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domenica 5 agosto 2018

Il nuovo esperimento migratorio tedesco

L'economia tedesca ha fame di manodopera a basso costo non particolarmente qualificata e allora il governo si fa dettare dalle associazioni dei datori di lavoro una nuova legge sull'immigrazione fatta apposta per portare in Germania un'altra ondata di Gastarbeiter. Invece di rendere i posti di lavoro piu' attraenti aumentando lo stipendio e riducendo il carico di lavoro gli industriali e il governo preferiscono reclutare da tutto il mondo forza lavoro altamente ricattabile. Il modello per il futuro saranno le leggi per l'immigrazione dai Balcani occidentali. Ne parla die Welt


La domanda della Bundesagentur für Arbeit (BA) è molto diretta: "Stai pensando di costruirti un futuro in Germania?". Cosi' è scritto su di un sito web rivolto ai cittadini dei Balcani occidentali. C'è anche il riferimento al fatto che le domande di asilo provenienti da questi paesi "praticamente non hanno nessuna possibilità di successo". Ma c'è una controproposta: le persone interessate possono provare a venire in Germania attraverso il cosiddetto regolamento per i Balcani occidentali. Per farlo c'è bisogno di solo 2 cose: un contratto di lavoro e un visto.

Questo regolamento in vigore dal 2016 è un esperimento di politica migratoria: al culmine della crisi dei rifugiati il governo federale ha allentato le norme per i lavoratori migranti provenienti da Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia. Da allora in Germania possono fare quasi tutti i lavori, di ostacoli ce ne sono pochi. La BA deve tuttavia prima verificare se per la stessa posizione si è candidato anche un tedesco. Inoltre dal regolamento sono escluse le persone che nei 2 anni precedenti hanno fatto domanda di asilo. L'obiettivo dell'esperimento: frenare la migrazione irregolare da questi paesi e alleggerire il peso per il sistema di asilo tedesco.

Pare che abbia funzionato, perché il governo federale ne sta attualmente considerando l'estensione. Il regolamento per i Balcani occidentali potrebbe essere il "prototipo per accordi con altri paesi", ha affermato la cancelliera Angela Merkel (CDU) nella sua conferenza stampa estiva a metà luglio. Di quali paesi dovrebbe trattarsi tuttavia non lo ha detto. Ma ad essere presi in considerazione sono soprattutto quelli dell'Africa occidentale. Dopotutto da questi paesi un numero molto elevato di persone vorrebbe raggiungere l'Europa. Ma il regolamento per i Balcani occidentali è adatto come modello? Quali sono le sfide?

In effetti il numero dei richiedenti asilo provenienti dai Balcani occidentali dopo l'introduzione del regolamento è diminuito drasticamente: dai 141.000 del 2015 ai 20.000 dello scorso anno. Diversi fattori sono responsabili: nel frattempo questi paesi sono stati riclassificati come paesi di origine sicuri. Oppure sono state le campagne informative in luogo con le quali il governo federale mette in guardia dalla bassa probabilità di successo di una domanda di asilo.

Ma la migrazione nell'ambito del regolamento per i Balcani occidentali ha funzionato anche come una valvola. Solo lo scorso anno oltre 25.000 Gastarbeiter provenienti dai paesi della regione hanno ottenuto un visto per la Germania. L'interesse principale è stato per le costruzioni, l'ospitalità e la sanità. Si tratta di settori che soffrono in maniera particolare per la mancanza di personale.

"Il regolamento per i Balcani occidentali ha aiutato il settore delle costruzioni" afferma Felix Pakleppa, presidente della Zentralverband Deutsches Baugewerbe (ZDB). "Siamo molto soddisfatti" con le qualifiche e l'impegno dei lavoratori. Cose simili si possono ascoltare anche dall'Associazione tedesca degli hotel e dei ristoranti (Dehoga). "E' naturale" che le imprese del settore ricorrano al regolamento per i Balcani occidentali, racconta Ingrid Hartges, presidente dell'Associazione federale Dehoga. Per l'associazione il modello è il prototipo per una nuova legge sull'immigrazione di lavoratori qualificati: "l'orientamento verso un contratto di lavoro concreto e controllabile presenta dei vantaggi rispetto ad un sistema a punti astratto".

Cresce la pressione sui lavoratori poco qualificati

Stephan Thomae, leader del gruppo parlamentare della FDP al Bundestag accoglie con favore il modello: il regolamento per i Balcani occidentali è uno "strumento adeguato per facilitare la migrazione legata al mercato del lavoro e allo stesso tempo limitare l'accumularsi delle domande di asilo". Matthias Lücke, esperto di migrazione presso l'Institut für Weltwirtschaft (IfW) è piu' prudente nella sua valutazione del regolamento. Anche lui ritiene che l'apertura del mercato del lavoro possa essere uno strumento per limitare l'immigrazione irregolare. E' tuttavia necessario monitorarne "l'impatto sul mercato del lavoro e i possibili abusi".

Lücke sottolinea che i lavoratori poco qualificati già in Germania potrebbero subire una certa pressione. In considerazione dell'attuale congiuntura economica 20.000 visti di lavoro non sono un problema. Se dovessero essere molti di piu' bisognerebbe allora verificare se c'è un impatto negativo sulle persone con qualifiche professionali simili. E Lücke ci vede un altro problema. I Gastarbeiter sono estremamente dipendenti dal datore di lavoro, afferma il ricercatore. Avrebbero paura di essere espulsi nel caso in cui dovessero perdere il loro lavoro. "Le possibilità di abuso sono evidenti".

A cio' si aggiunge quanto racconta Dragana Bubulj del centro di consulenza del sindacato confederale tedesco di Mannheim „Faire Mobilität“. Ogni mese si presentano da noi dalle 3 alle 5 persone arrivate in Germania nell'ambito del regolamento dei Balcani Occidentali. "Ci segnalano problemi con l'alloggio e gli alti canoni di locazione, oppure ci raccontano che devono lavorare oltre 10 ore al giorno e fare straordinari che non vengono pagati". Spesso in busta paga si ritrovano delle detrazioni ingiustificate.

Bubulj ci parla di un caso estremo in cui la BA ha dato all'imprenditore istruzioni precise concernenti l'orario di lavoro e l'ammontare della retribuzione: "il datore di lavoro semplicemente non vi si era attenuto e aveva registrato il contratto come un mini-job". Il Gastarbeiter percepiva 450 euro al mese - per un lavoro a tempo pieno.

Non esiste una statistica sui casi di abuso. La Bundesagentur für Arbeit comunica che fino ad ora ci sono stati solo singoli rapporti di lavoro con caratteristiche discutibili. La BA raccoglie regolarmente i dati presso le aziende che impiegano un lavoratore nel quadro del regolamento dei Balcani occidentali. Tuttavia cio' avviene solo per scritto.

C'è anche un altro problema fondamentale concernente l'attuazione del regolamento dei Balcani occidentali: non tutti i migranti che hanno un contratto di lavoro con un'azienda tedesca ce la fanno ad arrivare in Germania. Le ambasciate tedesche sono piu' che sovraccarche con il trattamento delle domande di visto. Il tempo di attesa per un appuntamento arriva fino ad un anno.

Per l'economia questo è il vero punto debole del sistema. E' soprattutto l'occupazione stagionale a soffrirne, afferma Ingrid Hartges dell'Associazione federale Dehoga. "Se il visto e il permesso di lavoro sono disponibili solo durante o verso la fine della stagione, non sarà piu' possibile un impiego ragionevole della forza lavoro".

Anche il governo federale ritiene necessaria una riforma. Si cerca di ridurre i tempi di attesa aumentando il personale nelle ambasciate e nei consolati, è scritto in una recente risposta del governo ad una interrogazione parlamentare della Linke. I locali disponibili presso gli uffici per il rilascio dei visti sono già "pienamente utilizzati". A Pristina, la capitale del Kosovo, è in programma la locazione di un ulteriore edificio.

Se l'espansione nel lungo periodo valga la pena, è tuttavia discutibile. Per il momento la scadenza del regolamento dei Balcani occidentali è prevista per il 2020.

lunedì 2 luglio 2018

Quando anche i corrispondenti della ARD chiedono le dimissioni di Merkel

Che il vento è cambiato e che il sentiero per Merkel è sempre piu' stretto te ne accorgi dal fatto che ormai anche i commentatori della ARD, la Rai 1 tedesca, non hanno alcun problema a chiedere le dimissioni della Cancelliera. Un ottimo Malte Pieper dal Tagesschau della ARD


E' una dichiarazione di bancarotta dell'UE: in una delle aree politiche piu' importanti del nostro tempo, vale a dire nella gestione dell'immigrazione, non c'è piu' nulla che funzioni. A parte le solite dichiarazioni del tipo, "ora dobbiamo veramente proteggere i confini esterni", i capi di stato e di governo non riescono piu' a mettersi d'accordo su nulla. Quasi nessuno si fida piu' dell'altro. Certamente non della Cancelliera tedesca. Il suo nome in molti paesi europei è diventato un "non-nome", basta pronunciarlo per garantire una pessima atmosfera.

Come si è arrivati a questo punto? Fondamentalmente la cosa è semplice: tutto si basa sullo stile politico di Angela Merkel. E cioè quel "pragmatismo" tanto celebrato da una parte dei suo sostenitori, quello con il quale affronta i problemi. Nelle situazioni poco chiare, quando c'è la nebbia, Merkel da sempre accende i fendinebbia. Guida a vista e spera che il vento risolva da solo il problema. Quando la nebbia è fitta però, come nel caso della crisi dei rifugiati, andare avanti a tentoni non serve a nulla, puoi solo allontanarti dalla strada, perché non vedi nulla e alla fine ti perdi.

Merkel e la solidarietà europea

Un esempio: mentre nel 2011 e nel 2012 il numero delle persone in fuga verso l'Europa continuava a crescere, lentamente ma in maniera costante, Merkel faceva sapere che non si trattava del suo problema principale, ma di un problema italiano e greco. La Cancelliera ha scoperto la tanto decantata "solidarietà europea", ma per se stessa, solo quando la marea di persone aveva già raggiunto il confine bavarese. Ma nell'autunno 2015, con la solidarietà europea, le cose non potevano andare tanto alla svelta. Perchè il problema era ormai arrivato in Germania e non c'era tempo per fare lunghe trattative.

Sotto pressione, Merkel prende addirittura in considerazione la divisione dell'UE, spinge gli europei dell'est in un angolo, li mette in minoranza e vorrebbe costringerli ad accettare i profughi. Provate a immaginare cosa sarebbe successo se ad essere trattata in questo modo fesse stata la Germania.

Terra bruciata, ovunque si guardi

In maniera ugualmente brutale, già durante l'eurocrisi, aveva mostrato alla Grecia in quali mani era il bastone del risparmio. Oppure ai vicini del mediterraneo, piegati da una disoccupazione giovanile dilagante, chiedeva di prendere esempio dalla sua Germania. Ovunque si guardi, Merkel ha lasciato dietro di sé terra bruciata.

Come risultato di questa politica del non-compromesso e quindi di non-accordo, sempre piu' paesi sono andati a destra, se non verso l'estrema destra. Anche in Germania AfD passava da una vittoria all'altra - e in una Unione ormai nel panico, ad avere sempre piu' spazio sono stati gli opportunisti alla Markus Söder o alla Jens Spahn, per i quali ogni mezzo, ma veramente ogni mezzo è lecito, nella misura in cui gli garantisce un successo nel breve periodo.

Alla Cancelleria è necessario un nuovo inizio 

Soluzioni europee comuni, senza le quali è difficile pensare di riuscire a tenere sotto controllo il problema dell'immigrazione, a causa della svolta a destra, tuttavia sono sempre piu' lontane.

Stimata Angela Merkel, dopo quasi 13 anni da Cancelliere, lei a livello europeo non riuscirà ad ottenere nulla, a parte una evidente avversione nei suoi confronti. Lo hanno mostrato tutti gli incontri degli ultimi mesi. Ci aiuti piuttosto a fermare finalmente la tendenza apparentemente inevitabile che porta alla divisione europea! Nell'ufficio di Cancelleria faccia spazio a qualcuno il cui nome non sia compromesso come il suo. Qualcuno che in Europa riesca ancora a farsi ascoltare. Qualcuno che sia ancora in grado di guardare agli interessi di tutti. Ci lasci osare un nuovo inizio!

mercoledì 20 giugno 2018

Cosa dicono le statistiche tedesche sulla criminalità fra i richiedenti asilo?

Trump accusa il governo tedesco di falsificare i dati sulla criminalità fra i migranti, è possibile, e non è certo il solo a pensarlo. Tuttavia vale la pena dare un'occhiata ai dati ufficiali presentati dal Ministero dell'Interno tedesco ad inizio maggio in merito alla criminalità fra i richiedenti asilo (Zuwanderer), vale a dire circa 1.6 milioni di persone in cerca di protezione, poco meno del 2% della popolazione complessiva. Anche i dati del ministero tuttavia evidenziano una forte crescita della criminalità, soprattutto rispetto al 2014, l'ultimo anno prima degli arrivi di massa. Il rapporto completo è disponibile qui. Ne parla Epoch Times



"La Germania sicura come non accadeva da 25 anni!", cosi' ripeteva con entusiasmo il coro mediatico quando ad inizio maggio il Ministro degli interni Horst Seehofer ha presentato le statistiche sulla criminalità (Polizeiliche Kriminalstatistik, PKS), lamentandosi allo stesso tempo del fatto che stranamente l'ingenuo cittadino tedesco si era fatto un'altra impressione.

Cio' di cui i summenzionati media a titolo precauzionale non hanno voluto parlare è stato invece pubblicato nel "Rapporto federale 2017 sulla criminalità nel contesto della migrazione". Il tentativo di non parlare dei contenuti del rapporto aveva naturalmente dei buoni motivi: la statistica mostra ancora una volta l'aumento della criminalità fra i richiedenti asilo a partire dal 2014 (attualmente in Germania ci sono 1.6 milioni di persone catalogate come richiedenti asilo, rifugiati riconosciuti o persone tollerate), vale a dire l'anno prima che il governo Merkel aprisse le frontiere per tutti.

Nel complesso, rispetto all'anno precedente, la proporzione dei reati commessi da questo gruppo è rimasta costante, ammonta tuttavia ad uno sbalorditivo 9.3% di tutti i reati risolti. Considerando una quota sulla popolazione complessiva inferiore al 2%, questo già di per sé solleva delle questioni (in particolar modo rispetto allo slogan ripetuto ad oltranza secondo il quale "i rifugiati non sarebbero piu' criminali dei residenti"). Piu' interessante tuttavia è il confronto con l'anno 2014, nei confronti del quale si registra un aumento del 252% ed una crescita da 115.000 a 290.00 dei reati commessi.


Ancora piu' drammatico è l'aumento nell'ambito della criminalità violenta, cioè i reati contro la vita, i reati sessuali e le cosiddette aggressioni violente (Roheitsdelikten). Per quanto riguarda i crimini contro la vita (omicidio, omicidio colposo, assassinio su commissione), rispetto all'anno precedente (2016), il numero dei casi con almeno un sospettato migrante è cresciuto di almeno il 16.1%, dal 2014 invece del 366 %, passando da 122 a 447 casi. Particolarmente sorprendente in questa area è l'elevata percentuale sul totale dei delitti commessi (15%). Meno del 2% della popolazione commette il 15% dei reati.


Le statistiche mostrano uno sviluppo simile anche fra i cosiddetti "delitti contro l'autodeterminazione sessuale". L'enorme aumento rispetto all'anno precedente è tuttavia dovuto principalmente ad un cambiamento delle leggi penali in materia di delitti sessuali. Ma anche ripulendo i dati secondo la vecchia legge, con 3.597 reati avremmo un nuovo record. Rispetto al 2014 l'aumento è stato del 379%, passando da 949 a 3.597 reati. Anche in questa area di criminalità meno del 2% della popolazione ha commesso l'11.9% di tutti i reati risolti.


Un po' meno drammatico rispetto all'anno precedente, ma solo ad un primo sguardo, è lo sviluppo nell'ambito delle cosiddette "aggressioni violente" (Roheitsdelikten). Queste comprendono principalmente le lesioni fisiche, le privazioni della libertà e le rapine. Rispetto all'anno precedente l'aumento è del 2.8%, mentre la quota di migranti sul numero totale dei reati commessi in questo ambito è del 10.3%. Ancora piu' drammatico è il confronto con il 2014, che registra un aumento del 383 %, passando da 18.512 a 71.000 casi. Questo numero cosi' alto ha sicuramente un ruolo nel determinare il senso di sicurezza percepito dai cittadini in quanto il pericolo di restare vittima di un reato commesso da questa parte della popolazione è aumentato significativamente.


Un altro dato sconcertante lo si trova a pagina 54 dell'opuscolo sotto la voce "costellazione di casi: sospettato migrante - vittime tedesche". Secondo questi dati nel 2017 è stato registrato un nuovo record con un + 23.7 % rispetto all'anno precedente (31.597). Nella costellazione inversa (sospettatto tedesco, vittima migrante) sono stati registrati 6.832 casi. Vale a dire un rapporto di 5.7 a uno.

Nella Germania piu' sicura dal 1992, o almeno cosi' ci dicono, ci sono state circa 40.000 vittime di reati presumibilmente commessi da persone in "cerca di protezione", vale a dire quasi sei volte in piu' che nella costellazione opposta.

Ciò significa che ogni singolo giorno dell'anno oltre 100 cittadini sono vittime di crimini con almeno un richiedente asilo come sospettato, e la tendenza è in aumento.