Washington ha recentemente speso ben 7,5 miliardi di dollari per costruire stazioni di ricarica per veicoli elettrici. E il risultato? Solo sette stazioni sono state effettivamente costruite. Questo fallimento è solo un esempio di cosa significa operare sotto un sistema economico neoliberista. Ne scrive Makroskop.eu
La Differenza con la Cina
Quando la Cina decide di sussidiare le stazioni di ricarica per veicoli elettrici, queste vengono effettivamente costruite. Anche se trovare dati precisi può essere difficile, si stima che la Cina abbia investito circa 10 miliardi di dollari in questo settore. E il risultato è sorprendente: oltre sette milioni di stazioni di ricarica, di cui 2,2 milioni sono pubbliche. In confronto, negli Stati Uniti ci sono solo 186.200 stazioni.
Ma la Cina non si ferma qui. I veicoli elettrici cinesi, venduti a prezzi tra undicimila e dodicimiladollari, sono molto più economici rispetto ai loro equivalenti occidentali, dove i prezzi possono essere molto più elevati. Se desiderate acquistare un veicolo elettrico economico, dovrete scoprire come importarlo dalla Cina, un’impresa difficile nella maggior parte dei paesi occidentali.
Il Contrasto con l’Occidente
È quasi paradossale che gli Stati Uniti stiano progettando di imporre dazi del 100% sui veicoli elettrici cinesi. Anche con tali dazi, questi veicoli sarebbero ancora più economici rispetto ai modelli venduti negli Stati Uniti e i produttori cinesi ci guadagnerebbero comunque. Tuttavia, ottenere veicoli cinesi in America rimane una sfida complessa.
Recentemente, un giornalista occidentale specializzato in auto elettriche ha viaggiato in Cina per testare i modelli cinesi. La sua conclusione? Le auto elettriche cinesi sono, contro ogni aspettativa, migliori e più economiche rispetto a quelle occidentali.
Il Neoliberismo e la Politica Industriale
Questo esempio delle stazioni di ricarica illustra un problema più ampio: il neoliberismo non consente una politica industriale efficace, né una guerra economica sostenibile. La Russia, ad esempio, ha aumentato significativamente la produzione di armi e munizioni durante il conflitto in Ucraina, mentre l’Occidente non è riuscito a fare altrettanto.
La spesa di Washington di 7,5 miliardi di dollari per sole sette stazioni di ricarica non è solo incompetente; è corruzione. Anche se in Cina e in Russia la corruzione è elevata, non si avvicina nemmeno alla corruzione che pervade gli Stati Uniti e l’Europa. In Cina, la corruzione è spesso “onesta” – significa che, se viene promessa una certa quantità di beni, questi vengono prodotti effettivamente.
La Corruzione Neoliberista
La corruzione che si manifesta nelle stazioni di ricarica americane è una diretta conseguenza del neoliberismo, che favorisce i guadagni immeritati. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei mercati azionari e immobiliari. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i mercati azionari erano relativamente stabili, ma con l’avvento del neoliberismo negli anni ’80, hanno visto una crescita inarrestabile, nonostante il PIL non fosse aumentato proporzionalmente. La crescita dei mercati azionari è stata principalmente il risultato delle politiche della Federal Reserve, non di una migliore performance economica.
L’Illusione dei Profitti Senza Prestazioni
Nel neoliberismo, i profitti senza prestazioni si estendono oltre i mercati immobiliari e azionari, influenzando quasi tutto. I margini di profitto sono esplosi e le aziende competono per creare oligopoli o monopoli anziché concentrarsi su prezzo o qualità. Questo comportamento è stato esemplificato dall’aumento dei prezzi durante la pandemia, che ha superato l’aumento dei costi.
La Crisi del Neoliberismo
Il neoliberismo si basa sul guadagno immeritato: guadagni di capitale, trading ad alta frequenza con l’IA e la creazione di monopoli. Questo approccio porta a un sistema in cui il capitale viene accumulato senza una reale produzione di beni. È un sistema che premia la speculazione piuttosto che la produzione di beni reali e utili.
La Strada da Percorrere
Le economie occidentali devono reinventarsi per essere competitive. L’introduzione di dazi, sebbene non sia una cattiva idea, non è sufficiente. Se non cambiando la nostra politica economica e ideologica – che deve puntare sulla produzione di beni di alta qualità a basso costo per migliorare la vita della maggioranza – non saremo mai in grado di competere con la Cina.
La Cina, pur con i suoi difetti, dimostra che è possibile applicare una politica vantaggiosa per la maggioranza, anche a costo di danneggiare i ricchi. In Occidente, la situazione è diversa, e finché non cambiamo il nostro approccio, resteremo indietro.
In sintesi, il neoliberismo ha creato un sistema in cui la corruzione e i profitti immeritati prevalgono su una politica industriale efficace e una produzione realistica di beni. Per competere con successo, dobbiamo ripensare completamente il nostro modello economico e ideologico.
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