Nella civilissima Germania del 2018 ci sono centinaia di migliaia di persone non coperte da un'assicurazione sanitaria. Ad essere colpiti non sono solo gli stranieri, ma ci sono molti lavoratori autonomi che semplicemente non riescono a coprire i contributi minimi previsti dalle assicurazioni obbligatorie. Ne parla il Tagesschau della ARD.
Jens Spahn, il nuovo ministro della salute, ha una grande fiducia nell'assicurazione sanitaria tedesca: "abbiamo un sistema di sicurezza sociale di alto livello a cui hanno accesso gli 80-82 milioni di persone che vivono in questo paese". E questo non accade quasi in nessun'altro paese al mondo, ha detto Spahn lunedì sera durante il programma "Hart aber fair".
Per Helmut Böhm, frasi del genere suonano come una presa in giro. Il 64enne berlinese è uno fra quei citati 82 milioni di persone. Egli tuttavia non ha alcun accesso al sistema di sicurezza sociale garantito dall'assicurazione sanitaria.
Fuori dall'assicurazione sanitaria
Per molti anni, insieme a sua moglie, è stato coperto da un'assicurazione sanitaria privata (PKV). Quando pero' i contributi hanno raggiunto i 1.100 euro al mese, la coppia non ha piu' potuto permettersela. Böhm a causa del diabete è diventato inabile al lavoro iniziando a percepire una pensione di appena 640 euro.
La coppia è dovuta passare ad un'assicurazione sanitaria pubblica (GKV), fatto che inizialmente non sembrava essere problematico. Dopo appena un trimestre pero' la cassa mutua ha espulso Helmut Böhm. Era stato un errore: nonostante l'inabilità al lavoro non ha piu' diritto all'assicurazione sanitaria legale. Il problema è che a differenza della moglie era già oltre i 55 anni.
Anche gli uffici del welfare non possono aiutare
Il legislatore ha introdotto questo limite di età per il passaggio all'assicurazione sanitaria legale al fine di evitare da parte degli assicurati il "salto da un sistema all'altro": vale a dire, godere dei contributi e dei benefici dell'assicurazione sanitaria privata in giovane età, e in vecchiaia, quando i contributi aumentano e iniziano ad arrivare le malattie, passare nel sistema delle Krankenkasse pubbliche. In realtà una legge ragionevole, ma che nei casi piu' difficili, come quello di Helmut Böhm, ti lascia senza una protezione.
Sfortuna, è passato attraverso la rete, gli hanno detto. Perfino l'ufficio di previdenza sociale non puo' fare nulla per casi come il suo, perché lui - nel frattempo pensionato - riceve una prestazione di pochi euro superiore al limite necessario per avere diritto alla sicurezza di base. E sebbene abbia attivato un avvocato per esaminare il caso, Böhm non ha alcuna possibilità di ottenere una copertura assicurativa a prezzi accessibili.
Fra 80.000 e centinaia di migliaia di persone sono senza assicurazione
Non è il solo a trovarsi in questa situazione e ad avere avuto questo destino. Si stima che tra le 80.000 e diverse centinaia di migliaia di persone in Germania siano prive di un'adeguata copertura assicurativa sanitaria. I numeri sono difficili da verificare, è probabile che la cifra oscura sia ancora piu' alta. Dal 2007 in Germania è stato introdotto l'obbligo di assicurazione sanitaria.
Ad essere colpiti ad esempio sono molti lavoratori autonomi, perché non possono permettersi di pagare i contributi, anche quelli minimi per l'assicurazione pubblica. Molti con le loro entrate riescono appena a sopravvivere, e non hanno certo i soldi per pagare il contributo minimo di oltre 300 euro previsto dalla Krankenkasse pubblica. Restano i debiti contributivi e una copertura assicurativa limitata.
Il gruppo piu' grande: stranieri senza documenti e cittadini UE senza lavoro
Un altro gruppo di persone coinvolte sono i migranti privi di documenti e senza un titolo valido per la residenza. Anche i richiedenti asilo con una richiesta non accettata rientrano in questa categoria. In realtà avrebbero diritto ad una copertura medica. Poiché devono prima rivolgersi ai servizi sociali, i quali hanno l'obbligo di trasmettere le informazioni all'ufficio immigrazione, di solito non percorrono questa strada.
Anche i cittadini UE, che grazie alla libertà di circolazione si trovano in Germania alla ricerca di un lavoro, non hanno alcun diritto ad un'adeguata assistenza sanitaria. Con un inasprimento della legge introdotto nel 2017 sono stati esclusi dall'assistenza sociale, e quindi anche loro passano attraverso la rete.
In caso di incidente, dolori acuti o malattie potenzialmente mortali, ogni persona in Germania deve essere curata. Ma già il semplice ricorso a fasciature o antidolorifici deve essere pagato di tasca propria, per non parlare della fisioterapia o delle misure di riabilitazione.
"Un attestato di povertà per la Germania"
Anche Helmut Böhm ha scoperto che i costi possono crescere alla svelta. Nel 2017 a causa di una pericolosa infiammazione - una conseguenza del suo diabete - gli è stato amputato un arto inferiore. La lunga degenza ospedaliera e la fornitura di protesi alla fine gli sono costate circa 50.000 euro. Senza l'aiuto dei familiari e dei conoscenti non sarebbe stato in grado di far fronte alle spese. Deve sostenere da solo anche i costi per le compresse contro il diabete e le visite dal medico: ogni mese sono dai 170 ai 200 euro.
"Specialmente fra i malati cronici, la mancanza di una copertura assicurativa è un problema molto serio", afferma Johanna Offe di "Ärzte der Welt". Perché potrebbe anche accadere che il malato non ricava tutti i farmaci o le cure necessarie. Molti semplicemente non si recano dal dottore perché temono di dover sostenere dei costi molto alti oppure per vergogna. "In un paese ricco come la Germania rappresenta un attestato di povertà", ci dice in un'intervista a tagesschau.de.
La società civile colma le lacune
Soprattutto perché lo stato, secondo il Patto sociale delle Nazioni Unite, è obbligato a fornire assistenza medica a chiunque si trovi in Germania. Ci sono tuttavia varie organizzazioni all'interno della società civile che forniscono assistenza medica alle persone prive di un'assicurazione sanitaria: "Ärzte der Welt", i "Medinetze" oppure i "Malteser Medizin für Menschen ohne Krankenversicherung". In realtà non sarebbe compito della società civile colmare le lacune che lo stato crea con i suoi stessi fallimenti, ci dice Offe.
Per un gruppo di persone colpite, almeno in questa legislatura, tuttavia dovrebbe cambiare qualcosa: il contributo minimo per l'assicurazione sanitaria legale dei lavoratori autonomi dovrebbe essere dimezzato, almeno cosi' è scritto nell'accordo di coalizione. "Si tratta di un miglioramento importante per molti lavoratori autonomi", dice Offe. Per persone come Helmut Böhm, che non hanno accesso all'assicurazione sanitaria pubblica, tuttavia non cambierà nulla.