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domenica 10 marzo 2013

Brüderle: è possibile che l'Italia esca dall'euro


Rainer Brüderle, candidato FDP alla Cancelleria, dopo aver votato a favore di tutti gli eurosalvataggi, torna a fare campagna elettorale a basso costo bulleggiando gli eurodeboli: è possibile che l'Italia esca dall'Euro. Da Reuters Deutschland


Dopo le elezioni in Italia il candidato FDP Rainer Brüderle ritiene possibile un'uscita dell'Italia dall'Eurozona.

E' possibile "che escano", ha detto Brüderle giovedì sera sulla ZDF. L'Italia deve decidere se intende adeguarsi alla moneta unica. "E se non intende farlo, devono trarre le necessarie conseguenze", ha aggiunto il capogruppo della FDP. La decisione resta esclusivamente nelle mani dell'Italia.

Restiamo fermamente convinti che l'euro sia un importante strumento di sviluppo europeo, ha detto Brüderle, aggiungendo tuttavia: "Non dovranno necessariamente restare tutti i membri che ci sono oggi". Le regole del gioco devono essere rispettate. L'alternativa ad un'uscita dall'Euro potrà esserci solo se l'Italia adotterà misure drastiche. I problemi principali del paese restano la mancanza di competitività, il lungo stallo delle riforme e una mancanza di capacità di agire del governo.

Cosi' in Italia la spesa pubblica non è stata ancora ridotta in termini nominali e il mercato del lavoro non è stato ancora reso piu' flessibile, ha criticato Brüderle. La Germania con le riforme Hartz IV ha sostenuto un percorso molto difficile. "Anche l'Italia dovrà farlo", ha continuato. "Non fare nulla e lamentarsi solamente per quello che non va, è troppo facile".

In generale Brüderle ha avvertito: "La crisi non è ancora superata". Il limite della resistenza tedesca è stato già toccato: non è possibile che i lavoratori tedeschi con le loro tasse possano pagare per gli errori commessi in tutti i paesi d'Europa. "Non possiamo farlo. Il bilancio pubblico tedesco non puo' diventare il self-service di tutta l'Europa", ha detto Brüderle.

Anche il ministro degli esteri lussemburghese Jean Asselborn, durante la trasmissione ZDF "Maybrit Illner", si è mostrato preoccupato per la situazione italiana: "se un paese come l'Italia diventasse ingovernabile, per l'Italia e l'Euro sarebbe una situazione molto difficile". Bisogna anche riflettere sui motivi del successo elettorale dei populisti. L'Europa non puo' essere associata solo con l'austerità.

mercoledì 28 novembre 2012

Appello alla cancelliera

Il deputato ribelle FDP Frank Schäffler scrive un appello alla cancelliera per fermare l'ennesimo salvataggio greco: stiamo andando verso una costosa unione di trasferimento. La maggioranza nero-gialla sempre piu' inquieta. Da Die Welt
Le politiche di salvataggio in Europa hanno portato ad una sfiducia reciproca. Se pensiamo che prestando denaro diventeremo dei benefattori, ci stiamo ingannando. Accadrà il contrario.


Sehr geehrte Frau Bundeskanzlerin,

ancora una volta noi membri del Parlamento ci troviamo a votare sugli aiuti alla Grecia. Molte cose sono successe dal primo salvataggio del maggio 2010. Nel frattempo le decisioni del Bundestag non sono piu' solo una prassi, ma sono diventate costituzionali. La Grecia sotto la guida della Troika ha  fatto progressi nel risanamento del bilancio, questo è innegabile. 

Ancora nel 2009 aveva uscite per quasi 125 miliardi di Euro. Per quest'anno sono previsti 98.5 miliardi di Euro, molto meno. Innegabile è anche il fatto che il programma di salvataggio è fallito: nel risanamento del bilancio pubblico greco non c'è stato alcun successo. 

Il deficit di bilancio era al 15.6 % nel 2009 e nel 2012 dovrebbe scendere intorno al 7%. La Grecia non è nemmeno vicina ai criteri di Maastricht. Quasi nulla è stato privatizzato. L'economia sta crollando, il tasso di disoccupazione cresce di un punto percentuale al mese. 

Nonostante il taglio del debito di marzo, il denaro promesso alla Grecia non basterà. Ci sarà bisogno di molti piu' soldi. Con la decisione sui nuovi prestiti alla Grecia, diamo una valutazione anche su cosa nei salvataggi è andato bene e cosa invece no.

La crisi suscita diffidenza

La politica di salvataggio ipotizzava di superare le crisi di finanziamento con dei prestiti, in modo da poter sfruttare il tempo guadagnato per fare le riforme richieste dall'esterno. Questo approccio soffre di un errore fondamentale: voler sostituire attraverso un accordo politico l'incentivo al consolidamento determinato dagli alti tassi.

L'applicazione di questi accordi politici dà ad una parte il ruolo del supervisore e all'altra quello dello scolaro svogliato. Il denaro prestato ci trasforma da buoni vicini di casa in creditori e debitori. Questo conduce ad una sfiducia reciproca. Mai dalla fine della seconda guerra mondiale ci si era offesi in questo modo l'uno con l'altro come dall'inizio della missione della Troika.

E questo dovrebbe preoccupare soprattutto noi tedeschi. Non siamo percepiti come dei salvatori accorsi in aiuto, ma come una forza che vuole danneggiare gli stati indebitati a proprio vantaggio. 

Una politica di umiliazione

Stiamo mentendo a noi stessi se con i prestiti crediamo di diventare dei benefattori. E' vero il contrario: sullo zuccherino dei crediti a tassi agevolati sbatte la frusta della Troika, con la quale stiamo spingendo per l'attuazione dei programmi di adeguamento. Questa è una politica di umiliazione.

Come ci sentiremmo noi tedeschi, se fossimo costretti a votare un governo, fino a quando questo non è in grado di implementare determinate condizioni? E in quanto parlamentari come ci sentiremmo, se non potessimo definire il contenuto delle leggi da noi votate?

I parlamenti dei paesi in crisi sono stati privati dei loro diritti. Non è un errore pensare ad una minaccia alle istituzioni democratiche. In Grecia l'estrema destra è il terzo partito, l'estrema sinistra il secondo partito.

La strada verso una unione di trasferimento illimitata

Sarebbe necessaria l'onestà anche nelle premesse non scritte della politica di salvataggio: se l'Euro è irreversibile, allora la presunta condizionalità degli aiuti non è vera.  Se gli aiuti si fermassero, la Grecia uscirebbe immediatamente dall'Euro. Chi considera l'Euro irreversibile, allora sarebbe disposto a finanziare in maniera illimitata la Grecia, e gli altri paesi in crisi.

Sotto le premesse dell'irreversibilità dell'Euro, non ci sarà fine ai trasferimenti verso la Grecia o verso ogni altro paese - non importa se i requisiti siano soddisfatti o meno. Onestà significa anche affermare chiaramente che questa è la strada verso una unione di trasferimento illimitata.

Grandi rischi per la stabilità monetaria

Si dovrebbe allora spiegare all'elettore che la presunta politica di salvataggio in ultima analisi ci porterà ad una unione di trasferimento e del debito. E' molto piu' vicina ai desideri socialdemocratici che non ai nostri ideali di politica economica. Dobbiamo denunciare pubblicamente anche la strumentalizzazione della politica monetaria ai fini fiscali.

Le dimensioni dei fondi di salvataggio non saranno sufficienti per garantire i debiti dei paesi sotto copertura e della Spagna. E' solo una questione di tempo: il Bundestag sarà chiamato a decidere sull'acquisto di titoli sul mercato primario, affinché la BCE possa agire sul mercato secondario.

Dovremmo pero' dire all'elettore: ogni economista onesto vede nell'acquisto di titoli da parte della BCE un grande pericolo per la stabilità monetaria. I nostri risparmi oggi sono messi in pericolo! Anche le pensioni non sono al sicuro!

Non dobbiamo sottovalutare gli elettori

Non dovremmo fare l'errore di credere che l'elettore non conosca questi pericoli. Come politici, non dovremmo sottovalutare i nostri elettori, oppure considerarli naive. Molti hanno già percepito il livello di pericolo per le istituzioni democratiche, la nostra reputazione e il nostro denaro.

Il successo elettorale non deve essere basato sul calmare queste preoccupazioni in maniera paternalistica o sull'occultamento delle informazioni. Gli elettori vogliono parole chiare. Pertanto dovremmo ammettere: 

non esiste piu' una soluzione facile per la crisi. Abbiamo solo la scelta fra una soluzione dolorosa e costosa e un'altra catastrofale.

Dovremmo consentire alla Grecia di uscire

Il tentativo di superare una crisi di debito sistemica, creando nuovo debito, finirà con una catastrofe. Questo è il passo verso un socialismo del debito. Una economia sana non puo' essere basata sul debito, piuttosto ha bisogno di un rapporto sano fra debiti e capitale proprio.

Dovranno percio' essere possibili i fallimenti - di stati e banche. Dovremmo consentire alla Grecia di uscire, affinché si possa ottenere una Eurozona in grado di respirare, dove il divieto di bail-out viene applicato.

Per l'Europa abbiamo bisogno di un ritorno ad una responsabilità dei singoli paesi sul bilancio. Cio' è doloroso, ma almeno non catastrofico. In caso contrario, il downgrade del rating non minaccerà solamente la Francia, ma anche la Germania.

Abbiamo bisogno di una cultura del risparmio

Signora Cancelliera, se questa è una crisi di debito, la nostra risposta dovrebbe essere una cultura del risparmio. Se andiamo avanti così, avremo solo ricchezza apparente costruita sulla sabbia. Il castello di carte crollerà. Dovrebbe prendere ad esempio il suo predecessore Ludwig Erhard, il padre del nostro sistema di mercato. 

Nel 1963 a Stoccolma disse :" Guai a chi crede che l'Europa possa diventare un governo centralizzato, o che la si possa mettere sotto un'autorità piu' o meno centrale. No - questa Europa ha il suo valore anche per il resto del mondo nella sua diversità, nella varietà e nella raffinatezza della vita".

giovedì 16 agosto 2012

Non siamo né Malta né Cipro


Gli euroscettici di CDU e FDP tornano ad attaccare la BCE: è in corso un finanziamento diretto degli stati e la Germania deve avere un diritto di veto. La caccia al voto euroscettico continua. Da Handelsblatt.de
La crisi dell'Euro tiene occupata la BCE. I critici la accusano di aver trasformato le operazioni per il contenimento della crisi in un vero e proprio finanziamento degli stati. E chiedono una revisione delle istituzioni UE.

Il mantenimento della stabilità dei prezzi è il compito principale della BCE. Ma la crisi Euro ha cambiato radicalmente il ruolo delle autorità monetarie. Negli ultimi mesi infatti la BCE è stata costretta ad intervenire in maniera massiccia 2 volte. La prima, per assicurare la liquidità al sistema bancario, la seconda, per ridurre i costi di finanziamento degli stati. A causa delle sue operazioni per il contenimento della crisi, il costo del denaro è ai minimi storici e le banche in difficoltà sono state inondate dalla liquidità - ma non basta, la crisi va avanti. Ed è  molto probabile che la banca centrale torni ad essere attiva, visto che il presidente Mario Draghi ha recentemente spiegato di voler difendere l'Euro a tutti i costi.

In questo quadro sorge la domanda: il ruolo che la BCE ha assunto, è ancora coperto dal proprio mandato? La Bundesbank lo ha recentemente messo in dubbio. Questo hanno lasciato intendere le parole del capo della Bundesbank Jens Weidmann, che recentemente a Berlino ha affermato: "l'obiettivo di un Euro stabile e di una Stabilitätsunion non potrà essere raggiunto, se la politica monetaria sarà sempre piu' utilizzata per scopi che non corrispondono con il mandato originario".

Anche a Berlino l'attività della BCE viene valutata in maniera sempre piu' critica. I politici della CDU e della FDP ritengono addirittura necessaria una riforma della BCE. "E' necessario, in tutti gli organi della BCE, un riequilibrio del diritto di voto basato sulla quota di responsabilità assunta", ha dichiarato ad Handelsblatt Online il deputato CDU ed esperto di bilancio Klaus-Peter Willsch. "La Germania in qualità di creditore principale, su ogni decisione deve avere un diritto di veto". Willsch motiva la sua richiesta sostenendo che la BCE sotto la presidenza di Mario Draghi si è allontanata dal suo mandato: garantire la stabilità monetaria nell'area Euro. "La BCE sotto Draghi, contrariamente ai trattati europei, si è trasformata in un finanziatore degli stati e in una bad bank".

Allo stesso modo si è espresso l'esperto finanziariao della FDP al Bundestag, Frank Schäffler.  Ad inizio 2010 nel corso del primo pacchetto di salvataggio per la Grecia, "ha avuto luogo una riforma monetaria silenziosa", da cui è emersa una diversa politica monetaria della BCE. "Le regole formali ancora non sono presenti, ma in pratica sono state alterate in maniera irrecuperabile", ha detto Schäffler ad Handelsblatt Online. La Germania dovrebbe pertanto denunciare la continua violazione delle leggi istitutive della BCE. "Allo stesso tempo è necessaria una riforma delle procedure di voto nel consiglio BCE", ha sottolineato il membro del consiglio nazionale della FDP. "Che Malta e Cipro abbiano gli stessi voti della Germania, è un grave errore di costruzione".

Anche l'esperto di politiche di bilancio SPD Carsten Schneider ha chiesto un ritorno della BCE al suo compito centrale di difesa della stabilità dei prezzi nella zona Euro. "In nessun modo dovrà farsi carico del finanziamento degli stati, come già ora accade indirettamente con l'acquisto di obbligazioni", ha detto Schneider ad Handelsblatt Online. "Nei casi di emergenza, quando i mercati non funzionano, dovranno essere disponibili dei meccanismi di salvataggio". Schneider ha inoltre escluso che la BCE possa assumere anche il compito della vigilanza bancaria. "A causa della sua attivtà di concessione di credito alle banche, non è un soggetto indipendente".

lunedì 6 agosto 2012

La SPD apre timidamente agli Eurobond (e tutti la attaccano)


Sigmar Gabriel, membro della troika alla guida della SPD, dopo l'intervento di Habermas, Bofinger e Nida-Rümelin sulla FAZ, apre timidamente agli Eurobond. CDU e FDP non perdono l'occasione per attaccarlo. Da Berliner Zeitung.
Gli stati Euro dovrebbero garantire congiuntamente per i debiti, ha dichiarato Sigmar Gabriel. Secondo il leader SPD, per trasferire i poteri di bilancio del Bundestag alla UE, c'è bisogno di modifiche costituzionali e di un voto popolare. Unione e FDP rifiutano un tale dibattito costituzionale.

La coalizione di governo (Unione e FDP) e l'opposizione sono sempre  piu' distanti nella ricerca di una soluzione alla crisi Euro. Mentre i leader politici dell'Unione attaccano la BCE e la Grecia, e in Europa difendono il controverso corso seguito dal governo federale, la SPD si prepara ad un radicale cambio di strategia.

Sigmar Gabriel (SPD) condivide in pieno il contributo di Jürgen Habermas, Julian Nida-Rümelin e Peter Bofinger ed intende introdurre le loro idee nel dibattito sul programma elettorale della SPD. Nell'articolo dei 3 professori si propone una messa in comune dei debiti fra gli stati Euro, da associare ad uno stretto controllo sui bilanci nazionali dei singoli stati. Secondo i 3 autori questo passo è indispensabile per la soluzione della crisi. Manca tuttavia un progetto politico. Questo sarebbe tanto piu' necessario per bloccare attraverso misure politiche "i mali dell'inquietante universo parallelo" - vale a dire i cattivi mercati finanziari.

Voto popolare sull'Europa

SPD, Unione e Verdi sono stati invitati dai 3 autori ad iniziative comuni per lanciare una nuova convenzione costituzionale. Si dovranno quindi elaborare proposte per un cambiamento costituzionale finalizzato a trasferire alle istituzioni europee i poteri di bilancio nazionali. Il risultato dovrà essere approvato con un referendum popolare. In questo modo sarà possibile aprire la strada ad una unione politica dell'Europa composta da un nucleo di 17 paesi.

Senza un tale cambiamento di strategia l'unione monetaria nella sua  forma attuale non potrà sopravvivere a lungo, scrivono i filosofi Habermas e Nida-Rümelin insieme all'economista Bofinger, membro del gruppo dei 5 saggi economici. Gabriel ha dichiarato alla Berliner Zeitung che condivide questo punto di vista: "Introdurrò questo contributo nella nostra discussione sul programma di governo e farò campagna per queste proposte presso i leader dei partiti socialdemocratici europei". Il corso politico che la SPD fino ad ora ha appoggiato al Bundestag sembrerebbe chiuso.

FDP: "spettacolo di burattini"

La proposta di Gabriel ha innescato diverse risposte. Il capogruppo al Bundestag della FDP Brüderle, ha detto che la coalizione (FDP e CDU/CSU) è felice di "poter trasformare le elezioni federali in un referendum sul socialismo del debito proposto dal sig. Gabriel". Il segretario generale della FDP Patrick Doering ha accusato Gabriel di avere una politica vacillante e ha definito la proposta di Gabriel "uno spettacolo politico di burattini". E' arrivato il momento per "una parola del capo" da parte del segretario SPD Frank-Walter Steinmeier, "per ristabilire la serietà della politica socialdemocratica" ha detto Döring.

Al contrario fra gli economisti tedeschi l'approccio ha avuto un'accoglienza positiva. In questo modo "sarebbe finalmente possibile illustrare gli argomenti economici e politici pro e contro questo corso politico" ha dichiarato ad Handelsblatt l'economista Kai Carstensen, responsabile degli studi sulla congiuntura dell'Istituto Ifo di Monaco. Se i cittadini dovessero votare in maniera favorevole, i trasferimenti di poteri sarebbero legittimati democraticamente.

Anche il direttore dell' Instituts der deutschen Wirtschaft (IW), Michael Hüther, ha mostrato interesse per l'idea. "Gabriel ha ragione quando dice che una unione fiscale con regole molto rigide per il controllo dei bilanci non è possibile sulla base della costituzione vigente", ha detto Hueter. Tuttavia questa è un processo che richiede molto tempo, perciò " la proposta non sarebbe una soluzione per l'attuale crisi". 

mercoledì 1 agosto 2012

Brüderle studia da leghista


La FDP affonda nei sondaggi, la popolarità di Roesler e Westerwelle è ai minimi e per entrare al Bundestag i liberali dovranno spararle sempre piu' grosse. Tutto sulla pelle dell'Europa, a spese degli eurodeboli. Brüderle ci ricorda quei politici padani che a Pontida hanno parole affilate, ma poi a Roma votano di tutto in nome della realpolitik.  Un'intervista su Die Welt
Il leader della FDP al Bundestag Rainer Brüderle si oppone ad una licenza bancaria per l'ESM e avvisa Francia ed Italia: "I paesi donatori del nord non sono disponibili in maniera illimitata".

Welt: Herr Brüderle, in Europa ci sono voci che intendono dotare il futuro fondo di salvataggio ESM con mezzi illimitati attraverso una licenza bancaria. Che cosa ne pensa?

Brüderle: Una licenza bancaria per il fondo di salvataggio ESM è una macchina per l'inflazione e un'arma per la distruzione della ricchezza. Questo non è né nell'interesse tedesco, né nell'interesse europeo. Con l'ESM la Germania ha già raggiunto i limiti di ciò che è costituzionalmente possibile,  politicamente sostenibile ed economicamente ragionevole. I piani per una capacità illimitata di indebitamento dell'ESM devono immediatamente essere riposti in un cassetto.

Madrid, Roma e Parigi non devono esagerare. Con il ricorso alla stampa di denaro non si risolvono i problemi. La Germania ha già espresso molta solidarietà verso il sud Europa. I donatori del nord Europa non possono assumersi responsabilità illimitate, nel loro interesse ma anche nell'interesse dell'Europa non parteciperanno ad una politica inflazionistica suicida.

Welt: Lei è convinto che il ministro delle finanze Schäuble intenda evitare con tutte le sue forze la concessione di una licenza bancaria?

Brüderle: Il Ministero delle finanze si è espresso chiaramente. Per buone ragioni una licenza bancaria per l'ESM non è né prevista né necessaria. Non ci sono neanche trattative, piuttosto solo delle dichiarazioni pubbliche da parte degli interessati. Ma nessuno deve essere intimorito.

L'ESM non ha ancora iniziato il suo lavoro. Non è ragionevole, prima del suo inizio lanciare speculazioni su come dovrebbe essere cambiato. In questo modo si distrugge la fiducia in una politica di bilancio e finanziaria ordinata in Europa, che proprio ora stiamo cercando di costruire.

Welt: Una licenza bancaria per l'ESM, rappresenta per la FDP una linea rossa che non può essere superata - anche se la coalizione dovesse rischiare la rottura?

Brüderle: La coalizione è unita nel negare una licenza bancaria per l'ESM. Una messa in comune dei debiti fatta di nascosto - e una licenza bancaria non sarebbe niente di diverso - la rifiutiamo. Non importa, se sotto forma di licenza bancaria, Euro-bonds, o fondo per il rimborso del debito.

Siamo solidali e aiutiamo i nostri partner europei. Abbiamo messo in piedi il Fiskalpakt, l'ESM e l'EFSF. Ma per noi resta valido il principio "Nessun aiuto per nulla". Ci aspettiamo l'attuazione delle riforme concordate nei paesi che saranno sostenuti, ma non un dibattito sui nuovi strumenti.

Welt: Anche se l'ESM non riceve nessuna licenza bancaria, i rischi assunti dalla BCE potrebbero crescere. Presto la banca centrale potrebbe nuovamente acquistare titoli del debito pubblico. Si sente sollevato dagli aiuti di Francoforte oppure preoccupato?

Brüderle: Ci troviamo in una situazione molto particolare, per questo è importante seguire i propri principi. A Francoforte ha sede anche la Bundesbank. La BCE negozia in maniera indipendente. Il suo compito centrale è garantire la stabilità dell'Euro, sono certo che per fare questo prenderà tutti i provvedimenti necessari.

Capisco anche Draghi, quando rassicura: la BCE nell'ambito del suo mandato è pronta a fare tutto il possibile per difendere l'Euro. Il compito della BCE non è finanziare a lungo termine gli stati. In questo ambito noi tedeschi abbiamo una speciale sensibilità per la stabilità della moneta e sosteniamo anche l'indipendenza della banca centrale.

Welt: La cancelliera dichiara che intende fare di tutto per stabilizzare l'Euro. Questo va daccordo con la sua precedente affermazione "rifiuto gli Euro bond fino a quando vivrò"?

Brüderle: L'Euro non potrà sopravvivere come unione dell'inflazione e della messa in comune del debito. Gli Euro-bonds non sono una soluzione, servono solo a ritardare le riforme. Il problema di alcuni paesi in Europa è la scarsa competitività e una politica di bilancio non sostenibile. La soluzione può arrivare solo con politiche di risparmio e di riforma e non attraverso Euro-Bonds, che servono solo a nascondere i problemi.

Welt: Condivide le parole di Schäuble secondo cui "dibattiti emozionali, su un'uscita della Grecia dalla zona Euro non portano a nulla"?

Brüderle: La decisione se la Grecia debba rimanere nella zona Euro oppure no, deve essere presa ad Atene. Per noi liberali è chiaro, la Grecia alla fine dovrà mantenere le sue promesse. 

Il destinatario della solidarietà ha il dovere, di fare il possibile, per eliminare le cause della sua miseria. Se i greci non intendono farlo, devono assumersi le conseguenze. Grazie al fondo EFSF e al fondo ESM l'Europa è meglio attrezzata per una probabile uscita della Grecia dall'Euro di quanto non fosse due anni fa. Ma i fondi di salvataggio non sono lì, per finanziare la mancanza di riforme nei paesi in crisi.

martedì 15 maggio 2012

La SPD vota il Fiskalpakt? Ja, genau.

Un articolo su Zeit.de della settimana scorsa, prima del voto in Nordreno - Westfalia, ci racconta a che punto sono le trattative sul Fiskalpakt. Al di sotto delle Alpi ci si illude che una volta sconfitta Merkel, il rigorismo sarà messo in cantina: a leggere i giornali pare che le cose andranno diversamente.
La SPD vuole portare a casa qualcosa, in cambio del voto favorevole al programma di consolidamento fiscale europeo. Ma nella coalizione non sembra esserci molto spazio per la trattativa.

La SPD è disposta a votare il Fiskalpakt per l'Europa, con il quale si intende porre un limite all'indebitamento di 25 dei 27 stati europei, ma solo a certe condizioni. Il portavoce del gruppo parlamentare SPD al Bundestag, Carsten Schneider, ha chiesto ulteriori provvedimenti per stimolare l'economia. Solo in questo modo si potrà ridurre la disoccupazione nei paesi europei in crisi, ha dichiarato alla radio RBB. La SPD pretende perciò che il governo completi il provvedimento con ulteriori emendamenti. In caso contrario, i socialdemocratici non sarebbero disponibili ad approvare il provvedimento nel voto del 25 maggio.

La coalizione giallo-nera (CDU-FDP) in parlamento ha bisogno dei voti della SPD, perchè il Fiskalpakt puo' essere ratificato solo con una maggioranza dei due terzi al Bundestag e al Bundesrat. Per questo motivo la SPD può dettare le condizioni. Il leader della SPD Sigmar Gabriel ha confermato la sua richiesta di una tassa sulle transazioni finanziarie. Gli introiti attesi, pari a 50 miliardi, potrebbero essere utilizzati per "ammortizzare socialmente" le misure di consolidamento dei bilanci pubblici, ha dichiarato alla Ruhr-Nachrichten. Il segretario generale della SPD, Andrea Nahles, ha invece richiesto maggiori iniziative per la regolamentazione dei mercati finanziari.

I Grünen non mettono in dubbio il Fiskalpakt, ma la sua pianificazione. Il 25 maggio sarebbe un giorno non adatto per la votazione, dichiara il capogruppo Renate Künast. Il suo partito non intende trattare il provvedimento in fretta, prima di aver chiarito i dettagli piu' importanti.

La coalizione nero-gialla  nelle prossime settimane, dopo il voto in Nordreno - Westfalia, vuole proseguire le negoziazioni con l'opposizione sul Fiskalpakt. I politici della coalizione hanno chiarito che non intendono concedere molto: "La SPD farebbe bene a non iniziare le trattative come farebbe un commerciante di tappeti magrebini", ha dichiarato il capo della delegazione parlamentare della CDU Peter Altmaier. La ratifica del Fiskalpakt sarebbe alla fine nient'altro che il trasferimento  ad un livello europeo dei freni all'indebitamento (Schuldenbremse) concordati dalla SPD . Il patto sarebbe "di primario interesse per la SPD".

Anche il responsabile per le politiche di bilancio della CDU, Norbert Barthle, ha detto a Zeit Online: "Non mi posso immaginare, che la SPD non voti la ratifica del Fiskalpakt". Alla fine si tratta del futuro dell'Europa. Per quanto riguarda i provvedimenti per la crescita richiesti dalla SPD, Barthle rimanda ai provvedimenti europei firmati in marzo e finalizzati al rafforzamento della competitività, denominati Euro-Plus-Pakt.

Come possibile offerta alla SPD, negli ambienti dell'Unione (CDU) si è pensato ad una ridefinizione della Banca Europea per gli Investimenti. Anche il denaro dei fondi strutturali europei potrebbe essere reindirizzato ad esempio, verso la riduzione della disoccupazione giovanile. Nel fondo ci sono ancora risorse che fino ad ora non sono state utilizzate, ci dice Barthle. Tutto questo deve però essere negoziato a livello europeo, dichiara ancora Barthle. C'è bisogno di tempo. Per questa ragione i provvedimenti potrebbero non essere ancora pronti per l'approvazione nel Bundestag o nei parlamenti regionali. 

La SPD vuole di piu'.

Per la SPD molti di questi provvedimenti non vanno sufficientemente lontano. Schneider descrive i provvedimenti europei come "Peanuts". Nahles dice, che alla politica attuale non si deve solo attaccare un'etichetta di crescita. E' necessario un nuovo inizio, che possa  guadagnarsi sul serio questo nome.

La CDU esclude in linea di principio la possibilità di accettare ulteriore debito per dei programmi di crescita.  Una politica di deficit per questo scopo non sarebbe possibile: ogni paese che vuole andare in questa direzione, dovrà fare i conti con conseguenze negative sui mercati finanziari, ha dichiarato Altmaier.

La richiesta della SPD di una tassa sulle transazioni finanziarie, con la quale finanziare le possibili iniziative, nella CDU la si considera come frastuono per la campagna elettorale. La SPD sa bene che una decisione a livello nazionale in questa direzione non avrebbe alcun senso. Per la tanto famosa tassa sulle transazioni finanziarie, sia nella variante debole che in quella forte, in Europa non ci sarebbe alcuna maggioranza disponibile. 

Freno ai debiti (Schuldenbremse) per i Länder già dal 2014

Anche il calendario secondo l'Unione dovrà essere molto serrato. L'approvazione del Fiskalpakt è collegata con l'approvazione del sistema di salvataggio permanente ESM. Questo dovrà essere effettivo dal primo di Luglio 2012 e per questo dovrà essere approvato dalla Germania al piu' tardi al 30 giugno. L'ultima seduta del Bundesrat prima di quella data sarà il 15 giugno. Il parlamento dovrà perciò votare prima di quella data.

Per i diversi Länder la ratifica del Fiskalpakt significa che già dal 2014 non potranno piu' fare nuovi debiti. Il provvedimento tedesco di freno al debito (Schuldenbremse) gli avrebbe dato tempo fino al 2020. Su questo argomento sono pero' in corso trattative fra il ministero e i diversi Länder. Siamo certi che riusciremo a trovare una soluzione, si dice negli ambienti dell'Unione (CDU).