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sabato 18 aprile 2020

Jörg Meuthen: se italiani, francesi e spagnoli sono piu' ricchi dei tedeschi, perché dovremmo pagare per i loro debiti?

Questo non è il blog di AfD in lingua italiana, ma ogni tanto vale la pena andare a sbirciare cosa scrivono i vertici di AfD, vale a dire il partito che in Germania nella battaglia contro gli eurobond probabilmente detta la linea alla FdP, alla CDU e alla CSU.  Il leader di AfD Jörg Meuthen su FB



Cari lettori, per favore provate a fare una stima: qual'è la ricchezza mediana del tedesco "medio" (adulto) (cioè quella esattamente nel mezzo tra la metà più povera e più ricca del nostro paese)?

E qual'è invece la ricchezza mediana dell'italiano, dello spagnolo, e del francese?

Allora deve essere proprio vero che il tedesco medio è molto più ricco degli altri europei, giusto? Dopotutto, ce lo hanno inculcato per anni: da una parte i ricchi tedeschi, dall'altra gli altri europei piu' poveri (in parte). Poveri europei che, nonostante la loro povertà, hanno anche finanziato la nostra prosperità acquistando i nostri prodotti.

E ora in questi tempi di Corona-virus, è arrivato il momento di dare finalmente qualcosa in cambio e di mostrare la nostra solidarietà, non è vero, soccorritori europei riuniti?

Quindi ora per dare una risposta alla domanda posta. Ci sono varie statistiche su questo argomento, ma tutte, senza eccezioni, puntano nella stessa direzione. Ora citerò una statistica che è persino usata su Wikipedia (nota per essere piuttosto di sinistra).

Secondo queste statistiche, l'italiano medio ha un patrimonio netto mediano, dedotti i suoi debiti, di circa 84.500 euro.

Lo spagnolo ha un patrimonio mediano netto di circa 87.700 euro.

Il francese addirittura ha una fortuna mediana corrispondente a circa 93.700 euro.

Tutti questi importi, ovviamente, non sono nulla in confronto al presunto "ricco" tedesco: questo egoista che si occupa solo del proprio benessere, può dire di avere accumulato solo circa 32.500 euro.

Sì, avete letto bene, non manca uno zero e non è uno scherzo: in tutti i paesi citati, la ricchezza pro-capite mediana è più di due volte, e nel caso della Francia, è quasi tre volte più alta che in Germania.

Chi non ci crede, vada a leggersi la colonna mediana (tenere presente che i valori indicati sono in dollari USA, mentre i valori menzionati sopra sono già stati convertiti in euro):

Non ci hanno forse sempre detto che siamo noi tedeschi a trarre i maggiori benefici dall'euro? Come è possibile che siamo rimasti cosi' indietro rispetto ai paesi la cui performance economica è inferiore rispetto alla nostra?

Oltre ad alcuni fattori - come ad esempio un livello di tassazione più basso rispetto alla Germania (motivo per cui questi paesi hanno piu' debito pubblico di noi, che ora vorrebbero scaricare su di noi!) - ad essere responsabili per questa situazione sono stati gli errori di progettazione dell'euro, che ora gravano su di noi.

Proprio all'inizio della mia carriera professionale, quando ero consulente presso il Ministero delle finanze dell'Assia, avevo messo in guardia molto chiaramente dalle enormi difficoltà che sarebbero sorte con questa valuta e che il Trattato di Maastricht non valeva nemmeno la carta su cui era scritto.

In quella fase, avevo anche sperimentato personalmente come Theo Waigel, ovviamente proprio come lo era Helmut Kohl, si era completamente disinteressato alla politica monetaria, avviando una campagna per l'introduzione dell'euro.

L'euro, insieme ad altri effetti estremamente spiacevoli, fa in modo che, ad esempio, noi tedeschi fortemente orientati all'export, garantiamo ai paesi abituati ad una valuta debole nel sud del nostro continente (ma anche sostanzialmente a tutti coloro che vogliono utilizzare il sistema per se stessi) una struttura di scoperto di conto corrente completamente illimitata e anche completamente non garantita all'interno del quadro dei sistemi di pagamento dell'eurozona. 

Questo scoperto illimitato, tuttavia, non viene chiamato "scoperto illimitato" ma "saldo Target II".

Ed è così che funziona: se, ad esempio, un italiano acquista una nuova auto da uno dei nostri produttori tedeschi, non c'è un flusso di denaro che passa direttamente da un conto bancario italiano a un conto bancario tedesco, ma la tedesca Bundesbank, che deve inviare l'importo al produttore in Germania, riceve un messaggio dalla BCE secondo il quale ora ha un credito corrispondente nei confronti della banca centrale italiana. È così facile!

Ed è così facile spennare un paese orientato all'export. L'importo totale dei crediti nei confronti degli altri paesi, già maturato, è quasi di 1 trilione (!) di euro. Niente di tutto ciò, nemmeno un centesimo, sarà recuperabile se l'eurozona dovesse rompersi.

Ora, dopo la crisi finanziaria e la crisi greca, abbiamo già la prossima crisi (c'erano davvero così tante crisi ai tempi del D-Mark?), e ancora una volta sarà a spese nostre. In maniera spudorata e in parte con parole che ricordano la retorica di guerra, i paesi citati all'inizio chiedono a noi tedeschi di garantire la prossima orgia del debito appena iniziata.

In Germania, a dare sostegno a questo progetto ci sono prima di tutto i politici dell'area verde e di sinistra che probabilmente non otterranno molto dall'usare il loro lavoro in favore di altri paesi - paesi in cui la ricchezza pro capite è più alta e l'età pensionabile è più bassa. Quanto si può essere ciechi? (...)

E' arrivato il momento di avere una valuta in grado di aiutare il nostro paese invece di danneggiarlo. E' il momento di porre fine al prolungamento dell'insolvenza degli stati a spese dei paesi del nord. Tempo per #AfD.


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martedì 7 aprile 2020

Alice Weidel: "I corona-bonds non sono né solidali, né legali"

Anche Alice Weidel, leader di AfD, risponde indirettamente all'appello lanciato dalle "truppe Calendate" sulla stampa tedesca: per Weidel i corona-bonds non sono né solidali né legali e soprattutto sono una truffa da rispedire al mittente. Dal profilo FB di Alice Weidel


Il dibattito altamente emotivo sui cosiddetti corona-bonds non è altro che il tentativo disonesto e inappropriato di abusare della crisi al fine di introdurre gli euro-bonds dalla porta di servizio, dopo che la stessa operazione era già fallita piu' volte e per buone ragioni. La messa in comune del debito pubblico attraverso delle obbligazioni comuni contraddice il testo e lo spirito dei trattatai sull'euro. I corona-bonds, come lo erano gli eurobonds, non sono né solidali, né legali.

Non sono in alcun modo necessari e sono altrettanto superflui, come lo è il "pacchetto di stimolo" europeo finanziato dal debito per superare la crisi causata dal corona-virus. Anche i paesi fortemente indebitati del Sud-Europa, infatti, hanno sufficienti possibilità di prendere denaro a prestito sul mercato dei capitali a condizioni favorevoli. Traggono vantaggio dalla fiducia dei mercati nel merito creditizio dell'economia tedesca, nonché dai bassi tassi di interesse manipolati della BCE, per i quali i risparmiatori e i pensionati tedeschi stanno già pagando con delle gravi perdite in termini di benessere.

Ci troveremmo davvero all'opposto del concetto di solidarietà se di fronte a paesi in cui la ricchezza media delle famiglie è diverse volte superiore rispetto a quella delle famiglie tedesche, ora ci si aspettasse che attraverso gli euro-bond i contribuenti tedeschi si dovessero fare carico di debiti aggiuntivi anziché dei propri. Il governo federale è invitato a non cedere a nessun tentativo di ricatto di natura morale oppure fondato sulla storia politica e di continuare a respingere in maniera coerente la fregatura dei "corona-bonds"!
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domenica 5 aprile 2020

Perchè l'unione di trasferimento è già realtà e perché il governo tedesco non può spiegarlo agli elettori

"In un momento come quello attuale in cui così tante persone temono non solo per la loro salute e per quella dei loro genitori, ma anche per il loro lavoro e per la loro sopravvivenza economica, non sarebbe certo una buona idea quella di annunciare ufficialmente ai tedeschi che parole così belle come "Europa" e "Solidarietà” significano anche che alla fine probabilmente dovranno pagare per i danni fatti dagli altri" scrive Ferdinand Knauss su Tichys Einblick. E questo sembrerebbe il problema principale del governo tedesco: salvare la faccia davanti agli elettori, senza aprire un autostrada elettorale ai partiti che si trovano a destra dell'Unione, vale a dire FDP e AfD. Ne scrive Tichys Einblick, rivista online vicina appunto ad AfD e alla FDP.


Nessuno in realtà può essere seriamente sorpreso dall'immagine che l'UE sta dando di sé in questa crisi. Quando il bisogno si fa grande, quando potrebbe trattarsi di una questione di vita o di morte, le decisioni devono essere prese rapidamente e quindi le competenze dovrebbero essere chiare e inequivocabili. Non puoi fare summit di continuo. (...)

Ma l'UE, a differenza dei sogni di alcuni esaltati, non è una repubblica e probabilmente non lo sarà mai, e quindi non ci sarà mai un leader che ti dice cosa fare in una situazione di difficoltà. In questa crisi così reale, pertanto, non bisogna pensare male della Commissione europea o della confederazione degli Stati. In realtà non è così scandaloso che in questa crisi, come è accaduto in tutte quelle del recente passato, nella crisi finanziaria e dell'euro, nonché nella cosiddetta crisi dei rifugiati e anche nel caso delle guerre in Siria e in Libia, l'Unione Europea  in definitiva sia rimasta dietro la nebbia delle frasi su di un presunto terreno condiviso fra i vari paesi, restando tuttavia incapace di agire fino a quando gli Stati membri non hanno poi trovato un accordo. È scandaloso, no, ma alquanto  preoccupante o addirittura spaventoso il fatto che i circoli ai vertici della politica e gli opinion leader che dettano i temi sui quali discutere apparentemente si aspettino questa unità da una confederazione di stati con 27 o 26 stati membri. Ma forse stanno solo fingendo.

Queste aspettative e queste affermazioni sono alquanto presuntuose. E se nella classe politica e fra i leader d'opinione europei esiste ancora un po' di capacità di apprendimento, allora la lezione che ci arriva da questa grande crisi dovrebbe essere proprio questa. "Conosci te stesso!", l'iscrizione che si trova sull'oracolo di Delfi, vale a dire uno dei fondamenti spirituali della civiltà occidentale. Gli europei, in particolare quelli che a Bruxelles e nelle capitali hanno delle responsabilità politiche e giornalistiche, dovrebbero riconoscere ciò che la loro Unione può essere, e cosa invece non può essere. Coloro che arrivano troppo tardi a fare questa riflessione saranno puniti dalla vita.

I più grandi maestri dell'auto-illusione e dell'inganno nei confronti del loro popolo tuttavia risiedono a Berlino. Nella videoconferenza del Consiglio europeo (perché non ci avevano pensato anche prima del Corona-virus? Si potevano risparmiare molti soldi dei contribuenti e tonnellate di Co2), il governo tedesco si è messo di traverso sulla strada che porta ai cosiddetti corona-bonds. Certo, sarebbe solo un altro nome per gli eurobonds di cui si era già discusso a lungo durante la crisi greca e che anche allora erano stati respinti da Merkel. E certo, questo significherebbe l'ingresso in una unione fondata sulla garanzia comune sui debiti.

Ma questa unione fondata sulla responsabilità condivisa (Haftungsunion) è già ampiamente presente nella realtà dei fatti. E avviene per la via traversa della BCE, che acquista titoli di stato sul mercato secondario e di fatto indirettamente sta praticando il finanziamento pubblico. Ora nella crisi causata dal Coronavirus, la BCE ha già provveduto ad eliminare autonomamente gli ultimi ostacoli. Può acquistare i titoli di stato di alcuni paesi membri senza dover limitare le quote. E tutti gli altri stati, o in definitiva i loro cittadini, ne saranno garanti attraverso il bilancio della BCE. Al contrario, non c'è stata alcuna protesta da parte di Berlino. E anche i criteri di stabilità dell'Unione monetaria non vengono piu' applicati. Se ciò accadrà per un periodo di tempo limitato o meno, in definitiva è irrilevante. In ogni caso, nessuno avrebbe potuto far rispettare quei criteri a causa della mancanza di sanzioni.

Ma se il governo federale rifiuta la messa in comune dei debiti da realizzare attraverso i cosiddetti corona-bonds, non si tratta che di uno scontro fittizio. Evidentemente, sta ancora fingendo di difendere la non garanzia dei tedeschi. Ma non può sparare altro che fumogeni. A causa dell'unione monetaria, di fatto ci troviamo già sulla stessa barca insieme a  tutti i paesi membri. Non esiste nei fatti un'opzione di uscita, anche perché l'intera classe politica si è incatenata all'euro in una sorta di lealtà dei Nibelunghi.

Se la cancelliera e l'intera classe politica fossero onesti con se stessi e con i loro cittadini, verso i quali hanno una responsabilità, avrebbero fatto in modo che vi fossero dei rapporti chiari e quindi avrebbero accettato i corona-bonds. Con questo accordo, la Germania a Bruxelles avrebbe  almeno potuto portare a casa qualche concessione. Se fosse onesta Merkel sarebbe dovuta andare in televisione davanti ai suoi cittadini e dire: “Volevamo questa UE e l'euro - e voi eravate d'accordo, o almeno lo avete permesso. Non abbiamo mai affrontato il compito scomodo di considerare l'UE come il forum per una lotta in difesa dei vostri interessi materiali, come invece hanno fatto gli altri. Adesso è troppo tardi per farlo. Ora è già qui, l'unione di trasferimento, e voi in un modo o nell'altro dovrete pagare".

Ma invece alla gente si preferisce continuare a raccontare la fiaba della non garanzia. Nella speranza che la maggior parte di loro non capisca che prima Mario Draghi e ora Christine Lagarde, con modalità alquanto misteriose, li hanno messi a garantire. Soprattutto in un momento come quello attuale in cui così tante persone temono non solo per la loro salute e per quella dei loro genitori, ma anche per il loro lavoro e per la loro esistenza economica, non sarebbe certo una buona idea quella di annunciare ufficialmente ai tedeschi che parole così belle come "Europa" e "Solidarietà” significano anche che alla fine dovranno pagare per i danni fatti dagli altri.

Se i veli dovessero essere sollevati e gli effetti sulla prosperità in Germania diventassero evidenti, è probabile che la delusione dei tedeschi sarebbe decisamente maggiore. È improbabile che il loro entusiasmo per l'Europa possa durare piu' a lungo della crisi causata dal coronavirus.


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giovedì 2 aprile 2020

Jörg Meuthen e AfD contro gli eurobonds e l'unione di trasferimento

Questo non è il blog di AfD in lingua italiana, tuttavia vale la pena andare a leggere quello che scrive sugli eurobonds uno dei leader storici di AfD, Jörg Meuthen, e cioè l'anima piu' professorale e liberale di AfD dell'ovest. Per Meuthen gli eurobonds sarebbero una truffa ai danni del popolo tedesco, che si andrebbe ad aggiungere ai giganteschi saldi Target della Bundesbank e ai 10 anni di tassi a zero della BCE a guida italo-francese. I politici di Berlino sanno bene di non poter fare delle concessioni ai sud-europei sugli eurobond, se lo facessero perderebbero la faccia davanti agli elettori e aprirebbero un'autostrada elettorale alla temutissima AfD. Dal profilo FB di Jörg Meuthen



Cari lettori, in piu' occasioni ho avuto modo di commentare le competenze economiche di Robert Habeck: di fatto inconsistenti.

Cosa si dovrebbe pensare di un "verde" che con una certa convinzione raccomanda agli albergatori e ai ristoratori in grave difficoltà a causa del coronavirus di sostituire le caldaie dei loro riscaldamenti spendendo cosi' un sacco di soldi in questi tempi di grande incertezza? (..)

Ma c'è un'altra decisione molto diversa, e molto più importante per la Germania, che d'altra parte non può essere presa dai singoli, ma che deve essere presa dalla politica, e cioè la questione riguardante la responsabilità condivisa sul debito degli altri paesi europei.

Le forze di sinistra, di cui i "Verdi" da sempre fanno parte, la chiedono da tempo. Non puoi certo aspettarti che noi - contribuenti tedeschi decisamente esausti - alla fine si debba garantire anche per i debiti fatti dagli altri paesi europei.

Se tu ora caro lettore, ti stai chiedendo come sia possibile sostenere sciocchezze simili chiaramente dirette contro gli interessi del nostro paese e quindi anche contro ognuno di noi, allora ti renderai conto: la ragionevelezza non c'entra nulla, ciò ha solo a che fare con l'ideologia della redistribuzione di sinistra e internazionalista.

E questa è esattamente l'ideologia di Robert Habeck, rappresentata perfettamente dai suoi "Verdi" eco-sociali. E ancora una volta viene dimostrato dalla proposta di Habeck di introdurre finalmente nell'UE i cosiddetti "corona-bonds".

Questa sinistra semplicemente non molla la presa: dato che finora non sono stati capaci di introdurre gli "eurobonds", vale a dire obbligazioni degli stati UE per le quali tutti i contribuenti alla fine saranno responsabili con la loro capacità contributiva, superando la resistenza dei paesi del nord dell'UE più orientati alla stabilità, ora provano a far passare queste stesse obbligazioni attraverso la porta posteriore della crisi acuta causata dal coronavirus.

Questo punto però non migliora la proposta e dimostra ancora una volta che i cosiddetti "Verdi" sono completamente inadatti quando si tratta di dare una rappresentanza agli interessi della Germania - al contrario, stanno attivamente cercando di danneggiare i nostri interessi: questo partito vuole costringere la Germania ad entrare in una unione fondata sulla responsabilità condivisa sui debiti europei.

Nonostante tutta l'avversione per questa assurdità Verde, a onor del vero bisogna raccontare le cose come stanno: sfortunatamente, nella realtà dei fatti, già da tempo esiste una unione fondata sulla responsabilità condivisa, che tuttavia non viene presentata apertamente al pubblico come invece sarebbe opportuno fare.

Questa unione fondata sulle garanzie condivise di fatto riguarda l'euro, cioè la valuta comune di 19 dei 27 paesi dell'UE. I difetti di progettazione di questa valuta comune implicano che, contrariamente alle promesse elettorali fatte all'epoca dalla CDU e dalla CSU, noi tedeschi ormai da tempo siamo responsabili per i debiti degli altri paesi dell'eurozona.

Ciò è diventato chiaro durante la crisi greca e in seguito nella forma del cosiddetto "meccanismo europeo di stabilità" (MES), e secondo il testo di questo trattato nessuno può dire esattamente quale somma effettivamente noi stiamo garantendo per gli altri paesi.

Oltre a questa gravosa garanzia, bisogna aggiungere altre due dimensioni:

in primo luogo, le enormi perdite sui tassi di interesse subite dai risparmiatori tedeschi, dovute esclusivamente al fatto che la BCE sta proteggendo dal fallimento i paesi fortemente indebitati della zona euro.

Dall'altro lato, invece, il cosiddetto saldo Target II: dietro questo termine tecnocratico ci sono dei crediti nei confronti di altri paesi dell'eurozona derivanti dalla gestione corrente delle attività economiche fra gli attori nei diversi paesi partecipanti - crediti che in caso di emergenza non sarebbero esigibili.

Alla fine di febbraio, questi crediti ammontavano a 821.562.576.196,62 euro, una somma difficile anche solo da immaginare - non siamo lontani dalla soglia del trilione.

Quindi siamo chiari: di fatto, nella realtà, l'unione fondata sulla condivisione della responsabilità tanto desiderata da Habeck e dai suoi "Verdi" esiste già da tempo, ma questo partito abbagliato, data la sua profonda incompetenza economica, vorrebbe legare ancora di piu' le mani e i piedi dei tedeschi.

È giunto il momento per gli elettori tedeschi di punire i "Verdi" ovunque ciò sia possibile. È giunto il momento di rappresentare gli interessi del nostro paese e di non agire contro di loro. È giunto il momento di #AfD.


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giovedì 23 gennaio 2020

Sostiene Alice Weidel

Il Presidente Frank-Walter Steinmeier ha deciso di conferire a Mario Draghi la Croce al merito tedesca, vale a dire la massima onorificenza al merito della Repubblica federale. Alice Weidel non sembra essere d'accordo. Dal profilo FB di Alice Weidel


Il 31 gennaio, i già maltrattati risparmiatori tedeschi prenderanno un altro schiaffo in faccia. Il presidente federale Frank Walter Steinmeier ha deciso di conferire proprio all'ex-capo della BCE Mario Draghi la Croce al merito tedesca!

Il più alto riconoscimento della Repubblica Federale, che in realtà dovrebbe onorare i meriti inestimabili in favore del bene comune, in questo modo andrà proprio all'uomo che con la sua politica dei tassi di interesse a zero ha espropriato i risparmiatori come nessun altro aveva fatto prima, ha sperperato il denaro dei contribuenti e ha annientato centinaia di miliardi di euro di interessi, fatto che equivale a una catastrofe quando si tratta della previdenza integrativa di molti cittadini!


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domenica 19 gennaio 2020

"La modifica del MES al Bundestag non ha la maggioranza necessaria"

"La modifica del MES al Bundestag non ha la maggioranza necessaria" afferma Frank Schäffler, deputato al Bundestag per la FDP e capogruppo in commissione finanze. Un articolo uscito qualche giorno fà su Die Welt ci spiega perché al Bundestag AfD e FDP sul MES daranno battaglia. Da Die Welt


(...) La trasformazione dell'ESM in una sorta di Fondo monetario europeo è costata diversi mesi di negoziati e molte discussioni. E ora la sua approvazione potrebbe fallire proprio al Bundestag tedesco. Il governo federale non lo esclude.

Il motivo è una coalizione composta da AfD e FDP che si sta mobilitando contro i piani del Ministero delle finanze per far approvare l'ESM al Bundestag. Gli esperti del governo hanno reagito e attualmente stanno cercando di chiarire quale sia la maggioranza necessaria per far approvare in parlamento il trattato modificato.

"La questione dei requisiti di maggioranza necessari è ancora all'esame", afferma il governo federale in risposta a una interrogazione del gruppo parlamentare della FDP al Bundestag.

Gli esperti di diritto europeo: i cambiamenti del MES richiedono una maggioranza parlamentare di 2/3

La FDP ha incaricato il giurista ed esperto di diritto europeo Frank Schorkopf dell'Università di Gottinga per chiarire la questione del voto. Schorkopf ha presentato il suo parere a inizio dicembre e ha concluso che affinché la Germania possa ratificare la rifoma dell'ESM al Bundestag il trattato dovrà essere approvato con una maggioranza di due terzi del parlamento.

Il MES non fa parte del diritto UE, ma si basa su di un trattato indipendente tra i paesi dell'euro. Come tutti i trattati internazionali, pertanto, la riforma dovrà essere ratificata dai parlamenti nazionali. A Berlino tuttavia c'è preoccupazione per la maggioranza necessaria con la quale la riforma dovrà essere approvata al Bundestag.

La domanda centrale è la seguente: le modifiche al trattato sono solo degli adeguamenti tecnici oppure, con l'approvazione dell'ESM graveranno sul bilancio pubblico dei rischi aggiuntivi con un impatto significativo sulle competenze di bilancio del Bundestag? Questo è ciò che è accaduto con il primo trattato ESM.

All'epoca, tuttavia, il governo federale in parlamento aveva la maggioranza dei due terzi. Nel frattempo però ha perso questa maggioranza. Il gruppo della FDP avverte che le maggiori competenze del fondo in materia di salvataggi bancari creeranno dei nuovi significativi rischi per il bilancio pubblico. Il gruppo parlamentare di AfD al Bundestag nel frattempo ha annunciato che se la modifica del trattato dovesse avvenire a maggioranza semplice si rivolgerà sicuramente alla Corte costituzionale federale.

"La modifica del MES al Bundestag non ha la maggioranza necessaria", afferma Frank Schäffler, deputato della FDP al Bundestag. "Ciò risulta chiaramente dal rapporto di Schorkopf e persino il governo federale non è sicuro di quale sia la maggioranza parlamentare necessaria". Schäffler e i suoi colleghi di partito, inoltre, sono alquando disturbati dal fatto che il governo federale e l'amministrazione dell'ESM stiano operando come se la riforma fosse già stata approvata.

Cosi' Berlino ha già stanziato 1,9 milioni di euro per fare in modo che l'ESM entro l'estate possa assumere 15 nuovi dipendenti aggiuntivi per i nuovi compiti. "I nuovi posti potranno essere creati solo e nella misura in cui l'accordo per la modifica del MES è stato ratificato da tutti i parlamenti nazionali", afferma un parere della FDP in commissione bilancio. (...)

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lunedì 25 novembre 2019

Sostiene Alice Weidel

Alice Weidel, leader di AfD, nei giorni scorsi ha commentato l'apertura di Scholz sull'unione bancaria europea. L'idea di condividere un sistema di garanzia con i sud-europei, da quanto scrive, non le piace piu' di tanto. Dal profilo FB di Alice Weidel.


Il ministro delle finanze Olaf Scholz in un recente documento ha segnalato il suo sostegno ad un sistema europeo di assicurazione sui depositi nel quadro di una unione bancaria.

Scholz e la GroKo stanno tradendo i risparmiatori tedeschi. Se i sistemi di garanzia sui depositi in Europa dovessero essere messi in comune, i risparmiatori tedeschi in futuro sarebbero chiamati a garantire per i rischi delle banche zombie dell'Europa del sud e per le centinaia di miliardi di crediti inesigibili sui loro bilanci. I ben funzionanti sistemi di assicurazione sui depositi delle banche e delle casse di risparmio tedesche verrebbero sacrificati sull'altare dell'ideologia della condivisione.

Il prossimo crash bancario è solo una questione di tempo e Olaf Scholz vuole fare in modo che i risparmiatori e i contribuenti tedeschi vi restino impigliati senza alcuna possibilità di sfuggire. Il vice-cancelliere, che a breve vorrebbe anche diventare il leader della SPD, in questo modo mette in grande difficoltà la classe media, i lavoratori e gli impiegati tedeschi. In futuro, dovranno garantire per la cattiva gestione degli stati falliti dell'Europa del sud e per le loro banche giocatrici d'azzardo. Ci opponiamo con risolutezza ad ogni capitolazione di fronte ad una tale richiesta.

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venerdì 13 settembre 2019

Sostiene Alice Weidel

Alice Weidel, leader di AfD, cerca di raccogliere consenso elettorale fra i piccoli risparmiatori frustrati per i tassi negativi. Dal profilo FB di Alice Weidel


Nell'ultima seduta della BCE sotto la presidenza Draghi, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea (BCE) ha deciso di abbassare ulteriormente i tassi sui depositi bancari presso la banca centrale e di riprendere l'acquisto di obbligazioni.

Draghi, a pochi giorni dalla sua uscita di scena, piazza un'altra carica esplosiva sotto il castello di carte dell'euro. Con queste misure viene ulteriormente esacerbata la ridistribuzione dal basso verso l'alto e dai cittadini verso lo stato. Gli acquisti di obbligazioni di fatto equivalgono ad una ripresa del finanziamento monetario agli stati da parte della banca centrale, proibito dai trattati. E il continuo taglio dei tassi, ormai ampiamente in terreno negativo, funziona come un'imposta aggiuntiva finalizzata all'espropriazione dei cittadini.

Per continuare a dare una mano ai paesi super-indebitati dell'Europa meridionale e alle loro banche zombie, che sui bilanci si ritrovano centinaia di miliardi di crediti in sofferenza, la BCE è disposta a distruggere anche il modello di business delle banche sane. Questa è la strada che ci porterà direttamente al prossimo crash bancario e alla prossima mega-crisi finanziaria.

Le perdite in termini di ricchezza e di benessere con cui i risparmiatori tedeschi e i piccoli investitori, a causa di questa politica, dovranno fare i conti, già ora possono essere stimate in una somma miliardaria a tre cifre. Se dovesse scoppiare la bolla di Draghi, gran parte della classe media sarebbe minacciata dalla povertà. Il socialismo monetario della BCE nel suo corso evidentemente non può essere fermato (ironico).


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domenica 8 settembre 2019

Intervista a Sahra Wagenknecht sul disastro elettorale della Linke e sulle ragioni del successo di AfD nell'est

Per Sahra Wagenknecht il grande successo di AfD nell'est nasce anche e soprattutto dal disastro elettorale del suo partito, la Linke. Ormai la Linke ha perso il contatto con i problemi del paese reale e nel vano tentativo di costruire una linea politica sulle banalità ecologiste dei ceti riflessivi urbani, ha regalato metà del suo elettorato storico ad AfD. Intervista a Sahra Wagenknecht sulla Märkischen Allgemeinen Zeitung


Frau Wagenknecht, la Linke domenica scorsa in Sassonia e Brandeburgo ha perso una marea di voti. Perché?

Wagenknecht: molti nostri ex-elettori evidentemente pensano che ci siamo allontanati dalla realtà quotidiana della loro vita, che non parliamo più la loro lingua. Ci considerano ormai come una parte dell'establishment verde e liberale. Chi nel complesso è soddisfatto può scegliere i Verdi, gli insoddisfatti cercano una voce diversa.

Si è parlato molto degli interessi della Germania orientale. Sono ancora così diversi da quelli occidentali?

Wagenknecht: i risultati non sono risultati specifici dell'est. AfD ha una percentuale di voti superiore alla media anche nelle regioni piu' in difficoltà dell'ovest. La differenza è che nell'est ci sono molte più  regioni di questo tipo, più persone che lavorano per un basso salario e che si sentono abbandonate dalla politica.

Qual è la ragione che ha spinto la Linke ad allontanarsi da loro?

Wagenknecht: in parte perché la Linke ha cercato di imitare i Verdi. La protezione del clima è importante anche per i nostri elettori, ma non come un tema di life-style da ricchi, ma come un tema relativo al nostro modo di pensare l'economia. Se il governo federale  discute una tassa sulla CO2, ma contemporaneamente è uno dei difensori più strenui dell'accordo di libero scambio con il Mercosur, che spinge i proprietari terrieri brasiliani a bruciare la foresta pluviale e ad aumentare massicciamente le emissioni globali di CO2, anche a causa dell'aumento dei volumi di trasporto, questa non è una politica climatica responsabile, ma un'ipocrisia climatica. E se ci sono anche parti della Linke che sostengono questa tassa sulla CO2, una tassa che colpirebbe duramente i pendolari e la classe media fuori dalle grandi città, non dovremmo essere affatto sorpresi che poi siano anche in molti a prendere le distanze dal nostro partito.

Qual'è stato il ruolo della Linke nel rafforzamento di AfD nell'est?

Wagenknecht: la responsabilità principale ce l'hanno i partiti di governo i quali hanno causato un profondo divario sociale e regionale all'interno del nostro paese. Nell'est non vi è mai stata un'economia sociale di mercato come quella vissuta dalla Germania occidentale fino all'inizio del millennio. La deindustrializzazione dell'Est si è orientata piuttosto al modello britannico: in brevissimo tempo centinaia di migliaia di posti di lavoro sono stati distrutti senza che nessuno si sia preoccupato della loro sostituzione. Oggi nell'est un dipendente su tre lavora nel settore a basso salario. Nelle aree rurali ancora oggi ci sono meno medici o collegamenti con i bus e persino una maggiore emigrazione rispetto a regioni comparabili dell'ovest. Questi sviluppi non sono stati causati dalla Linke, ma è vero che per molti anni siamo stati la voce del malcontento. Con l'alienazione dai nostri elettori tradizionali, abbiamo reso facile il gioco ad AfD. In questo senso, siamo corresponsabili del loro successo.

Qual'è la sua responsabilità come leader del gruppo parlamentare del Bundestag per il "disastro", secondo le parole usate dal copresidente Dietmar Bartsch per descrivere i risultati delle elezioni?

Wagenknecht: poiché i pessimi risultati elettorali della Linke fanno parte di una tendenza nazionale, tutti coloro che ricoprono posizioni di comando ne sono corresponsabili. Mi sono battuta per un altro corso politico, ma non ci sono riuscita. Devo incolpare me stessa per questo fallimento.

La discussione sull'orientamento della Linke e sul livello di apertura della società tedesca all'immigrazione è stata sospesa con una specie di tregua armata tra la leadership del partito e il vertice del gruppo politico. Sono questioni che devono essere ancora chiarite?

Wagenknecht: non si tratta solo del nostro atteggiamento nei confronti dell'immigrazione. La Linke essenzialmente deve chiarire per chi sta facendo politica: per la classe medio-alta istruita delle città o per coloro che devono lottare sempre più duramente per conquistare il loro piccolo pezzo di benessere? Se vogliamo raggiungere le persone anche al di là dell'ambiente metropolitano alla moda, dobbiamo prendere sul serio la loro visione delle cose, invece di voler insegnare loro come parlare e come pensare. Per la maggior parte delle persone, la patria è qualcosa di molto importante, danno valore ai legami sociali, alla coesione familiare e sociale. Il tema della sicurezza riguarda la sicurezza sociale, ma anche la protezione dal crimine. La crescente distanza da questo mondo si riflette anche nei nostri rapporti con gli elettori di AfD, che spesso e volentieri vengono generalmente etichettati come razzisti, anche se molti di loro prima votavano a sinistra. Se vogliamo tornare ad essere popolari, dobbiamo cambiare.

È possibile farlo con i due presidenti Kipping e Riexinger, oppure la Linke a livello federale ha bisogno di un ricambio ai vertici, oltre che di un riorientamento  strategico?

Wagenknecht: c'è una tendenza pericolosa. 5,5 % alle elezioni europee, ora la Sassonia e il Brandeburgo. Se lo relativizziamo e lo minimizziamo, invece di assumercene le responsabilità, a un certo punto potrebbe essere troppo tardi.

Ad ottobre vota la Turingia. Sarà un voto anche sull'unico primo ministro della Linke, Bodo Ramelow. Un dibattito all'interno del partito sarebbe una minaccia per la sua candidatura?

Wagenknecht: la Turingia è uno degli stati federali in cui, contrariamente alla tendenza nazionale, abbiamo ancora molto supporto e consenso. Bodo Ramelow è popolare, la gente sente che come Primo Ministro si è impegnato per i loro interessi. Se il partito federale segnalasse: abbiamo capito e cambieremo, ciò potrebbe essere di aiuto in Turingia.



sabato 27 aprile 2019

Alternative für Deutschland sull'euro e l'EUROpa: "la moneta unica è un fallimento"

I programmi elettorali dei partiti, si sa, spesso non valgono nemmeno la carta su cui sono stampati, tuttavia vale la pena dare uno sguardo a quello di AfD e analizzare le loro proposte sull'euro e l'UE per le europee di maggio. Paul Steinhardt su Makroskop lo ha fatto ed è giunto a delle conclusioni interessanti: AfD potrebbe essere una vera alternativa per l'Europa e l'euro. Ne scrive Paul Steinhardt su Makroskop


Dopo aver letto i programmi elettorali dei partiti analizzati fino ad ora in questa serie di articoli, una cosa è certa: per la Germania c'è davvero bisogno di un'alternativa politica. Già il nome del partito, il cui programma elettorale cercheremo di analizzare oggi, ci rende curiosi. Se poi nel preambolo si legge che è "arrivato il momento per riconsiderare radicalmente lo sviluppo dell'UE", allora siamo davvero curiosi di sapere cosa c'è scritto nel loro programma elettorale per le europee.

È interessante notare che AFD dedica espressamente un intero capitolo al sistema monetario dell'euro. Già nel titolo di questo capitolo viene formulata una tesi che altrove avevo formulato esattamente allo stesso modo:


Devo tuttavia confessare che la mia curiosità si mescola a qualche preoccupazione. (...)

Bisogna avere il coraggio di pensare alla DEXIT

Bisogna prima di tutto ammettere che AfD intende formulare una vera alternativa alla politica perseguita fino ad ora. Dice chiaramente che se i loro "elementi di riforma fondamentale del sistema UE esistente non dovessero essere realizzati a tempo debito", loro chiederanno "l'uscita della Germania o una dissoluzione ordinata dell'Unione europea".

Una dichiarazione coraggiosa, perché in questo modo danno agli altri partiti e alla maggior parte dei media un elemento per poter etichettare AfD come un pericolo per la pace e una forza sciovinista. Ad esempio, Dagmar Pepping di "ARD Capital Studio" ha colto al volo e con estrema gratitudine questa opportunità per attaccare il partito. Ciò che per lei resta incomprensibile è il fatto che AfD in realtà "vorrebbe restringere radicalmente i poteri della Corte di giustizia europea, tanto quanto la Commissione europea".

Per una simile restrizione dei loro poteri, tuttavia, pare ci siano davvero delle buone ragioni. Come il nostro autore Daniel Seikel ha sottolineato in un suo eccellente articolo, la Commissione e la Corte di giustizia europea (CGCE) perseguono una politica "che per sua natura è finalizzata all'ampliamento del mercato e quindi contraria alle misure di natura pubblica orientate al contenimento del mercato". La Commissione e la Corte di giustizia europea contribuiscono pertanto a scardinare le disposizioni di tutela previste dalla legge tedesca, senza che i rappresentanti eletti dal popolo tedesco possano fare nulla in merito.


Con le sue critiche AfD colpisce nel segno. Inoltre, non sembra essere affatto un colpo di fortuna, come mostra la seguente citazione:

"La crescente ingerenza dell'UE non si realizza tanto per l'influenza diretta della legislazione europea (il Trattato di Lisbona), ma piuttosto attraverso l'ingresso dalla porta di servizio della giurisprudenza della corte di giustizia le cui decisioni hanno efficacia immediata ("fanno giurisprudenza") e determinano sempre più la politica sociale".

Senza dubbio - si tratta di una critica radicale all'EUROpa. Ma è davvero riprovevole pretendere che l'organizzazione del sistema sanitario e del welfare sia un tema di cui si devono occupare i rappresentanti eletti dal popolo ai sensi dell'articolo 20 della Legge fondamentale tedesca? Non è forse la natura della democrazia quella di dover rispondere ai propri elettori per il contenuto delle leggi? Un partito che considera il Parlamento europeo una piattaforma dalla quale richiamare l'attenzione sui problemi dell'Europa è da ritenersi "schizofrenico"?

È l'opinione di Pepping, perché per lei i rappresentanti di AFD allo stesso tempo "cercano di ottenere a Bruxelles e Strasburgo un posto da parlamentare ben pagato". Ma ad essere criticati non dovrebbero essere forse quei deputati che permettono che lo stato sociale tedesco venga minato con l'aiuto dell'EUROpa, proprio per il fatto di non aver informato i propri cittadini di questa situazione patologica? E un parlamentare seriamente interessato ad avere un sistema sanitario e sociale funzionante, non dovrebbe forse essere disposto a rischiare la sua "posizione da parlamentare ben pagato", proprio perché questo obiettivo per lui è cosi' importante da non poter escludere una DEXIT? 

(...) Chi supporta e chi invece sta mettendo in pericolo la democrazia? Chi vuole tenere un referendum sulla DEXIT, come fa AfD, o coloro che hanno  contribuito ad eliminare i servizi pubblici senza aver mai ricevuto una legittimazione democratica per farlo?

Naturalmente anche AfD resta ossessionata dallo Zeitgeist neo-liberista. Non vi è alcuna critica al "libero commercio e ai mercati aperti": il programma afferma addirittura che "il libero scambio è la forma più efficace e meno burocratica di aiuto allo sviluppo".

Politica monetaria

Nulla mostra più chiaramente del capitolo sull'euro, che si tratta di un partito in cui l'ordoliberismo ha trovato casa e in cui anche i padri fondatori di Friburgo potrebbero sentirsi estremamente a proprio agio.

Non sorprende quindi il fatto che per sostenere la loro tesi, e cioè che l'euro è fallito, essi evitino di parlare della riduzione dello spazio a disposizione della politica fiscale avvenuto con l'entrata nell'unione monetaria europea dei diversi paesi europei. L'intera critica all'euro deve essere letta più come una spiegazione delle posizioni che su questo tema sono presenti anche nel programma elettorale della CDU/CSU.

Non manca nulla infatti di quanto è già presente anche nel programma elettorale della CDU/CSU. Viene chiaramente esplicitato quello che la  CDU/CSU lascia solo ipotizzare, come mostra il seguente passaggio estratto dal programma di AfD:

"La politica di salvataggio rompe tutte le rassicurazioni fatte agli elettori a partire dagli anni '90, vale a dire di non accettare alcuna responsabilità tedesca per i debiti fatti dagli altri".

Non fanno davvero un passo falso in cui potersi insinuare. Così chiedono "di bloccare l'uso eccessivo, fino ad ora tollerato, dei saldi di compensazione TARGET2" e "di garantirli con un collaterale (oro, riserve di valuta estera o altro bene di proprietà dello stato)".

Non bisogna essere troppo severi con AfD. Dopo tutto un economista tedesco di livello mondiale ha scritto un libro intero sulla cosiddetta trappola Target e, secondo l'autore, si tratterebbe di un "pericolo per i nostri soldi e i nostri figli". Anche Silke Tober dell'IMK, istitituto di ricerca vicino ai sindacati, in passato ha sostenuto che "Fuest e Sinn con la loro analisi teorica hanno ragione":

"i saldi TARGET2 restano rischiosi, anche se un paese debitore non dovesse lasciare l'area dell'euro"

Quando leggo tali affermazioni, mi viene in mente sempre la stessa domanda: come è possibile che persone intelligenti che si occupano di questa materia possano inventarsi idee così assurde?

(...) Come ho spiegato in dettaglio altrove, i "presunti pericoli per i nostri soldi e i nostri figli" sono una pura finzione. Ma non è naturalmente un caso il fatto che AFD usi questa finzione, perché loro non sono interessati a descrivere le disfunzioni del sistema dell'euro, ma intendono presentare la Germania come una vittima di questo sistema. È nazionalista, sciovinista, persino fascista o forse semplicemente stupido?

La stupidità gioca un ruolo senza dubbio importante e ha un nome: "ordoliberalismo", di solito viene chiamata cosi'. E' una forma di stupidità che colpisce anche le persone abbastanza intelligenti. Si basa sull'incrollabile fede nella capacità di autoregolamentazione dei mercati. Quanto questa convinzione sia fortemente ancorata in AFD è particolarmente chiaro quando in totale accordo con la CDU/CSU si lamentano per il ladro di interessi Draghi:

"Una politica dei tassi di interesse artificialmente manipolati a zero o negativi porta alla distruzione del mercato delle obbligazioni e all'esproprio dei piccoli risparmiatori e delle assicurazioni sulla vita e quindi alla povertà in vecchiaia".

L'accusa mossa alla BCE di essere "colpevole per aver manipolato il libero mercato dei capitali", tuttavia, non riguarda solo la BCE di Draghi. Dovrebbe essere rivolta praticamente a tutte le banche centrali del mondo. Perché tutte le banche centrali desiderano controllare l'inflazione attraverso la "manipolazione" dei tassi di interesse.

Ora si può legittimamente dubitare del fatto che una banca centrale sia persino in grado di controllare l'inflazione con la politica monetaria. Ma come avremmo dovuto imparare dalla crisi dell'euro, chi lascia che i tassi di interesse vengano liberamente determinati dai mercati mette a repentaglio la stabilità finanziaria. Un sistema finanziario stabile ha semplicemente bisogno di un ancoraggio del tasso di interesse, che deve essere gestito dalla politica monetaria.

Per un vero ordo-liberale, si tratta di un pensiero intollerabile. Perché egli immagina il capitalismo contemporaneo come un'economia di scambio in cui i fenomeni monetari non giocano alcun ruolo. (...)

Il fatto che l'euro sia un fallimento è dimostrato, tra le altre cose, anche dal fatto che la BCE in questo senso non sta agendo saggiamente. Ammette che i tassi di interesse in Italia sono più alti di quelli in Germania, sebbene disponga dei mezzi per portare i tassi di interesse italiani al livello di quelli tedeschi.

Un'alternativa per la Germania?

Sfortunatamente non è così facile rispondere a questa domanda come si potrebbe sperare, anche solo per non destare il sospetto di avere qualche simpatia per AfD.

Una ragione di ciò paradossalmente è il fatto che sono ordo-liberali fino al midollo. Mentre i padri fondatori dell'ordoliberalismo e i loro seguaci fino agli anni '60 hanno sostenuto un sistema monetario basato sull'oro, questa posizione iniziale, grazie all'influenza esercitata da Milton Friedman, in seguito è stata notevolmente modificata. L'argomento secondo cui i tassi di cambio flessibili potevano depoliticizzare e automatizzare la politica monetaria si è incagliato. Perché l'alternativa, sosteneva l'influente ordo-liberale Friedrich Lutz, è quella dei tassi di cambio fissi, che nelle circostanze politiche prevalenti portano inevitabilmente alla "imposizione di controlli valutari, o per lo meno alla restrizione dei quantitativi all'importazione".

Dal momento che AfD segue i padri fondatori, il programma rifiuta i sistemi a tasso fisso. Riconoscono che l'euro in definitiva è un tale sistema e quindi giungono ad una conclusione che non può essere trovata nel programma di nessun'altro partito. Vale a dire che "la perdita di competitività dei paesi mediterranei [...] è un problema sistemico e quindi [...] può essere risolta solo sistemicamente" .

"La soluzione è la reintroduzione delle valute nazionali [...]"

Le cose si fanno davvero interessanti quando provano a giustificare il motivo per cui una simile mossa darebbe la speranza di riportare sotto controllo la "disoccupazione strutturalmente elevata nel sud Europa":

"per recuperare la propria competitività perduta nessun paese euro dovrà ricevere ulteriori linee guida (eccessivamente rigide) da realizzare attraverso una svalutazione reale dei redditi, delle pensioni e dei benefici sociali. I paesi della zona euro potranno quindi ripristinare la propria competitività come accadeva prima dell'introduzione dell'euro con una propria decisione sovrana sulla modifica dei tassi di cambio della valuta nazionale (ad esempio mediante svalutazione), come del resto l'economia moderna chiede da molto tempo".

La visione del mondo ordoliberale fornisce loro un'immagine realistica delle conseguenze della dissoluzione dell'unione monetaria europea. Si rendono conto che se l'unione monetaria europea si dissolvesse, senza alcun dubbio il nuovo "D-mark" si apprezzerebbe, ma questo per loro avrebbe solo effetti positivi:

"l'enorme riduzione dei costi sul lato delle importazioni, associata ad un aumento del potere d'acquisto comporterebbe un aumento dei redditi reali, che all'interno dell'economia tedesca andrebbe a vantaggio di tutti e non solo di alcune aziende attive nell'export, come accade attualmente".

L'unico problema è che la Germania è estremamente dipendente dal settore delle esportazioni. Un apprezzamento della nuova valuta, infatti, influenzerebbe pesantemente la competitività di prezzo ottenuta grazie al dumping salariale. Se la politica non dovesse essere in grado di gestire la situazione, in Germania subirà inevitabilmente una perdita di posti di lavoro, dal momento che la struttura economica estremamente orientata all'export non può essere riconvertita da un giorno all'altro. Se la perdita di reddito dei lavoratori "liberati" potrà essere compensata da importazioni a buon mercato, è più che discutibile.

In breve: tutti gli elementi lasciano ipotizzare che AFD a causa della sua fede incrollabile nel potere della mano invisibile del mercato finirà per allearsi con forze che vogliono impedire con tutti i mezzi disponibili una politica fiscale espansiva.

Profilo degli elettori AfD

AfD è raccomandabile agli elettori conservatori, per i quali la CDU/CSU ormai è socio-politicamente troppo a sinistra e la FDP è economicamente troppo statalista. È particolarmente raccomandata per coloro che ritengono che "l'avanzata aggressiva dell'Islam [...] porterà alla destabilizzazione delle nostre democrazie liberali ".

La domanda interessante è se AfD possa essere votata anche da un elettore il quale ritiene che il più grande pericolo non sia l'Islam, ma il neoliberalismo dilagante. Sebbene in termini politici, senza ombra di dubbio possa essere assegnato al campo neo-liberale, il tema è se questo partito potrà essere considerato un elemento in grado di rimettere in discussione le ricette politiche neo-liberiste. In altre parole: AfD potrà diventare l'ostetrica involontaria che aiuta la nascita di una nuova interpretazione delle funzioni dello stato per la gestione dell'economia nell'interesse comune?

Nel programma elettorale ci sono senza dubbio elementi che suggeriscono una risposta affermativa a questa domanda. Non si può tuttavia negare che il voto ad AfD potrebbe contribuire al consolidamento del nazionalismo dell'export tedesco. La visione ristretta sul benessere "tedesco", insieme ai propositi di mercato ordoliberali, fanno ipotizzare che AFD nel lungo periodo potrebbe dare vita ad una coalizione con la CDU/CSU. Un'occhiata all'Austria rivela che anche quando la musica di accompagnamento cambia, il neoliberismo con un nuovo accompagnamento di fiati è persino capace di radicalizzarsi.
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