domenica 22 dicembre 2019

Perché la ratifica del MES al Bundestag non è scontata

La ratifica dell'ESM al Bundestag potrebbe essere tutta in salita perché la Groko non dispone della maggioranza di due terzi dei voti necessaria per ratificare i trattati internazionali che abbiano delle implicazioni sulle competenze di bilancio del Bundestag. I gruppi parlamentari della FDP e di AfD sono pronti a dare battaglia e preparano un ricorso alla Corte Costituzionale. Ne scrive Welt




(...) Il fondo di salvataggio ESM, preceduto dall'organismo conosciuto come EFSF, creato dal nulla nove anni fa al culmine della crisi dell'euro, ha svolto un ruolo centrale nella crisi debitoria, rifornendo di denaro freso quei paesi della zona euro che avevano perso l'accesso ai mercati a condizioni accettabili. Il fondo di salvataggio prende in prestito denaro dai grandi investitori in tutto il mondo grazie al suo eccellente merito di credito e lo trasferisce ai paesi in crisi a condizioni favorevoli.

La troika è storia, ora arriva il duetto 

La portata è enorme: dal 2011 il fondo e il suo predecessore hanno concesso prestiti per salvataggi per un valore di 205 miliardi di euro, trasformando l'ESM nel principale creditore dello stato in ciascuno dei paesi in crisi, dall'Irlanda al Portogallo. Il fondo detiene oltre la metà del debito pubblico greco. Il fondo di salvataggio, che ha solo sette anni, tuttavia, è destinato a diventare molto vecchio: alcuni dei prestiti concessi dall'ESM e dall'organizzazione precedente scadranno infatti nel 2070.

L'organizzazione, nata in una situazione di bisogno, ora dovrà essere rafforzata. I paesi dell'euro vorrebbero convertirlo in una specie di fondo monetario europeo. Recentemente il ministro delle finanze italiano, a Bruxelles,  per motivi di politica interna ha impedito all'ultimo minuto l'approvazione della riforma dello scudo protettivo praticamente ormai completamente negoziato. Il trattato sarà di nuovo all'ordine del giorno il prossimo anno.

Il MES riformato dovrebbe svolgere un ruolo centrale nel caso in cui gli stati dovessero tornare a vacillare e dovessero nascere dei nuovi programmi di salvataggio. Durante l'eurocrisi, infatti, a dare il tono era stata la cosiddetta troika composta da Banca centrale europea, dalla Commissione europea e dal Fondo monetario internazionale (FMI): avevano negoziato dei prestiti per il salvataggio degli Stati colpiti dalla crisi, avevano definito i programmi di austerità e di riforma che i governi avrebbero dovuto attuare per ottenere i credito, e quindi monitorato il rispetto degli impegni.

In futuro l'ESM avrà più voce in capitolo, afferma il suo direttore Klaus Regling: “In passato c'era la troika e l'ESM si è aggiunto solo in seguito per formare un quartetto. In futuro ci sarà un duetto fra Commissione europea e MES; ciò si rifletterà nel trattato ESM modificato”. Insieme, i due organismi europei in futuro dovranno progettare, prescrivere e monitorare i programmi di salvataggio. Sarebbe la fine della cooperazione con il FMI, con il quale gli europei nel corso della crisi greca avevano avuto piu' di un conflitto.

Non potrà essere chiamato fondo monetario 

In Lussemburgo si sono anche accorti che il nome di Fondo monetario europeo si sarebbe ben adattato all'entità riformata. La BCE per ragioni tecniche ha avuto qualcosa da dire contro questa denominazione, afferma Regling. "Il nome non è importante", dice oggi: "è importante la sostanza e il MES si è fortemente spostato in direzione di un fondo monetario europeo".

In alcuni ambiti l'ESM ha dei poteri ancora più estesi e ad esempio nel caso di fallimento di una grande banca potrà avviare un pacchetto di salvataggio. Esiste già un fondo di risoluzione a livello europeo, e cioè l'SRF, nel quale tutte le banche europee stanno già versando un contributo e che si assume i costi della risoluzione europea in caso di fallimento.

Se, tuttavia, durante una crisi finanziaria, a fallire fossero diverse banche o una banca particolarmente grande e il fondo di risoluzione dovesse esaurirsi e le altre banche non fossero in grado di iniettare denaro abbastanza rapidamente, l'ESM dovrebbe intervenire con dei prestiti. "Il sostegno fornito dall'ESM ha senso", afferma Bert Van Roosebeke del Centrum für europäische Politik. "Il fondo di risoluzione è in fase di realizzazione, ma al momento non è chiaro cosa succederebbe se un fallimento bancario dovesse colpire prima il fondo e poi lo stato membro interessato".

La FDP teme enormi rischi per il bilancio pubblico

La riforma dell'ESM è tutt'altro che certa, perché il MES non fa parte dell'UE, ma si basa su un trattato indipendente tra i paesi dell'euro. La modifica del trattato, come tutti i trattati internazionali, pertanto dovrà essere ratificata dai parlamenti nazionali.

Al Bundestag, ovviamente, c'è resistenza nei confronti del progetto. A Berlino, infatti, si discute se il Bundestag possa approvare gli emendamenti del trattato a maggioranza semplice oppure se sia necessaria una maggioranza di due terzi. Questo sarebbe il caso se il trattato influisse in modo significativo sulla sovranità legislativa in materia di bilancio, come è accaduto nel caso del primo trattato ESM.

La questione ora riguarda se le modifiche al trattato siano solo degli adeguamenti tecnici senza rischi significativi per il bilancio oppure se l'impatto sulle competenze di bilancio siano rilevanti. La domanda non è priva di conseguenze, perché a differenza di quanto accadde con l'approvazione del primo trattato ESM, la grande coalizione al Bundestag non ha una maggioranza dei due terzi. E due gruppi parlamentari si stanno già mettendo di traverso.

"La riforma del MES crea dei rischi di bilancio aggiuntivi a causa dei nuovi compiti in materia di salvataggio bancario", afferma Florian Toncar, portavoce del gruppo FDP in materia di politica finanziaria. "Al Bundestag la modifica del trattato potrà quindi essere approvata solo con una maggioranza di due terzi".

Il suo gruppo parlamentare ha già commissionato un parere di esperti per chiarire il punto. Il gruppo parlamentare di AfD al Bundestag ha già annunciato che si rivolgerà sicuramente alla Corte costituzionale federale se la modifica del trattato dovesse essere approvata a maggioranza semplice.
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