lunedì 8 aprile 2019

Il ritorno della questione tedesca

La NATO festeggia i 70 anni di vita ma per la stampa tedesca non si tratterebbe di una festa fra amici, sarebbero ormai troppe infatti le divergenze fra gli americani e gli europei: Nord stream 2, la spesa militare troppo bassa, il multilateralismo franco-tedesco e il riaprirsi della questione tedesca. Per German Foreign Policy lo scenario europeo attuale sarebbe molto simile a quello del 1871 e le élite politiche americane iniziano ad essere preoccupate. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy


"Non è una festa tra amici"

La celebrazione del 70 ° anniversario della fondazione della NATO è stata accompagnata da notevoli tensioni interne all'alleanza nord-atlantica. I commentatori sui media tedeschi vicini al governo di Berlino (Deutsche Welle) scrivono che il "compleanno della NATO" non sembra essere "una festa tra amici". [1] Diversamente dalla maggior parte delle alleanze militari terminate in tempi relativamente brevi, la NATO ha già raggiunto un'età quasi "biblica", scrivono invece i giornali apertamente transatlantici (FAZ), i quali parlano di festeggiamenti con il "freno a mano tirato" [2]. L'alleanza militare occidentale è stata rinominata “l‘alleanza degli svogliati", e si trova "nella più grave crisi dalla sua fondazione". [3] Fra le élite politiche americane cresce "la frustrazione nei confronti di Berlino", ha detto un ex ambasciatore USA presso la Nato: la Germania deve "assumersi le responsabilità che le spettano" e "riempire il vuoto" lasciato dall'amministrazione Trump nelle relazioni transatlantiche.


Le spese militari

Apparentemente lo scontro tra Berlino e Washington, tornato ad accendersi nei giorni delle celebrazioni, riguarderebbe il bilancio militare tedesco, che l'amministrazione Trump in piu' occasioni ha criticato pubblicamente in quanto considerato troppo basso. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump insiste affinché Berlino aumenti le spese militari fino al 2% del PIL, obiettivo fissato dalla NATO nel 2014 come parametro per gli Stati membri. Berlino a sua volta si è impegnata ad aumentare il budget della difesa fino all'1,5 % del PIL entro il 2024, per poi aumentarlo ulteriormente negli anni successivi [4]. Gli Stati Uniti nel 2018 per le proprie forze armate hanno speso 643 miliardi di dollari, due volte e mezzo la spesa di tutti i paesi europei della NATO i cui bilanci per la difesa ammontano a 264 miliardi di dollari. La Germania, la più grande economia della zona euro, ha speso per la difesa 45 miliardi di dollari, la Francia 53 miliardi, la Gran Bretagna addirittura 56 miliardi [5]. L'affermazione secondo cui l'aumento della spesa sarebbe necessaria per difendersi dalla minaccia di potenziali attacchi da parte degli avversari è smentita dalle dimensioni della loro spesa per la difesa: il bilancio militare russo, con un volume di 63 miliardi di dollari, è solo leggermente più grande dei singoli bilanci di Francia o Gran Bretagna, e anche la spesa militare della Cina nel 2018, con un equivalente di 168 miliardi di dollari, è rimasta ben al di sotto della spesa totale dei paesi europei della NATO.


"L'aggressione russa"

Nell'ambito delle celebrazioni per il 70° anniversario della NATO, il vice presidente degli Stati Uniti, Mike Pence, alla critica sulla inadeguatezza dello sforzo della Germania in termini di spesa militare, ha aggiunto un nuovo attacco relativo alla cooperazione energetica fra Berlino e Mosca [6]. Non si può "garantire la difesa dell'Occidente", ha dichiarato Pence, riferendosi al gasdotto Nord Stream 2, il quale rafforza le forniture dirette di gas dalla Russia verso la Germania, "se i nostri alleati sono sempre più dipendenti dalla Russia." La Germania, "la più grande economia europea", non dovrebbe "ignorare il pericolo di un’aggressione russa" e quindi "trascurare la sua autodifesa e la nostra difesa comune". Washington da tempo ha intensificato la pressione in merito a Nord Stream 2 e chiede al suo posto una maggiore disponibilità ad acquistare Fracking-gas liquefatto americano [7]. Se Berlino dovesse aderire al Nord Stream 2, "l'economia tedesca si trasformerebbe letteralmente in un ostaggio della Russia", ha detto Pence durante le celebrazioni della NATO.


"Multilateralismo" tedesco

A Washington le aperte ambizioni egemoniche di Berlino nella UE vengono registrate con una certa preoccupazione, come del resto i crescenti sforzi tedesco-europei per raggiungere l’autonomia strategica "nei confronti degli Stati Uniti”. Grazie a Nord Stream 2, infatti, la Germania in definitiva otterrebbe il ruolo di distributore centrale del gas naturale russo in Europa occidentale [8]. Ciò vale, ad esempio, per l'iniziativa franco-tedesca finalizzata a rafforzare il "multilateralismo" in diversi ambiti politici, annunciata all'inizio di aprile. [9] Berlino e Parigi stanno dimostrando che "il multilateralismo e le Nazioni Unite" sono sostenuti da una maggioranza di Stati, hanno dichiarato i ministri degli Esteri di Germania e Francia dando cosi' una stoccata alla politica unilaterale dell'amministrazione Trump. Stiamo combattendo "insieme" contro il cambiamento climatico, l'ineguaglianza e le conseguenze negative delle nuove tecnologie. Si tratta di "mostrare al mondo quali sono le conseguenze dell’unilateralismo, dell’isolazionismo e del nazionalismo", ha affermato il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian.


I motivi fondativi della NATO

In considerazione di ciò, le élite della politica estera americana - anche quella parte che si pone criticamente nei confronti dell'amministrazione Trump, formulano delle importanti riserve [10]. Sulla rivista "Foreign Affairs", la principale rivista di politica estera degli Stati Uniti, pochi giorni fa si parlava infatti del ritorno della "questione tedesca". Sin dalla fondazione del Reich tedesco nel 1871, infatti, la Germania è sempre stata una potenza troppo grande e troppo popolosa nel cuore d'Europa; ciò al'epoca aveva distrutto l'equilibrio dei poteri interno all'Europa e prodotto "due guerre mondiali", scrive "Foreign Affairs". La NATO nasce non solo a causa della "sfida sovietica", ma anche per risolvere la "questione tedesca": si trattava di mantenere "l’Unione Sovietica al di fuori, gli americani dentro, e la Germania sotto". Il processo di integrazione europea sotto l'egemonia statunitense sarebbe stata "l'unica soluzione convincente al problema delle relazioni tedesche con l'Europa". Un'Europa che si integra, che mette al bando i nazionalismi, deve essere in primo luogo un'Europa che mette al bando il "nazionalismo tedesco" – perché questo notoriamente ha avuto un importante "ruolo distruttivo nel sanguinoso passato europeo."


La costellazione del 1871

L’erosione dei pilastri su cui si fondava l’ordine sorto nel dopoguerra e il crescente nazionalismo, ripropongono in Europa la stessa costellazione del 1871, scrive "Foreign Affairs" - questa volta però ad un livello "geo-economico" [11]. Dopo lo scoppio della crisi dell'euro, si sono sviluppati dei fronti simili a quelli presenti alla fine del 19° secolo, perché “l’egemonia economica ha dato alla Germania la possibilità" di imporre la sua politica di austerità "al resto d'Europa". In molte parti dell'UE è cresciuto il risentimento nei confronti della Repubblica federale. Fuori dalla Germania “si è parlato spesso di costituire un comune fronte anti-tedesco", mentre in Germania si è fatto largo un "sentimento di vittimismo" - la Repubblica Federale infatti ritiene di essere circondata da "economie deboli". In passato si era riusciti a seppellire in profondità la "questione tedesca" grazie ad una favorevole costellazione storica: prosperità e libero scambio, egemonia degli Stati Uniti, integrazione europea. Di fronte alla crisi e al nazionalismo, quelle "circostanze favorevoli" tuttavia non esistono piu’. La domanda è: "quanto tempo ancora potrà resistere la quiete se il resto del mondo e gli Stati Uniti continueranno sulla rotta attuale?" L'UE attualmente, secondo la rivista statunitense, può essere descritta come una bomba della seconda guerra mondiale inesplosa. In questa analogia, il presidente degli Stati Uniti Trump si comporterebbe come un "bambino con il martello", che vivace e spensierato continua a colpire un dispositivo esplosivo. Quella stessa bomba che dal punto di vista di Washington, indipendentemente da Trump, rappresenta un problema.


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[1] NATO-Geburtstag: Kein Fest unter Freunden. dw.com 04.04.2019.
[2] Lorenz Hemicker: Feiern ohne Trump. faz.net 04.04.2019.
[3] Robert Birnbaum, Malte Lehming, Susanne Güsten, Claudia von Salzen: Allianz der Unwilligen. tagesspiegel.de 03.04.2019.
[4] Daniel Brössler, Hubert Wetzel: Maas: "Wir beabsichtigen, unser Wort zu halten". sueddeutsche.de 03.04.2019.
[5] Lucie Béraud-Sudreau: On the up: Western defence spending in 2018. iiss.org 15.02.2019
[6] Pence calls Germany stance in NATO "unacceptable". yahoo.com 03.04.2019.
[7] S. dazu Die Macht der Röhren.
[8] S. dazu Berlins Kampfansage
[9] Edith M. Lederer: France and Germany launch alliance to back multilateralism. foxnews.com 04.04.2017
[10], [11] Robert Kagan: The New German Question. foreignaffairs.com 02.04.201
9.

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