Visualizzazione post con etichetta Jörg Meuthen. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Jörg Meuthen. Mostra tutti i post

mercoledì 6 gennaio 2021

Jörg Meuthen: "L'Italia sta regalando i soldi dei contribuenti tedeschi ai suoi cittadini"

Jörg Meuthen, leader di AfD al Parlamento Europeo, questa volta se la prende con il governo tedesco, e indirettamente anche con quello italiano, per la generosa politica dei bonus e degli incentivi, a suo dire finanziata con il denaro dei laboriosi contribuenti tedeschi. Ne scrive Jörg Meuthen su FB


Cari lettori, dovremmo essere tutti italiani in queste settimane e in questi mesi:

invece di essere costantemente vessati da nuove, stupide e costosissime normative da parte di Merkel & Co., ad esempio quella sull'obbligo di installare un nuovo impianto di riscaldamento, in Italia è possibile ottenere un nuovo impianto di riscaldamento in maniera gratuita - e affinché davvero TUTTI possano averlo, anche se il loro impianto di riscaldamento è ancora funzionante, c'è anche un bonus del 10%.

Non può essere? False notizie della malvagia AfD?

Non ci credo. Meglio se lo leggete con i vostri occhi in questo articolo (purtroppo dietro paywall) del giornalista di "Welt" Dirk Schümer dal titolo chiarificatore:



La Germania si trova nella nebbia delle tasse da pagare, l'Italia invece nella frenesia da spesa - e questa ormai è la realtà causata da un'orgia di spreco di denaro dei contribuenti tedeschi, denaro duramente guadagnato, che invece andrà a beneficio degli abitanti dell'Europa del sud, spreco di cui Merkel e Scholz sono i soli responsabili.

Questo è stato possibile solo perché chi ci governa ormai da troppo tempo, la CDU, la CSU e la SPD, con il pretesto del "pacchetto di aiuti post-Corona", la scorsa estate ha deciso di tirare fuori dalla Germania oltre 150 miliardi di euro netti di ricchezza donandola in particolar modo all'Italia; di questo ho riferito in dettaglio.



Evidentemente in Italia non sanno cosa fare con tutti questi bei soldi provenienti dalle tasse degli stati donatori. Per questo hanno deciso di offrire un bonus agli acquirenti di nuove auto, indipendentemente dal fatto che siano elettriche o diesel (tecnologia che il nostro governo sta attualmente rovinando e distruggendo) - per questo ora ci saranno tra i 2.000 e i 6.000 euro di incentivi pagati con il denaro dei contribuenti, e una parte considerevole di essi arriva dalla Germania.

C'è anche un bonus per i nuovi occhiali.

E per le nuove biciclette.

E come già scritto, anche per i nuovi sistemi di riscaldamento. Questo bonus si chiama "Superbonus" ed è davvero super - meno per noi tedeschi, che dobbiamo finanziarlo con il sudore della fronte, ma naturalmente lo è ancora di più per i beneficiari in Italia: oltre ai costi totali di acquisto di un nuovo sistema di riscaldamento, c'è un ulteriore 10% dell'importo della fattura in regalo, se ne parla ad esempio anche su questa pagina.

E' un'opportunità che capita "una volta sola nella vita", suggerisce l'ultimo articolo - se ci credi, sarai beato. Fintanto che il Merkelismo (indipendentemente dalla persona che gli dà il nome) governerà in Germania, continueranno ad esserci queste irresponsabili orge di spreco di denaro pubblico da parte del governo, che vanno contro gli interessi dei suoi stessi cittadini, indipendentemente da come si chiamerà la persona alla Cancelleria.

Poiché non ci si può aspettare che i media pubblici, fedeli al governo, rivelino improvvisamente ai loro telespettatori tutta la follia dell'Unione Europea, come sarebbe in realtà loro dovere, sta a voi, cari lettori, portare all'attenzione della cerchia dei vostri conoscenti questo scandaloso disprezzo per gli interessi del nostro Paese da parte del governo Merkel (perché è stato questo governo in primo luogo ad aver reso possibile questa spesa frenetica in Italia!)

In questa occasione non possiamo tacere anche il fatto che in altri Paesi ci si permette, ovviamente sovvenzionati in maniera generosa dai contribuenti tedeschi, un'offerta pensionistica decisamente lussuosa rispetto a quella del nostro Paese: in Italia, ad esempio, i pensionati ricevono quasi l'80% del loro ultimo reddito netto, mentre in Germania la cifra pagata è di appena il 50%.

Considerando il dato statistico recentemente reso noto da Eurostat, secondo il quale in Germania si deve lavorare sette anni di più che in Italia, ci dovrà essere consentita allora una domanda: come è possibile che delle pensioni decisamente più alte, dei periodi di percepimento delle stesse molto più lunghi e ora anche delle caldaie gratuite siano sostenibili in uno stato che si muove sull'orlo del fallimento e chiede ai tedeschi miliardi di euro per il proprio salvataggio?

La risposta è nota a chiunque abbia mai avuto a che fare con l'innominabile diplomazia tedesca del libretto degli assegni - la signora Merkel la chiama "solidarietà europea": vale a dire che può essere fatta solo con un grande trasferimento di ricchezza fuori dalla Germania.

Tutto questo però deve finire. In Germania c'è solo UN partito disposto a porre fine a questa situazione che grava sui propri cittadini, e questo è il nostro Partito dei cittadini.

È ora di fermare immediatamente i soldi tedeschi spesi per finanziare la frenesia di spesa degli altri paesi. E' tempo di rappresentare gli interessi dei propri cittadini, non quelli degli altri paesi. E' il momento di #AfD.

lunedì 30 novembre 2020

La cancellazione del debito pubblico creato a causa del Covid ai commentatori tedeschi non è piaciuta piu' di tanto

La recente proposta di annullare il debito pubblico causato dalla pandemia, lanciata da Sassoli in un'intervista a Repubblica, ai tedeschi apparentemente non è piaciuta poi cosi' tanto e per alcuni importanti commentatori non sarebbe altro che l'ennesimo tentativo da parte dei sud-europei di scaricare il peso del loro enorme debito pubblico sugli operosi tedeschi. Ne scrivono die Welt e il leader di AfD Jörg Meuthen.



(...) Dal Parlamento europeo arrivano delle critiche verso questa idea e nei confronti delle recenti dichiarazioni di Sassoli. "Le esternazioni in merito ad un possibile taglio del debito italiano sono populismo a buon mercato e sono anche estremamente pericolose", avverte l'eurodeputato dei Verdi Sven Giegold. "Tali dichiarazioni dividono l'Europa e Sassoli, in qualità di Presidente del Parlamento europeo, non dovrebbe partecipare a dei dibattiti così distruttivi".

In ogni caso, la discussione non è giustificata dal punto di vista del contenuto, ha detto l'esperto di politica finanzaria dei Verdi. Non vi è alcun segnale in merito al fatto che i tassi di interesse ultra-bassi possano tornare a crescere anche nel prossimo futuro, e il basso livello dei tassi rende il debito pubblico italiano ancora sostenibile.

Avvertimento per una "inflazione elevata" in arrivo

L'eurodeputato della CSU Markus Ferber ha dichirato che un taglio del debito potrebbe anche ritorcersi contro di noi. "Quando Sassoli chiede un taglio del debito, sta parlando per conto del debitore italiano inadempiente", ha detto l'esperto di politica finanziaria.

Se l'Italia dovesse fare sul serio, allora gli auguro buon divertimento nel collocare delle nuove obbligazioni sui mercati finanziari. "Quello a cui assisteremmo, farebbe dimenticare la crisi del debito sovrano greco di qualche anno fa", dice Ferber.

Anche Hans-Werner Sinn, il controverso ex presidente dell'Ifo-Institute di Monaco di Baviera, reagisce con forza alla proposta di Sassoli: "David Sassoli ha fatto una proposta sfacciata, che calpesta il Trattato di Maastricht", dice Sinn.

C'è molto denaro in circolazione, dopo che la banca centrale per anni ha acquistato titoli di Stato italiani. Se questi titoli ora vengono annullati, il denaro immesso con l'acquisto comunque non potrà mai essere cancellato. "Il denaro resterà in circolazione anche quando non sarà più necessario. Il risultato poi ad un certo punto sarà una grande inflazione", dice Sinn.

Secondo Sinn, un taglio del debito significa che i possessori di denaro, praticamente tutti i cittadini europei, sarebbero chiamati a pagare per la cancellazione del debito pubblico italiano.


"Minaccia esistenziale per la sopravvivenza della zona euro"

Anche il Consiglio Economico della CDU è rimasto sorpreso dalle osservazioni di Sassoli. "Contrariamente a quanto suggerito da Sassoli, le soluzioni miracolose non aiutano né l'Europa né l'Italia. Tali richieste piuttosto dovrebbero essere un avvertimento per mettere in discussione dalle basi l'attuale politica di salvataggio", dice Wolfgang Steiger, segretario generale del Consiglio economico.

Da anni del resto era evidente che la catastrofica situazione del bilancio italiano si sarebbe potuta trasformare rapidamente in una minaccia esistenziale per tutta l'eurozona in caso di una nuova crisi. "Chi può contare su di un aiuto nei momenti di bisogno, perde ogni incentivo a scongiurare con i propri sforzi un'imminente emergenza finanziaria", dice Steiger.

Nell'intervista de "La Repubblica" Sassoli rilancia anche il dibattito sull'unione del debito europea. L'occasione è l'accordo dei capi di Stato e di governo dell'UE al vertice di luglio, secondo il quale la Commissione UE dovrà raccogliere 750 miliardi di euro di debiti per gli aiuti UE post-Corona. E' la prima volta che l'Unione europea contrae dei debiti congiunti di tale portata.

(...) Il Presidente del Parlamento Sassoli rilancia l'appello fatto da Lagarde, cioè trasformare il Recovery fund in una istituzione permanente dell'UE. Nell'intervista della scorsa settimana, infatti, il Presidente del Parlamento chiede che il prestito congiunto venga reso permanente. Il suo annuncio non è stato una sorpresa, e le reazioni non si sono fatte attendere.

"Con questa richiesta, Sassoli dimostra apertamente di considerare il Recovery fund come un primo passo verso l'unione di trasferimento", dice Markus Ferber, portavoce del gruppo conservatore del PPE alla Commissione economia e finanza del Parlamento europeo. "Questo del resto è sempre stato un interesse italiano, e ora a Roma qualcuno pensa che la pandemia causata dal Coronavirus abbia aperto tutte le porte".

La disputa sulla messa in comune del debito divide l'Europa. Anche alcuni importanti politici europei nelle ultime settimane hanno respinto categoricamente l'idea, fra questi c'è anche il cancelliere austriaco Sebastian Kurz.

Paschal Donohoe, il presidente dell'Eurogruppo, che deve fare da mediatore tra i ministri delle finanze dell'Eurozona, in una recente conversazione con WELT non ha voluto impegnarsi su di una posizione precisa. "In Europa potremmo anche discutere sul mantenimento di questo strumento", ha detto il politico irlandese a inizio mese. "Ma al momento il Recovery fund è la risposta a una crisi mondiale senza precedenti, il resto ci indicherà su quale strada proseguire in futuro".

Olaf Scholz elogia il Fondo per la ricostruzione post-Corona

Anche all'interno del governo federale ci sono voci che ipotizzano una messa in comune del debito, almeno nel medio termine. Fra questi il rappresentante più importante è il ministro federale delle finanze e vicecancelliere Olaf Scholz (SPD). Negli ultimi mesi, infatti, ha più volte indicato che i prestiti congiunti europei e il Fondo per la ricostruzione non sono una faccenda di breve durata legata alla crisi.

"Il Fondo per la ricostruzione è un vero e proprio passo in avanti per la Germania e per l'Europa che non può essere rinviato", dice l'uomo che l'anno prossimo vorebbe essere eletto Cancelliere. Lo considera un passo importante sulla strada verso gli Stati Uniti d'Europa.

Scholz considera un modello l'ex segretario del Tesoro statunitense Alexander Hamilton, che nel 1790 era riuscito a raggruppare diverse competenze a livello di governo centrale, competenze che comprendevano le entrate congiunte degli Stati americani e una capacità di indebitamento autonoma.

Anche il politico dei Verdi Sven Giegold è fondamentalmente positivo sulla capacità dell'UE di contrarre debiti congiunti. "Riscuotere le tasse a livello europeo, emettere debito comune ed investire insieme; in linea di principio, rafforzerà l'Europa", dice l'esperto di politica finanziaria. Molto dipenderà, tuttavia, se il denaro sarà speso in modo oculato - e il Fondo per la ricostruzione dovrà dimostrarlo, prima che si possa pensare a una politica fiscale europea comune.



Anche il leader di AfD Jörg Meuthen dal suo profilo FB ci spiega perché la proposta sarebbe un pericolo molto serio per il laborioso contribuente tedesco:



Cari lettori, i media del gruppo GEZ al momento non ritengono necessario informare i cittadini tedeschi in merito ad uno sviluppo esplosivo che potrebbe portare anche alla fine dell'euro.

In Italia è in corso un acceso dibattito sulla possibilità di cancellare gran parte del debito pubblico del Paese. Qualche giorno fa il quotidiano italiano "La Repubblica" ha pubblicato un'intervista a David Sassoli (niente di meno che l'influente Presidente del Parlamento europeo) dal titolo molto eloquente:

"L'Europa deve cancellare il debito Covid"


(...) L'Europa è la risposta ai nostri problemi? La valutazione non potrebbe essere più sbagliata: questa UE, che negli ultimi anni è andata alla deriva in una direzione completamente sbagliata - e con essa l'eurozona, contraria ad ogni logica economica - non è la risposta ai nostri problemi, ma in moltissimi casi ne è la vera causa.

Ed è proprio questa Unione Europea sbagliata che secondo il signor Sassoli e i suoi amici dell'Europa meridionale assuefatti al debito e ai trasferimenti, ora si trasformerà in un governo europeo che (senza alcun diritto di veto dei singoli Stati nazionali, che poi di fatto verrebbe abolito) dovrebbe decidere sulla ridistribuzione della ricchezza creata nei singoli paesi.

Si tratta del palese tentativo di spremere ulteriormente i paesi del nord in favore dei già molto ricchi paesi del sud - nel sud del nostro continente, infatti, solo gli stati sono poveri (perché non riscuotono abbastanza tasse dai loro cittadini, dato il livello di prosperità che si possono permettere), mentre i cittadini sono in media molto più ricchi di noi tedeschi, per esempio, e possono andare in pensione prima.

Allo stesso tempo vi è la minaccia di buttare via ciò che era stato stabilito all'epoca nel Trattato di Maastricht, come nel Patto di stabilità (e ciò che i politici tedeschi, specialmente quelli della CDU e della CSU, avevano solennemente promesso ai cittadini di questo paese). Una unione di trasferimento senza diritto di veto, l'emissione di debito da parte dell'UE, la responsabilità congiunta sul debito a carico della Germania, il finanziamento degli stati attraverso la stampa di denaro - e per finire, un taglio del debito per svariati miliardi di euro.

La violazione dell'art. 125 del TFUE, ora richiesta apertamente, non potrebbe essere più grave - si tratta infatti della cosiddetta clausola di no-bailout, cioè il divieto di farsi carico del debito di altri Stati dell'UE, vincolante per tutte le parti coinvolte.

Qualcuno che ha ancora un minimo di comprensione per il funzionamento delle economie nazionali e persino di intere società crede che questa folle costruzione possa ancora funzionare in maniera permanente a spese della Germania?

Sarà il contrario. Così questo euro sotto garanzia esploderà (rischio dal quale il nostro partito borghese ha sempre messo in guardia e a causa di ciò è stato messo nell'angolo assegnato ai presunti "nemici dell'Europa"!), e che senza l'aiuto energico della nostra un tempo solida Bundesbank, questo processo probabilmente sarebbe già iniziato.

Perché è proprio questa Bundesbank che attualmente sta violando sfacciatamente la ben nota sentenza della Corte costituzionale federale del 5 maggio 2020 (anche se molto probabilmente con l'appoggio del governo Merkel).

La corte suprema tedesca, infatti, aveva vietato alla Bundesbank di continuare a partecipare agli acquisti di titoli di Stato a partire dal 6 agosto 2020 "a meno che il Consiglio direttivo della BCE non dimostri chiaramente con una nuova decisione che gli obiettivi di politica monetaria (...) non sono sproporzionati rispetto ai relativi effetti in termini di politica economica e fiscale".

Ravel Meeth, presidente dell'associazione senza scopo di lucro "Bündnis Bürgerwille", ha affrontato questo argomento in un commento molto interessante sulla "Junge Freiheit". Egli sostiene infatti che la "spiegazione comprensibile" richiesta dalla Corte costituzionale federale in realtà non è mai stata fornita, ma che invece in una grande auto-assoluzione si è voluto semplicemente sostenere che i vantaggi della politica della BCE "superano chiaramente" i suoi svantaggi.

Meeth sottolinea inoltre che dopo la già citata sentenza della Corte costituzionale federale, la BCE non avrebbe stretto le redini del suo programma di acquisto di titoli, e che nel nuovo programma di acquisto d'emergenza pandemico "PEPP" (che è stato istituito solo dopo il ricorso alla corte costituzionale) avrebbe addirittura aumentato il volume degli acquisti di titoli di Stato di altri 1,35 trilioni di euro. Cito dal suddetto articolo:

"Questo nuovo programma viola molti dei criteri che la Corte costituzionale federale aveva ritenuto essenziali per la delimitazione del finanziamento pubblico monetario:

Ad esempio, le obbligazioni italiane vengono acquistate in modo piu' che proporzionale (in relazione alla quota di capitale della BCE), non c'è uno scenario di uscita e ancora una volta, non si fa un'analisi sul fatto che i presunti vantaggi del programma superino il suo impatto negativo sul reddito da interessi percepito dai risparmiatori, sulle pensioni, sui prezzi degli immobili e degli affitti, sulla stabilità delle banche e sull'eccesso di debito pubblico.

In questo senso il PEPP costituisce quindi anche una violazione dei trattati europei. Grazie al nuovo programma, infatti, il volume del debito pubblico detenuto dalla BCE presto salirà a 3.550 miliardi di euro. Si tratta di circa dieci volte il totale delle entrate del bilancio federale nel 2020".

---

Consideriamo quindi che la Bundesbank, nell'ambito degli obblighi previsti dalla BCE, mese dopo mese acquista un numero sempre maggiore di obbligazioni italiane (in realtà in misura sproporzionata), e che in Italia si sta già chiedendo di poterle cancellare, e la BCE finanzia molto volentieri il debito pubblico europeo a un livello tale da far venire le vertigini a chiunque riesca a capire quello che sta accadendo.

L'uscita della Germania da questa follia è assolutamente inevitabile. L'unica domanda da porsi è quale sarà il dolore che ciò potrebbe causare: attualmente a un livello molto elevato, ma appena sopportabile - oppure in futuro, con la perdita completa di quel che resta della nostra prosperità.

È giunto il momento di proteggere quel che resta della nostra ricchezza dal suo trasferimento verso l'Europa meridionale. Il momento per porre fine a tutta questa follia a spese della Germania e dei suoi cittadini. E' il momento di AfD!



venerdì 24 luglio 2020

Il Recovery Fund secondo Jörg Meuthen

"Chi se ne frega dei trattati europei, se poi con l'amichevole supporto della Cancelliera, la Germania potrà essere munta ancora per generazioni" scrive Jörg Meuthen, leader di AfD, commentando l'accordo sul Recovery Fund, che evidentemente non deve essergli piaciuto piu' di tanto. Dal profilo FB di Jörg Meuthen


Cari lettori, dopo il disastro del vertice UE l'adulazione non conosce limiti: ovunque si parla solo di "vincitori".

Ma tutti sanno bene che quando si parla di soldi, non ci possono essere solo dei vincitori - nel gioco a somma zero del bilancio UE, ci devono essere inevitabilmente anche dei perdenti, cioè quegli stupidi che come delle laboriose e sottomesse api operaie, senza batter ciglio devono pagare per il comportamento degli altri paesi.

Quello che sta succedendo nell'UE semplicemente è folle: vengono calpestati i principi fondamentali del diritto e dell'economia al fine di introdurre una socializzazione del debito europeo che espropria i cittadini laboriosi e parsimoniosi per realizzare le fantasie di esproprio di alcuni ideologi pigri e ben pagati - e i loro fedeli paladini sui media celebrano la "Cancelliera senza fine" sulla strada che, lei spera, dovrebbe portarla direttamente nei libri di storia.

Celebrano Merkel, ad esempio, perché sarebbe riuscita a "tirar fuori" mezzo miliardo in più per lo sviluppo delle aree rurali.

Un successo davvero epocale per Merkel: in un budget europeo gigantesco pari a 1,074 trilioni di euro, nel quale la Germania è di gran lunga il maggiore contribuente (e dal 2021 ci saranno altri dieci miliardi all'anno in piu'!), agli agricoltori tedeschi spetterà solo un ridicolo 0,047 %. Definire questo come un grande successo significa solo voler ingannare deliberatamente la gente, che ovviamente continua ad essere presa in giro da questi media.

Non una parola invece sul fatto che una incredbile quantità di ricchezza pari a 133 miliardi di euro (oltre ai nostri normali pagamenti nel bilancio dell'UE!) sarà trasferita fuori dalla Germania (ne ho parlato ieri in questa sede).


E non una parola sull'evento "epocale" vero e proprio: cioè la rottura della diga che fermava la messa in comune del debito nell'UE.

D'ora in poi, quindi, cari lettori, tutti noi in Germania saremo responsabili per quell'orgia di denaro sprecato un po' ovunque in tutta l'UE. "Finalmente" avremo gli eurobond, anche se ora avranno solo un nome leggermente diverso.

Questo è il vero "evento epocale" di questo vertice, e per questa ragione Macron ha parlato di un "accordo di dimensioni storiche" e che "dall'introduzione dell'euro in Europa non c'erano stati altri progressi comparabili".


Ci si chiede se qualcuno nell'UE sia ancora interessato a ciò che è scritto nei trattati di questo mostro burocratico chiamato UE - permettetemi di ricordarvi i due più importanti in materia di debito:

Art. 311 del TFUE: Divieto di indebitamento dell'UE

Art. 125 TFUE: Divieto di assunzione dei debiti di altri paesi



Ma chi se ne frega dei trattati europei se poi con l'amichevole sostegno della Cancelliera, la Germania potrà essere munta per generazioni

La "solidarietà" ci è stata chiesta - si badi bene, da Paesi i cui cittadini sono mediamente più ricchi dei tedeschi. Se si vuole proprio scomodare il concetto di solidarietà, allora si sarebbe potuto suggerire a Italia, Spagna o Francia, ad esempio, di adeguare le loro pensioni, relativamente più generose, al livello notevolmente più basso di quelle tedesche.

Si sarebbe potuto discutere anche del tema della durata della vita lavorativa, perché in Francia, ad esempio, nessuno può immaginare di lavorare oltre il suo sessantesimo compleanno.

Ma cosi' questi paesi potranno continuare a fornire ai loro cittadini prestazioni sociali a debito, e noi tedeschi d'ora in poi saremo chiamati a risponderne. Che forma di perversione dell'ideale europeo!



E che forma di disprezzo per gli interessi dei propri cittadini, che però viene gentilmente nascosta da una parte non trascurabile dei media tedeschi - parti della verità potrebbero sconvolgere i cittadini.

Roland Tichy su questo evento inaccettabile e addirittura "epocale" ha pubblicato un articolo che merita di essere letto, ne citerò alcune frasi:

"Gli Stati dell'UE d'ora in poi saranno chiamati a garantire, soprattutto la Germania come partner più forte e paese con il rating creditizio piu' alto. È come in una fila di villette a schiera, dove il proprietario di una casa si indebita ma è il vicino a dover pagare. È un'ottimo affare per il debitore: si costruisce una casa piu' grande e piu' bella, con piastrelle di ottima qualità - tanto paga il vicino. Così la responsabilità nazionale viene eliminata e spostata a Bruxelles, e da li' poi viene rivendicata da Berlino. Lasciate che siano i tedeschi a risparmiare, sono ovviamente troppo stupidi per spendere soldi. […]

Perché risparmiare sulla propria popolazione, per essere poi generosi altrove? Facciamo come i greci, che offrono ai loro studenti la mensa gratuita; o come gli italiani, che evadono le tasse e con i soldi risparmiati investono nei loro immobili; facciamo come i francesi, che quando gli si parla di andare in pensione a 70 anni sono increduli. Nessuno lavora oltre i 60 anni in quel paese […]

Il prezzo che la Germania deve sostenere per essere l'àncora di stabilità dell'UE viene pagato dai contribuenti attraverso delle tasse molto elevate, dai risparmiatori attraverso i tassi di interesse a zero, dai beneficiari di prestazioni sociali e dai lavoratori a salario minimo con dei salari relativamente bassi rispetto al resto d'Europa. […]

Alla fine, valgono sempre le leggi dell'economia - una comunità di Stati che vive economicamente al di sopra dei propri mezzi e che è finanziata solo dalla macchina stampa-soldi, alla fine è inevitabilmente condannata a fallire.

Le torri sempre piu' alte del debito dell'UE a un certo punto crolleranno e seppelliranno sotto di sé la macchina per la redistribuzione di Bruxelles. Merkel e i suoi uomini probabilmente se ne sono resi conto in tempo. Dopo di me il diluvio, sembra essere il suo motto. Non si può impedire a questa generazione di politici europei, sia a Bruxelles che a Berlino, di distruggere l'UE. "L'irragionevolezza non conosce freni".


Questa irragionevolezza in effetti distruggerà le fondamenta dell'Unione europea, e lungo questo tragitto una parte considerevole della restante prosperità tedesca verrà spesa in altri paesi.

La responsabilità di questa insensata rinuncia alla nostra prosperità ha fondamentalmente due nomi : Angela Merkel e Ursula von der Leyen.

È giunto il momento di smetterla di regalare parte della nostra ricchezza. E' giunto il momento di porre fine della disastrosa amministrazione di Merkel e von der Leyen. E' il momento per #AfD.





sabato 18 aprile 2020

Jörg Meuthen: se italiani, francesi e spagnoli sono piu' ricchi dei tedeschi, perché dovremmo pagare per i loro debiti?

Questo non è il blog di AfD in lingua italiana, ma ogni tanto vale la pena andare a sbirciare cosa scrivono i vertici di AfD, vale a dire il partito che in Germania nella battaglia contro gli eurobond probabilmente detta la linea alla FdP, alla CDU e alla CSU.  Il leader di AfD Jörg Meuthen su FB



Cari lettori, per favore provate a fare una stima: qual'è la ricchezza mediana del tedesco "medio" (adulto) (cioè quella esattamente nel mezzo tra la metà più povera e più ricca del nostro paese)?

E qual'è invece la ricchezza mediana dell'italiano, dello spagnolo, e del francese?

Allora deve essere proprio vero che il tedesco medio è molto più ricco degli altri europei, giusto? Dopotutto, ce lo hanno inculcato per anni: da una parte i ricchi tedeschi, dall'altra gli altri europei piu' poveri (in parte). Poveri europei che, nonostante la loro povertà, hanno anche finanziato la nostra prosperità acquistando i nostri prodotti.

E ora in questi tempi di Corona-virus, è arrivato il momento di dare finalmente qualcosa in cambio e di mostrare la nostra solidarietà, non è vero, soccorritori europei riuniti?

Quindi ora per dare una risposta alla domanda posta. Ci sono varie statistiche su questo argomento, ma tutte, senza eccezioni, puntano nella stessa direzione. Ora citerò una statistica che è persino usata su Wikipedia (nota per essere piuttosto di sinistra).

Secondo queste statistiche, l'italiano medio ha un patrimonio netto mediano, dedotti i suoi debiti, di circa 84.500 euro.

Lo spagnolo ha un patrimonio mediano netto di circa 87.700 euro.

Il francese addirittura ha una fortuna mediana corrispondente a circa 93.700 euro.

Tutti questi importi, ovviamente, non sono nulla in confronto al presunto "ricco" tedesco: questo egoista che si occupa solo del proprio benessere, può dire di avere accumulato solo circa 32.500 euro.

Sì, avete letto bene, non manca uno zero e non è uno scherzo: in tutti i paesi citati, la ricchezza pro-capite mediana è più di due volte, e nel caso della Francia, è quasi tre volte più alta che in Germania.

Chi non ci crede, vada a leggersi la colonna mediana (tenere presente che i valori indicati sono in dollari USA, mentre i valori menzionati sopra sono già stati convertiti in euro):

Non ci hanno forse sempre detto che siamo noi tedeschi a trarre i maggiori benefici dall'euro? Come è possibile che siamo rimasti cosi' indietro rispetto ai paesi la cui performance economica è inferiore rispetto alla nostra?

Oltre ad alcuni fattori - come ad esempio un livello di tassazione più basso rispetto alla Germania (motivo per cui questi paesi hanno piu' debito pubblico di noi, che ora vorrebbero scaricare su di noi!) - ad essere responsabili per questa situazione sono stati gli errori di progettazione dell'euro, che ora gravano su di noi.

Proprio all'inizio della mia carriera professionale, quando ero consulente presso il Ministero delle finanze dell'Assia, avevo messo in guardia molto chiaramente dalle enormi difficoltà che sarebbero sorte con questa valuta e che il Trattato di Maastricht non valeva nemmeno la carta su cui era scritto.

In quella fase, avevo anche sperimentato personalmente come Theo Waigel, ovviamente proprio come lo era Helmut Kohl, si era completamente disinteressato alla politica monetaria, avviando una campagna per l'introduzione dell'euro.

L'euro, insieme ad altri effetti estremamente spiacevoli, fa in modo che, ad esempio, noi tedeschi fortemente orientati all'export, garantiamo ai paesi abituati ad una valuta debole nel sud del nostro continente (ma anche sostanzialmente a tutti coloro che vogliono utilizzare il sistema per se stessi) una struttura di scoperto di conto corrente completamente illimitata e anche completamente non garantita all'interno del quadro dei sistemi di pagamento dell'eurozona. 

Questo scoperto illimitato, tuttavia, non viene chiamato "scoperto illimitato" ma "saldo Target II".

Ed è così che funziona: se, ad esempio, un italiano acquista una nuova auto da uno dei nostri produttori tedeschi, non c'è un flusso di denaro che passa direttamente da un conto bancario italiano a un conto bancario tedesco, ma la tedesca Bundesbank, che deve inviare l'importo al produttore in Germania, riceve un messaggio dalla BCE secondo il quale ora ha un credito corrispondente nei confronti della banca centrale italiana. È così facile!

Ed è così facile spennare un paese orientato all'export. L'importo totale dei crediti nei confronti degli altri paesi, già maturato, è quasi di 1 trilione (!) di euro. Niente di tutto ciò, nemmeno un centesimo, sarà recuperabile se l'eurozona dovesse rompersi.

Ora, dopo la crisi finanziaria e la crisi greca, abbiamo già la prossima crisi (c'erano davvero così tante crisi ai tempi del D-Mark?), e ancora una volta sarà a spese nostre. In maniera spudorata e in parte con parole che ricordano la retorica di guerra, i paesi citati all'inizio chiedono a noi tedeschi di garantire la prossima orgia del debito appena iniziata.

In Germania, a dare sostegno a questo progetto ci sono prima di tutto i politici dell'area verde e di sinistra che probabilmente non otterranno molto dall'usare il loro lavoro in favore di altri paesi - paesi in cui la ricchezza pro capite è più alta e l'età pensionabile è più bassa. Quanto si può essere ciechi? (...)

E' arrivato il momento di avere una valuta in grado di aiutare il nostro paese invece di danneggiarlo. E' il momento di porre fine al prolungamento dell'insolvenza degli stati a spese dei paesi del nord. Tempo per #AfD.


-->

giovedì 2 aprile 2020

Jörg Meuthen e AfD contro gli eurobonds e l'unione di trasferimento

Questo non è il blog di AfD in lingua italiana, tuttavia vale la pena andare a leggere quello che scrive sugli eurobonds uno dei leader storici di AfD, Jörg Meuthen, e cioè l'anima piu' professorale e liberale di AfD dell'ovest. Per Meuthen gli eurobonds sarebbero una truffa ai danni del popolo tedesco, che si andrebbe ad aggiungere ai giganteschi saldi Target della Bundesbank e ai 10 anni di tassi a zero della BCE a guida italo-francese. I politici di Berlino sanno bene di non poter fare delle concessioni ai sud-europei sugli eurobond, se lo facessero perderebbero la faccia davanti agli elettori e aprirebbero un'autostrada elettorale alla temutissima AfD. Dal profilo FB di Jörg Meuthen



Cari lettori, in piu' occasioni ho avuto modo di commentare le competenze economiche di Robert Habeck: di fatto inconsistenti.

Cosa si dovrebbe pensare di un "verde" che con una certa convinzione raccomanda agli albergatori e ai ristoratori in grave difficoltà a causa del coronavirus di sostituire le caldaie dei loro riscaldamenti spendendo cosi' un sacco di soldi in questi tempi di grande incertezza? (..)

Ma c'è un'altra decisione molto diversa, e molto più importante per la Germania, che d'altra parte non può essere presa dai singoli, ma che deve essere presa dalla politica, e cioè la questione riguardante la responsabilità condivisa sul debito degli altri paesi europei.

Le forze di sinistra, di cui i "Verdi" da sempre fanno parte, la chiedono da tempo. Non puoi certo aspettarti che noi - contribuenti tedeschi decisamente esausti - alla fine si debba garantire anche per i debiti fatti dagli altri paesi europei.

Se tu ora caro lettore, ti stai chiedendo come sia possibile sostenere sciocchezze simili chiaramente dirette contro gli interessi del nostro paese e quindi anche contro ognuno di noi, allora ti renderai conto: la ragionevelezza non c'entra nulla, ciò ha solo a che fare con l'ideologia della redistribuzione di sinistra e internazionalista.

E questa è esattamente l'ideologia di Robert Habeck, rappresentata perfettamente dai suoi "Verdi" eco-sociali. E ancora una volta viene dimostrato dalla proposta di Habeck di introdurre finalmente nell'UE i cosiddetti "corona-bonds".

Questa sinistra semplicemente non molla la presa: dato che finora non sono stati capaci di introdurre gli "eurobonds", vale a dire obbligazioni degli stati UE per le quali tutti i contribuenti alla fine saranno responsabili con la loro capacità contributiva, superando la resistenza dei paesi del nord dell'UE più orientati alla stabilità, ora provano a far passare queste stesse obbligazioni attraverso la porta posteriore della crisi acuta causata dal coronavirus.

Questo punto però non migliora la proposta e dimostra ancora una volta che i cosiddetti "Verdi" sono completamente inadatti quando si tratta di dare una rappresentanza agli interessi della Germania - al contrario, stanno attivamente cercando di danneggiare i nostri interessi: questo partito vuole costringere la Germania ad entrare in una unione fondata sulla responsabilità condivisa sui debiti europei.

Nonostante tutta l'avversione per questa assurdità Verde, a onor del vero bisogna raccontare le cose come stanno: sfortunatamente, nella realtà dei fatti, già da tempo esiste una unione fondata sulla responsabilità condivisa, che tuttavia non viene presentata apertamente al pubblico come invece sarebbe opportuno fare.

Questa unione fondata sulle garanzie condivise di fatto riguarda l'euro, cioè la valuta comune di 19 dei 27 paesi dell'UE. I difetti di progettazione di questa valuta comune implicano che, contrariamente alle promesse elettorali fatte all'epoca dalla CDU e dalla CSU, noi tedeschi ormai da tempo siamo responsabili per i debiti degli altri paesi dell'eurozona.

Ciò è diventato chiaro durante la crisi greca e in seguito nella forma del cosiddetto "meccanismo europeo di stabilità" (MES), e secondo il testo di questo trattato nessuno può dire esattamente quale somma effettivamente noi stiamo garantendo per gli altri paesi.

Oltre a questa gravosa garanzia, bisogna aggiungere altre due dimensioni:

in primo luogo, le enormi perdite sui tassi di interesse subite dai risparmiatori tedeschi, dovute esclusivamente al fatto che la BCE sta proteggendo dal fallimento i paesi fortemente indebitati della zona euro.

Dall'altro lato, invece, il cosiddetto saldo Target II: dietro questo termine tecnocratico ci sono dei crediti nei confronti di altri paesi dell'eurozona derivanti dalla gestione corrente delle attività economiche fra gli attori nei diversi paesi partecipanti - crediti che in caso di emergenza non sarebbero esigibili.

Alla fine di febbraio, questi crediti ammontavano a 821.562.576.196,62 euro, una somma difficile anche solo da immaginare - non siamo lontani dalla soglia del trilione.

Quindi siamo chiari: di fatto, nella realtà, l'unione fondata sulla condivisione della responsabilità tanto desiderata da Habeck e dai suoi "Verdi" esiste già da tempo, ma questo partito abbagliato, data la sua profonda incompetenza economica, vorrebbe legare ancora di piu' le mani e i piedi dei tedeschi.

È giunto il momento per gli elettori tedeschi di punire i "Verdi" ovunque ciò sia possibile. È giunto il momento di rappresentare gli interessi del nostro paese e di non agire contro di loro. È giunto il momento di #AfD.


-->