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venerdì 21 luglio 2023

Tutto quello che c'è da sapere sul salario minimo in Germania nel 2023

Chi ha diritto al salario minimo fissato dalla legge? Ci sono eccezioni? Quando è previsto il prossimo aumento? La confederazione dei sindacati tedesca (DGB, Deutsche Gewerkschatsbund) ci spiega tutto quello che c'è da sapere sul salario minimo fissato dalla legge e sugli effetti benefici che ha avuto sulla vita e la dignità di oltre 6 milioni di lavoratori. Dal sito della DGB

Salario minimo in Germania


Qual è il salario minimo previsto dalla legge nel 2023?

Il salario minimo di legge attualmente è di 12 euro l'ora. Nessun salario orario può essere inferiore ai 12 euro: i sindacati hanno lottato a lungo e con successo per questo risultato. Dal 1° ottobre 2022, infatti,  il salario minimo generale previsto dalla legge è di 12 euro l'ora. Questo salario minimo si applicherà anche a tutto il 2023.

Il salario minimo generale nel 2022 e 2023 è stato:

dal 01.01. al 30.06.2022: 9,82 euro/ora

dal 01.07. al 30.09.2022: 10,45 euro/ora

dal 01.10.2022: 12 euro/ora.

Per una settimana di 40 ore lavorative, il guadagno lordo con il salario minimo è di circa 2.080 euro al mese. Quanto rimane al netto, cioè al netto delle tasse e dei contributi sociali, varia da persona a persona e dipende da fattori come la classe fiscale, lo stato civile, il numero dei figli, l'appartenenza religiosa e lo stato federale.

Suggerimento: con il calcolatore lordo-netto della Hans Böckler Stiftung potete calcolare online il vostro guadagno netto sulla base del vostro salario lordo - ovviamente anche per il salario minimo.

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Quando sarà aumentato il salario minimo?

Il prossimo aumento del salario minimo di legge avverrà il 1° gennaio 2024. Il 26 giugno 2023, la Commissione per il salario minimo ha approvato una risoluzione sull'ammontare dell'adeguamento del salario minimo. In base a tale risoluzione, il salario minimo legale dovrà aumentare a 12,41 euro il 1° gennaio 2024 e un anno dopo, il 1° gennaio 2025, a 12,82 euro. Ciò corrisponde ad aumenti percentuali rispettivamente di appena il 3,4 e il 3,3%.

Questa decisione è assolutamente deludente dal punto di vista dei sindacati. È stata presa contro il parere dei rappresentanti sindacali. In considerazione dell'elevata inflazione e dell'aumento del costo dell'energia e dei generi alimentari, i rappresentanti dei sindacati avevano chiesto un aumento del salario minimo previsto dalla legge significativamente piu' alto.


"Non è stato possibile dare il nostro consenso nei confronti di un adeguamento del salario minimo solo nell'ordine dei centesimi. Con questa decisione, i quasi sei milioni di lavoratori che percepiscono un salario minimo subiranno un'enorme perdita in termini di salario reale. La Commissione per il salario minimo non adempie quindi al suo compito di garantire la protezione minima richiesta dalla legge nei confronti dei lavoratori.

Per ottenere questa protezione minima e per compensare l'inflazione, il salario minimo avrebbe dovuto salire almeno a 13,50 euro. I datori di lavoro e il presidente della commissione, tuttavia, si sono rifiutati di farlo.

È inoltre del tutto assurdo che i datori di lavoro non utilizzino il salario minimo di 12 euro l'ora, attualmente fissato dal legislatore, come base per il prossimo aumento. Con l'ultima decisione, i datori di lavoro utilizzano invece il vecchio salario minimo di 10,45 euro. Ciò equivale a non rispettare il legislatore, che aveva fissato i 12 euro prima che l'inflazione salisse alle stelle, in modo da rendere il salario minimo a prova di povertà"

È vergognoso che in questa situazione di massima inflazione i datori di lavoro vogliano risparmiare proprio sui soggetti più deboli del mercato del lavoro. Dovrebbero accettare una perdita di reddito di fatto e resterebbero completamente scollegati dall'andamento generale dei salari"


Membro del Comitato esecutivo del DGB e membro della Commissione per il salario minimo Stefan Körzell, 26 giugno 2023


Premessa: la Commissione per il salario minimo è un organo indipendente composto da rappresentanti delle associazioni dei datori di lavoro, dei sindacati e del mondo accademico. Esamina l'entità del salario minimo legale nella situazione attuale, in modo da fornire, tra l'altro, un'adeguata protezione minima ai lavoratori.

Di norma, la Commissione per il salario minimo presenta una proposta di aumento del salario minimo ogni due anni. L'adeguamento a 12 euro nel 2022 è stato un aumento non programmato e una tantum concordato nell'accordo di coalizione. In seguito, si è tornati alla regolare definizione, prevista dalla legge. Ciò significa  che anche nel 2023 non ci sarà alcun aumento del salario minimo previsto dalla legge.



Salario minimo di 12,41 euro dal 2024: perché i sindacati hanno votato contro?

In piena ondata inflattiva, la maggioranza della commissione per il salario minimo ha deciso di adeguare il salario minimo a soli 12,41 euro a partire dal 1° gennaio 2024 e a 12,82 euro dal 1° gennaio 2025. I tre rappresentanti sindacali della Commissione per il salario minimo hanno votato contro per questi motivi:

- I quasi 6 milioni di lavoratori con salario minimo hanno sempre meno soldi nel portafoglio: ad esempio, a maggio i prezzi dei generi alimentari sono aumentati di circa il 15% rispetto all'anno precedente. Per contro, l'aumento del salario minimo previsto per il 1° gennaio 2024 corrisponde solo a un +3,4%. La Commissione non sta quindi adempiendo al suo compito di garantire la protezione minima ai lavoratori.

- I datori di lavoro effettuano i calcoli sulla base sbagliata: non utilizzano l'attuale salario minimo di 12 euro stabilito dal legislatore, ma il vecchio salario minimo di 10,45 euro.

- la direttiva europea sui salari minimi deve essere attuata al più tardi entro la fine del 2024: In base ad essa, i salari minimi dovrebbero raggiungere almeno il 60% del salario mediano dei lavoratori a tempo pieno. In Germania, ciò corrisponderebbe a un salario minimo di circa 14 euro. 

Chiediamo l'immediata attuazione della direttiva UE sul salario minimo. Secondo i calcoli attuali, il salario minimo dovrebbe essere di almeno 13,53 euro. Si tratta di oltre un euro in più rispetto a quanto attualmente previsto dall'aumento. 


Chi decide il livello del salario minimo?


La commissione sul salario minimo: compiti e membri -->>


Come si è sviluppato il salario minimo legale in Germania?

Il salario minimo previsto dalla legge è stato introdotto in Germania il 1° gennaio 2015. All'epoca era di 8,50 euro lordi all'ora. Esso segna il limite salariale più basso al di sotto del quale non si può scendere. In altre parole, chiunque lavori non può guadagnare meno di 12 euro all'ora - con alcune eccezioni - e se lo fa, il datore di lavoro è perseguibile. Questo per proteggere i lavoratori dallo sfruttamento e dal dumping salariale.

Il salario minimo viene adeguato ogni due anni. Si tiene conto, tra le altre cose, anche dello sviluppo economico. Le proposte vengono presentate dalla Commissione per il salario minimo. Il 1° ottobre 2022 c'è stato un aumento unico e non programmato a 12 euro lordi all'ora. Ciò significa che il salario è aumentato di circa il 41% dalla sua introduzione nel 2015.

Chi ha beneficiato del salario minimo

Quali sono i risultati dell'aumento del salario minimo a 12 euro e chi ne beneficia?

Dall'aumento del salario minimo a 12 euro l'ora, 5,8 milioni di persone hanno ricevuto più soldi in busta paga. La percentuale di coloro che prima lavoravano per un basso salario dopo l'aumento è scesa dal 19 al 15,2%. È stato quindi dimostrato che il salario minimo ha raggiunto uno dei suoi obiettivi più importanti: la protezione dei lavoratori.

Sono soprattutto le donne e i lavoratori con un'occupazione marginale a beneficiare dell'aumento del salario minimo:

- 3,3 milioni di loro sono donne,

- 3 milioni hanno un'occupazione marginale (minijob)

Nonostante gli avvertimenti da parte dei datori di lavoro contro l'aumento del salario minimo e le numerose crisi in corso, i nuovi dati dell'Ufficio federale di statistica mostrano un effetto chiaramente positivo sull'economia.

"L'aumento del salario minimo ha un ulteriore effetto positivo sull'economia, in quanto il potere d'acquisto dei lavoratori è aumentato. Il rafforzamento del potere d'acquisto e l'aumento della domanda interna contribuiscono a stabilizzare l'economia nell'attuale situazione di crisi. I cosiddetti effetti negativi sull'occupazione non si sono concretizzati, come dimostrano le ricerche. Chiunque continui a sostenere che l'aumento del salario minimo comporta la perdita di posti di lavoro, vive in un mondo di favole".

Stefan Körzell, membro del Consiglio direttivo della DGB, 1 giugno 2022



A chi spetta il salario minimo?

Il salario minimo per legge è un salario minimo generale, valido per tutta la Germania. Si applica, con poche eccezioni, a tutti i lavoratori, indipendentemente dallo Stato federale in cui vivono o lavorano.

Oltre al salario minimo generale previsto dalla legge, alcuni settori hanno un proprio salario minimo, il cosiddetto salario minimo settoriale. Sono negoziati dai sindacati e dai datori di lavoro, stabiliti in un contratto collettivo e dichiarati generalmente vincolanti. Ciò significa che il salario minimo settoriale si applica a tutti i lavoratori di un settore, anche se l'azienda non è coperta da un contratto collettivo. Importante: anche nel caso di salari minimi settoriali, il salario minimo previsto dalla legge è il salario minimo assoluto.


Quali sono i salari minimi per i diversi settori industriali nel 2023?


Salari minimi settoriali -->


Quali sono le eccezioni al salario minimo?


Ci sono ancora eccezioni al salario minimo nel 2023

Non si applica ancora ai giovani di età inferiore ai 18 anni che non hanno completato la formazione professionale,

agli apprendisti - indipendentemente dall'età - in formazione professionale,

ai disoccupati di lunga durata durante i primi sei mesi di lavoro dopo la cessazione della disoccupazione,

agli stagisti, se il tirocinio è obbligatorio nell'ambito della formazione scolastica o universitaria,

ai tirocinanti, se il tirocinio serve volontariamente fino a una durata di tre mesi come orientamento per la formazione professionale o l'avvio degli studi,

ai giovani che partecipano a una qualifica introduttiva come preparazione alla formazione professionale o a un altro programma di preparazione alla formazione professionale in conformità con la legge sulla formazione professionale,

ai volontari.


Il salario minimo si applica anche ai mini-job?

Il salario minimo generale previsto dalla legge si applica indipendentemente dalla frequenza e dal numero di ore di lavoro, quindi anche ai mini-jobber

Per il 2023, ciò significa che il salario fissato dalla legge è di 12 euro lordi all'ora e il limite di reddito per i mini-job è di 520 euro. Chi riceve il salario minimo generale può quindi lavorare fino a 43 ore al mese - o dieci ore a settimana - in un mini-job. Se viene pagato un salario superiore al salario minimo fissato dalla legge, il numero di ore di lavoro possibili nell'ambito del mini-job diminuisce di conseguenza.


Esiste un salario minimo per gli apprendisti?

Gli apprendisti non ricevono un salario minimo, ma un'indennità di formazione minima. Spesso viene chiamato colloquialmente "salario minimo per gli apprendisti", ma non deve essere confuso con il salario minimo legale.

Nel 2023, l'indennità minima di formazione è di:

620 euro nel 1° anno di formazione,

731,60 euro nel 2° anno di formazione,

837 euro nel 3° anno di formazione,

868 euro nel 4° anno di formazione.


Cosa succede in caso di violazione della legge sul salario minimo?

Gli ispettori del lavoro (Finanzkontrolle Schwarzarbeit) dell'Amministrazione federale delle dogane (FKS) sono responsabili del monitoraggio del salario minimo. Tra le altre cose, controllano se i datori di lavoro pagano il salario minimo concordato per legge o il salario minimo settoriale applicabile e se rispettano gli obblighi di documentazione previsti

Per i lavoratori con un'occupazione ad orario ridotto (minijobber) e nei settori in cui c'è molto lavoro nero - come l'edilizia o la ristorazione, la logistica o la pulizia degli edifici - è obbligatorio per i datori di lavoro registrare il numero di ore di lavoro dei propri dipendenti. Se non rispettano questo obbligo, sono previste multe fino a 30.000 euro. La violazione del pagamento del salario minimo può comportare multe fino a 500.000 euro.

Importante: se un'azienda ingaggia altre aziende per la fornitura di un lavoro o di un servizio, è responsabile, in base alla responsabilità del committente, di garantire che il subappaltatore rispetti la legge sul salario minimo.


Cosa posso fare se il mio datore di lavoro imbroglia?

Se un datore di lavoro si rifiuta di pagare il salario minimo, si tratta di una chiara violazione della legge. Questo vale anche per le truffe relative alle ore di lavoro, ad esempio se vengono pagate meno rispetto a quelle lavorate e quindi il salario minimo viene pagato solo in termini puramente aritmetici, ma non di fatto.

In caso di frode di questo tipo, bisogna innanzitutto informare il superiore della violazione del salario minimo, preferibilmente per iscritto. Purtroppo, quando si arriva al dunque, ogni singolo lavoratore interessato deve fare causa al datore di lavoro per ottenere il pagamento del salario minimo. Gli iscritti ai sindacati possono ottenere consulenza legale gratuita dal proprio sindacato e protezione legale in caso di emergenza.

Il Ministero federale del Lavoro e degli Affari sociali (BMAS) mette a disposizione informazioni e una linea telefonica gratuita per i cittadini. Linea diretta: 030/60 28 00 28 (da lunedì a giovedì dalle 8.00 alle 17.00, venerdì dalle 8.00 alle 12.00).


Altri articoli sul salario minimo in Germania -->


lunedì 31 ottobre 2022

Vale ancora la pena andare a lavorare?



In Germania chi guadagna di piu' fra un percettore di Buergergeld e chi prende il salario minimo di 12 euro lordi l'ora? Vale ancora la pena andare a lavorare?

Dati alla mano la differenza è sostanziale, dati forniti dalla DGB





domenica 31 gennaio 2021

I minijobber come d'autunno sugli alberi le foglie

I minijobber nel settore della gastronomia e dell'ospitalità sono stati fra i primi a perdere il lavoro e soprattutto non hanno diritto né alla cassa integrazione né alla disoccuppazione, in pratica lavoro nero legalizzato, e per questo rischiano di finire subito in Hartz IV. Un articolo della DGB (confederazione sindacale tedesca) ci spiega perchè i minijob non sono la soluzione, anzi sono parte del problema.

La pandemia da Coronavirus è iniziata circa un anno fa. Fino alla sua esplosione la Bassa Sassonia per oltre un decennio aveva assistito ad una forte crescita dell'occupazione. Con il virus e con la conseguente recessione, questa fase, almeno per il momento, è terminata. Rispetto all'anno precedente, infatti, c'è stato un aumento significativo della disoccupazione. Persistono grandi incertezze.

La cassa integrazione ha salvato molti posti di lavoro

In considerazione di questa eccezionale situazione economica, tuttavia, la perdita in termini di posti di lavoro fino ad oggi è stata tutto sommato moderata. La cassa integrazione (Kurzarbeitesgeldes) ha alleggerito il peso che grava sulle aziende e ha salvato molti posti di lavoro.

I minijobber sono stati i veri perdenti sul mercato del lavoro

L'impatto del Coronavirus tuttavia varia molto a seconda della forma di occupazione. Il numero dei dipendenti soggetti ai contributi sociali nel periodo in questione è perfino aumentato, anche se in misura minima. Fra i mini-jobber invece c'è stata una riduzione molto forte. Il loro numero è diminuito di oltre il 7%. In totale, in Bassa Sassonia sono andati perduti più di 55.000 posti di lavoro. La maggior parte di questi posti di lavoro sono stati persi da dipendenti occupati esclusivamente con un contratto di mini-job. I minijobber sono stati quindi i grandi perdenti sul mercato del lavoro!

Questo risultato non è affatto sorprendente. Un promemoria: i mini-jobs, altrimenti detti impieghi marginali, con un limite di guadagno di 450 euro al mese - sono dei lavori precari. Spesso non sono neanche previsti dei contratti di lavoro, oppure sono solo temporanei. Inoltre, dato che per i mini-jobs non vengono versati i contributi per l'assicurazione contro la disoccupazione, i dipendenti con un mini-job non hanno diritto alla cassa integrazione. E a causa di questi fattori, in una tale situazione di crisi i mini-jobbers possono essere facilmente messi alla porta. E per questa stessa ragione, anche quando si tratta dell'indennità di disoccupazione, restano a mani vuote. Anche questo, infatti, è un beneficio erogato dalla Bundesagentur für Arbeit il cui accesso è precluso ai minijobber.



Ad essere colpite sono soprattutto le donne

C'è un numero particolarmente alto di persone con un'occupazione marginale nei settori attualmente ridimensionati dalla crisi del commercio al dettaglio, della ristorazione e degli eventi. In quei settori, in considerazione dell'ulteriore prolungamento delle chiusure, infatti, c'è il pericolo che la perdita dei mini-jobs continui. E questo potrebbe diventare un problema crescente soprattutto per le donne. Per loro, infatti, i mini-jobs molto spesso sono l'unica fonte di reddito. Molte di loro, infatti, rischiano di finire nella sicurezza sociale di base (Hartz IV).

L'assicurazione sociale obbligatoria deve essere applicata dal primo euro

Ecco perché questo è il momento per impare la giusta lezione. I mini-job hanno bisogno di essere riformati. Chi ha un'occupazione marginale (mini-job) non ha alcuna protezione e finisce senza alcun paracadute direttamente ai margini della società. Per essere garantiti i mini-job dovrebbero essere soggetti ai contributi sociali fin dal primo euro di retribuzione, senza eccezioni. In modo che questo rapporto di lavoro di seconda classe diventi finalmente un ricordo del passato!


sabato 8 febbraio 2020

Perché mini-job significa mini-pensione

Un anno di lavoro da minijobber a 450 € al mese equivale a 4.40 euro lordi  di pensione mensile futura, e se il lavoratore sceglie l'esenzione sono solo 3.55 euro lordi al mese di pensione maturata. In Germania c'è molta preoccupazione per il futuro pensionistico di quei 4.5 milioni di occupati che hanno solo un mini-job. Ne scrive la DGB, la confederazione sindacale tedesca.


Lavorare un anno per avere in futuro una pensione di 4.40 euro lordi al mese? Con i mini-job è realtà. La situazione è ancora piu' incerta quando si lavora per una famiglia privata. Qui la pensione accumulata spesso ammonta a soli 1,18 euro all'anno. La situazione deve cambiare, e alla svelta.

Mini pensioni

Un anno con un lavoro da 450 euro mensili pagando i contributi all'assicurazione pensionistica farà aumentare il livello della pensione futura di circa 4,40 euro lordi al mese. E' davvero poco. L'81 percento dei mini-jobber nel settore commerciale e industriale si fa esentare dall'assicurazione pensionistica. In questo caso, alla pensione mensile vengono aggiunti solo 3,55 euro lordi per ogni anno lavorato. Fra coloro che lavorano per le famiglie, quasi l'87% si fa esentare dai contributi pensionistici. [2] Di conseguenza, riceveranno una pensione lorda di 1,18 euro per ogni anno contributivo.

Ancora peggio: con l'esenzione perderanno anni di contributi e rinunceranno alla pensione di invalidità o di reversibilità come alle misure di riabilitazione medica. Allo stesso tempo, ne escono fortemente indebolite anche le casse sociali. Altri dipendenti, soprattutto quelli con dei redditi bassi o medi, dovranno pagare per loro.


Mini-diritti dei lavoratori

Dal punto di vista del diritto del lavoro, i mini-job dovrebbero essere equiparati ai lavori soggetti a contributi previdenziali. Sfortunatamente però, spesso vale solo in teoria. Nella pratica non è prevista una retribuzione in caso di malattia, in caso di straordinario e non ci sono ferie retribuite. I salari, inoltre, vengono ridotti grazie all'inserimento nel foglio delle presenze di un numero di ore inferiore rispetto a quello effettivamente lavorato. Il lavoro spesso è a chiamata e non può essere pianificato. 

Opportunità Mini

Tutti parlano di una carenza di lavoratori qualificati e di una mancanza di forza lavoro. Mentre la maggior parte dei mini-jobber ha una qualificazione professionale oppure accademica, e spesso sono costretti a svolgere mansioni da aiutante. Di solito nei mini-job non ci sono opportunità di formazione e perfezionamento professionale, di avanzamento di carriera e di una maggiore stabilità del reddito.

Mini-Jobs

Per gli occupati, i mini-job sono un finto sgravio fiscale che viene pagato caro dai lavoratori con minori diritti, minori opportunità e in seguito con  basse pensioni. Di conseguenza viene meno la possibilità di garantire e tutelare i lavoratori. I sistemi fiscali e della previdenza sociale ne escono indeboliti. Eppure la politica continua a puntare sui mini-jobs. Secondo gli ultimi dati dell'Agenzia federale per l'impiego, attualmente in Germania ci sono ancora oltre 7,5 milioni di lavoretti - la maggior parte dei quali (4,5 milioni) ha solo un mini-job. [3]

Molti di loro volentieri lavorerebbero piu' ore. Il 45% delle donne e il 56% degli uomini che hanno solo un mini-job vorrebbero estendere l'orario lavorativo. [4]

Ecco perché la DGB sostiene una strategia di uscita dalla trappola dei mini-job: i mini lavoretti dovranno essere gradualmente convertiti in lavoro part-time soggetto ai contributi previdenziali. Allo stesso tempo, i lavoratori a basso reddito dovranno ottenere una riduzione delle tasse attraverso uno sgravio per i dipendenti.

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[1] Durchschnittswert alte Bundesländer, 1. HJ 2020, eigene Berechnungen anhand eines 450-Euro Einkommens. Für die neuen Bundesländer ist der Wert ca. 4,54 Euro.
[2] Quartalsbericht III 2019, Minijobzentrale
[3] Bundesagentur für Arbeit, Auswertemonat Oktober 2019.
[4] SOEP long, 1985-2016, Weber, Enzo; Zimmert, Franziska: Der große Trend zur Freizeit?, 2018.




venerdì 12 aprile 2019

"Il tasso di disoccupazione tedesco è troppo bello per essere vero"

Secondo la Linke e i sindacati tedeschi, dalle statistiche ufficiali sulla disoccupazione, ai minimi storici, mancherebbero circa 900.000 persone, sistematicamente ignorate dai dati ufficiali. Ne scrive MDR


Il tasso di disoccupazione tedesco è troppo bello per essere vero - afferma Matthias W. Birkwald, capogruppo della Linke in Commissione Lavoro e affari sociali al Bundestag. Dalle statistiche mancano infatti i disoccupati di lunga durata con piu' di 58 anni, i lavoratori in formazione e gli occupati a un euro l'ora.

"La cosa piu' assurda è che quando un disoccupato la mattina va al centro per l'impiego e si mette in malattia, allora scompare anche dalle statistiche sulla disoccupazione. Cioè, se uno è malato, ufficialmente non è più disoccupato. Lo trovo assolutamente sbagliato"


Matthias W. Birkwald, della Linke

Birkwald ha rifatto il calcolo. Il numero dei disoccupati, dice, è di circa 900.000 persone piu' alto rispetto al numero dichiarato ufficialmente. Di fatto, i diversi governi federali hanno rimosso molti gruppi di persone dalle statistiche.

La sottoccupazione inserita nelle statistiche

L'arbeitsamt nelle sue pubblicazioni è vincolato dalle direttive della politica. Nonostante ciò, ogni mese, fra le cifre pubblicate, fa intravedere che ci sono più disoccupati rispetto al numero ufficiale, come spiega la portavoce Susanne Eikemeier. Negli anni si è capito che le persone desideravano avere un'immagine più chiara della disoccupazione. "Abbiamo voluto soddisfare questa richiesta e dal 2010, abbiamo quindi iniziato a indicare la cosiddetta sottoccupazione", spiega Eikemeier.

Questa cosiddetta sottoccupazione riguarda anche le persone coinvolte nelle misure per il reinserimento nel mercato del lavoro. Vengono calcolati allo stesso modo anche i lavoratori con orario ridotto e i lavoratori autonomi che vivono con i sussidi pubblici per la creazione d'impresa.

Anche i sindacati chiedono un tasso di disoccupazione più trasparente

Per il presidente della DGB (confederazione sindacale) della Sassonia, Markus Schlimbach, questo numero non viene calcolato in maniera sufficientemente ampia da mostrare il tasso di disoccupazione reale. Egli chiede infatti che il dato ufficiale venga integrato con determinati gruppi. 

Ad esempio, per Schlimbach le cifre sulla disoccupazione sarebbero più realistiche se coloro che sono coinvolti in una misura di formazione fossero inclusi nelle statistiche. Perché anche loro sono in cerca di un lavoro e avrebbero il diritto di apparire nelle statistiche sulla disoccupazione. Per Schlimbach si tratta di una questione di trasparenza.

Linke: le statistiche sulla disoccupazione dovrebbero essere più comprensive

Il politico della Linke Matthias W. Birkwald, chiede invece che le statistiche sulla disoccupazione siano redatte nella maniera piu' ampia possibile. Bisognerebbe inoltre menzionare quante sono le persone che lavorano involontariamente solo part-time.

"È il momento di agire invece di usare i soliti trucchetti. Tutti i disoccupati non ancora conteggiati devono essere inclusi nelle statistiche ufficiali sulla disoccupazione in modo che questi dati possano indicare la disoccupazione reale"

Matthias W. Birkwald della Linke

Se si chiede ai partiti di governo cosa ne pensano, rispondono con il silenzio. Diversi politici dell'Unione e della SPD non hanno voluto commentare una riforma dei metodi di calcolo.

L'ultima volta in cui c'è stata un po' di onestà fu nel 2005. Il governo di Gerhard Schröder incluse centinaia di migliaia di beneficiari di welfare nelle statistiche. Per la sua SPD fu uno smacco, perché sulla carta il numero ufficiale dei disoccupati fece da un giorno all'altro un balzo enorme.





lunedì 1 maggio 2017

Anche i sindacati tedeschi a favore di una riduzione degli avanzi commerciali con l'estero

Post a tema sindacale per il primo Maggio: la potente confederazione dei sindacati tedeschi DGB si schiera contro il governo e a favore di una riduzione degli avanzi commerciali con l'estero. Direttamente dal sito della DGB.


Ridurre gli avanzi con l'estero

Wolfgang Schäuble si sta inimicando il mondo intero. Dal FMI al candidato alla presidenza francese Macron, dalla Commissione Europea fino al presidente americano Trump: tutti chiedono un riequilibrio delle partite correnti tedesche. Tuttavia il governo federale - soprattutto il Ministro delle Finanze Schäuble - non vuole cedere. Non ci sono "misure ragionevoli che possano ridurre gli avanzi delle partite correnti tedesche", cosi' secondo Schäuble. Tutt'al piu' sono gli altri a dover fare qualcosa: se la BCE aumentasse i tassi e facesse salire il corso dell'Euro, l'avanzo tedesco scenderebbe da solo, fa capire il Ministro delle Finanze. Ignorare e restare fermi - questa è la strategia tedesca per affrontare gli squilibri, ed è molto pericolosa.

Stabilizzare l'economia

Prima di tutto gli avanzi con l'estero sono un problema per la stabilità dell'economia globale. Nel 2016 hanno raggiunto il valore record di 261 miliardi di Euro e da diversi anni sono sopra il 6% del PIL. Questo limite - di per sé già molto elevato - è stato fissato dall'UE come soglia di accettabilità. Alla fine vale sempre il solito principio: quando un paese importa meno di quanto esporta, ci sarà sempre un altro paese costretto ad importare piu' di quanto esporta, e quindi a consumare piu' di quanto produce. Questo gruppo di paesi pertanto è inevitabilmente costretto ad indebitarsi - una situazione che non è affatto stabile. All'interno degli stati questi problemi vengono risolti attraverso i trasferimenti - come ad esempio accade in Germania con i trasferimenti dai Bundeslaender piu' forti a quelli piu' deboli. Di questi trasferimenti a livello europeo il Ministro delle Finanze Schäuble naturalmente non vuole saperne. 

La Germania deve agire

In secondo luogo anche per la Germania non fare nulla è molto pericoloso. Perché c'è il rischio che siano gli altri a prendere l'iniziativa. Il presidente americano Trump in piu' occasioni  ha annunciato misure protezionistiche e dazi per le imprese tedesche. Se l'export tedesco dovesse essere fermato in questo modo, ci sarebbero conseguenze molto gravi per la Germania. Su una cosa Schäuble ha tuttavia ragione: la forza dell'export tedesco è dovuta alla qualità dei beni prodotti e alla domanda di questi beni che proviene dall'estero. Sarebbe perciò' assurdo voler ridurre il valore nominale delle esportazioni.


Rafforzare il potere d'acquisto, sostenere le importazioni

All'interno di questo quadro, il governo tedesco puo' e deve agire: puo' ridurre le dimensioni del settore a basso salario, promuovere la contrattazione collettiva e contribuire affinché i lavoratori nel nostro paese abbiano piu' denaro da spendere per poter acquistare prodotti esteri. Questo aiuterebbe le importazioni e spingerebbe le imprese ad investire in un mercato interno in crescita. Inoltre lo stato stesso puo' investire - nelle scuole, nelle infrastrutture e in molto altro. Gli investimenti privati e pubblici spingerebbero le importazioni e contribuirebbero alla riduzione degli avanzi con l'estero. Una tale strategia attiva avrebbe inoltre il merito di influire positivamente sulla qualità della vita in Germania. Sarebbe chiaramente molto piu' ragionevole, perché se continuiamo ad aspettare, a ridurre l'export tedesco ci penseranno una rivalutazione dell'Euro oppure le barriere doganali degli Stati Uniti.

giovedì 20 settembre 2012

Da 400 € a 450 € al mese


Dopo 10 anni senza recupero dell'inflazione, lo stipendio degli oltre 7 milioni di occupati con un minijob passa da 400 € a 450 €: vicolo cieco che porta alla povertà oppure trampolino per un vero lavoro? Da FAZ.net



Circa 7 milioni di cittadini hanno un'occupazione senza assicurazione sociale: guadagnano al massimo 400 € al mese, lordo e netto coincidono. Questo limite superiore  sarà ora aumentato a 450 €. La DGB (confederazione sindacale) critica la proposta.

Il limite massimo di reddito per i Minijobs il prossimo anno dovrebbe passare dagli attuali 400 € ai 450 € mensili. E' quanto prevede un disegno di legge approvato mercoledi dal governo. Il progetto, nato dall'iniziativa dei gruppi di maggioranza, dovrà essere approvato la prossima settimana dai gruppi parlamentari. L'unione e la FDP giustificano l'innalzamento sostenendo che il tetto previsto per questi contratti non veniva ritoccato dal 2003. Il limite per i cosidetti midijobs dovrebbe invece passare da 800 a 850 € al mese. Oltre all'incremento, in futuro è prevista un'assicurazione obbligatoria per la pensione statale, da cui tuttavia i minijobber avranno la possibilità di essere esentati. Al settore pubblico e alla previdenza sociale questa nuova regolamentazione costerà 370 milioni all'anno.

Il Deutsche Gewerkschaftsbund (DGB) - confederazione sindacale - ha messo in guarda da un allargamento del settore del lavoro a basso salario. Il membro del consiglio direttivo DGB Annelie Buntenbach ha criticato la proposta, dichiarando che i Minijobs "non sono un trampolino di lancio per un buon lavoro, piuttosto un vicolo cieco, che soprattutto per le donne si conclude con la povertà in vecchiaia". Gli occupati con un minijob ricevono in media un salario orario di meno di 8 €. Un aumento del limite massimo per i minijobs, farebbe aumentare in futuro il numero di lavoratori che ricevono un basso salario (meno di 10 € lordi all'ora).

L'esperto di mercato del lavoro Johannes Vogel (FDP) non è daccordo. L'accusa secondo cui i minijobs servirebbero a rimpiazzare i lavori regolari con obbligo assicurativo, non si dimostra vera alla prova dei fatti, ha dichiarato alla FAZ. Da qualche tempo è in crescita il numero degli occupati, mentre la quota dei minijobs non cresce affatto. Anche nel settore del commercio e della gastronomia, preso sempre come esempio, un tale sviluppo non è stato notato. "Anche i minijobs sono parte del boom nel mercato del lavoro tedesco. Offrono una facile possibilità di guadagnarsi qualcosa. In questo modo contribuiscono a combattere efficacemente il lavoro nero" ha dichiarato sempre Vogel. Un aumento salariale dopo 10 anni senza recupero dell'inflazione sarebbe "solamente equo". In Germania al momento ci sono circa 7 milioni di occupati con un minijobs.

mercoledì 2 maggio 2012

I sindacati non ci stanno

Sulla Frankfurter Rundschau leggiamo che al di sopra delle Alpi non ci sono solo Sinn, Weidmann, Schäuble e  il rigorismo merkeliano. I sindacati, in occasione del primo maggio, hanno manifestato il loro disaccordo verso le politiche di risparmio del governo di Berlino.
Migliaia di lavoratori in tutto il paese hanno sfilato nelle strade al grido di: "Lavori buoni per gli europei, salari equi e sicurezza sociale". "Non sono gli uomini ad aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità", ha dichiarato Sommer, il leader di DGB (confederazione sindacale tedesca). Le vere responsabili della crisi sono le elite avide di danaro.

I sindacati per il primo di maggio hanno avvertito i governi di non trasferire i costi della crisi sulla collettività. "Non sono le persone ad aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità" ha detto Michael Sommer, numero uno della DGB (confederazione sindacale tedesca) a Stoccarda. Sono le elite "avide di danaro che hanno derubato gli stati e che vogliono continuare a farlo". Il leader di Ver.di (il sindacato dei servizi) Frank Bsirske,  si è detto contrario a misure di risparmio a senso unico. 

Alle dimostrazioni nazionali del primo maggio, sotto il motto "Lavori buoni per gli europei,  salari equi e sicurezza sociale", hanno preso parte 420.000 persone, secondo quanto indicato da DGB.

Politica sbagliata

La vera responsabile della crisi è la politica sbagliata, ha detto Sommer. Chi non aumenta le tasse, permette la corruzione: "aver lasciato i mercati finanziari liberi di agire e il capitalismo predatorio privo di regole, è la vera causa della crisi vissuta in molti paesi europei". Invece di far risparmiare gli stati fino alla morte, sono necessari investimenti per il futuro dei paesi, ha continuato il leader di DGB. "L'alternativa alla capitolazione di metà delle economie europee non sono i programmi di risparmio, ma i programmi di rilancio economico".
Frank Bsirske alla manifestazione centrale di Ver.di a Saarbruecken ha detto che il Fiskalpakt "impone all'Eurozona una dose eccessiva di risparmio". Se l'Europa continua a risparmiare in maniera così forte durante la crisi, dovrà rassegnarsi alle differenze sociali fra gli stati membri e all'interno degli stessi paesi. Sono sotto attacco le conquiste sociali come la contrattazione collettiva e i sistemi di protezione sociale: "In questo modo si affonda la legittimazione dei progetti europei, questa politica è una bomba per l'integrazione europea" ha continuato Bsirske.

Richiesta di un piano Marshall

Per risolvere la crisi europea è necessaria una maggiore regolamentazione dei mercati finanziari e un piano Marshall che dia impulso alla crescita, ha dichiarato il leader della IG Metall Berthold Huber. La Germania ha bisogno di una Europa capace di avere un futuro e una politica, che abbia attenzione per il lavoro, rafforzi la sicurezza sociale e prenda in considerazione la questione ecologica. "Non si tratta di cambiare lato della strada e continuare a camminare nella direzione sbagliata - no, c'è bisogno di cambiare la direzione" ha detto Huber ad Amburgo.

Secondo il leader della Linke Gregor Gysi, i governi sarebbero all'opera per distruggere l'Europa come idea sociale. Tutti discutono di risparmiare e tagliare la spesa. "Mai una volta che quelli che dovrebbero farlo discutano di un aumento delle entrate fiscali". Ci sarebbe piu' solidarietà di quanta non ne serva, anche con la società greca, ha detto sempre Gysi.