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mercoledì 6 giugno 2012

Ognuno salvi le proprie banche


La FAZ ci regala un altro commento contro l'unione bancaria: quotidiano conservatore oppure house organ della Bundesbank? Christian Siedenbiedel, redattore di FAZ.net
Gli stati EU devono salvare insieme le loro banche? Non è certo una buona idea. Avremmo un aiuto senza controlli.

Una nuova parola si aggira fra le istituzioni europee occupate a salvare l'unione monetaria:  unione bancaria. Barroso, il presidente della commissione EU, si batte per questo obiettivo. Il presidente BCE Mario Draghi lo sostiene. E anche il FMI si è pronunciato a favore.

Che cosa c'è dietro? E che cosa dobbiamo pensarne? Dietro il concetto di unione bancaria c'è l'idea di creare gli Stati Uniti d'Europa almeno in ambito bancario, per poter superare le difficoltà degli istituti del sud-Europa. Tre sono gli elementi costituenti di una unione bancaria: primo, un controllo bancario unitario per tutti gli stati europei. Secondo, la possibilità di concedere direttamente prestiti alle banche in difficoltà - non solo attraverso la finzione del denaro dato agli stati, poi girato alle banche in difficoltà. Terzo, una fusione di tutti i sistemi di assicurazione dei risparmi nell'area Euro - per fare in modo che le garanzie sul risparmio tedesche possano correre in aiuto quando i depositi nelle banche del sud Europa sono a rischio.

Gli stati devono rinunciare alla sovranità, ma non intendono farlo

L'unione bancaria è di fronte allo stesso dilemma, come quasi tutte le altre proposte per la soluzione della crisi Euro: se ai problemi dell'Europa intendiamo proporre come soluzione una maggiore centralizzazione delle decisioni, i singoli stati dovranno rinunciare ad una parte della loro sovranità. Prima di fare questo, bisognerebbe però chiedere ai popoli se intendono farlo. E molti elementi ci fanno credere che non intendano farlo.

Ma se si rinuncia a centralizzare le decisioni, allora non sarà possibile che tutti siano responsabili per tutti. E' un principio dell'economia di mercato - ed è comprensibile e ragionevole -  chiunque prenda una decisione, deve assumersi anche le responsabilità delle consequenze. Solo quando le decisioni e le responsabilità sono vicine fra loro, si potrà avere una legittima speranza che coloro che prendono le decisioni, siano consapevoli delle conseguenze e agiscano in maniera responsabile.

E questo è evidente nelle tre idee che sostengono l'unione bancaria. Particolarmente evidente è nella proposta di unire le garanzie sui depositi a livello europeo. Che cosa significherebbe? Paesi con banche solide dovrebbero garantire per i paesi con banche in difficoltà. E senza avere alcuna influenza sulla condotta futura di queste banche. Le vittime sarebbero allora i risparmiatori nei paesi con le banche solide, il cui risparmio diverrebbe meno sicuro. Non è particolarmente tranquillizzante a tal proposito il fatto che alcune banche spagnole stiano trasformando i depositi in titoli di credito, visto che su questi non devono pagare alcun contributo al locale fondo di garanzia sui depositi.

Stessa situazione con la proposta di sostenere in futuro le banche in maniera diretta con il supporto del fondo di salvataggio. Giustamente il governo federale è contrario. Sarebbe "aiuto senza controllo", come l'economista di Oxford Clemens Fuest l'ha formulato: la Germania fornirebbe miliardi per le banche in difficoltà del sud Europa, mentre le decisioni sul risanamento dei sistemi bancari falliti e sul loro controllo resterebbe nei paesi del Sud-Europa.

Rimane la terza proposta, un'autorità comune di controllo in Europa. Questa è senza dubbio una buona idea. In parte viene già attuata e potrebbe essere sicuramente ancora migliorata. Va tuttavia a toccare il principio di sovranità degli stati. Le principlai decisioni sovrane - ad esempio la scissione di una grossa banca - riguarderanno direttamente proprio quelli che in seguito saranno responsabili per le sue conseguenze. Questa volta politicamente - alle elezioni successive.

sabato 2 giugno 2012

L'unione bancaria è molto lontana

Dopo la proposta di una unione bancaria per sostenere le banche iberiche in difficoltà, Sabine Lautenschläger, membro del board Bundesbank, intervistata da FAZ ci dice: per ora non se ne parla. La strada da fare è ancora molto lunga.
Alcuni politici sperano, che gli stati UE supportino direttamente le banche. Ma per fare questo mancano condizioni importanti, ci dice Sabine Lautenschläger, che nel board della Bundesbank è responsabile per la vigilanza bancaria.

FAZ: Signora Lautenschläger, perché la salute delle banche non sembra fare progressi?

SL: Nella regolamentazione del sistema bancario abbiamo sicuramente fatto progressi.  Con Basilea III e con le nuove regole abbiamo creato un sistema molto piu' robusto. Le banche tedesche hanno utilizzato gli anni recenti per diventare piu' solide - questo riguarda il capitale, la liquidità e la gestione del rischio

FAZ: Le banche potranno resistere ad un'uscita della Grecia?

SL: Sull'uscita della Grecia non faccio alcuna speculazione. L'esposizione delle banche tedesche verso la Grecia è molto piccola. Le conseguenze immediate di un'uscita di Atene dalla zona Euro non sarebbero particolarmente gravi.

FAZ: E il rischio contagio?

SL: E' molto difficile prevedere gli effetti di un evento del genere. Per ridurre i pericoli di un'uscita della Grecia, sarà decisiva la gestione attenta della crisi. Sarà importante prevenire gli effetti di una possibile perdita di fiducia. E poi ci sono gli strumenti di crisi, come il fondo EFSF e ESM.

FAZ: Le somme previste saranno sufficienti?

SL: La questione non riguarda tanto le dimensioni dei mezzi messi a disposizione. Importi sempre maggiori non significano maggiore sicurezza. Ma fanno nascere domande sui limiti politici ed economici di questo approccio e possono distrarre da compiti piu' importanti. Il fondo di salvataggio potrà solo comprare tempo verso una soluzione di medio o lungo periodo. L'unica soluzione possibile potrà essere solamente aumentare la competitività dei singoli paesi della zona Euro. Ed è necessaria una chiara visione: dove l'Europa con la sua politica economica e le sue istituzioni vuole andare.

FAZ: Molti si augurano che in Europa venga messo in piedi un sistema di sorveglianza comune, insieme ad una garanzia europea dei depositi e ad un fondo comune per la liquidazione delle banche in difficoltà

SL: Questo potrà accadere solo alla fine di una lunga strada. Attualmente per l'applicazione mancano le condizioni legali. Sebbene le leggi sulla sorveglianza siano state armonizzate, in Europa manca un diritto amministrativo comune - e questa è la condizione vincolante per ogni funzionario, che deve agire direttamente. Un'autorità di vigilanza, dove il controllore deve monitorare le diverse regolamentazioni nazionali sulle società, le imposte e il diritto di insolvenza in 27 paesi, mi è difficile immaginarla. Anche le altre istituzioni che sono entrate nella discussione, hanno bisogno di una base giuridica, che le rendano capaci di operare.

FAZ: Queste istituzioni comuni, riunite sotto il concetto di "unione bancaria", potrebbero aiutare nel caso delle banche spagnole?

SL: E' ancora da chiarire, cosa si nasconde dietro questo concetto, tuttavia mi sembra emerga solo una proposta concreta. Con l'istituzione di  una garanzia europea sui depositi e di un fondo europeo di salvataggio si avrebbe una messa in comune dei rischi. Secondo la mia valutazione, questo potrebbe avere successo se all'interno di una unione fiscale venissero introdotti dei controlli centrali e dei diritti di intervento. Alla fine un tale approccio richiederebbe modifiche legislative, sia nei trattati EU che nelle costituzioni nazionali. Tuttavia, per motivi pratici, da solo non darebbe un contributo fondamentale alla soluzione degli attuali problemi.

FAZ: L'unione monetaria ha un unico tasso di interesse per tutti. Per questo nei diversi paesi ci sono sempre degli effetti indesiderati. La Germania potrebbe essere il prossimo candidato?

SL: L'economia in Germania è va molto meglio che altrove, ma la crescita dei prezzi è moderata, e in aggiunta, le aspettative di inflazione restano molto basse. Non mi pare ci siano degli eccessi.