Recentemente, la Germania ha firmato un importante accordo migratorio con l’Uzbekistan, che prevede due principali cambiamenti nel panorama dell’immigrazione e del lavoro. Da un lato, Berlino avrà la possibilità di espellere i rifugiati uzbeki, mentre dall’altro, accoglierà lavoratori altamente qualificati provenienti dall’Uzbekistan. Inoltre, l’accordo include la possibilità di espellere rifugiati afghani attraverso l’Uzbekistan. Ne scrive German Foreign Policy
L’accordo: un doppio vantaggio per la Germania
Durante una visita a Samarcanda, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha firmato un accordo che prevede l’espulsione dei rifugiati uzbeki dalla Germania. In cambio, il paese riceverà professionisti ben formati, presumibilmente con ottime competenze linguistiche in tedesco. Scholz ha spiegato che l’accordo non solo permetterà di accelerare il rimpatrio di rifugiati che non possono contribuire economicamente, ma faciliterà anche l’arrivo di talenti indispensabili per il settore lavorativo tedesco.
Secondo Joachim Stamp, il rappresentante speciale del governo federale per i nuovi accordi migratori, l’Uzbekistan si è detto pronto ad adattare la formazione dei suoi cittadini per soddisfare le esigenze del mercato tedesco. Questo potrebbe portare all’ingresso di lavoratori specializzati in settori come l’assistenza agli anziani.
Il vertice Z5+1 e l’influenza tedesca in Asia Centrale
Il viaggio di Scholz in Asia Centrale culminerà oggi con il vertice Z5+1, che riunirà i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan nella capitale kazaka, Astana. Questo vertice rappresenta un tentativo della Germania di aumentare la sua influenza nella regione, un obiettivo che Berlino ha perseguito con varie strategie negli ultimi anni. L’accento è posto non solo sulle risorse naturali, come il petrolio e il gas, ma anche sull’espansione della cooperazione economica e politica.
La strategia della Germania per l’Asia Centrale: sfide e opportunità
Non è la prima volta che la Germania cerca di espandere la sua influenza in Asia Centrale. Già nel 2007, l’UE aveva adottato una strategia per l’Asia Centrale su spinta della Germania, mirando a garantire l’accesso alle risorse e ridurre l’influenza della Russia e della Cina. Tuttavia, questi tentativi non hanno avuto il successo sperato. Nel 2018, un’altra iniziativa, la “strategia della connettività”, mirava a contrastare l’influenza crescente della Cina con la sua Belt and Road Initiative, ma anch’essa ha avuto risultati limitati. Con l’attuale vertice e la risposta all’invasione russa dell’Ucraina, Berlino e Bruxelles stanno facendo un nuovo tentativo di rafforzare la loro posizione nella regione.
Espulsione dei rifugiati e reclutamento di talenti: un equilibrio delicato
L’accordo con l’Uzbekistan riflette un equilibrio tra espulsione dei rifugiati e reclutamento di lavoratori qualificati. Da un lato, la Germania cerca di liberarsi dei rifugiati che non sono considerati economicamente utili; dall’altro, mira a soddisfare le proprie esigenze di manodopera qualificata. Per l’Uzbekistan, questo accordo offre una possibilità di migliorare le prospettive professionali dei suoi cittadini e di rispondere alla crescente domanda di lavoro in Europa.
Il contesto della migrazione e dei diritti umani
Non sono stati forniti dettagli ufficiali sulle voci secondo cui l’accordo potrebbe riguardare anche l’espulsione di rifugiati afghani attraverso l’Uzbekistan. Tuttavia, è noto che la Svezia già utilizza Tashkent come punto di transito per afghani diretti in patria. La Germania sembra voler adottare una pratica simile, pur mantenendo una certa distanza dai contatti diretti con i talebani per preservare la propria immagine di difensore dei diritti umani.
In sintesi, l’accordo con l’Uzbekistan rappresenta un passo significativo nella strategia migratoria tedesca, mirando a un equilibrio tra espulsione e accoglienza di talenti, e riflette le complessità della politica migratoria e internazionale della Germania.