Visualizzazione post con etichetta eurobond. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eurobond. Mostra tutti i post

venerdì 17 maggio 2013

Bofinger: è l'ora degli Eurobond!


Il grande economista tedesco Peter Bofinger, intervistato da Der Tagesspiegel, rilancia la sua proposta di un fondo per messa in comune del debito oltre il 60% del PIL e propone una politica fiscale europea comune. E' arrivata l'ora delle colombe? Da tagesspiegel.de
Peter Bofinger, 58 anni, è uno dei "cinque saggi", è fra i piu importanti economisti tedeschi ed è professore all'università di Würzburg. Il suo ultimo libro è: "Zurück zur D-Mark?“

Herr Bofinger, all'Euro quanto resta ancora da vivere?

Avremo l'Euro anche fra 20 anni. E' una danza macabra sul precipizio.

Ci aveva già messo in guardia lo scorso anno: "se andiamo avanti cosi', finirà in un disastro".

Se i paesi in crisi nel pieno di una recessione continuano a tagliare la spesa pubblica, il loro declino sarà sempre piu' rapido, crescerà la disoccupazione, e presto i governi non riusciranno piu' a portare avanti i loro programmi di risparmio.

Vale a dire?

O usciranno volontariamente dall'Euro, perché preferiscono una nuova valuta deprezzata del 20 % rispetto ad un taglio dei salari di eguale misura. E cio' aumenterebbe in un colpo solo la loro competitività e reindirizzerebbe la domanda interna verso i prodotti nazionali. Oppure, se le cose andranno avanti in questo modo, dovranno uscire e scivolare verso l'insolvenza, la BCE infatti ha detto: difenderemo i paesi in crisi con l'acquisto delle loro obbligazioni, ma solo in cambio di ulteriori misure di austerità.

Perché sarebbe un evento cosi' negativo?

Una rottura incontrollata dell'unione monetaria causerebbe una enorme incertezza. Pensi alle migliaia di contratti transfrontalieri. Lo stato spagnolo potrebee decidere: dove prima c'era un Euro, adesso ci sono 10 Peseta. Ma i tedeschi, come da contratto, per i loro beni vorranno essere pagati in Euro! Come potrebbe funzionare? Nel sistema bancario sarebbe ancora peggio, perché le banche spagnole hanno una grande quantità di debiti in Euro. Che cosa succederebbe? Non c'è alcun piano.

La sua previsione: una frenata generale per l'economia?

Certo, e la Germania pagherebbe il conto piu' salato. Solo le nostre banche hanno 900 miliardi di crediti Euro verso l'Eurozona, e i tedeschi nel complesso detengono all'estero un patrimonio ancora piu' grande. Se un paese come la Spagna dovesse uscire, sarebbe la rottura di un tabu'. Si inizierebbe a speculare sull'Italia. Sarebbe una reazione a catena non controllabile.

Perchè allora non possiamo dire: hey, ragazzi, l'Euro era un esperimento. Purtroppo è andata male. Torniamo in maniera ordinata alla Lira, al Marco, alla Drachma...

Si potrebbe fare teoricamente, ma in questo modo i diversi paesi tornerebbero nelle mani dei mercati finanziari. Con il Marco, la Lira, il Franco, o la Peseta tornerebbe la speculazione valutaria, scomparsa con la creazione dell'Euro.

I tedeschi vivevano abbastanza bene anche prima dell'Euro

Ma c'erano grandi tensioni. La Francia subiva forti attacchi speculativi contro il Franco. I francesi e gli altri paesi Euro dovevano pagare un tasso d'interesse piu' alto rispetto ai tedeschi: le loro monete erano sempre a rischio svalutazione nei confronti del D-mark. Per questo motivo gli investitori chiedevano tassi superiori, e questo rallentava considerevolmente lo sviluppo dell'economia europea.

In che modo?

Dopo la riunificazione in Germania i prezzi sono cresciuti con forza e la Bundesbank ha dovuto aumentare drasticamente i tassi di interesse, sebbene questo contribuisse a soffocare l'economia. Gli speculatori hanno avuto gioco facile nello scommettere sulla svalutazione. Faremmo uscire un'altra volta dalla lampada questo fantasma. Tutta l'Europa di nuovo esposta al rischio dei mercati valutari, sarebbe davvero una conclusione sbagliata.

I fondatori di „Alternative für Deutschland“ (AfD), fra questi ci sono anche professori di macroeconomia come lei, promettono che con la dissoluzione della zona Euro staremo tutti meglio. Sono degli incompetenti?

Nessuno sa cosa succederebbe. Non c'è mai stato niente del genere. Non si puo' fare affidamento a valori empirici. Tuttavia è noto che nel momento in cui si decide di abbandonare un regime a cambi fissi, come è l'Euro per i paesi membri, potrebbero esserci forti turbolenze. Quando è venuto meno l'aggancio al dollaro durante la crisi asiatica, le valute dell'area sono letteralmente implose. La Rupia indonesiana ha perso tre quarti del suo valore.

AfD appartiene al campo conservatore, ora anche Oskar Lafontaine chiede un ritorno al D-Mark

La Linke dovrebbe riflettere attentamente sull'argomento. E poi la Bundesbank tornerebbe al vecchio splendore dettando a tutta l'Europa la politica dei tassi. Che cosa ci sia di sinistra in tutto questo, Herr Lafontaine dovrebbe chiarirlo.

La Cancelliera e il suo Ministro delle finanze dal 2010 promettono di voler salvare l'Euro. Sono andati molto in là, perché ora i contribuenti tedeschi temono di dover pagare per i debiti fatti dagli altri. Merkel e Schäuble hanno agito in senso europeo?

Senza i piani di salvataggio oggi non ci sarebbe piu 'l'Euro, questo è vero. Ai paesi in crisi sono stati forniti dei crediti a tassi convenienti, che non avrebbero mai ottenuto sui mercati. Ma le condizioni per la riduzione della spesa pubblica, dei salari e delle pensioni erano eccessive e hanno reso la crisi ancora peggiore. E tutto cio' non ha fatto saltare l'intera Eurozona solo perché il presidente BCE Mario Draghi, lo scorso luglio, ha promesso di acquistare obbligazioni in quantità illimitata e di voler salvare l'Euro "whatever it takes".

Quando uno stato è troppo indebitato e non riceve piu' credito, deve risparmiare...

Ma non in questo modo, perchè le entrate fiscali scendono piu' rapidamente di quanto lo stato non riesca a risparmiare, di fatto l'economia crolla.

Come si potrebbe fare allora?

Gli Usa ci mostrano la via. Dopo la crisi finanziaria la situazione era la stessa dell'Europa: entrambi avevano una bolla immobiliare esplosa e una crisi bancaria, ed entrambi avevano una disoccupazione al 10%. Da allora pero' gli americani hanno fatto il doppio del deficit pubblico fatto dall'Eurozona. Come risultato negli Stati Uniti la disoccupazione è scesa di nuovo sotto l'8%, nella zona Euro è salita oltre il 12%.

Ma in questo modo l'America ha accumulato una montagna di debiti.

E allora? Da noi si dice sempre: non si possono pagare i debiti con nuovi debiti. E' sbagliato. Il problema è l'eccessivo risparmio di denaro dei privati, che comprime la domanda privata e rallenta l'economia. Gli americani giustamente lo combattono con un livello maggiore di indebitamento pubblico. Se il settore privato normalizza la sua spesa, lo stato potrà ridurre il deficit.

L'America sta facendo meglio?

Chiaramente, e noi ne traiamo un grande vantaggio. Gli Stati Uniti sono il solo grande paese dove il nostro export sta andando molto bene. Ogni giorno dovremmo accendere una candela agli americani, stanno facendo la politica che il nostro governo considera sbagliata.

Anche se volessero, i paesi in crisi dell'Eurozona non potrebbero seguire l'esempio degli Stati Uniti. E' difficile ricevere denaro aggiuntivo, e se riescono a farlo è a tassi molto alti.

Si', dobbiamo finalmente avere il coraggio di correggere gli errori di progettazione dell'Euro, vale a dire una politica fiscale nazionale in ognuno dei 17 paesi. Già molto tempo fa avremmo dovuto dire: se volete l'Euro, allora dovremo avere un certo livello di integrazione, in modo da rendere stabile il sistema.

Come potrebbe funzionare?

Abbiamo bisogno di una garanzia comune sui debiti. Insieme i paesi della zona Euro hanno la stessa forza economica degli Stati Uniti. Su questo tema, come comitato dei saggi (Sachverständigenrat), alla fine del 2011 abbiamo proposto un patto per la messa in comune dei debiti: il debito pubblico oltre il 60% del PIL dovrà essere trasferito ad un fondo per il rimborso, sul quale ci sarà una garanzia comune. In questo modo il rischio insolvenza per i singoli stati verrebbe meno. 

Ma una responsabilità comune sui debiti non farà diminuire il livello di indebitamento!

Ma riduce i tassi per i paesi in crisi. Se l'Italia deve pagare il 3% di interessi, non è un problema. Ma il 6 o il 7% metterebbe in difficoltà le casse dello stato. Non ci sono limiti oggettivi per il debito pubblico.

Ma se le garanzie sono comuni, allora i paesi in crisi potrebbero fare nuovo debito scaricando il rischio sugli altri.

Se vogliamo mantenere l'Euro in vita, dovremmo introdurre un processo decisionale a livello europeo. E' necessario un ministro delle finanze per tutti gli stati. Allora potremmo dire ad un paese come l'Italia: non accettiamo il vostro budget, o ne fate uno nuovo oppure decidiamo che da voi l'IVA sarà aumentata di 3 punti percentuali.

Sarebbe una sorta di governo centrale europeo. Dovrebbe essere eletto e controllato dal Parlamento, come lei ha proposto insieme al filosofo Jürgen Habermas. Ma per farlo si dovrebbero modificare anche i trattati europei e indire dei referendum in tutti i paesi - con risultati molto incerti.

Forse, ma qual'è l'alternativa? Rimane solo il ritorno alle vecchie valute. Dovremmo smetterla con tutte queste discussioni inutili. La zona Euro è già nel secondo anno di recessione, che ora sta arrivano con forza anche in Germania.

Recentemente anche il Fondo monetario internazionale ha stabilito che l'austerità non funziona, e che l'unico effetto è la crescita del rapporto debito/pil. Perchè allora continuiamo in questa direzione?

Lo si puo' spiegare con il rapporto nevrotico fra i tedeschi e l'indebitamento pubblico. Viene sempre spiegato con l'iperinflazione del 1923 e con le riforme valutarie del 1948. Il danno peggiore è stato pero' fatto dalle politiche di austerità del cancelliere Brüning negli anni '30. La politica attuale segue lo stesso corso, ma con una certa dose di follia.

-->

sabato 11 maggio 2013

Sinn: l'Italia non deve uscire dall'Euro


Hans Werner Sinn, dalle pagine della FAZ risponde alle accuse di Soros: la Germania non accetterà mai gli Eurobond, meglio la fine dell'Euro che la messa in comune del debito. E rilancia, l'Italia deve restare nella moneta unica. Da FAZ.net
La Germania non puo' accettare gli Eurobond. Di fatto Soros sta chiedendo la fine dell'Euro. Anche se la Germania uscisse, i paesi del sud continuerebbero ad avere un serio problema di competitività.

Il grande investitore George Soros mette la pistola alla tempia della Germania. Dovrebbe accettare gli Eurobond, oppure lasciare l'Euro. Solo in questo modo la moneta unica potrebbe funzionare. I paesi latini dovrebbero organizzare una resistenza contro la Germania.

La Germania non puo' accettare gli Eurobond. L'esclusione di ogni forma di socializzazione del debito era la condizione fondamentale per l'abbandono del D-mark durante i negoziati per il trattato di Maastricht (Artikel 125 AEUV). La Corte Costituzionale ha inoltre indicato che i tedeschi sull'argomento dovrebbero esprimersi con un referendum popolare. Il Bundestag non ha il diritto di prendere una decisione del genere, in quanto sarebbero modificate le fondamenta costituzionali della Repubblica Federale. Con il referendum poi non si avrebbe una una maggioranza di favorevoli, a meno che la messa in comune del debito non sia collegata alla fondazione di un nuovo stato federale europeo, che la Francia intende evitare con tutte le sue energie. Angela Merkel, che molto probabilmente a settempre sarà rieletta, ha dichiarato che gli Eurobond non ci saranno fino a quando lei sarà in vita. George Soros dovrebbe essere a conoscenza di tutto cio'. Quando chiede alla Germania di scegliere fra gli Eurobond e l'uscita dall'Euro, di fatto sta chiedendo la fine della moneta unica.

Anche se la Germania uscisse, i paesi del sud Europa continuerebbero ad avere un problema di competitività nei confronti degli altri paesi del nord restanti, e non sarebbero comunque risparmiati dal processo di svalutazione interno. La maggior parte dei paesi dell'Eurozona è ancora competitivo. Solo in alcuni paesi i salari e i prezzi sono andati troppo oltre l'equilibrio, e un riallineamento attraverso un contenimento dell'inflazione e una moderata riduzione dei salari non è piu possibile.

Ad un'uscita della Germania seguirebbe la divisione della zona Euro

Soros minimizza il problema della competitività e si concentra sulla soluzione della crisi finanziaria, che individua negli Eurobond. La stabilizzazione dei mercati finanziari attraverso gli Eurobond e le altre garanzie pubbliche per gli investitori non risolverebbero il problema della competitività, anzi, avrebbero l'effetto opposto. I paesi colpiti dalla crisi potrebbero rinunciare alla necessaria riduzione dei prezzi e dei salari, mentre il valore esterno dell'Euro salirebbe, con un aggravio dei problemi di competitività.

E' estremamente probabile che l'uscita della Germania causerebbe un'uscita degli altri paesi del vecchio blocco del D-Mark (Olanda, Austria, Finlandia e forse il Belgio). Quando la Francia nel 1993 propose che fosse la Germania ad uscire dallo SME, il precursore dell'Euro, Belgio e Olanda dissero immediatamente che anche loro intendevano uscire. La Francia ritiro' la sua proposta. Da cio' si puo' ipotizzare che un'uscita tedesca causerebbe una separazione fra Euro nord ed Euro sud. L'unico dubbio sarebbe a quale dei due Euro la Francia intenderebbe unirsi.

Tuttavia il suggerimento di Soros potrebbe essere interessante se un gruppo di paesi all'interno dell'unione monetaria volesse unirsi per l'emissione di propri Eurobond. Ogni paese dovrebbe sentirsi libero di formare una zona Euro a due velocità, se in questo vedesse dei vantaggi. Che ci possa essere un miglioramento del rating dei titoli, in caso di emissioni obbligazionarie comuni dei paesi latini, nutro dei dubbi. Senza la partecipazione tedesca sarebbero un fallimento.

Senza considerare le garanzie illimitate offerte dalla BCE per i titoli di stato del sud-Europa nell'ambito del programma OMT, garanzie offerte a spese dei contribuenti dei paesi europei ancora in salute. Se l'Euro dovesse disintegrarsi e i GIPSIC dichiarassero l'insolvenza, la Germania rischierebbe di peredere 545 miliardi di Euro. Quasi la metà di questa somma sarebbero pagamenti fatti dalla Bundesbank per conto dei paesi GIPSIC, misurati dai crediti Target. Fra tutti i paesi che partecipano ai salvataggi Euro, la Germania si accolla la quota di gran lunga maggiore, contribuendo a mitigare l'austerità richiesta dai mercati ai paesi del sud-Europa, molto di piu' di quanto non faccia ogni altro paese donatore.

Soros inoltre sottovaluta il rischio che una socializzazione dei debiti proterebbe con sé.  Alexander Hamilton, il primo ministro delle finanze americano, nel 1791 socializzò i debiti degli stati americani, per rafforzare "con il cemento" la nuova confederazione. Tuttavia la socializzazione del debito incentivo' i singoli stati ad indebitarsi sempre di piu' ed emerse una bolla del credito, scoppiata nel 1837 e che fino al 1842 porto' la maggior parte degli stati alla bancarottoa. Seguirono solamente discordia e conflitti.

L'Euro è un fondamentale progetto di integrazione europea

La crisi Euro è nata perché gli investitori hanno sottovalutato i rischi di una esposizione in sud-Europa e per questa ragione hanno indirizzato verso quei paesi troppo capitale, fatto che ha portato ad una bolla creditizia che ne ha distrutto la competitività. Gli Eurobond non farebbero che istituzionalizzare questa sottovalutazione del rischio impedendo ai mercati di correggere i loro errori. Seguirebbe un allentamento dei vincoli di bilancio  e un gigantesco azzardo morale, e la conseguente distruzione del modello europeo.

Soros dice anche che dopo l'introduzione degli Eurobond, i paesi che non riescono a portare a termine le riforme verrebbero a trovarsi in una situazione di povertà e dipendenza costante, come il mezzogiorno italiano. Sarebbe proprio cosi'. Grazie al denaro a buon mercato avremmo un buon numero di paesi di questo tipo. Si svilupperebbe una sorta di Mezzogiorno o Germania dell'est con un'elevata disoccupazione cronica, un livello di sviluppo economico molto limitato ma uno standard di vita accettabile, sia pure parzialmente finanziato dagli altri paesi.

Soros afferma che la Germania dopo un'uscita si troverebbe a soffrire per un apprezzamento della sua valuta. Non è vero. Da un lato la Germania ha un Euro sottovalutato e in termini di effetto "Terms of Trade" avrebbe solo vantaggi. Il vantaggio di poter importare a prezzi piu' economici sarebbe decisamente piu' importante rispetto al peggioramento dei prezzi dell'export. Inoltre la Bundesbank potrebbe evitare un apprezzamento eccessivo facendo come la banca centrale svizzera, e cioè comprando titoli esteri con la propria valuta. La Germania si troverebbe in una situazione migliore rispetto a quella attuale perchè invece di avere dei crediti Target di dubbia esigibilità, potrebbe accumulare titoli buoni e ben remunerati. Ma sottolineo ancora una volta: la Germania non deve uscire dall'Euro perché questo resta un progetto fondamentale di integrazione europea, che dopo la soluzione della crisi potrebbe avere degli effetti potenzialmente benefici per il commercio intra-europeo.

L'Italia non deve abbandonare l'Euro

Soros sostiene che l'uscita dei paesi del sud non farebbe altro che peggiorare i loro problemi di debito estero. E' vero il contrario. Naturalmente un'uscita con la conseguente svalutazione farebbe aumentare i debiti in relazione al PIL, di fatto una svalutazione reale ottenuta tramite una deflazione all'interno della zona Euro avrebbe esattamente lo stesso effetto. Se non si vuole inflazionare la zona Euro, i paesi del sud potranno recuperare competitività solo con l'uscita dall'Euro seguita da una svalutazione, oppure tramite una svalutazione interna fatta con una riduzione dei prezzi e dei salari, e questa è di nuovo la sola via per migliorare strutturalmente le partite correnti e rimborsare in maniera ordinata il debito. Messa in questo modo, un temporaneo aumento dei debiti in relazione al PIL non è evitabile, se un paese intende ripagare i debiti e riportarli ad un livello sostenibile.

A mio parere, per dare un contributo al miglioramento della competitività dei paesi del sud, dovremmo accettare un livello di inflazione piu' elevato nel nord dell'Eurozona. Se invece intendiamo spingere il risparmio del nord verso il sud attraverso gli Eurobond, dove di fatto i risparmi non vogliono andare, avremmo esattamente l'effetto opposto. Di fatto bloccheremmo il boom edilizio tedesco che grazie ad una riduzione della disoccupazione sta portando ad aumenti salariali piu' sostenuti, e quindi ad un'inflazione potenzialmente piu' alta in Germania.

Soros menziona l'Italia. Non vedo perchè l'Italia dovrebbe abbandonare l'Euro e perché si troverebbe in una situazione migliore se decidesse di uscire. L'Italia ha un  livello di debito estero molto basso e una economia che nel nord del paese resta molto competitiva. Secondo uno studio di Goldman Sachs, rispetto alla media europea, avrebbe bisogno di una svalutazione interna di un 10% massimo. Si puo' fare. Se fosse vero che la Germania, a causa di una uscita dall'Euro, entrerebbe in crisi, allora anche l'Italia verrebbe a trovarsi in una situazione simile, visto che Germania e Italia sono fortemente collegate da catene di fornitura. I due paesi sono piu' complementari che sostitutivi. 

Gli argomenti di Soros non convincono

Soros fa notare che il Giappone ha cercato di risolvere i suoi problemi tramite una politica di austerità secondo il modello tedesco, e mette in guardia dal cercare di ripetere l'esperimento giapponese. Ma  dal crollo del sistema bancario nel 1987 il Giappone non ha mai praticato nessuna politica di austerità. La Banca del Giappone da allora ha sempre tenuto i tassi di interesse vicini allo zero. Il debito pubblico in relazione al PIL è cresciuto dal 99% del 1996 al 237 % del 2012, poiché si è ricorsi ad una eccessiva spesa a deficit di tipo Keynesiano. A parte questo, la mancanza di effetti di una politica di austerità in un paese con un cambio flessibile non puo' essere trasferita ad un paese all'interno di una unione monetaria. Mentre il cambio flessibile compenserebbe ogni tentativo di rafforzare la competitività attraverso una deflazione, una deflazione all'interno di una unione monetaria puo' funzionare meravigliosamente, come l'esempio irlandese ha mostrato. L'economia irlandese dal 2006 ad oggi ha ridotto il suo livello dei prezzi in relazione al resto dell'Eurozona del 15%, e in questo modo è riuscita a salvarsi.

Gli argomenti di Soros non sono convincenti. Se c'è qualcuno che deve lasciare l'Euro, sono i paesi che non riescono a far fronte alla moneta unica. Non avrebbe senso dividere l'asse franco-tedesco e rinunciare  all'Euro, per rendere questi paesi nuovamente competitivi.






-->

venerdì 10 agosto 2012

La SPD cambia strategia e prova a stanare la CDU


Frank Walter Steinmeier, leader SPD, dopo l'apertura di Sigmar Gabriel agli Eurobond, intervistato da Rheinische Post rilancia sulla messa in comune del debito e attacca  la CDU: state ingannando i tedeschi, la condivisione del debito dietro le quinte è già in corso da molto tempo. 
Il leader del gruppo SPD al Bundestag, Frank-Walter Steinmeier, ci parla di come l'Eurozona potrebbe essere salvata.

RP: Il leader SPD Sigmar Gabriel considera la condivisione del debito fra i paesi europei come necessaria. Anche lei?

Steinmeier: Una responsabilità comune sul debito c'è già da molto tempo. La BCE, a cui anche la Germania ha conferito il capitale iniziale, acquista il debito pubblico dei paesi in crisi. Ma se questi falliscono, avremo una responsabilità illimitata, senza che il Bundestag abbia  votato una sola volta sull'argomento. Dobbiamo decidere, se la messa in comune deve essere limitata e deve avvenire sotto un controllo democratico, come ad esempio con la realizzazione di un fondo europeo per il rimborso del debito (Schuldentilgungsfonds), oppure in maniera illimitata e senza controlli come avviene ora attraverso la banca centrale. Il governo federale fino ad ora ha bocciato tutte le proposte per una messa in comune dei debiti, siano gli Eurobond o il fondo per il rimborso. Mentre ha chiaramente approvato l'intervento della BCE. Entrambe le strade espongono al rischio di fallimento. Ma la strada legittimata democraticamente per me resta la migliore.

RP: Lei propone un fondo per il debito, per il quale la Germania dovrebbe garantire. Potrebbe descriverlo?

Steinmeier: L'idea di un fondo per il debito non è caduta dal cielo, ma fa parte delle proposte del consiglio dei saggi economici del governo federale (Sachverständigenrates der Bundesregierung). La quota tedesca in un tale fondo dipende da come questo sarà progettato. Su questo si potrà decidere democraticamente. Se invece la BCE continua ad acquistare debito pubblico, probabilmente il sig. Brüderle non avrà alzato il suo dito, ma avrà comunque le mani sporche.

RP: Quali sarebbero le conseguenze?

Steinmeier: Si arriverà prima o poi ad un aumento di capitale della BCE sostenuto dai paesi membri, e anche la Germania dovrà pagare.

RP: E i tedeschi dovranno pagare interessi piu' alti per sostenere tassi piu' passi per i paesi in crisi?

Steinmeier: Non ci aiuta descrivere la situazione meglio di quanto effettivamente sia. Se vogliamo evitare la rottura della zona Euro, non potrà accadere senza rischi per la Germania. ll governo dovrebbe dirlo in maniera chiara al cittadini. Il rischio piu' grande per l'economia tedesca e per i posti di lavoro tedeschi è una rottura della zona Euro. I costi sarebbero sensibilmente piu' elevati. Per questo tutte le ipotesi sull'uscita di un paese dalla zona Euro, di cui si discute in questi giorni nell'Unione, sono estremamente pericolose e contrarie agli interessi tedeschi.

RP: La Grecia alla fine dell'anno sarà ancora un membro dell'Eurozona?

Steinmeier: Io non lo so. Su questo i greci dovranno decidere nei prossimi mesi. O il governo ottiene il sostegno per le dure e dolorose riforme, oppure nulla.

RP: L'Europa ha bisogno di una propria costituzione su cui anche i tedeschi dovranno votare?

Steinmeier: Ricordo ancora molto bene gli ultimi sforzi fatti per avere una costituzione europea. Non sarà facile convincere alcuni stati europei della necessità di una costituzione. Ma entro pochi anni gli stati europei dovranno mettersi d'accordo su una costituzione di base per l'Europa. Abbiamo un interesse a che questo avvenga. Il futuro della Germania può essere solo in Europa. Oppure come lo formula Hans-Dietrich Genscher: l'Europa è il futuro della Germania. Non ne abbiamo un altro.

martedì 7 agosto 2012

Euro-Sozialismus? Nein!


Breve commento su Faz.net di Holger Steltzner, vicedirettore del prestigioso quotidiano: la stampa conservatrice non ammorbidisce i toni.
Il leader SPD Gabriel vuole salvare gli stati Euro attraverso la messa in comune dei debiti. In questo modo non aiuta né la SPD né l'Euro

Il leader SPD riesce a fare andare d'accordo famiglia e lavoro. Nel suo congedo parentale Gabriel ha mostrato come sia possibile ripartire in fretta. Anche se questo non sembra averlo risollevato nei sondaggi. Ma il leader SPD cerca nella sinistra della SPD consensi per la sua candidatura alla cancelleria. Ma ora Gabriel attraverso la messa in comune della responsabilità sui debiti degli stati Euro vuole salvare la moneta unica. In questo modo non aiuta né la SPD né l'Euro.

Invece di sostenere una Stabilitätsunion, la SPD ora si batte per una unione di trasferimento, del debito e dell'inflazione (Schulden-Inflations-Transferunion). Poiché solo con questa proposta sarà difficile fare campagna elettorale, prosegue con i suoi attacchi alle banche e chiede un salasso per i ricchi. Ma i contribuenti della classe media sanno che alla fine non saranno "i ricchi", ma saranno invece loro a pagare il conto delle speculazioni con gli euro-debiti e gli immobili. Lavoratori specializzati e impiegati credono anche che con il socialismo del debito o altri trucchi finanziari non salveremo l'Euro, fino a quando la competitività delle economie del nord e sud Europa continuerà a divergere.

lunedì 6 agosto 2012

La SPD apre timidamente agli Eurobond (e tutti la attaccano)


Sigmar Gabriel, membro della troika alla guida della SPD, dopo l'intervento di Habermas, Bofinger e Nida-Rümelin sulla FAZ, apre timidamente agli Eurobond. CDU e FDP non perdono l'occasione per attaccarlo. Da Berliner Zeitung.
Gli stati Euro dovrebbero garantire congiuntamente per i debiti, ha dichiarato Sigmar Gabriel. Secondo il leader SPD, per trasferire i poteri di bilancio del Bundestag alla UE, c'è bisogno di modifiche costituzionali e di un voto popolare. Unione e FDP rifiutano un tale dibattito costituzionale.

La coalizione di governo (Unione e FDP) e l'opposizione sono sempre  piu' distanti nella ricerca di una soluzione alla crisi Euro. Mentre i leader politici dell'Unione attaccano la BCE e la Grecia, e in Europa difendono il controverso corso seguito dal governo federale, la SPD si prepara ad un radicale cambio di strategia.

Sigmar Gabriel (SPD) condivide in pieno il contributo di Jürgen Habermas, Julian Nida-Rümelin e Peter Bofinger ed intende introdurre le loro idee nel dibattito sul programma elettorale della SPD. Nell'articolo dei 3 professori si propone una messa in comune dei debiti fra gli stati Euro, da associare ad uno stretto controllo sui bilanci nazionali dei singoli stati. Secondo i 3 autori questo passo è indispensabile per la soluzione della crisi. Manca tuttavia un progetto politico. Questo sarebbe tanto piu' necessario per bloccare attraverso misure politiche "i mali dell'inquietante universo parallelo" - vale a dire i cattivi mercati finanziari.

Voto popolare sull'Europa

SPD, Unione e Verdi sono stati invitati dai 3 autori ad iniziative comuni per lanciare una nuova convenzione costituzionale. Si dovranno quindi elaborare proposte per un cambiamento costituzionale finalizzato a trasferire alle istituzioni europee i poteri di bilancio nazionali. Il risultato dovrà essere approvato con un referendum popolare. In questo modo sarà possibile aprire la strada ad una unione politica dell'Europa composta da un nucleo di 17 paesi.

Senza un tale cambiamento di strategia l'unione monetaria nella sua  forma attuale non potrà sopravvivere a lungo, scrivono i filosofi Habermas e Nida-Rümelin insieme all'economista Bofinger, membro del gruppo dei 5 saggi economici. Gabriel ha dichiarato alla Berliner Zeitung che condivide questo punto di vista: "Introdurrò questo contributo nella nostra discussione sul programma di governo e farò campagna per queste proposte presso i leader dei partiti socialdemocratici europei". Il corso politico che la SPD fino ad ora ha appoggiato al Bundestag sembrerebbe chiuso.

FDP: "spettacolo di burattini"

La proposta di Gabriel ha innescato diverse risposte. Il capogruppo al Bundestag della FDP Brüderle, ha detto che la coalizione (FDP e CDU/CSU) è felice di "poter trasformare le elezioni federali in un referendum sul socialismo del debito proposto dal sig. Gabriel". Il segretario generale della FDP Patrick Doering ha accusato Gabriel di avere una politica vacillante e ha definito la proposta di Gabriel "uno spettacolo politico di burattini". E' arrivato il momento per "una parola del capo" da parte del segretario SPD Frank-Walter Steinmeier, "per ristabilire la serietà della politica socialdemocratica" ha detto Döring.

Al contrario fra gli economisti tedeschi l'approccio ha avuto un'accoglienza positiva. In questo modo "sarebbe finalmente possibile illustrare gli argomenti economici e politici pro e contro questo corso politico" ha dichiarato ad Handelsblatt l'economista Kai Carstensen, responsabile degli studi sulla congiuntura dell'Istituto Ifo di Monaco. Se i cittadini dovessero votare in maniera favorevole, i trasferimenti di poteri sarebbero legittimati democraticamente.

Anche il direttore dell' Instituts der deutschen Wirtschaft (IW), Michael Hüther, ha mostrato interesse per l'idea. "Gabriel ha ragione quando dice che una unione fiscale con regole molto rigide per il controllo dei bilanci non è possibile sulla base della costituzione vigente", ha detto Hueter. Tuttavia questa è un processo che richiede molto tempo, perciò " la proposta non sarebbe una soluzione per l'attuale crisi". 

mercoledì 27 giugno 2012

Fronte unito contro gli Euro-bonds


Handelsblatt.de ci ricorda quanto è forte l'opposizione agli Euro-bonds fra le forze di governo tedesche.
Poco prima del Vertice UE sulla crisi del debito, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si è di nuovo pronunciato chiaramente contro una rapida introduzione degli Euro-bonds - e dalla sua parte ha Angela Merkel.

Crisi politica senza fine: un giorno prima del vertice di Brussel, Merkel ha presentato al Bundestag la posizione del governo sulla crisi Euro, questa serà vedrà il presidente francese a Parigi. E già da giovedi sarà al vertice di UE di Brussel.

Markel ha dei dubbi sul documento redatto dal presidente del consiglio europeo Van Rompuy. La proposta per risolvere la crisi contiene una ulteriore riduzione della sovranità nazionale a favore delle istituzioni europee. Anche prima del suo attesissimo discorso al Bundestag, la cancelliera aveva già espresso il suo chiaro rifiuto verso una responsabilità comune sui debiti. Una responsabilità comune sul debito non ci sarà "fino a quando io vivrò", ha detto Merkel durante una riunione del gruppo parlamentare FDP.

Anche il presidente Bundesbank Jens Weidmann mette in guardia da una rapida introduzione dei cosiddetti Euro-bonds o Euro-bills. Nell'attuale discussione molti spingono per  l'introduzione di una responsabilità comune sui debiti, ha scritto mercoledi Weidmann in un commento sulla "Süddeutsche Zeitung". Il tentativo "di voler fare all'inizio,  l'ultimo passo di un processo di profonda integrazione, e di lasciar indietro gli altri", minaccia di compromettere l'unione monetaria.

Weidmann ha avvertito, che la necessaria rinuncia di sovranità degli stati membri e i necessari adeguamenti nei trattati UE e nelle costituzioni nazionali potrebbero essere annacquati: "Tentativi di aggirare gli impegni, minano sempre di piu' il futuro di fiducia di cui l'unione monetaria ha bisogno", ha continuato Weidmann. Pertanto come prossimo passo  nell'unione monetaria, sarebbe necessario un voto popolare in tutti i paesi. 

Il vice capo gruppo CDU al Bundestag ha messo in guardia da una unione bancaria "a qualsiasi prezzo". Su questo tema ci sarebbero "possibilità e rischi", ha detto il politico al "Neuen Osnabrücker Zeitung". Un maggiore controllo sugli istituti di credito, causato dalle esperienze negative durante la crisi, arriverebbe assolutamente in ritardo. Una responsabilità comune per i rischi assunti dagli istituti finanziari viene respinta anche dal politico CDU: "Questa proposta deve essere rinchiusa nell'armadio dei veleni".

 Gunther Krichbaum (CDU), presidente della commissione sugli affari europei al Bundestag, si è detto d'accordo con la proposta di Schauble di un voto popolare sui salvataggi Euro. Per risolvere la crisi, "è necessario che ci sia una maggiore cessione di sovranità, fatto che entrerebbe in conflitto con la costituzione" ha dichiarato Krichbaum al „Rheinischen Post“. "Per questo motivo sono completamente d'accordo con Schäuble: in tempi ragionevoli abbiamo bisogno di un voto popolare". 

martedì 26 giugno 2012

Lunga vita alla cancelliera?


Merkel lascia intendere che di Euro-bonds, fino a quando ci sarà lei, non se ne parla proprio. Stroncati i sogni di Monti e Hollande? Da Der Spiegel
La cancelliera non si era mai pronunciata così chiaramente contro gli Euro-bonds o simili. Non ci sarà una messa in comune dei debiti, almeno fino a quando resto in vita, ha detto Angela Merkel davanti al gruppo FDP. Con questa dichiarazione i piani degli strateghi EU sono stati bocciati.

Prima del vertice EU, Merkel ha chiaramente bocciato la proposta di condivisione dei debiti europei. Una responsabilità comune sui debiti - ad esempio con gli Euro-bonds - non ci sarà, "fino a quando resto in vita", ha detto la cancelliera martedi in una riunione del gruppo parlamentare FDP. I partecipanti confermano questa dichiarazione secondo i racconti di molte agenzie. Anche Spiegel Online ha avuto una conferma della citazione. Alcuni deputati liberali avrebbero poi esclamato ad  alta voce verso la cancelliera: "Le auguriamo una lunga vita!".

Merkel ha poi detto chiaramente davanti ai deputati FDP che dopo 60 anni non abbiamo ancora in Germania una responsabilità comune sui debiti - e quindi non la vedremo neanche in Europa.

La frase della cancelliera giunge come una sorpresa. Merkel e i suoi ministri si sono sempre espressi contro gli Euro-bonds, e fino ad oggi la linea ufficiale era: una messa in comune del debito "al momento" non sarebbe la soluzione migliore per risolvere la crisi. In maniera categorica come oggi, gli Euro-bonds non erano mai stati esclusi.

Durante la riunione del gruppo CDU, invece, secondo i racconti dei partecipanti, Merkel non avrebbe pronunciato la frase "fino a quando sarò in vita". Ma anche in quell'occasione ha parlato dei suoi dubbi sui piani degli strateghi UE per una responsabilità comune sui debiti. 

In concreto la critica del governo si dirige verso il documento del presidente Van Rompuy. Nel documento, Van Rompuy insieme a Mario Draghi, al presidente della commissione Barroso, e al presidente dell'Eurogruppo Juncker, propongono una condivisione dei debiti nell'Eurozona. Oltre a questo, il piano prevede una unione bancaria con dei fondi di garanzia comuni ed una garanzia europea sui depositi. Le proposte dovranno essere discusse al vertice UE che avrà inizio giovedì.

Il governo federale ha già detto martedi in maniera chiara che il piano dei 4 strateghi sarà respinto. Non ci sarebbe un equilibrio sufficiente fra una gestione comune necessariamente piu' forte e una responsabilità condivisa sui debiti. Il documento è formulato in modo che la messa in comune dei debiti possa arrivare in tempi rapidi. Di questo la cancelliera non è soddisfatta, avrebbe detto Merkel davanti ai deputati dell'Unione.

Merkel al vertice sarà messa sotto pressione

Ci si aspetta che al vertice di Brussel, Merkel venga messa sotto pressione dal presidente francese Hollande e dal primo ministro italiano Monti. Soprattutto Monti sta facendo pressione sul governo federale con sempre nuove richieste in materia di Euro-salvataggio.

Martedi anche il responsabile per la politica europea nel governo nero-giallo, Michael Georg Link, ha criticato duramente il piano EU. "Siamo impegnati per garantire la coesione della zona Euro, ma contro una messa in comune dei debiti, perché questo non crea alcuna fiducia", ha detto Link. Il rapporto " io lo leggo come un libro dei desideri", ha continuato Link. Ma "iniziare dalla messa in comune dei debiti, la consideriamo una strada sbagliata".

mercoledì 20 giugno 2012

Die Bundesbank sagt Nein!

La Bundesbank boccia la proposta di messa in comune dei debiti pubblici europei cara a Verdi e SPD: prosegue la grande intesa fra banca centrale e coalizione nero-gialla. Da Zeit.de
La Bundesbank si allinea alla coalizione nero-gialla e  si dichiara contraria al fondo per la riduzione del debito dei paesi Euro.

La Bundesbank boccia la proposta fatta da alcuni economisti per una condivisione della responsabilità sul debito pubblico europeo. Responsabilità e controllo non sarebbero "piu' adeguatamente equilibrate". E' la critica che la banca centrale tedesca fa alla proposta, lanciata da un gruppo di economisti, di un fondo per l'estinzione dei debiti  pubblici in eccedenza. In caso di infrazione delle norme, senza aver prima trasferito sovranità a livello europeo, non sarebbe possibile nessun intervento sui bilanci pubblici nazionali. Nella sua pubblicazione mensile la banca centrale ha scritto: "che questa proposta possa essere realizzata all'interno degli attuali trattati europei, è molto discutibile".

Anche la cancelliera Angela Merkel vede con un certo scetticismo il modello di condivisione della responsabilità preferito dai Verdi: ci sarebbe una lunga serie di interrogativi sulla sua costituzionalità. La proposta, fatta dal Consiglio di Esperti per lo Sviluppo Economico guidato dal ricercatore di Mannheim Wolgang Franz, prevede infatti che il debito oltre il 60 %, criterio fissato dal trattato di Maastricht, debba essere considerato parte di un fondo europeo con una responsabilità comune.

La Bundesbank ha messo in guardia da un sovradimensionamento di questo modello di responsabilità: i debiti dei paesi Euro - senza Irlanda, Grecia e Portogallo - oltre il 60% del PIL, sommati insieme alla fine del 2011, erano 2.3 trilioni di Euro. Vale a dire il 90% del PIL tedesco. "Si tratta dell'introduzione di una responsabilità comune molto ampia che si aggiunge ai programmi di aiuto già discussi e approvati". Contro il piano va anche l'esperienza in ambito di applicazione delle regole europee sui bilanci pubblici. Si dovrebbe escludere che il percorso per l'estinzione dei debiti possa essere allungato oppure che in futuro si possa rinunciare a rimborsare il debito. Ci sono molti dubbi sul fatto che "una programmazione precisa ed un'applicazione rigorosa nel corso del tempo possano essere adeguatamente garantite".

domenica 3 giugno 2012

Come Merkel intende salvare l'Europa


Deutsches Mittelstands Nachrichten ci ricorda il piano della cancelliera per salvare l'Europa dalla crisi del debito: strategia vincente oppure ennesimo fallimento?
La cancelliera Angela Merkel vuole far approvare l'ESM in maniera rapida: si aspetta un accordo con le opposizioni prima della pausa estiva. Se fosse così, il Bundestag potrebbe approvare in poche settimane l'ESM. Merkel considera l'ESM lo strumento principale per i salvataggi Euro, per questo ha rifiutato la proposta degli Eurobond. Una strategia rischiosa - che potrebbe essere superata dalla realtà.

In una conferenza stampa a Berlino, la cancelliera Merkel ha dichiarato che prima della pausa estiva si aspetta un accordo con l'opposizione sull'ESM e il Fiskalpakt. Per questa ragione la cancelliera vuole che l'ESM al Bundestag sia approvato piu' in fretta possibile. In parlamento il provvedimento non troverà tuttavia una grande opposizione: secondo le nostre informazioni, i membri del Bundestag osserveranno una rigida disciplina di partito. I pochi dissidenti non avranno un peso rilevante.

Durante la conferenza Merkel ha confermato la bocciatura  degli Eurobond: gli stati devono risparmiare, è stato un errore portare gli interessi in Europa sugli stessi livelli. Il Sud Europa ha consumato troppo a debito e ha trascurato le riforme. Merkel ha poi richiesto una maggiore integrazione. In un certo senso vorrebbe modificare il Fiskalpakt: vuole un diritto di azione contro i paesi debitori; una richiesta che era già presente in altre versioni del Fiskalpakt, ma che per la pressione dei francesi era stata eliminata.

La strategia della Merkel sull'ESM, sembra andare verso una centralizzazione delle politiche fiscali. La decisione su chi in Europa dovrà essere salvato e chi no, Merkel non intende lasciarla ai mercati. La separazione dei titoli del debito pubblico, la considera come una frusta che i mercati continueranno ad usare.  Ma se necessario, gli stati saranno salvati attraverso il fondo ESM. Allo stesso tempo, è necessario aumentare la pressione sugli stati, per fare in modo che le loro finanze siano portate in sicurezza.

Questa strategia è ovviamente piena di rischi. Le necessità di finanziamento in Europa sono  un multiplo  della potenza di fuoco del fondo ESM. Se la Spagna dovesse essere salvata, secondo le stime di JP Morgan, servirebbero 350 miliardi - piu della metà del fondo ESM. Di Italia e Francia non è nemmeno il caso di parlarne.

A parte la mancanza di legittimità democratica dell'ESM, Merkel ignora il fatto che la Germania nell'ESM potrà essere messa in minoranza. Allo stesso tempo l'idea di portare gli stati alla disciplina di bilancio con delle azioni legali è alquanto stravagante. Le formulazioni nel Fiskalpakt mostrano come sulla stessa definizione di deficit possano nascere delle differenze di interpretazione. Il risultato di queste azioni resta tuttavia sconosciuto. E tali azioni di regola durano meno della reazione dei mercati. E soprattutto se si ritiene che la Germania ha il compito di garantire i debiti di tutta Europa, il fondo ESM non potrà funzionare: le dimensioni dell'economia tedesca non sono sufficienti per far fronte a tutti i debiti accumulati in Europa. Il nuovo indebitamento dovrà comunque essere fatto sul mercato - un compito che sta diventando sempre piu' difficile, come i tassi per l'Italia e la Spagna mostrano.

Decisivo sarà il fattore tempo: tutte le idee di Merkel hanno bisogno di mesi, prima che la corrispondente modifica dei trattati sia ratificata. In alcuni stati è necessario chiedere al popolo di ratificare il trattato. Ma la crisi del debito, a causa dello sviluppo esponenziale dei tassi di interesse, ha assunto le dimensioni di uno Tsunami. E uno tsunami non lo si può fermare con dei raffinati meccanismi politici. Uno sguardo alla drammatica fine dell'Unione Sovietica e della DDR può aiutare molto, anche se non lo si vuole ammettere. Uno sguardo illuminato alla storia può aiutare a comprendere. Una visione naive del futuro, data l'entità del debito, è politicamente sciocca. A proposito dei rischi e degli effetti collaterali, Michael Gorbatschow ed Egon Krenz potrebbero aiutarci molto.

mercoledì 30 maggio 2012

Stark: chi propone gli Eurobond lo fa solo per egoismo

Jürgen Stark, ex membro tedesco della BCE, ricorda ai suoi connazionali quanto potrebbero essere pericolosi gli Eurobond per la Germania: perderemmo la tripla A e faremmo un regalo ai francesi.  Da Handelsblatt.de
Gli Eurobond, che il presidente francese richiede in continuazione, nascondono rischi - soprattutto per la Germania. Ne trarrebbero vantaggio in primo luogo i paesi in difficoltà. Inoltre sarebbero in violazione del trattato di Maastricht.

Il nuovo presidente francese durante la campagna elettorale ha fatto delle promesse molto impegnative. Tuttavia, l'attuazione del suo programma politico, anche se con delle rinunce, potrebbe ulteriormente peggiorare lo stato delle finanze pubbliche francesi. Senza una credibile strategia di consolidamento, la Francia presto dovrà pagare un rischio di premio sul suo debito superiore a quello attuale, dopo aver già perso la tripla A.

Hollande ha reso di nuovo attuale la discussione sugli Eurobond. Senza dover aspettare molto, ha ricevuto l'approvazione dai governi dei paesi in crisi: paesi con una elevato indebitamento pubblico e con un deficit in crescita. La proposta di Hollande è un segnale di solidarietà ai paesi periferici? Il nuovo presidente francese ha veramente intenzione di spianare la strada ad una unione del debito, in cui la Francia dovrà garantire per i debiti degli altri paesi Euro? La Francia sarà in grado di sopportare tutti gli oneri finanziari aggiuntivi?

Bisogna essere daccordo con la cancelliera, quando dice che gli Eurobond violano la clausola di no-bail out del trattato di Maastricht. Ma che cosa significa questo dopo le ripetute violazioni dei trattati operate dai leader europei? Gli Eurobond sono attrattivi per tutti quei paesi che non dispongono della tripla A.

Anche gli operatori finanziari appoggiano la creazione di obbligazioni europee comuni, in quanto potrebbero creare un mercato del debito molto piu' liquido. Ma gli Eurobond non risolvano nessuno dei problemi strutturali dei paesi indebitati. Al contrario, forniscono gli incentivi sbagliati. La disponibilità alle riforme sarebbe indebolita, e l'indebitamento pubblico riprenderebbe a correre.

Gli Eurobond rappresentano un enorme trasferimento di ricchezza da un paese all'altro. La Germania perderebbe la propria tripla A. L'istituto IFO di Monaco prevede per la Germania costi aggiuntivi di finanziamento per decine di miliardi di Euro. E questo in aggiunta alle garanzie che il  Bundestag ha già approvato.

La Francia deve aver paura, di finire sotto l'attenzione dei mercati.

La Francia sarebbe davvero pronta a garantire per i debiti di altri paesi membri e ad accettare ulteriori rischi finanziari? Oppure Parigi solidarizza con i paesi in crisi per spostare il rischio su soggetti terzi e rendere gli altri responsabili delle promesse elettorali fatte?

Il motivo è comprensibile, se si segue lo sviluppo delle finanze francesi e lo stato dell'economia. La dinamica del debito è in crescita costante, le necessità di riforma dell'economia sono urgenti. Secondo i dati della commissione europea, il debito pubblico nel 2012 raggiungerà il 90.5 % del PIL  e nel 2013 salirà al 92.5 %. La quota dello stato nell'economia è del 56 %, di gran lunga la piu' alta nell'area Euro. La Francia non ha una forte classe media. Con una crescita dei salari dal 1999 di circa il 20% superiore rispetto a quella tedesca, la Francia ha perso competitività di prezzo; la disoccupazione è quasi il doppio che sull'altra sponda del Reno.

La Francia teme di dover pagare premi di rischio significativamente piu' alti  sui suoi futuri titoli di stato e di finire sotto l'attenzione dei mercati finanziari. Al momento gli interessi sulle obbligazioni francesi decennali sono di 135 punti superiori a quelli tedeschi.  Gli Eurobond potrebbero limitare il rischio di un ulteriore significativo aumento dei rendimenti. Questo signfica tuttavia, che gli altri stati membri dovrebbero accettare una responsabilità illimitata, senza avere alcun controllo sulle spese dei paesi beneficiari. Oltre a fornire gli incentivi sbagliati, per gli Eurobond non esiste alcuna legittimazione democratica. 

Con una ulteriore tassazione del settore finanziario non si otterrà molto fino a quando governi e i parlamenti spenderanno piu' di quanto incassano con le tasse. Questa differenza fra entrate e uscite deve essere colmata con il ricorso al mercato - secondo le condizioni dettate dal mercato. E ora, proprio questo correttivo del mercato,  verrebbe scardinato dagli Eurobond.

martedì 29 maggio 2012

Gli Eurobond sono il socialismo degli interessi

Rainer Brüderle, il capogruppo FDP (liberali) al Bundestag prende al volo l'occasione e si lancia in un attacco contro gli Eurobond. Da Welt Online.
Il capogruppo della FDP Rainer Brüderle in un'intervista a Welt Online si è espresso chiaramente contro l'emissione di obbligazioni comuni nell'Euro zona. Che i paesi di successo devano pagare per i paesi viziosi, "posso escludere che accadrà".

Il leader FDP Rainer Brüderle ha escluso categoricamente l'introduzione delle obbligazioni europee comuni proposte dal presidente francese.

"Gli Eurobond sono il socialismo del debito, che la Germania e gli altri paesi virtuosi pagherebbero molto caro", ha detto al quotidiano Die Welt. "Con noi non sarà fatto". 

"Savoir vivre, non puo' significare che solo pochi pagano e tutti gli altri se la spassano. Ci dobbiamo concentrare sulla giusta politica di crescita. Solo allora i desideri di crescita di Hollande si potranno coniugare con la cultura della stabilità tedesca", ha sottolinato Brüderle.

Per stimolare la crescita, senza fare nuovi debiti, Brüderle ha proposto un nuovo mercato europeo del lavoro. "La Germania non ha un numero sufficiente di tirocinanti, Francia e Spagna invece hanno un'alta disoccupazione giovanile. Per questo potremmo offrire ai giovani francesi e spagnoli un tirocinio in Germania", ha dichiarato il leader FDP. "Questo aiuterebbe i giovani, e aiuterebbe la Germania".

Brüderle ha infine caldeggiato la candidatura di Schäuble (CDU) come nuovo capo dell'Eurogruppo: "Schäuble è un grande esperto e un grande europeista. E' conosciuto e rispettato in tutta Europa".

lunedì 28 maggio 2012

Null komma null!

Su Handelsblatt.de scopriamo che lo stato tedesco ormai prende a prestito allo 0.0% (Null komma null). E' abbastanza chiaro perchè Berlino non vuol sentire parlare di Eurobond.
Gli assurdi della Eurocrisi: gli investori si contendono obbligazioni, per le quali sono disposti a regalare il denaro. Ne approfitta lo stato tedesco, che  per la prima volta nella storia prende del denaro a prestito senza pagare interessi.

Nessuno prima di Wofgang Schauble (CDU) era riuscito a fare nuovi debiti a tassi cosi' bassi: per la prima volta lo stato tedesco prende denaro a prestito, senza dover pagare un singolo centesimo di interessi. Nonostante ciò, gli investitori si contendono le obbligazioni a durata biennale. 

L'asta di titoli del debito pubblico con un cedola dello 0.0 % ha portato nelle casse dello stato 4.6 miliardi di Euro, come annunciato dal ministero. La domanda di obbligazioni è stata robusta: ha superato l'offerta di 1.7 volte. Il governo federale ha valutato il risultato "economicamente molto buono", secondo quanto dichiarato da un portavoce del ministero. "La ricerca di qualità è stata premiata". 

Il motivo del forte interesse per l'obbligazione senza cedola è il suo status di porto sicuro. "Chi cerca un parcheggio per il proprio denaro, non può evitare le obbligazioni tedesche", ha detto l'analista di Commerzbank David Schnautz. "Per gli investitori si tratta del solo mantenimento del capitale. Con le obbligazioni tedesche, infatti, possono essere sicuri di ottenere indietro tutto il denaro investito". La vede nello stesso modo l'esperto di obbligazioni Richard McGuire di Rabobank, che da Londra ci dice: "Per gli investitori spaventati dalla crisi, la restituzione del capitale è piu' importante della rendita".

Per gli obbligazionisiti c'è perfino la possibilità di rivendere i titoli sul mercato realizzando un guadagno. "Se la crisi del debito dovesse continuare a peggiorare, ulteriori investitori si sposterebbero verso le obbligazioni tedesche", ha detto Schnautz. " I loro corsi a causa della forte domanda potrebbero crescere ulteriormente, in modo da ottenere alla fine una buona rendita".

La Repubblica Federale quest'anno deve prendere a prestito 252 miliardi, per rimborsare le vecchie obbligazioni e finanziare i nuovi debiti. Mentre Schauble risparmia miliardi di costi per gli interessi, i tassi bassi rappresentano un problema per le assicurazioni sulla vita e per i fondi pensione. Sono infatti prudenzialmente obbligati a investire una parte dei loro guadagni in obbligazioni sicure. Poiché il tasso di inflazione in Germania è di un 2% abbondante, i tassi reali sono in area negativa. Per le assicurazioni sarà quindi difficile, mantenere le promesse di alti rendimenti. 

Anche se l'agenzia del debito si è orientata verso una cedola dello 0.0%, "La Repubblica Federale non intende collocare obbligazioni con un tasso negativo", ha dicharato il portavoce del ministero. "La cedola dello 0.0% rappresenta il limite verso il basso".

Dello status di porto sicuro garantito dal Bund, ha approfittato anche la banca di stato KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau): ha infatti raccolto 5 miliardi sul mercato. Il tasso per le obbligazioni triennali è stato dello 0.625 %, livello mai raggiunto in precedenza. 

A gennaio invece allo stato era perfino riuscito il capolavoro, di guadagnare denaro facendo debito. Con la vendita di obbligazioni a sei mesi, lo stato ha raccolto 3.9 miliardi ad un tasso negativo dello - 0.0122 %. Secondo i calcoli di Reuters lo stato ha ottenuto un premio di circa 242.000 €.