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domenica 21 ottobre 2012

Sinn: il governo federale dovrà cedere sugli Eurobond


H.W. Sinn su WirtschaftsWoche torna a parlare dei saldi Target e questa volta va contro corrente: gli acquisti di titoli pubblici  da parte della BCE per i tedeschi sono un affare, e presto o tardi avremo gli Eurobond.
I pericolosi saldi Target nell'Eurosistema si ridurranno con l'acquisto di titoli di stato da parte della BCE o tramite il fondo di salvataggio ESM. Ma in questo modo la crisi non sarà risolta. Presto o tardi il governo federale dovrà accettare gli Eurobond.

Fino a poco tempo fa questo ingombrante termine era sconosciuto anche a coloro che si interessavano di economia: nel corso dell'Eurocrisi i saldi Target sono tuttavia diventati un argomento di pubblica discussione. Si tratta di trasferimenti di denaro dal sud al nord dell'Eurozona. Nascono perché la BCE permette alle banche del sud e ai loro clienti di prendere a prestito con garanzie sempre peggiori una crescente quantità di denaro - per poter acquistare beni dal nord, saldare i debiti ed effettuare investimenti.

Perchè sono un problema? Dal punto di vista delle banche nord europee, i saldi Target sono cresciuti per l'offerta di denaro a tassi molto bassi che le banche centrali del sud hanno fatto alle loro economie. Le banche del nord hanno preferito depositare il denaro dei risparmiatori presso le loro banche centrali. Cosi' da sole le banche commerciali tedesche hanno depositato presso la Bundesbank circa 700 miliardi di Euro, e questo è infatti il credito concesso dalla Bundesbank alle altre banche centrali. Invece di ricevere dei crediti ad un tasso di interesse competitivo, per i suoi avanzi commerciali la Germania ha ricevuto solo dei crediti Target: crediti che si dissolverebbero se l'Euro dovesse frantumarsi, oppure sarebbero erosi dall'inflazione se le cose continuassero ad andare avanti come ora.  Anche se l'Euro-crash non dovesse verificarsi, la politica BCE uccide i rendimenti sul denaro dei risparmiatori, delle banche e delle assicurazioni sulla vita.

I saldi Target non sono solo il sintomo e il termometro della crisi, piuttosto una misura del credito pubblico che attraverso la BCE è fluito verso il sud Europa. Insieme all'acquisto di titoli da parte della BCE, questo credito è pari a 4 volte tutti i fondi di salvataggio concessi fino ad ora dai parlamenti nazionali, dalla commissione EU e dal FMI. Se avessimo un sistema come negli Stati Uniti, i debitori Target dovrebbero saldare i loro debiti nei confronti della banca centrale attraverso la messa a disposizione di titoli ad alto rendimento. Se ci trovassimo ancora nel sistema di Bretton Woods, il sistema a cambi fissi che collegava i paesi occidentali fino al 1973, i crediti Target tedeschi, come accadeva allora, sarebbero stati saldati con dell'oro.

E' nella logica della trappola Target in cui è caduto il nostro paese: la Germania deve solo rallegrarsi se i crediti Target della Bundesbank potranno essere sostituiti dall'acquisto di titoli di stato della BCE. Questo controverso programma farà infatti tornare gli acquisti di titoli di stato dal nord Europa e spingerà verso il sud Europa un nuovo flusso di denaro. In questo modo i crediti Target torneranno a scendere e saranno sostituiti da un nuovo credito pubblico della BCE. I crediti della Bundesbank verso l'Eurosistema saranno quindi convertiti in un titolo scambiabile, che a differenza dei crediti Target, anche in caso di rottura della zona Euro manterrà il suo valore. Scommetto, che questo è stato l'argomento con il quale  il governo tedesco è stato convinto da Mario Draghi a tollerare l'acquisto dei titoli di stato tramite le banche centrali dell'Eurosistema - azione contro la quale il presidente della Bundesbank Jens Weidmann si è battuto invano.

Ancora meglio dell'acquisto di titoli mediante la BCE, dal punto di vista tedesco, è l'acquisto di titoli da parte del fondo di stabilità ESM. Diversamente dal consiglio BCE, la Repubblica Federale nel consiglio ESM ha un potere di voto che corrisponde alla sua percentuale di garanzia del 27%. E qui non potrà certo trovarsi in minoranza come nel consiglio BCE con Weidmann. Questa condizione ha contribuito in maniera decisiva per la ratifica del trattato da parte del Bundestag.

Stando così le cose, si deve supporre che l'attivismo dell'ESM a favore dei salvataggi non si fermerà qui. Ad un certo momento la capacità del fondo di salvataggio si esaurirà, e allora ci sarà bisogno di nuovi miliardi. Poiché la corte costituzionale ha bocciato la licenza bancaria per il fondo ESM, il governo dovrà affrontare di nuovo il parlamento. Per evitare i problemi associati, il governo potrebbe allora abbandonare la sua opposizione agli Eurobond. Se arrivassero veramente i titoli del debito pubblico comuni, avremmo allora per la prima volta la quiete sui mercati - fino a quando non sarà chiaro, che i bassi tassi di interesse rallenteranno lo zelo riformatore dei paesi indebitati rendendo permanente la mancanza di competitività. 

I crediti Target hanno causato una valanga di denaro a buon mercato verso il sud Europa, che politicamente non può piu' essere arrestata. A meno che non si combatta il problema alla radice - nella BCE stessa.

venerdì 12 ottobre 2012

La trappola Target


Hans Werner Sinn pubblica il suo nuovo libro dedicato al sistema Target e torna ad infiammare il dibattito sulla crisi Euro: la Bundesbank ha perso ogni potere decisionale e il patrimonio dei tedeschi è a rischio. Un estratto del libro da FAZ.NET 

La Germania è finita nella trappola Target, sostiene l'economista Hans Werner Sinn. Nel suo nuovo libro chiarisce perché il complicato sistema di pagamento della EU ci spinge a tentare di salvare l'Euro con sempre piu' denaro. Un anticipo

La portata delle azioni di salvataggio della BCE emerge chiaramente dalle dimensioni dei cosiddetti saldi Target. I responsabili politici sia a livello europeo che nazionale sull'argomento sanno poco. Si tratta infatti di flussi di credito che scorrono attraverso i tortuosi canali del sistema delle banche centrali, di cui i politici preferiscono non occuparsi pubblicamente, in modo da evitare ogni preoccupazione.

Il governo federale tedesco fino ad ora si è rifiutato di occuparsi pubblicamente della questione Target. Questo atteggiamento appare incredibile, perché nel frattempo tutto il mondo finanziario ne sta parlando. Sicuramente  da  quando Moody's ha avvertito il governo di Berlino di volerne mettere in discussione il merito di credito. Moody's ha infatti esplicitamente indicato i saldi Target della Germania come una delle ragioni per il peggioramento dell'outlook tedesco da stabile a negativo.

Target è il nome del sistema attraverso il quale vengono gestiti i pagamenti fra le banche nell'area Euro. E' l'acronimo di un'espressione complessa, che si dimentica immediatamente se la si sente, perché non dà nessun aiuto alla comprensione.

Il sistema Target gestisce e misura i trasferimenti di denaro fra le banche centrali nazionali dei paesi Euro, generati da movimentazioni internazionali, che il settore privato e pubblico realizzano attraverso le banche commerciali. Un deficit-Target di una banca centrale nazionale è un deflusso netto di Euro verso un altro paese, che gli economisti definiscono deficit della bilancia dei pagamenti. Di conseguenza un surplus-Target è un afflusso netto di denaro proveniente da altri paesi, ovvero un avanzo della bilancia dei pagamenti.

Azioni, obbligazioni e immobili

Nell'area Euro i pagamenti relativi ai commerci e ai movimenti degli istituti finanziari si spostano fra i diversi confini e all'interno dei paesi, ma solo i flussi transfrontalieri vengono considerati nel sistema Target. Vivo in un paese, compro beni in un altro e chiedo siano consegnati in un terzo paese. Azioni, immobili, obbligazioni e fabbriche intere vengono vendute e comprate attraverso i confini dei paesi. Si prendono in prestito dei capitali, mentre se ne rimborsano altri. Questi pagamenti portano a dei flussi di denaro, ma di solito non si hanno dei flussi netti, perché i movimenti di denaro in entrata e in uscita restano in equilibrio. Una tale situazione viene indicata come equilibrio della bilancia dei pagamenti. 

Si parla invece di uno squilibrio della bilancia dei pagamenti quando ci sono flussi di denaro maggiori in una direzione rispetto all'altra. Se i flussi in entrata e in uscita non si annullano,  si genera un saldo.

Vediamo che nella zona Euro fino all'estate 2007 c'era un equilibrio della bilancia dei pagamenti. I saldi non non sono mai stati pari a zero, perchè i flussi finanziari internazionali dipendono da fattori stocastici, ma le differenze erano ridotte. La somma dei crediti Target dei paesi in avanzo era appena dell'1.3% del PIL dell'Eurozona.

Squilibri di dimensioni maggiori sono emersi solo dopo l'agosto del 2007, da quando è iniziato il disordine sul mercato interbancario europeo. Le banche di Francia, Germania e Olanda hanno iniziato a concedere i loro prestiti all'estero con maggiore esitazione. I paesi GIPSZ ( Grecia, Irlanda, Portugal, Spanien, Zypern), i quali avevano grandi deficit delle partite correnti, dovevano finanziare i propri acquisti con dei prestiti, senza che dall'estero arrivasse un corrispendente flusso di denaro. Questo denaro scomparso è stato sostituito con il denaro elettronico della banca centrale.


I dati mostrano dimensioni drammatiche

Nel caso dell'Irlanda e dall'estate 2011 anche per Spagna e Italia si è avuta una fuga di capitali dovuta al rimpatrio del denaro precedentemente prestato dalle banche del centro. Già dall'estate 2007 i capitali hanno iniziato a fuggire dai paesi GIPSZ, mentre in Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo stavano arrivando quantità sempre maggiori di denaro. Nel luglio 2012 la Germania aveva maturato un saldo netto di 727 miliardi di Euro. In Olanda in giugno era di 126 miliardi di Euro, in Finlandia di 54 miliardi di Euro e in Lussemburgo fino a maggio erano 128 miliardi di Euro. 

Nel complesso le somme raggiunte ci mostrano una situazione drammatica. All'inizio del 2011 quando i crediti tedeschi erano ancora intorno ai 300 miliardi, si diceva che le cifre sarebbero presto rientrate. Ma di questo rientro non c'è traccia. Negli ultimi 12 mesi, prima della conclusione di questo libro (luglio 2011-luglio 2012) il saldo Target tedesco è salito in media di circa 100 miliardi di Euro per trimestre, oppure di 32 miliardi di Euro al mese. Come il lettore può intuire facilmente dalla curva riportata, la crescita con diverse oscillazioni è continuata mese dopo mese. In caso di sviluppi come questo si può parlare di "sequenze esplosive": possiamo solo sperare, che questa espressione non venga presa troppo alla lettera.



Sebbene i saldi Target siano saldi della bilancia dei pagamenti, misurano anche i crediti fra la diverse banche centrali dell'Eurosistema. A prima vista questo non sembra evidente, perchè alla concessione di un credito è collegato anche un trasferimento di denaro. Ci si chiede allora dove e come la banca centrale tedesca ha prestato del denaro alla banca centrale greca. E questo infatti non è accaduto. Il rapporto di credito è nato molto spesso dal fatto che, ad esempio, al momento dell'acquisto di un prodotto tedesco da parte di un greco, la banca centrale tedesca ha effettuato il trasferimento alla banca commerciale del venditore per conto della banca centrale greca.

Per fare questo la Bundesbank concede alla banca nazionale del venditore tedesco un credito, che per per la Bundesbank rappresenta un debito nei confronti di questa banca commerciale. Allo stesso tempo concede alla banca centrale greca un credito dello stesso valore di quello concesso alla banca commerciale tedesca. Tale credito verso l'Eurosistema nei bilanci della Bundesbank viene registrato come un saldo Target (Forderung). E' come se io per il mio amico che ha dimenticato il proprio portafoglio, pagassi una fattura per una riparazione fatta da un artigiano. Effettuando il pagamento al suo posto gli concedo un credito, che poi registro come una posizione attiva nei suoi confronti.

Nessuna libertà di decisione da parte della Bundesbank

La differenza è che il mio amico mi restituirà i soldi della serata, mentre i crediti Target sono in principio illimitati e non arriveranno mai a scadenza. La Grecia acquista le merci e mette in conto, senza essere in grado di offrire merci in cambio. L'analogia con l'amico non è adatta perché in ogni occasione posso decidere se aiutare o meno il mio amico nella sua situazione. Nel sistema Target la Bundesbank non ha alcuna possibilità di decidere. Può naturalmente nel consiglio BCE, cosa che già fa, votare per una politica di concessione del credito piu' restrittiva, ma in quella sede il suo voto viene messo in minoranza e può fare ben poco. Deve effettuare i pagamenti causati dalla generosa politica di credito e non può rifiutarsi. Questo è l'Eurosistema.

I crediti Target chiariscono perché l'import di capitale nei paesi in crisi è andato avanti, nonostante la crisi abbia avuto origine proprio da questo: i capitali non vogliono piu' andare in questi paesi. Il sistema Target è il fondo di salvataggio, prima dell'arrivo dei fondi di salvataggio - il cavaliere bianco, il sostituto per un mercato dei capitali non piu' funzionante. Il volume dei crediti Target, di cui i paesi in crisi hanno beneficiato, è 5 volte il valore dei titoli acquistati, e il doppio delle somme previste dai fondi di salvataggio.

Per i paesi creditori, prima di tutto la Germania, i crediti Target sono un rischio, come lo sono anche le altre misure di aiuto concesse. Se i debitori non potranno rimborsarli, i crediti dovranno essere depennati, e i beni che sono stati acquistati dai paesi in crisi mediante il sistema dei crediti Target non torneranno mai indietro. Le perdite tedesche saranno poi ridotte attraverso la socializzazione dei guadagni e delle perdite fra le banche centrali nazionali della zona Euro ancora solvibili.

Cosi' ad esempio la Germania in caso di insolvenza e uscita dei GIIPSZ dalla zona Euro non perderebbe i suoi 727 miliardi di crediti (fine luglio), ma dividerebbe con gli altri paesi restanti i saldi negativi dei GIIPSZ, pari a 971 miliardi di Euro. In concreto la Germania si troverebbe ad avere una perdita del 43% ovvero 416 miliardi di Euro.

Una perdita di 593 miliardi di Euro

Per la Germania andrebbe ancora peggio se fosse l'intera Eurozona a dissolversi. In questo caso ci sarebbero dei crediti verso un sistema che non esiste piu': le perdite tedesche sulla base dei dati di agosto 2012 sarebbero di 727 miliardi di Euro.
Con i crediti e le garanzie concesse al fondo ESM la Germania in questo caso si troverebbe in una posizione decisamente migliore: da un lato perché sarebbe coinvolta solo con la propria quota di capitale, e dall'altro lato perché i titoli di stato restano dei crediti sempre esigibili da un punto di vista legale, anche se l'Euro fosse sostituito da altre monete. Sono certo minacciati da un hair-cut e dal rischio di svalutazione, ma non certo dalla scomparsa del quadro giuridico.

Per la Bundesbank sia l'uscita dei GIIPSZ che la dissoluzione dell'Euro sarebbero una catastrofe, visto che dispone di capitale proprio per soli 134 miliardi di Euro. Sottraendo queste perdite, la banca centrale tedesca in caso di uscita e insolvenza dei GIIPSZ avrebbe un capitale proprio negativo per 282 miliardi di Euro, e in caso di rottura dell'euro una perdita di 593 miliardi di Euro.

Su questo argomento sono in molti a sostenere che si tratta di un problema irrilevante visto che i saldi negativi Target si muovono in un mondo virtuale e non hanno alcun significato reale. La Bundesbank in una situazione di emergenza potrebbe lavorare anche con un capitale proprio negativo oppure lo stato potrebbe accordare un credito senza interessi e senza scadenza, in modo da poter ripristinare il capitale proprio. Ma è troppo bello per essere vero.

Sicuramente con trucchi del genere si potrebbe mantenere la Bundesbank funzionante, ma i crediti non potranno essere certo recuperati in questo modo. Per i beni che la Germania ha venduto all'estero e per i quali ha ricevuto solo dei semplici crediti Target, in caso di un fallimento degli altri paesi in crisi, non riceverà mai un controvalore adeguato sotto forma di altri beni. E questa non è una perdita virtuale, piuttosto una perdita reale che coinvolge ogni cittadino. 

Si può cadere in una trappola che qualcuno ci ha teso. Ma ci si può tendere anche una trappola da soli. Il giudizio su quale di queste 2 possibilità corrisponda al caso dei crediti Target, se alla convinzione con cui Helmut Kohl ha seguito il progetto europeo, o all'intelligenza e visione di Jacque Delors, può essere lasciato in sospeso. Il fatto è che oggi la Germania è caduta nella trappola Target.

Il sistema Target è una trappola perchè la Bundesbank non ha la possibilità di incassare i propri crediti. I crediti Target potranno essere rimborsati solamente quando la Germania concederà nuovamente credito all'estero oppure acquisterà dall'estero beni e immobili. Se non dovesse farlo, perchè ha paura che questi crediti non vengano poi rimborsati oppure perchè i beni e gli immobili sono troppo cari, i crediti di emergenza resteranno per sempre nei bilanci e saranno erosi dall'inflazione.

Il vero problema dei saldi Target

I volumi raggiunti dai saldi dei paesi caduti nella trappola del sistema Target, li costringono ad approvare ogni ulteriore misura di salvataggio, grazie alle quali affondano ancora di piu' in questa trappola. Questo riguarda sia l'acquisto di titoli di stato della BCE che i programmi di aiuto pubblico, sui quali decidono i parlamenti. Queste misure portano nuovo denaro nei paesi in crisi: offrono infatti una garanzia pubblica per i prestiti privati che potranno in questo modo essere di nuovo concessi nei paesi in crisi, oppure perché in maniera indiretta supportano l'acquisto di titoli di stato. Riducono i crediti Target, sostituendoli con altri crediti.

Questo è il vero problema dei crediti Target. La BCE ha dato ai paesi in crisi una carta di credito d'oro senza limiti di prelievo. Per fare in modo che questa carta di credito non venga utilizzata o addirittura per far si che questi crediti vengano rimborsati, dovrà essere concessa una carta di platino. La possibilità di rifornirsi di beni e attività in Germania a debito, semplicemente segnando un credito sul bilancio della Bundesbank, genera una dipendenza della politica, che ad ogni crisi sarà costretta ad accettare nuove concessioni verso i paesi in crisi.

venerdì 17 agosto 2012

Target2: termometro della crisi


Il vero termometro della crisi Euro sono i saldi Target2: specchio della fuga di capitali in corso, delle partite correnti  in deficit e del mercato interbancario bloccato.  Da Querschuesse.de


I saldi Target2 della Bundesbank su base mensile in miliardi di Euro dal gennaio 1999. Nel Luglio 2012 i crediti (saldi Target2 positivi) sono scesi di 1,361 miliardi rispetto al mese precedente raggiungendo 727,206 miliardi di Euro.


Saldi Target2 della Banca centrale olandese dal gennaio 1999 su base mensile. Nel giugno 2012 i crediti sono scesi (saldi target2 positivi) di -19,212 Miliardi di Euro rispetto al mese precedente raggiungendo i 123,299 miliardi di Euro


I saldi Target2 della banca centrale del Lussemburgo dal gennaio 2002. Nel luglio 2012 i crediti (saldi Target2 positivi) sono scesi di 1,263 miliardi di Euro rispetto al mese precedente, raggiungendo i 124,119 miliardi di Euro.



Saldi Target2 della Banca centrale finlandese in miliardi di Euro dal genanio 2001. Nel luglio 2012 i crediti (saldi Target2 positivi) sono scesi di 3,424 miliardi di Euro rispetto al mese precedente, raggiungendo i 59,05 miliardi di Euro.


Saldi Target2 della Banca centrale portoghese in miliardi di Euro dal gennaio 1999 ad oggi. Nel giugno 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 11,634 miliardi di Euro raggiungendo i -74,324 miliardi di Euro. 



Saldi Target2 della Banca centrale irlandese. Nel giugno 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 1,12 miliardi di Euro rispetto al mese precedente, raggiungendo i  -103,2 miliardi di Euro.


Saldo Target2 della Banca centrale italiana dal gennaio 2001. Nel gennaio 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 5,802 miliardi di Euro rispetto al mese precedente raggiungendo i -280,093 miliardi di Euro.



Saldi Target2 della Banca centrale greca in miliardi di Euro dal gennaio 1999. Nel gennaio 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 4,433 miliardi di Euro sul mese precedente, raggiungendo i -105,987 miliardi di Euro.


Saldi Target2 della Banca centrale spagnola su base mensile dal gennaio 1999. Nel luglio 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 14,852 miliardi di Euro a -423,272 miliardi di Euro.

Saldi Target2 della Banca centrale belga su base mensile in miliardi di Euro. Nel luglio 2012 le passività  (saldi Target2 negativi) sono cresciute di 10,022 miliardi di Euro rispetto al mese precedente, fino a 41,091 miliardi di Euro.


Saldi Target2 della Banca di Francia dal 2007 al 2012 su base mensile. Nel maggio 2012 le passività (saldi Target2 negativi) sono cresciute sul mese precedente di 21,919 miliardi di Euro, a -48,219 miliardi di Euro.



Saldi Target2 della Banca centrale austriaca su base annua dal 1999 fino al 2011. Al termine del 2011 le passività (saldi Target2 negativi) erano -34,614 miliardi di Euro, -27,496 rispetto al 2010. La banca centrale austriaca non pubblica dati mensili.


I saldi Target2 di Germania, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna, e dei PIIGS sommati da gennaio 2007 fino a maggio 2012.


Saldi Target2 di Germania, Olanda, Lussemburgo, Finlandia, Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna, Belgio e Francia da gennaio 2007 fino al maggio 2012.


I saldi Target2 delle banche centrali di DNLF (Deutschland, Niederlande, Luxemburg, Finnland), Germania, dei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia, Spagna) e dei PIIGSBF (PIIGS + Belgio e Francia) da gennaio 2007 a maggio 2012.

domenica 17 giugno 2012

4 chiacchiere con Hans Werner Sinn


FAZ.net pubblica una lunga conversazione con Hans Werner Sinn, l'economista tedesco piu' famoso. Accanto ai suoi temi tradizionali, scopriamo che anche a Sinn questa Europa non piace proprio.
Hans Werner Sinn è l'economista tedesco piu' famoso. Gli abbiamo chiesto di descrivere quali sono i pericoli, quali le opportunità e cosa dovremmo fare. Una conversazione che va oltre l'economia.

Uscirà un'Europa diversa. Hans Werner Sinn, che ci dice questo, è l'economista tedesco piu' famoso e si riferisce prima di tutto agli aspetti economici. Non solo economici: considera anche i cambiamenti politici che nascono dai mutamenti economici. Stiamo assistendo ad un flusso di credito pubblico, ci dice, che guidato da una precisa scelta politica, sposta il risparmio tedesco verso il sud Europa. A causa delle decisioni politiche della BCE, e grazie ai fondi di salvataggio sempre piu' grandi, gli investitori non hanno piu' la possibilità di scegliere dove investire. Di fatto viene offerta una garanzia con denaro pubblico e i capitali si spostano dove questi, a causa del rischio eccessivo, non sarebbero mai andati.

Ci si deve immaginare H.W. Sinn come un uomo alquanto tranquillo. Ma la politica finanziaria europea mette la sua compostezza alla prova. Secondo lui si sta ripetendo esattamente lo stesso errore che ci ha portato alla crisi. Che il capitale a causa delle differenze di costo del lavoro fluisca dai paesi ricchi verso quelli poveri, non è un principio sbagliato. Il capitale nei pasi piu' poveri puo' essere piu' produttivo di quanto non accada da noi. Questo processo si è realizzato tuttavia con troppo slancio: abbiamo avuto una bolla inflattiva, i prezzi immobiliari sono cresciuti, le persone hanno pensato che i prezzi sarebbero saliti per sempre, hanno investito e si è messo in movimento un meccanismo impossibile da fermare, che è andato molto oltre l'obiettivo fissato. 

I problemi sono stati risolti con la stampa di denaro.

I prezzi e i salari nei paesi del sud, finanziati con credito a basso costo, sono cresciuti molto piu' rapidamente della produttività. Risultato: questi paesi hanno perso la loro competitività. Questo ha portato a deficit commerciali con l'estero che per essere finanziati hanno richiesto sempre piu' credito. La crisi finanziaria americana nel frattempo ha reso tutti piu' nervosi e si è iniziato a non fidarsi dei paesi del sud. Il credito che le banche e le assicurazioni tedesche direttamente o attraverso i loro clienti francesi avevano concesso in Grecia, ha smesso di fluire. Poi, secondo Sinn, questi paesi hanno risolto i loro problemi con la stampa di denaro. I greci volevano continuare a comprare le auto tedesche e si sono stampati il denaro di cui avevano bisogno per importare le auto.

Ma come funziona? Prima della crisi il denaro fluiva da Parigi ad Atene, ad esempio perché una banca francese lo aveva prestato ad una greca, i greci si compravano un auto tedesca, e il denaro usciva di nuovo dalla Grecia. Ora invece dalla Grecia esce solamente denaro. Questo deflusso di denaro viene misurato esattamente dai cosiddetti saldi Target. L'offerta di moneta in Grecia è sempre piu' ridotta e questo denaro viene "stampato", naturalmente non in banconote o monete, ma in forma elettronica. Che i saldi Target misurino il deflusso di denaro dalla Grecia, e indirettamente la quantità di denaro stampato, Sinn è stato il primo economista a scoprirlo. I saldi Target sono quindi uno strumento per la sostituzione dei flussi di credito privato attraverso la stampa di denaro.

Dietro al nostro avanzo commerciale, ci dice Sinn, c'è un risparmio tedesco: vendiamo all'estero piu' merci e guadagnamo da questo scambio, piu' di quanto compriamo all'estero. Dall'estero, perciò, le nostre banche e assicurazoni, per nostro conto, acquistano titoli di credito e altre attività.

Se il gioco si rompe...

Oggi l'area Euro non è piu' cosi'. I paesi del sud non piazzano piu' i loro titoli di debito presso istituti di credito tedeschi, ma si stampano il denaro per l'acquisto di beni. Fino ad ora le nostre banche hanno comprato all'estero con i nostri risparmi dei titoli negoziabili. "Ora", secondo Sinn "non funziona piu' così, le banche e le assicurazioni depositano il loro denaro presso la Bundesbank, e la Bundesbank riceve un credito verso l'Eurosistema; saldi di cui all'inizio si diceva fossero irrilevanti, posizioni statistiche di compensazione senza alcuna importanza".

Se il salvataggio greco dovesse fallire, lo stato e le sue banche andassero fallite, allora nell'Eurosistema sorgerebbero perdite per tutti gli altri membri. Perdite che sarebbero da suddividere fraternamente secondo la percentuale di partecipazione al capitale.  La Germania ne detiene il 28%. Circa 640 miliardi di Euro dei nostri patrimoni privati, che in forma di assicurazioni sulla vita o depositi sono stati impiegati all'estero e sono oggi dei crediti verso la Bundesbank. E  la Bundesbank a sua volta ha crediti verso il sistema BCE: crediti che non hanno una scadenza, e che vengono remunerati ad un tasso dell'1%. "Se il sistema dovesse esplodere, rimarrebbero 640 miliardi di crediti verso un sistema che non esiste piu'".

Per Sinn ne consegue: "siamo diventati ricattabili. La posizione nella negoziazione dipende normalmente da quello che potrebbe succedere nel caso estremo". Questo fa chiarezza su quali concessioni si è disposti a fare. "Negli ultimi anni abbiamo avuto saldi commerciali attivi per centinaia di miliardi di Euro verso il sud Europa ma abbiamo ricevuto in cambio solo dei crediti Target. Il sud Europa ha semplicemnte segnato sul conto".

Ma come si comportano le altre aree valutarie quando ci sono degli squilibri nella bilancia delle partite correnti? Gli americani, chiarisce Sinn, non permettono che i diversi distretti territoriali della FED facciano aumentare i saldi senza limite. In principio ognuno dei 12 distretti FED può ottenere piu' denaro di quanto ne sia necessario all'interno del distretto.  Denaro che i cittadini bonificano verso altri distretti per poter acquistare merci o per saldare debiti. Ma quando questo accade, i distretti della banca federale, che hanno ricevuto il denaro per conto della FED, una volta l'anno, ripagano i saldi con dei titoli realmente negoziabili.

Denaro che prima di tutto alimenta il consumo

Anche i saldi Target americani durante la crisi sono cresciuti, ma nel frattempo sono stati rimborsati fino a raggiungere un ammontare di 21 miliardi di Euro. Nell'Eurozona ci sono 947 miliardi di Euro segnati sulla lavagna, e la somma negli ultimi tempi è cresciuta rapidamente.  L'area Euro è stata salvata dirottando il risparmio di tedeschi, olandesi e finlandesi; purtroppo, aggiunge Sinn "senze che i risparmiatori o i loro rappresentanti capissero quello che stava accadendo".

Così questi paesi sono rimasti in vita economicamente con i risparmi di una minoranza. Gli scenari futuri disegnati da Sinn sono poco piacevoli: "Un giorno potrebbe anche accadere che gli stati indebitati ci dicano: abbiamo accumulato molto debito, che cosa volete fare, volete mandarci una nave per poter caricare tutti i soldi che vi dobbiamo? Purtroppo non possiamo pagare. Ci dovrete cancellare i debiti, come ora nel caso della Grecia. E allore per evitare il collasso di stati come l'Italia, si metterà in piedi una unione di trasferimento, permettendo in questo modo un finanziamento continuo di questi debiti".

Una parte del problema per Sinn è anche nel fatto che molto del denaro fluito verso i paesi del Sud, è servito a finanziare i consumi. "In Spagna almeno si è investito nelle infrastrutture. Ma in Grecia? Se si fosse investito nelle infrastrutture, la produttività sarebbe cresciuta e i greci avrebbero almeno dei prezzi competitivi e sarebbero in grado di vendere i loro beni. Ma non lo hanno fatto. Con l'Euro il paese è diventato troppo caro".

La Grecia dovrebbe diventare piu' economica del 37%, solo per raggiungere lo stesso livello della Turchia. Poiché i redditi erano alti e l'export troppo caro, il paese ha importato molto di piu' di quanto abbia esportato. Le persone capaci si sono spostate dal settore dell'export a quello dell'import. "Questa del resto oggi è la lobby piu' potente che impedisce al paese di tornare ad essere competitivo, visto che per tornare competitivi è necessario abbassare i prezzi. Con prezzi e tassi di interesse determinati, una riduzione dei prezzi si ha solo se si aumenta la produttività;  con una produttività determinata, accade solamente quando i salari o i tassi di interesse decrescono. In entrambi i casi non è facile, l'aumento della produttività richiede molti anni. Diventare piu' economici con una riduzione dei salari, va a sbattere contro la dura resistenza dei sindacati. Bisogna considerare: in Germania i prezzi fra il 1929 e il 1933 sono caduti del 23%. Ma sappiamo che cosa stava accadento allora".

Si continua a comprare tempo.

Questo non sta funzionando. E invece? "Quello che trovo terribile è che i politici europei ci vogliono convincere che esiste una soluzione per tenere la Grecia nella moneta unica: soluzione che di fatto non esiste. Credo che in molti tengano viva questa illusione per un solo motivo: hanno bisogno della Grecia come un ostaggio, in modo che il denaro per i salvataggi continui a fluire e gli stati onorino i loro debiti. La politica ha proclamato il dogma: ogni paese, grazie al denaro per i salvataggi, potrà rimanere nell'area Euro, anche se non è competitivo. Altrimenti è l'intera Europa a cadere". In realtà è solo un modo per comprare tempo - si compra tempo per aiutare gli attuali proprietari dei titoli del debito pubblico.

Fino a qui l'economia, ma che cosa significa politicamente? Sinn ha una sensazione spiacevole quando pensa che i suoi figli o i suoi nipoti saranno creditori dei paesi del sud Europa :"Non mi posso immaginare che sia un processo pacifico. La mia Europa era costruita sul buon vicinato, un Europa dove ci si può anche aiutare, dove si va daccordo insieme, ci si visita amichevolmente, e si fanno degli scambi. Non certo un Europa dove si fanno dei debiti enormi con i vicini di casa".

Sinn pensa che inviare un commissario per il risparmio in Grecia sia una pessima idea. "In questo modo attiriamo l'odio verso di noi. Invece di dare regole sul bilancio, dovremmo limitare i crediti pubblici che siamo disposti a concedere. Anche se in realtà sono dei regali veri e propri". Sarebbe stato molto meglio se avessimo donato direttamente il denaro, invece di farlo tramite un istituzione europea, dove il denaro è stato concesso con decisioni a maggioranza, e noi siamo diventati i cattivi. "Se avessimo organizzato spontaneamente un piano Marshall con lo stesso denaro, saremmo diventati gli eroi".

Che cosa possiamo fare allora? Per Sinn la Grecia ha solo una possibilità per tornare competitiva: uscire dall'Euro e svalutare. "Dopo le guerre abbiamo avuto molti fallimenti statali con svalutazione del cambio, e quasi sempre la svalutazione è stata la ricetta giusta. Nella transizione ci sono sempre difficoltà, c'è la tempesta sulle banche, che le persone svuotano, quando cominciano a fiutarla. Ma anche se portassero tutto il loro denaro fuori dal paese, questo non sarebbe nulla in confronto ai costi dei salvataggi".

116 piani Marshall per la Grecia

Dopo l'uscita, la Dracma si svaluterebbe automaticamente nei confronti dell'Euro, e l'economia greca riprenderebbe a crescere. " I greci tornerebbero a comprare i propri pomodori e il proprio olio di oliva, i turisti non andrebbero piu' in Turcia, ma in Grecia. Ma soprattutto i greci facoltosi tornerebbero in Grecia per fare acquisti a basso prezzo e per rifondare le aziende". Le difficoltà durerebbero, secondo l'esperienza del fallimento  e della svalutazione argentina, nemmeno un anno. In questo periodo sarebbe possibile sostenere la Grecia. 

In Grecia queste considerazioni sono un tabù politico, perchè i greci sanno, che se restano nell'Euro, potranno essere ancora sostenuti, e le banche poi sono indebitate in Euro. Anche la UE non ama fare riflessioni di questo tipo, perché fino a quando l'uscita della Grecia viene dipinta come un evento catastrofico, può spingere verso una unione di trasferimento .

Ci sono sicuramente degli effetti contagio. Ma dobbiamo confrontarli con quelli derivanti da un finanziamento duraturo di questi paesi. "Le somme di cui stiamo parlando sono gigantesche. La Grecia, inclusi i crediti Target e il taglio del debito ha ricevuto circa 460 miliardi di Euro. Il PIL annuo di questo paese è di 170 miliardi di Euro. Abbiamo già concesso fra 2 e 3 volte il PIL del paese. Un altro confronto: se avessimo voluto mettere in piedi un piano Marshall , che in proporzione al PIL abbia le stesse dimensioni  di quello ricevuto dalla Germania, allora la Grecia dovrebbe aver ricevuto 4 miliardi di Euro. Di fatto la Grecia ha ricevuto 116 piani Marshall".

L'esempio irlandese, secondo Sinn, ci fa vedere chiaramente che i mercati finanziari non mettono tutti i paesi in crisi nella stesso pentolone, come suggerisce la teoria del contagio: "L'Irlanda dal luglio dello scorso anno ha avuto un diverso andamento dei propri titoli:  il paese è riuscito ad eliminare i suoi deficit delle partite correnti". L'Irlanda è il solo paese ad aver veramente ridotto i suoi prezzi: negli ultimi 5 anni, in rapporto ai suoi concorrenti europei del 15%. Questo potrebbe essere dovuto alla forte lobby delle esportazioni locali e alla debolezza dei sindacati. Ma il motivo principale è stata la fortuna di essere entrato in crisi prima degli altri paesi, il fatto è che "l'Irlanda già nel 2006, 2 anni prima degli altri paesi, era entrata in difficoltà, e allora non c'erano fondi di salvataggio. L'Irlanda si è dovuta salvare da sola".

L'ambiguità del dono e del salvataggio

La dura verità, a cui nessuno sembra essere ancora giunto, per Sinn è, che un'industria dell'export esiste, se riesce a guadagnarsi il denaro, per poter importare i beni dall'estero. "Non è possibile aiutare i paesi regalando denaro. Questo lo ha detto anche un ministro greco in una recente intervista alla FAZ, quando ha affermato che la UE con i suoi aiuti ha distrutto l'industria dell'export di quel paese. Il denaro regalato causa sempre la distruzione della competitività. Gli economisti chiamano questo fenomeno la "malattia olandese", perché in Olanda l'industria dell'export è stata fortemente danneggiata, quando i giacimenti di gas hanno portato ad una rivalutazione della moneta". 

E se la parola "regalo" ha un doppio significato, anche la parola "salvataggio" è ambigua. Ad esempio si potrà dire, abbiamo salvato la Grecia. Sinn si domanda, se veramente la stiamo salvando, e chi stiamo salvando? "Salviamo i greci? Quello che in ogni caso stiamo salvando sono i portafogli obbligazionari. Per questo motivo Wall Street festeggia".

In Germania dietro questi salvataggi c'è il nostro passato. Noi tedeschi possiamo trovare un futuro solo in Europa. Il paradosso è che con la buona intenzione di rafforzare l'Europa, al contrario la si sta abbattendo.

Le banche e le assicurazioni spingono chiaramente per questo corso: hanno ancora molti assets in questi paesi, e ogni strategia di salvataggio dal loro punto di vista è desiderabile. Non vogliono essere salvate direttamente, perché  lo stato ne diventerebbe comproprietario. Dal punto di vista del contribuente, al contrario, sarebbe 10 volte piu' economico salvare le banche direttamente invece di farlo indirettamente. 

Che cosa significa questo per la Germania? Il resto di questo decennio per la Germania sarà un decennio d'oro. Potremmo perdere una parte del nostro patrimonio, ma avremo molta occupazione. Non bisogna naturalmente trascurare il fatto che per la Germania questa crisi ha avuto il vantaggio di invertire il flusso di capitali. "Ora sappiamo quanto può essere rischioso investire all'estero, e allora tutti vanno in cerca di investimenti sicuri in Germania, anche con una bassa remunerazione. Per questo oggi i tassi di interesse in Germania sono i piu' bassi nella storia della Germania, e abbiamo un boom delle costruzioni".

Problemi demografici

Nel prossimo decennio arriveranno i problemi demografici. "I babyboomer oggi hanno circa 47 anni, fra 13 anni, nel 2025,  avranno 60 anni, e poi andranno poco a poco in pensione. Nel 2030 la maggior parte sarà in pensione. La transizione sarà molto difficile per la Germania. Il debito pubblico sarà eccessivo per essere sostenuto dai lavoratori restanti. E presto andrà delusa la speranza che le assicurazioni private possano sostenere la seconda gamba della previdenza."

Questo significa che lo standard di vita che con i contributi pensionistici versati e con i risparmi accumulati ci immaginavamo di avere, non si realizzerà. Per ragioni demografiche ma anche a causa della crisi del debito. Quando una società ha troppo poco capitale umano, il capitale fisico deve mettersi al suo posto. Bisogna risparmiare. E ora scopriamo: questo risparmio è scomparso, perché è stato investito in obbligazioni nei paesi del sud Europa oppure è rappresentato da crediti verso la Bundesbank, che a sua volta ha dei crediti nei confronti delle banche centrali del sud Europa.

Una situazione senza via di uscita? Sinn non sarebbe un'economista, se dicesse di sì. Le uniche vie di uscita sono: prolungare l'età lavorativa, aumentare la formazione di capitale in Germania, piu' figli e l'immigrazione. Che cosa dovremmo consigliare ai nostri figli? "Certamente di non lasciare il paese. Il capitale del mondo arriva in Germania e Svizzera, perché qui abbiamo un sistema giuridico funzionante, una forte base industriale, un eccellente sistema di formazione professionale per i giovani che mantiene molto bassa la criminalità di strada e il disordine".

Quindi rimanere qui e risparmiare? "Sì, ma non risparmiate in ogni modo possibile, piuttosto in forma di titoli come le azioni, o in beni, meglio se con un registro della proprietà. Consiglio di concentrarsi su quello che ci sta vicino in maniera diretta: meglio rinnovare il bagno che comprare un certificato complicato. Vorrei anche consigliare: diventate cittadini responsabili e fate in modo che non si possa fare di voi qualsiasi cosa. Perchè è proprio così: chi pensa a breve termine, dovrà subirne le conseguenze per un lungo periodo" 

giovedì 26 aprile 2012

Sinn: i crediti Target 2 finanziano i deficit delle partite correnti dei GIIPS


Hans Werner Sinn sul blog di Handesblatt, risponde a questo intervento di Gruener e ci parla della natura dei crediti Target-2: hanno sostituito il capitale privato e stanno finanziando i deficit delle partite correnti dei GIIPS.
Caro Grüner,

nessuna obiezione di principio, solo un problema di comunicazione. Voglio inziare chiedendole perché sostiene di avere una visione diversa da quella di Joerg Kramer e dalla mia sul fatto che i deficit delle partite correnti anche prima della crisi fossero abbastanza grandi. ("Di fatto in Italia e negli altri paesi GIIPS dell'Eurozona già da molto tempo si accumulano  deficit delle partite correnti"). Mi vuole attribuire di aver scritto o detto che i deficit delle partite correnti dei GIIPS sono causati dai crediti Target? Questo sarebbe sicuramente falso, perchè la mia tesi centrale è che il credito facile e a buon mercato arrivato prima della crisi ha alimentato una bolla creando i deficit delle partite correnti. 

Su questo ho già scritto molto.  Adesso il capitale privato non fluisce più come in precedenza e i deficit devono essere finanziati con la stampa di denaro. Non è possibile che ci siano delle incomprensioni. E perché Kramer sarebbe in errore quando dice che i saldi Target finanziano i deficit delle partite correnti? In fondo lo dice anche lei. Forse non sto capendo e forse lei mi può aiutare. Sostituire il capitale privato che non arriva piu' come faceva fino all'inizio della crisi, equivale a finanziare i deficit delle partite correnti. La differenza è solo semantica, non nei fatti, in quanto parliamo di un vincolo di bilancio. La bilancia negativa delle partite correnti deve essere finanziata o con l'importazione di capitali o con i crediti Target. Quando l'importazione di capitali diminuisce, deve essere sostituita dai crediti Target, o i deficit delle partite correnti scendono anch'essi. Altre possibilità non esistono.

Per rispondere alla sua domanda, sulle alternative possibili: se fosse piu' difficile ottenere prestiti dalla BCE, i prezzi nel sud Europa si ridurrebbero, e la tanto necessaria svalutazione reale, che fino ad ora nei dati sul deflatore del PIL non abbiamo ancora visto, potrebbe finalmente iniziare. Lei crede che l'Eurozona può resistere se si continua a fornire credito di nascosto attraverso la BCE ad un tasso unitario che non considera i rischi? Non stiamo combattendo una crisi acuta, ma un problema duraturo. In alcuni casi siamo già al quinto anno di finanziamento dei deficit delle partite correnti da parte della BCE. Per quanto ancora intende sostituire l'afflusso di credito privato con del credito pubblico forzoso? Il passaggio ad un'economia centralizzata può avvenire anche gradualmente.

Mit freundlichem Gruß
Hans Werner Sinn

domenica 22 aprile 2012

Target 2, vielen Dank!


Su Handelsblatt, scopriamo che al di sopra delle Alpi ci sono anche voci fuori dal coro che ringraziano la BCE per il LTRO e per i saldi "Target II". Che cosa sarebbe successo all'Unione monetaria se la BCE fosse stata a guardare? Hans Peter Gruener, economista dell'Università di Mannheim, mette in guardia dalle facili conclusioni alla Werner Sinn.


Molti economisti tedeschi criticano i saldi Target 2  dell'Eurosistema, di solito definiti "crediti Target". Voglio iniziare con la tesi centrale sostenuta da Hans Werner Sinn:

"I crediti target hanno la stessa natura dei fondi di salvataggio europei, che spostano il risparmio tedesco dalla Germania verso l'estero, con la protezione della comunità internazionale, ma di fatto solo con la protezione del contribuente tedesco. Questo credito fa in modo che i posti di lavoro siano creati all'estero invece che nel nostro paese".

Jörg Krämer (capo economista di Commerzbank) arriva ad una simile valutazione negativa:

"La BCE finanzia la bilancia commerciale negativa dei paesi periferici facendo assumere ai paesi del nord Europa dei grossi rischi"

Entrambe le tesi sono almeno in parte vere, ma è solo un frammento del quadro completo, che potrebbe portare a delle conclusioni politiche sbagliate. 

Di fatto in Italia e negli altri paesi GIIPS dell'Eurozona già da molto tempo si accumulano  deficit delle partite correnti. Questi deficit delle partite correnti tendono a ridursi, anche se negli ultimi tempi in maniera non molto pronunciata.

Quello che è cambiato è il comportamento degli investitori. Gli investitori tedeschi non sono piu' disponibili a investire nei paesi GIIPS e i risparmiatori di questi paesi portano il loro denaro in Germania.

Assistiamo in questo momento ad una fuga di capitali e ad un allontanamento degli investitori internazionali. Di conseguenza, solo attraverso la garanzia fornita dalla BCE è possibile il rinnovo dei crediti alle banche GIIPS da parte degli altri paesi europei.

Come questo fatto possa essere giudicato, lo possiamo capire solo se riusciamo a figurarci l'alternativa. Se la BCE avesse assistito alla fuga di capitali senza battere ciglio, saremmo arrivati ad una liquidazione delle obbligazioni del sud Europa, in quanto le banche sarebbero state obbligate a ridurre pesantemente gli attivi nei loro bilanci.

Un credit crunch o perfino una insolvenza delle banche del Sud Europa sarebbero stati molto probabili. Nel corso di una crisi di queste dimensioni, gli investitori tedeschi avrebbero perso una parte del loro capitale investito in questi paesi e i lavoratori tedeschi molti posti di lavoro.

Se si deve confrontare l'immissione di liquidità della BCE - di cui i saldi target sono una conseguenza - con questo scenario di insolvenza generale, allora il giudizio è molto diverso da quella fornito dal mio collega Sinn.

I saldi Target si sviluppano perchè il capitale tedesco, grazie alla protezione degli stati europei, viene difeso da eventuali perdite dovute ad una insolvenza sulle obbligazioni delle banche del Sud Europa.

I rischi derivanti, secondo i trattati, devono essere sostenuti da tutti gli stati dell'Eurozona in quanto azionisti della BCE. Tuttavia questo per alcuni paesi resta poco credibile in quanto un paese insolvente non potrebbe in alcun modo partecipare ad un aumento di capitale della BCE.

La politica monetaria della banca centrale comporta per i contribuenti di alcuni paesi europei l'assunzione di grossi rischi. A causa del rischio inflazione, se gli sforzi di riforma in Italia e Spagna dovessero fallire, ci sarà anche il rischio di investire in titoli non indicizzati all'inflazione. Allo stesso tempo potrebbe diminuire la pressione sui paesi GIIPS per una riduzione duratura dei deficit delle partite correnti.

Quando valutiamo una politica, dobbiamo pensare alle soluzioni alternative. Il mondo perfetto è raramente disponibile come alternativa. Questo vale anche per la politica della BCE. Se l'alternativa era una ridotta offerta di liquidità attraverso il LTRO, gli esiti per l'Europa ma anche per la Germania sarebbero stati devastanti.

Il generoso LTRO e l'ampliamento delle garanzie accettate, non avevano certamente l'obiettivo di spostare posti di lavoro dal nord al sud Europa. Daranno invece al governo italiano e spagnolo il tempo necessario per portare a termine il consolidamento senza causare una recessione. Senza l'avvitamento in una crisi economica ancora piu' profonda, anche i posti di lavoro in Germania alla fine saranno piu' sicuri.

Dicendo questo non voglio certo sminuire i possibili effetti collaterali, che del resto sono evidenti. L'aggiustamento dei prezzi dei fattori produttivi nel sud Europa sarà probabilmente reso piu' difficile ed una non efficiente allocazione delle risorse sarà favorita dai criteri  poco convincenti per la concessione di credito. 

Il LTRO e la nazionalizzazione delle politiche di credito comportano per la Germania e per altri paesi dell'Eurozona dei grossi rischi, che si aggiungono a quelli dei pacchetti di salvataggio europei. E' stato invece sostituito il rischio di una bancarotta della banche italiane con quello di una lunga e duratura negazione delle necessarie riforme nel Sud Europa. 

Allora cari colleghi: a parte il tasso di interesse piu' alto, quale sarebbe stata l'alternativa?

venerdì 20 aprile 2012

La Bundesbank denunciata per i saldi "Target II"

Sempre la FAZ, ci racconta che le idee di Hans Werner Sinn fanno proseliti. Un professore di Monaco di Baviera vuole portare in tribunale la Bundesbank.
Da settimane ormai alcuni economisti ci mettono in guardia dai rischi nascosti nel bilancio della Bundesbank, all'interno del sistema di pagamento "Target II". Un giurista di Monaco ha denunciato il consiglio direttivo della Bundesbank accusandolo di malversazione.

L'esperto di diritto economico Bernd Schünemann ha denunciato il consiglio direttivo della Bundesbank accusandolo di malversazione. Il professore universitario fa riferimento alle accuse mosse dal famoso economista Hans Werner Sinn e dal precedente presidente della Bundesbank Helmut Schlesinger nei confronti del sistema di trasferimento di crediti fra le banche centrali  (Saldi target).

Schuenemann sarà sostenuto dalla Fondazione delle Imprese Familiari. "Le persone responsabili, di fronte alla dimensione dei rischi assunti, non possono continuare a guardare da un'altra parte" ha dichiarato il presidente della fondazione Brun-Hagen Hennerkes alla FAZ: "I vertici della Bundesbank e del governo federale non avrebbero dovuto permetterlo alla BCE. Avrebbero dovuto invece impedire ogni potenziale danno per la Repubblica Federale e per i suoi contribuenti"

"Target II" è il nome di un sistema per i pagamenti transfrontalieri in Europa, che fino a poco tempo fa era conosciuto solo nel ristretto circolo dei banchieri centrali. La Bundesbank all'interno di questo sistema di pagamento internazionale ha accumulato crediti nei confronti della BCE per oltre 600 miliardi di Euro.

Da settimane l'economista Hans-Werner Sinn avverte dei pericoli nascosti nei bilanci della Bundesbank. Se in futuro un paese dovesse uscire dall'Euro o se l'Euro dovesse dissolversi, la Germania perderebbe una buona parte di quella somma. Anche nella Bundesbank si discute dei saldi Target già da tempo: in una lettera indirizzata al presidente della BCE Mario Draghi, Weidmann si era mostrato molto preoccupato per la dimensione raggiunta da questi crediti.