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domenica 8 settembre 2024

Germania Cardine della Difesa NATO - Ma il paese è pronto?

In caso di un attacco ai Paesi Baltici, la Germania si trasformerebbe nel cuore pulsante della logistica NATO, con un flusso costante di truppe, veicoli e rifornimenti che attraverserebbero il paese. Ma la domanda cruciale è: quanto è davvero preparata la Bundeswehr per affrontare questa complessa sfida logistica su larga scala? Ne scrive la BR.de

Ritorno al 1981: Quando la Guerra Fredda Dettava le Regole

Nel 1981, la Bundeswehr condusse una grande esercitazione chiamata “Lama Affilata” nel sud della Germania, coinvolgendo quasi 50.000 soldati. I soldati si esercitavano a far fronte a situazioni in cui i ponti sul Danubio venivano distrutti da attacchi aerei nemici e si rendeva necessario far passare i carri armati su ponti temporanei. All’epoca, la logistica era focalizzata su distanze più brevi e minacce aeree costanti.

Oggi: Distanze più Lunghe e Minacce Diverse

Oggi, la situazione è cambiata radicalmente. Il confine della NATO si è spostato verso est, e in caso di conflitto, le truppe dovrebbero percorrere centinaia di chilometri verso nord o est, in direzione dei Paesi Baltici. Un attacco russo a uno di questi Paesi è una preoccupazione sempre più reale all’interno della NATO.

L’Esercitazione “Steadfast Defender”: Un Test Logistico

Un esempio concreto di queste sfide è l’esercitazione NATO “Steadfast Defender”, che ha coinvolto circa 12.000 soldati tedeschi. Durante questa operazione, le truppe hanno dovuto adattarsi a situazioni impreviste, come la chiusura di una linea ferroviaria a causa di un incidente. Questo ha costretto le unità a percorrere 280 chilometri via terra dalla Svezia. Queste sono le difficoltà reali che potrebbero verificarsi anche in uno scenario di guerra, e la Germania avrebbe il compito di far fronte a queste esigenze logistiche.

Germania: Una Piattaforma Logistica Strategica

In caso di un conflitto ai confini orientali della NATO, la Germania diventerebbe il fulcro per il transito delle truppe e dei rifornimenti, con il supporto di rinforzi provenienti anche dagli Stati Uniti. Tuttavia, come avverte Claudia Major, esperta di difesa, la risposta dovrà essere molto più rapida rispetto a quanto visto durante le esercitazioni in tempo di pace. La sfida logistica sarebbe enorme, ma cruciale per il successo della difesa.

Infrastruttura di Trasporto: Un Punto Critico

L’esercitazione “Steadfast Defender” ha messo in evidenza diverse lacune, come l’inadeguatezza delle rotte di trasporto, i ponti vecchi e la scarsità di vagoni ferroviari per il trasporto dei carri armati. Il miglioramento di queste infrastrutture è essenziale, soprattutto considerando che la Germania ha trascurato per decenni la preparazione delle sue infrastrutture per un uso militare.

rheinmetall panzer

La Logistica Va in Due Direzioni

Non si tratta solo di portare truppe e munizioni in prima linea. La logistica è fondamentale anche per l’evacuazione e il trattamento dei feriti. In passato, la Germania disponeva di treni per il trasporto dei feriti, ma questa capacità si è persa. Il colonnello medico Kai Schmidt sottolinea che la Germania deve ristabilire la capacità di trasportare grandi numeri di feriti, prendendo esempio dal sistema sanitario ucraino che, durante la guerra, è stato mobilitato completamente per supportare i feriti.

La Responsabilità della Germania in Caso di Conflitto

In caso di conflitto, gran parte della responsabilità ricadrebbe sulla Germania, che dovrà essere in grado di gestire questa immensa sfida logistica. Il paese ha già riconosciuto il proprio ruolo nella nuova Strategia Nazionale di Sicurezza, ma c’è il timore che molti funzionari civili, istituzioni sanitarie e aziende non comprendano appieno l’enorme portata di un possibile conflitto ai confini orientali della NATO.

La deterrenza e la prevenzione di una guerra dipendono dalla capacità di risolvere questi problemi logistici e di essere preparati a qualsiasi eventualità.

martedì 22 agosto 2023

Scholz ci ripensa sul riarmo della Germania

A quanto pare il Cancelliere a poco piu' di un anno dalla decisione di destinare 100 miliardi di euro al riarmo tedesco ci avrebbe ripensato e ora quella enorme somma di denaro fuori dal bilancio pubblico, di cui per ora si è speso poco, sarà usata per coprire i costi correnti e operativi della Bundeswehr, cronicamente sottofinanziata. I sogni di gloria del nuovo militarismo germanico sono già finiti? Ne scrive Business Insider

scholz fondo da 100 miliardi di euro per il riarmo


- Un anno fa, il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) aveva messo a disposizione della Bundeswehr 100 miliardi di euro per l'acquisto di nuovi aerei, navi e armi e per il riarmo della Germania. Soldi con cui le truppe avrebbero dovuto finalmente potersi permettere ciò che altrimenti sarebbe stato impossibile.

- Ora, però, il governo federale vuole ridurre notevolmente la portata del fondo speciale. Il denaro dovrà essere utilizzato anche per progetti infrastrutturali e per il normale funzionamento delle truppe. Ciò rischia di spegnere le speranze di avere un nuovo equipaggiamento moderno.

- Alla base del cambio di rotta ci sono apparentemente considerazioni sul fatto che le truppe non potrebbero comunque ricevere il denaro in tempo per procurarsi un nuovo equipaggiamento. L'opposizione, tuttavia, trova questo aspetto molto critico.


Quando il Cancelliere Olaf Scholz (SPD) ha annunciato un anno fa, dopo l'inizio della guerra in Ucraina, un fondo speciale da 100 miliardi di euro per il riarmo e la modernizzazione della Bundeswehr, molti ne erano rimasti sorpresi. Dopo decenni di risparmi, si presentava improvvisamente l'opportunità di modernizzare finalmente il malandato arsenale delle truppe tedesche. Nuovi elicotteri, aerei, navi, armi? Tutto questo sembrava finalmente realistico. La promessa di Scholz: "L'obiettivo è una Bundeswehr efficiente che fa progressi, una Bundeswehr che può svolgere la sua missione principale, vale a dire la difesa nazionale e dell'alleanza, perché è sufficientemente equipaggiata".

Ma a distanza di poco più di un anno, di questa idea non è rimasto molto. Al contrario: come emerge da una recente bozza rivista della legge sul finanziamento del bilancio, il governo federale segretamente intende ammorbidire in modo significativo lo scopo del fondo speciale. In sostanza, il denaro non sarà più destinato all'acquisto di nuovi sistemi d'arma moderni, come annunciato, ma anche a tappare i buchi della spesa corrente. La speranza di nuove truppe moderne sembra essere svanita.

Secondo quanto riferito, il Ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) avrebbe presentato mercoledì al consiglio dei ministri le modifiche ai requisiti legali per il fondo speciale. Finora, la legge corrispondente recitava: "I fondi del fondo speciale serviranno a finanziare importanti progetti di equipaggiamento della Bundeswehr, in particolare, misure complesse della durata superiore a un anno". Questa frase verrà ora ammorbidita nei punti cruciali: Non farà piu' riferimento a progetti di equipaggiamento "significativi", ma solo a progetti di equipaggiamento. Anche il post scriptum deve essere eliminato. Il termine "progetti di equipaggiamento", continua, "comprende in particolare misure significative nel campo degli investimenti in armamenti e della relativa ricerca, spese per munizioni, progetti infrastrutturali nonché progetti nei settori dell'informatica, della protezione e della garanzia di accesso a tecnologie chiave e della logistica per la Bundeswehr"

In parole povere: in futuro il fondo speciale sarà utilizzato anche per pagare i costi operativi e infrastrutturali che sono in qualche modo collegati ai progetti di riarmo. Ma essendo così vago, il Ministero della Difesa teme che praticamente qualsiasi spesa possa essere giustificata dalla nuova legge. E poiché ci sono così tanti buchi da tappare nelle truppe dato che i soldi del bilancio normale non sono sufficienti, l'acquisto di nuovi sistemi d'arma rischia di essere una prospettiva lontana.

Tuttavia, Scholz e il ministro delle Finanze Lindner non avrebbero dovuto ignorare che la Bundeswehr, anche sotto il ministro della Difesa federale Boris Pistorius (SPD), non è stata in grado di mettere a terra abbastanza rapidamente i miliardi del fondo speciale. A parte i nuovi jet da combattimento F-35 per un valore di circa otto miliardi di euro e gli elicotteri da trasporto pesanti Chinook per un valore di sette-otto miliardi di euro, la Bundeswehr non ha acquistato nulla di veramente nuovo, anche a più di un anno dalla messa a disposizione del fondo speciale. Invece, ci sono decine di vecchi contratti che sono stati semplicemente rifinanziati attraverso il fondo speciale, perché il denaro non arriva abbastanza velocemente a causa dei complessi processi politici e amministrativi di approvvigionamento.

L'opposizione è comunque sconcertata dalla prevista modifica della legge. "A poco a poco, c'è davvero da preoccuparsi per il nostro Cancelliere. Ancora una volta viene colto da uno dei suoi noti vuoti di memoria", critica il politico in materia di bilancio Ingo Gädechens (CDU). Che continua: "Nel febbraio 2022 aveva promesso un fondo speciale per la Bundeswehr, con il quale si sarebbero dovuti realizzare investimenti urgenti in progetti di riarmo. Ma ora ha dimenticato questa promessa". Il modo in cui il fondo speciale ora viene ammorbidito è "una politica ipocrita da manuale", continua Gädechens.


Leggi anche "Il nuovo ruolo geopolitico della Germania secondo Olaf Scholz"



venerdì 4 agosto 2023

La Bundeswehr cerca disperatamente nuove reclute ma non le trova

I GRANDI PIANI PER IL RIARMO TEDESCO SI SCONTRANO CON LA GRAVE MANCANZA DI GIOVANI RECLUTE PRONTE AD ARRUOLARSI NELLA BUNDESWEHR, CHE ORA PER CERCARE DI AUMENTARE GLI EFFETTIVI DOVRÀ RIVOLGERSI AGLI IMMIGRATI E ALLE DONNE. NE SCRIVE JUNGE WELT


Nonostante i tanti milioni investiti in pubblicità, la ricerca di nuove reclute per la Bundeswehr resta una missione disperata. Manifesti incendiari sono affissi un po' in tutta la Germania, fanno pubblicità su Internet, nelle scuole e nei cosiddetti 16 "centri di carriera" dell'esercito. Tuttavia, gli sforzi sembrano essere vani, poiché il numero di candidati è in continuo calo. Attualmente la Bundeswehr ha 180.770 persone alle sue dipendenze, ma vorrebbe arrivare ad averne almeno 203.000. Purtroppo, tutte le frecce sulle liste di reclutamento puntano verso il basso.

Mercoledì, il Ministro della Difesa Boris Pistorius (SPD) durante una visita a un "centro per la carriera" delle forze armate a Stoccarda ha confermato la diminuzione del 7% delle candidature anche per quest'anno. I "centri di carriera" sono stati definiti da Pistorius la "nostra porta verso la società, una finestra per i candidati". Questa è stata la sua prima visita a una struttura del genere da quando ha assunto l'incarico. "Fuori dalla caserma, in mezzo alla società", almeno questo è il motto.

Solo il "Career Centre di Stoccarda" ha organizzato circa 300 eventi l'anno scorso, ma il personale del centro ha notato "cambiamenti e sensibilità sociali". Oggi, chi cerca un lavoro ha molte opzioni e la Bundeswehr è in concorrenza con l'economia e tanti altri posti di lavoro, anche se i lavori nell'esercito sono considerati "significativi". Non è chiaro tuttavia cosa si intenda esattamente con questa parola.

Ha invece annunciato che l'obiettivo di aumentare il numero di effettivi portandoli a 203.000 entro il 2031 sarà messo alla prova. Ha attribuito il tasso di abbandono del 30% nell'esercito a "richieste eccessive" e alle "aspettative". "I tedeschi" sono molto bravi a parlare male delle "loro forze armate". Ora invece vorrebbe cercare candidati in parti della popolazione che sono ancora piuttosto sconosciute alla Bundeswehr: le donne e le persone con un background migratorio ma con passaporto tedesco sono in cima alla lista delle richieste. Alla domanda posta mercoledì da junge Welt su quali fossero i risultati effettivi delle costose campagne pubblicitarie, il capitano di fregata Christina Routsi ha risposto a nome dello staff di informazione stampa del Ministero federale della Difesa: "Non abbiamo nulla da aggiungere a quanto dichiarato".

Durante la visita a Stoccarda, Pistorius ha anche annunciato che non vede ancora la necessità di trasferire i soldati della Bundeswehr di stanza nel Paese dopo il colpo di Stato in Niger: il comandante tedesco in loco, infatti, ha dichiarato che non c'è "alcuna minaccia per la sicurezza" del contingente.

Zaklin Nastic, responsabile per la politica in materia dei diritti umani per la linke al Bundestag e presidente della Commissione Difesa, ha dichiarato che, alla luce del calo dei candidati alla Bundeswehr, le campagne pubblicitarie per il reclutamento dovrebbero essere interrotte anziché ulteriormente portate avanti. Ha anche richiesto l'interruzione immediata del reclutamento dei minori. "Se persino il Commissario per le Forze Armate, Eva Högl, critica apertamente il divieto di pubblicità nelle scuole, questo è un esempio lampante della crescente brama di riarmo e del militarismo del governo federale", ha affermato Nastic.

lunedì 8 maggio 2023

Nuove truppe e nuova potenza per la Bundeswehr

Prosegue l'integrazione delle forze armate olandesi sotto il comando della Bundeswehr che grazie all'apporto dell'esercito dei Paesi Bassi acquisisce un ruolo centrale nell'ambito della NATO e nell'espansione verso est del patto atlantico. Ne parla il sempre ben informato German Foreign Policy



Il Corpo tedesco-olandese

La Germania ormai da molti anni promuove l'integrazione delle forze armate tedesche e olandesi. Il primo passo in questa direzione è stata nel 1995 la fondazione del Corpo tedesco-olandese. La struttura, con sede a Münster, è composta da 1.100 soldati, ma "in caso di emergenza" è destinata a guidare fino a 100.000 militari [1] - ad esempio nel quadro dell'UE. Nel 2002, il Corpo è stato certificato come "Quartier Generale NATO a dispiegamento rapido" e da allora può essere dispiegato anche nell'ambito dell'alleanza militare transatlantica ([2]). In totale, nella struttura militare sono coinvolti una dozzina di Paesi; il comando, tuttavia, viene condiviso tra Berlino e L'Aia con un ciclo triennale.

Funzioni di comando

In passato, il Corpo aveva partecipato, fra l'altro, anche alla guerra in Afghanistan. Nel 2014, si era addestrato in scenari che prevedevano lo scoppio di insurrezioni e che avevano delle similitudini con i combattimenti in corso in quel momento in Ucraina [3]. Secondo la Bundeswehr, il Corpo sarebbe ora in grado di "guidare diverse brigate [multinazionali] e di coordinare simultaneamente componenti navali, dell'aviazione e delle forze speciali" [4] Quest'anno funge inoltre da quartier generale della componente terrestre della Forza di reazione rapida della NATO. [5] Se la NATO dovesse entrare in guerra in Ucraina nel corso del 2023, il Corpo tedesco-olandese ne sarebbe al comando. Per quanto riguarda le forze di terra svolge una funzione simile a quella svolta dal Baltic Maritime Component Command di Rostock per le operazioni marittime dell'Alleanza nel Mar Baltico [6].

Rafforzamento delle capacità operative attraverso la cooperazione

Per far progredire ulteriormente la cooperazione militare, nel 2013 Berlino e L'Aia hanno adottato un memorandum d'intesa con diverse decine di singoli progetti [7]. Da allora, i due Paesi, fra le altre cose, nel corso del 2015 hanno istituito un battaglione di carri armati congiunto (Panzerbataillon 414), integrato il Gruppo missilistico tedesco di difesa aerea nel Comando di difesa aerea terrestre olandese nel corso del 2018 e nel corso del 2019 hanno inserito un battaglione marittimo tedesco nel Corpo della marina olandese. In cambio del passaggio di uno dei suoi battaglioni marittimi sotto il comando olandese, la Bundeswehr si è assicurata "l'ingresso nei progetti per la costruzione di una capacità per il trasporto marittimo sicuro e di lungo raggio", secondo quanto dichiarato dal Ministero della Difesa. [8] Sempre secondo quanto riferito, l'aumento della cooperazione navale darà a Berlino l'accesso al "supporto navale olandese per il trasporto di personale e materiale". Secondo la Bundeswehr, si sono già svolti negoziati su "possibili forme di cooperazione" nello spazio cibernetico e dell'informazione.

Tutte le unità di combattimento

In occasione delle consultazioni governative tedesco-olandesi di fine marzo, Berlino e L'Aia si sono impegnate a "intensificare ulteriormente" la loro cooperazione militare binazionale. [9] In questo contesto si inserisce anche la decisione di integrare la 13ª Brigata leggera dei Paesi Bassi nella 10ª Divisione corazzata tedesca. Ufficiali militari tedeschi, infatti, già dal 2014 sono al comando dei primi contingenti delle forze terrestri olandesi, vale a dire quando la 1ª Brigata mobile aerea dei Paesi Bassi è stata integrata nella Divisione delle forze veloci tedesche [10]. A ciò ha fatto seguito nel 2016 la subordinazione della 43ª Brigata meccanizzata olandese alla 1ª Divisione corazzata della Bundeswehr. È anche vero che ci sono singole strutture di truppe della Bundeswehr a loro volta sotto il comando olandese. Con l'integrazione della 13a Brigata leggera, tuttavia, tutte le unità da combattimento dell'esercito olandese si trovano ora sotto il comando tedesco. Ma la fusione tra l'esercito olandese e quello tedesco non avviene affatto su un piano di parità. Nel 2013, infatti, gli esperti di politica di sicurezza avevano espresso scetticismo sui piani di una cooperazione militare altrettanto stretta con la Francia o con la Gran Bretagna, paesi con i quali il rapporto di forza sarebbe stato meno favorevole alla Repubblica federale. "Qualsiasi iniziativa tedesca dovrebbe... rivolgersi a partner più piccoli", avevano affermato all'epoca.[11]

Avanguardia europea

La subordinazione dell'esercito olandese al comando tedesco ha acquisito slancio in un momento in cui le élite tedesche di politica estera e militare si stavano muovendo in una direzione i cui contorni erano stati poi definiti nel corso del 2013 nell'ambito di un documento strategico di fondamentale importanza ("Nuovo potere, nuova responsabilità"). [12] In questo contesto, la pretesa di imporre una leadership politica e anche militare di Berlino è stata apertamente formulata e resa presentabile. La cooperazione militare tedesco-olandese viene quindi inquadrata dagli strateghi tedeschi come un progetto lungimirante sulla strada verso un esercito dell'UE e quindi verso una capacità strategica autonoma dell'UE capace di agire sotto la guida tedesca. Le richieste di una cosiddetta autonomia strategica dell'UE dall'inizio della guerra in Ucraina, tuttavia, in Germania si sono fatte più silenziose. Nella dichiarazione congiunta rilasciata in occasione delle consultazioni intergovernative tedesco-olandesi, Berlino e L'Aia si impegnano comunque in tal senso: l'"autonomia strategica" dell'UE resta "necessaria"; entrambe le parti intendono "rafforzare ulteriormente l'UE in maniera congiunta in quanto attore geopolitico". [13] Con il pretesto di voler consolidare il "pilastro europeo nella NATO" e con il ricorso all'esercito olandese, Berlino intende posizionarsi fermamente come leader militare di una potenza mondiale indipendente, l'UE.


mercoledì 21 settembre 2022

Lambrecht - La Germania è "pronta a dare il cambio all'America in Europa"

Nei giorni scorsi il Ministro della difesa tedesco Christine Lambrecht, in occasione di un discorso tenuto alla prestigiosa Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik, ha spiegato che la Germania è pronta ad assumere la leadership militare in Europa. L'obiettivo del governo sarà anche quello di ottenere il consenso dei tedeschi sul tema del riarmo e sul nuovo ruolo della Germania, consenso che al momento sembrerebbe non esserci. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy

Il ministro della difesa tedesco Lambrecht

"La dimensione della Germania, la sua posizione geografica, il suo potere economico, in breve: il suo peso ci rendono una potenza leader":
è quanto ha dichiarato il Ministro della Difesa federale Christine Lambrecht. Come affermato ieri da Lambrecht in occasione di un discorso alla Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP), la Germania è "una potenza leader ... anche nella sfera militare"; in futuro "la Bundeswehr dovrà avere un ruolo più importante, sia nel nostro pensiero che nella nostra azione politica". Il discorso di Lambrecht fa riferimento alla nuova Strategia di sicurezza nazionale che il governo dovrà adottare entro la fine dell'anno. La strategia, elaborata sotto la guida del Ministero degli Esteri è il corrispettivo a livello nazionale della "Bussola strategica" dell'UE - una sorta di dottrina militare - e del nuovo Concetto strategico della NATO. Poiché la realizzazione della strategia sarà caratterizzata da costi considerevoli, l'obiettivo del governo è quello di ottenere un'ampia accettazione da parte della popolazione per questo programma, ad esempio introducendo una "giornata della sicurezza nazionale". Gli ambiziosi piani, tuttavia, contrastano in modo eclatante con il fallimento delle operazioni militari tedesche degli ultimi anni.



"Documento quadro sulla politica di sicurezza".

Berlino da anni insiste per l'adozione di una Strategia di sicurezza nazionale - insieme a misure come la creazione di un Consiglio di sicurezza nazionale [1] - peraltro esplicitamente prevista dall'accordo di coalizione del governo rosso-verde-giallo. Secondo il Ministero della Difesa, infatti, la strategia sarà "il piu' importante documento di politica di sicurezza del Governo federale" [2]. È stata concepita per essere completa e "interdipartimentale"; pertanto, "i vari dipartimenti sin dall'inizio sono stati strettamente coinvolti nel suo processo di redazione". L'Ufficio Federale degli Affari Esteri ne è il responsabile. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock il 18 marzo di quest'anno in occasione di un evento politico ha ufficialmente lanciato i lavori sulla strategia. A fine agosto la Strategia di sicurezza nazionale è stata anche oggetto di un dibattito a porte chiuse durante la riunione del governo federale a Meseberg. La strategia ha due punti di riferimento: la Bussola strategica dell'UE, che l'Unione ha adottato a marzo [3] e il nuovo Concetto strategico della NATO, adottato al vertice NATO di Madrid a fine giugno [4]. La Bussola strategica UE, classificata anche come "dottrina militare" dell'UE, è stata sviluppata su iniziativa tedesca. Berlino ha esercitato una forte influenza sulla creazione del documento.

"Il peso della Germania "

La preoccupazione principale di Berlino nell'ambito dei lavori sulla Sicurezza Nazionale consiste nell'assicurare alla Repubblica federale una posizione di primo piano nella politica mondiale. "Le dimensioni della Germania, la sua posizione geografica, il suo potere economico, in breve: il suo peso, ci rendono una potenza leader, che ci piaccia o no", ha affermato il ministro della Difesa Christine Lambrecht davanti al Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP). [5] Il ministro degli Esteri Baerbock aveva già dichiarato a marzo, in occasione dell'evento di lancio dei lavori sulla Strategia di sicurezza nazionale, che gli Stati alleati chiedono una forte leadership della Repubblica federale "in quanto maggiore economia europea". [6] Lambrecht ha esteso esplicitamente la richiesta di leadership tedesca alle forze armate, affermando che la Germania è "una potenza leader ... anche nella sfera militare"; in futuro, la Bundeswehr dovrà "svolgere un ruolo ancora più importante nel nostro pensiero e nelle nostre azioni politiche". E ciò avrà anche delle conseguenze finanziarie: nel lungo periodo la Bundeswehr dovrà disporre di un budget pari ad almeno il 2% del PIL tedesco. "La Germania può farcela", ha affermato ieri la Lambrecht nel suo discorso alla DGAP, discorso accolto con grande attenzione anche a livello internazionale.

Un'"Europa geopolitica capace di fare una politica globale".

Per quanto riguarda i possibili scenari di impiego della Bundeswehr, Lambrecht ha spiegato che la "difesa nazionale e dell'alleanza, in futuro dovrà essere in cima alla lista delle nostre priorità"; le truppe saranno "l'istanza centrale della nostra infrastruttura pubblica". [7] Ciò è dovuto anche al fatto che gli Stati Uniti dovranno concentrare la loro "attenzione principale ... necessariamente sulla sicurezza della regione del Pacifico". Per Washington, almeno a partire dal "pivot to Asia" annunciato dal Presidente Barack Obama nel novembre 2011, la battaglia contro l'inarrestabile ascesa della Cina resterà al centro delle ambizioni in materia di politica globale. [8] La richiesta alle potenze dell'UE di assumere un ruolo di leadership militare in Europa e negli Stati immediatamente confinanti nell'ambito della divisione transatlantica del lavoro viene apertamente comunicata da circa dieci anni. [9] Lambrecht questa volta però ha affermato che la Germania è "pronta a dare il cambio all'America in Europa"; per farlo, tuttavia, l'Unione Europea dovrà diventare "più forte". Il Cancelliere Olaf Scholz in un discorso tenuto all'Università Carlo di Praga recentemente aveva già espresso la richiesta di "un'Europa geopolitica capace di fare una politica globale". [10]

"Giornata nazionale della sicurezza"

Per quanto riguarda il costoso riarmo da parte della Germania e dell'UE, un esperto dell'Ośrodek Studiów Wschodnich (OSW, Centro di Studi Orientali) di Varsavia recentemente ha commentato con un contributo nel dibattito sulla strategia in corso: "Queste misure in Europa avranno un costo molto elevato e ci richiederanno molto in generale. Una delle aspirazioni della strategia di sicurezza tedesca dovrebbe quindi essere anche quella di preparare la società tedesca ad affrontare questi costi" [11]. Ad esempio, il tenente colonnello Philipp Lange, in una concisa presentazione degli obiettivi della strategia, afferma: "Per noi è importante che la popolazione del nostro paese nel suo complesso condivida l'orientamento di base della nostra strategia futura. Per questo motivo, il governo federale cerca espressamente un dialogo con i cittadini" [12], e Lambrecht ieri davanti alla DGAP ha assunto una posizione simile. Il necessario "cambio di cultura" deve innanzitutto "riflettersi nelle nostre operazioni politiche nella capitale", ha chiesto il Ministro della Difesa. Tuttavia questo non sarà sufficiente: anche la popolazione dovrà essere allineata alla Strategia di sicurezza nazionale. A tal fine, il ministro vuole organizzare ogni anno una "Giornata della sicurezza nazionale" nella Repubblica federale. [13]

Ambizioni e realtà

Le richieste di un massiccio riarmo, di un ruolo di leadership della Germania nella politica mondiale e di un coinvolgimento della popolazione nelle ambizioni di potere delle élite di Berlino contrastano notevolmente con i risultati delle operazioni militari tedesco-europee dell'ultimo decennio. I risultati sono stati recentemente illustrati da un esperto dell'European Council on Foreign Relations (ECFR), attualmente membro del comitato consultivo della Bundesakademie für Sicherheitspolitik (BAKS). "La missione in Afghanistan è fallita e il ritiro caotico ha mostrato agli europei la loro totale dipendenza militare dagli Stati Uniti", scrive l'esperto. Inoltre, le guerre in Siria e in Libia stavano "entrando nel loro secondo decennio", ma "gli europei" "non hanno quasi mai giocato un ruolo" negli "sforzi per risolverle": "Il divario tra le ambizioni degli europei ... e la loro effettiva influenza globale" si è "ampliato nel corso degli anni".




[1] S. dazu Ein Bundesverkehrswegeplan für die Rüstung und Handlungsempfehlungen an die nächste Bundesregierung (II).

[2] Nationale Sicherheitsstrategie: Die wichtigsten Fragen und Antworten vorab. bmvg.de 07.09.2022.

[3] S. dazu Die Militärdoktrin der EU und Das Kräftemessen des 21. Jahrhunderts.

[4] S. dazu Im Zentrum der drohenden Eskalation und Die NATO am Pazifik.

[5] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.

[6] Außenministerin Annalena Baerbock bei der Auftaktveranstaltung zur Entwicklung einer Nationalen Sicherheitsstrategie. auswaertiges-amt.de 18.03.2022.

[7] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.

[8] S. dazu Das pazifische Jahrhundert.

[9] S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.

[10] S. dazu Das „weltpolitikfähige, geopolitische Europa“.

[11] Justyna Gotkowska: Wanted: Klare Leitlinien für die zukünftige Sicherheitsordnung in Europa. fourninesecurity.de.

[12] Nationale Sicherheitsstrategie: Die wichtigsten Fragen und Antworten vorab. bmvg.de 07.09.2022.

[13] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.

[14] Jana Puglierin: Der Strategische Kompass: Ein Fahrplan für die Europäische Union als sicherheitspolitische Akteurin. Bundesakademie für Sicherheitspolitik: Arbeitspapier 7/22

lunedì 1 aprile 2019

L'esercito più forte in Europa occidentale

Secondo Henrik Paulitz della Akademie Bergstraße nel giro di pochi anni la Bundeswehr tedesca è destinata a diventare la forza convenzionale piu' forte in Europa, esclusi probabilmente i russi. Date le dimensioni dell'economia tedesca, infatti, anche se il governo confermasse una spesa per la difesa pari solo all'1.5% del PIL, si tratterebbe comunque di una somma considerevole, vicina ai 60 miliari di euro e probabilmente superiore rispetto a quella degli altri paesi europei nella Nato. Ne scrive Henrik Paulitz in un'analisi molto interessante su Akademie Bergstraße



La Bundeswehr è destinata a diventare il più forte esercito europeo 


Il dibattito attuale continua a ruotare intorno alla presunta catastrofe in termini di capacità operativa della Bundeswehr e al fatto che l'esercito avrebbe a disposizione meno denaro rispetto a quanto necessario e a quanto la Germania aveva promesso alla NATO. Questa narrazione tuttavia tace il fatto che la Bundeswehr probabilmente entro pochi anni sarà di gran lunga l'esercito più forte in Europa occidentale. 

A causa delle "aspettative internazionali" nei confronti della Germania da anni ormai il governo tedesco viene messo sotto pressione affinché rimetta in discussione il suo tradizionale corso politico di "moderazione militare" e porti invece avanti un nuovo corso militarista. [1]


Questa forte pressione già molti anni fa aveva portato a sottoscrivere un impegno nei confronti della NATO per un aumento della "spesa militare" da realizzarsi entro il 2024. Secondo tale accordo la spesa per la difesa dovrebbe essere basata su un benchmark del 2% del PIL, di cui almeno il 20 % in armamenti e in "nuove grandi attrezzature, inclusa la ricerca e lo sviluppo correlato". 

Il 2% non è legalmente vincolante e spesso viene considerato come non realistico. Il ministro della Difesa Ursula von der Leyen nel maggio 2018 tuttavia ha annunciato che il governo tedesco avrebbe aumentato la spesa militare tedesca passando dall'1,2% all'1,5% del PIL entro il 2025. Alla luce delle dimensioni dell'economia tedesca, si tratterebbe di una spesa enorme - stando ai dati di oggi - fino a quasi 60 miliardi di euro. [2]

Il più grande esercito in Europa 

Nell'agosto 2017 l'ex candidato alla Cancelleria Martin Schulz facendo riferimento al controverso obiettivo del 2% dichiarò: "Faremmo della Bundeswehr il più grande esercito d'Europa". [3]

La forza convenzionale più forte in Europa 

L'ex Ministro della Difesa Volker Rühe nel febbraio 2019 ha invece dichiarato in un intervista: "Se intendiamo prendere sul serio la futura divisione dei compiti in Europa, allora la Bundeswehr non dovrà restare solo sulla carta la forza convenzionale più forte in Europa, ma anche nella realtà" 

Inoltre, Rühe ha notato che - contrariamente a quanto viene regolarmente riportato da molti media - la capacità operativa dei carri armati, degli elicotteri da combattimento e dei sottomarini della Bundeswehr non è in discussione. Alla domanda se la Bundeswehr sia ancora una forza combattente, ha risposto: 

"Sì. La struttura si focalizza sulle unità destinate ad entrare in azione. In linea di principio siamo sulla strada giusta. Ci sono molti piu‘ soldi ". [4]

Di gran lunga la più forte potenza europea nella NATO 

Queste non sono solo delle vaghe pretese, ma è già una realtà. Second il prof. Gunther Hellmann dell'università di Francoforte (specializzato in politica estera tedesca ed europea), la Bundeswehr entro sei o otto anni sarà l’esercito più potente d’Europa - esclusa la Russia. 

In un contributo del 13 febbraio 2019 realizzato insieme al Prof. Daniel Jacobi, Hellmann scriveva che il dilemma strategico della Germania si sta acuendo: "prendere il comando, senza tuttavia apparire egemonica". 

La richiesta di attuazione dell'accordo del Galles, cioè aumentare entro il 2024 la spesa per la difesa portandola il più vicino possibile al due per cento del PIL, “in definitiva deve essere intesa come una chiamata indiretta alla leadership, perché così facendo la Germania militarmente si trasformerebbe nella piu’ forte potenza NATO in Europa. Anche se restasse solo all'1,5 % del PIL, come riportato questa settimana a Bruxelles, fondamentalmente non cambierebbe nulla". 

A ciò si aggiunge che la Repubblica federale "come paese quadro, in futuro disporrà dell'intero spettro militare, mentre i partner più piccoli saranno costretti a specializzarsi". [5]

Militarizzazione della Germania 

Il pubblico senza dubbio si sta abituando all'idea astratta che vi siano delle aspettative o degli "obblighi" da adempiere (cioè una pressione dall’esterno da non sottovalutare). 

Le allusioni a un presunto "ruolo di leadership tedesco" non devono tuttavia essere interpretate dall'opinione pubblica come un percorso verso la militarizzazione. In particolare, l’opinione pubblica non deve rendersi conto che la Bundeswehr, in considerazione della spesa attuale per gli armamenti, presto diventerà il più forte esercito in Europa occidentale. 

La Cancelliera Angela Merkel durante il congresso della Bundeswehr tenutosi a maggio a Berlino ha ammonito i membri del Bundestag: "Si è sviluppata una discussione sulla quale tutti noi insieme - mi rivolgo a tutti i parlamentari – dobbiamo stare un po' attenti e fare in modo che il passaggio al 2% del PIL non venga interpretato come una militarizzazione della Germania"[6]

Questi elementi devono essere inseriti nel quadro di una Germania che diventa una potenza geo-politica in grado di garantire l'ordine in Europa, Africa e Medio Oriente. [7]

Leadership: attesa e richiesta 

Sullo sfondo di questi eventi è necessaria e urgente una discussione pubblica. 


Questo anche nel quadro di quanto sottolineato dall’esperto di politica estera e della sicurezza Rolf Mützenich, secondo il quale in futuro la Germania condividerà il destino di altri grandi stati e "sarà oggetto di critica sia per la sua leadership che per la sua riluttanza. Perché non solo all'interno dell'UE, ma anche a livello internazionale, dalla Germania sarà sempre più spesso preteso e/o richiesto un ruolo da leader". [8]

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1 Robin Niblett (Royal Institute of International Affairs/Chatham House): Internationale Erwartungen an Deutschland. Vortrag bei der Auftaktveranstaltung des Weißbuchprozesses 2016. Berlin. 17.02.2015.
2 Reuters: Von der Leyen will Wehretat auf 1,5 Prozent des BIP steigern. 14. Mai 2018.
3 FR: Phrasenprüfer. "Wir würden aus der Bundeswehr die größte Armee Europas machen". 26.08.2017.
4 Der Tagesspiegel: Ex-Verteidigungsminister Volker Rühe. „Guttenberg hat die Bundeswehr zerstört“. 10.02.2019.
5 Gunther Hellmann, Daniel Jacobi: Auswege aus Deutschlands wachsenden strategischen Dilemmata. GoetheUniversität Frankfurt am Main. 13. Februar 2019.
6 Angela Merkel: Rede von Bundeskanzlerin Merkel bei der Bundeswehrtagung am 14. Mai 2018 in Berlin.
7 Henrik Paulitz: Kriegsmacht Deutschland? Informationen und Handlungsempfehlungen zu brandgefährlichen ‚Internationalen Erwartungen an Deutschland‘. Akademie Bergstraße. 2018.
8 Rolf Mützenich: Deutschland: Vom Trittbrettfahrer zur Führungsmacht wider Willen? Zeitschrift für Außenund Sicherheitspolitik ZfAS, Sonderheft 6, 2015, S. 275-287.


mercoledì 3 ottobre 2018

Il nuovo militarismo di Berlino

Nel giorno in cui si celebra la riunificazione tedesca, questo blog propone una riflessione sul nuovo militarismo tedesco. Un ottimo Georg Rammer su Ossietzky, una rivista pacifista e anti-militarista, analizza gli sforzi del governo di Berlino per dotare la Germania di una Bundeswehr in grado di agire su scala globale con l'obiettivo di difendere gli interessi della grande potenza esportatrice. Da Ossietzky.net


L'egemonia tedesca in Europa, da molti paesi temuta sin dal 1989, ormai è una realtà. Il campione mondiale dell'export impone nell'UE una rigorosa politica di austerità e nel proprio interesse garantisce il sostegno agli investitori e al libero commercio. Tuttavia per garantire alle imprese tedesche un ambiente favorevole agli investimenti e l'accesso a materie prime a basso costo è necessaria un'adeguata garanzia militare. Da un punto di vista critico, queste attività possono essere considerate elementi costitutivi del nuovo imperialismo tedesco.

Il governo federale e l'industria della difesa su questo tema possono già registrare un successo: da parte della popolazione tedesca c'è poca resistenza nei confronti del riarmo. Anche se in realtà molti sondaggi da anni ci ripetono che in Germania ci sarebbe un'ampia maggioranza contraria alle missioni militari e sempre secondo i tedeschi a minacciare la pace sarebbero molto piu' gli Stati Uniti che non la Russia. Nonostante ciò il ministero diretto dalla signora Von der Leyen e la Grande Coalizione continuano a perseguire una politica di militarizzazione, riarmo e di atti minacciosi nei confronti della Russia. Recentemente il Ministero della Difesa ha infatti presentato un nuovo "Concetto per la Bundeswehr" (Ministero della Difesa federale, 20 luglio 2018). L'obiettivo del documento è fornire una risposta al "profondo cambiamento nella situazione di sicurezza in Europa e nel mondo" ed esprimere "la volontà della Germania di assumere maggiori responsabilità a livello globale" (p.4). "Nel mondo", qui espresso in senso letterale, le missioni dell'esercito tedesco in futuro comprenderanno un concetto di sicurezza globale esteso anche nell'ambito dei sistemi informatici e spaziali.

Il documento del ministero sottolinea l'importanza sia delle missioni all'estero che della difesa nazionale e dell'alleanza. Ma chi sarebbe - dopo il crollo del sistema socialista, del Patto di Varsavia e dell'Unione Sovietica -  il vero nemico dal quale il paese e la NATO devono difendersi? La Russia non viene menzionata da nessuna parte. Probabilmente non è nemmeno necessario, perché evidentemente gli autori ritengono che il nemico di cui si parla nel documento quando si fa riferimento alla "minaccia ibrida" - sovversione e disinformazione, propaganda e attacchi dal cyberspazio (p.22) - sia già ampiamente ancorato nella mente dell'opinione pubblica. Dobbiamo perciò' creare una "resilienza" contro questi attacchi, cioé una protezione per la nostra capacità di agire. Il potenziale di minaccia dell'avversario, con la sua strategia globale ibrida ed estremamente agile, sarà la sfida centrale. Mancano tuttavia informazioni più concrete.

La Bundeswehr in ogni caso è già pronta. In Georgia, che a nord ha un lungo confine con la Russia, in agosto si sono svolte manovre di addestramento con 3.000 soldati provenienti da 13 paesi, tra cui la Germania. A luglio 19 paesi della NATO hanno partecipato alla manovra navale »Sea Breeze« nei pressi di Odessa, in Ucraina. A novembre, la Bundeswehr, con 8.000 soldati e 100 carri armati parteciperà alla più grande manovra della NATO dalla fine della Guerra Fredda - in Norvegia, un paese che nell'estremo nord ha un confine comune con la Russia. Trenta paesi fra NATO e paesi partner dell'alleanza forniranno un totale di 40.000 militari per intimidire il nemico.

Quest'anno nel complesso è previsto che 12.000 soldati tedeschi prendano parte alle esercitazioni della NATO nella parte settentrionale e orientale del territorio dell'alleanza, tre volte in più rispetto al 2017. L'obiettivo è la "deterrenza della Russia", come si legge dall'inizio dell'anno su diversi giornali. Inoltre i battaglioni multinazionali di stanza in Lituania, Lettonia, Estonia, Polonia e Lituania sono già sotto la guida della Bundeswehr. La Bundeswehr dal 2019 prenderà inoltre il comando della forza di risposta rapida della NATO. Diverse manovre della NATO come "Sabre Strike", "Flaming Thunder" o "Iron Wolf" dovrebbero, secondo Ntv (19.2.18), inviare un chiaro segnale di deterrenza a Putin.

Dobbiamo ricordarlo: nella guerra di annientamento contro l'Unione Sovietica, i soldati tedeschi hanno bombardato, fucilato e fatto morire di fame 27 milioni di persone. Evidentemente la sicurezza della Russia non fa parte della ragione di stato tedesca.

Se fino a qualche anno fa lo si diceva con un certo imbarazzo, oggi il ministro della difesa lo sottolinea con orgoglio: la Germania rivendica la leadership nell'UE, sia economica che politica. La Bundeswehr dovrà pertanto essere in grado di affermare la sua guida nelle operazioni multinazionali. Gli interessi tedeschi determineranno in maniera chiara la missione e i compiti dei militari. Oltre alla protezione della sovranità dello stato, l'interesse verterà sulla salvaguardia delle rotte commerciali e di approvvigionamento di una Germania povera di risorse, ma molto forte nell'export. Per questa ragione, come sottolineato dal documento del ministero, dal 1991 i militari tedeschi hanno gestito più di 60 missioni in tutto il mondo (pagina 14).

Oltre a queste missioni estere, in futuro sarà necessario occuparsi dei "compiti di ristabilimento dell'ordine" anche nei paesi amici, nel caso in cui la sicurezza pubblica (degli investitori o della popolazione?) non dovesse essere piu' garantita (p.25). In queste "regioni fragili" (p.28), in certe condizioni potrebbe essere necessario creare autorità politiche e organizzazioni al fine di"rafforzare" i "partner" attraverso "consulenze militari e una cooperazione negli armamenti". Come è noto già oggi lo si fa nei paesi africani.

Non c'è da sorprendersi se la Germania ha boicottato l'accordo ONU sul divieto di proliferazione delle armi nucleari firmato da 122 Stati. Nel Concetto del ministero della difesa viene infatti sottolineata l'importanza di una partecipazione al nucleare. La Germania vorrebbe pertanto aggiungersi alla lista delle potenze nucleari mettendo a disposizione dei sistemi di lancio per i missili, immagazzinando armi nucleari nel paese e usando la bomba in caso di guerra. Naturalmente tutto ciò non è affatto compatibile con il divieto imposto dalle Nazioni Unite.

"La Bundeswehr dovrà essere [...] effettiva in tutte le dimensioni e ad ogni livello di intensità" (p.50). In questo modo non solo si mira a raggiungere il successo dell'azione militare, ma anche alla possibilità di aprire una varietà di opzioni ai "decisori politici" (p.36). Potere politico da raggiungere attraverso una superiorità militare. Del disarmo, della priorità da dare alla risoluzione pacifica dei conflitti o della necessità di osservare la situazione mondiale con gli occhi del nemico, nel documento non se ne parla.

Questo concetto sembra piu' che altro un guazzabuglio tecnocratico. Nessun pensiero alle possibili cause dei numerosi conflitti nel mondo o alla possibilità di evitarli e gestirli pacificamente. Sembra banale, ma è molto pericoloso: chi ha solo un martello, in ogni problema vedrà un chiodo. Il documento del governo è un pamphlet ideologico. Le affermazioni, i pregiudizi e le immagini di un nemico auto-creato sono imposte come dei fatti al fine di ottenere il risultato desiderato: riarmo e militarizzazione. Si sta preparando il terreno a delle "soluzioni" militariste.
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lunedì 10 settembre 2018

I costi della nuova Weltpolitik

La Germania vuole ampliare il suo spazio di azione militare e partecipare attivamente alla definizione del nuovo ordine mondiale. Il piano sta prendendo forma e recentemente il governo di Berlino ha presentato le linee guida per il rafforzamento della Bundeswehr. Ne parla German Foreign Policy


La volontà della Germania di raggiungere la leadership

Il quadro politico del nuovo "profilo di competenze" della Bundeswehr emerge dal "Libro bianco sulla politica di sicurezza tedesca e il futuro della Bundeswehr" presentato circa due anni fa. Secondo il documento la Germania - basandosi sul "suo ruolo economico, politico e militare" - intende "partecipare attivamente alla definizione dell'ordine globale". Il documento stabilisce inoltre che in futuro alla Germania spetterà il compito di "assumere la leadership" [1]. Sin da allora Berlino cerca di mettere in pratica l'ambizioso programma di politica globale che il "Libro bianco" presenta in maniera alquanto offensiva. Per raggiungere questo obiettivo farà sempre più ricorso alla Bundeswehr. Per mettere l'esercito in condizione di affrontare con maggiore forza offensiva i rivali geopolitici come la Russia ("difesa nazionale e dell'alleanza") e per realizzare le operazioni militari in continenti stranieri (come in Mali o in Afghanistan), sono state pianificate ampie misure necessarie ad armare e ristrutturare le forze armate. In termini generali queste misure sono state illustrate nel nuovo "Concetto della Bundeswehr" (KDB) presentato dal ministro della difesa Ursula von der Leyen il 20 luglio scorso. Cio' si concretizza "nella volontà da parte della Germania, come formulato nel Libro bianco del 2016, di assumere maggiori responsabilità nel mondo in termini di linee di azione per l'intero esercito" [2]

"Un potente dispositivo militare"

Come dichiarato in modo esplicito nella KDB, "i compiti della Bundeswehr crescono" contemporaneamente con la "disponibilità della Germania ad assumere maggiori responsabilità e la leadership in un ambiente di sicurezza complesso e imprevedibile": "solo un potente e robusto dispositivo militare" con "un alto livello di capacità operativa e di schieramento" in futuro potrebbe "soddisfare gli elevati livelli richiesti". [3] Si tratterà quindi di "rafforzare costantemente la Bundeswehr per renderne possibile l'impiego nell'intera gamma di compiti ed averla sempre pronta per l'uso". La KDB elenca diversi scenari operativi - da misure volte a "proteggere l'infrastruttura del paese" alla "conduzione di operazioni in regioni di crisi," oppure "l'impiego delle forze armate per far rispettare un embargo e le sanzioni" o "attività di occupazione in tutto il mondo" fino ad "operazioni di combattimento ad alta intensità." Nella KDB viene data particolare attenzione al maggiore utilizzo di droni e robot da combattimento ( "la ricerca, lo sviluppo e utilizzo di sistemi senza pilota"), allo sviluppo della guerra cibernetica ("operazioni informatiche ... nell'ambito dell'intero spettro di compiti della Bundeswehr") come ad esempio la propaganda militare ("La lotta per l'informazione, se necessario già prima dell'inizio di un'operazione militare").

Lo spazio cosmico come ambito operativo

La KDB non da ultimo prende in considerazione anche la guerra nello spazio. La Bundeswehr "per compiere la sua missione dipende da applicazioni spaziali e sistemi satellitari", è scritto esplicitamente nel documento: "Tutte le missioni della Bundeswehr" saranno appoggiate dallo spazio "attraverso una comunicazione globale e indipendente,  con un preciso sistema di posizionamento e di navigazione". "I tentativi statali o non statali", "di negare l'uso dello spazio" alla Repubblica federale costituiranno pertanto una minaccia militare. Lo spazio "in maniera analoga all'aria, alla terra, al mare e all'informatica dovrà essere considerato come un ambito operativo"[4]. La KDB sottolinea che il Ministero della Difesa nell'anno precedente - senza renderlo pubblico - aveva già redatto un "Orientamento strategico per lo spazio" [5]. Saranno necessari pertanto "una sorveglianza continua e completa dello spazio e la capacità di identificare gli oggetti spaziali", ma anche la "capacità di prendere contromisure efficaci in caso di aggressione o altre limitazioni". La KDB mette in guardia da eventuali guerre spaziali: "i conflitti condotti nello spazio potrebbero avere gravi conseguenze globali" - e potrebbero rappresentare "una escalation anche nei confronti di terzi non partecipanti." La Bundeswehr intende quindi posizionarsi "come un attore nella partita spaziale".

Nuove armi

La ristrutturazione è associata con il riarmo. Secondo i resoconti il nuovo "profilo di competenza" non ancora reso pubblico prevede uno stock di undici battaglioni granatieri. Ognuno di loro dovrebbe avere 44 veicoli da combattimento di fanteria; sono inoltre previsti altri 50 veicoli da combattimento di fanteria per centri di addestramento e test. Secondo quanto riportato, oltre ai 350 veicoli corazzati di fanteria Puma esistenti ne dovranno essere acquistati altri 180 [8]. Inoltre, la Bundeswehr dovrebbe ricevere non solo nuovi elicotteri per il trasporto pesante e il supporto leggero, ma anche un successore del caccia da combattimento Tornado. E' prevista l'installazione di un nuovo sistema radar in grado di osservare i satelliti nello spazio; la Bundeswehr inoltre chiede di avere sensori spaziali per anticipare il lancio di missili a lungo raggio. Ci sono anche diverse navi da guerra aggiuntive: cinque nuove corvette oltre alle cinque unità attualmente in costruzione, più altri due sottomarini. Non si sa tuttavia quanti siano esattamente i progetti di riarmo previsti dal nuovo "profilo di capacità" non ancora reso pubblico.

60 miliardi di euro

E' tuttavia noto che per la realizzazione di tali progetti è indispensabile un massiccio aumento del budget della difesa. L'attuale pianificazione di bilancio del governo federale prevede di aumentare la spesa per l'esercito dai 38,5 miliardi di euro di quest'anno fino ai 43,9 miliardi di euro del 2022; ora si dice pero' a Berlino che l'esercito tedesco nel 2023 dovrà ricevere almeno 60 miliardi di euro; in caso contrario non sarà possibile implementare il nuovo "profilo". L'importo corrisponderebbe a circa l'1,5% del prodotto interno lordo tedesco.


[1] S. dazu Deutschlands globaler Horizont (I).
[2], [3], [4] Konzeption der Bundeswehr. Berlin, 20.07.2018.
[5] S. dazu Krieg im Weltraum.
[6] Thomas Wiegold: Mehr Ausstattung für die Bündnisverteidigung: Bundeswehr legt Katalog ihrer Fähigkeiten fest. augengeradeaus.net 03.09.2018.
[7] Neues Fähigkeitsprofil komplettiert Konzept zur Modernisierung der Bundeswehr. bmvg.de 04.09.2018.
[8] Christoph Reisinger: Weltraum-Sensoren, Drohnen und viel mehr Munition. stuttgarter-nachrichten.de 04.09.2018.
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lunedì 3 ottobre 2016

La nuova Weltpolitik tedesca

Sono passati tre anni dallo storico discorso in cui il Presidente Gauck annunciava un nuovo impegno politico e militare su scala globale. German Foreign Policy, osservatorio sulla politica estera tedesca, descrive gli sviluppi della nuova Weltpolitik di Berlino. Da german-foreign-policy.com

Tre anni dopo aver annunciato per la prima volta la nuova Weltpolitik tedesca, il Presidente della Repubblica Gauck puo' guardare con soddisfazione ad una prima tappa del percorso conclusa con successo. Il 3 ottobre del 2013 Gauck dichiarava in un discorso che la Germania in futuro si sarebbe dovuta impegnare attivamente in politica estera - anche militarmente. La campagna iniziata con il discorso del Presidente è stata in seguito portata avanti con molta cura; l'obiettivo sistematico è stato quello di coinvolgere una parte delle élite tedesche, ma anche professori universitari e giornalisti dei media principali. Recentemente con la pubblicazione del Libro Bianco della Bundeswehr ha trovato un riconoscimento ufficiale. Nel documento Berlino dichiara apertamente il suo impegno per una leadership globale. Allo stesso tempo il governo di Berlino porta avanti con decisione sia il potenziamento dell'esercito nazionale, sia la militarizzazione dell'UE. Le operazioni militari tedesche si intensificano in una cintura di paesi in guerra  intorno all'Europa, fra questi il Mali, la Libia, la Siria e l'Irak.

Nuovo potere

Il discorso del Presidente Gauck del 3 ottobre 2013 era stato preparato con molta attenzione. Un ruolo importante l'hanno avuto le fondazioni finanziate dalla Cancelleria tedesca, come la Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) oppure il German Marshall Fund of the United States (GMFUS) con la pubblicazione di un  documento strategico  ("Nuovo potere, nuove responsabilità"), realizzato fra il novembre 2012 e il settembre 2013. La Germania "dispone oggi di più' potere e influenza di ogni altra Germania democratica precedente", è scritto nel documento. Il nuovo potere tedesco "dà al paese nuove possibilità di influenza": ci sono "le condizioni per una ridefinizione delle relazioni internazionali" [1]. Nella nuova Weltpolitik la Germania "dovrà in futuro esprimere sempre più' spesso una leadership determinata", chiariscono gli autori; per farlo "potrà utilizzare tutti gli strumenti della politica estera, dalla diplomazia, alla politica culturale e dello sviluppo, fino all'utilizzo della forza militare".

Comunicare in maniera efficace

Il contenuto del documento, realizzato dai funzionari di vertice del Ministero degli Esteri, definisce i punti fondamentali condivisi nell'establishment di Berlino in tema di politica estera. In pratica incorpora i segmenti più' influenti delle élite tedesche. Fra i circa 50 autori che per oltre un anno hanno partecipato alla definizione del documento, c'erano funzionari dei ministeri, parlamentari del Bundestag, rappresentanti delle fondazioni vicine ai partiti, professori e giornalisti. I redattori del documento, che condividono quindi i punti centrali del documento, insegnano oggi alla Libera Università di Berlino o all'Università di Treviri, scrivono per la Frankfurter Allgemeine Zeitung come per il settimanale Die Zeit. [2] Il motivo per cui alcuni professori o giornalisti si sono lasciati coinvolgere nelle discussioni sulla politica estera, lo si capisce leggendo il documento "Nuovo potere, nuove responsabilità". Una nuova politica mondiale ha bisogno nel paese di una "riflessione", che "non si occupi solo di creatività politica", ma "sia anche in grado di sviluppare opzioni politiche in maniera rapida e in forma operativa", si dice nel documento. Inoltre, la politica estera in Germania "deve essere in grado di comunicare efficacemente i propri obiettivi". [3]

I compiti del Presidente della Repubblica

Il Presidente Gauck ha avuto un ruolo importante nella comunicazione della politica estera del governo. Già l'8 maggio 2012, dopo appena 2 mesi dalla sua elezione, Jan Techau, un ex dipendente del servizio stampa del ministero della difesa tedesco, sulla Suddeutsche Zeitung si chiedeva se il nuovo Presidente "non potesse diventare un nuovo Weizsäcker". Techau si riferiva infatti al famoso discorso dell'8 maggio 1985 dell'allora presidente della Repubblica Richard von Weizsäcker, in cui egli definì' lo stesso giorno del 1945, l'anniversario della fine della guerra, come un giorno di "liberazione per la Germania". Grazie a questa presa di posizione è stato piu' facile per il paese liberarsi del peso del passato, sempre secondo Techau. Una simile liberazione è ora necessaria per la politica estera, che ancora soffre forti limitazioni a causa delle note vicende storiche, soprattutto per quanto riguarda l'impiego della forza militare. "Chi se non il pacificatore e uomo di Dio Gauck", potrebbe "aiutare i tedeschi a superare le proprie paure e diffidenze" necessarie per guidare con determinazione la politica estera e militare della NATO e dell'UE, si chiedeva Techau. [4] Un Presidente della Repubblica "difficilmente puo' influenzare la politica estera", ma "può' contribuire a creare le condizioni interne per la realizzazione di una buona politica estera".

Operare a livello globale, anche militarmente

Di Fatto Gauck con il suo discorso del 3 ottobre 2013 ha dato il via libera ad una campagna per una nuova Weltpolitik. Sia in patria che all'estero sono cresciute "le voci" che alla "Germania chiedono un maggiore impegno nella politica internazionale", affermava Gauck nel suo discorso; la Repubblica Federale, "popolosa, al centro del continente e quarta potenza economica del mondo, non è un'isola", in futuro dovrà partecipare piu' che mai "alla soluzione" dei conflitti globali - anche militarmente. [5] Gli specialisti vi hanno riconosciuto le posizioni di Thomas Kleine-Brockhoff, l'ex "Senior Director for Strategy" del German Marshall Fund of the United States (GMFUS), il quale fino all'agosto del 2013 ha partecipato alla redazione del paper sulla strategia, ed è stato capo della sezione di lavoro sulla strategia nell'ufficio del Presidente. Anche nei discorsi successivi Gauck ha confermato la necessità di una nuova Weltpolitik offensiva, come nel discorso tenuto nel 2014 alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco [6]. Con le sue prese di posizione successive, ha continuato ad appoggiare le richieste provenienti dall'establishment politico per una nuova politica mondiale tedesca. [7] I rappresentanti delle organizzazioni cristiane, nella primavera del 2014, hanno accusato Gauck di voler "ammorbidire le resistenze popolari" contro un intervento militare [8]. 

La fase di attuazione

Tre anni dopo il suo discorso Gauck puo' voltarsi e guardare ai successi ottenuti. Le elite tedesche, soprattutto l'establishment mediatico, appoggiano con convinzione la nuova Weltpolitik di Berlino. Nel nuovo libro bianco della Bundeswehr questa nuova fase politica è stata anche ufficialmente messa nero su bianco. Nel documento si afferma chiaramente "che il paese è pronto per plasmare attivamente il nuovo ordine mondiale" e "assumere la leadership nella politica internazionale"[9]. Per la prima volta cresce il numero di militari a disposizione della Bundeswehr, e il governo federale mette a disposizione somme ingenti per il potenziamento dell'esercito. Le missioni della Bundeswehr in Mali, Siria, Irak e nel Mediterraneo sono state prolungate, la missione in Libia è ancora in discussione. Pochi giorni fà l'esercito ha anche annunciato di aver concluso la sua prima offensiva informatica. Allo stesso tempo Berlino spinge risolutamente per la militarizzazione dell'UE. [10] I preparativi per i nuovi impegni militari vanno avanti, sebbene i risultati delle precedenti missioni militari siano discutibili [11]. La fase in cui la nuova Weltpolitik tedesca è stata sistematicamente spiegata e promossa volge al termine, ora inizia la fase di piena attuazione.

[1] Neue Macht - Neue Verantwortung. Elemente einer deutschen Außen- und Sicherheitspolitik für eine Welt im Umbruch. Ein Papier der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) und des German Marshall Fund of the United States (GMF). Berlin, Oktober 2013. S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.
[2] An den Diskussionen zur Erstellung des Papiers beteiligt waren unter anderem Nikolas Busse (Frankfurter Allgemeine Zeitung) und Jochen Bittner (Die Zeit).
[3] Neue Macht - Neue Verantwortung. Elemente einer deutschen Außen- und Sicherheitspolitik für eine Welt im Umbruch. Ein Papier der Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP) und des German Marshall Fund of the United States (GMF). Berlin, Oktober 2013. S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.
[4] Jan Techau: Wie Gauck ein zweiter Weizsäcker werden könnte. Süddeutsche Zeitung 08.05.2012.
[5] "Die Freiheit in der Freiheit gestalten". www.bundespraesident.de 03.10.2013. S. dazu Schlafende Dämonen.
[6] S. dazu Der Weltordnungsrahmen.
[7] S. dazu Das Bündnis der Freien und Friedfertigen.
[8] Kirchenvertreter üben Kritik an Bundespräsident Gauck. www.derwesten.de 16.06.2014. S. dazu Die Weltpolitik-Kampagne der Eliten.
[9] Weißbuch zur Sicherheitspolitik und zur Zukunft der Bundeswehr. Berlin, Juni 2016. S. dazu Deutschlands globaler Horizont (I).
[10] S. dazu Strategische Autonomie.
[11] S. dazu Deutschlands Kriegsbilanz (I), Deutschlands Kriegsbilanz (II) und Deutschlands Kriegsbilanz (III).
[12] S. dazu Zivile Kriegsvorbereitung.