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martedì 17 ottobre 2017

Gli Hartz IV non possono avere risparmi

Un altro esempio chiarisce la natura vessatoria ed invasiva di Hartz IV. Il Tribunale Sociale  di Kassel con una recente sentenza ha deciso che i percettori di Hartz IV (circa 400 € al mese) non sono autorizzati a mettere da parte qualche soldo, anche se per risparmiare  decidono di privarsi del cibo. Dalla  Berliner Zeitung



I disoccupati non sono autorizzati a mettere da parte qualche soldo risparmiando una parte del sussidio Hartz IV. Lo ha deciso giovedi scorso il Tribunale Sociale Federale di Kassel, il provvedimento esclude solo i prodotti previdenziali e assicurativi ai quali il disoccupato momentaneamente non ha accesso.

E' la sentenza emessa nei confronti di un uomo di 60 anni della Sassonia-Anhalt che grazie alle prestazioni Hartz IV ricevute, nel corso degli anni era riuscito a mettere da parte un piccolo patrimonio pari a 18.540 euro.

L'uomo disponeva di un deposito azionario di 1300 €, di un libretto di deposito di 424 € e di un'assicurazione sulla vita per un valore di circa 16.800 €.

Ho risparmiato una parte del sussidio Hartz IV "privandomi del cibo"

Il Jobcenter Mansfeld-Südharz ritiene che il denaro risparmiato debba essere utilizzato. Nel suo ricorso contro il Jobcenter l'uomo ha evidenziato invece che in questo caso dovrebbe essere fatta un'eccezione visto che il denaro "è stato risparmiato privandosi del cibo".

Il Tribunale Sociale ha rigettato il ricorso. L'utilizzo dei risparmi accumulati "su prestazioni non necessarie" non rappresenta una misura di particolare durezza. La legge non prevede in questo caso nessuna esenzione. Sebbene sia possibile risparmiare una parte delle prestazioni Hartz IV, tali risparmi sono pensati in previsione di spese piu' grandi, come la sostituzione di un vecchio elettrodomestico ad esempio. Per queste spese il disoccupato puo' far valere un credito di imposta fino a 750 euro, oltre all'importo base di 9.000 euro di risparmio permesso dalla legge.

Sono previsti diritti aggiuntivi per le prestazioni previdenziali, ma solo per quelle assicurazioni sulla vita che non siano immediatamente disponibili. Nel caso specifico il tribunale sociale regionale della Sassonia-Anhalt deve tuttavia chiarire se l'assicurazione sulla vita in questione puo' essere utilizzata in ogni momento o meno.

sabato 8 luglio 2017

Le riforme prossime venture ovvero quando un Jobcenter di Berlino obbliga una giovane madre a lavorare in un sexy shop

L'importanza di fare le riforme strutturali, anche in Italia, ma come funziona esattamente Hartz IV in Germania? La storia di una giovane madre di Berlino, laureata in fisica, è esemplare e chiarisce la natura di Hartz IV, un sistema burocratico e dal carattere spesso vessatorio. Il Jobcenter di Berlino-Pankow vorrebbe obbligarla a lavorare in un sexy shop per integrare il suo salario con l'indennità Hartz IV, la giovane donna si oppone alla minaccia di sanzioni. Grazie Claudio per l'ottima traduzione! Da berliner-zeitung.de


Frigga Wendt ha 36 anni, è madre di un bambino, ha studiato Fisica all'Università “Humboldt” e lavora come libera professionista presso associazioni, laboratori didattici e scuole. Però, secondo il Jobcenter di Pankow, il suo prossimo posto di lavoro sarà in un sexy-shop, dove venderà riviste e giocattoli erotici. La donna si è vista recapitare l'offerta, con tanto di intimazione a presentarsi al colloquio di lavoro, ma si è rifiutata, sporgendo a sua volta denuncia per coercizione.

“Quando ho letto la lettera non potevo credere ai miei occhi” dice la donna al Berliner Zeitung. “Mi era già capitato di fare esperienze del genere con il Jobcenter ma questa volta si è verificato un vero e proprio salto di qualità. Non ho alcuna intenzione di vendere dildo per nove euro l'ora, tantomeno quando provano a costringermi con la minaccia di eventuali sanzioni”.

Invece di inviare la propria candidatura (come richiesto dal Jobcenter), scrive direttamente una lettera di rifiuto al negozio erotico che si trova nei pressi del quartiere Kurfürstendamm. Nel frattempo invia anche una motivazione al suo diniego pubblicata sul sito internet del negozio: “Non sono i vostri dildo ad essere perversi, quanto il ricatto con cui vorreste obbligarmi a venderli. E tutto ciò a discapito di mio figlio e del mio lavoro con gli altri bambini. Nel caso in cui il Jobcenter volesse avere informazioni sulla mia candidatura, rispondetegli semplicemente che io non sono interessata a questo lavoro, senza fornire loro ulteriori indicazioni”.

Ciò non significa certo che Frigga Windt sia una scansafatiche disoccupata da parecchio tempo. “Vado nelle scuole, negli asili, nei laboratori didattici e lì faccio assieme ai bambini esperimenti tecnici, avvicinandoli in questo modo alla Fisica”. Però, dal momento che la sua condizione di libera professionista non le consente di guadagnare abbastanza per poter provvedere a sé stessa e a suo figlio, il Jobcenter le riconosce il diritto di vedersi integrato il proprio reddito con quanto le manca per raggiungere la soglia minima di sussistenza.

“Questo però non li autorizza a costringermi a lavorare in un sexy-shop”.

Da un punto di vista morale Frigga Wendt ha ragione, dal punto di vista giuridico invece la questione è assai controversa. Dopo la diffusione di questa notizia è intervenuta la presidente della Linke Katja Kipping (39 anni), la quale ha interpellato direttamente il Governo Federale per sapere se un'offerta di lavoro in un sexy-shop vada considerata un obbligo inderogabile.

“Il sottoporre proposte di mediazione nell'ambito del commercio e della distribuzione di materiale erotico non cozza con alcun principio giuridico”. Questa è stata la risposta del Segretario di Stato e parlamentare della SPD Anette Krame (49 anni). “In casi del genere però è necessario procedere con la dovuta cautela in modo da non ledere i diritti individuali”. Un eventuale rifiuto non dovrebbe pertanto comportare alcun tipo di sanzione. Ad ogni modo Frigga Windt è indignata. L'oscena offerta di lavoro l'ha talmente inquietata che ha ormai deciso di sporgere denuncia – per coercizione – nei confronti del Jobcenter di Pankow.

lunedì 6 agosto 2012

La SPD apre timidamente agli Eurobond (e tutti la attaccano)


Sigmar Gabriel, membro della troika alla guida della SPD, dopo l'intervento di Habermas, Bofinger e Nida-Rümelin sulla FAZ, apre timidamente agli Eurobond. CDU e FDP non perdono l'occasione per attaccarlo. Da Berliner Zeitung.
Gli stati Euro dovrebbero garantire congiuntamente per i debiti, ha dichiarato Sigmar Gabriel. Secondo il leader SPD, per trasferire i poteri di bilancio del Bundestag alla UE, c'è bisogno di modifiche costituzionali e di un voto popolare. Unione e FDP rifiutano un tale dibattito costituzionale.

La coalizione di governo (Unione e FDP) e l'opposizione sono sempre  piu' distanti nella ricerca di una soluzione alla crisi Euro. Mentre i leader politici dell'Unione attaccano la BCE e la Grecia, e in Europa difendono il controverso corso seguito dal governo federale, la SPD si prepara ad un radicale cambio di strategia.

Sigmar Gabriel (SPD) condivide in pieno il contributo di Jürgen Habermas, Julian Nida-Rümelin e Peter Bofinger ed intende introdurre le loro idee nel dibattito sul programma elettorale della SPD. Nell'articolo dei 3 professori si propone una messa in comune dei debiti fra gli stati Euro, da associare ad uno stretto controllo sui bilanci nazionali dei singoli stati. Secondo i 3 autori questo passo è indispensabile per la soluzione della crisi. Manca tuttavia un progetto politico. Questo sarebbe tanto piu' necessario per bloccare attraverso misure politiche "i mali dell'inquietante universo parallelo" - vale a dire i cattivi mercati finanziari.

Voto popolare sull'Europa

SPD, Unione e Verdi sono stati invitati dai 3 autori ad iniziative comuni per lanciare una nuova convenzione costituzionale. Si dovranno quindi elaborare proposte per un cambiamento costituzionale finalizzato a trasferire alle istituzioni europee i poteri di bilancio nazionali. Il risultato dovrà essere approvato con un referendum popolare. In questo modo sarà possibile aprire la strada ad una unione politica dell'Europa composta da un nucleo di 17 paesi.

Senza un tale cambiamento di strategia l'unione monetaria nella sua  forma attuale non potrà sopravvivere a lungo, scrivono i filosofi Habermas e Nida-Rümelin insieme all'economista Bofinger, membro del gruppo dei 5 saggi economici. Gabriel ha dichiarato alla Berliner Zeitung che condivide questo punto di vista: "Introdurrò questo contributo nella nostra discussione sul programma di governo e farò campagna per queste proposte presso i leader dei partiti socialdemocratici europei". Il corso politico che la SPD fino ad ora ha appoggiato al Bundestag sembrerebbe chiuso.

FDP: "spettacolo di burattini"

La proposta di Gabriel ha innescato diverse risposte. Il capogruppo al Bundestag della FDP Brüderle, ha detto che la coalizione (FDP e CDU/CSU) è felice di "poter trasformare le elezioni federali in un referendum sul socialismo del debito proposto dal sig. Gabriel". Il segretario generale della FDP Patrick Doering ha accusato Gabriel di avere una politica vacillante e ha definito la proposta di Gabriel "uno spettacolo politico di burattini". E' arrivato il momento per "una parola del capo" da parte del segretario SPD Frank-Walter Steinmeier, "per ristabilire la serietà della politica socialdemocratica" ha detto Döring.

Al contrario fra gli economisti tedeschi l'approccio ha avuto un'accoglienza positiva. In questo modo "sarebbe finalmente possibile illustrare gli argomenti economici e politici pro e contro questo corso politico" ha dichiarato ad Handelsblatt l'economista Kai Carstensen, responsabile degli studi sulla congiuntura dell'Istituto Ifo di Monaco. Se i cittadini dovessero votare in maniera favorevole, i trasferimenti di poteri sarebbero legittimati democraticamente.

Anche il direttore dell' Instituts der deutschen Wirtschaft (IW), Michael Hüther, ha mostrato interesse per l'idea. "Gabriel ha ragione quando dice che una unione fiscale con regole molto rigide per il controllo dei bilanci non è possibile sulla base della costituzione vigente", ha detto Hueter. Tuttavia questa è un processo che richiede molto tempo, perciò " la proposta non sarebbe una soluzione per l'attuale crisi".