Prosegue l'integrazione delle forze armate olandesi sotto il comando della Bundeswehr che grazie all'apporto dell'esercito dei Paesi Bassi acquisisce un ruolo centrale nell'ambito della NATO e nell'espansione verso est del patto atlantico. Ne parla il sempre ben informato German Foreign Policy
Il Corpo tedesco-olandese
La Germania ormai da molti anni promuove l'integrazione delle forze armate tedesche e olandesi. Il primo passo in questa direzione è stata nel 1995 la fondazione del Corpo tedesco-olandese. La struttura, con sede a Münster, è composta da 1.100 soldati, ma "in caso di emergenza" è destinata a guidare fino a 100.000 militari [1] - ad esempio nel quadro dell'UE. Nel 2002, il Corpo è stato certificato come "Quartier Generale NATO a dispiegamento rapido" e da allora può essere dispiegato anche nell'ambito dell'alleanza militare transatlantica ([2]). In totale, nella struttura militare sono coinvolti una dozzina di Paesi; il comando, tuttavia, viene condiviso tra Berlino e L'Aia con un ciclo triennale.
Funzioni di comando
In passato, il Corpo aveva partecipato, fra l'altro, anche alla guerra in Afghanistan. Nel 2014, si era addestrato in scenari che prevedevano lo scoppio di insurrezioni e che avevano delle similitudini con i combattimenti in corso in quel momento in Ucraina [3]. Secondo la Bundeswehr, il Corpo sarebbe ora in grado di "guidare diverse brigate [multinazionali] e di coordinare simultaneamente componenti navali, dell'aviazione e delle forze speciali" [4] Quest'anno funge inoltre da quartier generale della componente terrestre della Forza di reazione rapida della NATO. [5] Se la NATO dovesse entrare in guerra in Ucraina nel corso del 2023, il Corpo tedesco-olandese ne sarebbe al comando. Per quanto riguarda le forze di terra svolge una funzione simile a quella svolta dal Baltic Maritime Component Command di Rostock per le operazioni marittime dell'Alleanza nel Mar Baltico [6].
Rafforzamento delle capacità operative attraverso la cooperazione
Per far progredire ulteriormente la cooperazione militare, nel 2013 Berlino e L'Aia hanno adottato un memorandum d'intesa con diverse decine di singoli progetti [7]. Da allora, i due Paesi, fra le altre cose, nel corso del 2015 hanno istituito un battaglione di carri armati congiunto (Panzerbataillon 414), integrato il Gruppo missilistico tedesco di difesa aerea nel Comando di difesa aerea terrestre olandese nel corso del 2018 e nel corso del 2019 hanno inserito un battaglione marittimo tedesco nel Corpo della marina olandese. In cambio del passaggio di uno dei suoi battaglioni marittimi sotto il comando olandese, la Bundeswehr si è assicurata "l'ingresso nei progetti per la costruzione di una capacità per il trasporto marittimo sicuro e di lungo raggio", secondo quanto dichiarato dal Ministero della Difesa. [8] Sempre secondo quanto riferito, l'aumento della cooperazione navale darà a Berlino l'accesso al "supporto navale olandese per il trasporto di personale e materiale". Secondo la Bundeswehr, si sono già svolti negoziati su "possibili forme di cooperazione" nello spazio cibernetico e dell'informazione.
Tutte le unità di combattimento
In occasione delle consultazioni governative tedesco-olandesi di fine marzo, Berlino e L'Aia si sono impegnate a "intensificare ulteriormente" la loro cooperazione militare binazionale. [9] In questo contesto si inserisce anche la decisione di integrare la 13ª Brigata leggera dei Paesi Bassi nella 10ª Divisione corazzata tedesca. Ufficiali militari tedeschi, infatti, già dal 2014 sono al comando dei primi contingenti delle forze terrestri olandesi, vale a dire quando la 1ª Brigata mobile aerea dei Paesi Bassi è stata integrata nella Divisione delle forze veloci tedesche [10]. A ciò ha fatto seguito nel 2016 la subordinazione della 43ª Brigata meccanizzata olandese alla 1ª Divisione corazzata della Bundeswehr. È anche vero che ci sono singole strutture di truppe della Bundeswehr a loro volta sotto il comando olandese. Con l'integrazione della 13a Brigata leggera, tuttavia, tutte le unità da combattimento dell'esercito olandese si trovano ora sotto il comando tedesco. Ma la fusione tra l'esercito olandese e quello tedesco non avviene affatto su un piano di parità. Nel 2013, infatti, gli esperti di politica di sicurezza avevano espresso scetticismo sui piani di una cooperazione militare altrettanto stretta con la Francia o con la Gran Bretagna, paesi con i quali il rapporto di forza sarebbe stato meno favorevole alla Repubblica federale. "Qualsiasi iniziativa tedesca dovrebbe... rivolgersi a partner più piccoli", avevano affermato all'epoca.[11]
Avanguardia europea
La subordinazione dell'esercito olandese al comando tedesco ha acquisito slancio in un momento in cui le élite tedesche di politica estera e militare si stavano muovendo in una direzione i cui contorni erano stati poi definiti nel corso del 2013 nell'ambito di un documento strategico di fondamentale importanza ("Nuovo potere, nuova responsabilità"). [12] In questo contesto, la pretesa di imporre una leadership politica e anche militare di Berlino è stata apertamente formulata e resa presentabile. La cooperazione militare tedesco-olandese viene quindi inquadrata dagli strateghi tedeschi come un progetto lungimirante sulla strada verso un esercito dell'UE e quindi verso una capacità strategica autonoma dell'UE capace di agire sotto la guida tedesca. Le richieste di una cosiddetta autonomia strategica dell'UE dall'inizio della guerra in Ucraina, tuttavia, in Germania si sono fatte più silenziose. Nella dichiarazione congiunta rilasciata in occasione delle consultazioni intergovernative tedesco-olandesi, Berlino e L'Aia si impegnano comunque in tal senso: l'"autonomia strategica" dell'UE resta "necessaria"; entrambe le parti intendono "rafforzare ulteriormente l'UE in maniera congiunta in quanto attore geopolitico". [13] Con il pretesto di voler consolidare il "pilastro europeo nella NATO" e con il ricorso all'esercito olandese, Berlino intende posizionarsi fermamente come leader militare di una potenza mondiale indipendente, l'UE.
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