giovedì 1 novembre 2012

Oltre 5 milioni di tedeschi ricevono un sussidio di disoccupazione.



La disoccupazione ufficiale è ai minimi storici, ma a guardare bene si scopre che le statistiche sulla disoccupazione nascondono una parte della verità: oltre 5 milioni di tedeschi ricevono mensilmente un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Da Deutsche Mittelstands Nachrichten.



La cifra ufficiale di 2.7 milioni di disoccupati è solo una parte della reatà: di fatto oltre 5 milioni di tedeschi ricevono un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Il numero dei disoccupati in Germania resta invariato rispetto a un anno fa.


Secondo l'agenzia federale per il lavoro (Bundesagentur für Arbeit) a settembre 2012 il tasso ufficiale di disoccupazione è del 6.5 %. Un quadro piu' realistico del mercato del lavoro lo si ottiene però se si rifiuta la definizione ufficiale di disoccupazione, e si considera il numero delle persone in grado di lavorare che ricevono un sussidio.

Il tasso di disoccupazione diffuso dall'Agentur für Arbeit non è altro che il rapporto fra il numero delle persone disoccupate e il numero di tutte le persone in grado di lavorare. L'agenzia calcola a settembre 2,78 milioni di disoccupati. Allo stesso tempo l'agenzia comunica che in totale 5.089 milioni di persone in età lavorativa ricevono un sussidio di disoccupazione (Arbeitslosengeld I oder II). Con questi numeri si arriva ad un tasso di circa l'11.9 %.

L'agenzia federale fornisce anche il motivo per cui circa 2.3 milioni di persone in grado di lavorare, destinatarie di un sussidio di disoccupazione, non siano incluse nel tasso di disoccupazione ufficiale. Non vengono considerati disoccupati tutti coloro che si trovano all'interno di un programma di politica del mercato del lavoro (formazione e inserimento) organizzato del governo federale o dell'agenzia del lavoro (889.000 nel settempre 2012).

Anche coloro che hanno un basso reddito e che per questo ricevono un'integrazione (Arbeitslosengeld II) non vengono considerati disoccupati (655.000 nel maggio 2012, nessun dato piu' recente disponibile). I destinatari dei sussidi di disoccupazione che crescono dei figli, si prendono cura dei parenti oppure vanno a scuola, vengono considerati come non disponibili e non rientrano nel numero dei disoccupati (630.000 nel maggio 2012). A questi si aggiungono le persone non capaci di lavorare perché malate e quindi destinatarie di un sussidio di disoccupazione (248.000 nel maggio 2012).

Ma la cosa piu' sorprendente è il trattamento dei dati relativi agli anziani beneficiari di un'indennità di disoccupazione. Chi ha oltre 58 anni, non viene considerato disoccupato, se nei precedenti 12 mesi non ha avuto una occupazione coperta da assicurazione sociale (235.000 in maggio).

Di fatto, piu' della metà dei destinatari dei sussidi di disoccupazione in grado di lavorare, per diversi motivi non vengono considerati come disoccupati. La vera causa del basso tasso ufficiale di disoccupazione è l'arbitraria definizione di cosa sia la disoccupazione nelle corrispondenti leggi.

L'esproprio del risparmiatore (tedesco)


Dalle colonne di FAZ, Holger Steltzner, vicedirettore della prestigiosa testata, torna ad attaccare la politica dei bassi tassi BCE: è in corso un esproprio di ricchezza ai danni del risparmiatore tedesco.
A causa dei bassi tassi di interesse, l'inflazione nella zona Euro sta consumando il capitale dei risparmiatori. Si tratta di un "esproprio a freddo". Ogni investitore deve reagire a questo stato di cose.

I salvataggi Euro producono insicurezza fra la gente. La crisi spinge molte persone a risparmiare ancora di piu', anche se gli interessi pagati sono sempre piu' bassi. Di fronte ad un tasso di interesse inferiore a un punto percentuale, non c'è differenza fra depositare il proprio denaro presso la banca o tenere il contante in casa. Cosa che le persone fanno molto piu' spesso di quanto non si pensi.

Ancora peggio dell'interesse scomparso dai libretti di risparmio, è l'inflazione al 2.7 % che si sta mangiando il capitale dei risparmiatori. Questi devono ringraziare la BCE, che con interessi vicini allo zero salva le banche e gli stati. Chi se la sente di consigliare oggi ai giovani di fare un piano di risparmio per la pensione?

E' in corso un esproprio ai danni dei risparmiatori e dei clienti delle assicurazioni sulla vita, lamenta Georg Fahrenschon, presidente dell'associazione delle casse di risparmio. Ha ragione. I risparmiatori sono vittime della BCE. In questa politica del denaro facile, i vincitori, accanto alle banche e agli stati, sono i proprietari di azioni e case. Questa è una  scelta politica, non solo in Europa, ma anche in Giappone e America. L'obiettivo è l'abbattimento del debito degli stati, a scapito dei risparmiatori. A questo stato di cose ogni investitore deve reagire.

martedì 30 ottobre 2012

Schäuble non ha scelta


Per il taglio del debito greco non è questione del se, ma solo del quando. Puri calcoli elettorali porteranno Merkel e Schäuble a temporeggiare ancora. Ma prima o poi dovranno ammettere davanti agli elettori che il denaro prestato ad Atene non tornerà e l'austerità imposta è stata un fallimento: a spese del contribuente tedesco. Da  WirtschaftsWoche
Il taglio del debito greco si avvicina. Non importa in che modo sarà fatto: se i greci riacquisteranno il loro vecchio debito con il denaro da noi prestato o se i nostri crediti saranno invece annullati direttamente - noi pagheremo. In un modo o nell'altro.

Economicamente è corretto, ma politicamente ci sono delle grandi differenze. Qualunque sia il metodo utilizzato, il conto si presenterà chiaro e leggibile per ogni elettore, oppure nascosto nel cassetto - e poi tirato fuori in un secondo momento.

Nonostante il taglio del debito per i creditori privati, ora come prima, la Grecia resta schiacciata sotto il carico del suo immenso debito.  Il debito, che con il taglio per il settore privato sarebbe dovuto scendere nel medio periodo dal 170 al 120 % del PIL, a causa della recessione cresce verso il 200 %. E' chiaro che il paese non può sopportare questo carico: con uno zaino sulle spalle pieno di tonnellate di debito, il paese non tornerà mai a camminare sulle proprie gambe. E' necessario un alleggerimento del carico.

La maggior parte del debito greco è detenuto dai paesi dell'Eurogruppo e dalla BCE. Molti creditori privati prima dell'haircut sono riusciti a scaricare i loro titoli alla BCE; gli stati tuttavia con l'ultimo taglio hanno fatto gravare i costi sul settore privato. Ma cosi' non puo' andare avanti, se veramente si intende far uscire Atene dalla trappola del debito.

Il taglio del debito causerebbe un buco nel bilancio degli stati

La semplice cancellazione di alcuni zeri avrebbe però conseguenze devastanti per gli stati partner, soprattutto per i paesi Euro. Da un lato sarebbe problematico cancellare il debito di uno stato a causa della sua insostenibilità, e poi fornire direttamente del denaro fresco - perché senza miliardi dall'Europa, Atene da metà novembre non potrà pagare né le bollette né gli stipendi. Ma soprattutto, un taglio del debito causerebbe un buco nei bilanci pubblici. La Germania - e il governo federale - sarebbero colpiti al cuore nel pieno dell'anno elettorale.

Un po' piu' elegante è la variante preferita del ministro Schäuble: la Grecia riceve dall'ESM una nuova tranche di aiuti, con cui riacquista essa stessa i suoi vecchi debiti. Poiché il corso dei titoli greci è caduto drasticamente, con un Euro di denaro fresco si possono acquistare sul mercato 1.5 € di vecchi debiti. Detto altrimenti: con 100 miliardi dati dall'ESM per la transazione, l'indebitamento netto della Grecia scende di 50 miliardi.

Politicamente affascinante per il governo federale è il fatto che i fondi non arriverebbero dal bilancio federale, ma direttamente dall'ESM. Berlino dovrà lo stesso fare i versamenti nel fondo, oppure dovrà pagare per le garanzie offerte se in seguito i nuovi crediti concessi diventassero inesigibili. E' probabile che accada, ma sarà fra qualche anno. 

Ma in quella data probabilmente non ci saranno elezioni, mentre nel settembre 2013 il governo dovrà presentarsi agli elettori.

lunedì 29 ottobre 2012

Sperrkonto? Nein, danke!


Mark Schieritz su Die Zeit ci spiega perchè la proposta tedesca di un conto vincolato (Sperrkonto) per il pagamento degli interessi sul debito greco è una pessima idea. Almeno fino a quando il saldo primario greco non sarà in pareggio. 

L'ultima idea del governo federale è quella di pagare gli aiuti alla Grecia su di un conto vincolato (Sperrkonto). Da utilizzare quindi solo per il servizio del debito. Da un lato si vuole evitare il fallimento dello stato e dall'altro tenere alta la pressione - ma ancora piu' importante - ottenere supporto in Germania per il prossimo piano di salvataggio.

Una buona idea?

No, se riguarda solo il conto vincolato. Perchè il denaro potrà essere utilizzato solo per il servizio del debito, e non resterà nulla per il finanziamanto del bilancio pubblico. La Grecia ha ancora un deficit primario, le entrate fiscali non sono sufficienti per coprire la sua attuale spesa, prima di pagare gli interessi. Il conto vincolato costringerebbe il paese a misure di austerità ancora piu' dure.

Il pagamento sul conto bloccato equivarrebbe quindi ad un irrigidimento delle condizioni, non ad un allentamento. Senza mezzi termini: lasciamo che i greci muoiano di fame, ma con i nostri soldi salviamo le banche e naturalmente noi stessi (visto che il settore pubblico è il piu' grande creditore).

Bisogna quindi dare ai greci il tempo e i mezzi per pareggiare il loro bilancio primario. Solo allora potremo ricorrere ad un conto vincolato.

domenica 28 ottobre 2012

Ma non guadagnavano tutti il doppio?


I media italiani ci ricordano spesso che nell'industria automobilistica tedesca gli stipendi sono quasi il doppio di quelli Fiat.  Peccato si parli molto poco dei 7.5 milioni di minijobber. L'aumento di 50 € diventa legge. Dumping salariale o reale possibilità di ingresso nel mondo del lavoro? Da Die Welt 
Il Bundestag ha approvato un nuovo provvedimento: i minijobber in futuro potranno guadagnare 450 €, dai 400 € attuali. SPD, Verdi e Linke criticano duramente il provvedimento. Temono la sostituzione dei lavoratori con un contratto regolare.

Il Bundestag ha approvato con i voti della maggioranza di governo il controverso aumento della soglia massima di reddito per i minijob: in futuro i minijobber potranno guadagnare fino a 450 €  al mese, senza tasse e contributi sociali.

Per i cosiddetti midi-jobs dal primo gennaio 2013 entrerà in vigore un limite massimo di 850 €, anche in questo caso 50 € in piu'. Inoltre, i Minijobber in futuro dovranno obbligatoriamente essere coperti dal sistema pubblico di previdenza. Su richiesta, potranno tuttavia essere esentati.

Il salario massimo era rimasto invariato a 400 € al mese dal 2003. Questi contratti furono introdotti dalla allora maggioranza rosso-verde sulla scia delle riforme Hartz. Questa volta SPD e Verdi, come la Linke, hanno votato contro il provvedimento del governo.

Piu' di 7 milioni di occupati.

In Germania al momento piu' di 7 milioni di occupati hanno un minijob. Per circa 2.5 milioni è un secondo lavoro.  I minijobber sono particolarmente richiesti nella gastronomia e nel commercio al dettaglio. Due terzi degli occupati a basso salario sono donne.

Ad utilizzare i minijob come reddito aggiuntivo sono soprattutto casalinghe, pensionati, studenti e disoccupati. Il datore di lavoro paga un 30% fisso di tasse e contributi previdenziali. Il voto sul provvedimento è stato preceduto da un dibattito molto acceso. L'opposizione ha criticato sostenendo che con l'aumento della soglia di reddito, il settore dei lavori a basso stipendio si sarebbe ampliato ulteriormente e la frammentazione nel mercato del lavoro sarebbe proseguita.

I relatori della coalizione di governo hanno invece messo in guardia l'opposizione da una demonizzazione dei minijob. Con l'aumento del limite di reddito, si avrà una compensazione dell'inflazione e un po' piu' di giustizia, ha sottolineato l'esperto di lavoro CDU, Karl Schiewerling.

Occupati di seconda classe

I minijobber sono "lavoratori di seconda classe", ha accusato il deputato della Linke Diana Golze. Ha parlato di un "mercato del lavoro parallelo e sovvenzionato" e di "dumping salariale organizzato". La Linke propone l'abolizione  dei Minijob.

Secondo l'esperta di mercato del lavoro SPD, Annette Kramme, con l'aumento della soglia di reddito nessun minijobber riceverà una paga migliore. La gran parte dei minijobber, infatti, non raggiunge la soglia dei 400 € al mese. Il salario medio di un minijobber sarebbe intorno ai 220 €, secondo il deputato SPD. Al contrario, per i datori di lavoro sarà piu' facile smontare un posto di lavoro regolare  in piu' minijob.

"I minijob non sono diventati un ponte verso il mondo del lavoro", ha detto l'esperta di politica del lavoro dei Verdi Brigitte Pothmer. Nel suo intervento ha criticato i minijob in quanto disastrosi per la biografia lavorativa delle donne, costrette a restare dipendenti dai trasferimenti dello stato oppure da quelli del coniuge: "Le donne vogliono piu' di un minijob".

La FDP ha difeso i minijob

I relatori del governo hanno difeso i minijob. "Sono molto richiesti e sono necessari", ha detto l'esperto di lavoro FDP, Johannes Vogel. E' stata infatti la FDP nella coalizione nero-gialla a fare pressione per l'aumento della soglia massima.

I minijob offrono a cittadini di ogni età l'opportunità di guadagnare qualcosa in maniera abbastanza semplice, ha detto Vogel. In questo modo si combatte anche il lavoro nero. Vogel ha poi respinto l'accusa secondo cui i minijob andrebbero a sostituire i lavori a tempo pieno coperti da un'assicurazione sociale: i lavori full time con contratto regolare hanno avuta una crescita maggiore dei minijob.

Per questa ragione la quota dei minijobbers sul totale degli occupati non sarebbe cresciuta. Un terzo dei minijobber, secondo Vogel, è impiegata con un regolare contratto.

Contributi pensionistici automatici

Anche la nuova regolamentazione per i contributi pensionistici dei minijobber resta controversa. In futuro i minijobber avranno accesso automaticamente ad un'assicurazione pensionistica, a meno che non presentino una domanda di esenzione. Con il sistema attuale accade l'inverso: gli occupati con basso salario non pagano contributi, a meno che non lo chiedano volontariamente.

Solo il 5% dei minijobber attualmente usa questa possibilità. La nuova normativa aumenterà fra i minijobber la consapevolezza che anche per loro la pensione è accessibile, spera Schiewerling. 

Per l'opposizione invece i minijob conducono direttamente verso la povertà in vecchiaia. Con uno stipendio di 450 € al mese un minijobber dopo 45 anni di lavoro riceverà solamente 205,7 € di pensione al mese. "La diffusione dei minijobs equivale all'estensione della povertà in vecchiaia. L'equazione è molto semplice", secondo il deputato dei Verdi  Brigitte Pothmer.

Datori di lavoro: strumento di flessibilità irrinunciabile

I minijobs sono già da tempo un argomento di discordia fra datori di lavoro e sindacati. Per la Bundesvereinigung der Deutschen Arbeitgeberverbände (BDA) restano "un irrinunciabile strumento di flessibilità e uno sfogo necessario nell'iperregolato mercato del lavoro tedesco". Senza le esenzioni fiscali per il lavoratore, non sarebbe possibile trovare un numero sufficiente di lavoratori nei picchi di domanda, nelle ore di punta e nel fine settimana, sostengono i datori di lavoro.

I sindacati considerano i minijob come una trappola di povertà e insistono per una loro abolizione. "Alcuni datori di lavoro abusano dello strumento, tanto che molti  minijobber devono ricorrere ai sussidi pubblici per la garanzia di un reddito minimo di sussistenza", ci dice il leader di IG-Bau Klaus Wiesehügel.

"Non garantiscono nessun diritto ad una retribuzione secondo i contratti collettivi, nessun diritto alle ferie, nessuna malattia pagata o salario maggiorato per i giorni lavorativi" I minijobber hanno gli stessi diritti, ma solo in teoria.

venerdì 26 ottobre 2012

La guerra di Jens

La guerriglia di Weidmann contro la BCE è difficile da interpretare: vuole affossare l'Euro o sta solo cercando di guadagnare potere negoziale? Un'analisi su Die Zeit, Dieter Wermuth.


Paul de Grauwe, il professore belga di economia, non ha avuto peli sulla lingua quando sul Financial Times ha accusato Jens Weidmann di condurre una guerriglia contro la BCE (“Stop this guerrilla campaign against ECB policy”). In questo modo il presidente della Bundesbank danneggia la credibilità dell'Euro e rende difficile la creazione di un'istituzione che possa rendere la moneta resistente alle crisi.

Il messaggio di Weidmann è: "Outright Monetary Transactions", il programma di acquisto illimitato di titoli di stato, mette in pericolo la stabilità della moneta. Il presidente della Bundesbank. infatti, rifiuta la possibilità che la BCE possa agire da "lender of last resort" per i governi europei che hanno perso l'accesso ai mercati. Poiché nel consiglio BCE è in minoranza e il principio di unanimità non è piu' in vigore, può far sentire la sua voce solo con uscite pubbliche o attraverso i media. De Grauwe ritiene che Weidmann stia creando l'atmosfera per un'uscita della Germania dall'unione monetaria.


Anche io a volte ho questa impressione: dalla Bundesbank non arrivano proposte per risolvere la crisi, a parte imporre l'austerità nei paesi periferici. Alla base di cio' sta la convinzione che attraverso il risparmio si ristabilisca la fiducia sul mercato dei capitali e i rendimenti possano scendere. In questo modo l'indebitamento tornerebbe a dimensioni sostenibili. Una cura cosi' radicale puo' aver funzionato in Estonia e Irlanda, dove c'è un forte senso di solidarietà e le cosiddette svalutazioni interne sono state possibili (cioè forti riduzioni dei salari), ma è una illusione pensare che questa possa essere la giusta soluzione anche per la Spagna, e l'Italia, per non parlare di Grecia, Portogallo e Cipro.

Tutti questi paesi si trovano in una profonda recessione con alta disoccupazione. Le riforme strutturali dopo anni danno finalmente i primi effetti positivi, e sembrano prevalere sui provvedimenti di natura restrittiva sollecitati dalla Bundesbank. La medicina ha effetto se somministrata a piccole dosi e in un lungo periodo di tempo, il dosaggio di massa è mortale. Sarebbe la fine dell'Euro. La Bundesbank sembra volere questo.

In verità la BCE si sta  sempre piu' sviluppando, volente o nolente, in una una normale banca centrale. Il cui compito principale non riguarda solo il mantenimento della solvibilità degli stati e delle banche durante le crisi esistenziali, che nel sistema capitalistico si presentano ciclicamente (anche se raramente). Le banche e le finanze dello stato sono così legate fra loro che gravi difficoltà finanziarie da un lato, mettono in pericolo inevitabilmente le solvibilità dell'altro. Se una banca centrale vuole stabilizzare un sistema finanziario durante la crisi, deve essere in condizione, se necessario, di sostenere entrambe le parti.

In tempi normali la stabilità dei prezzi è l'obiettivo primario: ma non viviamo in tempi normali. Deficit elevati e debiti in crescita non ci portano necessariamente ad una crescita del tasso di inflazione e ad una perdita di potere di acquisto. L'esempio piu' recente è il Giappone, dove il debito pubblico presto raggiungerà il 250% del PIL, contemporaneamente ad una deflazione. In altre parole, preoccuparsi per la stabilità del valore della moneta, è sicuramente un merito, come sempre non sbagliato, ma va ampiamente al di là di quello che oggi dobbiamo fare. 

De Grauwe ipotizza che la Bundesbank in realtà voglia riguadagnare il suo vecchio ruolo di primo piano fra le banche centrali europee. Questo non lo posso credere. Una simile strategia sarebbe incompatibile con il mandato della Bundesbank, secondo cui la banca centrale deve sostenere la politica generale del governo federale, se non ci sono preoccupazioni per l'inflazione. Io credo invece che la posizione rigida di Weidmann in realtà serva ad imporre la posizione tedesca nelle negoziazioni sui fondamenti istituzionali dell'unione monetaria. Una volta che i trattati sono stati firmati, non si potrà fare molto. Asmussen, il rappresentante tedesco nel consiglio BCE, gioca il ruolo del "good cop", Weidmann fa quello del "bad cop" - i ruoli li conosciamo dai classici film polizieschi. La strategia di Weidmann è però un gioco con il fuoco.

Ancora una cosa: lo scetticismo di Weidmann verso la moneta unica ha almeno un effetto positivo: l'Euro è relativamente debole (poiché ancora non è stato salvato) -  e questo vale almeno come un medio programma congiunturale. 

mercoledì 24 ottobre 2012

Campagna elettorale senza Euro?


E' iniziata la campagna elettorale, la maggioranza abbassa i toni, e nessuno parla piu' di un'uscita di Atene dall'Euro, tema popolarissimo fino a qualche settimana fa. La cancelliera per vincere le elezioni ha bisogno di una tregua fino a settembre 2013. Un'analisi sui temi della prossima campagna elettorale da FAZ.NET.
La crisi Euro durerà ancora a lungo, e nient'altro rende i cittadini piu' incerti. Per questo i partiti vogliono evitare ogni scontro sull'argomento. Inizia una insolita campagna elettorale.

E' stato un duello? Era già campagna elettorale? Anche Carstend Linnemann non lo sa. Il giovane deputato CDU ha appena finito di ascoltare il dibattito al Bundestag, il primo da quando la SPD ha indicato il suo candidato alla cancelleria. Ma giovedì scorso per fortuna non si è votato. Linnemann non ha dovuto decidere fra il suo scetticismo verso i salvataggi Euro e la lealtà al partito. Ha votato per i primi aiuti alla Grecia nel 2010, ma da allora su tutti gli ulteriori pacchetti di salvataggio ha votato no.

La cancelliera non ha tuttavia impressionato Linnemann. E' stata chiara come mai fino ad ora e si è pronunciata per la permanenza della Grecia nell'Unione monetaria: "nell'interesse della Grecia, dell'Eurozona e dell'Unione Europea intera". Ha parlato di "una nuovo livello di cooperazione in politica economica all'interno dell'Eurozona". Peer Steinbrück non l'ha contraddetta sui punti piu' importanti. In sostanza il candidato SPD ha criticato solo il momento in cui è arrivata l'ammissione: "avrebbe potuto fare questo discorso e questa descrizione dell'Europa 2 anni fa", ha detto.

Inizia una campagna elettorale curiosa.

Il presidente del gruppo SPD Frank-Walter Steinmeier l'ha detto ancora piu' chiaramente. In quasi ogni paese europeo, le opposizioni cercano "di cavalcare lo scetticismo verso le attuali misure di salvataggio, per poterlo trasformare in un atteggiamento di sfiducia verso l'Europa" dichiara alla FAZ. "La SPD ha resistito a questa tentazione". "La dicussione sugli strumenti non deve suscitare irritazione nei confronti del sentimento tedesco di amicizia verso l'Europa". 

Così quasi ad un anno dalle elezioni federali, inizia una curiosa campagna elettorale. La crisi Euro è sicuramente il tema dominante, ma nessuno fra i maggiori partiti ha intenzione di fare la guerra sull'argomento.

Fino alla Linke sono tutti d'accordo: la cancelliera è la grande domatrice nel circo dei vertici europei, e su questo punto è inattaccabile. Dà l'impressione che tutto sia sotto controllo. Ai sostenitori dell'integrazione europea regala dichiarazioni appassionate sulla coesione del continente, agli scettici verso la politica dei salvataggi si presenta come la signora d'acciaio capace di imporre ai paesi in crisi la sua volontà di riforme. "L'Euro è per Merkel la questione chiave, la prova della sua capacità di leadership", sostiene l'esperto di comunicazione politica Michael Spreng, "Sarebbe attaccabile, solo se con la sua politica europea causasse un disastro".

Sulla questione Euro gli elettori sono molto incerti

Merkel in questo modo cerca di dare risposte ad una popolazione che sulla questione Euro è molto divisa. Da un lato le misure di salvataggio ora come prima suscitano grande scetticismo. Nel barometro politico della ZDF di settembre, il 62% degli intervistati si è dichiarto contrario al fondo ESM, nel Deutschlandtrend della ARD il 50 % degli intervistati criticava l'acquisto di titoli pubblici di stato da parte della BCE. Tutti i sondaggi mostrano una chiara maggioranza contraria al trasferimento di ulteriori competenze a livello europeo.

Non c'è da stupirsi se la cancelliera rimanda al dopo elezioni le decisioni su una ulteriore messa in comune dei debiti. Il Fikalpakt, che prevede un tale trasferimento di competenze, ha ricevuto nel sondaccio ZDF un'approvazione del 78% - perché dovrebbe costringere i paesi indebitati ad una maggiore disciplina.

Un dilemma

Dall'altra parte c'è una maggioranza secondo la quale il governo federale dovrebbe fare il possibile per salvare l'Euro. Compresa la permanenza della Grecia nell'Unione monetaria: nell'attuale barometro politico il 46% degli intervistati è a favore, il 45% è contrario. In agosto il rapporto era di 31 a 61%. Dopo un picco di euroscetticismo intorno al periodo sul voto dell'ESM, in questa fase una piccola minoranza del 21% ritiene che l'Unione Europea abbia solo svantaggi per la Germania.

Questo si riflette anche nella casella di posta del deputato Linnemann, che la scorsa estate era piena di messaggi di protesta contro il piano di salvataggio. "Non ricevo piu' valanghe di messaggi", ci dice. "Naturalmente i cittadini non fanno applausi. Si sentono molto insicuri". Per questa ragione nella campagna elettorale la domanda piu' importante è: "In una situazione che non si riesce a comprendere, in chi si può avere fiducia?". E su questo punto, anche il deputato ribelle che giudica con scetticismo la politica del governo, individua la carta vincente della cancelliera.

E la SPD? Non ha nessun interesse ad una campagna elettorale sull'Europa, per il motivo opposto: sa bene che non potrà raggiungere e superare la cancelliera - se non altro perchè Steinbrück non può ottenere un effetto mediatico partecipando ai vertici europei. Per questo  il candidato SPD non ha iniziato la sua campagna con dei nuovi programmi di salvataggio o dei piani per una maggiore integrazione, piuttosto attaccando le banche. La richiesta di maggiori imposte, il salario minimo e un'assicurazione contro la povertà in vecchiaia dettano il tono: la SPD cerca il confronto sulle questioni della disuguaglianza sociale, non sulla politica europea.

Ancora piu' pacata sull'argomento è diventata la FDP. Il leader del partito Philipp Rösler di tanto in tanto si fa sentire con il suo scetticismo sulla Grecia. Il capogruppo FDP Rainer Brüderle, sempre piu' probabile successore di Rösler, ha detto che un allungamento dei tempi per Atene appare sensato - "soprattutto se in questo modo fosse possibile ottenere un miglior risultato".

Anche su possibili ulteriori voti europei al Bundestag, la coalizione zoppicante potrebbe resistere con sorprendente disinvoltura. Sicuramente sarà molto difficile trovare una propria maggioranza per ulteriori aiuti alla Grecia. Per questa ragione si sta già cercando una soluzione pacchetto: che cosa accadrebbe, se insieme alla Grecia contemporaneamente si votasse anche per gli aiuti alla Spagna, a Cipro o anche Slovenia, per la quale gli abituali euroscettici bavaresi invece hanno una forte simpatia? O se invece una nuova votazione parlamentare sulla Grecia potesse essere ritardata di un anno? Fino alle elezioni federali del settembre 2013 basterà il denaro del secondo pacchetto di aiuti, che ufficialmente dovrebbe essere valido fino al 2014 - anche se i pagamenti fossero piu' alti del previsto.

Nessuna prospettiva di successo per un partito euroscettico.

Ad una rottura della coalizione su questo tema non crede affatto Peter Radusnki, per molti anni manager delle campagne elettorali CDU e ora senior advisor presso l'agenzia MSL: "Per la FDP sarebbe un suicidio per paura di morire", ci dice. Sicuramente in Germania per un partito euroscettico ci sarebbe un potenziale elettorale dal 6 all'8%, ma al momento non è possibile individuare una tale formazione con prospettive di successo. "Solo una piccola minoranza al momento è euroscettica, e per questa ragione non vota CDU", ci dice. Fino alle elezioni Merkel cercherà di barcamenarsi con lo status quo. "Il pericolo è che arrivi ad un punto in cui non può piu' andare avanti". Come nel 2010, quando la crisi greca ebbe una escalation pochi giorni prima delle elezioni in Nordrhein-Westfalen.

Ma se non si arrivasse a tanto, la CDU può solo felicitarsi per qualche critica. Quando il segretario generale Hermann Gröhe ha visitato il partito fratello bavarese (CSU), un ospite gli si è avvicinato. Era un medico e voleva consigliare alla cancelliera di dormire un po' di piu'. Prima di iniziare i lunghi vertici europei sulla crisi, la cancelliera non sembrerebbe in ottima forma. Gröhe sembrava soddisfatto. La cancelliera che si ammazza di lavoro giorno e notte per l'Europa: è proprio questa l'immagine che in campagna elettorale vuole trasmettere.