Visualizzazione post con etichetta TAZ. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta TAZ. Mostra tutti i post

domenica 29 luglio 2012

Meno di 8.5 € l'ora


TAZ.de ci ricorda le disuguaglianze salariali in Germania. I dati sono quelli appena pubblicati dallo Statistisches Bundesamt.

L'11% degli occupati guadagnano meno di 8.5 € l'ora. Ad essere colpite sono soprattutto le donne. Nella Germania dell'est la percentuale di lavoratori a basso salario è il doppio dell'ovest.

Circa l'11% di tutti gli occupati in Germania nel 2010 hanno guadagnato meno di 8.5 € all'ora. Nella maggior parte dei casi (46%) si tratta dei cosiddetti Minijobber o lavori a 400 €, secondo i dati forniti dallo Statistisches Bundesamt giovedì scorso. Un terzo (33%) erano occupati a tempo pieno, il 21% part time. Circa il 60% dei lavoratori a basso salario sono donne.

I dati arrivano dal rilevamento sulla struttura delle retribuzioni nelle imprese dell'industria manifatturiera e dei servizi con piu' di 10 dipendenti per l'anno 2010.

Nella Germania dell'Est oltre un quinto (22%) lavorava con un salario orario inferiore agli 8.5 €, sebbene la maggior parte siano occupati a tempo pieno. Nell'ovest il 10% dei lavoratori resta sotto questa soglia. Il gruppo piu' grande sono i Minijobber, principalmente donne e occupati senza formazione professionale.

La maggior parte degli occupati con un salario orario sotto gli 8.5 € lavorano nel settore manifatturiero (14%) e nel lavoro temporaneo (10%), oppure nella pulizia e nella cura (12%), nel commercio al dettaglio (10%) o nel settore alberghiero (9%).

sabato 21 aprile 2012

Referendum sul pareggio di bilancio?


"Die Tageszeitung" ci racconta che un gruppo di cittadini intende portare il Fiskalpakt e le leggi sull'ESM davanti alla Corte Costituzionale: c'è bisogno di piu' democrazia nelle decisioni sull'Euro. L'unione di trasferimento è sempre piu' lontana.
Una variegata associazione di cittadini minaccia un ricorso alla Corte Costituzionale contro le leggi sui salvataggi Euro. La richiesta: sul Fiskalpakt dovrà  decidere un referendum.

La minaccia è chiara: "Referendum - altrimenti ricorreremo alla corte costituzionale" come è scritto sul nuovo sito web www.verfassungsbeschwerde.eu, dove un gruppo di cittadini guidati dall'associazione "Mehr Demokratie" propone una maggiore partecipazione democratica alle leggi sui salvataggi Euro. Se la decisione sul fondo ESM e il Fiskalpakt non arriverà da un referendum, i promotori della campagna intendono presentare un ricorso alla Corte costituzionale - con il supporto di molti cittadini che potranno prendere parte all'azione senza dover sostenere alcun costo.

A differenza di altre azioni già annunciatie, come quella del leader di "Die Linke" Gregor Gysi o del deputato CSU Peter Gauweiler, la nuova azione non si rivolge al contenuto politico o finanziario, ma piuttosto "alla riduzione di democrazia che ne consegue" ci dice Roman Huber, leader di Mehr Demokratie. ESM e Fiskalpakt  "spostano i luoghi di decisione verso organi non trasparenti e privi di controllo" critica Huber. "I Parlamenti in questo modo sono privati dei loro poteri decisionali".

Per il ricorso costituzionale, che dovrà essere presentato immediatamente dopo l'approvazione della legge, l'associazione ha dalla sua parte 2 prominenti giuristi: il precedente Ministro della Giustizia Herta Däubler-Gmelin (SPD) e Christoph Degenhart, esperto di diritto pubblico di Leipzig. Degenhart considera le possibilità di successo molto alte. 

La linea rossa è stata superata

Attraverso l'ESM e il patto fiscale la "linea rossa verso uno stato federale europeo" è stata superata, la stessa linea rossa che la Corte Costituzionale con le ultime decisioni sugli Euro-salvataggi aveva indicato. Pertanto la Costituzione dovrà essere cambiata con un voto popolare. 

Däubler-Gmelin critica il fatto che il Fiskalpakt non potrà piu' essere emendato e i futuri parlamenti avranno un margine di decisione molto limitato. Una maggiore partecipazione dei parlamenti è necessaria, in quanto "sarebbe un danno per l'Europa" se le decisioni importanti fossero prese solo dalle "elite di governo". Poiché per il Fiskalpakt è necessaria una maggioranza di due terzi, la SPD avrebbe la possibilità di fermare il provvedimento. La Däubler-Gmelin critica in maniera indiretta il fatto che questa posizione di potere non venga utilizzata in maniera offensiva.  Alla domanda su quale sia il giudizio che dà alla condotta dei socialdemocratici, l'ex ministro dichiara alla TAZ: "Nel partito si decide molto spesso sulla base di aspettative tattiche".

La diregenza della SPD tace sulle critiche della Däubler-Gmelin.

I leader della SPD non hanno voluto commentare la critica della Däubler-Gmelin e il possibile ricorso alla corte costituzionale. Il deputato SPD Carsten Sieling si è dichiarato daccordo con queste posizioni. Däubler-Gmelin si riferisce "alla lunga fila di regole del Fiskalpakt, i cui effetti non sono ancora stati sufficentemente chiariti"  dichiara Sieling alla TAZ. Una decisione sull'adesione da parte della SPD potrebbe esserci "quando le domande rimaste aperte saranno sufficientemente chiarite" e gli emendamenti già concordati. 

Per i Verdi, il capogruppo in Parlamento Volker Beck ha dichiarato che non condivide le preoccupazioni costituzionali, ma invece è daccordo su un maggior coinvolgimento del Parlamento nelle decisioni. "Le nostre richieste vanno nella stessa direzione", dichiara Beck.

Il governo federale ha pianificato il voto sull'ESM e il Fiskalpakt per la fine di maggio; SPD e Verdi hanno però messo in discussione questo programma.

mercoledì 14 marzo 2012

Tutti uniti per il Fiskalpakt


Se qualcuno sperava che SPD e Verdi potessero votare contro il Fiskalpakt e il rigorismo Merkeliano dovrà ricredersi: appoggeranno il governo in cambio (forse) della tassa sulle transazioni finanziarie. Che invece i liberali della FDP non vogliono proprio. Da TAZ.de

In cambio del loro voto al Fiskalpakt la SPD e i Verdi vogliono ottenere la tassa sulle transazioni finaziarie. Le loro possibilità non sono buone.

No, dice Volker Beck (capogruppo dei Verdi al Bundestag), se si avviano i negoziati, le linee rosse sono fuori luogo. "In questo modo ci si rende la vita solo piu' difficile". No, un voto di prova non è mai stato fatto. Ma fra i parlamentari ci sono valutazioni molto diverse sul Fiskalpakt presentato dalla coalizione di governo. Almeno questo.

Beck è considerato un abile negoziatore. Eppure ancora mercoledi scorso gli risultava difficile chiarire, come i Verdi e la SPD sarebbero riusciti a costringere la cancelliera Merkel a ingannare la FDP. Entrambi i partiti di opposizione vorrebbero introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie nell'area Euro in cambio della loro approvazione al Fiskalpakt in parlamento. Ma davanti alla loro unica possibilità di influenzare il governo con un no al Fiskalpakt, sembrano tornare sui loro passi. La richiesta di tassare le transazioni finanziarie resta ancora nella nebbia.

Il governo mercoledi ha approvato l'accordo che dovrebbe costringere i paesi europei al risparmio. Il patto fiscale prevede dei freni all'indebitamento, che dovranno essere inseriti nella costituzione dei singoli paesi. Inoltre, contiene una procedura per gli eccessi di deficit, che sanziona in maniera automatica gli stati che faranno troppi debiti. 

La SPD e i verdi appoggiano in sostanza il freno al debito e la politica rigorista per l'Europa - ma nella procedura parlamentare che sta per iniziare vogliono ottenere quanto più possibile per il loro sì. L'aritmetica è dalla loro parte: per l'approvazione del Fiskalpakt è necessaria una maggioranza dei due terzi del parlamento. Senza l'opposizione non potrà passare.

Per approvare la tassa sulle transazioni finanziarie contro la riluttante FDP, la SPD e i Verdi tentano una manovra strategica. Si mostrano contrari ad un progetto di risparmio che condividono e che trovano positivo. Il capo gruppo della SPD ha dichiarato che le trattative per l'approvazione del provvedimento saranno dure. La lotta sarà "finalizzata alla concretizzazione della tassa sulle transazioni finanziarie" all'interno del pacchetto. Il provvedimento di certo non è ancora concreto. E lo stesso Oppermann è stato attento a non porre la tassa sulle transazioni finanziarie come condizione decisiva.

Oppermann e Beck sono consapevoli dell'altezza della caduta possibile. Finora SPD e Verdi nei provvedimenti riguardanti l'Euro hanno sempre votato con la maggioranza, sebbene i loro voti non fossero decisivi. Ora è diverso. Se dovessero decidersi per un no al Fiskalpakt, affonderebbe tutto il lavoro che la Cancelliera aveva fatto e preteso dagli altri paesi.

Una cosa è sicura: la FDP, che la tassa sulle transazioni finanziarie la vuole evitare con tutta la forza, ha riconosciuto la debolezza dei loro contraenti. Adesso il leader del partito Rainer  Brüderle   ha detto con gusto, è l'opposizione ad avere la responsabilità.