lunedì 24 luglio 2017

2018 - Odissea in Piddinia

Tobias Piller è il corrispondente dall'Italia per la Frankfurter Allgemeine Zeitung. Sulle pagine del prestigioso quotidiano di Francoforte non perde occasione per raccontare ai tedeschi quanto la situazione italiana sia ormai irrecuperabile e il collasso del Belpaese alle porte. Per Piller, e probabilmente per molti lettori della FAZ, l'Italia resta un paese caotico ed inefficiente, un paradiso di bellezza abitato da un popolo incapace di pensare al futuro. Il giornalista si lancia poi in una profezia funesta: il 2018 sarà l'anno del collasso generale! Grazie Claudio per l'ottima traduzione. Da FAZ.net


All'Italia mancano gli strumenti per un nuovo slancio. La perenne campagna elettorale e una montagna di problemi quotidiani tengono il Paese paralizzato. Il prossimo anno si fa dura

Non è trascorsa nemmeno una settimana nella quale sui giornali italiani non siano comparse brutte notizie: banche stremate, immigrati straziati, caos politico. Il presente di questo superbo Paese è tutt'altro che roseo. Ma la nota più negativa è che l'Italia ha tutte la carte in regola per diventare l'epicentro della crisi europea nel 2018. Fra tutti i Paesi che hanno preso parte al recente G20 l'Italia è quello con le peggiori previsioni di crescita. Anche per questo il debito pubblico è il più elevato di tutti dopo quello giapponese. Eppure questi paragoni internazionali, in particolare quelli che consegnano risultati tanto amari per l'Italia, non interessano la politica romana.

A Roma ruota tutto attorno alle manovre politiche che al momento permettono ai loro protagonisti di restare tranquilli ai loro posti, l'attenzione ricade sugli spettatori nelle innumerevoli discussioni televisive o sul favore riscosso tra gli utenti internet. La stessa crisi dei migranti – con 80.000 sbarchi registrati dall'inizio dell'anno – non partorisce alcuna discussione approfondita in merito alle possibili soluzioni, bensì solo le declamazioni più incisive possibili per le telecamere: “Le ragioni di queste decisioni perverse, in seguito alle quali tutti i migranti sbarcano in Italia, vanno ricercate in oscuri accordi stipulati dal governo Renzi” dice Renato Brunetta, capogruppo del partito di Silvio Berlusconi. Il grande ammiratore della Le-Pen e leader della Lega Matteo Salvini è invece assai più coinciso: “L'Italia sta diventando un immenso campo profughi”.


Solo il 40% dell'acqua piovana

Ci sono parecchi problemi da risolvere intorno alla questione del flusso migratorio. Per anni infatti l'Italia si è abituata a dirottare i nuovi arrivati in direzione Austria e Germania. Adesso invece i profughi, una volta sbarcati, vengono registrati e devono rimanere in Italia. Però 5300 sindaci su 8000 non vogliono alcun centro d'accoglienza sul loro territorio. Perciò gran parte dei 4,5 miliardi di euro destinati all'alloggiamento dei migranti finiscono a delle cooperative non sempre limpidissime, alcune delle quali hanno come unico obiettivo quello di intascarsi il denaro. Questi problemi sono noti da tempo ma l'Italia resta ancora lontana dal poter garantire controlli efficaci e capillari. Molto più semplice lamentarsi continuamente del disinteresse dell'Europa, dal momento che Austria, Germania e gli Stati dell'Europa dell'Est non vogliono farsi carico dei migranti.

Lo stato di emergenza riguardante l'accoglienza e l'assistenza dei migranti è solo uno dei grandi problemi del Paese: vi si aggiungono altre questioni della vita di tutti i giorni. L'agenda quotidiana viene puntualmente scossa da nuovi scandali e spesso le criticità sono rappresentate da problemi ben noti. In questo momento l'Italia sta registrando un'ondata di calore straordinaria e si viene a scoprire – solo adesso – che nel 2017 le piogge ammontano solamente al 40% della media abituale. Il raccolto di riso nella Pianura Padana è minacciato, mentre una gran parte di quello del mais è già andato perduto. I Presidenti di diverse Regioni intendono proclamare lo stato di calamità in modo da ricevere degli indennizzi dallo Stato. Investimenti di lunga durata finalizzati al risparmio idrico nell'agricoltura? Quelli possono pure attendere...

Problemi abituali con l'aggiunta di qualche sgradita sorpresa

Quest'anno però l'emergenza idrica colpisce anche i cittadini che finora ne erano stati risparmiati. Che nelle zone interne della Sicilia città di anche 100.000 abitanti in estate abbiano accesso all'acqua solo ogni due o tre giorni rientra nella normalità. Ora però l'acqua viene razionata anche nell'hinterland napoletano e alcuni paesini vengono riforniti solo grazie alle autobotti. Le notizie riguardanti la penuria idrica sono anche in questo caso accompagnate dai dati circa la perdita d'acqua causata dalle condutture malfunzionanti: a Roma, secondo le statistiche, tali perdite ammontano al 43% dell'acqua trasportata, a Palermo al 45% e a Firenze al 46% (poco meno del 40% la media nazionale). Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti tuona: “Non è più tollerabile che ogni anno per alcune città il periodo di siccità si tramuti in un problema di approvvigionamento idrico”. 

A queste emergenze “abituali” si aggiungono altre sgradite sorprese come gli incendi che d'estate colpiscono le aree boschive. Si presume che alcuni di questi vengano appiccati dai forestali “stagionali” che in questo modo hanno la possibilità di prolungare il loro periodo lavorativo (e con ciò anche i loro stipendi). Quest'anno però è emerso che intere zone siano sprovviste di velivoli antincendio. I media riferiscono che, in seguito all'accorpamento dei forestali nel Corpo dei Carabinieri, la questione circa la capacità operativa dei mezzi antincendio sia stata notevolmente trascurata.

Cumuli di macerie nei paesi degli Appennini

La lista delle emergenze e dei disguidi nazionali prosegue senza sosta. A Roma il deposito dei rifiuti è stato chiuso; in mancanza di inceneritori però una gran parte dei rifiuti viene portata all'estero con i treni. A Napoli un edificio di quattro piani è crollato. Il ponte autostradale crollato a maggio nei pressi di Ancona è solo uno dei tre casi analoghi di cedimento verificatisi in sei mesi. Sempre a Roma uno sciopero di 24 ore indetto da due minuscole sigle sindacali ha paralizzato l'intera città: la motivazione era quella di opporsi a qualunque ipotetica proposta di privatizzazione delle linee dei bus e di rivendicare il “diritto allo sciopero”. A Roma ci sono a stento due linee e mezzo di metropolitana per una copertura di 44 km, un paio di tram obsoleti e bus consumati, senza i quali però il traffico va in tilt. Inoltre resta ancora un mistero il motivo per cui un terzo dei bus cittadini sia bloccato in deposito per manutenzione, mentre i meccanici delle officine dei bus il pomeriggio lavorano altrove. Da una parte non si trova il denaro per acquistare i pezzi di ricambio, dall'altra però si incoraggia l'acquisto delle ruote dei bus in modo da alimentare i fondi neri. Si è scoperto che un sindacalista operava da intermediario e grazie ai prezzi gonfiati riusciva a mettere da parte fino a 7 milioni di euro, ufficialmente per la mensa ma certamente anche per affari privati.

Se l'organizzazione quotidiana risulta così difficoltosa, non sorprende certo che le conseguenze dei terremoti verificatisi ad agosto e ottobre 2016 non siano ancora state superate. Nei paesini degli Appennini ci sono ancora cumuli di macerie. Di recente il sindaco del Comune di Visso ha dichiarato che se non verranno intraprese delle contromisure nessuno dei vecchi abitanti tornerà in paese.

Le emergenze a lungo termine cadono nel dimenticatoio

È possibile far peggiorare ancor di più questo stato d'emergenza? Sì, è possibile; e le cause sono molteplici. In Italia i politici si sentono impotenti dal momento che nessuno può prendere una decisione senza prima aver consultato tutte le autorità competenti in materia. Quando qualcuno alla fine osa intraprendere un'azione, corre il rischio di violare una delle 100.000 disposizioni in vigore, di finire a processo (per un indefinito numero di anni...) per via di una quisquilia e magari di dover anche pagare un risarcimento di parecchie migliaia di euro. C'è poi anche un conflitto di potere tra i diversi livelli decisionali ma soprattutto ci sono le prassi imposte dal clientelismo politico, secondo le quali ogni occasione è buona per ricompensare i propri raccomandati con posti di lavoro, incarichi e denaro. E quando sussiste il pericolo che un avversario riesca a mettere le mani su un incarico – e sulle relative prebende – si passa al contrattacco cercando di bloccare tutto nella speranza di propizi incroci politici.

A parte questi bassi istinti, progetti a lungo termine miranti a risolvere gli annosi problemi italiani rappresentano un'ardua impresa. Molto più appetibile impiegare le risorse a disposizione in provvedimenti come “il bonus aggiornamento docenti” o “il bonus cultura ai 18enni” (in entrambi i casi del valore di 500 Euro), oppure promettere la quattordicesima per le pensioni più basse, 400 Euro mensili di sussidio per i nuclei familiari più poveri e un bonus (al cui finanziamento si provvederà solo in un secondo momento) per le pensioni minime future dei giovani italiani. In prossimità del referendum del dicembre scorso Matteo Renzi aveva annunciato un “bonus mamma” di 800 Euro una tantum, senza però prestare attenzione alle norme di attuazione. Mancano invece i fondi necessari per rinnovare anche nel 2018 le deduzioni fiscali in favore delle imprese, che nel 2017 avevano potuto usufruire di questa “misura-esca” in caso di investimenti.

Non si possono concepire le riforme come regali da elargire prima delle elezioni, anche perché misure analoghe verrebbero poi proposte anche dagli altri partiti politici. E, soprattutto, chi vuole investire a lungo termine, non si può illudere di poter raccogliere i frutti politici di tali decisioni, semplicemente perché i cambi di governo sono troppo frequenti.

Il debito pubblico è salito al 133%

Quando nel 2014 l'allora 39enne Matteo Renzi divenne Presidente del Consiglio, promise di affrontare tutte queste inefficienze. Diceva che non gli stava a cuore il potere, bensì il futuro dei propri figli. Promise tante riforme, ne portò a termine una sola – quella del mercato del lavoro (n.d.t abolizione dell'articolo 18) – per poi spostare l'attenzione sulla riforma elettorale e su quella costituzionale. Per riuscire in questo intento si avviò spedito sul percorso del populismo condito da regali elettorali e slogan antitedeschi. La sua smodata sete di potere ha finito per renderlo talmente insopportabile che per gli avversari di Renzi è stato fin troppo facile convincere gli italiani a rigettare le sue riforme in modo da porre fine alle ambizioni di quel politico sempre più detestato. Risultato: la politica e le tante riforme si sono oramai arenate.

Renzi però è nuovamente a capo del PD, tuttavia all'interno del partito è in corso un'accanita diatriba circa le possibili coalizioni. La destra avrebbe buone chance elettorali se non fosse spaccata tra moderati ed euroscettici. Da qualche parte, nella terra di nessuno, si trova Beppe Grillo, privo di qualsiasi programma concreto ma sempre prodigo di ricette populiste e pronto a scagliarsi contro gli sprechi, il Fiscal Compact e l'ondata di migranti. Per le prossime elezioni del 2018 ancora non c'è nemmeno una legge elettorale in grado quantomeno di garantire proporzioni simili tra Camera e Senato, poiché la proposta di legge è stata ogni volta rigettata dalla Corte Costituzionale in riferimento ad entrambe le Camere.

Se la politica italiana dovesse risultare pressoché incapace di agire proprio nel momento della prossima scadenza elettorale, ciò si rivelerebbe un errore fatale. Perché se da un lato il Paese può tirare avanti per altri due anni con i soliti problemi, dall'altro le condizioni economiche potrebbero generare nel 2018 un collasso definitivo del sistema generale. Il debito pubblico ammonta attualmente al 133% del PIL, cui andranno sommati gli oneri per il salvataggio bancario. Non va però dimenticato che nel 2018 il periodo degli interessi tenuti artificialmente bassi sarà finito. Se l'Italia – come quest'anno – andrà nuovamente a bussare ai mercati per farsi prestare 400 miliardi di Euro, ci si porrà la domanda se un Paese tanto problematico, zavorrato da ostacoli alla crescita e da una classe politica disfunzionale, sia poi tanto degno di credito. Questo quesito ancora non aleggia nei pensieri dei politici romani. Matteo Renzi ha appena lanciato il nuovo motto: “Siamo di fronte a dieci mesi di campagna elettorale”.

[1]          Deposito di Malagrotta, chiuso ufficialmente il 1 ottobre 2013

37 commenti:

  1. non si è collassati nel 2011...

    figuriamoci domani...

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  2. Chiedo cosa vi sia di errato in quanto ha scritto, o meglio descritto della situazione italiana. Ad essere sinceri a me sembra la semplice traduzione in tedesco a beneficio dei lettori in Germania di quello che noi diciamo quotidianamente in ogni ambito. Allora cosa dà fastidio, che lo scriva un giornalista straniero, per la precisione tedesco? Lui dovrebbe quindi o non raccontare nulla oppure scrivere che da noi i ristoranti sono pieni, che ci si diverte e che i giovani che non lavorano è perché si sono presi una pausa di riflessione? Ai romani (e non solo) darà più fastidio questo articolo o quando a breve l'acqua verrà razionata -
    perché verrà razionata, non essendoci previsioni di pioggia nei prossimi giorni - nonostante il costo sia aumentato notevolmente negli ultimi anni? A parte le mirabolanti previsioni di crescita aggiornate recentemente che non porteranno però sostanziali variazioni nel tasso sia di occupazione che di disoccupazione, c'è da essere fiduciosi nelle capacità ed in quello che sta facendo la classe dirigente? Giusto per capire.

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    1. Grazie per il commento, diciamo che l'articolo di Piller affronta alcuni dei ben noti problemi italiani, di cui tutti noi purtroppo siamo a conoscenza. Il punto interessante è la rappresentazione del paese Italia che il corrispondente della prestigiosa FAZ offre quotidianamente ai lettori tedeschi, onestamente non ricordo un articolo dal tono vagamente positivo di Piller sulla Faz, come è possibile? Il suo è anche un caso umano,nel senso che se vivi e lavori in Italia da anni, come è possibile che tu non riesca a scrivere qualcosa di buono sul paese che ti ospita? Come fai ad essere così arrogante e presuntuoso? io non ce la faccio nemmeno a leggerlo e ad ascoltarlo, onore a Claudio che l'ha tradotto, grazie ancora. Che poi anche su Libero o Il Giornale magari riesci a trovare articoli molto critici nei confronti della Germania e dei tedeschi, ma nulla di simile a quello che scrive Piller, secondo me. Perché se uno volesse passare il proprio tempo ad attaccare i tedeschi di argomenti ne troverebbe molti, o sbaglio?

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    2. "un paese caotico ed inefficiente, un paradiso di bellezza abitato da un popolo incapace di pensare al futuro" è opinione di Piller che trasmette ai lettori della FAZ oppure è la realtà? Perché noi siamo quelli che amiamo talmente il nostro Paese che ogni anno lo bruciamo e quando non facciamo quello lo inquiniamo sia in atmosfera e sia nel sottosuolo con i rifiuti tossici. Amiamo talmente il territorio dove abitiamo che non riusciamo a realizzare dappertutto la raccolta differenziata come si deve. Amiamo talmente la nostra cultura che non la conosciamo, compresa la lingua italiana dove si adoperano termini a vanvera come "autorazzismo" per definire una semplice autocritica. Autocritica perché non ci si vuole abbandonare al fatalismo, si vuole invece vivere in un Paese efficiente con una classe dirigente - ma anche una popolazione - responsabile. Ritengo che quello che dovrebbe al limite dividerci sono le scelte per migliorare la situazione, non la presa di coscienza della realtà, realtà che Piller non ha fatto altro che riportare nel suo articolo. Questo blog, che ha una sua 'linea editoriale', di mettere in evidenza aspetti critici della Germania, ha una sua utilità che è quella di mostrare che non è il Paese del bengodi, non è perfetto, però è incontestabile che presenta elementi di efficienza migliori del nostro. A qualcuno urta doverlo ammettere? Nessun problema, continui pure a vivere nel suo mondo parallelo. Dobbiamo copiare le ricette tedesche? E chi l'ha detto? La verità è che noi non abbiamo proprio alcuna ricetta, nessuna agenda. Viviamo alla giornata con provvedimenti alla giornata. Ieri nella trasmissione In Onda su La7 è stato trasmesso un servizio che racconta che il 'caporalato' nel meridione è ancora largamente presente e alcuni imprenditori agricoli hanno affermato candidamente che l'unica via per cancellare il fenomeno è che i braccianti siano messi a disposizione dal servizio pubblico attraverso i Centri per l'Impiego. Ma scherziamo? Non so come operano i Centri per l'Impiego nel meridione oppure che differenza vi sia nel tipo di agricoltura, ma nel settentrione e soprattutto nel triveneto il caporalato è inesistente. Ci potrà essere qualche azienda che ha parte dei lavoratori stagionali non in regola ma il 'caporale' non esiste come non esiste lo sfruttamento economico attraverso compensi vergognosi. Se io mi indigno di questo sarei 'razzista', o 'autorazzista' se sottolineo che all'estero (magari nella famigerata Germania) questo fenomeno non è presente come da noi? Piller verrebbe a farci la 'lezioncina' se ne scrive sul suo quotidiano o ne parla in TV quando invitato?

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    3. Caro Cocucci divido il commento in parti perchè c'è molto da dire...
      Parte 1
      Caro Cocucci, il suo commento avrebbe tranquillamente piena cittadinanza in qualunque blog, se non fosse che lei in realtà non guarda alla situazione italiana con "l'equidistanza teutonica" che afferma di avere o che secondo lei ha Piller.
      I problemi per cui l'Italia si trova nella situazione di irresponsabilità politica e mancanza di prospettive sono ben noti, e sono legati alla storia del Paese fin dall'Unità, che si deve all'intervento delle potenze come Gran Bretagna e Francia, e quindi indissolubilmente intrecciati con i desideri, le pretese, l'imperialismo dei nostri "alleati" che non perdono occasione per darci lezioni...
      Purtroppo le lezioncine di Piller non sono costruttive e non sono mai a loro volta autocritiche, perchè Piller in realtà sa bene che l'architettura europea così come è stata concepita avrebbe svantaggiato l'Italia e avvantaggiato indebitamente la Germania, che certamente di quei vantaggi non aveva bisogno!
      Ormai purtroppo ad oggi sono note le manovre inglesi nella politica italiana fin dall'Unità: veri e propri colpi di stato silenziosi con lo scopo di favorire la Gran Bretagna e limitare la crescita dell'Italia. Ben abbiamo visto nel 2011 gli appetiti della Francia verso la Libia, invidiosa delle relazioni sviluppate in quel luogo dall'Italia.
      Abbiamo ben visto quanto le politiche neocoloniali degli USA abbiano contribuito a fare dell'Italia ciò che è oggi: cioè un Paese con una classe politica corrotta perchè da sempre serva di poteri stranieri!
      Lei è al corrente del fatto che la prima cosa che gli americani fecero in Sicilia fu quella di mettere i capi-mafia a fare i Sindaci? Le sembra un modo per "insegnare" al Paese a costruirsi un futuro?
      Oppure è al corrente di come la CIA avesse usato la mafia per commettere la Strage di Portella della Ginestra? E dobbiamo credere che Enrico Mattei sia morto in un incidente aereo o che Moro sia stato ucciso dalle BR? Dopo essere stato apertamente minacciato da Kissinger in persona per le sue politiche autonomiste?
      Oppure preferisce parlare di Mani pulite e di un'operazione di giustizia ad orologeria che ha avuto come unico scopo quello di abbattere una classe politica che cercava di fare (anche) gli interessi del Paese?

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    4. Parte 2
      Come può pensare che le classi dirigenti italiane crescano con senso di responsabilità se ogni volta che un politico italiano ha tentato di fare gli interessi del Paese è stato abbattuto da poteri esteri (vedi Berlusconi con la crisi dello "Spread"...)?
      E poi vogliamo parlare dell'adesione allo scellerato progetto europeo? Che ha tolto progressivamente risorse ed autorevolezza alle amministrazioni pubbliche? Consegnando i beni della cittadinanza al degrado?
      Cocucci lei fa bene a stigmatizzare i problemi della Società italiana, ma dovrebbe anche avere il coraggio di provare ad analizzarne le CAUSE, altrimenti la sua diventa una snobistica accusa di semplice e "congenita" inferiorità rivolta al popolo italiano.
      Peccato che io la conosca Cocucci, e sappia benissimo che lei non ha alcuna voglia di analizzare le cause del degrado italiano! In quanto sarebbe costretto ad ammettere che l'Italia è stata in larga misura mantenuta nel sottosviluppo dai suoi cosiddetti "alleati" allo scopo di perseguire i loro interessi di parte a scapito nostro, e poi si diverte a dare la lezioncina in base alla quale "non dobbiamo dare la colpa agli altri dei nostri problemi".
      E mi andrebbe benissimo, se "gli altri" la smettessero di venire a casa nostra a dirci cosa dobbiamo fare e a spendere miliardi in operazioni segrete che distruggano la nostra classe dirigente se fa gli interessi dell'Italia invece di quelli USA, GB, Francia o Germania! Oggi queste informazioni storiche ci sono tutte Cocucci, senza tema di smentita e in grado di far vergognare i nostri "avanzati" alleati!
      Se Piller fosse onesto direbbe chiaramente che la UE e la moneta unica, ad esempio, hanno distrutto più o meno definitivamente le prospettive dell'Italia e non solo, facendo gli interessi praticamente della sola Germania. Qualche suo connazionale più onesto e meno spocchioso lo dice apertamente (Flassbeck) un motivo ci sarà, o no? E poi preciserebbe che il degrado delle infrastrutture è un grave problema anche in Germania, dove gli investimenti sono fanalino di coda in Europa... (perchè dovrebbero farli se ottengono il loro surplus commerciale semplicemente grazie alla moneta drogata?) Invece lascia intendere che la situazione italiana sia un "unicum" deprecabile e lontano dagli altri. Gli piace mettere la propria polvere sotto al tappeto.
      Ma questi argomenti non le piacciono vero? Eh lo so... Allora guardi, facciamo così: lei la sua lezione ce l'ha data, adesso può lasciarci in pace, che ne dice?

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    5. Tobias Piller è corrispondente dall'estero per una testata giornalistica tedesca quindi non è chiamato a parlare di politica interna del suo Paese ma di quello che accade qui come fanno i giornalisti di altre nazioni. Di questioni tedesche ne parlano i colleghi, e qui ne è la prova dato che vengono riportati articoli che riguardano la Germania tradotti in italiano. Non ho cercato ma sono sicuro che si è parlato anche della situazione investimenti pubblici, che però non la vede aggiornato dato che sono due anni che questi hanno visto un sensibile aumento (oltre 4% di incremento della spesa pubblica nel 2016). Per quanto riguarda il resto mi avvalgo del diritto di non condividere la tesi che l'euro sia la causa principale o anche secondaria della situazione di fiacchezza economica italiana, a prescindere da quel che può affermare Heiner Flassbeck o altri.

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    6. @Christian Caiumi, leggo dal suo commento:

      1) "I problemi per cui l'Italia si trova nella situazione di irresponsabilità politica...si deve all'intervento delle potenze come Gran Bretagna e Francia"

      2) "l'architettura europea così come è stata concepita avrebbe svantaggiato l'Italia"

      3) "manovre inglesi nella politica italiana fin dall'Unità: veri e propri colpi di stato silenziosi"

      4) "politiche neocoloniali degli USA abbiano contribuito a fare dell'Italia ciò che è oggi: cioè un Paese con una classe politica corrotta"

      5) "ogni volta che un politico italiano ha tentato di fare gli interessi del Paese è stato abbattuto da poteri esteri"

      6) "la UE e la moneta unica, ad esempio, hanno distrutto più o meno definitivamente le prospettive dell'Italia"

      A leggerla, mi chiedo: ma è mai possibile che per l'Italiano sia sempre colpa di qualcos'altro o qualcun'altro?!

      Non è che per caso invece la colpa di come è ridotta fallItaGlia è proprio degli Italioti stessi?!

      Non sia mai, eh, figurarsi!

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    7. @Maurizio Cocucci25 luglio 2017 08:09

      l'euro è centrale.
      se non lo si capisce si è destinati al baratro.


      dovresti leggerti Anschluss di vladimiro giacchè
      per capire piu di italia e germania.

      so gia che non lo farai...
      quindi qui un video che te lo racconta lui in prima persona.

      https://www.youtube.com/watch?v=-EWVPCOYCSY


      questo invece è un link da aprire solamente dopo aver visto con attenzione il video.

      https://www.reddit.com/r/MapPorn/comments/6noby3/economic_map_of_germany_3080x2086/

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    8. @ Silvano
      "A leggerla, mi chiedo: ma è mai possibile che per l'Italiano sia sempre colpa di qualcos'altro o qualcun'altro?!
      Ed è mai possibile che per gente come lei i documenti storici non contino mai nulla e si preferisca sempre mettere ben bene la testa sotto la sabbia dell'autorazzismo?
      Delle due l'una: o siete terribilmente presuntuosi, e quindi pensate che l'Italia abbia sempre goduto di una libertà e di un potere che in realtà NON HA! Oppure siete degli struzzi che preferiscono non vedere dati storicamente provati e costruirsi un magico mondo mentale.
      In ogni caso vi consiglio qualche buona lettura, perchè altrimenti i vostri ragionamenti muoiono tutti nell'autorazzismo, e come tali sono privi di senso, semplicemente.

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    9. "Di questioni tedesche ne parlano i colleghi"
      Le questioni tedesche sono affrontate solamente a titolo di confronto e per una riga su cento del mio commento, ma naturalmente è meglio sviare l'attenzione su quello piuttosto che sul resto, giusto?

      "mi avvalgo del diritto di non condividere la tesi che l'euro sia la causa principale o anche secondaria della situazione di fiacchezza economica italiana, a prescindere da quel che può affermare Heiner Flassbeck o altri"
      Nessuno le leverà mai questo diritto, mentre mi consentirà (ma credo non solo a me) di considerare di converso i suoi commenti privi di qualunque valore, per il semplice fatto che per portare avanti le sue idee censura completamente ogni argomento economico, ad oggi ormai evidente, che mostri il fallimento dell'architettura europea. Lei si limita a dire che non è d'accordo, senza fare il minimo sforzo per controargomentare o per capire gli argomenti altrui.

      i suoi commenti per me valgono ZERO, Cocucci, e non perchè non abbiano valore intrinseco, ma perchè lei è non è in grado di argomentare se non in modo banalmente giudicatorio e superficiale, e non capisce nulla di macroeconomia (o fa finta di non capire).
      Per lei la Germania ha ragione e gli altri hanno torto, semplicemente. Trovo più volte commenti con cui non concordo ma che sono molto interessanti, ma non sono i suoi. La sua è bassa tifoseria.

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    10. Le mie considerazioni si basano su ciò che avviene nel mondo reale, cioè delle imprese. Imprese che lamentano diversi fattori quale loro ostacolo, non certo la moneta. Ricordo che nel 2014, in occasione delle elezioni europee, vi sono stati diversi dibattiti su tale argomento, che hanno già allora trovato diffuso scetticismo sui possibili vantaggi di un ritorno alla lira. Da quell'anno non se ne parla più, a livello di imprese intendo, semmai si discute di possibili misure da proporre, di parametri da aggiornare, ma di possibile ritorno alla lira non se ne discute. Lacune in macroeconomia? E dove lo rileva, da un semplice commento che per definizione non può contenere l'adeguato supporto per così dire 'scientifico'? In un commento cosa vuole che possa dire? Semmai a fronte di considerazioni che vogliono il successo dell'export tedesco dovuto a fantomatiche 'deflazioni salariali' o merito di una valuta sottovalutata rispetto ad una solo tedesca, posso solo dire che questo certamente è vero, ma in parte, molto in parte. Ed in un semplice commento posso eventualmente citare qualche esempio, come quello di Volkswagen che in Cina vende oltre 1 milione di autovetture, ma di autovetture non "made in Germany" bensì in China grazie a due joint venture con imprese statali come la SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation), creando la Shanghai Volkswagen Automotive Co. Ltd con 50% di quota capitale in mani cinesi ed il resto tedesco. La seconda joint venture è la FAW-Volkswagen Automobile Co.,Ltd, con 51% di capitale cinese (FAW) ed il resto tedesco. Fiat ha fatto la stessa cosa, anche perché lì puoi produrre e vendere solo se insieme a capitale cinese, ma l'anno scorso non è andata oltre le 15 mila unità. Dove sta qui l'influenza del costo della manodopera in Germania o quello del cambio euro-yen? Negli Stati Uniti è situazione similare, la maggior parte delle vetture tedesche vendute in territorio americano è prodotto localmente, in Messico soprattutto quando non proprio negli USA. Poi certamente c'è anche il vero export dalla Germania che non ha subito quegli ostacoli valutari in quanto l'euro non si è apprezzato come lo sarebbe stato il marco ma è fattore non determinante per il semplice fatto che ad esempio le esportazioni tedesche sono cresciute sensibilmente anche durante gli anni in cui l'euro si è apprezzato parecchio rispetto alle altre valute. Con il marco sarebbero - forse - cresciute meno ma di certo il successo sarebbe avvenuto comunque, d'altronde la Germania ha praticamente da sempre esportato 3 volte tanto quanto realizzato da noi, quindi anche in epoca lira. Comunque qui ho semplicemente replicato ad una considerazione circa un articolo di un giornalista tedesco, non ho tenuto alcuna lezione di macroeconomia, se è in grado di essere più preciso circa le mie lacune in macroeconomia magari posso anche replicare.

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    11. PARTE 1
      "diversi dibattiti su tale argomento, che hanno già allora trovato diffuso scetticismo sui possibili vantaggi di un ritorno alla lira"
      Dibattiti condotti da chi? Con quali argomenti? E' evidente che la maggior parte dei dibattiti vedeva con scetticismo il ritorno alle monete nazionali, in quanto organizzati da coloro che hanno tutto l'interesse a mantenere l'Euro, per interessi di parte!
      "Da quell'anno non se ne parla più, a livello di imprese intendo"
      E chi lo dice??? Lei?
      Io francamente difficilmente trovo imprese in cui non si dica che la moneta unica è stata una maledizione! Se si peritasse di andare sul sito dell'intoccabile Bagnai leggerebbe spesso lettere di imprenditori che ne parlano!
      "E dove lo rileva"
      Come dove lo rilevo??? Lo rilevo nel fatto che lei è talmente ignorante in materia da non essere in grado di capire il vantaggio comparato che ha rappresentato per l'economia tedesca la moneta unica! Sebbene a lungo termine insostenibile (altro elemento che fa pensare che i tedeschi siano proprio malati...) O forse semplicemente non lo vuole capire perchè sarebbe costretto a mettere in discussione tutta la sua architettura mentale.
      "il successo dell'export tedesco dovuto a fantomatiche 'deflazioni salariali'"
      Non sono per niente fantomatiche! Ma dimostrate coi dati, da Bagnai per primo, e rivendicate dai tedeschi per primi! Che dicono agli altri di "rendersi competitivi", cioè abbassare il costo del lavoro...
      "creando la Shanghai Volkswagen Automotive Co. Ltd con 50% di quota capitale in mani cinesi ed il resto tedesco"
      Il che significa che non è un'impresa solo tedesca... Semplicemente la Germania rinuncia a una parte dei guadagni, non mi pare esattamente "un successo". Tant'è che la Germania è in DEFICIT COMMERCIALE CON LA CINA, non in surplus...
      " la maggior parte delle vetture tedesche vendute in territorio americano è prodotto localmente "
      Subiranno la concorrenza delle aziende tedesche che producono in patria, vista la sopravvalutazione del dollaro rispetto all'Euro...

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    12. PARTE 2
      " le esportazioni tedesche sono cresciute sensibilmente anche durante gli anni in cui l'euro si è apprezzato parecchio rispetto alle altre valute"
      Ecco un tipico esempio di quando si parla di ignoranza a go-go! Per forza la Germania esportava in quel periodo, esportava A NOI! Grazie alla sottovalutazione implicita dei suoi prodotti in moneta unica, poi finito di mungere le vacche del Sud Europa scatta il QE per sottovalutare l'Euro e mungere altre vacche in giro per il mondo! Ma lei sa cos’è la bilancia dei pagamenti?

      "la Germania ha praticamente da sempre esportato 3 volte tanto quanto realizzato da noi, quindi anche in epoca lira"
      Bel primato! I commerci internazionali dovrebbero tendere all'equilibrio, lo sa? Lo dice l'Organizzazione Mondiale del Commercio. E chi ha mai detto che i tedeschi non siano bravi? Ragione di più per non avere bisogno degli "aiutini" (aiutoni) monetari.

      "ho semplicemente replicato ad una considerazione circa un articolo di un giornalista tedesco"
      Il riferimento alla macroeconomia nasce spontaneo perchè è facile e un po' disonesto per Piller dire "l'Italia fa schifo", senza però dire che la moneta unica è stata per l'Italia un sostanziale disastro economico, e che larga parte del degrado dei beni pubblici si deve alla mancanza di risorse dovute alla crisi economica indotta dal cambio fisso!
      Capisce?

      "se è in grado di essere più preciso circa le mie lacune in macroeconomia magari posso anche replicare."
      Ma non ci penso neanche! Lei deve ricominciare tutto da capo, questo è il suo problema! Secondo me lei di macroeconomia e di storia economica italiana non ha capito NULLA. Le mancano completamente le basi. E' sicuramente ancora uno di quelli che pensa che il debito pubblico italiano si è accumulato per "gli sprechi e le ruberie dei politici". Come si fa a discutere con uno così? E non vorrei essere nei suoi panni, sinceramente.

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  3. Ciò che dice Piller è il triste ritratto di fallItaGlia!

    Per me sbaglia però a legare il caos Italiota alla crescita economica e del PIL Italico.

    FallItaGlia è sempre vissuta nel caos totale, parafrasando Renato Zero direi che l'Italia è una specie di carrozzone che va avanti da sè, con le regine, i suoi fanti e i suoi re. I risultati di questo caos si vedono, ma nel lungo periodo, la prossima crisi Itaica è più probabile vederla nel 2028 piuttosto che nel 2018.

    Poi Piller dà anche per scontato che il QE vada ad esaurirsi, mentre è capace che il QE va avanti tranquillamente fino al 2020.

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    1. ma di cosa diavolo parli.
      Vivi in un GRANDE paese. Se lo ritieni caotico puoi sempre alzare i tacchi e mescolarti nel set di Metropolis del XXI secolo: il meraviglioso paradiso tedesco ricordato nella storia esclusivamente per orrori e pangermanesimo esteso alle nazioni non tedesche. Il vizietto non lo perderenno mai. PAese nazista ed invidioso dai tempi di Goethe.

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    2. @Hydroptere, per nostra fortuna, io e la mia famiglia, i tacchi li abbiamo alzati da molto tempo, e ci guardiamo bene dal tornare in fallItaGlia.

      Comunque nel mio commento non mi pareva aver fatto alcun confronto tra Germania e Italia, o tanto meno aver scritto che la Germania sia un "meraviglioso paradiso".

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    3. La prova provata che l'Italia e' un paese piccino e' il fatto che ha, come ogni paese colonizzato, quelli che spiegano come non prendere la scala e salire sull'albero: Gumpel & Piller, i cip e ciop crucchi.
      Cerchiamo di non passare dall'auto razzismo all'auto esaltazione, per favore. L'Italia e' in questa situazione per la scelta congiunta della sua classe dirigente inetta e ghibellina e di una gran parte della popolazione che pensa solo al suo deretano.

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  4. Non diciamo fesserie..l'italia prima delle sciaguratissime ideologie imposte.. non era certo nella situazione in cui è ora.Che lo dica un giornalista tedesco..non mi meraviglia e conta poco, riguarda la sua professionalità e capacità di informarsi, ma che degli itaglianucci si mettano apropalare cretinate per farsi grandi nelle loro testoline vuote..è inaccettabile.. Informatevi , leggetevi i dati del benessere della italia prima che alle nostra spalle itagliani che non voglio definire..firmassero patti capestro..vedete e non fate finta di non saperlo, quanto esportavamo, vedete come il settore tessile emoda, prima che venisse rovinato dalle banche dava lavoro e era invidiato dal mondo.. e quindi qualcuno è stato felice di regalarlo alla francia, indietro rispetto a noi, ma i giornali osannavo creazioni del tipo di mettere un vaso di fiori in testa alla modella, e abiti ridicoli che non innovavano.. li abbiamo aiutati e visto poveri provincialotti, come ci hanno ringraziato? lo stesso lo si è fatto con la pesca c e molto altro...Se arrivate a capire quel che leggete cari commentatori, leggetevi i commenti e gli avvertimenti del professor Guarino e capirete perchè siamo in pessima situazione peggiorata forse a causa delle incapacità piddine, e sottolineo il forse.pur non essendo piddina , dio me ne scampi...L'italia ha solo un problema..gente ignorante e provinciale come voi.. troppa! sederi da scrivania e cervelli da lungo sonno( firmato: marista urru)

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  5. La differenza è che noi non andiamo a dire a francesi e tedeschi cosa devono fare a casa loro, semplicemente ci facciamo gli affari nostri, mentre loro vengono a dirci cosa dobbiamo fare. Con conseguenza che gli idioti e traditori del PD o non, fanno gli autorazzisti e da grancassa alle regole che ci vorrebbero imporre e che regolarmente ci danneggiano.
    Gente come Piller, Cocucci ed i vari PDioti che ci governano dovrebbero aver il foglio di via ed essere cacciati dal Paese. Mi domando come si fa ad essere talmente idioti da non vedere dalla Storia che abbiamo ampiamente dimostrato di saperci governare spesso (ma non sempre) meglio dei tedeschi, considerando anche le risorse naturali del paese, inferiori a quelle tedesche.
    Comunque nel 2005-2006 stavamo nettamente meglio in Italia, poi con Hartz IV e la guerra commerciale contro di noi e il sud Europa si sono ripresi a livello industriale. Forse i vari Cocucci e Piller non se ne sono accorti ma negli ultimi 15 anni c'è stata una sleale guerra commerciale contro l'industria italiana da parte dei tedeschi con la complicità dei nostri governi.

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  6. Facciamo una simulazione, che c'entra poco con questo articolo ma replica ad alcune osservazioni mosse nei commenti. Supponiamo di avere una azienda tessile (ma potrebbe anche riguardare altro settore) di 50 lavoratori. Ipotizziamo che il costo del lavoro medio annuo (costo, non retribuzione netta!) sia pari a 40 mila euro. Non molti, vuol dire che siamo tra coloro che pagano poco i collaboratori. Questo corrisponde ad un costo complessivo annuo di 2 milioni di euro per il personale. Ora valutiamo l'ipotesi di trasferire l'intera azienda, produzione e uffici, in Romania. Al momento il costo medio del lavoro là è circa 1/5 del nostro, questo comporta che potremmo risparmiare all'anno circa 1,6 milioni di euro. Dovremmo sostenere l'onere dello stabile ma considerando che proporzionalmente tutti i costi sono inferiori ai nostri, capannoni industriali inclusi, si può stimare che già con quanto si risparmia di personale nel primo anno lo si paga tranquillamente senza ricorrere a mutui bancari. Non ho rilevazioni recenti nel settore tessile ma non credo si sbagliare di molto se ipotizzo che il costo del lavoro è circa il 20% del totale, questo comporta che se lo riduco di 4/5 ho un incremento il margine di profitto del 16% dato che il costo scende dal 20 al 4%. Risparmio continuativo, non una tantum, benché soggetto a variazioni. Ma non finisce qui. Mentre in Italia la corporate tax rate è intorno al 28%, in Romania è del 16%. I contributi previdenziali ed assicurativi a carico delle imprese sono del 23,45% in Romania e del 32,08% da noi. Tutto questo si tramuta in profitto che si aggiunge. A voi le considerazioni finali.

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    1. la considerazione finale è che
      il tuo è un ragionamento inutile.


      perche scollegato dalla domanda.


      tu potresti offrire anche un prodotto che costi il 50% in meno grazie a vantaggi competitivi favorevoli.



      ma se il mecato di sbocco di tale merce,
      perde Salariati/CONSUMATORI,
      tu quella merce non la vendi.



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    2. @ Kiasu
      "La vendi all'estero."
      Che è precisamente la stolta politica dei tedeschi. Peccato che non possano tutti essere in surplus con l'estero, qualcuno deve accettare di essere in deficit, perchè gli altri possano essere in surplus! E quindi vai di guerra a chi abbassa di più i salari! Salari bassi che alla lunga fanno crollare il mercato perchè si innesca una crisi di domanda aggregata, chiudendo questo bel circolo vizioso.
      Hai centrato in pieno il punto del fallimento della moneta unica e delle politiche deflazioniste in senso lato.

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    3. Grande Kiasu 26 luglio 2017 05:11


      l'estero come i mercati.

      significa tutto e nulla.



      ritornando al padroncino con la fabbrichetta in romania,
      anche il burundi o la somalia è estero...
      pero credo che difficilmente li consideresti i mercati di sbocco per la prorpia merce.


      fatti una risata, con questo video del
      2005

      https://www.youtube.com/watch?v=pKv6RcXa2UI

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    4. Ragionamento inutile, @anonimo? Ma è quello che è avvenuto, e non solo con le imprese di casa nostra. E' fenomeno che avviene dappertutto. Scusate, quando venivano ad esempio gli americani a produrre qui da noi i beni da vendere in Europa, lo facevano da una parte perché i costi di spedire prodotti dagli Stati Uniti in Europa erano molto più alti in proporzione rispetto ad oggi, ma sceglievano spesso l'Italia perché offrivamo un mix di qualità (del lavoro) e costi conveniente rispetto ad altri in Europa. Poi si sono aperti altri mercati e possibilità ed ecco che un po' alla volta se ne sono andati (e se venno tutt'ora) e non certo in Germania. Trump che punta il dito contro il deficit con la Cina forse avrà capito che gran parte dipende da aziende statunitensi che, come ad esempio Apple, hanno delocalizzato in Cina la produzione tenendo in Patria la sola progettazione e di conseguenza i prodotti che fanno entrare negli USA per essere venduti rappresentano formalmente una importazione. L'esempio che ho fatto non vuole sottintendere che l'intera produzione venga trasferita all'estero ma certamente quella a minor valore aggiunto. Qui, come in tutti i Paesi maggiormente industrializzati, rimane solo quella ad elevata produttività o tipica come la produzione agroalimentare. Ma scordiamoci di fare ancora in casa viti e bulloni, con l'euro, la lira, il tallero a qualsiasi altra moneta si voglia. E questo vale anche per calzature e abbigliamento.
      La questione vantaggio competitivo dato dalla oscillazione dei cambi è fuorviante, intanto perché riguarda solamente il commercio estero e non quello interno che da noi rappresenta oltre il 70%, poi perché è facilmente contrastabile da parte dei concorrenti stranieri producendo in loco. Immaginate la lavatrice prodotta a Pordenone con quella che so, Siemens, prodotta in Turchia anziché in Germania. Ora che mi viene in mente è stata proprio questa l'osservazione espressa a Flassbeck quando lui sosteneva che la Germania perderebbe molto dal ritorno al marco e io ho ribattuto che le conseguenze sarebbero una massiccia delocalizzazione di produzione all'estero con conseguente perdita di posti di lavoro in Germania, ma non certo di quote di mercato da parte delle imprese tedesche in quanto venderebbero lo stesso (se non di più) producendo altrove. Il secondo punto per cui puntare sull'effetto valuta è fuorviante è perché è temporaneo, una volta esaurito non si hanno più vantaggi. E l'esperienza insegna che ha una durata breve. Le imprese lo sanno bene, ecco perché è argomento che non prendono in considerazione. Quando in presenza di deprezzamento della valuta vedono aumentare la quota richiesta dall'estero, sempre ammesso che complessivamente si abbia un aumento dellintera produzione, faranno affidamento perloppiù a lavoro straordinario e/o a contratti precari (leggi interinali), di certo non a investimenti fissi di capitale. Quest'ultimo avviene solo quando la prospettiva è a lungo termine, fattore che l'oscillazione della valuta non determina.

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    5. Cocucci, ma perchè non lascia perdere, che appena si addentra in economia dice una sciocchezza dopo l'altra?

      "La questione vantaggio competitivo dato dalla oscillazione dei cambi è fuorviante, intanto perché riguarda solamente il commercio estero e non quello interno"
      Ah sì??? E da quando? Il fatto che un prodotto normalmente importato dall'estero possa essere sostituito da un prodotto analogo realizzato in patria in quanto tornato ad essere competitivo grazie ad un cambio corretto per lei non ha effetti sul commercio interno??? Poi è evidente che la moneta nazionale da sola non è sufficiente a far ripartire il Paese, ma è NECESSARIA! Ma anche queste sono cose ripetute all'infinito e ovviamente ignorate dai personaggi come lei, ansiosi di ridicolizzare le posizioni altrui senza peraltro capirle (o volerle capire).
      Ma un sano bagno di umiltà mai? Tipo dicendo: guardate di economia non capisco nulla quindi faccio domande.
      No eh? Meglio dei sani sfondoni!
      Contento lei.

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    6. Non so a quali dati o esperienze faccia riferimento, ad ogni modo il petrolio non lo puoi sostituire. Nemmeno il gas e così tutte le materie prime di cui non disponiamo. Non puoi sostituire i prodotti farmaceutici legati a brevetti. I beni di lusso poi non subiscono alcuna conseguenza, cosa vuoi che importi per un plurimilionario se una aurovettura da 50 mila costa ora 60 mila? Ammesso che tutti i beni subiscano un aumento del genere. Poi ci sono quei prodotti che non facciamo, parliamo di beni specifici. Oppure di attività che non si possono fare così, con la stessa facilità di affittare un ufficio. Tanto per fare un esempio di allevamento di bestiame dato che al momento la nostra produzione è insufficiente a coprire l'intero fabbisogno.
      Ma vediamo all'esperienza, mi dice in quali occasioni la domanda interna italiana ha visto un consistente incremento in corrispondenza di un deprezzamento notevole della nostra valuta?

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    7. Ci mancava anche la tirata sul petrolio... Perchè se la lira si svaluta poi il petrolio lo dobbiamo pagare il doppio e la benzina costerà il doppio! Vero Cocucci?
      Ridicolo... Ignoranza su ignoranza.

      "Ma vediamo all'esperienza, mi dice in quali occasioni la domanda interna italiana ha visto un consistente incremento in corrispondenza di un deprezzamento notevole della nostra valuta?"
      Ad esempio nel 1992 quando finalmente svalutammo dopo il delirio del cambio fisso che portò quel criminale di Amato a mettere le mani nelle tasche degli italiani per pagare Soros e mantenere il cambio fisso?
      Quando il PIL schizzò verso l'alto per l'ultima volta? E quando lo fece perchè l'economia era ripartita VERAMENTE, e anche la Posizione netta estera migliorò immediatamente. Non come quando al governo c'era Monti e il riequilibrio dei conti è stato ottenuto massacrando la produzione industriale italiana e distruggendo la domanda interna! E infatti la nostra posizione estera netta è affondata ulteriormente...
      Senza contare che dati alla mano la produttività italiana è migliorata ogniqualvolta il cambio sia rimasto flessibile e quindi l'economia italiana competitiva (l'ultima volta proprio tra il 1993 e il 1996), come è ovvio che sia.
      Poi sappiamo anche che il potere d'acquisto delle famiglie in Italia è stato compromesso dalla fine degli anni 70 con la controrivoluzione che ha ribaltato i rapporti di forza: dal 60% di ricchezza al reddito e 40% alla rendita, si è passati al contrario!
      E questo per mano dei suoi amici fanatici dell'Euro, Cocucci mio.

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    8. Credo che tu mi confonda con un altro, uno di quei fenomeni che frequenti abitualmente. Io non ho mai parlato di andamento del prezzo della benzina qui, e dove ne ho parlato, ad esempio in una mia analisi di pochi mesi fa, stimavo l'incremento ad esempio della benzina di nemmeno 15 centesimi a litro a fronte di un aumento del costo del greggio del 30%. Questo perché i costi di raffinazione e le accise rimangono gli stessi. Ho citato il petrolio quale materia prima che non si può sostituire, al massimo solo in piccola parte con quanto abbiamo nel nostro territorio. Rimane comunque il fatto che a fronte di una spesa di 30 miliardi annui (vado a memoria), se il costo per effetto del cambio aumentasse del 10% ne deriverebbe una maggiore spesa di 3 mld che in un modo o nell'altro deve venire fuori come fosse una tassa aggiuntiva.
      Invece per la questione domanda aggregata interna sapevo bene che avresti menzionato il 1992, i polli cadono tutti lì. Se ti prendessi la briga di guardare i dati ISTAT del periodo, scopriresti che la domanda (aggregata) interna, ovvero la somma di consumi nazionali delle famiglie e delle amministrazioni pubbliche, è stata nel 1992, anno in cui - a settembre - la lira uscì dallo SME, pari a 853 mld., l'anno seguente si è scesi a 830, poi nel 1994 sono stati 836, nel 1995 838 e nel 1996 846 mld. Ora il 'pollo' dirà che abbiamo avuto un calo solo il primo anno ma poi si è cresciuti. Gli altri che rispetto all'anno 1992 si è ripreso quanto perso ben 5 anni più tardi, nel 1997 con una spesa di 868 mld, alla faccia dei grandi vantaggi della svalutazione sulla domanda interna! Il PIL è aumentato dal 1994 per quello che hai scritto, per effetto del miglioramento del saldo commerciale, che come ben sai contribuisce sul PIL assieme ai consumi delle famiglie, alla spesa delle amministrazioni pubbliche e degli investimenti (i consumi delle imprese).
      Produttività. Anche qui è la solita 'sola', come dicono a Roma. Ma in questo caso sei in buona compagnia perché anche Bagnai ha fatto questa gaffe analizzandola recentemente. La produttività è il valore aggiunto per ora lavorata (o in alternativa per occupato, ma è meno indicativa). Ora, se ti prendi altri 5 minuti e guardi l'andamento dell'occupazione nel triennio 1993-1995 dai dati ISTAT, verificherai che durante l'intero periodo questa è calata perdendo oltre 800 mila posti di lavoro, e questo nonostante il PIL sia cresciuto nel biennio 1994-1995. Cosa ha comportato quindi questo mix? Semplicemente che se aumenti il numeratore di un rapporto (il PIL) e riduci il denominatore (le ore lavorate causa riduzione degli occupati), il quoziente aumenta (la produttività, non il vostro - tuo e di Bagnai - di conoscenza). Infatti se vai al suo articolo c'è il grafico che mostra bene come la produttività sia cresciuta proprio durante questo triennio, peccato che sia alle spalle di centinaia di migliaia di lavoratori che hanno perso il posto, non della svalutazione.
      Potrei aggiungere qualche altra osservazione ma ho già preso troppo spazio.

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    9. Ti chiedo scusa sul petrolio, non avevo capito lo svolgersi del discorso.
      Wow Cocucci, per il resto hai fatto delle mirabolanti scoperte economiche che ci incastrano!
      In pratica mi stai dicendo che la domanda aggregata, dopo un anno di ovvia crisi conseguente alla tragica decisione di fissare il cambio, è ripartita immediatamente!
      Il problema mio caro, non è nella ripartenza della domanda aggregata, ma nel fatto che il cambio fisso fino al 1992, anche a causa del prelievo forzoso da parte di Amato dai conti correnti, ha evidentemente provocato un crollo della domanda aggregata! Se volevi dimostrare che la politica economica seguita fino al 1992 era sbagliata e che i suoi danni si sono risentiti per 5 anni, ci sei riuscito in pieno! Ti ricordo che ad oggi, a 10 anni di distanza, l'Italia non è nemmeno riuscita a tornare al PIL pre 2008!

      Una perdita possibile di posti di lavoro a seguito di una svalutazione è un evento atteso in tutti i modelli econometrici, compreso quelli di Bagnai e della sua associazione, hai scoperto l'acqua calda. E' un evento non nascosto ed esplicitato nei modelli. E' evidente che l'onda lunga del periodo a cambio fisso si esaurisce nell'ambito di circa 2-3 anni, dopodichè ripristinato il corretto rapporto di competitività delle imprese, l'occupazione può nuovamente aumentare, perchè il PIL cresce oltre i livelli pre-crisi e perchè nel frattempo le aziende, RITROVATO UN MERCATO hanno potuto fare gli investimenti necessari ad aumentare la produttività (investimenti che prima non potevano fare...) Ci vuole qualche anno per rimediare ai danni delle politiche deflazioniste sostenute da quelli come te!
      Fai confusione tra causa ed effetto: le politiche adottate fanno mediamente sentire i loro effetti nei 3 anni successivi, quindi se vuoi sapere perchè nel 1993 si perdono posti di lavoro, rivolgiti ad Amato!
      Tra l'altro sembra tu voglia dire che "senza svalutazione invece i posti di lavoro sono tutelati", quando invece la disoccupazione in Italia è più che RADDOPPIATA CON L'EURO.
      Oppure anche questo non è un dato di fatto? E la produttività nell'Euro?
      Detto questo l'Euro si è svalutato del 30% sul dollaro tra 2014 e 2015, hai notato particolari effetti sull'occupazione? Non direi... Mentre evidentemente la svalutazione (sleale) e competitiva dell'Euro ha permesso performance di export mai viste ai paesi europei, ma sappiamo che con la moneta unica è solo un palliativo. Stesso dicasi per la svalutazione della sterlina post-Brexit, quindi direi che queste conseguenze sono POSSIBILI, ma nemmeno certe.

      Nessuno vuole sostenere che l'uscita dall'Euro sarà indolore, questo lo attribuisce disonestamente la gente come te a chi ha idee diverse, per ridicolizzarne le posizioni, i problemi che tu evidenzi (perdita di posti di lavoro, produttività al palo) sono molto PIU' GRAVI all'interno dell'Euro, ma quel che è più importante, sono problemi che nella moneta unica rimangono SENZA PROSPETTIVA DI SOLUZIONE. Mentre fuori dalla moneta unica le prospettive CI SONO.

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  7. Forse questo video fatto da comici tedeschi per spiegare ai tedeschi l'assurdità della politica economica dei suoi dirigenti politici potrebbe essere di utilità:

    L' altalena dei mercati

    Guardatelo, sottotitoli in inglese. E' uno spasso!

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  8. Bah. Costui scrive un articolo di colore che avrebbe potuto redigere tranquillamente standosene a Francoforte o dove che sia, smanettando appena un po' su internet e limitandosi a tradurre qualche sito, nemmeno dei migliori, o qualche chiacchiera da social.
    Non c'è una notizia, non c'è un approfondimento, non c'è una riflessione, non c'è un'inchiesta. Per esempio, come mai le banche italiane sono in crisi? Quali sono i clienti che non rimborsano e perché? Come mai? Da quando?
    Non c'è niente.
    Insomma, un articolo che un grande giornale che ha una reputazione da difendere come il suo dovrebbe piuttosto scoraggiare.
    Quindi si puo' supporre che il suo ruolo sia probabilmente un altro. Costui ricorda qualcosa, o meglio qualcuno. Per la precisione ricorda un tizio che come lui era assai presenzialista in tv qualche anno fa. Spesso c'entrava come i cavoli a merenda, ma se era li' evidentemente c'era perché lo chiamavano. Questo personaggio, qualificato come "esperto" nei sottopancia, (di che? da chi?) aveva la funzione di spiegare al popolo che le guerre della potenza egemone (gli USA) erano per l'Italia necessarie e che quindi bisognava accettare, tacere e pagare per quelle.
    Con ogni probabilità costui, benché il sottopancia sia diverso, sta svolgendo lo stesso ruolo per il paese egemone da cui proviene: sta cioè inducendoci a pensare che "dobbiamo" accettare, tacere e pagare la politica economica che la Germania sta follemente imponendo alla UE da dieci anni (ma in realtà molto di più) in qua.

    La cosa funziona nei due sensi, ovviamente: per i lettori tedeschi un po' di chiacchiere senza ragioni ma molto pvittoveske devono educare l'opinione pubblica locale all'idea che l'Italia (o gli altri paesi, immagino che il suo ruolo sia svolto altrove da altri simpatici colleghi) sia un luogo dove "bisogna" per forza sacrificarsi ad andare per mettere un po' d'ordine...

    Insomma: giornalismo? Forse Propaganda.

    Camilla

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    1. Luttwak, dico bene?
      Grazie per il tuo commento, pienamente condivisibile

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  9. Nel 2011 eravamo, tutto sommato, messi meglio di adesso, certo c'erano gli stessi problemi ma la situazione era migliore.
    Prima o poi collasseremo, brucia sentirselo dire da uno straniero ma temo che abbia ragione.
    Non sarà il 2018 l'anno del collasso ma prima o poi arriverà, magari dopo la fine della presidenza BCE di Draghi.

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  10. Peccato che collassiamo per colpa delle politiche imposteci da loro (e da noi colpevolmente subite)...e non certo perchè siamo brutti sporchi e puzzoni come dice quella macchietta di commentatore che sprizza ipocrisia da ogni poro...insomma un certo professore ci aveva visto giusto....prima ci fanno fallire e, poi ce ne daranno la colpa...

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