Berlino Trema! L’industria dell’export tedesca è in caduta libera. Le aspettative Ifo per luglio sono scese a -1,7 punti, rispetto ai già miseri -1,3 di giugno. Klaus Wohlrabe, il guru dei sondaggi Ifo, lancia l’allarme: “L’export è sempre più in crisi.” E non è finita qui: “C’è grande incertezza tra gli esportatori tedeschi: produrre ancora in Germania, sì o no? Ne scrive la Berliner Zeitung
Incertezza nei Mercati Globali
Wohlrabe ha spiegato: “La Cina e gli Stati Uniti vogliono importare meno e spingere le aziende a produrre a livello nazionale. Gli Stati Uniti hanno dato un segnale chiaro con l’Inflation Reduction Act (IRA), la Cina vuole diventare autosufficiente. Le aziende si stanno quindi spostando sempre più verso questi paesi.”
Politica Economica Tedesca Sotto Accusa
La politica economica tedesca ha mancato di rendere il paese sufficientemente attraente da far rimanere le aziende o da attirarne di nuove: “Sarà difficile tornare ai tempi d’oro in cui la Germania era campione mondiale di export. L’economia tedesca sta arrancando.” Particolarmente preoccupante è lo sviluppo nel settore dei beni d’investimento. C’è il rischio che lo sviluppo diventi “cronico”, perché “non potremo raccogliere i frutti degli investimenti fatti oggi.”
Settori in Difficoltà e in Crescita
L’industria automobilistica in particolare subisce un colpo, con previsioni di export in calo. Lo stesso vale per la produzione e lavorazione dei metalli. Al contrario, i produttori di apparecchiature per l’elaborazione dei dati e prodotti elettronici, nonché i produttori di bevande, sperano in una crescita delle esportazioni. L’industria chimica e i produttori di gomma e plastica prevedono una stagnazione delle esportazioni, mentre l’industria del mobile prevede un aumento delle vendite all’estero, sebbene meno marcato rispetto al mese precedente.
Ifo-Geschäftsklimaindex: Un Segnale Allarmante
Anche il nuovo indice del clima economico Ifo conferma questa tendenza negativa. È sceso a 87,0 punti, rispetto agli 88,6 punti di giugno, secondo quanto comunicato dall’Istituto di Ricerca Economica. Di conseguenza, anche lo scetticismo riguardo ai prossimi mesi è “aumentato sensibilmente”. “L’economia tedesca è in crisi”, ha dichiarato il presidente dell’Ifo Clemens Fuest. Le aziende sono state meno soddisfatte delle attività in corso a luglio rispetto a giugno. L’atmosfera si è “visibilmente offuscata.”
ZF: Migliaia di Posti di Lavoro a Rischio
La serietà della situazione nell’industria è dimostrata anche dall’annuncio dell’azienda fornitrice di componenti per auto ZF, che prevede di tagliare migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni. L’azienda, in maggioranza di proprietà della Fondazione Zeppelin della città di Friedrichshafen, intende eliminare tra 11.000 e 14.000 posti di lavoro in Germania entro la fine del 2028. Non ci sono alternative, ha detto un portavoce dell’azienda.
Molti dei posti verranno eliminati senza accordi di buonuscita. “La riduzione avverrà, per quanto possibile, in modo socialmente sostenibile, utilizzando la struttura demografica della forza lavoro e la fluttuazione,” ha detto l’azienda. ZF prevede di creare diversi poli regionali con strutture più snelle. Attualmente, l’azienda impiega 54.000 persone in Germania.
Resistenza e Speranze
Il consiglio aziendale complessivo di ZF è allarmato e annuncia una “resistenza accanita”. “Combatteremo per ogni singolo posto di lavoro,” ha dichiarato il presidente del consiglio aziendale Achim Dietrich. L’annuncio alimenta paure “quando in realtà abbiamo bisogno del massimo impegno per consegnare ai clienti, affrontare la recessione e la trasformazione.” ZF intende ridurre i costi globali di circa sei miliardi di euro tra quest’anno e il prossimo per posizionarsi meglio per la “ulteriore transizione verso la mobilità elettrica a partire dal 2026.”
Mercedes-Benz: Sfide e Opportunità
Anche in Mercedes-Benz ci sono preoccupazioni: vista la scarsa domanda in Cina, l’azienda guarda con meno ottimismo al mercato delle auto. Il CEO Ola Källenius ha parlato in una teleconferenza di un “contesto economico piuttosto duro.” Tuttavia, c’è speranza grazie ai forti risultati nel settore dei furgoni. Un problema per Mercedes è che le auto sono troppo costose. L’azienda di Stoccarda non può più aumentare i prezzi come negli anni passati. Nel secondo trimestre, i prezzi di vendita medi sono diminuiti del quattro percento rispetto al trimestre dell’anno precedente, a circa 70.900 euro. L’azienda deve continuare a lavorare sodo sui costi per raggiungere i suoi obiettivi, ha detto Källenius.
Conclusioni
L’industria dell’export tedesca è in un mare di guai. Le politiche devono cambiare rotta in fretta per evitare il peggio e tentare di tornare ai fasti di un tempo. La sfida è titanica, ma con la giusta strategia, c’è ancora speranza per una ripresa.
Nessun commento:
Posta un commento