domenica 20 ottobre 2024

Crisi degli Affitti a Monaco di Baviera: Prezzi alle Stelle e Crisi Abitativa senza Fine

Il mercato degli affitti a Monaco raggiunge nuove vette, con un prezzo medio che nel 2024 ha toccato i 21,20 euro al metro quadrato. Vale a dire un aumento dell’8,7% rispetto all’anno scorso, rendendo di fatto la ricerca di una casa in affitto un vero e proprio ostacolo insormontabile per molti. Anche i lavoratori con stipendi medi o superiori si trovano a fare i conti con un mercato immobiliare sempre più inaccessibile, che trasforma la vita quotidiana in una sfida impossibile. Ne scrive BR24 con un articolo e una storia molto interessanti

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Gli affitti a Monaco nel 2024 continuano a crescere, rendendo sempre più difficile per residenti e studenti trovare alloggi accessibili. L’aumento dei tassi d’interesse e la carenza di nuove costruzioni hanno fatto esplodere la domanda di case in affitto, soprattutto nella capitale bavarese. In questo post esploriamo la situazione attuale del mercato immobiliare e cosa ci si può aspettare nel prossimo futuro.

Affitti a Monaco nel 2024: Crescita Vertiginosa

Se cercate un appartamento in affitto a Monaco nel 2024, preparatevi a cifre da capogiro. L’affitto medio a Monaco è salito a 21,20 euro al metro quadrato, segnando un incremento dell’8,7% rispetto all’anno precedente. Questi dati, forniti dall’Associazione Immobiliare Tedesca, mettono in luce una delle realtà più costose in Germania.

Monaco è da tempo conosciuta per il suo alto costo della vita, ma gli affitti nel 2024 stanno raggiungendo livelli senza precedenti, creando gravi difficoltà non solo per chi cerca casa, ma anche per chi già vive nella città. Le famiglie, i lavoratori e soprattutto gli studenti sono particolarmente colpiti.

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Perché gli Affitti a Monaco nel 2024 Sono Così Alti?

La principale causa dell’aumento degli affitti a Monaco nel 2024 è l’aumento dei tassi d’interesse. Con i tassi più alti, molte persone che avrebbero voluto acquistare una casa non possono più permetterselo e quindi devono optare per una soluzione in affitto. Questo ha portato a un’esplosione della domanda di appartamenti in affitto, mentre l’offerta è rimasta limitata.

Un altro fattore cruciale è la scarsità di nuove costruzioni. Le nuove abitazioni costruite e le autorizzazioni per edificare sono diminuite, e questo contribuisce a mantenere alta la pressione sul mercato degli affitti.

Secondo Stephan Kippes, ricercatore del mercato immobiliare, le misure governative per stimolare la costruzione di nuove abitazioni non hanno ancora avuto l’effetto desiderato. Questo significa che, almeno per il momento, la situazione degli affitti a Monaco nel 2024 rimane critica, con prezzi in costante crescita.

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Gli Studenti a Monaco: In Cerca di Alloggi a Prezzi Accessibili

Uno dei gruppi più colpiti dalla crisi degli affitti a Monaco nel 2024 sono gli studenti. Con l’inizio del nuovo anno accademico, trovare un alloggio accessibile è diventato quasi impossibile. Il prezzo medio per una stanza in un appartamento condiviso a Monaco si aggira intorno ai 800 euro al mese, rendendo la città la più costosa di tutta la Germania per i giovani universitari.

Il Consiglio Studentesco della Baviera (BayStuRa) ha denunciato questa situazione, chiedendo un maggiore intervento da parte del governo per fornire supporto agli studenti. Molti sono costretti a pendolare da distanze sempre maggiori, mentre altri non possono permettersi di lasciare la casa dei genitori.

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Quale Futuro per il Mercato degli Affitti a Monaco nel 2024?

Con una domanda in forte aumento e una scarsità di nuove costruzioni, è probabile che gli affitti a Monaco nel 2024 continueranno a crescere, aggravando ulteriormente la crisi abitativa. Le misure di sostegno del governo finora non sono riuscite a invertire la tendenza e, per ora, trovare una casa in affitto a Monaco resta una sfida.

Per affrontare questa crisi, sarà necessario un intervento più deciso a livello politico e un maggiore impegno nella costruzione di nuove abitazioni. Gli affitti a Monaco nel 2024 rappresentano una questione che non può più essere ignorata, soprattutto considerando l’impatto che ha su residenti e studenti.

Se sei alla ricerca di una casa o di un appartamento in affitto a Monaco, preparati a fare i conti con prezzi molto elevati. Tuttavia, monitorare costantemente il mercato e cercare opzioni nelle aree limitrofe potrebbe offrirti qualche vantaggio.

Conclusione: Gli Affitti a Monaco nel 2024 Sono una Sfida per Tutti

Il mercato degli affitti a Monaco nel 2024 è uno dei più difficili d’Europa. La combinazione di domanda in crescita, scarsità di offerta e l’aumento dei tassi d’interesse ha creato una tempesta perfetta per chi cerca casa. Se sei uno studente o un lavoratore in cerca di una soluzione abitativa, la chiave sarà pazienza e flessibilità, considerando anche opzioni al di fuori del centro città.

Mentre la situazione attuale è complessa, è importante rimanere informati e pronti a cogliere eventuali opportunità, sperando in un miglioramento del mercato immobiliare nei prossimi anni.


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Crisi Abitativa a Monaco di Baviera: Le Storie di Ariane e Anne

La crisi abitativa a Monaco di Baviera è un tema di crescente preoccupazione, e le storie di Ariane Piepke e Anne Schramm offrono uno spaccato drammatico della situazione. Entrambe, pur avendo background diversi, si trovano intrappolate in un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi esorbitanti e una grave carenza di alloggi. Questa situazione non solo evidenzia le sfide individuali delle due donne, ma riflette anche problemi sistemici più ampi che affliggono la città.

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Ariane Piepke: Un Percorso di Frustrazione

Ariane Piepke vive nel quartiere Glockenbachviertel da 15 anni e lavora come consulente aziendale e coach. Nonostante il suo reddito le consenta di affrontare un affitto di circa 1500 euro mensili, la sua vita subisce una brusca interruzione a causa di una Eigenbedarfskündigung (disdetta per necessità personale del proprietario). Questo significa che deve lasciare l’appartamento in cui ha investito tanto, un luogo significativo per lei, soprattutto dopo una separazione personale.

La sua ricerca di un nuovo alloggio si protrae da un anno e mezzo, durante il quale ha utilizzato diverse piattaforme online e newsletter per cercare un’abitazione. Nonostante i numerosi tentativi e le visite a potenziali appartamenti, la competizione è spietata e le opportunità scarse. Un esempio emblematico è un appartamento a Pullach, vicino alla città, che non ha soddisfatto le sue aspettative.

Un ulteriore ostacolo per Ariane è rappresentato dal suo cane, Lotti. Molti proprietari rifiutano inquilini con animali domestici, complicando la sua ricerca. Ariane ha persino provato a lanciare un annuncio in cui Lotti “cerca casa per sé e per la padrona”, ma senza alcun successo. La frustrazione di Ariane cresce di fronte a un mercato immobiliare inflazionato, con affitti che raggiungono anche i 40 euro al metro quadrato.

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Anne Schramm: Una Lotta per la Dignità

La situazione di Anne Schramm è ancor più critica. Dopo aver perso la sua casa a causa di uno sfratto per necessità personale, Anne è costretta a vivere in un rifugio per senza tetto ai margini di Monaco. La sua vita è segnata da eventi tragici, tra cui la morte del marito e del suo nuovo compagno, che hanno avuto un impatto devastante sulla sua salute mentale.

Nel rifugio, Anne condivide uno spazio ridotto con un’altra persona e cerca disperatamente una soluzione abitativa migliore. Tuttavia, le sue numerose candidature per appartamenti si sono rivelate infruttuose. Anche quando sembrava vicina a trovare un’abitazione, gli accordi sono saltati all’ultimo momento. Anne desidera un luogo privato dove poter chiudere la porta e rilassarsi, un desiderio comprensibile in una situazione di vita precaria.

Finalmente, Anne riesce a trasferirsi in un gruppo di convivenza terapeutica, una soluzione che le offre un po’ più di privacy e tranquillità. Tuttavia, il suo percorso evidenzia le difficoltà sistemiche che colpiscono non solo le persone in condizioni di vulnerabilità ma anche chi, come Ariane, si trova in situazioni economiche relativamente stabili.

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Problemi Sistemici: Una Crisi Strutturale

La crisi abitativa a Monaco di Baviera è il risultato di fattori sistemici che vanno oltre le esperienze individuali di Ariane e Anne. Negli ultimi anni, la città ha venduto migliaia di alloggi sociali e il sostegno pubblico per il settore abitativo è notevolmente diminuito, con una riduzione del 50% degli investimenti. Nonostante la crescita della popolazione, la costruzione di nuove abitazioni sociali è insufficiente a soddisfare la domanda.

Il costo per la città di Monaco per mantenere rifugi per senza tetto, come quello in cui vive Anne, è spesso superiore a quello che sarebbe necessario per garantire una sistemazione adeguata. Questa inefficienza evidenzia come le risorse pubbliche siano gestite in modo inadeguato, aggravando ulteriormente la crisi.

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Disparità Socioeconomiche e Impatti Emotivi

Le storie di Ariane e Anne mettono in luce le disparità socioeconomiche all’interno di Monaco. Ariane, con un reddito decente, e Anne, in condizioni di estrema precarietà, si trovano entrambe a dover affrontare un mercato immobiliare che ignora le loro necessità. Questo dimostra come la crisi abitativa colpisca una vasta fascia della popolazione, non solo le classi meno abbienti.

Inoltre, il racconto rivela l’impatto psicologico della ricerca di una casa. Ariane prova un forte senso di perdita all’idea di lasciare il suo quartiere e il suo stile di vita, mentre Anne vive la devastazione emotiva della perdita dei suoi cari e della sua casa. La ricerca di uno spazio sicuro e privato non è solo un bisogno materiale, ma una necessità psicologica profonda.

Inflazione dei Prezzi Immobiliari e Inefficienza delle Istituzioni

Il mercato immobiliare di Monaco è caratterizzato da affitti che possono raggiungere livelli inaccessibili, come 40 euro al metro quadrato, rendendo quasi impossibile per molti trovare un’abitazione dignitosa. Gli esperti prevedono un ulteriore peggioramento della situazione, con un calo significativo nel settore delle costruzioni residenziali.

La lentezza e l’inefficienza delle istituzioni nella gestione della crisi abitativa contribuiscono al problema. Le autorità locali sembrano mancare di una volontà politica di affrontare la questione in modo strutturato, e le sanzioni per i proprietari che impongono affitti esorbitanti non vengono applicate.

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Solidarietà e Futuro Incerto

Nonostante le difficoltà, emergono segni di solidarietà tra le persone. Ariane trova temporaneamente ospitalità presso vecchi amici, e Anne riceve supporto nella sua nuova comunità terapeutica. Questo suggerisce che, in assenza di soluzioni istituzionali, le reti di supporto informali possono svolgere un ruolo cruciale per chi affronta la crisi abitativa.

Le storie di Ariane e Anne sono emblematiche di un problema strutturale che colpisce sempre più persone a Monaco di Baviera. La crisi abitativa non è solo una questione di mancanza di alloggi, ma un riflesso di disuguaglianza crescente, inefficienza delle istituzioni e mancanza di regolamentazioni efficaci. Le esperienze delle due donne ci ricordano che dietro le statistiche si nascondono vite umane, sogni e speranze, e che la ricerca di una casa non è solo una questione economica, ma un bisogno fondamentale per la dignità e la stabilità emotiva di ogni individuo.

Pandemia e Vaccini: matematico ci svela i numeri reali sull'eccesso di mortalità in Germania

“Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso“ dice l’attuario austriaco Matthias Reitzner intervistato da inforsperber.ch. Matthias Reitzner è professore di statistica all’Università di Osnabruck e ha analizzato in maniera dettagliata i dati sull’eccesso di mortalità in Germania e Austria.

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Signor Reitzner, lei è professore di matematica. Come è arrivato a calcolare la sovramortalità durante la pandemia di COVID-19?

Da circa 200 anni, gli attuari utilizzano un modello standard per calcolare la sovramortalità. Questo modello tiene conto, tra l’altro, della struttura demografica della popolazione, dell’aumento dell’aspettativa di vita e del trend pluriennale dei decessi. Anche l’Ufficio federale di statistica tedesco ha sempre utilizzato questo metodo. Nel 2020, durante la pandemia, questa autorità ha improvvisamente cambiato metodo di calcolo, passando a una nuova e strana metodologia. Questo nuovo metodo ignorava completamente il fatto che in Germania ogni anno muoiono circa 15.000 persone in più rispetto all’anno precedente. Questo mi ha insospettito.

Per calcolare la sovra- o sottomortalità, si confronta il numero di decessi attesi normalmente con il numero reale dei decessi. Come cambia il risultato se non si tiene conto di questo consueto aumento annuo dei decessi?

Di conseguenza, il numero di decessi attesi diminuisce di circa 30.000-40.000. La differenza tra i decessi attesi e quelli osservati aumenta. Di conseguenza, la sovramortalità calcolata risulta significativamente più alta.

L’Ufficio federale ha quindi calcolato, con questo nuovo metodo, una sovramortalità molto più alta rispetto a quella che si sarebbe ottenuta con il metodo di calcolo tradizionale?

Sì.

Con quale giustificazione è stato adottato questo nuovo e, secondo lei, “strano” metodo di calcolo?

Improvvisamente è stato detto che il metodo precedente era troppo complicato. Tuttavia, un’interrogazione parlamentare ha poi rivelato che l’Ufficio federale di statistica non aveva affatto abbandonato il metodo tradizionale, ma continuava a utilizzarlo in background. Tuttavia, i risultati di questi calcoli non sono stati comunicati durante le conferenze stampa ufficiali durante la pandemia. Ora l’Ufficio federale di statistica è tornato a utilizzare il metodo precedente.

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Conosce altri esempi di calcoli sulla sovramortalità che, secondo lei, sono errati?

Le stime dell’OMS sono completamente assurde. È un’assurdità matematica, una barzelletta tra gli attuari. Anche uno studio pubblicato recentemente su “The Lancet Respiratory Medicine”, che ha fatto il giro dei media, è una follia matematica. In questo studio è stato calcolato quante vite sono state salvate direttamente dai vaccini contro il COVID-19.

I media hanno dato ampio risalto a questo studio. Secondo esso, le vaccinazioni contro il COVID-19 avrebbero salvato circa 1,6 milioni di vite solo in Europa fino a marzo 2023. Perché considera questo studio “assurdo”?

Se si prendono sul serio i calcoli di questi autori, in Europa dovrebbero vivere almeno 4,5 miliardi di persone. Questo è completamente inverosimile, poiché ci sono circa 740 milioni di persone. Inoltre, gli autori fanno ipotesi irrealistiche, come il fatto che l’effetto protettivo del vaccino contro il COVID duri molto più a lungo di quanto non sia in realtà. Inoltre, hanno stimato una mortalità per COVID-19 circa 100 volte superiore a quella reale. E la formula su cui si basano è assurda: anche se ipoteticamente tutte le persone vaccinate in Europa fossero state avvelenate con arsenico subito dopo la vaccinazione e fossero morte, secondo i calcoli di questo studio, i vaccini contro il COVID avrebbero comunque salvato vite.

Com’è stata la sovramortalità in Austria e Germania nel corso dei tre anni di pandemia, rispetto agli anni precedenti?

Per quanto riguarda la mortalità, il 2020 è stato un anno del tutto normale per la Germania, normale quanto può esserlo. In Germania, ci sono variazioni annuali nei decessi di più o meno 25.000, questa è la normale fascia di fluttuazione. Nel 2020 ci sono stati circa 4.000 decessi in più di quanto previsto. Quindi era del tutto nella norma.

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Ma questo riguarda l’anno solare. Per evitare che le ondate di infezioni invernali si distribuiscano su due anni solari, lei non ha calcolato in anni solari, ma in “anni pandemici”. Un “anno pandemico” andava da aprile fino a marzo dell’anno successivo. Come si presenta la situazione se si considera l’anno pandemico da aprile 2020 a marzo 2021?

In questo caso, calcoliamo una sovramortalità di circa 22.000 decessi. È paragonabile a un anno di influenza molto grave.

E nell’anno pandemico successivo, da aprile 2021 a marzo 2022, l’eccesso di mortalità è aumentato in modo significativo.

Sì, abbiamo registrato circa 60.000 decessi in eccesso. Questo aumento può essere paragonato a un anno con una mortalità particolarmente alta a causa di un’epidemia di influenza.

Nel 2022, la mortalità è aumentata ulteriormente. Come spiega questo fenomeno?

Nel 2022 abbiamo avuto circa 70.000 decessi in eccesso. L’aspetto allarmante è che, nonostante il picco di mortalità nel 2022, in Germania la mortalità nel 2023 rimane molto alta. Non possiamo parlare di un’influenza in questo caso. Se confrontiamo i decessi del 2023 con quelli degli anni precedenti, ci troviamo davanti a un tasso di mortalità del 25% più alto rispetto ai valori normali. Questo è estremamente allarmante.

Nel suo studio ha dimostrato che la mortalità in eccesso si manifesta in modo diverso nei diversi Stati federali. Cosa ha scoperto?

Ho notato un chiaro legame tra la copertura vaccinale e la mortalità in eccesso. Negli Stati federali tedeschi dove sono state somministrate più vaccinazioni contro il Covid, il numero di decessi è aumentato molto di più. Gli Stati federali con un’alta copertura vaccinale hanno registrato nel terzo anno di pandemia la maggiore mortalità in eccesso. Questo significa che il numero di decessi è molto più alto rispetto agli anni precedenti.

venerdì 18 ottobre 2024

Commerzbank-Unicredit: la vendita a sorpresa, piu' telefonata di sempre

Nelle ultime settimane, la vendita di un pacchetto di azioni Commerzbank a Unicredit da parte del governo federale ha scatenato forti discussioni. La grande banca italiana si è ritrovata con il 9% di partecipazione in Commerzbank praticamente da un giorno all’altro, e tutti si sono chiesti: ma come è potuto succedere così in fretta e senza che il governo se ne accorgesse per tempo? In realtà si è trattato di una vendita decisamente “telefonata”, ne scrive WiWo.de

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Prima della vendita ufficiale, diversi esponenti del governo tedesco avevano avuto ripetuti contatti con Unicredit. È quanto emerge da una lettera del Ministero delle Finanze al deputato della CDU, Matthias Hauer, che Reuters ha potuto visionare. Sorprendentemente, né il cancelliere Olaf Scholz né il ministro delle Finanze Christian Lindner hanno mai parlato direttamente con i rappresentanti della banca italiana.

Tuttavia, una delle conversazioni più rilevanti si è tenuta il 10 settembre 2024, quando il segretario di Stato delle Finanze Florian Toncar ha avuto una breve telefonata con la responsabile di Unicredit in Germania, Marion Höllinger. Durante questa chiamata, Höllinger ha informato Toncar che Unicredit possedeva già una partecipazione in Commerzbank.

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La Vendita Lampo del Pacchetto Azionario

Poche ore dopo, il governo tedesco ha venduto il 4,5% delle azioni di Commerzbank a Unicredit, che aveva presentato l’offerta più alta in un’asta pubblica. In breve tempo, la banca italiana ha raggiunto una quota del 9% nella banca tedesca. Questo sviluppo ha destato sospetti, con molti che si chiedono se il governo tedesco fosse preparato all’intera operazione.

“Telefonata molto breve”, ha dichiarato il Ministero delle Finanze in merito al colloquio tra Toncar e Höllinger, cercando di minimizzare la portata di quella conversazione. Ma ciò non ha fermato le polemiche.

Scetticismo a Berlino: Un’Acquisizione Ostile?

L’acquisizione di queste azioni da parte di Unicredit viene vista come un tentativo di consolidare il frammentato settore bancario europeo. Tuttavia, a Berlino, il comportamento di Unicredit ha generato scetticismo. Molti esponenti del governo tedesco si sono trovati sorpresi dalla rapidità con cui Unicredit ha accumulato il suo pacchetto azionario, e questo ha sollevato preoccupazioni su una possibile acquisizione ostile.

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Secondo il politico della CDU Matthias Hauer, ci sarebbe stato un “intenso scambio” tra il governo e Unicredit, nonostante la mancanza di trasparenza nel processo. Hauer ha duramente criticato la gestione della vicenda:

“Il governo ha permesso incautamente che Commerzbank fosse esposta a una possibile acquisizione ostile, sollevando numerosi interrogativi e gettando una cattiva luce sull’operato governativo”.

La Strategia di Commerzbank: Fuori Controllo?

Commerzbank, che negli ultimi anni sembrava seguire una solida strategia di rilancio, è stata travolta da questo processo di vendita. Secondo Hauer, “la banca stava seguendo una buona strategia, fino a quando il governo non ha avviato un processo di vendita che gli è completamente sfuggito di mano”.

Uno dei principali interrogativi è perché solo Unicredit sia riuscita a ottenere una partecipazione strategica, nonostante l’obiettivo della vendita fosse quello di diversificare maggiormente gli investitori.

Chi C’è Dietro: Altri Contatti con Unicredit

Il caso ha preso una piega ancora più interessante quando è emerso che anche Jörg Kukies, ex banchiere d’investimento e ora segretario di Stato alla Cancelleria, aveva avuto incontri con importanti rappresentanti di Unicredit, tra cui il presidente del consiglio di amministrazione Pier Carlo Padoan e il CEO Andrea Orcel. Nonostante ciò, il Ministero delle Finanze ha dichiarato che non c’è stato “alcun incontro bilaterale” tra Kukies e Orcel, tentando così di ridimensionare l’importanza di questi contatti.

Conclusione: Un Processo da Chiarire

L’intera vicenda della vendita delle azioni di Commerzbank lascia aperte molte domande: perché il governo non è riuscito a diversificare gli acquirenti? E perché Unicredit è riuscita ad accumulare una partecipazione così significativa con tale facilità? Queste domande richiedono risposte chiare e urgenti.

Ciò che è certo è che la vendita ha creato un terremoto politico ed economico in Germania, e il futuro della Commerzbank è ora più incerto che mai.

Rheinmetall e Leonardo: Super Accordo da 23 Miliardi per Potenziare l’Esercito Italiano

La tedesca Rheinmetall pronta ad allearsi con il gigante italiano Leonardo per consegnare all’esercito italiano oltre mille carri armati e veicoli da combattimento, in un accordo che potrebbe valere fino a 23 miliardi di euro. Un passo che segna un bel balzo in avanti per i tedeschi di Rheinmetall, che punta a diventare uno dei big globali nel mondo della difesa. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

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Un Accordo per Miliardi: Il Carro Armato KF51 Panther e il Veicolo Lynx

La partnership tra Rheinmetall e Leonardo prevede la produzione di due modelli chiave: il carro armato KF51 Panther, ancora in fase di sviluppo, e il veicolo da combattimento Lynx. Entrambi i veicoli saranno costruiti in parte in Italia e in parte negli stabilimenti tedeschi di Rheinmetall, con una produzione divisa equamente tra le due aziende. Questo accordo non solo rafforza la posizione di Rheinmetall sul mercato, ma è anche una mossa strategica per equipaggiare l’esercito italiano con veicoli avanzati e pronti per le sfide future.

La Strategia di Espansione di Rheinmetall

Rheinmetall ha intrapreso una chiara strategia di espansione, sia in Europa che negli Stati Uniti, il più grande mercato della difesa al mondo. Recentemente, l’azienda ha acquisito per 950 milioni di dollari l’azienda statunitense specializzata in veicoli Loc Performance Products, ampliando così le sue capacità produttive negli Stati Uniti. Questo passo è essenziale per ottenere contratti per un valore di 60 miliardi di dollari con le forze armate statunitensi per la produzione di veicoli da combattimento e camion militari.

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Opportunità Globali: Il Mercato degli Stati Uniti

Uno degli obiettivi chiave di Rheinmetall è la gara per la costruzione di 4.000 veicoli da combattimento destinati a sostituire i vecchi modelli Bradley per un valore complessivo di 45 miliardi di dollari. L’azienda si sta anche proponendo per il programma Common Tactical Truck, che prevede la produzione di 40.000 camion militari per 16 miliardi di dollari. Queste opportunità rappresentano un passaggio cruciale per l’ascesa globale di Rheinmetall, che mira a consolidarsi come uno dei leader mondiali nel settore della difesa.

Il Ruolo di Rheinmetall nel Mercato Europeo

Parallelamente alla sua espansione negli Stati Uniti, Rheinmetall sta rafforzando la sua posizione in Europa. Grazie al fondo speciale da 100 miliardi di euro istituito dal governo tedesco per le forze armate, il gruppo prevede di ottenere fino a 40 miliardi di euro in contratti. Inoltre, la guerra in Ucraina ha accelerato la domanda di armamenti in Europa, e diversi paesi, tra cui Repubblica Ceca, Lituania e Danimarca, hanno già siglato contratti con Rheinmetall per l’acquisto di carri armati e sistemi di difesa.

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Italia: Da Leopard a Panther

La joint venture con Leonardo segna un cambio di rotta per l’Italia, che inizialmente aveva pianificato di acquistare i carri armati Leopard 2A8 da KNDS, un consorzio franco-tedesco. Tuttavia, i ritardi del progetto e la riluttanza di KNDS a concedere maggiori quote di produzione alle aziende italiane hanno spinto il governo italiano a optare per il nuovo KF51 Panther di Rheinmetall.

Il Futuro della Difesa: Un Pilastro della NATO

Con l’aumento della sua influenza nel mercato europeo e il parallelo tentativo di ottenere contratti miliardari negli Stati Uniti, Rheinmetall si sta consolidando come un attore chiave nella base industriale della difesa della NATO. Inoltre, partecipando alla produzione del caccia F-35, Rheinmetall si prepara a svolgere un ruolo ancora più importante nella cooperazione transatlantica. La presenza di investitori statunitensi e europei nel capitale di Rheinmetall, come BlackRock e Société Générale, sottolinea l’importanza strategica del mercato globale per il gruppo.

Conclusione

La joint venture tra Rheinmetall e Leonardo non solo segna un passo cruciale per l’equipaggiamento dell’esercito italiano, ma rappresenta anche un momento chiave nella crescita globale di Rheinmetall. Con un occhio puntato sugli Stati Uniti e l’altro sull’Europa, il gruppo tedesco si sta rapidamente affermando come uno dei maggiori protagonisti dell’industria della difesa internazionale.

mercoledì 16 ottobre 2024

L'indice Dax Tedesco sempre piu' in mani straniere

Il Dax si preannuncia come un indice di grande successo nel 2024, con l’interesse non solo dei tedeschi ma anche di investitori stranieri. Secondo i dati, a metà ottobre, l’indice azionario tedesco è a +14% rispetto all’inizio dell’anno, nonostante le tensioni geopolitiche e la debolezza della crescita economica in Germania. Questo trend positivo è sostenuto da una forte fiducia degli investitori, come evidenziato da un recente sondaggio Sentix. Ne scrive la ZDF.de

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L’evoluzione degli investimenti tedeschi

Negli ultimi anni, i tedeschi hanno iniziato a investire di più in azioni. L’era dei tassi d’interesse zero ha spinto molti investitori verso le partecipazioni aziendali, attratti da rendimenti più elevati. Tuttavia, nel 2023, c’è stata una leggera flessione di questa convinzione. I dati dell’Istituto Tedesco per le Azioni (DAI) mostrano che l’investimento diretto in singole azioni è in calo, mentre l’interesse per i fondi comuni di investimento e gli ETF è aumentato.

La forza dei gestori patrimoniali statunitensi

Un fattore significativo che ha influenzato il Dax è la crescente influenza dei gestori patrimoniali americani. Oggi, solo un terzo dei titoli del Dax è detenuto da investitori tedeschi, mentre gli investitori americani hanno preso il comando. Blackrock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, ha investito circa 100 miliardi di dollari nel Dax attraverso i suoi ETF, mentre altri nomi noti come Vanguard e la Capital Group seguono lo stesso trend. Questi attori sostituiscono gradualmente gli investitori privati, che investono sempre meno direttamente.

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La crescita degli investitori stranieri

Negli ultimi anni, gli investitori stranieri sono in continua crescita nel Dax. Grazie alla partecipazione indiretta tramite fondi e ETF, la quota tedesca nel Dax è probabilmente superiore a quella indicata dalle cifre ufficiali. Fino all’anno 2000, gli stranieri detenevano solo un terzo delle azioni delle aziende del Dax, ma nel 2005 questa cifra è già salita al 45%. Dal 2007, più della metà delle azioni del Dax è nelle mani di investitori stranieri.

Un bilancio positivo nonostante le sfide

Nonostante le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, i pessimi dati economici e le continue tensioni nel governo di coalizione, il mercato azionario si prepara a chiudere l’anno con un bilancio positivo.

La quota di azionisti stranieri è particolarmente alta in aziende come MTU, Vonovia e Brenntag, ciascuna con una partecipazione dell’81%. Al contrario, Porsche si distingue: l’88% della casa automobilistica è in possesso tedesco, ma la maggior parte delle azioni appartiene a Volkswagen e alla Porsche Automobil Holding.

Affitti alle Stelle: Berlino è tra le Città più Care per Vivere in WG

Un’opportunità di investimento

Secondo Gerrit Fey, responsabile del settore mercati di capitale presso il DAI, l’impegno degli investitori stranieri nel Dax dimostra la loro fiducia nelle aziende e nelle azioni tedesche, desiderosi di partecipare ai successi delle società. Questa tendenza è influenzata anche dal fatto che in paesi come Gran Bretagna, Svezia, Svizzera, Stati Uniti e Canada, le persone investono molto più in azioni rispetto ai cittadini tedeschi, dovuto in parte a una minore sicurezza pensionistica legata ai sistemi statali.

Il Dax 2024 si prepara quindi a essere un anno cruciale, con opportunità per investitori e aziende in un contesto di continua evoluzione del mercato.

BMW e Mercedes in grave Crisi in Cina, Mentre Tesla e BYD Volano

Il mercato dell’auto si sta trasformando rapidamente, e per i giganti tedeschi come BMW e Mercedes-Benz, la sfida è sempre più complessa. Nel terzo trimestre del 2023, entrambe le case automobilistiche hanno registrato un calo significativo nelle vendite, con la Cina, il loro mercato chiave, che sta diventando sempre più difficile da conquistare. Ne scrive Welt.de

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Le Difficoltà del Mercato Cinese per BMW e Mercedes

Le vendite di BMW tra luglio e settembre sono scese del 30%, fermandosi a poco meno di 148.000 veicoli. Non è andata meglio a Mercedes-Benz, che ha registrato una riduzione del 13%, vendendo 170.700 veicoli. La Cina, solitamente il motore delle vendite globali per i produttori premium tedeschi, è diventata improvvisamente un mercato problematico.

Le case automobilistiche hanno spiegato che il contesto di mercato è particolarmente “difficile” e “sfidante”, con una domanda ridotta per i beni di lusso e sconti che penalizzano soprattutto il segmento dei veicoli elettrici. Mercedes-Benz ha sottolineato che la combinazione di bassa domanda e sconti prolungati ha inciso pesantemente sulle vendite in Cina.

Il Boom dei Veicoli Elettrici in Cina: Tesla e BYD in Crescita

Mentre BMW e Mercedes lottano, Tesla e il produttore cinese BYD stanno registrando risultati opposti. BYD ha aumentato le vendite di veicoli elettrici puri e ibridi del 45%, raggiungendo quasi 418.000 unità a settembre. Tesla, dal canto suo, ha annunciato un incremento del 66% nelle vendite, con 72.000 auto vendute nello stesso mese.

Questa crescita è alimentata dagli incentivi statali per l’acquisto di veicoli elettrici in Cina, che hanno generato un vero e proprio boom del mercato elettrico. Tuttavia, i produttori tedeschi sembrano essere rimasti fuori da questo trend, poiché le case automobilistiche cinesi offrono veicoli più economici e modelli più adatti al pubblico locale.

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Problemi di Fornitura e Frenate Improvvise

Un altro colpo per BMW è arrivato sotto forma di un problema di fornitura legato al sistema frenante di Continental, che ha costretto l’azienda a fermare la consegna di circa 320.000 veicoli già pronti. Nel terzo trimestre, le vendite globali di BMW sono scese del 13% (poco più di 540.000 auto), mentre nei primi nove mesi del 2023, il calo è stato del 4,5%, con un totale di 1,75 milioni di veicoli venduti.

Mercedes-Benz, nonostante un trimestre difficile con 503.600 consegne, rimane indietro rispetto a BMW, con una flessione delle vendite del 4% rispetto all’anno precedente, totalizzando 1,46 milioni di auto consegnate fino ad ora.

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La Battaglia dei Veicoli Elettrici: BMW in Crescita, Mercedes in Crisi

Nel segmento dei veicoli elettrici, BMW sta ottenendo risultati positivi, con una crescita del 10% nel terzo trimestre e un aumento del 19% nelle vendite annuali, totalizzando 294.000 veicoli elettrici. “I nostri veicoli completamente elettrici stanno conquistando i clienti in tutto il mondo”, ha affermato Jochen Goller, responsabile delle vendite di BMW.

D’altro canto, Mercedes-Benz ha visto un crollo nel suo settore elettrico: le vendite dei modelli EQ sono diminuite del 31%, con solo 42.500 veicoli venduti nel terzo trimestre. Da gennaio a settembre, il totale dei veicoli elettrici venduti si attesta a 136.000, un calo del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il marchio ha visto una crescita del 10% nei plug-in ibridi, trainata dalla forte domanda negli Stati Uniti.

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Conclusione: Un Mercato in Evoluzione

Il terzo trimestre del 2023 ha messo in luce una trasformazione significativa nel mercato automobilistico globale. Mentre Tesla e BYD continuano a crescere nel segmento dei veicoli elettrici, BMW e Mercedes-Benz stanno lottando per mantenere il loro primato in un mercato che si sta rapidamente elettrificando.

Il futuro per i produttori tedeschi dipenderà dalla loro capacità di innovare nel segmento dei veicoli elettrici e di adattarsi a un mercato in cui i consumatori cercano sempre più soluzioni sostenibili e a prezzi competitivi.

Ma lo sapevate che in Germania...nelle scuole mancheranno 110.000 Insegnanti per il tempo pieno entro il 2030!

La carenza di insegnanti in Germania sta raggiungendo livelli critici, e la situazione rischia di peggiorare con l’introduzione del diritto legale all’assistenza scolastica a tempo pieno nelle scuole elementari. Secondo nuove stime del sindacato degli educatori GEW (Gewerkschaft Erziehung und Wissenschaft), entro il 2030 mancheranno oltre 110.000 insegnanti. Questa enorme lacuna sarà aggravata dal crescente bisogno di personale qualificato per soddisfare le esigenze dell’assistenza a tempo pieno. Ne scrive BR.de

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Il diritto legale all’assistenza scolastica: una mossa strategica, ma rischiosa

A partire dall’anno scolastico 2026/2027, il governo tedesco ha deciso di introdurre gradualmente il diritto legale all’assistenza a tempo pieno per i bambini delle scuole elementari, iniziando dai primi anni fino a coprire tutti i bambini fino alla quarta classe nel 2029/2030.

Questo diritto potrebbe rappresentare una grande opportunità per rafforzare il sistema educativo del Paese, ma il sindacato GEW avverte: la mancanza di insegnanti rischia di far fallire questa ambiziosa riforma. Maike Finnern, presidente del GEW, ha spiegato che, oltre ai docenti, mancheranno anche diverse centinaia di migliaia di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici, tutti cruciali per il successo del piano di assistenza a tempo pieno.

Il crescente interesse delle famiglie per l’assistenza a tempo pieno

La previsione di una tale carenza di insegnanti si basa sull’aumento della domanda da parte delle famiglie. Secondo Ulf Rödde, portavoce del GEW, si stima che entro il 2030 tra il 70 e l’80% dei genitori utilizzerà l’offerta di assistenza a tempo pieno. Attualmente, il 55% delle famiglie sfrutta già queste opportunità, ma con l’introduzione del diritto legale, il tasso di utilizzo dovrebbe aumentare notevolmente.

L’esperienza con il diritto all’asilo nido ha già mostrato che, una volta stabilito un diritto legale, l’interesse dei genitori cresce esponenzialmente.

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Non solo insegnanti: manca anche il personale di supporto

Oltre alla carenza di insegnanti, il sistema scolastico dovrà affrontare anche una grave mancanza di educatori, assistenti sociali e psicologi scolastici. Questi professionisti sono essenziali per garantire che l’assistenza a tempo pieno funzioni, poiché si occuperanno dell’aspetto educativo, sociale e psicologico dei bambini durante tutto l’arco della giornata scolastica.

La presidente del GEW, Finnern, riconosce che l’introduzione dell’assistenza a tempo pieno rappresenta un’opportunità unica per trasformare il sistema educativo tedesco. Tuttavia, sottolinea l’importanza di affrontare queste sfide offrendo soluzioni concrete come una migliore formazione e condizioni di lavoro più attrattive.

La sfida della Diaconia di Monaco: nuove opportunità di qualificazione

Anche la Diaconia di Monaco e Alta Baviera si sta preparando per affrontare la sfida della carenza di personale. Andrea Betz, portavoce della Diaconia, ha dichiarato che la chiave per colmare questa lacuna potrebbe risiedere in nuovi programmi di qualificazione, come la formazione di “assistenti per l’assistenza ai bambini delle scuole elementari”. Questi programmi richiedono meno tempo rispetto a una formazione completa come educatore, offrendo una buona opportunità anche per gli immigrati con qualifiche pedagogiche non riconosciute in Germania.

Il lavoro di squadra come chiave del successo

Per garantire il successo dell’assistenza a tempo pieno, Betz sottolinea che il concetto di assistenza cooperativa a tempo pieno (KoGa) richiede una stretta collaborazione tra insegnanti e operatori dell’assistenza. È fondamentale che le due parti lavorino alla pari e che gli spazi scolastici vengano utilizzati in maniera condivisa. Questo tipo di approccio integrato potrebbe portare a un cambiamento positivo nell’atteggiamento del personale, ma è necessario che questo cambiamento culturale sia sostenuto “dall’alto”, con un maggiore impegno politico e istituzionale.

La carenza di insegnanti: un problema di lunga data

La carenza di insegnanti in Germania è un problema che persiste da anni, ma ora si sta aggravando. Solo pochi giorni fa, il Ministero della Cultura della Baviera ha reso noto che sempre meno insegnanti lavorano fino all’età pensionabile. Attualmente, solo il 18% degli insegnanti in Baviera raggiunge l’età pensionabile o lavora oltre, contro il 60% di dieci anni fa. Questa tendenza preoccupa ancora di più in vista della crescente domanda che il diritto all’assistenza a tempo pieno genererà nei prossimi anni.

Conclusione: un’opportunità da non perdere

La riforma dell’assistenza scolastica a tempo pieno rappresenta una sfida enorme per il sistema educativo tedesco, ma anche un’opportunità unica per trasformare il panorama dell’istruzione. Affrontare la carenza di insegnanti e di personale di supporto sarà cruciale per il successo di questa iniziativa, ma con una pianificazione adeguata e investimenti mirati, la Germania potrebbe fare un passo importante verso un sistema educativo più inclusivo e moderno.