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mercoledì 17 aprile 2013

Non è solo un partito eurocritico


Alternative für Deutschland non vuole essere un partito monotematico e dopo il congresso fondativo propone la sua piattaforma programmatica. Da FAZ.net
L'obiettivo principale di „Alternative für Deutschland“ (AfD) resta la dissoluzione dell'area Euro. Oltre a cio' il nuovo partito propone una riforma dell'UE, la semplificazione del sistema fiscale e la regolamentazione dell'immigrazione. Uno sguardo al programma.

L'eco della fondazione del partito eurocritico ha fatto crescere le aspettative verso la nuova formazione. Appena un mese dopo aver esordito sulla scena pubblica, „Alternative für Deutschland“ (AfD) è diventato un soggetto politico in grado di innervosire i partiti tradizionali.

Anche se la dissoluzione dell'Euro resta il tema e l'obiettivo principale del partito, il programma approvato nel fine settimana al congresso fondativo copre anche altri ambiti politici - AfD non vuole essere percepito con un partito monotematico e non intende farsi accusare di questo dagli altri partiti. Uno sguardo al programma:

L'Euro è stato un errore storico

Al primo posto c'è il tema dell'Eurocritica, con il compito di portare la spinta necessaria alla campagna elettorale. L'introduzione dell'Euro sarebbe stato un errore storico che deve essere corretto, secondo il fondatore Bernd Lucke. "Chiediamo uno scioglimento ordinato della zona Euro. La Germania non ha bisogno dell'Euro. Altri paesi sono stati invece danneggiati dalla moneta unica", si dice nel programma elettorale. AfD chiede "la reintroduzione delle monete nazionali, oppure la creazione di unioni monetarie piu' piccole e piu' stabili". La reintroduzione del D-Mark non dovrebbe essere considerata un tabu'.

Come dovrebbe realizzarsi la dissoluzione dell'Eurozona non è pero' scritto nel programma. Lucke  tuttavia ha spiegato in alcune interviste e negli articoli specialistici che pensa all'introduzione di alcune valute parallele. Nei paesi in crisi i governi ormai di fatto insolventi potrebbero introdurre una nuova valuta accanto all'Euro, ad esempio una nuova Drachma. La nuova moneta si svaluterebbe, semplificando l'adeguamento dei prezzi.  I vecchi contratti, i beni e le proprietà resterebbero denominati in Euro, in modo da evitare un bank-run e le conseguenti turbolenze, chiarisce Lucke. Dopo una prima fase di passaggio, i paesi avrebbero la possibilità di uscire definitivamente dall'Euro. Questo permetterebbe loro di ripartire, secondo Lucke, dopo essere rimasti intrappolati in una spirale di recessione e tagli.

I costi delle politiche di salvataggio non devono essere sopportati dal contribuente

Nel programma della AfD si chiede anche una modifica dei trattati europei: "ogni stato dovrà avere la possibilità di uscire dalla moneta unica". La frase centrale del programma elettorale è: "ogni paese potrà decidere democraticamente sulla propria valuta". AfD vuole introdurre un veto contro la concessione di ulteriori aiuti miliardari. "Chiediamo che la Germania ottenga questo diritto di uscita dall'Euro, affinché possa bloccare con il suo veto ulteriori aiuti dal fondo ESM".

AfD critica il fatto che le politiche attuali di salvataggio non stanno salvando i paesi in crisi ma i creditori di questi paesi. Lucke in un'intervista alla FAZ aveva già definito questo aspetto un totale fallimento. Adesso nel programma elettorale si dice: "Chiediamo che il costo dei salvataggi non sia sostenuto dai contribuenti. Banche, hedge funds, e grandi creditori privati sono i veri beneficiari di questa politica. Ed è necessario che siano loro a risponderne". Per i paesi iperindebitati sarà necessario un taglio del debito. Le banche dovranno sostenere le perdite autonomamente, "oppure essere stabilizzate a spese dei loro creditori privati". Infine AfD chiede "una immediata interruzione degli acquisti di obbligazioni spazzatura da parte della BCE".

Un Europa di stati sovrani

AfD si difende dall'accusa di essere anti-europeo: "Sosteniamo un'Europa fatta di stati sovrani con un mercato interno. Vogliamo vivere in amicizia e in buon vicinato", scrivono nel loro programma. Tuttavia il partito si batte contro il crescente centralismo europeo. E' "necessario difendere la sovranità fiscale illimitata dei Parlamenti nazionali". "Respingiamo con decisione una Transferunion e uno stato centrale europeo". E piu' avanti si dice: "Faremo in modo che le competenze legislative possano tornare ai Parlamenti nazionali".

Oltre a cio' intendono riformare l'UE al fine di ridurre la burocrazia di Bruessel e promuovere una maggiore trasparenza. Come intendano realizzarla, non è scritto nel programma. Non hanno tuttavia fiducia nel Parlamento EU. "Il Parlamento europeo non è riuscito ad esercitare una funzione di controllo su Brüssel".

Rafforzare la democrazia diretta

Un capitolo a parte del programma è dedicato alla politica dei governi nazionali. AfD chiede di "rispettare pienamente lo stato di diritto". Senza menzionarlo direttamente, si rivolgono in particolar modo alla violazione avvenuta con gli eurosalvataggi - come ad esempio il mancato rispetto della clausola del cosiddetto "no bail-out". 

AfD chiede di "rafforzare la democrazia in Germania". Cio' dovrà essere fatto con piu' iniziative referendarie sul modello svizzero. Inoltre, AfD critica il fatto che i partiti tradizionali siano diventati troppo potenti. "Dovranno essere i cittadini a dare la linea  ai partiti, non il contrario", è scritto sempre nel programma elettorale.

Al congresso fondativo si è discusso anche se i parlamentari al Bundestag potranno avere un reddito aggiuntivo. Alcuni hanno inizialmente proposto un divieto, ma il leader del partito Lucke ha sostenuto che sarebbe stato impossibile escludere un'attività parallela per i i professionisti, gli imprenditori e i lavoratori autonomi. Il punto è stato attenuato. Nel programma elettorale si dice che i parlamentari dovranno "dedicare tutta la loro capacità lavorativa al Parlamento. Il mandato non potrà risentire di altre attività parallele" - e questa posizione puo' essere letta come una frecciata al candidato SPD Peer Steinbrück che a causa delle numerose conferenze ben retribuite in aula è si è visto molto poco.

Semplificazione fiscale

Un punto molto importante per il nuovo partito sono le finanze pubbliche - anche se le spiegazioni sull'argomento sono brevi e senza dettagli. L'Euro tra le altre cose è fallito anche perché nei paesi del sud sono stati fatti troppi debiti e i paesi del nord sono stati chiamati a garantire. Ma anche la Germania ha fatto molti debiti. "Chiediamo di rispettare i limiti all'indebitamento e di ridurre il totale dei debiti", si dice nel programma di AfD. Anche la Germania avrebbe fatto molti piu' debiti di quanto consentito.

I rischi assunti dalla Germania a causa delle politiche di salvataggio dovranno essere presi in considerazione nelle fasi di pianificazione finanziaria, chiede AfD. "Al momento si sta solo gettando polvere negli occhi dei cittadini" - questa frase è diretta a Wolfgang Schäuble, che da sempre sottolinea il fatto che la Germania nei programmi di salvataggio ha dato solamente delle garanzie e che non è stato effettuato alcun trasferimento. Altri politici addirittura sostengono che la Germania stia guadagnando dalle politiche di salvataggio, poiché per i prestiti effettuati il governo incassa degli interessi. Tuttavia i rischi assunti sono cosi' alti che il mercato dei capitali non sarebbe mai stato disposto a concedere tali crediti a quel tasso di interesse.

Al terzo punto AfD propone "una drastica semplificazione del diritto tributario in linea con il modello progressivo di Kirchhof". L'esperto costituzionale Paul Kirchhof, nella campagna elettorale del 2005 in qualità di candidato al Ministero delle finanze della CDU, aveva chiesto una drastica riduzione delle eccezioni fiscali, delle sovvenzioni e delle scappatoie e al loro posto una riduzione delle aliquote  ad un numero minimo di scaglioni. La SPD aveva attaccato questo modello definendolo iniquo. Dove la AfD intenda risparmiare per ridurre i debiti, nel programma elettorale non viene detto.

La famiglia è il nucleo della società

Sulle questioni sociali la AfD propone un programma alquanto conservatore. Chiede una maggiore protezione della famiglia in quanto "nucleo della società". Inoltre promette alle famiglie con molti bambini un maggiore sostegno: "la Germania deve diventare amica dei bambini e delle famiglie". Da dove il denaro dovrebbe arrivare, non lo dice.

No all'immigrazione senza regole

Anche sulla spinosa questione dell'immigrazione AfD ha una sua posizione: nel programma il partito scrive che la Germania "ha bisogno di una immigrazione qualificata e disposta ad integrarsi". Chiede una legge sull'immigrazione secondo il modello canadese. "E' necessario impedire un'immigrazione senza regole all'interno del nostro sistema sociale", si dice piu' avanti.

Questa frase è stata considerata dai media e dai politici rosso-verdi come la prova che AfD è un partito populista di destra. Tuttavia il partito propone un allentamento delle leggi e un miglioramento delle condizioni per la concessione del diritto di asilo: i richiedenti asilo dovrebbero avere la possibilità di lavorare, e cio' dovrebbe appartenere ad un trattamento dignitoso minimo.

Contro la "polizia della lingua"

AfD critica anche le regole della „Political Correctness“. In una prima bozza del manifesto si dice: "respingiamo un imbavagliamento dell'opinione pubblica sotto il pretesto del cosiddetto politicamente corretto". Nel programma finale questa frase è scomparsa. Il leader Lucke tuttavia è convinto che in Germania non esista alcuna limitazione formale della libertà di espressione. Il suo vice, il giornalista Konrad Adam, aveva in precedenza attaccato senza mezzi termini la cosiddetta "polizia linguistica" accusandola di voler mettere a tacere le opinioni impopolari. 


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lunedì 25 marzo 2013

Chi è Bernd Lucke, il professore anti Euro?


C'è grande interesse  verso "Alternative für Deutschland" e Frankfurter Allgemeine Zeitung dedica un articolo alla nuova formazione eurocritica e al suo leader, il professore Bernd Lucke. Da FAZ.net
Lucke è un professore di macroeconomia. Vorrebbe abolire l'Euro - e in questo modo salvare l'Europa. Ma non è un populista. Ritratto di un fondatore di partito.

Bernd Lucke è un professore di Amburgo ed è convinto di avere davanti a sé una carriera politica. I sondaggisti non riescono a scoraggiarlo. E neanche gli avversari politici sono capaci di demotivare quest'uomo che dietro un viso da ragazzo nasconde molto bene i suoi 50 anni. 

Lucke insieme ad altri conservatori ha fondato un partito che intende abolire l'Euro e rafforzare la democrazia. Il movimento si chiama „Alternative für Deutschland“, e la sua comparsa sulla scena ha scatenano un'ondata di consenso che ha colto di sorpresa anche l'organizzazione del giovanissimo partito. Lo ammette anche Lucke.  Naturalmente è molto bello essere trascinati da un'onda cosi' forte. Tuttavia si sente in costante tensione, e finisce per scrivere le sue mail la notte alle 2.

Con la sua opposizione all'Euro il nuovo partito intende sfidare prima di tutto le forze già in parlamento. E una provocazione l'ha lanciata Edmund Stoiber, il politico di lungo corso della CSU che si chiedeva: funziona ancora il buon vecchio modo di fare tipico dei professori?

I professori quando parlano sembrano arroganti

E' accaduto questa settimana nel talk show di Anne Will, quando Lucke è stato interrotto dalle solite parole: "ecco di nuovo un professore". Frase che ha fatto arrabbiare l'uomo di Winsen an der Luhe. Stoiber ha osservato il pubblico dopo l'offesa verbale: l'insolenza avrà avuto effetto? La reazione degli spettatori deve essere stata un po' deludente.

Ma con la sua risposta spontanea Stoiber ha colto nel segno: Lucke è un professore. E in politica puo' essere un  pericolo, o quanto meno un ostacolo nella corsa verso il successo elettorale. E cio' dipende dal fatto che i professori hanno una tendenza alla riflessione. Per questa ragione, spesso sono capaci di esporre i loro argomenti in maniera molto chiara e ordinata. Sembrano sempre molto convinti di quello che dicono, e questo suona un po' arrogante. Si esprimono con sicurezza perché hanno riflettuto a lungo sull'argomento. La riflessione è di fatto la parte centrale del loro lavoro.

A differenza dei politici, gli uomini di scienza non sembrano avere incertezze, nei loro discorsi non si nota alcun dubbio. A volte si percepisce il loro stupore quando qualcuno osa controbattere i loro argomenti. Argomenti che durante i seminari sono stati avari di soddisfazione, ma che nell'arena elettorale provocano un consenso gioioso e convinto.

Come fanno?

Lucke è molto professorale, fatto che non dovrebbe sorprendere nessuno. Del resto è difficile fare a meno dell'esperienza accademica. Già durante la prima fase della crisi economica Lucke aveva fondato il „Plenum der Ökonomen“, una comunità on-line con oltre 300 economisti. Il plenum già nel febbraio 2011 si era pronunciato a maggioranza contro il prolungamento dei fondi di salvataggio EU. L'esperienza degli esperti non ebbe molto risalto. E Lucke sembra quasi un po' indignato quando racconta la storia. O forse è solo lo stupore tipico dei professori, quando si rendono conto che i loro argomenti non riescono ad imporsi.

Lucke è un vero accademico. Ha studiato macroeconomia a Bonn e poi a Berkeley. Dal 1998 é professore di economia all'Università di Ambrugo e direttore dell'Instituts für Wachstum und Konjunktur. E' stato consigliere della Banca Mondiale, ha lavorato in America come visiting professor e ricercatore, e ha collaborato con l'OCSE.

E a casa non è molestato da un'intelligenza media. Anche sua moglie è un'accademica che nel tempo è arrivata ad essere un professore. Nel frattempo hanno avuto 5 bambini che sono riusciti a curare nonostante i loro continui spostamenti.

Ci sono famiglie che diventano un benchmark sociale. Come fanno? E poi una tale famiglia fonda anche un partito per salvare l'Europa.

Ma Lucke non è innocuo

Bernd Lucke non racconta molto della sua famiglia ad eccezione del fatto che la sua figlia sedicenne è voluta entrare nel partito del padre, "Alternative für Deutschland", ed ha insistito per pagare la quota di iscrizione con il proprio denaro. Anche ad uno dei suoi figli piu' grandi piace molto il nuovo partito fondato dal padre, almeno cosi' racconta sulla pagina Facebook.

Lucke mantiene una retorica didattico-professorale con la quale è riuscito a cavarsela piuttosto bene nei primi 2 talk-show della sua carriera politica (Anne Will e Maybrit Illner). Dice di se stesso: "Non ho avuto nessuna formazione per i media, ma ne ho decisamente bisogno".

Lucke sa comunque restare lontano dallo stile supponente dei professori. Arriva in giacca a vento, pull-over e zaino a spalla come se fosse una gita familiare allo zoo. Ma cio' potrebbe trarre in inganno. Lucke non è innocuo. Non c'è solo la sua spinta ottimista, ma anche autodisciplina e ambizione. Ora vorrebbe entrare al Bundestag.

La forza che lo spinge, la racconta lui. Ritiene le politiche di salvataggio tedesche molto pericolose per le generazioni future, e per questo, almeno per gli esperti, è vietato tacere. Per questa ragione il professore conservatore è uscito dalla CDU e ha messo in gioco la sua reputazione, compresa la sua posizione accademica, per un partito, che per ora i sondaggisti considerano ininfluente.

Le conoscenze specialistiche non sono di per sé negative per un politico

Puo' capitare che un topo metta paura ad un elefante. E chi lo sa, magari ad un certo punto le proposte del professore avranno successo. Negli ultimi anni dominati dagli eurosalvataggi è possibile che fra la gente sia sorto il dubbio sulla bontà delle scelte economiche prese dal governo.

I professori di economia hanno accusato i politici di non aver capito la crisi finanziaria. Anche la gente la vede allo stesso modo? Le turbolenze che attraversano l'Eurozona erano state già previste dai tanto disprezzati economisti. Avevano messo in guarda ad alta voce. Nessuno ha voluto ascoltarli. Adesso molti di quegli esperti sono diventati sostenitori di Alternative für Deutschland. "Siamo il partito con la piu' alta densità di professori in Germania", dice Lucke.

Tutti sono abituati ai politici generalisti che sanno tutto. Ma  non si deve arrivare a concludere che la conoscenza specialistica è un male di per sé. Come ricercatore dell'OCSE, Lucke nel 2011 ha scritto un articolo: „Debt sustainability, illiquidity and insolvency“. Per i profani è un paper incomprensibile, pieno di matematica e grafici. Ma il punto centrale era un'analisi dell'indebitamento, della solvibilità e della liquidità greca. Lucke ha analizzato meticolosamente i fondi europei di salvataggio e con i colleghi ha sviluppato scenari alternativi di uscita dall'Euro. La questione fatale per l'Europa sicuramente la conosce molto meglio di tanti deputati al Bundestag che dei pacchetti di salvataggio miliardari hanno una conoscenza superficiale.

I rapporti con i vicini europei erano buoni

Nessuno sa cosa ne sarà di „Alternative für Deutschland“. Se raccoglierà le firme necessarie per presentarsi alle politiche (almeno 2000 per Bundesland). "Ce la facciamo", pensa Lucke. Riusciranno a mettere insieme i 3 milioni di Euro di cui il partito, secondo i loro stessi calcoli, avrà bisogno per la campagna elettorale? E la domanda finale: come farà il partito ad evitare l'etichetta di partito anti-europeo, populista e di destra che mette in pericolo la pace in Europa?

La vita della famiglia Lucke smentisce queste accuse. I Lucke hanno viaggiato molto. Bernd Lucke considera se stesso, ma questa potrebbe essere solo retorica, come un combattente per la pace in Europa, che vuole dare ai paesi della periferia una prospettiva economica. 

Su una cosa ha sicuramente ragione: in considerazione delle parole d'odio lanciate dalla Grecia, dall'Italia e ora da Cipro verso la Cancelliera, è davvero difficile sostenere che l'Euro ha avvicinato i popoli europe. Le relazioni fra gli amici europei erano buone. Almeno prima dell'Euro.
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venerdì 15 marzo 2013

Cosa vuole il professore anti Euro?


FAZ dedica un altro articolo alla nuova formazione politica anti-Euro „Alternative für Deutschland“. Chi è il suo leader Bernd Lucke e cosa vuole veramente? L'attenzione intorno al movimento è grande. Da FAZ.net
Bernd Lucke è il volto di „Alternative für Deutschland“. E' sempre gentile ed educato, ma per la politica gli manca aggressività. Il suo partito entrerà al Bundestag, lui ci crede.

Per il momento alla matricola politica Bernd Lucke le cose vanno piuttosto bene. Il suo partito, che si batte per la dissoluzione dell'Eurozona, ha appena una settimana di vita, ma lui non riesce a difendersi dai tanti interessati che lo cercano in continuazione. Il telefono del professore di economia e 5 volte padre suona senza pausa. Media nazionali ed esteri lo assalgono. La Bild Zeitung ha titolato: "Dobbiamo aver paura di questo professore anti-Euro?".

Anche i partiti tradizionali sembrano un po' nervosi. All'inizio volevano ignorare il nuovo concorrente. "No comment" si diceva qualche giorno fa dalla Adenauer-Haus. Adesso sembrano pero' inquieti, dopo che al primo incontro pubblico di „Alternative für Deutschland“  nella sala comunale di Oberursel sono accorsi oltre 1200 cittadini. La CDU teme che i suoi elettori possano uscire dal recinto. Il capogruppo dell'Unione Volker Kauder, uno degli uomini politici piu' influenti nella CDU, ha ritenuto necessaria una reazione. "Questo gruppo è la paura del futuro istituzionalizzata", ha criticato su Spiegel Online. "Dobbiamo essere coraggiosi e avere la volonta di progettare l'Europa, nonostante tutti i difetti delle regole che ci siamo dati sull'Euro fino ad ora". La Germania ha bisogno dell'Europa.

Tematizziamo le preoccupazioni della gente

Lucke non vuole sentirsi accusato di spargere paura. Il cinquantenne di Amburgo parla con calma e precisione, è esattamente il contrario di un chiassoso populista o di un agitatore. "Kauder ha ragione quando dice che tematizziamo la paura della gente. A causa dei cosiddetti Eurosalvataggi e delle garanzie miliardarie sottoscritte siamo finiti in una situazione molto pericolosa, ma il governo sembra minimizzare i rischi". Non si ritiene un anti-europeo, ma critica "l'eccessiva burocrazia" e il "deficit di democrazia" dell'Unione Europea.

Già due anni fa Lucke aveva organizzato una votazione fra circa 200 professori di economia, dei quali il 90% criticava le politiche di salvataggio Euro. Con gli Eurosalvataggi non si stanno salvando i paesi in crisi, perché questi sono scivolati in una profonda recessione; piuttosto si garantisce il denaro delle banche, dei fondi hedge, e dei creditori che hanno comprato i titoli di stato. A Cipro, teme Lucke, con il denaro dei contribuenti europei si stanno salvando i patrimoni degli evasori fiscali e della  mafia russa: "Per certi versi è perverso", secondo Lucke.

"Ora è il momento del salvataggio permanente dell'Europa del sud"

La strada che porta a fondi di salvataggio sempre piu' grandi è sbagliata. "Tre anni fa, nella primavera del 2010, il Ministro delle finanze Schäuble disse che i salvataggi non sarebbero costati nulla al contribuente e che i programmi di aiuto finanziario sarebbero durati al massimo altri 3 anni - ora è arrivato il momento del salvataggio permanente del Sud Europa". Il governo, offrendo garanzie sul debito, si è spinto sempre piu' avanti - "i salvataggi Euro sono un fiasco", aveva detto Lucke in un'intervista alla FAZ un anno fa. "Critico il governo perché non ha una exit strategy", ammonisce Lucke. Il macroeconomista che ha studiato a Bonn e Berkeley, ha fatto ricerca sulle teorie congiunturali ed è stato consigliere della Banca Mondiale, fa la sua proposta per la soluzione della crisi Euro. "Non sto parlando di un'uscita improvvisa dall'Euro, sono per un'uscita indolore dei paesi deboli come la Grecia attraverso l'introduzione di una valuta parallela". Con questa valuta nazionale parallela, ad esempio, il governo di Atene potrebbe pagare i suoi dipendenti.

Il denaro sui conti resterebbe denominato in Euro. "In questo modo non ci sarebbe alcun incentivo verso un bank-run e non ci sarebbero fughe di capitali spinte dal panico", dice Lucke. Cosi' i paesi che nell'Unione monetaria non ce la fanno, perchè non sono competitivi, a poco a poco potrebbero uscire. Molti economisti ritengono la dissoluzione dell'Euro come un'impresa impossbile. Il Consiglio dei saggi economici (Sachverständigenrat zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung) lo scorso anno aveva messo in guardia: le conseguenze di una rottura incontrollata dell'Euro sarebbero una violenta recessione, gli investitori si troverebbero in stato di shock.

"Uscita dall'Euro ordinata"

Lucke vuole evitare proprio questo. Parla di un'uscita ordinata dall'Euro. Con il suo partito ha già causato le reazioni rabbiose di altri economisti. Sebbene Lucke resti lontano da posizioni nazionaliste e parli addirittura "di solidarietà con i paesi in crisi", il direttore di IMK (Instituts für Makroökonomie und Konjunkturforschung ) Gustav Horn lo ha attaccato duramente. "Il tono nazionalista del fondatore del partito suona alquanto disgustoso", ha detto Horn ad „Handelsblatt Online“. "La professione in questo modo viene ulteriormente screditata, piu' di quanto non lo sia già".

In politica Lucke resta una matricola, sebbene sia stato per 33 anni membro della CDU. "Il partito incarnava i miei valori di fondo, quando si trattava di bilanciare solidarietà e libertà, inoltre sono cristiano e anti-comunista". Dopo la fine della DDR il giovane dottore in economia è stato per un breve periodo collaboratore del Comitato dei saggi per l'introduzione dell'economia di mercato nella DDR. In seguito è stato consigliere e redattore per il senatore berlinese Elmar Pieroth (CDU). Da 15 anni è direttore dell'Instituts für Wachstum und Konjunktur.

Nella CDU e nella FDP c'è preoccupazione

Chi farà le spese della nuova concorrenza? Nelle file della CDU e della FDP c'è preoccupazione. "Per noi non è un bene. Perché i voti potrebbero arrivare dal nostro elettorato", ha detto ieri il vice capogruppo dell'Unione Michael Fuchs. "Mi hanno già chiamato dei deputati della CDU per chiedermi di non scendere in campo", dice Lucke. E' in contatto anche con alcuni deputati della FDP. Altri stanno addirittura pensando di passare ad „Alternative für Deutschland“. Lucke ritiene che anche molti elettori della SPD e in generale molti contribuenti restano critici verso gli euro-salvataggi.

Tuttavia Lucke non è ancora un grande oratore. Ha qualcosa di professorale, sempre gentile e premuroso. Ma con le sue cravatte colorate fuori moda puo' sembrare anche un po' noioso. Per la politica gli manca la necessaria aggressività, e inoltre puo' risultare un po' accademico. „Herr Professor“, lo ha chiamato il capogruppo FDP Rainer Brüderle, per sottolinearne la presuntuosità, quando Lucke nel talk-show di  Maybrit Illner sulla ZDF ha ripetutamente parlato della violazione della clausola di "No bailout" nel trattato di Maastricht.

Lucke pensa di superare la soglia del 5%

Lucke è convinto che la sua „Alternative für Deutschland“ riuscirà a raccogliere le firme necessarie - 2000 in ogni Land - per l'ammissione alle elezioni federali. E' convinto di poter superare la soglia del 5 %. I ricercatori elettorali sono molto piu' scettici. Il primo tentativo di una cooperazione con i "Freie Wähler" è fallito. Secondo un recente sondaggio il 23 % dei tedeschi non esclude di votare per il nuovo partito euroscettico. Ma i risultati del sondaggio sarebbero solo un indicatore del livello generale di insoddisfazione presente fra la popolazione, sottolinea il presidente dell'Istitituo demoscopico Forsa, Manfred Güllner. "Se il partito dovesse realmente competere, raggiungerà a mio avviso un risultato simile a quello dell'iniziativa Pro DM", secondo Güllner.

Quel piccolo partito falli' raccogliendo nelle urne una percentuale inferiore all'1%. In quelle elezioni la CDU aveva preparato un manifesto con la famosa domanda: "Quanto ci costa l'Euro?". Il manifesto conteneva inoltre la promessa di escludere l'assunzione di una garanzia sul debito degli altri paesi. Il trattato di Maastricht lo proibiva. "Un eccesso di debito in uno stato membro è da escludere a priori".

mercoledì 13 marzo 2013

Prosegue il successo di „Alternative für Deutschland“


Grande interesse per la prima uscita pubblica di „Alternative für Deutschland“, il partito Eurocritico che si oppone agli Eurosalvataggi e propone di inserire nei trattati europei una clausola per l'uscita dalla moneta unica. Da FAZ.net
La prima uscita pubblica di „Alternative für Deutschland“ attira oltre 1200 persone. Con la loro critica i professori di economia hanno toccato un nervo scoperto nell'insoddisfazione del ceto medio.

Prima che il pubblico si riversasse nella sala comunale di Oberursel, i fondatori del nuovo partito hanno tenuto una conferenza stampa. Per un movimento che ha un sito internet da appena una settimana, l'interesse è grande. Circa due dozzine di giornalisti sono qui per sapere qualcosa in piu' sul nuovo partito „Alternative für Deutschland“. Davanti alla porta c'è una troupe televisiva italiana a fare le riprese. Nella sala rivestita di legno ci sono altre troupe televisive, i radioreporter tengono i loro registratori sotto il naso di Bernd Lucke. Lo snello professore di economia di Amburgo, che nonostante i suoi 50 anni ha ancora il viso di un ragazzino, risponde con pazienza alle domande.

Il vostro partito non danneggia l'ideale europeo? "L'Europa sta affondando", ha risposto. E l'Euro ne è responsabile. La moneta unica non è un fattore di pace, piuttosto un elemento di divisione. Nell'Europa del sud ha rovinato l'economia, perché i paesi non piu' competitivi non possono svalutare. Nel nord, soprattutto alla Germania, sono stati imposti enormi rischi per i programmi di aiuto miliardari. "A questa moneta e a questa Europa non c'è alcuna alternativa, dicono i governi e le opposizioni, che su questo tema hanno una politica unica. Ma un'alternativa c'è sempre" secondo Lucke: la dissoluzione dell'Euro e il ritorno alle monete nazionali, o a zone monetarie piu' piccole.

Il giornalista Konrad Adam, co-fondatore del partito, ha attaccato la presunta mancanza di alternative: "Pensiamo che la mancanza di alternative sia falsa e pericolosa, perché ci priva dei nostri diritti". L'ex capo della Cancelleria di stato nel Land Hessen, Alexander Gauland, come Lucke dopo molti anni ha lasciato la CDU, attacca: "Chi parla di "Euro come una comunità di destini", cerca solo di tenere in piedi una valuta che non funziona".

Il partito è ancora piccolo e giovane, ma Lucke è sorprendentemente fiducioso. "Le leggi devono essere rispettate, ma dobbiamo inserire un diritto di uscita nei trattati EU". Questa modifica "dovrebbe essere negoziata con i partner europei". E' innegabile: "se l'Euro dovesse dissolversi ci sarebbero delle turbolenze economiche, queste potrebbero anche costarci care". Si dovrebbe "discutere di una suddivisione solidale dei costi fra i partner". Ma se i "leader politici europei decidono di restare testardamente nell'Euro, gli squilibri continueranno a crescere e si arriverà ad una rottura disordinata". In questo modo anche il mercato unico potrebbe essere a rischio, se alcuni stati decidessero di alzare di nuovo le barriere doganali. "Sarebbe sicuramente peggio di un'uscita ordinata", secondo Lucke, il quale riesce ad affrontare ipotesi cosi' difficili con grande calma e cortesia tipicamente anseatica.

Il suo collega Joachim Starbatty, professore di economia, assiste invece con piu' temperamento. L'uscita dall'Euro renderà solamente visibili i costi per l'indebitamento già accumulati. Con gli Eurosalvataggi non si stanno salvando i paesi, ma le banche. La Grecia è in recessione da 6 anni, Italia e Spagna da 3 anni. "Dobbiamo passare dai salvataggi bancari a quelli statali". E la fine dell'Euro con una svalutazione sarebbe la sola possibilità. Sul fatto che una rivalutazione della valuta tedesca non danneggi l'export, insiste la giornalista del „Wall Street Journal“. Una rivalutazione non sarebbe un grande problema, aggiunge Starbatty. "La Germania è da sempre un paese con una valuta orientata all'apprezzamento". Dopo la guerra erano necessari 4.2 marchi per un dollaro, negli ultimi tempi il cambio era sceso a 1.3 dollari.

Per l'economia tedesca i forti apprezzamenti del Marco non sono mai stati un problema, ci spingevano verso l'innovazione. Per la popolazione una rivalutazione significava un guadagno in termini di potere di acquisto. "L'ex ministro dell'economia Karl Schiller lo chiamava dividendo sociale". Dal 2000 il potere di acquisto delle masse non è cresciuto, al contrario i profitti delle aziende del Dax sono cresciuti enormemente. L'economista di Tubingen con cio' vuole dire che l'Euro ha aiutato enormemente l'industria dell'export, ma non ha promosso il benessere generale. "Guardate alla Svizzera, nonostante un forte apprezzamento l'economia è in espansione e la quota dei disoccupati è vicina al 2.5 %", ha esclamato Starbatty.

A tratti la conferenza stampa è sembrata un seminario teorico di politica monetaria all'Università. In politica Lucke non ha molta esperienza, per sua stessa ammissione. Ma il sostegno dei cittadini gli dà coraggio. "Siamo un movimento di base", dice. Il partito ha iniziato con 55 sostenitori, di cui oltre la metà hanno un titolo di professore. Nel frattempo i membri sono già oltre 2000, dopo appena una settimana dall'annuncio pubblico.

Il programma di „Alternative für Deutschland“ ha 3 punti fondamentali: chiede di fermare gli Eurosalvataggi, critica "l'eccessiva burocrazia e il deficit democratico dell'EU" e infine intende "fermare la degenerazione e il declino del parlamentarismo e della cultura democratica". Dato che i parlamenti europei in seguito agli Eurosalvataggi sono stati privati dei loro poteri e ridotti a pure comparse. Un ulteriore punto programmatico di cui Lucke ha parlato è la semplificazione "dell'ipercomplicato diritto tributario tedesco".

C'è ancora un certo scetticismo sulla possibilità per il nuovo e piccolo partito di partecipare alle elezioni federali di settembre. Lucke vorrebbe raccogliere in 2 mesi in ogni Land 2000 firme  per poter essere ammesso alle elezioni. "Riusciremo con il vostro lavoro. Qui ci sono già 1200 persone, con voi otterremo le firme necessarie".

Il team televisivo italiano osserva con grande attenzione che cosa sta nascendo. L'Euroscetticismo è arrivato da tempo anche nei paesi core.