con le turbolenze finanziarie generate da un'uscita, lo Stato e le banche devono continuare a funzionare. 

SO: Queste turbolenze colpirebbero duramente anche la popolazione greca.

SINN: Sì su questo non dobbiamo ingannarci. Ma le turbolenze sarebbero solo temporanee, durerebbero fra uno e 2 anni. Questo periodo lo si potrebbe superare con il denaro della comunità internazionale. La nuova Dracma si svaluterebbe e la situazione ben presto si stabilizzerebbe. Dopo un breve e intenso temporale, il sole tornerebbe a splendere. 

SO: L'uscita dall'Euro che cosa comporterebbe concretamente per il paese?

SINN: Il paese sarebbe di nuovo competitivo. I prodotti greci tornerebbero ad essere molto economici, la domanda di prodotti importati crollerebbe, mentre sarebbe favorito il consumo dei propri prodotti. I greci smetterebbero di  importare l'olio di oliva e le patate da Italia e Olanda, ma tornerebbero a comprarli dai loro contadini. Anche i turisti, per i quali il paese era diventato troppo caro, tornerebbero a visitare il paese. I capitali riprenderebbero la via del paese. I greci ricchi, che hanno depositato in Svizzera centinaia di miliardi di euro, di fronte al prezzo molto basso degli immobili e degli stipendi, investirebbero di nuovo nel loro paese. 

SO: Un'uscita dall'Euro significherebbe anche una bancarotta del paese?

SINN: No il contrario. Il fallimento imminente costringe il paese all'uscita. I greci uscirebbero immediatamente se smettessero di ricevere i finanziamenti dai partner europei. Lo stato sarebbe insolvente, anche il sistema bancario. L'intero sistema dei pagamenti sarebbe distrutto. Il kaos può essere ragionevolmente evitato se la Grecia esce dalla moneta unica e svaluta immediatamente la nuova moneta.

SO: Questo significa che dovremmo constringere la Grecia all'uscita?

SINN: Nessuno deve obbligare nessuno. Ma la Grecia non ha il diritto ad un'alimentazione duratura attraverso gli altri stati europei, e i creditori della Grecia non hanno un diritto al rimborso dei debiti con i fondi messi a disposizione dagli stati europei. Ognuno deve guadagnarsi il proprio standard di vita, e chi vuol guadagnare dal rischio, deve anche accettare le conseguenze dei rischi.

SO: Anche con un'uscita dall'Euro, la Grecia avrebbe bisogno di misure di risparmio?

SINN: Quello che viene definito risparmio, in realtà è solo una diminuzione della crescita dell'indebitamento. Gli economisti parlano di risparmio, quando i debiti vengono abbattuti. E di questo non si può certo parlare in Grecia. É però vero che la Grecia si è abituata ad un flusso di credito dall'estero a buon mercato. Per questo è diventato politicamente inaccettabile deflazionare i prezzi attraverso un taglio dei salari, in modo da rendere il paese nuovamente competitivo. 

SO: Di quanto bisognerebbe tagliare?

SINN: Le merci greche dovrebbero diventare piu' economiche del 30% per poter raggiungere i livelli della Turchia. E questo è possibile solamente con l'uscita dalla moneta unica e la svalutazione. Senza svalutazione si dovrebbero rinegoziare milioni di listini prezzi e contratti di lavoro. Questo porterebbe alla radicalizzazione dei sindacati e il paese sull'orlo di una guerra civile. Molte aziende andrebbero verso il fallimento perché i loro guadagni e il loro fatturato crollerebbero mentre i loro debiti bancari resterebbero invariati. I debiti bancari possono essere abbattuti solo attraverso una svalutazione. L'idea di poter salvare la Grecia all'interno dell'Euro è un'illusione. 

SO: E allora perché i paesi dell'Eurozona insistono in questo modo?

SINN: Non si tratta di salvare il paese. I greci sono stati presi in ostaggio dalle banche e dagli istituti finanziari di Wall Street, Londra e Parigi, in modo che il denaro possa fluire attraverso i pacchetti di salvataggio – non verso la Grecia, piuttosto verso le loro stesse tasche.

SO : Che cosa sarebbe invece del rischio contagio che un fallimento di Atene si porterebbe con sé? 

SINN: Potrebbe esserci un effetto contagio. Ma è un argomento che considero strumentalizzato dalle persone che hanno paura di perdere il loro patrimonio. Si continua a ripetere: “il mondo potrebbe cadere se voi tedeschi non pagate”. In verità gli effetti negativi sarebbero solo sul patrimonio di questi investitori.