Su Hartz IV ci sono pareri discordanti: per alcuni è una manna per altri una condanna. Sicuramente farà molto discutere il nuovo progetto lanciato dall'Arbeitsamt di Brema: disoccupati di lungo periodo offerti come operai o manovali ad imprese private che per ben 5 anni sarebbero quasi completamente esentate dal pagamento dello stipendio e dei contributi sociali, visto che a farsene carico sarebbe lo stato. Per il disoccupato si tratterebbe di una offerta che non puo' rifiutare: i Jobcenter già al primo rifiuto possono far scattare le sanzioni e decurtare l'indennità di sussistenza. Da Junge Welt
Quasi un abitante su sei a Brema vive grazie ai sussidi pubblici di base. La proporzione di beneficiari di un sussidio sul totale della popolazione è solo leggermente inferiore rispetto alla capitale tedesca di Hartz IV, Berlino. Migliaia fra questi disoccupati sono ormai da molti anni senza un lavoro. Il Jobcenter e le agenzie di lavoro della città-stato (Brema) vorrebbero porre rimedio a questa situazione e allo stesso tempo cercare di rendere un servizio all'economia. La loro idea infatti è quella di obbligare i disoccupati di lungo periodo a lavorare come operai o manovali nelle aziende pubbliche o private della città. A pagare lo stipendio, pero', non dovrebbero essere coloro che beneficiano di questo lavoro.
L'iniziativa nasce all'interno del programma federale per la "partecipazione sociale al mercato del lavoro". Il concetto era già stato presentato in marzo dal presidente delle Agenzie federali del lavoro (BA), Detlef Scheele, e dal Ministro del Lavoro Andrea Nahles (entrambi SPD). Il programma è una riedizione del cosiddetto "lavoro civile". Tuttavia c'è una differenza significativa: i lavori sovvenzionati per i disoccupati di lungo periodo non dovranno piu' essere "necessariamente neutrali dal punto di vista concorrenziale". I Jobcenter potranno offrire i disoccupati a costo zero anche alle imprese private.
L'obiettivo sarebbe quello di "creare delle opportunità sostenibili per i disoccupati di lunga durata", ha dichiarato la portavoce del Ministero del Lavoro e degli affari sociali (BMAS), Nadja Jung. Dalle informazioni fornite, il progetto dovrebbe funzionare in questo modo: i Jobcenter potrebbero spedire a lavorare nelle fabbriche, fino ad un massimo di 5 anni, le persone con "difficoltà di collocamento". Il primo anno sarà lo stato a farsi completamente carico dello stipendio. Il secondo anno l'impresa dovrà contribuire con il 10%, nel terzo con il 20% e cosi' via. "L'elevato livello di sostegno pubblico dovrebbe dare al datore di lavoro un incentivo per impiegare i disoccupati di lungo periodo".
Le condizioni per le persone obiettivo di queste misure dovrebbero restare magre come quelle attuali: "dal primo di gennaio gli importi dei sussidi sono allineati al salario minimo per legge pari a 8.84 € l'ora lordi", ha chiarito la portavoce del BMAS Jung. La settimana lavorativa massima è di 30 ore. Un impiego di questo tipo, ad esempio come operatore nei parchi pubblici della città oppure come operaio nelle officine meccaniche, nel complesso dovrebbe essere sostenuto dallo stato con 1.370 € lordi. Nella somma è compresa anche la componente che l'imprenditore dovrebbe pagare per l'assicurazione sociale. L'occupato arriverebbe quindi ad un salario lordo di 1.125 €, netti sono 880 € al mese. Sarà possibile occupare le persone anche per solo 25, 20 o 15 ore settimanali. Il salario netto sarebbe quindi rispettivamente di 734, 589 oppure 445 €.
Ad essere versati sarebbero solo i contributi per la pensione, la salute e l'assistenza infermieristica, è scritto nel concetto della SPD. La motivazione sarebbe la seguente: "l'esclusione dall'indennità di disoccupazione evita incentivi sbagliati che potrebbero spingere alla conclusione anticipata del rapporto di lavoro e quindi essere una porta girevole in termini di prestazioni sociali". In altre parole: il governo vuole evitare che le persone coinvolte dalle misure acquisiscano il diritto all'indennità di disoccupazione e quindi abbandonino in anticipo il programma.
Nessuno tuttavia ha voluto chiarire se la partecipazione al progetto sarà volontaria o meno. Si puo' presumere che i Jobcenter come al solito allegheranno ai cosiddetti "posti vacanti" una indicazione sulle possibili conseguenze legali. Questo significa: chi rifiuta una "proposta di intermediazione" senza una "giusta causa" sarà sanzionato. Per i minori di 25 anni si tratta di tagliare per 3 mesi l'intero sussidio sociale. Chi ha piu' di 25 anni dovrà prendere in considerazione una sanzione pari al 30% del sussidio. Le imprese che beneficiano del lavoro potranno essere contente. Così è scritto nel documento di presentazione: "il sussidio salariale di 5 anni dovrebbe mantenere il piu' a lungo possibile le persone occupate innescando quindi il cosiddetto effetto adesivo".
Ed un Paese conciato come descritto nell'articolo aspira al dominio europeo?
RispondiEliminaMa quegli idioti hanno un minimo di conoscenze storiche?
Hnno una vaga idea di come e del perchè imperi e società una volta fiorenti sono collassate?
Direi di no.
Stai parlando dell'italia vero? La germania ha un ATTIVO di bilancio, ma tu non sai cosa sia.
EliminaQuasi un abitante su sei a Brema vive grazie ai sussidi pubblici di base. La proporzione di beneficiari di un sussidio sul totale della popolazione è solo leggermente inferiore rispetto alla capitale tedesca di Hartz IV, Berlino. Migliaia fra questi disoccupati sono ormai da molti anni senza un lavoro. Il Jobcenter e le agenzie di lavoro della città-stato (Brema) vorrebbero porre rimedio a questa situazione e allo stesso tempo cercare di rendere un servizio all'economia. La loro idea infatti è quella di obbligare i disoccupati di lungo periodo a lavorare come operai o manovali nelle aziende pubbliche o private della città. A pagare lo stipendio, pero', non dovrebbero essere coloro che beneficiano di questo lavoro.
EliminaAizen : Aspettate che gli inglesi smettano di comprare 1MLN di auto tedesche ogni anno e poi incomincerete a capire come va il mondo..........alla fine gli schiavi si ribellano, sempre.
RispondiElimina@Aizen. Da 20 anni con Euro, Harz e deflazione salariale l'industria tedesca fa concorrenza sleale a tutta Europa, eppure molti italiani grazie ai mass merdia nazionali non lo hanno ancora capito, tu mi sembri uno di quelli.
RispondiEliminaIn Germania ci vado quasi ogni mese per lavoro dal 1989 e ho visto tutta l'evoluzione e l'impoverimento dei tedeschi, grazie al 22-23% della forza lavoro a minijob e sussidi comunali per pagare bollette e affitto.
Poi ci sono anche i tedeschi che stanno bene, ma per la maggior parte dei salariati le condizioni sono peggiorate negli ultimi 20 anni.
Quello che vedi è una cosa, quello che sono i vari dati ufficiali è un'altra e, dal mio punto di vista, più rilevante. L'autore di questo blog che conosce bene il tedesco e saprà dove prendere i dati può tranquillamente mettere in evidenza pubblicamente che dal 2000 la spesa sociale (Sozialgeld) si è ridotta. Lo stesso recentemente quella per la disoccupazione di lungo termine (Arbeitslosengeld II, più conosciuta come Hartz IV) e così coerentemente anche il numero dei suoi percettori. Quello che trae in inganno è la quota di coloro considerata a rischio povertà e che corrisponde a chi ha un reddito inferiore ai due terzi del reddito mediano, il quale crescendo include oggi nella categoria di quelli a rischio povertà coloro che fino a ieri non lo erano, nonostante il loro potere di acquisto sia rimasto costante o addirittura leggermente aumentato. Sono 'curiosità' della statistica. E' del tutto vero che si è verificata una maggiore disuguaglianza nella distribuzione del reddito ma questa è una conseguenza logica dovuta all'incremento della ricchezza prodotta che vede penalizzati i salariati. Che il 22-23% dei tedeschi lavori con minijob è sicuramente riferito ad una fonte non attendibile, anche qui l'autore può facilmente rilevare i dati ufficiali dalle pubblicazioni dell'Agenzia Federale per il Lavoro. La fantomatica 'deflazione salariale' è una interpretazione del tutto fuori luogo, semplicemente dall'inizio del millennio le parti sociali hanno convenuto di legare l'aumento delle retribuzioni a quello dei prezzi e non più alla produttività, in questo modo se quest'ultima - come è avvenuto - aumentava più delle retribuzioni il costo del lavoro per unità di prodotto sarebbe diminuito. E, ribadisco, così è stato. D'altronde lo fa qualsiasi azienda al mondo e non è concorrenza sleale. Le imprese hanno così recuperato competitività evitando di delocalizzare in massa la produzione soprattutto nei Paesi dell'est Europa (Repubblica Ceca e Polonia in particolare). Questo accordo fu proposto inizialmente dalla IG Metall. C'è un articolo su Vox dell'economista Peter Bofinger che illustra correttamente quanto avvenuto. Poi ci sono molti altri dati a margine, come l'andamento delle retribuzioni per fasce di reddito che confermano come queste sono aumentate e siano decisamente superiori a quelle nostre. Se poi si vuole raffigurare un Paese diverso per specifiche ragioni, allora è altra cosa.
Elimina@M. Colucci
Elimina..può tranquillamente mettere in evidenza pubblicamente che dal 2000 la spesa sociale (Sozialgeld) si è ridotta. Lo stesso recentemente quella per la disoccupazione di lungo termine (Arbeitslosengeld II, più conosciuta come Hartz IV) e così coerentemente anche il numero dei suoi percettori.
.....
Che il 22-23% dei tedeschi lavori con minijob è sicuramente riferito ad una fonte non attendibile...
Quindi se ho ben capito il tuo ragionamento i tedeschi nel complesso stanno meglio di quanto le statistiche farebbero supporre?
Chiedo solo perchè non ho elementi, a parte quello che leggo sul web, per esprimeee giudizi.
Innanzi tutto una premessa, anzi due: non ho scritto che i tedeschi stanno meglio di quanto fanno supporre le statistiche, ho scritto che sono proprio le statistiche a mostrare come stiano meglio rispetto al passato. La seconda premessa è che le statistiche sono strumenti utili ma occorre saperle trattare. Spesso i giornalisti ne leggono una e ne traggono già delle conclusioni per scrivere un articolo che poi si dimostra essere non corrispondente al vero o del tutto esatto. Ad esempio cosa significa che l'occupazione è aumentata se la definizione internazionale è che si considera occupato chi dichiara (a sondaggio) che ha lavorato per almeno un'ora nella settimana? Cosa significa che la spesa per prestazioni sociali è aumentata? Deriva da un incremento del numero di percettori o magari perché il governo ha aumentato gli importi per adeguarli al maggiore costo della vita? E se sono aumentati i percettori, sono tutti tedeschi oppure questo è dovuto magari in (gran) parte all'arrivo di stranieri? Tutto questo per dire che prima di giungere ad affermazioni così nette riguardo l'andamento nel tempo del tenore di vita in generale dei cittadini residenti occorre approfondire la questione da diversi punti di vista.
RispondiEliminaOra vengo al punto sollevato: la Germania non è il bengodi, non sono tutti ricchi, non tutti posseggono auto da decine di migliaia di euro. Ci sono coloro che vivono in povertà e non sono pochi. Però in un confronto internazionale esce fuori che in Germania la condizione è migliore che in molti altri Paesi, fatta eccezione di alcuni come quelli scandinavi e della Svizzera ad esempio. La distribuzione del reddito non è stata equa e si è allargato il divario ricchi-poveri, però questo non significa che nel complesso stiano peggio rispetto a prima. I tedeschi non sono poi tutti lavoratori di prima classe, e qui vengo più al punto sollevato da questo articolo, anzi ritengo che in linea generale i tedeschi non siano dei gran lavoratori, non più degli italiani, anzi ritengo il contrario. Questo non lo sostengo per 'patriotismo' ma perché lo confermano gli stessi imprenditori tedeschi che sono concordi nel considerare l'impegno e molte attitudini dei lavoratori italiani in generale migliori dei quelle possedute dai tedeschi. Ci sono quindi migliaia di lavoratori in Germania che non hanno una cultura, una professionalità, un curriculum che permetta loro di trovare lavoro facilmente e rimangono disoccupati per molti anni. Cosa si può fare per evitare che la condizione si protragga a tempo indefinito? Provare a reintegrarli per un tempo sufficiente affinché imparino un mestiere e che al termine l'impresa non li licenzi ma decida di tenerli. E' sbagliato? E' preferibile la situazione attuale con il risultato che rimangono disoccupati anni e anni?
Mi pare che dare lavoratori gratis a imprese private sia 'aiuto di stato' a discapito della concorrenza, cosa vietatissima dalle regole europee.
EliminaPoi, visto che tutto il mondo è paese e la Germania non è seconda a nessuno manco in furbizia, chi controlla che l'imprenditore, dovendo pagare qualcosa dopo il primo anno non sostituisca i vecchi (di un anno) con nuovi disoccupati? Ancora meglio, potrebbe sostituire assunti a tempo indeterminato con questi disoccupati a costo zero.
Esatto, "le pare", a lei, non alle regole che facilmente non conosce.
EliminaSono anni che fanno aiuto di stato con i sussidi. Le regole se le fanno a loro uso e consumo. Noi mandiamo in Europa gente come Pittella e poi ci domandiamo come mai le regole europee ci penalizzino sempre.
EliminaTranquilli anche in Italia c'è chi vuole legalizzare la schiavitù tramite reddito di cittadinanza; ci arriveremo; dategli tempo.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@cocucci, digiti all'interno di questo Blog la parola Minijob, troverà vari articoli del 2012-13 che riportano che 1 lavoratore su 5 in Germania è occupato con i minijob,quindi non 22-23% ma poco meno, comunque dati di 4-5 anni fa. Se poi digita BMW trova 2 articoli che parlano della fabbrica BMW di Leipzig e ci sono vari esempi degli stipendi pagati.
RispondiEliminaNon so quali sono le sue fonti ma ci illumini, siamo sempre disposti ad ampliare le conoscenze.
Se poi frequenta i tedeschi o la Germania dovrebbe saperlo che i tedeschi se la passano peggio rispetto a 20 anni fa. Certo anche in Italia stiamo peggio, e sicuramente la Germania sta meglio di molti altri paesi non vi è dubbio, ma questo non vuol dire che possono permettersi di andare in giro a pontificare quello che si deve fare e che il mainstream e molti allocchi vogliono farci credere.
Se abbiamo la situazione attuale lo dobbiamo semplicemente ai traditori che hanno accettato di adottare una moneta che non rappresenta l'economia italiana ma quella tedesca.
Nell'articolo riguardante lo stabilimento BMW a Lipsia si parla di contratti interinali, non di minijob (che contratti interinali non sono), il che mi fa supporre che sia lì l'origine del tasso errato citato (22-23%). Frequentare i tedeschi non è determinante per valutare se il reddito in generale sia aumentato o meno, si devono guardare i dati incontestabili come le dichiarazioni dei redditi, o meglio le tabelle che riportano i redditi divisi in decili, da dove emerge che coloro che davvero si possono considerare poveri sono diminuiti. Sono diminuiti tra i cittadini di nazionalità tedesca ovviamente, poi c'è chi emigra in Germania e non avendo un reddito sin da subito, o se lo ha è insufficiente, sfalsa i dati riguardante appunto i tedeschi di cittadinanza. Quando si parla di flusso migratorio in Germania parliamo di oltre 1 milione di stranieri che annualmente si reca lì a fronte di circa 700-800 mila che escono con un saldo che raggiunge quindi il mezzo milione (nel 2015 a causa delle porte aperte deciso dal governo Merkel per i profughi siriani si è toccata la cifra di 2 milioni di ingressi) quando nei primi anni 2000 il saldo era inferiore alle 100 mila unità. Mi sembra evidente come questo fenomeno influisca sulle statistiche riguardanti la povertà.
EliminaL'effetto è: aumenta l'occupazione e diminuiscono i redditi da lavoro. I lavoratori sempre più poveri, il capitale finanziario sempre più ricco.
RispondiElimina@cocucci,Lei ha la spocchia di voler contraddire i dati stessi che pubblicano i tedeschi, non so da dove trae i suoi dati, comunque inutile discutere con chi nega la realtà. Forse per lei non è necessaria l'opinione dei tedeschi, ma se la percezione è di impoverimento forse la ricchezza diffusa che vede lei viene da dati errati oppure dal famoso pollo di Trilussa: pochissima hanno 3-4 polli al giorno e molti hanno solo gli avanzi.
RispondiEliminaLe mie fonti dati principali sono:
EliminaPer le statistiche economiche "Statistisches Bundesamt";
Per le questioni di bilancio "Bundesministerium der Finanzen";
Per il tema lavoro e sostegno alla disoccupazione "Bundesagentur für Arbeit".
Ma se ha dati da fonti attendibili che attestano condizione diversa da quella che affermo non perché non segnalarli.