La decadenza della Deutsche Bahn non è un fato inevitabile o un decreto divino. È un problema creato in casa, risultato di decisioni sbagliate e gestioni incompetenti. Malcontento tra i clienti e un’atmosfera cupa all’interno della Bahn AG sono sintomi di una crisi profonda che non può essere ignorata. Ne scrive Arno Luik su Focus.de
Una Crisi Annunciata
Qualche giorno fa, la Deutsche Bahn è riuscita persino a strapparmi una risata. In Germania, patria dei tecnici e degli ingegneri, i piani orari non vengono più calcolati, ma solo stimati. Una situazione definita “catastrofica”, ma rassicurano: la sicurezza non è compromessa. Un magro conforto per chi si trova a viaggiare su un sistema ferroviario che sembra più vicino al collasso che alla ripresa.
Sembra che questa condizione sia vista come un destino inevitabile. Il disastro ferroviario ci è piombato addosso. Ma è davvero così? È il destino o sono le decisioni sbagliate degli uomini?
Un Disastro Umano
No, non è stato il destino. Dal 1994, anno della riforma ferroviaria, le decisioni prese dai responsabili della Deutsche Bahn hanno portato la situazione all’attuale disastro. In Svizzera, Austria e Italia i treni funzionano; qui in Germania, invece, la colpa è di chi ha guidato questa nave verso l’iceberg.
Chi sono i responsabili? I colpevoli siedono alla Cancelleria federale, al Ministero dei trasporti e nella Commissione trasporti. Hanno messo a capo della Bahn uomini provenienti dall’industria automobilistica o aeronautica, senza alcuna esperienza nel settore ferroviario. Apprendisti delle ferrovie, come potremmo chiamarli, che hanno trasformato una macchina perfetta in un mostro divoratore di miliardi.
Promesse Infrante e Infrastrutture in Declino
Il capo della Bahn, Heinz Dürr, promise nel 1991 un “ampliamento delle rotaie”. Questo non è mai avvenuto. Al contrario, la Deutsche Post AG, come sostituto dei treni, acquistò 6.000 camion, spostando il traffico dalla rotaia alla strada. Lo stesso Dürr è l’artefice di Stuttgart 21, un progetto faraonico che rischia di mettere in ginocchio l’intera Bahn.
Hartmut Mehdorn, successore di Dürr, dichiarò che il mercato della Deutsche Bahn non era la Germania, ma il mondo. Invece di investire responsabilmente nell’infrastruttura locale, miliardi di euro sono stati investiti in affari esteri che non si sono mai ripagati. Oggi, la Bahn AG è un conglomerato caotico di oltre 800 aziende presenti in più di 130 paesi.
E poi c’è Rüdiger Grube, che prometteva di rimettere in ordine il core business della Bahn, ma i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Negli ultimi tre decenni sono stati promessi un trilione di euro di investimenti. E cosa ne è venuto fuori? Un sistema ferroviario in rovina.
L’Effetto sui Lavoratori e sui Viaggiatori
La crisi ha colpito duramente anche il personale della Deutsche Bahn. Quelli che un tempo si consideravano una “famiglia” oggi sono un corpo professionale pieno di frustrazione e fatalismo. Il personale di contatto con i viaggiatori subisce quotidianamente insulti, abusi e derisioni, mentre i dirigenti, comodamente seduti nella loro torre a Berlino, sono distanti anni luce dai problemi reali.
Un macchinista mi ha detto recentemente: “Hai la sensazione di lavorare per un’azienda in liquidazione.” Queste parole riassumono perfettamente il sentimento che permea l’intera azienda.
Una Ristrutturazione Inutile e Dannosa
E poi c’è la questione della costosissima ristrutturazione di 41 tratte principali, che per molti anni renderà viaggiare in treno in Germania una tortura. Da quasi 200 anni, i binari vengono riparati “sotto le ruote rotolanti”, senza interruzioni significative per i viaggiatori. Le chiusure complete sono una scelta che denota mancanza di rispetto per i clienti e dimostra quanto questa ferrovia sia ormai lontana dalla sua missione.
Un Futuro Oscuro
Benedict Weibel, ex capo delle ferrovie svizzere, definisce queste chiusure complete “un suicidio annunciato”. Gli effetti sono già visibili: per cinque mesi, la tratta tra Amburgo e Berlino sarà praticamente impraticabile, con conseguenze disastrose per il traffico locale e regionale.
Non posso fare a meno di pensare a cosa significherà per gli imprenditori che devono trasportare merci dal porto di Amburgo per ferrovia. Sarà un incubo logistico, con le autostrade già congestionate che diventeranno ancora più invivibili.
Conclusione: C’è Speranza?
Qualche anno fa, avrei detto che questa ferrovia era quasi irreparabile. Oggi, dico con tristezza che questa ferrovia è irreparabile. Ha superato il punto di non ritorno.
C’è ancora speranza? Forse solo una soluzione drastica può salvare il sistema: mandare tutti i dirigenti in Svizzera per uno scambio di manager. Gli svizzeri potrebbero portare le loro competenze e migliorare la situazione, mentre i tedeschi potrebbero finalmente imparare come gestire una ferrovia in modo efficiente.
Ma ci vorranno anni, forse decenni, per risollevare una situazione ormai compromessa.
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