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sabato 26 gennaio 2013

Weimar puo' insegnare qualcosa agli eurocreditori?


La situazione della Germania dopo la prima guerra mondiale ci puo' insegnare molto sulla crisi debitoria attuale: è sufficiente vincere, non è necessario  stravincere. Da Handelsblatt.de
Quando gli stati perdono la speranza di poter ripagare i debiti, la situazione si fa pericolosa. Questo ci mostra la storia: fra la Repubblica di Weimar e la Grecia di oggi ci sono molte similitudini.

La situazione dei paesi in crisi del sud Europa è sempre piu' simile a quella della Germania dei primi anni '30. Il parallelo inizia con i fatti antecedenti: prima di entrambe le crisi c'è stato un periodo di inflazione in discesa e una fase di stabilizzazione economica. A cui è seguito un massiccio afflusso di capitale privato straniero, in parte utilizzato per investimenti produttivi. Con la crisi arrivata dagli USA il gioco è finito, causando un forte rallentamento economico - aggravato da una enorme montagna di debito estero. Nel 1932 la disoccupazione in Germania era su livelli simili a quelli odierni di Spagna e Grecia.

Recentemente gli storici dell'economia si sono occupati molto di questo periodo storico e degli anni precedenti. E lo storico economico tedesco piu' famoso, Albrecht Ritschl, professore alla London School of Economics, su questo tema ha presentato uno studio dal titolo ""The German Transfer Problem, 1920-1933".

Ritschl ritiene che le possibilità di recuperare in maniera pacifica i crediti verso uno stato sono limitate. Già allora John Maynard Keynes aveva avvertito che le esose riparazioni imposte alla Germania dopo la prima guerra mondiale avrebbero portato ad una nuova guerra.

Secondo Ritschl il rimborso non dipende solamente dalle possibilità che uno stato ha di ripagare i debiti. Ma anche dalla determinazione dei creditori nel recuperare il denaro prestato - e soprattutto dal fatto che il paese debitore ritenga ancora possibile rimborsare i  propri debiti. Il grande errore fatto allora fu il superamento di questo limite nella definizione delle riparazioni. 

Il primo esempio di incentivo sbagliato proposto da Ritschl è del 1920 e riguarda il livello delle riparazioni: all'inizio di quell'anno - quando ancora non era certo quanto il vincitore avrebbe preteso dallo sconfitto, e mentre in Germania si ipotizzavano delle richieste molto alte ma tuttavia ripagabili - la leadership politica di Berlino si comportava in maniera ancora molto costruttiva. 

Al fine di pagare le riparazioni si provvedeva a centralizzare l'amministrazione fiscale, ad aumentare le tasse e ad estendere la base imponibile. Non appena si seppe che le riparazioni avrebbero portato il debito pubblico ad essere pari a tre volte la ricchezza annua prodotta in Germania, la cooperazione si arresto' immediatamente. Come risultato, i cittadini iniziarono a non pagare piu' le tasse o a farlo in ritardo, e l'amministrazione fiscale lascio' che questo accadesse. La speranza di potersi liberare dal debito con i propri sforzi, semplicemente era venuta meno.

Per cercare di ottenere quello che spettava loro, Francia e Belgio decisero di occupare il bacino della Ruhr. Dovettero imparare a loro spese che anche con la forza militare non si poteva ottenere molto. Il governo tedesco chiese ai lavoratori una resistenza passiva e insieme alla Reichsbank fece in modo che le imprese e i loro dipendenti - nonostante la caduta della produzione - fossero in grado di pagare con denaro fresco della banca centrale. L'iperinflazione che segui' fu accettata pacificamente. Alla fine ci fu un positivo effetto collaterale: aver reso funzionante il sistema finanziario creato per il servizio del debito alle potenze vincitrici.

Il successivo presidente della Reichsbank Hjalmar Schacht nelle sue memorie scriveva che l'inflazione e gli eccessivi debiti di guerra agli occhi dei responsabili erano collegati: "I vertici della Reichsbank hanno ritenuto inutile tentare di stabilizzare il Marco, fino a quando non sarebbe stato chiaro, quale tributo di guerra la Germania sarebbe stata capace di pagare, e fino a quando non si sarebbe raggiunto un accordo con i vincitori su questo tema". Questa tesi sarebbe stata condivisa anche dal governo federale, ipotizza Schacht.

La strategia ebbe effetto, ma solo temporaneamente. Di fatto le potenze vincitrici tramite il piano Dawes, avevano trovato un modo per lasciare che la Germania continuasse a pagare con il denaro che loro stessi gli avrebbero prestato - sotto forma di crediti privati. La Germania ebbe una ripresa economica e visse la breve fase dei "Goldenen Zwanziger".

Il trucco non poteva durare a lungo. Tanto piu' che l'afflusso di crediti già nel 1929 si era prosciugato, allorché il cosiddetto piano Young entro' in vigore. Ma soprattutto il piano non toccava le esose riparazioni. Di fatto nel 1932 venne sospeso e in seguito cancellato. E di cio' fu solo Hitler ad approfittare. La decisione purtroppo arrivo' troppo tardi per la democrazia.

La lezione: quando un paese è cosi' indebitato da non poterlo obbligare a ripagare i debiti con mezzi pacifici, è nell'interesse del creditore ristrutturare il debito e riportarlo ad un livello di sostenibilità.