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martedì 26 giugno 2012

Quando un lavoro non basta


Su Die Welt, leggiamo che un numero sempre maggiore di occupati, per sbarcare il lunario ha bisogno di un sussidio statale: è l'effetto delle riforme Hartz IV, realizzate dai socialdemocratici, apprezzate dai conservatori, e artefici del Jobwunder.
Un destinatario su 3 dei sussidi Hartz-IV ha un lavoro ed un "Kombilohn" (salario integrato da un sussidio pubblico). L'introduzione di un salario minimo potrebbe essere una soluzione e ridurre le spese a carico dello stato.

Il numero dei lavoratori che non possono vivere con il proprio lavoro e che quindi ricevono un sussidio dallo stato è cresciuto.

Il numero delle famiglie con almeno un lavoratore destinatario di un sussidio Hartz IV - cosiddetti Aufstocker - secondo i calcoli della confederazione sindacale (DGB), anticipati a Die Welt, dal 2007 al 2010 sono cresciuti dell'11% nei Laender orientali e del 14% nei Laender occidentali. 

Hartz IV non sarebbe "solamente un sistema di sostegno per i disoccupati, ma sempre di piu' anche per gli occupati che non possono vivere solo del loro salario", ci dice Wilhelm Adamy, esperto di mercato del lavoro nella DGB.

In tutto il paese nel dicembre 2011, gli occupati che ricevevano sussidi Hartz IV erano 1.35 milioni, nel 2007 erano 1.22 milioni. Circa il 30% dei sussidiati Hartz IV in grado di lavorare secondo i calcoli DGB nel 2011,  sono Aufstocker (ricevono cioè un'integrazione dallo stato), nel 2007 erano il 23.1 %.

L'ufficio del lavoro (Arbeitsagentur) non è preoccupato

Secondo Adamy, sempre piu' lavoratori diventano degli Aufstocker all'interno del sistema Hartz IV. Lavoratori che fino ad allora non ne avevano ancora avuto bisogno, e che dal sistema di integrazione non riescono piu' ad uscire. "C'è il rischio che sotto l'apparenza degli Aufstocker si nasconda una disoccupazione sedimentata. La mia vera preoccupazione è che ci sia un gruppo di persone che non riuscirà piu' ad entrare nel mercato del lavoro".

L'agenzia per il lavoro federale vede le cifre in maniera meno drammatica: è da valutare positivamente il fatto che sempre piu' disoccupati che ricevono un sussidio inizino a lavorare, ci dice una portavoce. Molti di loro sono costretti ad integrare il salario; ciò è dovuto al fatto che molti di questi impieghi sono creati nel settore del lavoro temporaneo e nel settore dei servizi, dove notoriamente non vengono pagati salari elevati.

I centri per l'impiego tuttavia si impegnano per far trovare a questo gruppo di sussidiati Hartz IV un'occupazione con cui possano vivere. "Il sussidio integrativo può essere la carta di ingresso", ci dice la portavoce. Che sottolinea come l'occupazione in generale sia cresciuta.

Il numero di coloro che con un lavoro regolare ricevono un salario integrativo - secondo Adamy circa la metà dei riceventi un sussidio Hartz IV - è cresciuto di pari passo con la crescita dell'occupazione in generale. La quota era pari al 2.6 % nel 2007 e nel settembre 2001 era al 2.5 %.

Integrazione salariale nonostante un lavoro a tempo pieno

Adamy vede la stagnazione in maniera critica: "E' sorprendente: nonostante il positivo sviluppo congiunturale, non si è riusciti a ridurre il numero degli occupati con un'assicurazione sociale che ricevono un'integrazione salariale", ci dice Adamy. Se fossero state fatte riforme importanti come i contributi familiari per i nuclei a basso reddito, i contributi per gli affitti, l'introduzione dei salari minimi in tutti i settori, molti lavoratori non avrebbero avuto bisogno di un salario integrativo. La DGB vorrebbe estendere ulteriormente queste riforme.

L'esperto di mercato del lavoro Hilmar Schneider, del "Institut zur Zukunft der Arbeit" è tuttavia scettico. Il suo sospetto si basa sul fatto che molti Aufstocker hanno un lavoro a tempo pieno. Secondo Adamy 331.000 Aufstocker hanno un regolare lavoro a tempo pieno.

"In qualche modo si dovrà uscire dal sistema - a meno che non si continuino a pagare stipendi immorali", ci dice Schneider. Il numero elevato di Aufstocker con un lavoro a tempo pieno, puo' essere un segnale del fatto che le agenzie per il lavoro esercitano una grande pressione affinché i destinatari degli aiuti Hartz IV accettino anche lavori mal pagati.

I datori di lavoro potrebbero essere tentati di pagare salari al di sotto della produttività perchè gli interessati dovranno accettare comunque. Le agenzie federali per il lavoro causerebbero distorsioni di mercato, che alla fine rendono per molti occupati la condizione di sussidiato una condizione permanente.

Bassi salari e lavoro part-time sempre piu' diffusi

Il numero degli Aufstocker è cresciuto negli ultimi anni soprattutto nel sud e nell'ovest del paese. Adamy attribuisce questa tendenza a tre cause: il lavoro temporaneo si espande, salari generalmente stagnanti negli ultimi anni e affitti costantemente in crescita. "Sempre piu' persone non qualificate anche ad ovest non possono piu' vivere del loro salario".

Molti lavorano part-time e ricevono un basso salario. Prima di tutto nel commercio al dettaglio, dove i datori di lavoro fanno affidamento per ragioni di flessibilità sui contratti a tempo parziale. Così anche fra gli Aufstocker il lavoro part-time si è diffuso: durante il 2007 solo il 32% dei lavoratori assicurati lavoravano part-time, nel 2010 erano il 40%.

Sebbene ci siano anche nell'ovest sempre piu' Aufstocker, nei lander orientali la percentuale degli occupati che riceve un sussidio integrativo, fra i destinatari Hartz IV in grado di lavorare, è chiaramente piu' alta che nei vecchi Bundeslander; la percentuale piu' alta è in Sachsen e Thüringen, con il 35%. La percentuale piu' bassa con il 26.8 % è in Nord Reno Wesfalia e nelle città stato Amburgo e Brema.

Un prodotto delle riforme Hartz IV

I sussidi di integrazione al salario (Aufstocken) sono possibili dall'introduzione della riforma Hartz IV. Gli architetti dell'agenda 2010 erano convinti che è sempre meglio lavorare, anche quando lo stipendio non basta per vivere. Chi a un certo punto smette di lavorare, vede calare rapidamente le sue possibilità di trovare un nuovo lavoro .

Pertanto nell'ambito delle riforme Hartz IV è prevista la possibilità di ricevere un sostegno dallo stato. Con un sistema combinato salario piu' integrazione, lo stato spende meno di quanto spenderebbe se la persona fosse disoccupata e quindi avesse diritto ad un sussidio completo.

I sindacati ed altri critici ritengono che molti datori di lavoro sfruttano il sistema e in considerazione dei sussidi statali abbassano i salari.

Il salario minimo potrebbe ridurre i costi per lo stato

Un salario minimo generale, secondo i sindacati, potrebbe ridurre il numero degli occupati con un basso salario e far diminuire i costi per lo stato. La DGB pone la sua attenzione sui lavoratori che oltre a svolgere un regolare lavoro con assicurazione sociale, ricevono un sussidio di integrazione. Una metà degli Aufstocker, secondo DGB, sarebbero soprattutto Minijobber e altri lavoratori con condizioni precarie oppure lavoratori autonomi.

Per i lavori con regolare assicurazione sociale, la DGB ritiene le aziende responsabili: i lavoratori devono essere retribuiti in modo da non dover piu' ricevere aiuti dallo stato.

In tutta la Repubblica Federale gli Aufstocker nel 2010 sono costati circa 4 miliardi di Euro - 2.186 milardi sono arrivati dallo stato, 1.746 miliardi dai comuni. In media ricevevano circa 600 € di prestazioni passive, di cui 330 per le spese di alloggio.

mercoledì 13 giugno 2012

Il paese con gli stipendi piu' alti del mondo

Der Spiegel ci illustra la nuova frontiera della flessibilità tedesca: insegnanti di scuola materna con contratti interinali. Inutile dire che l'obiettivo è risparmiare

1000 Euro lordi al mese - secondo il partito "Die Linke" sarebbe questo lo stipendio di molti insegnanti in Sassonia. Le donne ricevono circa il 50% in meno di quanto previsto dai contratti collettivi. Secondo il "Saarbrücker Zeitung" c'è stato un forte aumento di lavoratori interinali (Leiharbeit) fra gli insegnanti delle scuole materne.

Il settore del lavoro in affitto da diversi anni in Germania è in pieno boom. Secondo un rapporto del "Saarbrücker Zeitung" sarebbe in forte crescita fra anche fra gli operatori sociali e gli insegnanti di scuola materna la quota di lavoratori temporanei. Il loro numero dal 2009 al 2011 sarebbe cresciuto di un terzo. Il giornale cita i dati forniti dalla Bundesagentur für Arbeit (agenzia per il lavoro).

Lavoratori temporanei come educatori? Molte città e paesi in questo modo non solo cercano di tappare i buchi negli organici, ma soprattutto risparmiano sui costi. La vice presidente dei Verdi Ekin Deligöz ha dichiarato al giornale che molti comuni temono il diritto ad un posto garantito negli asili nido: provvedimento che sarà in vigore dal prossimo agosto. Con i lavoratori temporanei gli enti pubblici hanno maggiore flessibilità. "Questo spiega solo in parte il ricorso al lavoro temporaneo", ci dice Deligoz.

1000 Euro lordi per gli insegnanti specializzati

Ci sono evidentemente degli abusi negli stipendi. La portavoce di "Die Linke", Sabine Zimmermann, ha descritto casi in cui insegnanti qualificati della scuola materna ricevono 1000 Euro lordi al mese. Lo stipendio mensile lordo per gli insegnanti, secondo i contratti collettivi,  è attualmente intorno ai 2160 € netti.

"In considerazione della loro qualificazione  e della responsabilità, gli educatori non vengono pagati adeguatamente per le loro prestazioni", ha dichiarato Zimmermann. Con il lavoro in affitto il problema si è aggravato ulteriormente. 

Anche il recente piano del Ministro per il Lavoro Ursula von der Leyen è improbabile che contribuisca a migliorare la retribuzione degli insegnanti. Nel piano del ministero si propone la riqualificazione dei disoccupati -  ad esempio le migliaia di lavoratrici Schlecker, che nel corso del fallimento della catena di drogherie hanno perso il loro lavoro. I sindacati hanno attaccato il piano della Von der Leyen definendolo come "vergognoso"; nel piano, infatti, il lavoro di insegnante è definito facile da imparare ed eseguibile da chiunque. 

mercoledì 6 giugno 2012

Cercasi 6 milioni di lavoratori

Il governo federale prevede una forte carenza di forza lavoro e si lancia in una campagna pubblicitaria verso l'estero per attrarre personale qualificato. I sindacati non sono d'accordo, e rilanciano: il governo sta solo facendo pubblicità a se stesso. Da Welt.de
Il governo federale ritiene che in Germania presto mancheranno 6 milioni di lavoratori, e per colmare il gap di forza lavoro ha appena presentato un piano.

Con una vasta campagna pubblicitaria e di informazione in Germania e all'estero, il governo federale intende coprire le necessità di manodopera qualificata dell'economia tedesca. Il via all'offensiva per accaparrarsi la forza lavoro mancante lo hanno dato il ministro dell'economia Philipp Rösler (FDP), il ministro del lavoro Ursula von der Leyen (CDU), e il presidente della Bundesagentur für Arbeit (BA) Frank-Jürgen Weise - prima dell'incontro del governo sul tema lavoro al castello di Meseberg.

La campagna si rivolge alla forza lavoro potenziale, alle imprese e al pubblico in generale. All'estero la campagna si rivolge ai giovani qualificati interessati ad avere un futuro lavorativo in Germania. 

Il ministro del lavoro Von der Leyen ha chiarito, che da qui al 2025 per motivi demografici in Germania mancheranno circa 6 milioni di lavoratori. Il presidente della BA avverte che per lo sviluppo delle imprese la mancanza di manodopera potrebbe essere una minaccia  piu' seria della crisi finanziaria.

"Abbiamo lavori che nessuno fa, ci sono ordini che non vengono soddisfatti", ha detto Von der Leyen. Lei e Roesler sperano infatti di poter sfruttare il potenziale di lavoratori nazionali e stranieri piu' di quanto non sia stato fatto fino ad ora: "Vale la pena venire in Germania", ha detto Roesler e ha sollecitato una nuova "cultura di benvenuto".

Il nucleo dell'offensiva per attrarre la forza lavoro sono le piattaforme internet Fachkräfte-Offensive.de e make-it-in-germany.com. I due siti web propongono suggerimenti e sostegno (in inglese e tedesco) per le aziende e i lavoratori specializzati. Non vengono pubblicizzate solo le possibilità di una carriera in Germania, ma sono presenti offerte di lavoro e assistenza concreta per chi vuole iniziare a lavorare in Germania.

In Germania è necessario aumentare il numero di persone attive

Il presidente di BA Weise ha parlato di una doppia strategia per coprire le necessità di forza lavoro: in patria è necesssario incrementare la quota di popolazione attiva fra le donne e gli anziani, offrire opportunità di formazione ai disoccupati, e ridurre i tassi di abbandono scolastico. Ma se anche questo riuscisse, rimarrebbe sempre un bisogno di forza lavoro, che puo' essere coperto solo con un'emigrazione qualificata dall'estero.

Ogni anno in Germania dovranno arrivare dall'estero 200.000 lavoratori specializzati. Nel 2011 questo obiettivo è stato raggiunto. L'ufficio di statistica ha registrato un saldo attivo fra emigrazione e immigrazione di 279.000 persone - il valore piu' alto da 15 anni.

Il governo a tal proposito ha abbassato gli ostacoli per l'arrivo di immigrati. I titoli di studio stranieri saranno riconosciuti piu' facilmente. Il reddito minimo per gli immigrati qualificati con la nuova carta blu è stato portato da 66.000 € a 45.000 €. Nelle professioni dove manca forza lavoro (dottori, ingegneri) sono sufficienti 35.000 €.

I sindacati non sono convinti da questa politica

Il presidente della confederazione sindacale tedesca (DGB), Michael Sommer, ha criticato il governo che nell'ultimo anno non sarebbe stato in grado di aumentare il potenziale di manodopera qualificata. Il leader di DGB ha negato una generale carenza di lavoratori qualificati: ci sono necessità di lavoratori qualificati solo in alcuni settori, come nella cura degli anziani o nel settore IT.

"Il lamento del governo per la mancanza di forza lavoro qualificata non è credibile, almeno fino a quando sarà fatto così poco per l'occupazione e la formazione di giovani lavoratori, donne, migranti e anziani" ha commentato Sommer. Chi vuole assicurarsi forza lavoro specializzata dall'estero, deve anche offrire le giuste condizioni salariali e di lavoro. "Per fare questo non aiuta certo una campagna pubblicitaria colorata", continua il presidente di DGB.

I settori produttivi scommettono invece su un approccio generale finalizzato ad assicurarsi la forza lavoro. Di questo approccio fanno parte un aumento della quota di persone attive fra le donne, e l'immigrazione di forza lavoro qualificata. "In questo paese dobbiamo creare una vera cultura dell'accoglienza" ha richiesto il presidente di delle Camere di Commercio tedesche Hans Heinrich Driftmann.

L'opposizione ha invece accusato il governo di troppo attivismo: "Eventi spettacolari senza conseguenze concrete come oggi a Meseberg, non ci portano da nessuna parte" ha dichiarato il membro SPD Hubertus Heil.  La maggioranza giallo nera (FDP-CDU) non è  capace di raggiungere accordi concreti con i sindacati e con le parti contrattuali. Heil ha consigliato al governo di concentrare nell'ufficio della cancelleria il compito di attrarre forza lavoro qualificata. Un consiglio di esperti con un ambito ben definito potrebbe definire al meglio i passi necessari per ottenere questo risultato. 

martedì 5 giugno 2012

Se 50 ore sono poche

Un articolo sulla Süddeutsche Zeitung riporta i dati di uno studio del Deutschen Instituts für Wirtschaftsforschung (DIW). Centinaia di migliaia di occupati a basso salario, per sbarcare il lunario devono lavorare almeno 50 ore la settimana.


Chi guadagna poco spesso deve faticare  piu' a lungo. Secondo uno studio, il 25% degli  occupati con un basso salario (Niedriglohn) deve lavorare 50 ore alla settimana e anche di piu'. La legge sugli orari di lavoro, prevede tuttavia al massimo 48 ore settimanali.


Molti degli occupati a basso salario devono lavorare a lungo per sbarcare il lunario. Un quarto degli occupati a basso salario con un lavoro a tempo pieno, lavora di regola 50 ore la settimana, e anche di piu'. I dati emergono da uno studio del Deutschen Instituts für Wirtschaftsforschung (DIW). "Orari di lavoro cosi' lunghi come fra i lavoratori a basso reddito, sono presenti solo all'altro estremo della scala dei redditi, lavori ben pagati e a tempo pieno", scrive l'autore dello studio Karl Brenke.

Nel complesso, secondo lo studio, quasi 900.000 occupati con un basso stipendio lavorano almeno 50 ore la settimana. Fra questi ci sono ad esempio i conducenti di mezzi pesanti, i magazzinieri, e gli occupati nel settore dell'ospitalità. In media i lavoratori a basso salario con un lavoro full time secondo lo studio DIW, lavorano 45 ore per settimana - 2 ore in piu' delle altre forze lavoro impiegate a tempo pieno. "E' un problema sociale il fatto che queste persone possano sbarcare il lunario solo con degli orari di lavoro molto lunghi", ci dice Brenke. I lavoratori rischiano inoltre conseguenze per la loro salute. L'istituto DIW fa riferimento anche alle leggi sul lavoro, che fissano a 48 ore per settimana l'orario di lavoro massimo.

Sono considerati a basso salario, i lavoratori che ricevono meno dei due terzi del salario medio orario. Nel 2010 la soglia era di 9.26 € per ora lordi. In totale, nel 2010 circa il 22% dei lavoratori riceveva un salario considerato basso, secondo i dati del DIW. Piu' della metà ha un' occupazione per la quale è necessario un periodo di apprendistato o un titolo universitario. A questo gruppo appartengono i commessi, gli assistenti medici, i panettieri, i lavoratori nel settore dell'ospitalità, parrucchieri e infermieri. 

lunedì 4 giugno 2012

Contratti di serie A solo per la metà degli occupati

Una recente analisi di IAB (Instituts für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung) ci dice che i contratti collettivi ormai si applicano solamente al 50% degli occupati. E' davvero un Jobwunder?
Nel 2011, i contratti collettivi di lavoro si applicavano solo a circa il 50% della forza lavoro occupata nelle aziende. Lo mostrano i dati del panel IAB ( Instituts für Arbeitsmarkt- und Berufsforschung), una indagine annuale su oltre 15.000 aziende condotta da IAB.

Rispetto al 1996, primo anno in cui sono stati raccolti i dati sulla contrattazione collettiva, il numero dei salariati a cui si applicano i contratti collettivi è sceso fortemente. Nel 1996 nella Germania Ovest il 70% degli occupati lavorava in aziende alle quali si applicano i contratti collettivi di lavoro. Nel 2011 sono solo il 54%. Nella Germania Est, la corrispondente quota di occupati è scesa dal 56 al 37%. Rispetto al 2010 questo ha significato nell'ovest una discesa di 2 punti percentuali. Ad est, rispetto all'anno precedente non ci sono stati cambiamenti importanti. "Nel lungo periodo emerge chiaramente la tendenza al ribasso", hanno commentato Susanne Kohaut e Peter Ellguth, ricercatori IAB.

Per un altro 7% degli occupati nell'ovest e il 12% ad est, vengono invece applicati contratti negoziati su base aziendale (Firmentarifvertrag).

venerdì 4 maggio 2012

Scricchiola il ramo?


Lo Schadenfreude, un sentimento molto umano, ovvero "il piacere provocato dalla sfortuna dell'altro", che tanto si è visto all'opera nella crisi europea, questa volta va nella direzione opposta. Bild.de, il quotidiano popolare piu' venduto, ci dice che il mercato del lavoro si sta fermando e che sono partiti i licenziamenti di massa. 
Licenziamenti di massa  alla Lufthansa (3.500 tagli), Schlecker (10.000 posti), Neckermann (1.380 posti), Solar First (1.200 posti), Mueller Brot (600 lavoratori): anche il gigante del commercio al dettaglio Metro oggi ha annunciato una significativa riduzione dei dipendenti. 

"Dovremmo sicuramente tagliare dei posti di lavoro", ha detto il CEO Olaf Koch. Numeri concreti non ne ha voluti fare, ha annunciato però che il processo sarà doloroso. Metro punta a 100 milioni di Euro di risparmio. Lufthansa, la piu' grande compagnia aerea, ha reso noto oggi che 3.500 posti saranno tagliati nella parte amministrativa. 

Situazione della Lufthansa: la pressione delle linee a basso costo, la concorrenza della penisola arabica e gli alti prezzi del carburante obbligano la Lufthansa ad un risparmio obbligato: la piu' grande compagnia aerea ha deciso di cancellare 3.500 posti nell'amministrazione. Nel primo trimestre del 2012 l'azienda ha registrato perdite operative per 381 milioni di Euro.

Che cosa succede nel paese del Jobwunder?

Per l'azienda è sempre piu' difficile combattere contro la concorrenza. Così Lufthansa è impegnata ormai da anni nella battaglia con le compagnie low cost. In Europa Ryanair e Easyjet mettono Lufthansa sotto pressione. Nei trasporti intercontinentali è forte la concorrenza delle compagnie statali della penisola arabica che premono con qualità elevata e bassi costi.

Lo stesso quadro emerge dal gigante del commercio Metro.

Soprattutto nelle catene di elettronica Media Markt e Saturn l'azienda ha dovuto alla fine  abbassare i prezzi, per poter tenere testa alla concorrenza su Internet. Solo nel primo trimestre questo è costato 50 milioni di Euro. L'azienda ha investito ulteriori 23 milioni in azioni sul prezzo presso i propri rivenditori. 

Il miracolo economico è finito?

Secondo un sondaggio, gli affari delle aziende tedesche in aprile sono andati male come non accadeva da quasi 3 anni. 

L'indice dei responsabili degli acquisti è sceso di 2.2 punti a 46.2 punti, ha comunicato l'Istituto Markit. E' il dato peggiore dal luglio 2009. In questo modo il barometro si è allontanato dal valore di 50, che segnala la crescita: "L'abbassamento continuato della domanda ha portato le aziende a tagli di produzione" dichiare Tim Moore, economista di Markit.

Le imprese hanno perciò ridotto il numero dei posti di lavoro per la prima volta dal marzo 2010.

Prospettive incerte

Gli esperti parlano sottovoce. Si evita di fare delle previsioni sullo sviluppo nel mercato del lavoro. Soprattutto dopo la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione in aprile.

Nell'ultimo mese il numero dei disoccupati è sceso di 65.000 unità raggiungendo i 2.963 milioni. "E' una sorpresa negativa. Il tasso di disoccupazione destagionalizzato è salito", ci dice Heinrich Bayer di Postbank. "La debolezza economica comincia a lasciare il segno".

Gli osservatori parlano di "un fulmine sul mercato del lavoro tedesco". Che cosa significa questo?

Diversamente dall'anno precedente - secondo le valutazioni di alcune grandi banche interpellate in un sondaggio - il mercato del lavoro non ha mostrato nessun miglioramento congiunturale. La ripresa primaverile quest'anno è piuttosto debole. A confronto: gli anni scorsi la disoccupazione di aprile era diminuita ad una velocità doppia rispetto a quanto accaduto quest'anno. 

Gli esperti non sono meravigliati da questo sviluppo. Gli economisti delle banche avevano già previsto, dopo il rallentamento economico di fine 2011, che prima dell'estate 2012 ci sarebbe stata una flessione anche nel mercato del lavoro. Motivo: la flessioni economiche si riflettono sul mercato del lavoro con qualche mese di ritardo. 

"Molte aziende si muovono al momento con moderazione. Sui nuovi posti di lavoro ci si  muove a vista" ci dice  il capo economista di Commerzbank Eckart Tuchtfeld. "Adesso ci troviamo in una fase di stagnazione. Questa non è una tendenza al ribasso. La debole congiuntura invernale ha lasciato tracce nel mercato del lavoro. Anche se l'economia dovesse tornare a crescere, la disoccupazione potrebbe rimanere stabile nei prossimi mesi", sostiene l'analista di Postbank

mercoledì 2 maggio 2012

I sindacati non ci stanno

Sulla Frankfurter Rundschau leggiamo che al di sopra delle Alpi non ci sono solo Sinn, Weidmann, Schäuble e  il rigorismo merkeliano. I sindacati, in occasione del primo maggio, hanno manifestato il loro disaccordo verso le politiche di risparmio del governo di Berlino.
Migliaia di lavoratori in tutto il paese hanno sfilato nelle strade al grido di: "Lavori buoni per gli europei, salari equi e sicurezza sociale". "Non sono gli uomini ad aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità", ha dichiarato Sommer, il leader di DGB (confederazione sindacale tedesca). Le vere responsabili della crisi sono le elite avide di danaro.

I sindacati per il primo di maggio hanno avvertito i governi di non trasferire i costi della crisi sulla collettività. "Non sono le persone ad aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità" ha detto Michael Sommer, numero uno della DGB (confederazione sindacale tedesca) a Stoccarda. Sono le elite "avide di danaro che hanno derubato gli stati e che vogliono continuare a farlo". Il leader di Ver.di (il sindacato dei servizi) Frank Bsirske,  si è detto contrario a misure di risparmio a senso unico. 

Alle dimostrazioni nazionali del primo maggio, sotto il motto "Lavori buoni per gli europei,  salari equi e sicurezza sociale", hanno preso parte 420.000 persone, secondo quanto indicato da DGB.

Politica sbagliata

La vera responsabile della crisi è la politica sbagliata, ha detto Sommer. Chi non aumenta le tasse, permette la corruzione: "aver lasciato i mercati finanziari liberi di agire e il capitalismo predatorio privo di regole, è la vera causa della crisi vissuta in molti paesi europei". Invece di far risparmiare gli stati fino alla morte, sono necessari investimenti per il futuro dei paesi, ha continuato il leader di DGB. "L'alternativa alla capitolazione di metà delle economie europee non sono i programmi di risparmio, ma i programmi di rilancio economico".
Frank Bsirske alla manifestazione centrale di Ver.di a Saarbruecken ha detto che il Fiskalpakt "impone all'Eurozona una dose eccessiva di risparmio". Se l'Europa continua a risparmiare in maniera così forte durante la crisi, dovrà rassegnarsi alle differenze sociali fra gli stati membri e all'interno degli stessi paesi. Sono sotto attacco le conquiste sociali come la contrattazione collettiva e i sistemi di protezione sociale: "In questo modo si affonda la legittimazione dei progetti europei, questa politica è una bomba per l'integrazione europea" ha continuato Bsirske.

Richiesta di un piano Marshall

Per risolvere la crisi europea è necessaria una maggiore regolamentazione dei mercati finanziari e un piano Marshall che dia impulso alla crescita, ha dichiarato il leader della IG Metall Berthold Huber. La Germania ha bisogno di una Europa capace di avere un futuro e una politica, che abbia attenzione per il lavoro, rafforzi la sicurezza sociale e prenda in considerazione la questione ecologica. "Non si tratta di cambiare lato della strada e continuare a camminare nella direzione sbagliata - no, c'è bisogno di cambiare la direzione" ha detto Huber ad Amburgo.

Secondo il leader della Linke Gregor Gysi, i governi sarebbero all'opera per distruggere l'Europa come idea sociale. Tutti discutono di risparmiare e tagliare la spesa. "Mai una volta che quelli che dovrebbero farlo discutano di un aumento delle entrate fiscali". Ci sarebbe piu' solidarietà di quanta non ne serva, anche con la società greca, ha detto sempre Gysi.

martedì 1 maggio 2012

Ieri biochimico, oggi ragazzo alla pari, domani chi lo sa...

La Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), con un'intervista ad un giovane laureato, ci parla della speranza di un lavoro in Germania per i tanti spagnoli disoccupati e superqualificati: Baviera e Baden-Württenberg sono pronte ad accogliere gli altri 5 milioni di disoccupati spagnoli senza un titolo universitario?
Victor Mari non riusciva a trovare nessun lavoro come biochimico in Spagna. Ora il giovane laureato è arrivato a Francoforte come ragazzo alla pari. Un po' se ne vergogna. Ma non è certo il solo in questa situazione. 

FAZ: Signor Victor Mari Cervera, che cosa l'ha portata qui in Germania?

VMC: Ho studiato biochimica a Valencia e volevo lavorare come ricercatore. Ma a causa della crisi non ci sono lavori in laboratorio o presso le aziende

FAZ: E quindi è arrivato qui per lavorare come ragazzo alla pari?

VMC: No, prima ho fatto un master, per poter insegnare biologia e chimica nelle scuole. Ma al momento in Spagna non vengono assunti insegnanti. Non c'era per me alcuna possibilità, sebbene abbia una buona laurea. La sola cosa che poteva aiutarmi era una raccomandazione, ma non sono riuscito a trovarla.

FAZ: Non aveva pensato, che la situazione sarebbe peggiorata, quando ha iniziato con il master?

VMC: No, fare l'insegnante in Spagna mi sembrava una buona idea. In Spagna le scuole hanno bisogno di insegnanti di biologia. E negli ultimi anni erano stati assunti anche alcuni nuovi insegnanti. 

FAZ: Quando le è venuta l'idea di scappare?

VMC: E' arrivata immediatamente dopo la fine del mio master. Fuggire dalla Spagna per imparare una lingua. Avrei dovuto aspettare ancora un anno, perchè forse ci sarebbe stata la possibilità di ricevere un assegno di ricerca. Ma io non ho voluto, volevo solo andarmene. Ho 26 anni e non volevo piu' perdere tempo.

FAZ: Poteva immaginarsi di diventare un ragazzo alla pari, con una laurea in tasca?

VMC: Cercavo una possibilità di imparare la lingua e poi di potermi candidare in Germania come insegnante o in un centro di ricerca.

FAZ: Non ha mai la sensazione che il lavoro di ragazzo au pair per lei sia poco decoroso?

VMC: Naturalmente, quando incontro qualcuno qui in Germania, cerco di evitare il tema. All'inizio mi sono un po' vergognato. Ma la situazione attuale è solo un trampolino di lancio per imparare la lingua e trovare un lavoro. Inoltre mi piace il lavoro. Ha molto a che fare con l'educazione. Io amo l'insegnamento. Ed è un buona preparazione per il lavoro di professore.

FAZ: Si sta già candidando nelle scuole?

VMC: Si', e per ora la situazione è buona. Con la mia famiglia che mi ospita abbiamo l'accordo che io me ne posso andare quando troverò un buon lavoro. La famiglia  troverà rapidamente un sostituto, io credo, data la grande quantità di laureati spagnoli in attesa.

FAZ: Perchè?

VMC: La famiglia che mi ospita, per trovare un ragazzo alla pari, ha inserito un annuncio su un sito specializzato per ragazzi alla pari e ha ricevuto in poco tempo 30 candidature dalla Spagna: fra questi avvocati, architetti, ingegneri.

FAZ: Che cosa fanno i suoi colleghi di università, anche loro alla pari?

VMC: No, solo un'amica ad Amsterdam. Gli altri sono disoccupati o stanno cercando di aggiungere un titolo di studio al loro curriculum. Alcuni imparano le lingue, ma non all'estero. E pochi hanno trovato un buon lavoro.

FAZ: Può valutare quante persone del suo stesso anno accademico hanno trovato un lavoro?

VMC: Di 200 persone dello stesso anno accademico al massimo 50, e non sempre si tratta di un lavoro adeguato.

FAZ: Che cosa fanno allora?

VMC: Danno ripetizioni, o fanno i commessi da Zara o Massimo Dutti. Alcuni lavorano in discoteca, non importa se sono insegnanti o architetti. Ci sono molti architetti disoccupati in Spagna perché dopo la crisi immobiliare non si costruisce piu'. Fra i miei amici hanno trovato un lavoro solo una parrucchiera e due impiegati in una compagnia aerea. E tutti e tre non hanno fatto l'università. Per i laureati è sicuramente dura.

FAZ: Non sembra però che siano molte le persone a voler lasciare la Spagna.

VMC: No, fra i miei amici solo 2

FAZ: Dei portoghesi si dice che molti cerchino fortuna nella ex-colonia Brasile. C'è una tendenza fra i giovani spagnoli ad emigrare verso l'Argentina, il Cile o il Messico?

VMC: No, fra i miei conoscenti nessuno ha preso in considerazione questa possibilità.

FAZ: E che cosa fanno allora?

VMC: Aspettano tempi migliori

FAZ: I giovani ricevono aiuto dallo stato?

VMC: No, chi non ha mai lavorato, non riceve denaro dallo stato.

FAZ: Significa che i giovani vivono con il denaro dei genitori?

VMC: Tutti i miei amici vivono con i genitori e ricevono ancora supporto economico, anche dopo i 25 anni. Molti cercano di fare lavoretti. Io ad esempio ho lavorato in un bar. Non è bello, dopo una laurea essere ancora dipendenti dai propri genitori.

FAZ: I suoi genitori l'aiutano ancora?

VMC: Sì, ad esempio quando ho bisogno del denaro per i libri di testo

FAZ: Ma i giovani spagnoli nonostante tutto vanno ancora spesso nei bar e lì spendono soldi, l'abbiamo notato nei soggiorni in Spagna.

VMC: Sì, questo è vero, forse è necessario uscire almeno la sera, quando si vive a lungo a stretto contatto con i genitori. Forse anche i genitori trovano sia una buona idea, restare un po' senza i figli adulti.

FAZ: Pensa che il destino sia stato cattivo con la sua generazione?

VMC: In un certo modo sì. Ho studiato a lungo e con buoni risultati e nonostante questo non trovo nessun lavoro.

FAZ: Per i suoi genitori è stato piu' facile?

VMC: Anche per loro non è stato facilissimo. Ma in ogni caso hanno trovato un lavoro. I miei genitori gestiscono un'officina e vanno avanti abbastanza bene

FAZ: E i suoi fratelli?

VMC: Mio fratello studia meccanica, vedremo se entrerà nell'azienda dei miei genitori. In realtà voleva studiare. Mia sorella studia per diventare insegnante di scuola elementare. Le sue prospettive non sono buone. Oggi in Spagna è così: gli adulti hanno un lavoro, i giovani sono disoccupati, almeno il 50% dei giovani fino a 25 anni. Le aziende non assumono giovani.

FAZ: Da lontano si ha l'impressione che i giovani accettino con rassegnazione la situazione difficile e continuino a festeggiare. Perchè non c'è una rivoluzione?

VMC: La rabbia non aiuterebbe molto. Ci sono state grosse proteste, soprattutto il movimento 15 maggio in tutto il paese, ma anche proteste a Valencia.

FAZ: Ma ora la situazione è calma

VMC: Sì certo ora lo è.

FAZ: In Spagna c'è stato un cambiamento di governo. Il paese ora è governato dal partito conservatore. C'è stato un miglioramento?

VMC: No, nella mia città Valencia i conservatori governano da 20 anni. C'è solo crisi e corruzione

FAZ: I giovani come hanno votato?

VMC: Né i conservatori né i socialisti. I giovani che io conosco hanno votato un partito di sinistra chiamato Compromis.

FAZ: Il popolo è disilluso nei confronti della politica?

VMC: Sì, abbiamo un re che va a caccia di elefanti mentre il suo paese è in una crisi profonda, che cosa dovremmo pensare?

FAZ: Si immagina di poter restare in Germania?

VMC: Sì, sono stato a Valencia per due settimane poco tempo fa. Le persone hanno perso ogni speranza. Non mi sento più a mio agio nel mio paese. Tutti parlano delle loro preoccupazioni, trovare un lavoro e farsi bastare il denaro. Mi sono deciso a trovare qualcosa qui in Germania, in una scuola o in un laboratorio.

FAZ: Perchè la Germania?

VMC: 5 anni fa ero già stato qui e mi era piaciuta molto. Perciò ho deciso di tornare.

FAZ: Come si trova qui?

VMC: Mi trovo bene qui, Francoforte è una bellissima città.

FAZ: E con la lingua va già piuttosto bene

VMC: No, non ancora abbastanza. Ma ogni giorno imparo qualcosa. 

Salari reali tedeschi invariati negli ultimi 20 anni

La Frankfurter Allgemeine Zeitung ci ricorda ancora una volta la misura della moderazione salariale degli ultimi anni in Germania. I dati sono quelli di uno studio dell'ufficio federale di statistica (Bundesamt).
I lavoratori producono oggi molto piu' di 20 anni fa. Ma per questo non ricevono salari maggiori. Hanno però altri vantaggi.

I lavoratori tedeschi lavorano meno, ma sono piu' produttivi di 20 anni fa. Un terzo della produttività in piu' per ogni ora lavorata. Tra il 1991 e il 2011 la "produttività per ora lavorata" è cresciuta del 34.8 %, secondo i dati comunicati dall'ufficio federale di statistica. Tra i fattori dell'incremento di produttività ci sono sicuramente migliori macchinari e computer piu' rapidi.

E qui in molti potrebbero pensare che i salari sono aumentati in maniera corrispondente. Alla fine dovrebbe valere la vecchia regola dei sindacalisti: i lavoratori devono ricevere un aumento salariale, che comprenda l'inflazione piu' l'aumento di produttività. In questo modo i lavoratori approfittano della produttività aggiuntiva, mentre i datori di lavoro pagano una parte di reddito aggiuntiva. 

Ma questo non è accaduto. Secondo i dati dell'Ufficio Federale di Statistica (Bundesamt),  i salari reali negli ultimi 20 anni non sono cresciuti. Il salario nominale medio è cresciuto di circa la metà rispetto al valore di 20 anni fa - ma i prezzi sono cresciuti quasi alla stessa velocità. Alla fine, dopo 20 anni, l'aumento del salario reale è stato solamente dell'1 %.

I salariati hanno comunque beneficiato di altri progressi. Da un lato lavorano molto meno di 20 anni fa: ogni lavoratore nel 2011 secondo dati del Bundesamt ha lavorato il 9.7 % in meno rispetto al 1991. Dall'altro lato oggi in Germania lavorano piu' persone di allora - nel complesso in Germania nel 2011 c'erano 2 milioni di lavoratori in piu' rispetto a 20 anni prima.

Ora che la disoccupazione è in discesa, molti sperano in salari crescenti. Almeno all'inizio di questo anno non è stato così - in gennaio gli aumenti salariali sono rimasti dietro all'inflazione, secondo i dati diffusi dal Bundesamt. 

L'aumento dei salari arriverà presto? Non necessariamente. La domanda di forza lavoro sembra rallentare, secondo quanto comunicato dall'agenzia federale per il lavoro - e nello Stelleindex di aprile, rispetto a marzo, è scesa di 5 punti a 171 punti. Questo può essere dovuto al fatto che l'agenzia ha misurato la domanda nel mezzo delle ferie pasquali. L'agenzia per il lavoro stessa conclude: "Il picco della domanda sembra essere stato superato".

lunedì 16 aprile 2012

Lieto fine: il lavoro e la felicità in Germania


La popolare Bild.de ci racconta l'happy end della crisi del sud Europa. Giovani e capaci laureati fuggono da mercati del lavoro in profonda crisi e trovano la felicità e la realizzazione in Germania. Prosegue il feeling fra la stampa popolare e il governo di Berlino.


Abbiamo trovato la felicità in Germania - Sempre piu' lavoratori dal sud Europa.

Nel loro paese regna la crisi e sempre piu' spagnoli e greci arrivano in Germania per lavorare. 43.000 spagnoli, (+ 9% sull'anno precedente) e 112.000 greci (+8%), sono i dati dello scorso anno (Bundesagentur fuer Arbeit). 

Christos Kotanidis (33) dalla Grecia, Ingegnere civile

"Ho studiano a Tessaloniki, dopodiché ho trovato un impiego, ma a causa della crisi abbiamo iniziato a lavorare solo a tempo parziale e abbiamo dovuto rinunciare alla metà del salario. Quindi mi sono cercato un lavoro in Germania, perchè avevo studiato il tedesco già da bambino. Mi posso immaginare di restare qui a lungo e di creare una famiglia".

Laura Liarte, 27 anni, dalla Spagna, specialista di IT.

E' da gennaio ad Eschborn e lavora per il fornitore di servizi  informatici GFT

"Ho studiato informatica e poi subito dopo ho trovato un lavoro a Barcellona. Appena ho sentito che in Germania c'era una posizione libera, mi sono candidata subito. La situazione del mercato del lavoro in Spagna è frustrante. I laureati spesso guadagnano meno di 1000 Euro al mese. Prima o poi vorrei tornare nel mio paese, ma al momento le prospettive non sono buone".

Edoardo Gomez Martinez, 24 anni, dalla Spagna.

Da ottobre 2011 lavora come ingegnere aereonautico presso Ferchau Aviation in Hamburg

"Ho studiato ingegneria a Madrid. Dopo 4 mesi di pratica presso Ferchau Aviation ad Amburgo mi è stato offerto un lavoro. Ho colto subito l'occasione, visto che in Spagna la metà dei laureati è disoccupata. Soprattutto in Germania guadagno molti piu' soldi. Con la lingua non ho alcun problema, ho frequentato dei corsi di lingua a Madrid"

Marta Garcia Blasco (33) dalla Spagna, esperta di Tunnel.

Nell'agosto 2011 ha iniziato a lavorare presso Deutschen Bahn (ferrovie tedesche).

"Come ingegnere ho iniziato a lavorare presso un'azienda di costruzioni a Valencia. A causa della crisi gli ordini sono crollati e il mio futruo è diventato insicuro. Mi è stato subito chiaro che quello era il momento per qualcosa di nuovo. Poiché avevo studiato 2 anni a Vienna e lì avevo imparato il tedesco, mi sono cercata un lavoro in Germania. E proprio qui da sempre desideravo lavorare. Adesso sono responsabile per dei progetti di costruzione dei tunnel e sono molto felice".

Sempre Bild.de ci dà i numeri del Jobwunder: 1 milione di posti vacanti.

In Germania il mercato del lavoro continua a tirare e il Jobwunder non si spegne. Al momento ci sarebbe circa 1 milione di posti di lavoro vacanti secondo l'istituto di Norimberga IAB. Da un punto di vista contabile ci sarebbero 3 disoccupati ogni posto libero - dato migliore da almeno 20 anni.

Germania paradiso del Lavoro! L'esperto IAB Alexander Kubis: "In confronto agli altri stati siamo messi molto bene"

Bild.de ci racconta in quali settori le aziende cercano urgentemente dei lavoratori:

Costruzioni: le aziende hanno circa 35.000 posizioni scoperte per lavoratori specializzati e ingegneri.

Computer e telecomunicazioni: al momento mancano 40.000 lavoratori, soprattutto specialisti IT e programmatori.

Salute e cura: il settore cerca 70.000 nuovi lavoratori, soprattutto personale per la cura, infermieri, specialisti di farmacia.

Commercio: oltre 30.000 posizioni aperte, soprattutto nell'est mancano specialisti di macelleria e capi reparto.

Hotel e ristoranti: oltre 30.000 posizioni aperte, ricercati cuochi e impiegati di hotel.

Metalmettanico ed elettronico: 120.000 posizioni sono vacanti, soprattutto per lavoratori specializzati in elettronica,  meccatronici, ed ingegneri.

Settore pubblico: sono ricercati soprattutto insegnanti per la scuola materna e professori.

Trasporti e logistica: da qui alla fine dell'anno mancano circa 25.000 guidatori di camion.

Lavoro a tempo: le aziende cercano 50.000 lavoratori, in tutti i settori.

domenica 1 aprile 2012

Il libro nero del lavoro interinale


Die Zeit ci racconta il lavoro interinale e i suoi effetti sul mercato del lavoro: è solo un mezzo per ridurre il costo del lavoro oppure una reale possibilità di inserimento per i disoccupati? 
La IG Metall mette alla gogna le aziende che fanno estremo ricorso al lavoro in affitto. Nella lista compaiono Porsche, BMW e una controllata Daimler.

Dell'azienda Stelo Telc nessuno conosce il nome. Sebbene sia controllata al 100 % da Daimler. Stelo Tec ha sede a Mannheim e lì produce con un piccolo staff pezzi per motori automobilistici. Di questa azienda normalmente non si interesserebbe nessuno. Ora compare invece in cima alla lista stilata dai sindacati. Le aziende in questa lista impiegano poco personale fisso e un grande numero di lavoratori interinali. Presso la Stelo Tec la quota di lavoratori interinali, secondo le cifre della IG Metall, raggiunge il 66.7 %. E' il valore piu' alto che i sindacati hanno riscontrato in seguito ad una ricerca eseguita su 600 aziende del Baden Wuerttemberg. Questi dati emergono da una piccola pubblicazione della IG Metall il cui titolo è il "Libro nero del lavoro in affitto".

Qualche anno fa i sindacalisti di Ver.di con un altro libro nero avevano denunciato i misfatti dei supermercati LIDL. Adesso la IG Metall fa la stessa cosa - secondo il principio del naming and shaming - nei confronti delle aziende del lavoro temporaneo e dei loro clienti. Alla gogna vengono messe alcune delle piu' importanti società dell'economia tedesca - ad esempio Porsche, BMW, e anche la controllata di Daimler. Le diverse associazioni circondariali del sindacato hanno fatto una lista di chi e di quanti lavoratori in affitto impiega. Il libro riporta i racconti anonimi dei lavoratori e delle loro cattive esperienze fatte con questa forma di lavoro. E' il punto più alto di una lunga campagna, che non a caso è diventata più forte proprio ora. 

Grandi scelte attendono infatti il settore del lavoro temporaneo. Si tratta del salario di 900.000 occupati, di aumenti salariali fino al 50% e delle regole che dovranno essere applicate in questo speciale settore del mercato lavorativo. Da un lato le parti sociali cercano di trovare un accordo. Dall'altro, il ministro del lavoro Ursula Von der Leyen ha dichiarato all'inizio del 2011, che le parti sociali entro un anno devono raggiungere un accordo sull'uguaglianza di salario fra dipendenti a tempo e dipendenti in affitto. In caso contrario il legislatore dovrà intervenire. Il termine fissato dal ministro scade questo mese.

Anche nel centro di sviluppo Porsche ci sono lavoratori temporanei.

I sindacati chiariscono che non sono contrari al lavoro interinale. Ma gli abusi finalizzati a ridurre il costo del lavoro non sono tollerabili. Ci sono stati eccessi. In quali casi i sindacati vedano un abuso non emerge chiaramente dalle liste da loro pubblicate. Tanto più che i numeri pubblicati non sembrano sempre corretti. Bei Stelco TEC il consiglio di fabbrica ha chiarito che la percentuale dei lavoratori interinali non è del 67 % ma del 40 % - una cifra comunque sempre alta. Un portavoce di Daimler giustifica questa percentuale molto alta con il fatto che l'azienda opera in un ambiente di mercato molto ciclico. Inoltre, l'azienda si trova in una fase di lancio di un nuovo camion, per questo motivo i lavoratori in affitto completano gli organici stabili. Presumibilmente il lavoro temporaneo sarebbe utilizzato presso la loro azienda da oltre 6 anni.

L'esempio della Stelo Telc è abbastanza insolito, in quanto l'utilizzo dei lavoratori interinali presso Daimler è stato quasi sempre concordato con il consiglio di fabbrica (Betriebsrat). Il numero dei lavoratori interinali di regola non dovrebbe mai superare l'8% dei lavoratori stabili. Inoltre, a differenza di quanto accade presso Stelo Tec vige una regola di uguale paga: i lavoratori in affitto ricevono la stessa paga dei dipendenti a tempo indeterminato. Secondo le informazioni fornite da Daimler la paga oraria sarebbe di 17.05 €. Questi sono quasi 10 € in piu' del salario minimo per il lavoro temporaneo, in vigore dall'inizio di quest'anno.

Anche in altre aziende esistono regole per i lavorotori interinali. Presso Porsche i lavoratori a tempo secondo le informazioni fornite dal capo del consigliio di fabbrica Uwe Hück, ricevono "la stessa retribuzione, le stesse maggiorazioni per gli straordinari, e le stesse pause dei dipendenti regolari". Inoltre per lo stabilimento principale è stato concordato che i lavoratori temporanei impiegati nella produzione ricevano dopo 5 mesi di lavoro in affitto un contratto a tempo determinato da Porsche. Questa regola non vale solo per gli ingegneri.  Stranamente però il centro di sviluppo Porsche di Weissau emerge nella lista compilata da Ig Metall. Qui su 3.649 impiegati stabilmente, lavorano 890 impiegati interinali. Il portavoce di Porsche al riguardo conferma un numero di lavoratori interinali a 3 cifre, che a causa di un lavoro basato sui progetti subisce delle grandi oscillazioni. 

In molte aziende si muove qualcosa. Anche alla BMW. Da settimane il produttore di automobili discute con il consiglio di fabbrica sull'assunzione dei 1.100 lavoratori temporanei impiegati nello stabilimento di Leipzig. Jens Koehler del consiglio di fabbrica chiarisce: "Stiamo negoziando a livello aziendale sul lavoro interinale e sugli altri strumenti di flessibilità. Sono molto fiducioso che presto su questa strada giungeremo ad un accordo".

"Il lavoro temporaneo è giusto", sostengono i datori di lavoro in una campagna contraria.

Le agenzie di lavoro interinale si difendono con una loro campagna contro il tentativo di demonizzazione. Presentano su internet le opinioni di decine di lavoratori che con nome e foto  chiariscono perché per loro il lavoro temporaneo è giusto. Gli esempi vanno dai lavoratori del magazzino fino agli informatici.  Secondo i loro racconti, i contratti di lavoro in affitto avrebbero portato loro grandi vantaggi. In concomitanza con questi sforzi di PR, le parti sociali negoziano un nuovo accordo salariale. La IG Metall pretende dalle associazioni imprenditoriali di poter inserire un diritto di veto del consiglio di fabbrica all'assunzione di lavoratori temporanei. Contemporaneamente la negoziazione fra le parti sociali è finalizzata al raggiungimento dello stesso livello salariale. Le negoziazioni sono ancora aperte ma è già prevedibile che uno stesso livello di salario non sarà definito dalla contrattazione collettiva. I sindacati  vogliono stabilire  gli aumenti salariali per ogni settore. Accanto a questo, sarà necessario un intervento legislativo, per coprie le aree non raggiunte dalla contrattazione sindacale collettiva. 

In questo modo la palla viene rimandata nel campo della politica. Il ministro del lavoro Ursula von der Leyen non potrà evitare, da sola o con l'aiuto delle sue commissioni di esperti, di decidere a quali limitazioni dovrà essere sottoposto il lavoro in affitto. All'inizio della scorsa settimana uno studio pubblicato dalla fondazione Bertelsmann ha riacceso la discussione sugli effetti del lavoro temporaneo. Secondo questo studio, il lavoro interinale non minaccia in alcun modo i posti fissi.  In media i lavoratori a tempo vengono impiegati presso un'azienda per non più di 3 mesi. Solo il 3% delle imprese avrebbe ridotto gli impiegati stabili per far crescere il numero dei dipendenti interinali. In molti casi le cose sarebbero andate diversamente: entrambi i gruppi di lavoratori sono cresciuti, oppure i lavoratori temporanei sono stati rimpiazzati da lavoratori a tempo indeterminato. 

Lo sviluppo del mercato del lavoro sembra sostenere questa ipotesi. Il lavoro in affitto lo scorso anno è cresciuto di 80.000 posizioni, i lavori coperti da assicurazione sociale (esclusi minijob) sono cresciuti di almeno 700.000 unità. In circa 10 anni il numero dei lavoratori temporanei è cresciuto fino a raggiungere il 2% attuale. Nonostante casi di abuso da parte di alcune aziende, i lavoratori a tempo rappresentano ancora una nicchia del mercato del lavoro. 

Secondo gli esperti, questo sarebbe un motivo per essere prudenti sull'introduzione dell'obbligo di salario identico. Joachim Möller, capo di IAB (Institut fuer Arbeitsmarkt und Berufsforschung) suggerisce di pareggiare il salario dei lavoratori interinali non immediatamento, ma entro un certo numero di mesi dal loro arrivo in azienda. Altrimenti il lavoro a tempo rischierebbe di perdere la propria funzione di possibilità di ingresso nel mondo del lavoro per i disoccupati.