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martedì 31 luglio 2012

2.8 trilioni e il cerino in mano


Lentamente gli scricchiolii arrivano anche al di sopra delle Alpi e ci si comincia a chiedere a chi resterà in mano il famoso cerino dei crediti verso l'estero. La somma è gigantesca, 2.8 trilioni, e anche i tedeschi cominciano a temere per il crollo del ramo. Da FAZ.net

I salvataggi Euro sono sempre piu' costosi. Ma anche la forza della Germania non è illimitata. I primi segnali sono già visibili.

La scorsa settimana è iniziata con un terremoto, innescato da Moody's. Lunedi gli analisti hanno messo in dubbio se  la Germania - che fino ad ora godeva di piena fiducia - può ancora mantenere il rating "AAA". Mercoledi successivo un altro schock: l'indicatore piu' importante sulla congiuntura economica, l'indice IFO, è sceso in maniera significativa per la terza volta di seguito. E le aziende del DAX fino ad ora nemmeno sfiorate dalla crisi? Alla fine della scorsa settimana imprese come Siemens e MAN hanno presentato i dati con un certo imbarazzo. I bilanci mostrano che le Euro-eruzioni anche per loro non sono prive di conseguenze.

Rischi per le garanzie eccessive

Tutto insieme dà un quadro chiaro: anche il pilastro piu' forte nella euro costruzione prima o poi si incrina. Gli impegni per i salvataggi si rivelano sempre piu' una minaccia reale. E allo stesso tempo ci si pone la domanda: per quanto tempo ancora la Germania potrà sostenere il peso dell'Euro? E quando tutto crollerà?

Con tutte le incertezze degli scenari di crisi, solamente uno è sicuro: in caso estremo la Germania è responsabile, con una somma che fa sembrare il bilancio federale molto gracile. In caso di collasso Euro la Germania dovrebbe sborsare 771 miliardi di Euro, secondo i calcoli dell'Istituto Ifo di Monaco. A confronto: il ministero delle finanze ha solo 306 miliardi da ripartire.

La Grecia è un'arena secondaria

E' un calcolo che fa trasalire - ed è un importo che cresce costantemente. Ad esempio in Grecia, se Atene non potrà pagare i propri debiti, il costo per ogni tedesco sarebbe di almeno 1000 €, secondo il calcolo fatto dal ricercatore IFO Kai Carstensen. "Sarebbero necessari circa 89 miliardi di Euro, nel caso in cui la Grecia andasse in bancarotta, pur rimanendo nella zona Euro", ci dice Carstensen. Se la Grecia uscisse dalla moneta unica, alla Germania costerebbe 7 miliardi di Euro in meno. La parte principale del conto sono i miliardi con i quali la Germania garantisce per il fondo EFSF, e i debiti degli ellenici verso la BCE, per i quali anche i tedeschi sono responsabili.

Un errore viene commesso da chi considera questa somma come isolata - e la ritiene pertanto gestibile. Il semplice calcolo secondo cui il rapporto debito/pil tedesco crescerebbe solamente del 3.5 %, non va bene. Questa soluzione, ora che il governo può prendere a prestito a tasso vicino allo zero, sembrerebbe molto attraente: il fallimento greco costerebbe al governo tedesco solo un miliardo di Euro all'anno, basterebbe eliminare le prestazioni assistenziali come il Betreuungsgeld, e si potrebbe avere facilmente la somma a disposizione.

Ma la Grecia è diventata il luogo secondario della crisi. Il piu' grande pericolo per le immense somme con cui la Germania si è impegnata arriva dalla Spagna. Le pessime notizie che giungono dalle regioni fanno presagire che tutto il paese avrà bisogno della copertura del fondo di salvataggio. Ma potrebbe andare anche peggio: la settimana scorsa ha suscitato molto interesse un'analisi condotta da 17 economisti riconosciuti a livello internazionale. Hanno messo in guardia da un collasso dell'Euro, a cui l'Europa come anche la Germania sembrano andare incontro. I costi? Incalcolabili.

Crediti per oltre 2.8 trilioni di Euro

"Importanti fondi sovrani si stanno ritirando dall'Europa, la fiducia fra le banche sta diminuendo", ci dice Lars Feld, membro del Comitato di saggi per la valutazione dello sviluppo economico (Sachverständigenrats zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung).  A meno di una inversione di tendenza immediata della politica, prima la Spagna e poi anche l'Italia dovranno essere salvate. "E sarà molto difficile da contrastare", dice Feld. Come prova ci mostra i dati. Da soli i due grandi paesi del sud Europa fino alla fine del 2013 dovranno reperire 750 miliardi di euro di denaro fresco. "Questo è troppo per il fondo EFSF e ESM", calcola Feld. Il limite di credito di entrambi i fondi è di circa 640 miliardi di Euro.

Se dovesse andare come il ricercatore di Freiburg teme possa andare, il conto dell'Euro per la Germania sarebbe davvero salato. In Germania, le imprese, le banche, i privati e lo stato hanno crediti per 2.8 trilioni di Euro verso i debitori della zona Euro, secondo i calcoli del consiglio dei saggi. Una somma piu' grande di quanto in un anno i tedeschi riescano a produrre. Feld :"Se l'euro dovesse dissolversi, una porzione non trascurabile di questi crediti andrebbe perduta".

Che cosa può fare la BCE

Quanto sarebbero grandi queste perdite, nessun ricercatore lo può dire. Dopo un crash dell'Euro i tassi di cambio dovrebbero essere definiti nuovamente, per molti paesi del sud questo renderebbe il rimborso del debito impossibile. Sugli accordi per il rimborso che si faranno con gli altri paesi, dipenderà molto dalle capacità negoziali della politica. Le conseguenze sarebbero drastiche, il ricercatore Feld ne è certo: "La situazione sarebbe peggiore di quella del dopo Lehman". Nel 2009 il PIL è caduto del 5.1 %. Se arrivasse il crash, le aziende di medie dimensioni vedrebbero a rischio il pagamento delle fatture e sarebbero insolventi. Le banche, che non hanno ancora recuperato dall'ultima crisi, si troverebbero in difficoltà. E sarebbe anche la fine dei tassi bassi da sogno e della forte crescita.

Quanto tempo resta alla Germania per evitare questa esplosione? "Può anche essere che si riesca a superare l'estate in una situazione di normalità, e a destreggiarsi per il mese di settembre", ci dice Feld. Ma la situazione potrebbe peggiorare anche molto rapidamente. "Fino alle prossime elezioni federali del settembre 2013 non potrà durare", teme Feld. Che la BCE contro il proprio mandato possa iniziare a finanziare in maniera duratura gli stati, Feld non la considera una buona idea. "La BCE non ha nessuna possibilità di imporre delle condizioni per il suo aiuto".

Solo allarmismo?

Il governo federale si rifugia in una politica di appeasement. Non ne vuol sapere degli allarmi dei ricercatori, si tratta di "uno dei tanti pareri degli esperti". I dati provenienti dai mercati sembrano confermare le valutazioni fatte fino ad ora. I tassi sul debito pubblico tedesco non hanno reagito agli avvertimenti di Moody's, il governo continua a credere fermamente, nonostante il cupo clima finanziario, alla previsione di crescita dello 0.7 %.

Se considerare gli avvertimenti come allarmismo, possa essere una strategia per il lungo periodo è abbastanza discutibile. " La crisi ora tocca anche l'economia reale", ci dice il capo economista della Commerzbank, Joerg Kramer. La previsione di crescita dell'1.3% per il prossimo anno sembra essere in discussione. Il motivo: il portafoglio ordini delle aziende è lontano dall'essere pieno come si sperava. Siemens nel secondo semestre, anche a causa della crisi Euro, ha dovuto registrare un arretramento degli ordini del 23%.

Christian Dreger, macroeconomista del DIW (Deutschen Institut für Wirtschaftsforschung), vede nell'industria dell'export il pericolo di una disoccupazione crescente. Diversamente da quanto accaduto nella relativamente breve crisi finanziaria, in futuro le imprese non saranno in condizione di ammortizzare una fase di crisi con il Kurzarbeit (riduzione dell'orario lavorativo). "Il periodi di recupero questa volta sarà molto lungo" avverte, "forse 10 anni".

sabato 28 luglio 2012

Sinn: garanzie concrete in cambio di aiuti finanziari


H.W. Sinn rilancia un suo cavallo di battaglia: aiuti finanziari solo in cambio di garanzie tangibili. L'esempio è quello finlandese. Meglio il campanile di Giotto o Piazza San Marco? Da WirtschatsWoche
Il presidente dell'Isitituto Ifo di Monaco, Hans Werner Sinn, invita il governo federale a concedere nuovi aiuti ai paesi Euro in crisi solo a fronte di garanzie.

"Moody's ha confermato il rating AAA finlandese, perchè la Finlandia ha preteso un pegno in cambio dei salvataggi. Questa è la soluzione anche per la Germania", ha dichiarato Sinn a WirstschaftsWoche. La decisione dell'agenzia di rating americana, di mettere in discussione il massimo rating tedesco, è dovuta al fatto che la Germania ha assunto responsabilità sempre maggiori nei salvataggi Euro.

Sinn ha messo in guardia da una estensione dei salvataggi anche a Spagna e Italia. "I CDS per l'assicurazione del debito tedesco durante la crisi sono aumentati 10 volte, questo mostra come i mercati stanno valutando la situazione" continua Sinn. Allo stesso tempo ha messo in guarda da ulteriori acquisti di titoli pubblici da parte della BCE. "Dal 1995 si è condotta una politica di riduzione artificiale dei tassi nel sud-Europa. Questo ha causato un eccesso di indebitamento privato e pubblico, facendo emergere una bolla inflazionaria in sud Europa: il risultato è stato una perdita di competitività", ha dichiarato Sinn.

mercoledì 18 luglio 2012

Stabilitätsunion! Was?


Angela Merkel, nell'intervista estiva alla ZDF, ribadisce che non ci sarà solidarietà senza avere in cambio riforme concrete. E intanto prende tempo sul controllo bancario europeo. Torna a farsi viva la parola magica: Stabilitätsunion. Da Deutsche Mittelstands Nachrichten
La cancelliera Angela Merkel nell'intervista estiva alla ZDF ha bocciato la proposta italiana e spagnola: un salvataggio diretto delle banche, ci sarà solamente con la creazione di un controllo bancario europeo. Per realizzarlo, sarà necessario ancora un po' di tempo.

Nell'intervista estiva alla ZDF, Angela Merkel ha affossato le speranze italiane e spagnole di un salvataggio bancario incondizionato. Il presupposto necessario per una tale misura sarà il controllo bancario a livello europeo. Fino ad allora, i singoli stati dovranno garantire per le loro banche. Alla domanda sulla Grecia, la cancelliera non si scopre troppo: dopo la determinazione mostrata nei mesi scorsi, è una nuova interessante sfumatura.

Angela Merkel gioca di nuovo con il tempo. Nell'intervista alla ZDF ha detto: "Il programma di salvataggio delle banche spagnole, che la prossima settimana approveremo al Bundestag, come concordato, sarà erogato attraverso il governo spagnolo. Queste sono le nostre condizioni. Ed ora occupiamoci di una domanda: che cosa accadrà, se avremo un controllo bancario europeo, se questa autorità europea potrà controllare l'attività bancaria, se potrà imporre una ristrutturazione delle banche, e se potrà pretendere delle condizioni; come saranno gestite le responsabilità? Su questo non ci siamo ancora espressi. Ma quando accadrà, il controllo sarà ad un livello completamente diverso. Questo è il compito del futuro. Su questo stiamo lavorando, e il Bundestag dovrà esprimersi"

Merkel nell'intervista ha insistito che non ci sarà nessuna solidarietà senza un controllo. "Da quando siamo impegnati con la crisi Euro, viene richiesta solidarietà senza nessun controllo e senza condizioni - questi tentativi, in Germania, con me non avranno alcun successo".

E' interessante il fatto che Merkel sembra aver paura di aprire un vaso di pandora con i salvataggi bancari diretti attraverso l'EFSF e l'ESM. Già nel fine settima, il presidente designato dell'ESM Regling aveva dichiarato che in caso di un salvataggio bancario mediante il fondo ESM, gli stati sarebbero stati esclusi dalla responsabilità - e che la Germania si sarebbe assunta il 27 % delle garanzie per tutti i rischi collegati ai salvataggi bancari.

La scelta delle parole: il controllo bancario è un "compito per il futuro", chiarisce che secondo Merkel ci sarà bisogno di tempo prima di averlo in funzione - se mai verrà istituito. Fino ad allora la politica di salvataggio si dovrà fare in maniera provvisoria: sarà così con il Memorandum sui salvataggi bancari e sulle condizioni che le banche dovranno soddisfare. Il Memorandum è considerato molto tecnocratico: anche se alcuni meccanismi di controllo suonano bene, probabilmente nella pratica non saranno di grande valore. La Commissione EU dovrà avere piu' poteri per controllare in ogni momento la gestione delle banche spagnole. Se la Commissione sarà in grado di capire che cosa ci sia nei libri contabili delle banche spagnole, questa è un'altra domanda. Senza una comprensione dei fatti, è possibile che i miliardi approvati questa settimana dal Bundestag - per la Germania sono circa 10 miliardi di Euro - possano irrimediabilmente disperdersi nelle nebbie dei provvedimenti di salvataggio.

La reticenza di Merkel lascia ipotizzare che la cancelliera non sia piu' così sicura che il salvataggio dell'Euro possa avere successo con le misure decise fino ad ora. I 100 miliardi  previsti dal Memorandum EU per la Spagna, saranno effettivamente pagati, solo dopo aver fatto ulteriori stress test e audit da parte delle società di revisione. Gli osservatori dubitano che le banche spagnole possano avere così tanto tempo. Soprattutto, c'è da attendersi che il deficit di bilancio spagnolo, cresciuto attraverso i salvataggi bancari, possa provocare ulteriore preoccupazione sui mercati finanziari. Ma in questo modo un salvataggio totale della Spagna potrebbe essere inevitabile - e così il fondo esistente EFSF potrebbe raggiungere i suoi limiti. Il presidente della Bundesbank Weidmann in un'intervista con il Börsen-Zeitung ha dichiarato che gli alti tassi sui titoli pubblici da soli non sono un motivo per portare l'Italia sotto la protezione del fondo di salvataggio. Piuttosto gli italiani, come gli spagnoli, dovrebbero intraprendere un forte piano di risanamento per riconquistare la fiducia dei mercati.

Anche la determinazione di Merkel per un salvataggio greco a tutti i costi sembra essersi un po' raffreddata. Alla domanda se la Grecia deve avere piu' tempo per soddisfare le condizioni richieste, Merkel ha risposto: "Penso che il carattere vincolante degli accordi sia un bene prezioso. Aspetto la relazione della troika. Solo sulla base di questa relazione, potremo dire che cosa fare.  Per questa ragione dobbiamo aspettare ancora un paio di settimane".

La fiducia in una permanenza della Grecia nell'unione monetaria non sembra essere così solida. E' molto improbabile che Merkel non abbia ricevuto relazioni intermedie dalla troika  -  le poche dichiarazioni rilasciate al pubblico dai membri della troika parlano la lingua della disillusione: la Grecia non avrebbe mantenuto quasi nessuna delle promesse fatte, e il programma di risanamento nelle ultime settimane si è di fatto arenato.

Apparentemente Merkel ha ora uno sguardo piu' realistico sulla crisi dell'Euro. Ha parlato molto spesso di "Europa" e stranamente molto poco di "Euro" come sinonimo di Europa. Nella prossima campagna elettorale "si voterà anche sulla domanda: che ruolo ha l'Europa e quali idee abbiamo per l'Europa" Per Merkel questa sarà una "Stabilitätsunion". Ma Merkel non sembra essere completamente convinta dell'Euro e della sua forma attuale. Questo scetticismo riguarda anche la frase in cui all'inizio inizia a parlare dell'Euro e poi prosegue sull'Europa: "La moneta unica ci ha portato così tanti vantaggi. Siamo il mercato piu' grande al mondo - in un mondo dove 500 milioni di  individui non sono nemmeno molti, quanti siamo nell'unione europea. Siamo in competizione con Cina e India. Senza Europa, credo, non potremo difendere i nostri valori, le nostre idee, i nostri ideali". Se Merkel fosse ancora convinta delle virtu' della moneta unica avrebbe detto: "senza l'Euro non potremo difendere i nostri valori etc". Ma sul fatto che l'Europa sia unita sulla base di determinati valori, anche il critico piu' feroce dell'unione monetara, sarebbe pronto a confermarlo senza esitazione.

lunedì 16 luglio 2012

Peter Bofinger : Scusateci...

Scusateci se l'Europa vi ha imposto la destrutturazione del mercato del lavoro, lo smantellamento dello stato sociale, il pareggio di bilancio, i decennali al 6%, etc etc. ma a volte ci possiamo sbagliare. Contrordine: il rigorismo è un'illusione e aggrava solo i problemi. Peter Bofinger, consigliere del governo di Berlino, intervistato da Der Spiegel.

Peter Bofinger
Peter Bofinger

Nonostante le riforme, in Italia la crisi economica è sempre piu' profonda. L'economista Bofinger ritiene che il paese sia vittima di un errore sistemico. La tesi del governo Merkel, secondo cui un forte risparmio avrebbe risolto i problemi, è un illusione, ci dice Bofinger in un'intervista.

L'Italia è da anni in un circolo vizioso fatto di alto indebitamento e di una economia che cresce molto lentamente. La crisi negli altri paesi Euro ha solo peggiorato i problemi italiani, e il debito è cresciuto piu' velocemente di quanto atteso. Il recente downgrade di Moody's ha fatto salire ulteriormente il nervosismo. Peter Bofinger, economista e consigliere del governo, pensa che il paese sia vittima del panico degli investitori.


Spiegel: Herr Bofinger: Moody's ha appena ridotto il rating italiano. Hanno ragione?

Bofinger: Dipende dalla prospettiva. Secondo Moody's l'Italia soffre sempre di piu' dell'effetto contagio da Grecia e Spagna. L'Italia è finita in un circolo vizioso: il governo sta risparmiando e il paese è scivolato in una recessione. Questo rende sempre piu' difficile il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Gli investitori sono nervosi e gli interessi sul debito salgono. Ma così gli investitori diventano ancora piu' nervosi, a un certo punto le agenzie di rating devono reagire al trend negativo.

Spiegel: Significa che gli alti tassi sul debito pubblico non sono giustificati?

Bofinger: Rispetto ad altri paesi sono troppo alti. Il deficit di bilancio è il secondo piu' basso dopo quello della Germania. Il deficit britannico è 4 volte quello italiano, tuttavia gli interessi sul debito pubblico sono solo al 2%, mentre l'Italia deve pagare il 6%.

Spiegel: A cosa è dovuto?

Bofinger: E' abbastanza facile da spiegare: la Gran Bretagna è indebitata in Sterline e ha una banca centrale che è disposta ad acquistare titoli di stato in maniera illimitata. L'Italia a causa della sua appartenenza all'unione monetaria non lo puo fare. E' in una situazione fondamentalmente diversa, che anche con le drastiche misure di risparmio e con le riforme strutturali del governo Monti non potrà essere cambiata. Il problema è sintomatico della crisi Euro. Il governo tedesco fino ad ora ha sostenuto che i governi dei paesi in crisi devono risparmiare in maniera ferrea: i mercati avrebbero riconosciuto lo sforzo e fatto scendere il tasso di interesse. E' una illusione. Anche se gli stati della zona Euro risparmiano, avviano le riforme strutturali e fanno quanto viene loro richiesto, restano a rischio fallimento.


Spiegel: Questo significa che l'Italia pur combattendo contro la crisi - dovrà inevitabilmente richiedere gli aiuti finanziari europei?

Bofinger: Io spero che questo sia evitato. Il fatto è: per gli stati è sempre piu' difficile, con il potere di cui dispongono, far scendere i tassi attraverso misure di risparmio e tenere sotto controllo l'indebitamento. La Crisi Euro è un problema sistemico, che può essere affrontato solo con un'azione congiunta di tutti gli stati membri. Il Sachverständigenrat (consiglieri governativi in materia economica) propone il modello del patto per il rimborso del debito (Schuldentilgungspakts), che combina una responsabilità condivisa solo su una parte del debito, con condizioni molto rigide e un calendario di rimborso obbligatorio.  

Spiegel: Il governo Monti tiene aperta l'opzione degli aiuti europei. Che cosa succederebbe, se l'Italia dovesse andare sotto la copertura del fondo salva stati?

Bofinger: Sarebbe l'ora della verità per l'unione monetaria. Fino al 2014 il paese deve chiedere in prestito ai mercati 750 miliardi di Euro - molto di piu' di quanto sia ancora disponibile nel fondo EFSF e ESM. Ci sono solo due possibilità: i fondi per il salvataggio non vengono ulteriormente estesi, e questo corrisponde alla fine dell'Euro. Oppure l'Europa si mette d'accordo su nuovi meccanismi per la condivisione delle garanzie sul debito, come ad esempio il fondo per il rimborso del debito (Schuldentilgungspakt).


Spiegel: Il governo tedesco si oppone agli Euro-bond. Teme che i paesi europei piu' deboli utilizzino le garanzie comuni per fare debito facile a basso costo.

Bofinger: Questo rischio è evitabile se la garanzia condivisa sul debito potrà coesistere con i controlli europei sulla politica di bilancio dei paesi indebitati. Se noi vogliamo stabilizzare l'Euro, non potremo evitare una piu' forte integrazione della politica fiscale in Europa. Se per fare questo si aumentassero i poteri del Parlamento europeo, sarebbe un contributo importante per una maggiore democrazia in Europa. 

Spiegel: Sarà sufficiente il tempo per attuare decisioni politiche cosi' importanti?

Bofinger: La crisi ci offre un'opportunità per realizzare riforme ambiziose in tempi brevi. Questa possibilità l'Europa la deve utilizzare, ora.

Spiegel: Con queste decisioni lampo la democrazia viene calpestata.

Bofinger: Non potrà accadere. Certe decisioni politiche così importanti non potranno essere introdotte senza il sostegno della popolazione. Avremo bisogno di un referendum popolare.

Spiegel: Sarebbe estremamente difficile. Se i cittadini della zona Euro dovessero votare contro le obbligazioni comuni, sarebbe la fine dell'unione monetaria.

Bofinger: Si tratta di una scelta fra una unione monetaria 2.0 e il ritorno al D-Mark. L'unione monetaria 2.0 assicura che i paesi si possano difendere dagli attacchi speculativi, e richiede piu' disciplina nei bilanci dei paesi in crisi attraverso maggiori poteri di intervento. Non offre naturalmente nessuna sicurezza assoluta. Chi voterà per il ritorno al D-Mark, deve essere consapevole, che il destino della nostra economia sarebbe nella mani dei nevrotici mercati valutari.

sabato 14 luglio 2012

Euroscenario o Eurodelirio?


Welt.de si diverte a terrorizzare i tedeschi descrivendo le conseguenze catastrofiche dell'ESM, corte di Karlsruhe permettendo. Articolo di Erwin Grandinger, analista politico e finanziario di EPM Group Berlin.
La corte di Karlsruhe sta ancora discutendo i ricorsi contro l'ESM. Ma che cosa succede se i giudici lasciano passare il fondo di salvataggio? I costi per i tedeschi potrebbero andare oltre quanto sia immaginabile.

Uno scenario possibile: per proteggersi tatticamente dalle critiche indesiderate, la Corte costituzionale, solo dopo una lunga analisi, a settembre deciderà di respingere i ricorsi contro il fondo ESM e il Fiskalpakt.

L'ESM entra in vigore ad ottobre. Nel frattempo i tassi di interesse sulle obbligazioni spagnole e italiane di lunga durata sono saliti oltre il 7%. Entrambi gli stati richiedono il sostegno immediato del fondo ESM.

Le garanzie della Germania salgono dal 27 al 64%

Poiché gli stati in crisi sarebbero 6, la Germania dovrebbe assumere la loro parte nell'ESM. La quota nell'ESM garantita da Berlino salirebbe, come previsto dai trattati, dal 27% a circa il 64% dei 700 Mrd. del fondo.

Molti deputati al Bundestag sono sorpresi: ora la Germania garantisce per i due terzi degli 1.14 trilioni di Euro del capitale complessivo dell'ESM/EFSF. A questi si aggiungono i pacchetti di salvataggio per la Grecia, Irlanda e Portogallo.

Parallelamente  si aggiungono i crediti della Bundesbank verso il sistema Target-2: i crediti della Bundesbank (e quindi del contribuente tedesco) verso l'Eurosistema in giugno hanno raggiunto i 728 Miliardi di Euro (699 in maggio). Solo i debiti spagnoli all'interno del sistema Target-2 in giugno sono saliti a 408 miliardi di Euro.

La BCE concede al fondo ESM una licenza bancaria

Per assicurare la liquidità ai mercati, la BCE a sorpresa concede all'ESM una licenza bancaria. In questo modo il fondo ESM potrà rifinanziarsi in maniera illimitata e monetizzare i debiti. I mercati azionari europei salgono per settimane.

Mentre l'agenzia di rating Egan-Jones all'inizio del 2012 ha già ritirato alla Germania il suo rating AAA, in dicembre seguono le altre grandi agenzie. Ora anche i costi di finanziamento della Germania salgono rapidamente, pur partendo da un livello basso.

Arriva la garanzia tedesca sui depositi bancari

In questa situazione, il vertice EU di dicembre decide di ottimizzare il Fiskalpakt e di prorogare i termini per il raggiungimento del pareggio di bilancio per tutti gli stati europei. Si definisce anche la struttura di base di una unione bancaria, all'interno della quale saranno contenuti i fondi tedeschi per l'assicurazione sui depositi. 

Queste scelte di politica finanziaria nel 2013 mostreranno i loro effetti. Alle elezioni regionali nella Bassa Sassonia, considerata la prova generale per le elezioni federali in autunno, CDU/FDP perdono la maggioranza parlamentare. Al contrario, la SPD vince la dodicesima elezione regionale consecutiva, dopo la decisione sul primo pacchetto di salvataggio per la Grecia nel maggio 2010.

Si introduce l'IVA sull'oro

La cancelliera percepisce che lo Zeitgeist si è spostato a sinistra, ed inizia a darsi da fare sul lato delle entrate. Introduce l'IVA sull'oro e prepara i controlli sui movimenti di capitale.

Inizia a rincorrere la SPD e propone una tassa patrimoniale simile al modello proposto questa settimana dalla DIW (prelievo obbligatorio su tutti i patrimoni superiori ai 250.000 €). In relazione ai dati raccolti con il censimento del 2011, tutti gli immobili possono essere registrati ad un valore vicino a quello di mercato ed essere quindi tassati.

Il governo federale giustifica queste azioni con una situazione di emergenza fiscale simile a quella della tassa sulla proprietà del 1913, della tassa sugli immobili del 1924, e del riequilibrio della tassazione del 1952.

Gli anziani emigrano in massa

A molti cittadini non è chiaro perchè i contribuenti nazionali devono pagare al posto dei contribuenti morosi degli altri paesi e garantire con una responsabilità collettiva. Inizia un'ondata migratoria, perché i pensionati non fanno le rivoluzioni.

Allo stesso tempo la BCE abbassa di nuovo i tassi di interesse. Crescono i tassi di interesse negativi, il che equivale ad un permanente e silenzioso esproprio dei risparmi. Dalle elezioni federali del 2013 arriva un risultato sorprendente.

La FDP non entra al Bundestag, al suo posto entrano i Freien Wähler (di poco) e i Pirati (con un risultato a doppia cifra). La SPD è il primo partito, e la CDU non ha abbastanza deputati per potersi coalizzare con i Freien Wähler. La CDU diventa il socio di minoranza in una Grosse Koalition con la SPD.

Il nuovo cancelliere Sigmar Gabriel fa approvare gli Euro-bond

Sigmar Gabriel diventa cancelliere federale. Pochi mesi dopo, al vertice EU di dicembre 2013, si arriva ad un accordo comune sugli Euro-bonds. Il mercato azionario esplode, gli interessi cadono, e l'oro sale rapidamente. 

La City di Londra e Wall Street sono i grandi vincitori: le loro banche sono state salvate e né la Gran Bretagna né gli Stati Uniti dovranno pagare. Il resto sarà risolto dall'inflazione.

giovedì 12 luglio 2012

Homburg: l'Euro non ha nessuna possibilità di sopravvivere


Stefan Homburg, economista, professore universitario ed euroscettico della prima ora, intervistato da Focus.de, attacca il fondo ESM e si lancia in una  previsione: l'Euro non ha nessuna possibilità di sopravvivere.
Invito alla protesta contro la politica di salvataggio per l'Euro: l'economista Stefan Homburg lancia dure accuso contro il fondo di salvataggio ESM - e mette in guardia dai rischi illimitati per il contribuente tedesco.

Focus: Herr Homburg, l'ESM è incostituzionale?

Homburg: Credo che l'ESM sia evidentemente incostituzionale, perché svuota i poteri del parlamento in materia di bilancio e in questo modo viola i principi democratici. Storicamente la democrazia moderna si è fondata sulla legge di bilancio. Il potere del parlamento in materia di bilancio, che include un diritto a decidere e uno a controllare, deve essere pertanto considerato il cuore del principio democratico. Il trattato ESM limita i poteri decisionali del Bundestag: le azioni di salvataggio secondo la nostra esperienza sono sempre urgenti, e una partecipazione del Bundestag alle decisioni urgenti è da escludere. Inoltre, il potere di controllo del Bundestag viene completamente eliminato: non c'è alcuna possibilità di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti tedeschi, gestito attraverso il fondo ESM.

Focus: E' necessario un voto popolare sul trattato ESM?

Homburg: Se i poteri in materia di bilancio del parlamento e il principio democratico dovessero essere eliminati - come ci chiede una parte del mondo finanziario e i loro portavoce nel mondo dei media - è necessario presentare al popolo una nuova costituzione, su cui si dovrà poi votare

Focus: Almeno economicamente l'ESM ha senso?

Homburg: La stragrande maggioranza degli economisti considera i salvataggi bancari, che vengono rivenduti ai cittadini come salvataggio degli stati, sbagliati. Venti anni fa c'era accordo sul fatto che l'autonomia di bilancio nazionale e i bail-out erano incompatibili. Per questo la legge attuale impedisce azioni di salvataggio - anche se i capi di governo hanno violato in piu' occasioni questi principi. Se 2 anni fa ci si fosse attenuti al divieto di bail-out, la Grecia sarebbe diventata insolvente e come molti altri stati prima di lei avrebbe ristrutturato il proprio debito. In mancanza di nuovo credito il paese avrebbe avviato un duro programma di risparmio. Spagna e Italia avrebbero visto questo esempio come un avvertimento e sarebbero state piu' prudenti. L'ESM mette fuori gioco questa autodisciplina. Istituzionalizza la violazone della clausola di no bail-out, imposta degli incentivi sbagliati e ci porta sempre piu' a fondo nel pantano della Schuldenunion (unione del debito). Spagna e Italia negli ultimi 4 anni, nonostante tutta la propaganda, non hanno ridotto i loro tassi di consumo, li hanno invece aumentati. Ora sono sull'orlo della bancarotta.

Focus: Che cosa propone invece?

Homburg: Una politica di bilancio indipendente richiede un divieto di bail-out. Con l'ESM si va nella direzione opposta. Questa Schuldenunion (unione del debito) prima o poi fallirà.

Focus: Ma l'Euro non richiede una politica finanziaria europea comune?

Homburg: La combinazione attuale di una moneta unica, autonomia di bilancio, e unione del debito non è sostenibile: tutti la pensano in questo modo. Non si potrà rinunciare alla autonomia di bilancio, perché i tedeschi non sono pronti per trasferire a Brussel le decisioni in materia fiscale e pensionistica. Anche per i francesi e gli irlandesi non è certamente concepibile. Senza la condivisione delle entrate e delle uscite piu' importanti una unione fiscale sarebbe inefficace.

Focus: Tutto dovrebbe continuare come prima?

Homburg: No. Perchè il divieto di bail-out prima è stato ammorbidito e poi rimosso, e perchè una piena unione fiscale è irrealistica, c'è solo una logica conseguenza: l'abbandono dell'unione monetaria. 

Focus: Una rottura dell'Euro non sarebbe estremamente costosa?

Homburg: Poiché l'Euro come appena detto non ha nessuna possibilità di sopravvivere, i costi per la rottura della moneta unica ci saranno comunque, prima o poi. Questi costi non sono rilevanti per la decisione. Molto piu' importante: i costi saranno tanto piu' alti, quanto piu' a lungo aspetteremo. Nel contesto attuale nessuna impresa investe nei paesi in crisi, gli stati restano intrappolati nella recessione. In questo modo permangono i deficit, e i debiti che la Germania deve garantire crescono senza sosta.

Focus: Che cosa succede alla quota tedesca del fondo ESM se un altro paese non paga piu'?

Homburg: La quota tedesca può crescere oltre i 190 miliardi a 3 condizioni. Primo, se altri paesi lasciano la zona Euro - come Finlandia o Italia. Secondo, se gli altri paesi non contribuiscono, perchè sono in bancarotta. In questo caso la quota tedesca cresce automaticamente. Terzo,  vi è una norma nascosta nel trattato ESM, secondo cui si potrà richiedere un aumento illimitato nel caso in cui il fondo emetta obbligazioni. A tale proposito la garanzia tedesca non è limitata a 190 miliardi  né a 700 miliardi di Euro: la verità è che per la nostra garanzia non esiste nessun limite superiore.

mercoledì 11 luglio 2012

Il portamonete sul tavolo

Continua la battaglia fra Werner Sinn e Walter Kraemer: l'ESM non deve rifinanziare le banche e il risparmio tedesco è in pericolo. Da FAZ.net, un contributo dei due economisti

L'appello della professione economica ha innescato una serie di repliche. La cancelliera ha negato che al vertice EU si fosse decisa una ulteriore condivisione delle garanzie. Gli economisti rispondono alle critiche.

Merkel accusa gli oltre 200 professori che hanno sottoscritto l'appello contro la messa in comune del debito, di non aver letto correttamente le conclusioni dell'ultimo vertice EU. Non saranno accettate ulteriori garanzie verso le banche, e niente è cambiato. Una garanzia verso le banche in crisi è proibita, come del resto lo è per gli stati. E il ministro delle finanze Schäuble aggiunge: l'ESM non è diventato un fondo di salvataggio per le banche.

Respingiamo decisamente l'accusa di aver dato con il nostro appello informazioni false al pubblico. Nel testo con le conclusioni del vertice si legge letteralmente: "Non appena con il coinvolgimento della BCE sarà messo in piedi un meccanismo unitario di controllo per le banche della zona Euro, il fondo ESM avrà la possibilità di ricapitalizzare direttamente le banche". Questa decisione è stata accolta dai mercati in maniera euforica: in questo modo, diversamente da quanto stabilito fino ad ora dai trattati EU, si aprirà la possibilità di utilizzare direttamente i mezzi del fondo ESM per la ricapitalizzazione delle banche. Pertanto gli stati interessati saranno risparmiati dal dover garantire per il salvataggio delle proprie banche. Ma soprattutto ai creditori verrà data la possibilità di non dover rispondere delle loro decisioni di investimento sbagliate. In tutto il mondo la decisione del vertice è stata interpretata allo stesso modo. Che solo il governo federale veda i fatti in maniera diversa, lo possiamo spiegare solamente con il tentativo di non voler preoccupare troppo l'opinione pubblica tedesca.

Normalmente sono i proprietari delle banche ad essere responsabili per le perdite delle banche. Se le perdite fanno scendere il capitale proprio sotto il minimo previsto dalla legge, è necessario dichiarare l'insolvenza, oppure ristrutturare la banca. In questo caso anche i creditori sono chiamati a rispondere, e ricapitalizzano la banca attraverso una rinuncia ai loro crediti. Ciò avviene convertendo i crediti in capitale proprio e con il ritiro dei precedenti proprietari.

Secondo le decisioni del vertice, sarà il fondo ESM a dover sostenere, al posto dei creditori, la ricapitalizzazione delle banche. In questo modo i creditori saranno coperti da eventuali perdite. Il fondo ESM non solo dovrà garantire i debiti pubblici dei paesi in crisi, ma anche i debiti delle banche di questi paesi, e proteggere dalle perdite coloro che in portafoglio hanno dei crediti verso queste banche.

L'appello fa riferimento al fatto che i debiti bancari dei paesi in crisi sono 9.2 trilioni di Euro, mentre i debiti pubblici ammontano a 3.3 trilioni di Euro. Sono soprattutto queste grandi cifre che ci fanno preoccupare. Abbiamo paura che la Germania assuma una responsabilità finanziaria, da cui poi in seguito non potrà liberarsi. Proteggere i creditori degli stati dalle perdite è già un compito troppo impegnativo. La protezione dei creditori delle banche, ora richiesta, supera ampiamente le disponibilità dei paesi ancora stabili. L'esultanza dei mercati in merito alla disponibilità della Germania di coprire con il proprio denaro le perdite del sistema bancario, dovrebbe impensierire i cittadini tedeschi come anche noi.

L'appello da noi sottoscritto non fa riferimento alla regolamentazione comune delle banche europee. Su questo tema non dice nulla. Noi e probabilmente molti dei sottoscrittori siamo daccordo su questo punto con l'appello del gruppo di economisti guidato da Martin Hellwig. Una regolamentazione comune delle banche è già necessaria: la regolamentazione nazionale, infatti, sotto l'effetto della concorrenza fra sistemi tende ad essere erosa. Ogni autorità nazionale ha l'incentivo a regolamentare le proprie banche in maniera un po' meno rigida di altre autorità, per poter mantenere nel paese le attività bancarie. Sul tema rimandiamo alle nostre precedenti pubblicazioni scientifiche. Accogliamo con favore il fatto che Hellwig e altri sostengono la nostra proposta di ricapitalizzare le banche attraverso le rinunce dei creditori. La politica dovrebbe sviluppare una procedura generale europea per la ricapitalizzazione delle banche attraverso i propri creditori. Solo presso i creditori sono disponibili i capitali necessari, e alla fine sono proprio loro ad essere andati incontro al rischio di insolvenza con determinate decisioni di investimento.

Siamo perfino d'accordo sul fatto che le enormi perdite delle banche del sud Europa non dovranno essere colletivizzate. Queste perdite sono emerse con lo scoppio della bolla del credito, causata dall'Euro con la convergenza dei tassi di interesse. La loro pubblicazione nei bilanci si fa di mese in mese piu' urgente: anche l'arte di occultamento dei contabili in questo caso incontra dei limiti. Anche i colleghi non chiedono che queste perdite siano contabilizzate nei bilanci pubblici degli stati. 

Se questa interpretazione è corretta, allora non si dovrebbe approvare nessun fondo condiviso per la ristrutturazione e nessuna assicurazione sui depositi, come si si propone nell'appello alternativo. Non capiamo come sia possibile evitare un abuso del fondo di ristrutturazione e del fondo per l'assicurazione dei depositi. Questi strumenti saranno istituiti e quindi potranno essere utilizzati per coprire le perdite conseguite anche prima della regolamentazione congiunta. Da soli i depositi delle banche in crisi, che sono una parte dei debiti delle banche, ammontano a 3.6 trilioni di Euro: per questo riteniamo molto rischioso immischiarsi in questo argomento.

Il limite provvisorio al volume dell'ESM non è una difesa contro spese aggiuntive, perchè il meccanismo per l'allargamento delle garanzie è già stato inserito nel trattato ESM. La maggior parte dei paesi in crisi si servirà dallo stesso fondo ESM, e in caso di mancanza di risorse inizieranno a fare pressione per il loro ripristino. Le belle regole non vengono utilizzate. L'Euro è una storia continua di violazioni di trattati e regole autoimposte: dalla violazione della clausola di no bail-out, fino alla rinuncia della condizionalità degli aiuti del fondo ESM. La sequenza è sempre la stessa: prima siamo portati con il placebo dei limiti politici ad aprire il portafoglio, e quando il portafoglio è sul tavolo, siamo obbligati a rinunciare ai limiti politici. Il gioco si è ripetuto così tante volte, che non comprendiamo piu', da dove arriva la speranza del governo tedesco e dei nostri colleghi che questa volta le cose andranno diversamente.

giovedì 5 luglio 2012

La lettera aperta degli economisti tedeschi


FAZ.net pubblica la lettera aperta degli economisti di lingua tedesca ispirata da Werner Sinn. Il documento attacca duramente le decisioni dell'ultimo vertice EU. Lettera da cestinare?
I professori di economia con una lettera di protesta si rivolgono ai cittadini e alla politica. Le decisioni del recente vertice EU destano grandi preoccupazioni, scrivono gli economisti. La dichiarazione integrale.

Cari cittadini,

le decisioni a cui la cancelliera è stata costretta durante il vertice dei paesi EU sono sbagliate. Noi, economiste ed economisti dei paesi di lingua tedesca, assistiamo con grande preoccupazione al passo appena fatto verso una unione bancaria. Decisione che significherebbe una responsabilità collettiva per i debiti delle banche dell'Eurosistema. I debiti bancari sono tre volte i debiti pubblici e nei 5 paesi in crisi ammontano a diversi trilioni di Euro. I contribuenti, i pensionati, e i risparmiatori dei paesi europei ancora solidi non devono essere responsabili per l'assicurazione di questi debiti. Tanto piu' se si considerano le prevedibili grosse perdite legate al finanziamento delle bolle economiche del sud Europa. Le banche devono poter fallire. Se non possono ripagare i debiti, c'è solo un gruppo che deve e può sostenere i costi: i creditori stessi, perchè hanno deliberatamente preso il rischio e dispongono dei patrimoni necessari.

I politici sperano di poter limitare la responsabilità e di evitare ogni forma di abuso attraverso una vigilanza bancaria comune. Non gli riuscirà, fino a quando i paesi debitori potranno disporre di una maggioranza strutturale nella moneta unica. Se i paesi con finanze solide in linea di principio appoggeranno la condivisione della responsabilità, saranno continuamente esposti a pressioni per aumentare le somme delle garanzie o per ammorbidirne i requisiti di concessione. Litigi e tensioni con i vicini saranno inevitabili. Con l'estensione della garanzia per le banche non si salverà né l'Euro, né l'ideale europeo in quanto tale; si aiuterà invece Wall Street, la City di Londra - anche alcuni investitori in Germania - e una lunga lista di banche in difficoltà, nazionali ed estere, che vogliono salvare i loro affari a spese dei cittadini degli altri paesi, che con tutto questo hanno poco a che fare.

La socializzazione del debito non risolve i problemi attuali in maniera permanente: significa solamente sovvenzionare alcuni gruppi di creditori sotto la copertura della solidarietà europea  e allo stesso tempo distorcere le decisioni economiche centrali.

Münchau: crescono le probabilità di una rottura dell'Euro


Secondo Wolfgang Münchau, su Der Spiegel, non c'è motivo di essere euforici per i risultati del vertice europeo: non ci sono né vincitori né sconfitti, e l'Euro è sempre piu' in pericolo.

Monti trionfa, umiliazione della Merkel? In occasione del vertice UE di venerdi scorso, in realtà la cancelliera non ha accettato nessuna decisione definitiva. Questo significa anche: le probabilità che l'unione monetaria si frantumi continuano ad aumentare.

Quelli secondo cui venerdi c'è stata una svolta: si sono felicitati del fatto che Monti nel consiglio europeo abbia messo la cancelliera all'angolo e sia riuscito ad ottenere una lunga lista di concessioni. Per gli altri invece venerdì è stata una catastrofe: Angela Merkel aveva segnato una serie di linee rosse sulla sabbia, che sono state invece superate. La CSU pensa addirittura ad una rottura della coalizione.

Non sono daccordo con entrambe le interpretazioni. Quello che è successo la scorsa settimana, è stato solo un allenamento. Monti non ha vinto, Merkel non ha fatto nessuna rinuncia. L'acquisto di obbligazioni con il fondo ESM, come deciso al vertice europeo, non avrà alcun senso fino a quando il fondo ESM disporrà di solo 500 miliardi di Euro. L'italia ha emesso obbligazioni per quasi 2000 miliardi di Euro, la Spagna per 800 miliardi di Euro. La sola istituzione che in Europa può acquistare obbligazioni in grande stile è la BCE, perchè dispone di risorse illimitate. La BCE, ad eccezione di alcune situazioni circoscritte, non può acquistare titoli di stato, e non lo vuole nemmeno fare.

L'altra decisione del vertice di Brussel è stata quella di permettere al fondo ESM di aiutare direttamente le banche. Ma questo potrà accadere solo quando ci sarà un accordo su una vigilanza bancaria comune: e non accadrà entro i prossimi 12 mesi. Io scommetto che Angela Merkel su questi accordi ha idee molto diverse rispetto a quelle dei colleghi del sud. Chi ha festeggiato venerdi, molto probabilmente non ha capito la crisi europea. E chi si è sentito sconfitto, anche.

Gli accordi raggiunti nella notte fra giovedi e venerdi sono un trionfo dell'illusione sulla realtà. La reazione positiva dei mercati di venerdi non dovrebbe essere una sorpresa. I mercati hanno reagito con euforia a quasi ogni vertice, fino a quando non si è iniziato a leggere le frasi scritte con carattere piccolo o a riflettere sulle decisioni prese. In aggiunta, gli investitori sono felici come una Pasqua per l'atteso abbassamento dei tassi della BCE e della FED. Il vertice EU non era dunque l'unica ragione di questa euforia.

Chi negli ultimi 3 anni avesse scommesso sulla salita dei mercati dopo ogni vertice, seguita da una fase di disillusione, avrebbe sicuramente guadagnato un bel po'. E la disillusione è arrivata questa settimana. I tassi di interesse in Spagna e Italia salgono di nuovo, e io lo dico in anticipo: una fase acuta della crisi tornerà di nuovo questa estate. Dopo che la BCE giovedi avrà abbassato i tassi di interesse, non ci sarà piu' nulla di cui i mercati potranno esultare. E allora si avrà molto tempo per rimuginare. I mercati nella Eurocrisi sono stati spesso lenti, ma una volta afferrato qualcosa, sono stati spietati.

La probabilità di una rottura dell'euro è cresciuta.

Quando la crisi tornerà, Monti potrà mettere di nuovo Merkel sotto pressione? Si supererà la prossima linea rossa dando all'ESM una licenza bancaria e quindi la possibilità di attingere dalla BCE tutto il denaro di cui ha bisogno? Cederà sugli Euro-bonds? Io credo sia abbastanza improbabile. Il problema è che la cancelliera si è messa in un angolo, da cui non potrà piu' uscire.

La posizione tedesca si farà ancora piu' rigida con le decisioni della corte costituzionale. Io non credo che la corte respingerà le leggi sull'ESM come incostituzionali. Potrebbe anche accadere, ma non me lo aspetto. Mi aspetto tuttavia, che la decisione della corte riduca ulteriormente lo spazio di azione del governo. Con gli Euro-salvataggi ormai  siamo entrati da tempo nella zona grigia della costituzione tedesca. Non escluderei neanche che la corte possa ulteriormente restringere il valore delle decisioni raggiunte durante il vertice. Sarei ad esempio sorpreso se la ricapitalizzazione diretta delle banche attraverso il fondo di salvataggio fosse approvata dalla corte così come decisa. Anche i margini politici non si faranno certo piu' ampi, come si vede dalla reazione FDP e CSU. E proprio in questo momento l'economia globale sta rallentando, dagli USA fino alla Cina. La dinamica della crisi è destinata a peggiorare. Nei paesi in crisi della zona Euro, gli obiettivi di bilancio saranno mancati, e i debiti continueranno a crescere.

Non vedo nessun'altra possibilità all'infuori dell'introduzione degli Euro-bonds o almeno un allargamento di breve periodo dello schermo salva stati. Entrambi non ci saranno fino a quando la posizione politica e giuridica della Germania non cambierà.

Arrivo pertanto alla conclusione: la possibilità di una rottura dell'Euro, dal vertice di venerdi scorso è cresciuta ancora. 

martedì 3 luglio 2012

Sinn: la stabilità finanziaria tedesca è in pericolo


H.W. Sinn attacca le recenti decisioni del vertice UE e ricorda ai tedeschi: i vostri patrimoni serviranno a rimborsare le banche americane e britanniche. L'ultima difesa è la corte costituzionale. Da Handelsblatt.de

Dopo il vertice Euro, gli investitori sembrano di nuovo soddisfatti. Ma a quale prezzo? La Germania è sempre piu' coinvolta nella crisi debitoria, avverte il presidente IFO Hans Werner Sinn.

Secondo H.W. Sinn, con il vertice UE di Brussel, non si è fatto alcun passo in avanti nel salvataggio dell'Euro - la Germania invece è stata tirata dentro la crisi. "Wall Street, la City di Londra, e le banche di Parigi sono state salvate. Ci siamo impegnati a rimborsare i debiti delle banche del sud-Europa", ha dichiarato l'economista ad Handelsblatt. "Lo stato tedesco è stato trascinato nella crisi del sud-Europa, e gli investitori di tutto il mondo, che hanno speculato, possono uscire dal vortice all'ultimo momento", ha dichiarato Sinn. I mercati finanziari sembrano ora tranquilli, quasi euforici, perchè è stato trovato un modo per usare i patrimoni tedeschi. "La stabilità finanziaria tedesca è in pericolo", ha avvertito Sinn.

Su Angela Merkel è stata fatta piu' pressione di quanta ne abbia mai dovuta sopportare un cancelliere dalla fine della seconda guerra. "Si è organizzata una caccia spietata. Per poter arrivare al nostro denaro, si è accusato la Germania di avere ambizioni imperiali, e profetizzato l'odio dei popoli nei nostri confronti", ha detto Sinn. Angela Merkel non è stata in grado di reggere la pressione e si è arresa. "Ora i cittadini, al cui patrimonio si vuole arrivare, possono sperare solo nella corte costituzionale". L'errore era già stato fatto nel maggio 2010 con il fondo EFSF. "La suscettibilità tedesca per la pressione esterna, è stato l'invito per poter estorcerce con sempre maggiore pressione, sempre piu' denaro".

I crediti concessi dall'ESM non avranno uno status privilegiato, ma saranno alla pari degli altri: secondo Sinn questa decisione ci porterà verso una situazione di pericolo. "La status di creditore privilegiato del salvatore è l'essenza di ogni procedura di fallimento", ha detto. Anche il FMI concede aiuti a queste condizioni. La posizione della Germania era sempre stata quella di organizzare i salvataggi con il FMI e secondo le sue regole. "La condizione secondo cui possiamo concedere denaro solo quando lo fa anche il FMI, era già stata rimossa dal trattato ESM". Ora sono state rimosse anche le condizioni per concedere gli aiuti secondo le regole del FMI.  Sinn: "I trattati europei sono già obsoleti, prima che l'inchiostro si sia asciugato".

Anche il Fiskalpakt secondo Sinn è una protezione contro le perdite patrimoniali: "Il patto sarà preso seriamente solo in Germania", ci dice l'economista. "E' un placebo - come a suo tempo  - il patto di stabilità e crescita". Per i paesi che non hanno la fiducia del mercato dei capitali, non c'è bisogno di mettere un limite politico all'indebitamento. "Se si vuole limitare il loro indebitamento, è sufficiente, concedere meno credito pubblico". Nuove regole di condotta causano insoddisfazione e portano solo rabbia. "La Germania non avrebbe dovuto tenere la bocca chiusa". Gli ammonimenti tedeschi hanno avvelenato l'atmosfera del vertice e contribuito alla determinazione degli altri paesi di far uscire sconfitta la Germania.

domenica 1 luglio 2012

La corte costituzionale e il self-service


E' la paura tedesca del momento: il fondo ESM potrebbe diventare il self-service delle banche spagnole. Nel frattempo la corte costituzionale di Karlsruhe esamina 4 ricorsi contro le leggi appena approvate al Bundestag: il futuro europeo dipende dalla decisione dei giudici costituzionali tedeschi? Da Handelsblatt.de
Sono 4 i ricorsi presentati alla corte costituzionale di Karlsruhe in merito al fondo di salvataggio Euro e al Fiskalpakt. I ricorrenti sostengono che le leggi sui salvataggi siano in contrasto con la costituzione.  Lunedi sapremo se saranno esaminati dalla corte.

Presso la corte costituzionale di Karlsruhe sono pervenuti 4 ricorsi urgenti contro il meccanismo di stabilità europeo (ESM) e il Fiskalpakt. Lo ha confermato sabato il portavoce della corte, Judith Blohm.

A presentare un ricorso per incostituzionalità alla corte di Karlsruhe sono stati sia il gruppo parlamentare della Linke che il deputato CSU Peter Gauwelier: oltre a loro, un gruppo di professori e l'associazione "Mehr Demokratie".

Come da comunicazione della corte, il deputato SPD Peter Danckert è fra i 12.000 firmatari che sostengono l'iniziativa presentata dalle associazioni di cittadini. L'iniziativa è  guidata dal precedente ministro della giustizia Herta Däubler-Gmelin (SPD).

I ricorrenti con la loro azione intendono bloccare l'adozione dei nuovi trattati UE: per loro il fondo di salvataggio ESM e il Fiskalpakt sarebbero incostituzionali.

Gli otto giudici competenti possono decidere di aprire un'udienza sui ricorsi presentati. Oppure è possibile che sia lo "Zweite Senat" a pronunciarsi. Se ci sarà o meno una discussione dei ricorsi presentati, la corte lo comunicherà all'inizio della prossima settimana.

Le accuse di incostituzionalità si rivolgono alle nuove competenze degli organi UE, e all'impossibilità per il Bundestag di decidere sull'utilizzo del denaro dei contribuenti.  La tesi principale: se i cittadini con il loro voto non potessero piu' influenzare importanti decisioni politiche, la democrazia sarebbe compromessa.

I deputati del Bundestag hanno presentato un ricorso sia come gruppo sia in forma personale. La Linke ha fatto ricorso sia come gruppo parlamentare, sia attraverso i singoli deputati in qualità di cittadini coinvolti dalle decisioni. Anche Gauwelier ha optato per entrambe le modalità di presentazione. Ci sarebbe anche un singolo cittadino ad aver presentato un ricorso costituzionale urgente contro le nuove competenze UE, dichiara Blohm.

Dopo che Il Bundestag e il Bundesrat hanno approvato l'ESM e il Fiskalpakt, i provvedimenti per i salvataggi Euro dipendono ora dalle decisioni della corte costituzionale. Il leader del gruppo parlamentare dell'Unione Volker Kauder (CDU) ha respinto l'accusa che attraverso l'ESM si potrà utilizzare il denaro dei contribuenti con leggerezza. I fondi saranno concessi solo se i paesi indebitati faranno degli sforzi di risanamento, ha detto Kauder a Die Welt. Questo vale sia per l'acquisto diretto di titoli del debito pubblico, che per il sostegno diretto delle banche in difficoltà attraverso il fondo ESM. "Il Bundestag avrà sempre l'ultima parola", ha dichiarato. "Con noi, il meccanismo ESM non diverrà certo un self -service", ha continuato Kauder.

ESM e Fiskalpakt sono stati approvati venerdi al Bundestag e al Bundesrat con i voti contrari della Linke e con una maggioranza di due terzi. Al Bundesrat solo il governo rosso-rosso del Brandeburgo ha espresso un voto contrario.

Gauwelier vede una violazione dei principi democratici

Nella votazione al Bundestag la maggioranza nero-gialla non ha avuto tutti i voti della sua coalizione. Il leader del gruppo parlamentare SPD Oppermann ha dichiarato sabato: "Angela Merkel, nelle votazioni sull'ESM, per 3 volte consecutive non ha avuto la sua maggioranza". E' avvenuto nella votazione di venerdi sulla ratifica dell'ESM, sulla legge per il finanziamento dell'ESM e sulle modifiche al funzionamento dell'UE. "Non è stato un incidente. Angela Merkel non ha piu' una propria maggioranza per la sua politica". In un cancellierato, su tutte le questioni fondamentali, la cancelliera dovrebbe avere l'appoggio della propria maggioranza. "Stiamo assistendo all'inizio della fine dell'era Merkel", ci dice Oppermann.

Il Fiskalpakt obbliga la Germania, a livello federale, nelle regioni e nei comuni, ad avere un bilancio in pareggio. Gli stati firmatari dovranno introdurre un freno all'indebitamento - e in caso di spesa eccessiva, la Germania potrebbe essere citata in giudizio alla corte di giustizia europea. Il fondo ESM con un capitale permanente di 700 miliardi di Euro dovrebbe sostenere i paesi europei in difficoltà - la Germania garantisce con 200 miliardi di Euro.

A causa dei ricorsi costituzionali, l'ESM non potrà essere in vigore  dal primo luglio come previsto. Se i giudici di Karlsruhe decidessero di affondare il provvedimento, si potrebbero avere delle turbolenze nell'Eurozona. Anche nell'Unione e nella FDP le conclusioni del vertice europeo causano molte preoccupazioni. In futuro anche banche in difficoltà potranno essere salvate con i fondi ESM, e quindi con il denaro dei contribuenti. 

Gauweiler ha sottolineato che il Fiskalpakt e l'ESM "sarebbero una grave violazione del principio democratico". Däubler-Gmelin ha invece dichiarato: "Ricorriamo contro i trattati, perchè rappresentano una doppio smantellamento della democrazia. Da un lato le competenze di bilancio e i diritti di sovranità del Bundestag vengono trasferiti a Brussel. In questo modo il diritto di voto per il Bundestag viene svalutato". Da un altro, la ratifica del trattato è stata fatta in fretta senza aver chiesto ai cittadini cosa ne pensano. Anche il leader della Linke Gregor Gysi ha ammonito al Bundestag: il potere legislativo del parlamento in materia di bilancio viene gravemente limitato.

Secondo Angela Merkel, nel suo discorso prima della votazione, il Bundestag con l'approvazione avrebbe mandato un messaggio chiaro al mondo intero: "siamo per l'Euro".