mercoledì 16 maggio 2012

Un voto di responsabilità

La troika SPD chiama così il suo voto favorevole al Fiskalpakt. In cambio del sì fa richieste poco concrete e di difficile attuazione. Un cambio di rotta a Berlino per ora resta improbabile. Da Tageszeitung.de
La cancelliera nella sua politica europea è molto inquieta, secondo la troika socialdemocratica. Che si propone invece come salvatrice.

C'è una domanda che desta preoccupazione al leader della SPD Frank-Walter Steinmeier. Ed è se la SPD dopo la vittoria del socialista Francois Hollande in Francia e quella della candidata SPD Hannelore Kraft in Nordrhein-Westfalia debba porre delle condizioni molto precise alla CDU per il suo sì al Fiskalpakt. "Non siamo la Linke" dice Steinmeier nell'atrio della sala per le conferenze stampa a Berlino. Non assumiamo comportamenti da "opposizione rituale", in gioco c'è molto di piu'. "Anche all'opposizione siamo responsabili".

La troika SPD composta da Sigmar Gabriel, Frank Steinmeier e l'ex ministro delle finanze Peer Steinbrück si è incontrata con la stampa a Berlino per chiarire la via di uscita alla crisi proposta dalla SPD. Il messaggio: qui non ci sono 3 maschi alfa che lottano per il lavoro di candidato cancelliere, qui ci sono 3 strateghi che propongono insieme una Europa migliore.

Nessun ritorno al debito.

La SPD appoggia in principio il corso di risparmio di Merkel nella EU. Non ci deve essere "nessun ritorno all'indebitamento" ci dice Steinmeier. Ma ci devono essere impulsi alla crescita, che impediscono il ritorno in recessione. Questi investimenti devono essere finanziati con la tassa per le transazioni finanziarie, che nella EU può portare oltre 50 miliardi Euro di entrate. Questa tassa, secondo Steinbrück "la possiamo introdurre nella EU con altri nove paesi".

Il governo Merkel non sarebbe in difficoltà con la resistenza dei britannici, ma con l'opposizione della FDP (liberali). Il capitale della Banca Europea per gli Investimenti deve essere aumentato, in modo da poter sostenere gli investimenti con dei prestiti. Inoltre, secondo Steinbrück, 232 miliardi di Euro di mezzi non utilizzati dei fondi strutturali EU devono essere resi disponibili per i paesi in crisi. E' necessario un programma contro la disoccupazione.

La SPD, come il presidente francese Hollande, vuole "un programma economico di ricostruzione, in modo che il Fiskalpakt e il rientro dal debito possano funzionare" chiarische Gabriel. Il leader SPD è sicuro che Hollande e i nuovi equilibri politici in Europa faranno in modo che Merkel "alla fine non si opporrà a queste misure".

La signora Merkel ha bisogno di noi

Secondo la descrizione dei 3 leader socialdemocratici, Merkel sarebbe molto inquieta. Ha infatti molti dilemmi. Poiché sono i länder federali, a cui il Fiskalpakt già dal 2014 sottrae ogni spazio di manovra, a dover approvare il provvedimento nel consiglio federale (Bundesrat) con una maggioranza dei due terzi. In Europa ci sono i malumori francesi. E nel parlamento federale (Bundestag) Merkel ha bisogno del voto favorevole della SPD. Steinbrück alla fine grida felice in sala: "la signora Merkel ha bisogno di noi".

Che cosa i socialdemocratici vogliano ottenere da questa situazione per loro vantaggiosa non è ancora chiaro. Condizioni indispensabili per il loro appoggio al Fiskalpakt al momento non sembrano porle. Piuttosto si parla di stimoli aggiuntivi alla crescita. Cosa la SPD intenda fare, per rendere concreti obiettivi importanti come la tassa sulle transazioni finanziarie, resta  ancora un interrogativo. Apparentemente per ora preferisce solo aspettare.

martedì 15 maggio 2012

La SPD vota il Fiskalpakt? Ja, genau.

Un articolo su Zeit.de della settimana scorsa, prima del voto in Nordreno - Westfalia, ci racconta a che punto sono le trattative sul Fiskalpakt. Al di sotto delle Alpi ci si illude che una volta sconfitta Merkel, il rigorismo sarà messo in cantina: a leggere i giornali pare che le cose andranno diversamente.
La SPD vuole portare a casa qualcosa, in cambio del voto favorevole al programma di consolidamento fiscale europeo. Ma nella coalizione non sembra esserci molto spazio per la trattativa.

La SPD è disposta a votare il Fiskalpakt per l'Europa, con il quale si intende porre un limite all'indebitamento di 25 dei 27 stati europei, ma solo a certe condizioni. Il portavoce del gruppo parlamentare SPD al Bundestag, Carsten Schneider, ha chiesto ulteriori provvedimenti per stimolare l'economia. Solo in questo modo si potrà ridurre la disoccupazione nei paesi europei in crisi, ha dichiarato alla radio RBB. La SPD pretende perciò che il governo completi il provvedimento con ulteriori emendamenti. In caso contrario, i socialdemocratici non sarebbero disponibili ad approvare il provvedimento nel voto del 25 maggio.

La coalizione giallo-nera (CDU-FDP) in parlamento ha bisogno dei voti della SPD, perchè il Fiskalpakt puo' essere ratificato solo con una maggioranza dei due terzi al Bundestag e al Bundesrat. Per questo motivo la SPD può dettare le condizioni. Il leader della SPD Sigmar Gabriel ha confermato la sua richiesta di una tassa sulle transazioni finanziarie. Gli introiti attesi, pari a 50 miliardi, potrebbero essere utilizzati per "ammortizzare socialmente" le misure di consolidamento dei bilanci pubblici, ha dichiarato alla Ruhr-Nachrichten. Il segretario generale della SPD, Andrea Nahles, ha invece richiesto maggiori iniziative per la regolamentazione dei mercati finanziari.

I Grünen non mettono in dubbio il Fiskalpakt, ma la sua pianificazione. Il 25 maggio sarebbe un giorno non adatto per la votazione, dichiara il capogruppo Renate Künast. Il suo partito non intende trattare il provvedimento in fretta, prima di aver chiarito i dettagli piu' importanti.

La coalizione nero-gialla  nelle prossime settimane, dopo il voto in Nordreno - Westfalia, vuole proseguire le negoziazioni con l'opposizione sul Fiskalpakt. I politici della coalizione hanno chiarito che non intendono concedere molto: "La SPD farebbe bene a non iniziare le trattative come farebbe un commerciante di tappeti magrebini", ha dichiarato il capo della delegazione parlamentare della CDU Peter Altmaier. La ratifica del Fiskalpakt sarebbe alla fine nient'altro che il trasferimento  ad un livello europeo dei freni all'indebitamento (Schuldenbremse) concordati dalla SPD . Il patto sarebbe "di primario interesse per la SPD".

Anche il responsabile per le politiche di bilancio della CDU, Norbert Barthle, ha detto a Zeit Online: "Non mi posso immaginare, che la SPD non voti la ratifica del Fiskalpakt". Alla fine si tratta del futuro dell'Europa. Per quanto riguarda i provvedimenti per la crescita richiesti dalla SPD, Barthle rimanda ai provvedimenti europei firmati in marzo e finalizzati al rafforzamento della competitività, denominati Euro-Plus-Pakt.

Come possibile offerta alla SPD, negli ambienti dell'Unione (CDU) si è pensato ad una ridefinizione della Banca Europea per gli Investimenti. Anche il denaro dei fondi strutturali europei potrebbe essere reindirizzato ad esempio, verso la riduzione della disoccupazione giovanile. Nel fondo ci sono ancora risorse che fino ad ora non sono state utilizzate, ci dice Barthle. Tutto questo deve però essere negoziato a livello europeo, dichiara ancora Barthle. C'è bisogno di tempo. Per questa ragione i provvedimenti potrebbero non essere ancora pronti per l'approvazione nel Bundestag o nei parlamenti regionali. 

La SPD vuole di piu'.

Per la SPD molti di questi provvedimenti non vanno sufficientemente lontano. Schneider descrive i provvedimenti europei come "Peanuts". Nahles dice, che alla politica attuale non si deve solo attaccare un'etichetta di crescita. E' necessario un nuovo inizio, che possa  guadagnarsi sul serio questo nome.

La CDU esclude in linea di principio la possibilità di accettare ulteriore debito per dei programmi di crescita.  Una politica di deficit per questo scopo non sarebbe possibile: ogni paese che vuole andare in questa direzione, dovrà fare i conti con conseguenze negative sui mercati finanziari, ha dichiarato Altmaier.

La richiesta della SPD di una tassa sulle transazioni finanziarie, con la quale finanziare le possibili iniziative, nella CDU la si considera come frastuono per la campagna elettorale. La SPD sa bene che una decisione a livello nazionale in questa direzione non avrebbe alcun senso. Per la tanto famosa tassa sulle transazioni finanziarie, sia nella variante debole che in quella forte, in Europa non ci sarebbe alcuna maggioranza disponibile. 

Freno ai debiti (Schuldenbremse) per i Länder già dal 2014

Anche il calendario secondo l'Unione dovrà essere molto serrato. L'approvazione del Fiskalpakt è collegata con l'approvazione del sistema di salvataggio permanente ESM. Questo dovrà essere effettivo dal primo di Luglio 2012 e per questo dovrà essere approvato dalla Germania al piu' tardi al 30 giugno. L'ultima seduta del Bundesrat prima di quella data sarà il 15 giugno. Il parlamento dovrà perciò votare prima di quella data.

Per i diversi Länder la ratifica del Fiskalpakt significa che già dal 2014 non potranno piu' fare nuovi debiti. Il provvedimento tedesco di freno al debito (Schuldenbremse) gli avrebbe dato tempo fino al 2020. Su questo argomento sono pero' in corso trattative fra il ministero e i diversi Länder. Siamo certi che riusciremo a trovare una soluzione, si dice negli ambienti dell'Unione (CDU).

lunedì 14 maggio 2012

L'inflazione è fra noi


Dopo la timida apertura della Bundesbank verso un'inflazione un po' piu' alta della media europa, la stampa conservatrice riparte con i suoi mantra antiinflazione. Dopo Bild.de, questa volta è WirtschaftsWoche, il settimanale economico piu' letto, a mettere in guardia i tedeschi. 
Malte Fischer - La Bundesbank e il governo federale preparano i tedeschi a un'inflazione piu' alta, per poter salvare l'Euro. Ma in questo modo agiscono contro gli interessi dei cittadini. E' giunto il momento di porre fine all'avventura fallita dell'Euro.

E' già passato un po' di tempo da quando la crisi del debito sembrava aver coinvolto solo i paesi del Sud Europa. Mentre le economie di Grecia, Portogallo e Italia sono in difficoltà e la disoccupazione dilaga, la Germania festeggia un record di export dopo l'altro. I lavoratori qui da noi possono perfino scegliersi il lavoro che preferiscono.

Ma ora gli effetti della crisi si avvicinano. "Allarme inflazione! La Bundesbank indebolisce l'Euro" titola la Bild. E la FAZ avverte: la Bundesbank si aspetta un'inflazione superiore alla media.

Che cosa è successo? Nel corso di un'audizione della commissione finanze del Bundestag sulla crisi Euro, la Bundesbank ha chiarito che in relazione al processo di adeguamento all'interno dell'unione monetaria, in futuro la Germania avrà un tasso di inflazione superiore alla media. E' importante che "l'inflazione aggregata della zona Euro corrisponda all'obiettivo di stabilità e che le aspettative di inflazione restino invariate".

Dietro di ciò c'è la considerazione, che la competitività di prezzo dell'area Euro si è sviluppata in maniera molto diversa fra i diversi paesi. Mentre nei paesi del sud, alimentati dai bassi tassi di interesse, si festeggiavano dei divertenti party, e il costo del lavoro saliva, la Germania grazie all'Agenda 2010 con una lunga stagione di moderazione salariale ha reso piu' efficiente la propria economia e migliorato la propria competitività di prezzo.

Ma ora le differenze economiche minacciano di lacerare l'unione monetaria. Per salvare l'Euro, secondo le ipotesi del governo e della Bundesbank, la competitività dei singoli paesi deve tornare su livelli simili. In concreto significa: i paesi in crisi devono moderare i loro salari, ridurre il costo del lavoro, rallentando così l'inflazione.

Affinché non sia solo il sud a dover sopportare il costo dell'aggiustamento, i salari, il costo del lavoro per unità di prodotto e i prezzi al consumo devono crescere piu' rapidamente di quanto non sia accaduto fino ad ora. La Germania, secondo questa ipotesi, deve, per il bene della causa europea, rinunciare a una parte della propria competitività di prezzo.

La forza trainante di questo processo di aggiustamento è la politica monetaria della BCE. Questa con un tasso dell'1% e una disponibilità illimitata di liquidità è finalizzata a evitare il collasso delle finanze statali nei paesi in crisi e a tenere in vita in maniera artificiale le banche zombie. Per la Germania la politica della BCE è troppo espansiva.

I bassi tassi di interesse stanno alimentando un boom economico, spingono i salari verso l'alto e lasciano crescere l'inflazione. Questo processo per ora è solo all'inizio. In aprile il tasso di inflazione è stato del 2.1 %. Sicuramente l'inflazione arriverà fra un po' e lo farà di corsa, quando le imprese trasferiranno gli aumenti salariali appena firmati nei prezzi dei loro prodotti. 

Questo processo di adeguamento è la conseguenza di un progetto di unione monetaria pasticciato e incapace di sopravvivere - ed è un tradimento degli interessi della Germania. I cittadini tedeschi hanno da sempre una giustificata preferenza per i prezzi stabili e per finanze statali sane. E non vogliono nessuna inflazione.

Ma che cosa pretendono i banchieri centrali e i governi dai cittadini? Prestiti miliardari ai paesi in crisi, di cui non rivedremo un centesimo, garanzie per i debiti, che se fossero utilizzate porterebbero alla bancarotta dello stato, e ora pretendono anche piu' inflazione?

Il governo federale e la Bundesbank che stanno preparando il terreno per l'inflazione, non si dovranno poi meravigliare quando questa sfuggirà di controllo.  Una volta che le aspettative di inflazione si sono consolidate presso i cittadini, i sindacati e le imprese, la banca centrale non riuscirà piu' a tenerle sotto controllo. E questo è vero, quando la banca centrale - come fa ora la BCE - fa partire la stampante di denaro.

L'inflazione è "l'arma piu' terribile" (Ludwig von Mises), di cui dispongono il governo e la sua banca centrale. Riduce i debiti dello stato spendaccione a spese dei propri cittadini. Erode i risparmi dei cittadini, priva i lavoratori dei frutti del proprio lavoro, e prepara il terreno per gli esteremismi politici. Non c'è da stupirsi che il premio Nobel per l'economia Friederich August von Hayek ha definito la gestione del denaro da parte dello stato come "una storia di incessanti menzogne e truffe". Ma ora proprio la Bundesbank e il governo federale confermano quanto il grande economista austriaco sosteneva; è un segno inequivocabile del fatto che è arrivato il momento di uscire dall'Euro e pensare ad un nuovo sistema monetario, diverso dalla moneta cartacea dello stato.

domenica 13 maggio 2012

Il ritorno dell'inflazione al 5 o 10%

La popolarissima Bild, il quotidiano piu' letto in Germania, ma anche il tabloid del trash, lancia l'allarme inflazione: il costo della vita aumenterà del 5 o 10 % e si mangerà salari e risparmi. Da Bild.de


Con quale velocità il nostro denaro sarà eroso?  L'ufficio federale di statistica corregge verso l'alto i dati sull 'inflazione di aprile.

Milioni di tedeschi preoccupati: l'inflazione ritorna.

Nei prossimi anni i prezzi saliranno molto piu' rapidamente di quanto non sia accaduto fino ad ora. E la nostra venerabile Bundesbank, il guardiano della stabilità dei prezzi, non vuole fare nulla per contrastare questa tendenza, considera l'inflazione gestibile!

Il presidente della Bundesbank Jens Weidmann alla Bild: "L'obiettivo di stabilità per l'Eurozona è intorno al 2%. La Germania per molti anni è stata sotto la media. In considerazione delle buone prospettive economice e della bassa disoccupazione, potremmo per un periodo restare sopra la media".

Tradotto significa: invece di un aumento del 2% all'anno potremmo averne uno piu' alto. Oggi l'ufficio federale di statistica (Statistische Bundesamt) ha corretto i dati preliminari di uno 0.1% verso l'alto. Questo significa: i prezzi al consumo in aprile rispetto allo scorso anno sono cresciuti di piu' del 2%. Il tasso di inflazione da febbraio 2011 è costantemente sopra il 2%, dichiarano gli statistici.

Bild risponde alla importante domanda: perchè i prezzi crescono così alla svelta?

Perchè la BCE dall'inizio della crisi ha inondato i mercati con denaro a buon mercato, così ci dice il Prof. Stefan Homburg (Università di Hannover). Le banche prestano questo denaro ai propri clienti (ad es. aziende, consumatori) che in questo modo possono acquistare merci - facendo salire i prezzi.

Qual'è la minaccia?

Gli esperti ci mettono in guarda da una cosiddetta "inflazione Ketchup".

L'esperto Homburg: "come in una bottiglia di Ketchup, che viene agitata, all'inizio non esce nulla, ma poi tutto insieme arriva un grosso getto, che non è più possibile fermare". Significa: dopo una prima fase di calma, i prezzi salgono all'improvviso verso l'alto. Homburg avverte che la crescita dei prezzi potrebbe superare il 5%. Se la crisi Euro dovesse peggiorare, potremmo avere perfino un 10% di inflazione.

Chi ne sarà coinvolto?

I lavoratori: sono minacciati da aumenti contrattuali negativi! Un aumento salariale del 3% ad esempio sarebbe eroso completamente da un'inflazione al 5%

Pensionati: anche loro alla fine avrebbero meno in portafoglio. L'aumento previsto del 2.18% (Ovest) e del 2.26% (Est) - scomparirebbe completamente

Risparmiatori: il risparmio si restringe! Perderà valore. 

A quale velocità il risparmio sarà eroso?

Dipende, un esempio: con un 5 % di inflazione 1.000 Euro dopo 10 anni valgono solamente 614 €. Se i prezzi crescono del 10%, il valore rimanente è solamente di 386 €.

E' possibile fermare l'inflazione?

Il capo della Bundesbank Weidmann: "Il consiglio direttivo della BCE decide sulla politica monetaria. In quella sede sostengo sempre la stabilità della moneta nell'area Euro. Per questo ora è decisivo, che le autorità monetarie non si facciano trasportare dalla politica finanziaria. Se ci atteniamo ai nostri principi, non ci sarà alcun pericolo che l'inflazione possa sfuggire di mano".

Ci sono anche vincitori con l'inflazione?

Sì. Chi ha debiti (consumatori, proprietari di casa, stati) sarà felice - perchè anche i debiti con l'inflazione perdono una parte del loro valore. Homburg: "I paesi non riescono a controllare il loro debito con le sole le misure di risparmio. Con l'inflazione potranno liberarsi dalla trappola del debito".

sabato 12 maggio 2012

7 tedeschi su 10 vogliono l'uscita della Grecia dall'Euro

Un sondaggio pubblicato dalla Frankfurter Rundschau ci ricorda quanto l'unione di trasferimento sia inaccettabile. Chi continua a ripetere il mantra "piu' Europa", non ha fatto i conti con il contribuente germanico.
Il 73 % dei tedeschi sono per un'uscita della Grecia dalla moneta unica.

"Risparmiate o uscite" - questa affermazione corrisponde all'opinione della maggioranza dei cittadini. Per il bene dell'Euro, 7 tedeschi su 10 si augurano che Atene lasci la moneta unica e vada verso un'insolvenza ordinata.

Circa il 60% dei cittadini valutano i segnali contro la politica di austerità emersi dalle elezioni greche come una seria minaccia per la moneta unica. Questo è il risultato di un sondaggio rappresentativo online della società di ricerca di mercato Toluna und Thöring Heer & Partner. A 1.000 cittadini è stata chiesta la loro opinione sulle conseguenze dei risultati delle elezioni in Grecia e Francia.

I tedeschi sono in maggioranza convinti che con la sola disciplina fiscale non si possa ottenere molto. La politica di austerità deve essere accompagnata da una strategia per la crescita che possa creare posti di lavoro - di questo è convinto un cittadino su due. Solo una minoranza è convinta che il risparmio da solo sia la ricetta per il successo (25% degli intervistati).

Nonostante tutti gli obblighi di bilancio molti tedeschi mostrano comprensione per la rabbia dei greci. Molti cittadini ritengono che gli impegni di risparmio siano ormai inaccettabili per la popolazione greca. Ma i tedeschi non intendono diventare i finanziatori della Grecia: meno del 30% sono dell'opinione che gli stati europi debbano garantire il debito dei paesi piu' deboli. Al contrario il 70% auspica che la Grecia interrompa le misure di austerità, esca dalla zona Euro e vada verso un'insolvenza ordinata.

L'unione monetaria non è il paradiso terrestre

Cari latini, vi avevamo dato la straordinaria possibilità di diventare tedeschi, ma l'avete sprecata. Adesso vi aspettano le sofferenze e la crisi, ma avete ancora un'ultima possibilità: riducete prezzi e salari e tornerete alla crescita, amen. Holger Stelztner, uno dei direttori di Frankfurter Allgemeine Zeitung.

Alcuni paesi europei pensavano che l'unione europea fosse un paradiso di benessere senza alcuno sforzo. Ma senza finanze statali solide e senza riforme strutturali non può funzionare. La BCE non può risolvere tutti i problemi. Deve soprattutto fare attenzione a non preparare il terreno della prossima crisi.

La crescita a debito riporta l'Europa all'inizio della crisi, ha detto giovedi scorso Merkel in un discorso al Bundestag. Questo è vero, abbiamo già visto tutto. Con l'introduzione dell'Euro ci sono già stati in pratica 10 anni di Eurobond. Per gli investitori le obbligazioni statali erano identiche, i rendimenti dei titoli di stato dalla Grecia fino alla Finlandia erano tutti sullo stesso livello. Purtroppo i paesi debitori non hanno utilizzato gli insoliti bassi tassi di interesse per la riduzione del debito, ma hanno colto l'occasione per prendere piu' capitale a prestito: hanno consumato sempre di piu' o hanno finanziato dubbiose opere infrastrutturali. I paesi debitori hanno sprecato il regalo dell'unione monetaria (interessi bassi come in Germania) lasciando crescere troppo in fretta i salari e i prezzi.

La storia economica conosce molti esempi di recessioni difficili dopo gli eccessi del debito. Ogni volta c'è voluto molto tempo prima che gli stati, le aziende, o i privati cittadini potessero ripagare i debiti; per anni si è investito e consumato poco. Le banche devono concedere poco credito, per poter rimettere a posto i loro bilanci: anche l'eurocrisi porterà una crescita molto bassa in questi paesi. Al contrario delle fluttuazioni congiunturali di breve periodo, al crollo economico non segue un rapido recupero, perchè le strutture economiche gonfiate devono essere corrette (ad esempio la bolla finanziaria irlandese, le costruzioni spagnole, o il settore pubblico greco). Non a caso il premio Nobel James Tobin ha definito un alto indebitamento come "il tallone di Achille del capitalismo".

La Germania è l'esempio - ma in Europa ha poco sostegno.

Poiché nel nostro paese non c'è stata nessuna bolla immobiliare e la struttura economica era pronta per la competizione mondiale, la Germania è uscita con slancio dalla crisi; per questo è ammirata e invidiata. Se il governo federale di Berlino suggerisse ai partner europei le stesse ricette - adeguamento delle tassazione e del sistema sociale, freno ai debiti, pensione ritardata, piu' lavoro allo stesso salario - il governo otterebbe un certo successo nei sondaggi in Germania, ma avrebbe poca considerazione in Europa.

Questo è dovuto agli elevati costi sociali, che adesso dovranno sostenere quei paesi che hanno scambiato l'Eurozona per il paradiso del benessere senza sforzo. La valvola usata in precedenza per recuperare la competitività perduta a causa dei prezzi e dei salari troppo alti, vale a dire la svalutazione, non esiste piu'.

Le strutture economiche devono allora essere riformate, i posti di lavoro devono essere ridotti - e di conseguenza i consumi e la performance dell'economia soffrono. I costi del risparmio si percepiscono immediatamente, a differenza degli effetti di lungo perido delle riforme strutturali. Di cui c'è grande bisogno, per far crescere l'economia in maniera duratura. Il mezzo migliore per ottenere  una crescita duratura è una politica dell'offerta con un mercato del lavoro e delle merci flessibile che permetta di allocare efficientemente il lavoro, il capitale e le idee. I programmi congiunturali di stato sono solo un fuoco di paglia, come si vede in America e in Giappone. E queste politiche anticongiunturali i paesi europei sovraindebitati non potrebbero permettersele.

Anche la banca centrale non può risolvere l'Eurocrisi, la sua potenza di fuoco non è illimitata. Con una politica monetaria espansiva e molti aiuti nei casi di emergenza, la BCE sta acquistando tempo per i pesi indebitati e per le banche in difficoltà, mettendo a rischio la propria credibilità e il proprio mandato: la stabilità dei prezzi. Con i bassi tassi di interesse non solo cerca di ridurre le sofferenze dovute agli sforzi di risanamento nei paesi in crisi, ma spiazza il normale funzionamento dei mercati e mantiene in vita banche zombie senza un modello di business credibile. La BCE deve fare attenzione con le proprie misure straordinare a non preparare il terreno per la prossima crisi.

"La politica monetaria è al 50% psicologia" diceva Ludwig Erhard, il padre del miracolo economico tedesco. "L'altro 50% lo fanno una politca orientata al mercato e alla competizione" Della seconda parte della frase di Erhards a Brussel non se ne vuol sapere, lì si scrive molto piu' volentieri il prossimo piano decennale, soprattutto quando l'ultimo è stato di così grande successo.

Alla base della crisi Euro c'è una perdita di fiducia nella volontà e capacità dei paesi Euro di soddisfare le richieste per un'unione monetaria.  All'inizio dell'unione monetaria c'erano già gli Eurobonds, e con i fondi EU, avevamo un inizio di unione di trasferimento fatta con i miliardi di sovvenzioni per i  paesi del sud. Come è possibile riconquistare la fiducia con l'istituzionalizzazione di questo esperimento? Per il proprio finanziamento l'unione monetaria ha bisogno del mercato, che garantisce finanze dello stato solide e riforme strutturali. Se Eurolandia non è pronta a questo, l'Euro sarà una moneta debole e non potrà sopravvivere. 

venerdì 11 maggio 2012

Target-two, I love you! Perché i risparmiatori tedeschi dovrebbero applaudire la BCE

Continua il dibattito sulla natura dei saldi Target 2 e Mark Schieritz su Die Zeit ribalta la prospettiva di Hans Werner Sinn: se non ci fosse stata la BCE a garantire la solvibilità delle banche del sud Europa i risparmiatori tedeschi avrebbe subito delle pesanti perdite.


I risparmiatori vengono espropriati dei loro risparmi attraverso il sistema Target?

Fin dall'inizio del dibattito, gli appassionati del sistema Target sono alla ricerca di una possibile  vittima dei saldi crescenti della bilancia dei pagamenti. All'inizio la cercavano fra le banche tedesche, a cui sarebbe stato negato il credito - e dopo aver notato che questa vittima non era credibile, adesso ipotizzano che siano i risparmiatori tedeschi a soffrire le conseguenze della crescita di questi saldi

"Secondo l'istituto IFO le vittime sarebbero i risparmiatori dei paesi europei piu' solidi, i cui investimenti sarebbero stati reindirizzati dalla BCE. I titoli negoziabili delle casse di risparmio, delle banche e delle assicurazioni, che sono normalmente coperti dai risparmi di questi paesi, senza il consenso dei risparmiatori, sono stati trasformati in crediti verso la propria banca centrale nazionale, che a sua volta ha dei crediti verso la BCE e che quindi detiene in maniera indiretta dei crediti verso le banche centrali nazionali di Spagna e Italia."

Insieme a Sebastian Dullien ho mostrato in un articolo su VOX, che questa interpretazione non ha molto senso. Al contrario: i risparmiatori traggono vantaggio da questa situazione, soprattutto in considerazione del fatto che le banche tedesche tramite il sistema Target 2 possono riportare a casa i capitali tedeschi, e quindi metterli al sicuro. Se non ci fosse stata questa possibilità, il risparmio tedesco già da molto tempo avrebbe subito delle grosse perdite. La nostra conclusione:

Thus, the liquidity provided by the ECB which is reflected in the TARGET system has made it possible for German banks to bring their money back home. Without the ECB’s intervention, the attempt to shed assets in the periphery would most likely have led to defaults in the banking sector and the wider economy, which would have eroded the value of these assets. German savers – whose money the banks ultimately manage – should therefore applaud the increase in the Bundesbank’s TARGET balance.

Potremo discutere a lungo se questa è una buona soluzione o meno, ma è chiaro: i risparmiatori non sono le vittime  - come non lo sono le banche.