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domenica 14 maggio 2017

Der Spiegel intervista Schäuble

Il Ministro delle Finanze tedesco Schäuble dopo l'elezione di Macron è molto attivo con la stampa e rilascia un'importante intervista a Der Spiegel.  La sua posizione è sostanzialmente immutata: a parte una timida apertura verso un piano di investimenti europeo, ritiene che i paesi in crisi devono prima di tutto fare i soliti compiti a casa, poi, forse, si potrà parlare anche di solidarietà. Sul tema degli avanzi commerciali non arretra di un centimetro: non è colpa del governo se i prodotti tedeschi sono cosi' richiesti. Da Der Spiegel


Spiegel: Sig. Ministro, il nuovo presidente francese Emmanuel Macron la prossima settimana visiterà Berlino per presentare i suoi piani per il rilancio delle relazioni franco-tedesche. Il governo federale ha trovato un potente alleato in Europa oppure un avversario?

Schäuble: Macron vuole un'Europa piu' forte, esattamente come la Cancelliera e me. Il nuovo presidente mi ha molto colpito quando dopo la vittoria è salito sul palco del Louvre accompagnato dall'inno europeo. E' un simbolo molto potente. Chiaro: Macron è un nostro alleato

Spiegel: Macron tuttavia vorrebbe anche un cambiamento dell'UE e della Germania. Prima di tutto chiede che il governo tedesco metta a disposizione piu' risorse per l'Europa. Cercherà di andargli incontro?

Schäuble: in primo luogo Macron vuole dei cambiamenti in Francia, e noi lo sosteniamo in questo sforzo. Macron ha mostrato coraggio, nella misura in cui ha fatto una campagna elettorale pro-riforme e pro-europea, contro l'opinione della maggioranza del partito socialista. Ora Macron deve cercare di ottenere una maggioranza parlamentare per i suoi piani di riforma del mercato del lavoro. Noi tutti ci auspichiamo che riesca a farlo.

Spiegel: per il leader della SPD Martin Schulz non bastano gli auguri amichevoli. Chiede un sostegno più' aperto per Macron, mentre la Cancelliera si è espressa in maniera alquanto tiepida nei suoi confronti. Non vede nessuna necessità, cosi' ha detto, di modificare la sua politica dopo l'elezione di Macron.

Schäuble: se vogliamo fare un'Europa piu' forte, ogni paese deve prima di tutto pensare a rafforzarsi. Vale per l'Italia e per la Francia, vale anche per la Germania. E poi possiamo parlare in Europa anche di come migliorare il funzionamento della nostra comunità. E' l'ordine corretto. Inoltre non si deve cercare di cooptare un presidente francese solo per una evidente manovra elettorale. In questo modo non si sta facendo un favore alle relazioni franco-tedesche. La Cancelliera ha dato la risposta giusta, caratterizzata da rispetto e prudenza.

Spiegel: il vice-Cancelliere Sigmar Gabriel l'accusa di essere troppo tiepido nei confronti di un piano europeo di investimenti.

Schäuble: il nuovo Ministro degli Esteri apparentemente ha più' idee ora per lo stimolo della domanda attraverso gli investimenti di quante non ne avesse quando era Ministro dell'Economia. In quella posizione non ha certo fatto passi avanti sul tema. Se ci sono possibilità concrete di rafforzare gli investimenti, non saremo certo noi a farle fallire. Macron ha sicuramente ragione: agire di piu', parlare di meno.

Spiegel: Macron ha parlato spesso anche degli avanzi delle partite correnti tedesche. Li considera "insostenibili" e come il presidente americano Trump, o il FMI chiede che vengano ridotti. Alla fine cederà alle pressioni?

Schäuble: io chiederò' a Macron, come al FMI, che cosa devo fare esattamente. Il FMI chiede da  tempo un aumento degli investimenti pubblici. Nel frattempo abbiamo fatto cosi' tanto per gli investimenti che non siamo in grado di spendere i nostri soldi.

Spiegel: allora tutti si agitano inutilmente

Schäuble: è vero che l'avanzo delle partite correnti tedesche, con oltre 8 punti di PIL di surplus è troppo alto. Nei prossimi anni probabilmente scenderà, cosi' pare, ed è anche un bene che accada. Chi ci critica dovrebbe tuttavia anche chiedersi quali sono i veri motivi della forza delle nostre esportazioni.

Spiegel: prosegua pure

Schäuble: il surplus non ha cause politiche. E' da ricondurre all'elevata competitività dell'economia tedesca, ma anche al fatto che siamo parte di una unione monetaria. Il presidente della BCE ha scelto una politica dei bassi tassi di interesse e per questa scelta ha ottenuto un forte consenso internazionale, dal FMI fino a Macron. In questo modo anche il corso dell'Euro è sceso, fatto che rende i prodotti tedeschi ancora piu' economici sui mercati mondiali e quindi piu' attraenti. Se non ci fosse l'Euro, gli avanzi esteri tedeschi sarebbero probabilmente solo la metà di quello che sono oggi.

Spiegel: vuol dire che la colpa è degli altri. E che il governo tedesco non puo' fare nulla.

Schäuble: no, pero' vale la pena cercare le vere cause. Per limitare gli avanzi commerciali in Germania si potrebbero ad esempio ridurre le tasse. Chi è contrario? La SPD. Potremmo mobilitare ad esempio anche piu' investimenti privati per la costruzione di infrastrutture pubbliche, come ad esempio le autostrade. Ma anche su questo tema i socialdemocratici non sono d'accordo, sebbene continuino a lamentarsi degli avanzi commerciali, come fanno in molti all'estero. Inoltre, come conseguenza della buona situazione economica abbiamo avuto dei significativi aumenti salariali, aumenti delle pensioni e un mercato del lavoro forte.

Spiegel: Macron chiede tuttavia che la Germania indirizzi una parte del suo surplus verso il sud-Europa. La Germania dovrebbe riconoscere che l'Europa e la moneta unica non possono fare a meno di una unione di trasferimento. Ha ragione?

Schäuble: non è possibile costruire una comunità di stati con una diversa forza senza una qualche forma di compensazione. Questo è facilmente individuabile ad esempio nel bilancio UE oppure nei programmi di salvataggio. Per questo in Europa ci sono contribuenti netti e beneficiari netti. Una comunità non può' esistere se i più' forti non garantiscono anche per i piu' deboli. Quanto ampi debbano essere i trasferimenti e quando debba essere redistribuito, in una democrazia a deciderlo deve essere chi detiene la sovranità.

Spiegel: il nuovo presidente per questa ragione vorrebbe rafforzare le istituzioni europee e ad esempio introdurre un nuovo Ministro delle Finanze europeo. Che cosa ne pensa?

Schäuble: molto bene, alla fine è un tema che anche io ho introdotto nel dibattito. Ma un Ministro delle Finanze deve avere anche i poteri di un Ministro delle Finanze. Altrimenti la cosa non ha alcun senso

Spiegel: a quali poteri si riferisce?

Schäuble: deve disporre ad esempio di un proprio bilancio; ne ha parlato una volta anche la Cancelliera. E poi naturalmente deve essere in grado di far rispettare le regole di bilancio europee. Solo che per un cambiamento di tale portata c'è bisogno di una modifica dei trattati europei. Non sono in molti in Europa a ritenerlo realistico. 

Spiegel: cosa puo' fare allora l'Europa per andare avanti con l'integrazione?

Schäuble: io sono per fare ogni passo realistico verso iniziative europee comuni. Dobbiamo trasformare il programma di investimenti in un successo, realizzare l'unione energetica e digitale e far avanzare l'unione della difesa

Spiegel: c'è anche la proposta di realizzare un fondo europeo per il riarmo

Schäuble: io sono a favore. Allora bisogna anche essere pronti a pianificare e a portare avanti i corrispondenti programmi di approvvigionamento. Penso anche ad un ulteriore sviluppo  dell'ESM che abbiamo creato per gestire i paesi in crisi.

Spiegel: se la Francia anche in futuro dovesse superare i requisiti previsti dal patto di stabilità, lei sarà generoso?

Schäuble: prima di tutto io credo che il nuovo presidente francese manterrà le sue promesse riducendo il deficit e l'indebitamento. La Francia puo' farcela, non è poi cosi' lontana dalla soglia del 3%.

Spiegel: e se non accadesse?

Schäuble: non è un mio compito essere generoso. L'interpretazione delle regole di bilancio è un compito della Commissione. Vigila sul patto di stabilità e ha su questo una certa discrezionalità, che in passato è sempre stata utilizzata.

Spiegel: e su questo tema lei ha spesso criticato le autorità di Bruxelles

Schäuble: Cosa glielo fa pensare? Il governo federale, ma anche io, non abbiamo mai criticato le raccomandazioni della Commissione, come ad esempio la valutazione dei deficit francesi.

Spiegel: tuttavia in tutta Europa lei viene considerato il responsabile dell'austerità. Vuole forse negare che lei in questi anni ha sempre insistito sul rispetto delle regole di bilancio europeee?

Schäuble: i trattati si sottoscrivono per essere poi rispettati. Se noi facciamo promesse e accordi che poi non manteniamo, rafforziamo solo l'Euroscetticismo.

Spiegel: sembra che lei voglia essere il Ministro delle Finanze anche nella prossima legislatura, per poter negoziare con la Francia le riforme dell'unione monetaria.

Schäuble: Macron negozierà con la Cancelliera, non con il Ministro delle Finanze. E per quanto mi riguarda: io faro' di tutto, affinché Angela Merkel resti Cancelliera.

Spiegel: Herr Schäuble, la ringraziamo per questa intervista.


lunedì 24 aprile 2017

La lezione tedesca per Trump

Schäuble è volato in America in occasione della riunione del FMI per difendere gli avanzi con l'estero tedeschi dalle accuse di Trump e della sua amministrazione. Der Spiegel pubblica i punti piu' importanti del documento con il quale i tedeschi intendono difendersi. La lezioncina dei primi della Klasse. Da Der Spiegel


Le partite correnti per il governo tedesco non sono un indice di riferimento rilevante, scrivono gli esperti che hanno redatto il documento per conto del governo tedesco. Il motivo: possono essere influenzate solo in maniera molto ridotta da misure di natura politica. "L'avanzo delle partite correnti tedesco è prima di tutto il risultato dell'incontro fra domanda e offerta, fra imprese e consumatori, sul mercato mondiale".

Circa la metà dell'avanzo commerciale sarebbe riconducibile ad elementi strutturali sui quali la politica nel breve periodo non puo' fare molto. Fra questi ci sono: "l'elevata competitività dei produttori tedeschi sui mercati mondiali", ma anche "la struttura delle produzioni complesse e di alto valore qualitativo". In parole povere: la Germania produce ed esporta beni richiesti in altre parti del mondo, che nessun altro paese è in grado di offrire.


Inoltre, nel documento si sottolinea che l'avanzo delle partite correnti tedesco avrebbe raggiunto e superato il picco. Nel 2015 era pari all'8.6% del PIL, nel 2016 era sceso all'8.3%. "Secondo le previsioni attuali l'avanzo corrente con l'estero quest'anno sarà del 7.5% e del 7% il prossimo anno", recita il documento con tono rassicurante.

Anche l'elevato ammontare di attività estere dei tedeschi, secondo il documento, sarebbe una conseguenza inevitabile degli elevati avanzi con l'estero. Sono una conseguenza dell'elevata esportazione di capitali: le imprese tedesche negli anni passati hanno investito molto denaro all'estero per conquistare nuovi mercati, mentre i risparmiatori privati erano in cerca di rendimenti piu' elevati. Gli investimenti esteri generano dei redditi che a loro volta alimentano il surplus delle partite correnti. Questo effetto da solo spiegherebbe circa un quarto degli avanzi esteri tedeschi, scrivono gli esperti governativi.

Dell'export di capitali tedeschi hanno beneficiato prima di tutto gli Stati Uniti. "Gli investitori tedeschi sono fra i piu' grandi datori di lavoro stranieri negli Stati Uniti". Partecipano ad oltre 3.000 società, che con oltre 672.000 occupati generano un fatturato di circa 466 miliardi di Euro. Solo nel 2016 sono arrivati negli Stati Uniti 63 miliardi di dollari di capitali tedeschi. Le imprese tedesche hanno investito fino al 2015 circa 319 miliardi di dollari negli Stati Uniti, cifra che li rende il terzo piu' grande investitore estero.

"L'alta attrattività degli Stati Uniti per gli investimenti di portafoglio esteri deriva anche dalla loro importanza economica e politica per l'economia globale e dal ruolo del dollaro come valuta di riserva internazionale.", ricordano gli esperti tedeschi. Detto diversamente: fino a quando gli Stati Uniti pretenderanno di essere una potenza mondiale, attrarranno capitali esteri, che in ultima istanza significa importare piu' beni di quanti se ne esportano.

Tali squilibri commerciali, piu' volte messi sul banco degli imputati dalla nuova amministrazione americana, continuano gli esperti tedeschi cercando di rassicurare gli americani, non sarebbero in fondo nulla di male, anzi "in un'economia aperta sono la norma". "Sono l'espressione di diversi vantaggi comparati e della conseguente specializzazione produttiva". Detto in tedesco: ognuno fa quello che sa fare meglio.

Piu' pensionati, meno surplus

La causa dei risparmi relativamente elevati investiti all'estero, secondo le valutazioni del governo tedesco, deve essere ricercata nella attuale situazione previdenziale. "Diverse stime parlano di una quota tra uno e tre punti percentuali di avanzo corrente con l'estero dovuti alla situazione demografica", è scritto nel documento. La prospettiva confortante: quanti più' tedeschi andranno in pensione e quindi inizieranno ad utilizzare i loro risparmi, tanto più' forte sarà la riduzione degli avanzi esteri tedeschi.

Gli autori non mettono in dubbio il fatto che uno squilibrio nelle partite correnti "potrebbe giustificare anche misure economiche da parte del governo". Tuttavia la Germania secondo Schäuble e Zypries ha già fatto abbastanza per ridurre il surplus. Fra le misure prese c'è anche il salario minimo, introdotto nel 2015 e incrementato nel 2017. Inoltre, i contribuenti in questa fase elettorale hanno beneficiato di una riduzione delle tasse di undici miliardi di Euro. "Si tratta di misure che aumentano la domanda interna".

Il governo ha inoltre incrementato gli investimenti pubblici nel bilancio federale di quasi il 45% e ha introdotto misure per aumentare gli investimenti privati. "La quota di investimenti in rapporto al PIL nel corso dell'anno dovrebbe crescere dal 20 al 20,2%"

Gli esperti governativi rispondono con veemenza alle accuse degli americani, secondo le quali la Germania si procurerebbe vantaggi commerciali ricorrendo a mezzi sleali: "la Germania non ha alcuna influenza sul tasso di cambio e non applica strumenti protezionistici", scrivono nel documento. Gli stati europei, come anche la Commissione UE, non possono in alcun modo modificare la politica monetaria della BCE.

Da una prospettiva globale, riassumono gli autori del documento, le partite correnti tedesche non sarebbero molto significative. Su scala globale ciò che conta è l'equilibrio complessivo della zona Euro con il resto del mondo. "Cosi' come la bilancia delle partite correnti della California verso la Cina non è l'oggetto della discussione, ugualmente non dovrebbe esserlo quella degli Stati Uniti con la Germania".

Se questi confronti riusciranno davvero a convincere lo staff di Trump tuttavia è discutibile. Wolfgang Schäuble aveva già fatto il confronto scherzoso con la California a metà marzo nel corso della visita iniziale del suo nuovo omologo Steven Mnuchin. Il quale pero' era rimasto impassibile. 

sabato 1 aprile 2017

Schäuble: no al pozzo senza fondo!

Breve ma interessante intervista a Wolfgang Schäuble. Il Ministro delle Finanze tedesco risponde all'apertura fatta recentemente da Sigmar Gabriel (SPD) in favore di maggiori trasferimenti verso i paesi del sud: no ad una unione di trasferimento, l'UE non ha bisogno di piu' solidarietà. Si avvicinano le elezioni politiche di settembre. Da deutschlandfunk.de


DF: Herr Schäuble secondo lei, in questo momento è in gioco il futuro dell'Unione Europea?

Schäuble: le istituzioni europee si trovano sicuramente in una situazione difficile. Ma l'idea secondo cui l'Europa deve restare unita, e che solo se resta unita avrà un futuro, soprattutto in una fase storica in cui l'America sta discutendo se vuole e può' ancora avere uno ruolo di primo piano, è un'idea ancora molto forte che alla fine riuscirà ad imporsi. Ci saranno sempre delle crisi, ma dalle crisi usciremo piu' forti. Ora abbiamo alcune sfide da affrontare, e come europei, che ci piaccia o no, dovremo occuparci di più' dei nostri vicini: del Mediterraneo, del Medio Oriente, che poi sono il nostro diretto vicinato, esattamente come l'Ucraina, si tratta di compiti molto importanti per noi europei. Nessuno, né i francesi né i tedeschi da soli, potranno farcela singolarmente. Ma insieme ce la possiamo fare.

DF: l'Europa pero' costa. Sigmar Gabriel ha proposto che la Germania versi nelle casse europee piu' di quanto ha fatto fino ad ora. Sarà così possibile aiutare i paesi più' deboli, magari con l'effetto collaterale di togliere il vento dalle ali dei partiti populisti.

Schäuble: non è una questione di soldi, si tratta piuttosto di utilizzare il denaro nella maniera corretta.

DF: forse anche una questione di soldi, se si potesse investire di piu'...

Schäuble: mi scusi, l'Europa non soffre per una mancanza di denaro e ancora meno per una mancanza di debiti. Il punto è che gli stati membri non fanno quello che dovrebbero fare e che alcuni fanno troppo affidamento sugli altri. Per questo - lo dice la Commissione, la BCE, lo ripetono sempre tutti - è importante che ogni paese prenda sul serio i propri compiti, e trovi il modo di risolvere i propri problemi. Noi non possiamo farlo per un altro paese, noi tedeschi, nemmeno per la Grecia. Devono farlo i greci da sé.

Se diciamo che si tratta di soldi, inviamo un messaggio completamente sbagliato. Si tratta invece di fare in modo che i paesi facciano i loro compiti, e nel farlo noi li aiuteremo. Noi - lei stesso lo ha detto - abbiamo assunto dei rischi enormi nei confronti della Grecia. Ma le riforme strutturali, la trasformazione dell'economia, la messa in piedi di un'amministrazione pubblica efficiente in un paese che possa essere competitivo e vantare standard moderni, è compito dei greci. Noi possiamo anche aiutare i greci a raggiungere questo obiettivo. Ma se si dice, è necessario dare piu' soldi all'Europa, il problema non lo si risolve, si fornisce solo un incentivo sbagliato. E' stato un errore molto grave.

DF: Herr Schäuble, la domanda è se si tratta solo di parole. Conosce gli argomenti di Gabriel: la Germania nei momenti difficili ha fatto le riforme e per farle ha anche aumentato il debito. Per questo motivo, secondo Gabriel, la Germania oggi si trova in una buona situazione. Perché non dovrebbero farlo anche gli altri?

Schäuble: sicuramente loro sono responsabili per l'aumento del debito. Ma non è questo il punto. Non è che manchi il debito. Devono prima fare le riforme, i problemi vengono posti nell'ordine sbagliato. E fuori da ogni dubbio che noi tedeschi, piu' forti, dobbiamo aiutare i paesi economicamente più' deboli. Del resto anche i Laender piu' forti, Bayern, Baden-Württemberg, Hessen, ad esempio, pagano di piu' di quelli piu' deboli. Ma i Laender piu' deboli devono naturalmente darsi da fare per diventare piu' forti. Non ci puo' essere un pozzo senza fondo. Per questa ragione Sigmar Gabriel ha inviato un messaggio completamente sbagliato alla Grecia. Non sta aiutando la Grecia, piuttosto porterà i leader politici greci a pensare di non dover implementare le misure necessarie su cui si sono impegnati. Questo è il pericolo.

DF: si puo' obbligare i partner o gli amici a risparmiare?

Schäuble: noi non costringiamo nessuno, diciamo, come sempre...con tutto il rispetto, che la Grecia ha assunto l'impegno volontariamente. La Grecia ha detto di voler restare nell'Euro. E questo puo' farlo solo se ha un'economia competitiva. Per farlo la Grecia deve attuare le riforme promesse. Per farlo ha bisogno di tempo e noi stiamo dando questo tempo alla Grecia. Ma se il tempo concesso non  viene utilizzato per fare le riforme, perché sono scomode, allora siamo sulla strada sbagliata. Ancora una volta: il messaggio lanciato, peraltro contrario a tutto cio' che in Europa negli ultimi anni abbiamo concordato con qualsiasi governo greco, va esattamente nella direzione sbagliata. Non si tratta di avere troppo poco debito in Europa, piuttosto del fatto che alcuni paesi non hanno potuto o voluto applicare i  cambiamenti necessari che avrebbero dovuto mettere in campo per rendere le loro economie piu' competitive e meglio connesse nella moderna economia mondiale -  aiuti sì, ma non un pozzo senza fondo.

DF: l'UE come dovrebbe spendere i suoi soldi?

Schäuble: l'Ue dovrebbe spendere le sue risorse affinché in tutti i paesi membri, grazie agli investimenti giusti, le opportunità future siano migliori di quelle attuali. Per fare questo, siamo sempre disponibili a dare all'Europa piu' risorse. Ma il denaro in Europa deve essere speso in maniera corretta. Si tratta in primo luogo di assicurarsi che il denaro sia impiegato nella maniera giusta. Se abbiamo bisogno di piu' denaro, ad esempio per la difesa comune, allora la Germania è disposta a spendere di piu'. Non è questo il punto. Il dibattito sui contribuenti netti è stato iniziato dai Ministri delle Finanze socialdemocratici. Il punto è che il denaro in Europa deve essere speso correttamente. Dobbiamo farlo soprattutto se si tratta del denaro dei contribuenti. E' questo il nostro obiettivo. E se l'Europa in occasione dei suoi 60 anni ha come obiettivo una migliore gestione dei suoi compiti, poiché sono diventati ambiziosi, allora ciascuno in Europa, l'UE come i paesi membri, dovrà impegnarsi, e per questo siamo tutti insieme.

DF: mi scusi, siamo già in campagna elettorale?

Schäuble: no, per niente. Ma mi ha dato molto fastidio il fatto che Herr Gabriel abbia inviato alla Grecia un messaggio che non aiuta i greci, e che renderà piu' difficile prendere le giuste decisioni.

DLF: vorremmo sapere qual'è il suo messaggio verso l'Isola. Per lei qual'è l'obiettivo piu' importante dei negoziati sulla Brexit?

Schäuble: in primo luogo saranno i britannici a deciderlo. Considero la loro decisione sbagliata, ma dobbiamo rispettarla. Ora dobbiamo trovare una via giusta. Se la Gran Bretagna vuole continuare ad avere accesso al mercato unico, dovrà anche assumere gli obblighi corrispondenti. Se non intende farlo, ci sarà una separazione. E' un peccato per la Gran Bretagna. Cercheremo di ridurre al minimo gli svantaggi per la Gran Bretagna. Ma è chiaro: il resto dell'Europa non deve farsi contagiare. Non ci puo' essere una scelta: chi prende i vantaggi dell'integrazione del mercato comune europeo, deve naturalmente anche accettarne gli obblighi, come ad esempio la libertà di viaggiare e le garanzie previste dal mercato unico. Non potrà esserci l'uno senza l'altro.

DF: che cosa significa questo per l'atmosfera dei negoziati? Bastone o carota?

Schäuble: i negoziati saranno equi tenendo in considerazione gli interessi divergenti. Ma io non ho il minimo dubbio: Michel Barnier, che con il suo team ha ricevuto l'incarico per la gestione delle trattative dalla Commissione e dal Consiglio dei Ministri è ben preparato. Ne ho già parlato con lui piu' volte. I britannici sono dei negoziatori difficili, ma anche molto intelligenti. Si troveranno davanti una controparte onesta, dei partner negoziali che sapranno difendere gli interessi europei con la stessa energia con cui i britannici cercheranno di difendere i loro.

DF: Ministro Wolfgang Schäuble (CDU), molte grazie per l'intervista, e a risentirsi.

Schäuble: Bitte, gerne! Auf Wiederhören.

sabato 26 novembre 2016

E' iniziata la fine dell'egemonia tedesca in Europa?

Su Telepolis un'analisi dello scontro in corso fra il Ministro delle Finanze Schäuble e la Commissione Europea: la distanza non è mai stata cosi' ampia, sta per finire l'egemonia tedesca in Europa? Cristoph Stein su Telepolis


Lo scontro fra la Commissione UE e il governo tedesco cresce di tono. Quanto è profonda la frattura.

Cresce lo scontro fra la Commissione UE e la Germania, o meglio con il Ministro delle Finanze tedesco, sui principi di fondo della politica economica. Si parla di "superamento delle competenze" e di "violazione del diritto europeo".

Il Ministro delle Finanze tedesco ha criticato con forza la richiesta della Commissione UE di rilanciare la crescita in Europa attraverso una maggiore spesa pubblica. Ha accusato le autorità di Bruxelles di aver oltrepassato le loro competenze e di violare il diritto europeo. Il loro compito dovrebbe essere quello di esaminare i progetti di bilancio dei paesi europei secondo i criteri del Patto di Stabilità, e non secondo gli spazi fiscali disponibili. "Per fare questo non ha un mandato". 

Reuters

Schäuble, come racconta die Welt, ha alzato la voce "in un documento interno inviato alla Commissione UE". Si parla di una "lettera dai toni duri e molto urgente".

Nel dibattito sul bilancio del Ministero delle Finanze tenutosi il 22 novembre al Bundestag, Schäuble ha ripetuto la sua critica alla Commissione, questa volta pero' espressa in maniera un po' piu' pacata:

Il problema non è che riceviamo una raccomandazione, che magari non ci piace. Tali raccomandazioni vanno bene. E' normale, e ci sono naturalmente opionioni diverse sull'argomento. Il problema è che le raccomandazioni distraggono la Commissione dal suo vero compito, vale a dire valutare se i bilanci e i budget dei singoli paesi europei rispettano le regole europee. Questo è il vero compito della Commissione. E' il presupposto affinché la zona Euro possa rimanere stabile. Con queste raccomandazioni la Commissione non adempie il suo mandato, ma fa piuttosto il contrario, per questa ragione dobbiamo prendere posizione" 

Wolfgang Schäuble nel suo discorso di martedi' al Bundestag

Che cosa era accaduto? La Commissione il 16 Novembre aveva pubblicato il suo "Semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche nel 2017", il rapporto annuale sui programmi di bilancio e di riforma degli stati UE. Il documento segna un allontanamento dai rigorosi percorsi di risanamento e uno spostamento verso una politica fiscale piu' espansiva. La critica si è concentrata sulla Germania e il suo schwarze Null (pareggio di bilancio):

Il semestre europeo 2017, che inizia oggi, per l'Europa sarà fondamentale nel quadro di un cambiamento economico e sociale. Io credo che ce la possiamo fare. Per questo la Commissione raccomanda una politica fiscale positiva, da un lato per rafforzare la ripresa economica e dall'altro per sostenere la politica monetaria della BCE, che non può' essere lasciata da sola. Ogni stato membro deve fare la sua parte: quelli che se lo possono permettere dovranno investire di più', mentre quelli che hanno un minore spazio fiscale di manovra dovranno attuare riforme e un consolidamento fiscale favorevole alla crescita"

 Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione

A quanto pare la Commissione non si considera piu' solo come un organo di controllo sul mantenimento dei criteri di stabilità previsti dai trattati europei e sui livelli di indebitamento, ma come il guardiano della politica economica e della congiuntura europea.

Politica economica? Una parola che da molto tempo non si sentiva piu', almeno in Germania. Ma che questo concetto sia usato per parlare di una "politica di bilancio positiva", e cioè' un programma di investimenti finanziati a debito, viola tutti i principi che secondo Schäuble dovrebbero regolare l'Europa.

Tuttavia la Commissione fa un ulteriore passo in avanti: un passaggio in particolare deve aver seccato Schäuble, vale a dire quando parla come una sorta di super Ministero delle Finanze europeo:

Per valutare la situazione attuale, la zona Euro deve essere osservata nella sua totalità - come se ci fosse un Ministero delle Finanze europeo - e la sua politica fiscale deve essere presa in considerazione nel suo complesso.

La pretesa della Commissione di essere una sorta di Ministero delle Finanze per la zona Euro è stata probabilmente la ragione per cui Schäuble ha pronunciato parole come "superamento delle competenze" e "violazione del diritto europeo". Secondo Schäuble, come ha detto nel suo discorso al Bundestag, il compito della Commissione è quello di monitorare i limiti all'indebitamento, ma è chiaro che la Commissione si sta spingendo ben oltre.

Quattro citazioni dal testo della Commissione possono illustrarne gli obiettivi economici :

La situazione attuale è almeno sotto 2 aspetti insoddisfacente: il primo è che l'applicazione delle raccomandazioni per i diversi paesi sia per il 2017 che per il 2018 nel complesso porterebbero ad un corso fiscale di carattere restrittivo, mentre la situazione economica attuale sembra richiedere una politica fiscale espansiva.

Parlare di "una politica fiscale espansiva" da seguire a seconda della "situazione economica", fa riferimento al concetto di "politica economica anti-ciclica discrezionale" ed equivale ad un rifiuto dei vecchi principi del monetarismo, con i quali l'Euro è stato istituito nei primi anni '90.

Una politica fiscale discrezionale, da attuare secondo le circostanze, e' conosciuta solo dal keynesismo, ed è estranea alle teorie neoclassiche.

In questo testo la Commissione si riconosce in un approccio keynesiano. Apparentemente l'esperienza degli ultimi 10 anni, in particolare la grande crisi, gli effetti ridotti delle politiche monetarie espansive e lo shock della Brexit hanno minato l'evidenza del monetarismo, almeno a livello delle istituzioni europee.

Se ben concepita, in combinazione con le riforme e con la promozione degli investimenti, una politica fiscale attiva oggi puo' contribuire nel breve termine ad un rapido calo della disoccupazione, e nel medio termine, anche ad un miglioramento della crescita (potenziale) nella zona Euro.

Con queste frasi la Commissione si allontana dai tradizionali approcci neoclassici. Nel quadro della metafisica economica neoclassica una politica fiscale attiva in nessun caso puo' avere effetti positivi, puo' nel breve periodo creare l'illusione di un miglioramento, che pero' nel lungo periodo sarà pagato a caro prezzo. Che una politica fiscale attiva possa "aumentare il potenziale di crescita" è keynesismo puro.

Il nuovo keynesismo della Commissione resta tuttavia parzialmente bloccato dai requisiti restrittivi del patto di stabilità. Si applica ai paesi in surplus, mentre i paesi in deficit restano soggetti ai diktat dell'austerità. Tuttavia la Commissione indica la possibilità di un allentamento:

Dietro l'attuale orientamento fiscale generale ci sono grandi differenze fra i paesi membri, che da una prospettiva economica generale non hanno molto senso. Questa situazione può' essere riassunta come un eloquente paradosso: i paesi senza un margine di manovra fiscale, vorrebbero utilizzarlo, quelli che invece hanno un margine di manovra, non vorrebbero farvi ricorso. Affinché l'Eurozona nel suo complesso non finisca in una scenario di "lose-lose", è necessario un approccio collettivo.

Parlare di mancanza di senso o di un eloquente paradosso oppure di "lose-lose scenario" è un indizio chiaro del fatto che la Commissione è insoddisfatta dei requisiti restrittivi dettati dal Patto di Stabilità. E in effetti la Commissione negli ultimi tempi è diventata alquanto lassista nel controllo dei limiti all'indebitamento. La FAZ, a quanto pare non molto felice per il nuovo ruolo della Commissione, vede nella nuova direzione politica un passo verso "l'auto-distruzione finale", e parla di "frasi roboanti".

Il potere della Commissione viene tuttavia sottovalutato. Se ci ricordiamo della testardaggine con cui la Commissione in passato ha applicato i progetti precedenti, la svolta in direzione keynesiana potrebbe riservare molte sorprese.

Dal momento che la BCE fa già ampiamente uso dei suoi strumenti di politica monetaria, c'è largo consenso sul fatto che la politica monetaria da sola non puo' avere l'onere della stabilizzazione macroeconomica e che la politica fiscale deve svolgere un ruolo maggiore nella zona Euro. Questa preoccupazione è condivisa dalla comunità globale: nell'ultimo vertice i membri del G20 hanno affermato il loro impegno verso una strategia di crescita e nel loro comunicato di settembre 2016 si sono dichiarati decisi ad utilizzare individualmente o collettivamente gli strumenti di politica monetaria e fiscale per raggiungere l'obiettivo di una crescita forte, sostenibile ed equilibrata".

Il riferimento al vertice G20 nel testo della Commissione contiene un chiaro posizionamento. All'ultimo vertice G20 Wolfgang Schäuble e il Ministro delle Finanze americano Jack Lew si sono scontrati sui principi di politica economica:

da anni al vertice G20 si ripete la stessa discussione: il Ministro americano Jack Lew chiede un pacchetto di stimoli globali, esattamente i paesi con un avanzo con l'estero come la Germania dovrebbero fare di piu' per la crescita economica. Wolfgang Schäuble ripete quello che ha sempre risposto alla richiesta arrivata da Washington: per rilanciare la crescita globale sono necessarie le riforme strutturali, non un aumento della spesa. 

Der Spiegel

La Commissione si schiera pertanto chiaramente a fianco di Jack Lew e contro Wolfgang Schäuble. Non sorprende che Schäuble sia arrabbiato. Sente che sta perdendo il controllo sull'Europa.

lunedì 17 ottobre 2016

Schäuble: sarà l'ESM a controllare i bilanci pubblici nazionali

Intervista della stuttgarter-nachrichten.de a Wolfgang Schäuble sui temi europei. Secondo il ministro tedesco in futuro i bilanci pubblici nazionali dovranno essere controllati e approvati dal Fondo ESM. Dalle stuttgarter-nachrichten.de


SN: Il FMI ha appena detto che la sua partecipazione al programma di aiuti per la Grecia non è certa, poiché la sostenibilità del debito è dubbia.

Schäuble: Questo è un equivoco

SN: Non sta andando verso un nuovo conflitto con il FMI?

Schäuble: Niente affatto. Il FMI dubita - ma non è una novità - che la Grecia riuscirà a mettere in pratica quello che ha promesso per far tornare il paese alla crescita. I greci al contrario hanno sempre detto: ce la faremo. In primavera abbiamo pertanto concordato che Atene dovrà adottare ulteriori misure se il FMI con il suo pessimismo dovesse avere ragione. Di questo ho parlato con i miei colleghi greci nella seduta dell'euro-gruppo di lunedì' - e anche il FMI lo ha confermato.

SN: Quindi nessun taglio del debito?

Schäuble: Il terzo programma durerà fino alla fine del 2018 e poi decideremo che cosa sarà ancora necessario. Se ora iniziamo a parlare di riduzione del debito, si ridurrà anche la determinazione a fare le riforme. Il problema della Grecia non è il debito, piuttosto la debolezza della sua amministrazione e la mancanza di competitività.

SN: Negli ultimi anni ha investito una quantità di lavoro simile a quella necessaria per la crisi greca nell'unione bancaria. Che cosa è andato storto, se ancora una volta ci troviamo a discutere se è giusto o meno che ad intervenire sia il contribuente?

Schäuble: Alcuni istituti portano con sé il peso del passato. E questo non ha niente a che fare con l'unione bancaria. E' sulla buona strada: le regole dicono che in caso di difficoltà dovranno intervenire prima gli azionisti e poi determinati tipi di creditori. Le nostre banche sono dotate di più' capitale - non ci si troverà mai d'accordo sul fatto che sia sufficiente o meno, poiché non sappiamo quali saranno gli sviluppi. Il rischio contagio oggi è molto più' basso. Tutti i partecipanti hanno imparato la lezione, quindi tutti siamo meglio attrezzati per affrontare le sfide future.

SN: Lei ha  appena detto, si applicano le regole. Non è un problema il fatto che siano approvate piu' leggi di quante ne vengano poi rispettate? La nuova Europa non dovrebbe avere bisogno di regole più' vincolanti?

Schäuble: Ho già sottolineato una volta, che le funzioni della Commissione dovrebbero essere separate nettamente. E' una conseguenza logica del fatto che il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker cerca di ottenere dal trattato di Lisbona e dalle elezioni europee un ruolo di guida politica. Questo stride con il ruolo di guardiano neutrale dei trattati che la Commissione dovrebbe avere. Per questo io penso che il fondo salva-stati ESM dovrebbe muoversi in questa direzione - almeno per i paesi dell'unione monetaria. Il Fondo ESM non valuterebbe i bilanci pubblici in chiave politica, piuttosto li valuterebbe rigorosamente secondo le regole.

SN: Questo sarebbe possibile solo con la modifica dei trattati UE

Schäuble: No, non dovremmo modificare il diritto di base. Potremmo ottenere questo risultato per la zona Euro anche solo con la modifica del trattato sull'ESM.

SN: Lei è sempre stato a favore di una maggiore unione politica, necessaria per difendere l'unione monetaria. Dopo il voto sul Brexit lei pero' si è speso per soluzioni pragmatiche. Non ha più' una visione per l'Europa?

Schäuble: Io ho molte idee su come poter migliorare i trattati europei. Mi manca pero' ogni idea sul modo in cui in un tempo ragionevole si possa arrivare ad una modifica dei trattati - con le votazioni e i referendum che sarebbero necessari. Dobbiamo quindi rendere l'Europa piu' efficace tenendola al di sotto della soglia di modifica dei trattati UE. Le visioni servono ad essere trasformate in realtà quando si presenterà un'opportunità. Questa non è la situazione attuale.

SN: Nel lungo periodo ritiene necessarie modifiche piu' ampie?

Schäuble: Naturalmente

SN: Come convive con il fatto di essere considerato da un lato un pensatore europeo, dall'altro di essere elemento di polarizzazione, soprattutto nel sud-Europa?

Schäuble: Non credo di essere causa di polarizzazione. Io voglio che si vada avanti e che i risultati siano raggiunti. E io sono uno che sta cercando di portare avanti l'Europa tutta insieme. Questo è il compito piu' urgente per i tedeschi. Non è sempre facile, e non posso essere sempre "everybody's darling". Si' a volte sono anche un po' scontroso. Cio' è dovuto al mio lavoro di Ministro del Bilancio: se non fosse cosi' tutti mi porterebbero la loro lista dei desideri, che io non potrei soddisfare.


lunedì 7 ottobre 2013

Gli spioni di Bruxelles

Deutsche Wirtschafts Nachrichten (stampa popolare) ci parla del nuovo servizio di intelligence di cui si sarebbe dotata la UE. L'obiettivo è scovare gli evasori e i terroristi, ma anche gli euro-scettici e le voci critiche. Da deutsche-wirtschafts-nachrichten.de 
Fra i progetti piu' ambiziosi di Wolfgang Schäuble c'è la creazione di un servizio segreto europeo che con circa 230 milioni di Euro all'anno, forniti dal contribuente, potrà sorvegliare i cittadini europei. Servirà a combattere il terrorismo, ma a finire sotto la sua lente saranno anche i populisti e gli euro-scettici. Il servizio di intelligence entrerà in azione anche quando i paesi iper-indebitati vorranno dare la caccia agli evasori.

L'Unione Europea ha quasi portato a termine un importante progetto: un sistema europeo di intelligence capace di supervisionare tutte le attività dei cittadini. Uno dei padri di questo sistema di monitoraggio è il Ministro delle finanze Wolfgang Schäuble.

Il servizio si occuperà principalmente di terrorismo. E questo almeno è il motivo ufficiale per cui è stato fondato.

Nei fatti pero' il nuovo servizio potrà dare la caccia ad ogni tipo di informazione: dai dissidenti agli euroscettici, dagli evasori fiscali fino ai populisti.

L'EU ha di fatto creato le condizioni per garantire un controllo completo dei cittadini. 

A Bruxelles ci sono già 1.300 dipendenti in servizio. E per 230 milioni di Euro all'anno faranno in modo che tutto funzioni secondo i piani. Ovviamente secondo i loro piani.

Il servizio di intelligence è suddiviso in sei unità: oltre ad Europol e Frontex ci sono 4 unità di intelligence, l'Intelligence Analysis Center (INTCEN), il Satellite Center, l'Intelligence Directorate e la Situation Room. Fanno tutti parte del Servizio per l'azione esterna (EAD). Soprattuto l' Intelligence Analysis Center viene considerato il nucleo del sistema di intelligence. 

L'idea per questo nuovo progetto arriva dal Ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. Dato il suo precedente ruolo di Ministro dell'Interno, puo' far valere una certa esperienza.

Durante il semestre di presidenza EU della Germania, nel 2007, Wolfgang Schäuble ha insediato il cosiddetto Future Group. L'allora ministro dell'interno ha aperto la strada ad una "cooperazione fra polizia, militari e servizi segreti a livello europeo", scriveva Michael Monroy su netzpolitik.org, insieme al deputato della Linke al Bundestag Andrey Hunko.

Al Future Group appartenevano l'allora vice presidente della commissione EU Franco Frattini, gli ex ministri degli interni di Portogallo, Slovenia, Francia, Svezia e Repubblica Ceca. Anche Schäuble ne faceva parte. Il gruppo aveva il compito, ad esempio, di "elaborare suggerimenti per la gestione della politica interna europea a partire dal 2010", si scriveva in un comunicato stampa di allora.

In un secondo incontro il tema era stato "il coordinamento della sicurezza interna ed esterna". Le discussioni avevano riguardato anche i principi giuridici generali (come la protezione dei dati) nell'ambito della lotta al terrorismo e della sicurezza. Un ruolo importante era stato riservato al "coordinamento delle forze militari, dell'ordine e della protezione civile".

Il risultato degli incontri del Future group sono stati anche sintetizzati in una relazione finale. Al punto 46 si legge:

"il gruppo ha sottolineato la necessità di migliorare il quadro generale per una migliore cooperazione delle forze di polizia, soprattutto attraverso il rafforzamento di Europol, lo scambio di conoscenze e l'integrazione delle tecnologie di sicurezza e informazione della polizia".

Secondo l'EU il servizio di intelligence europea (INTCEN) oggi ha i seguenti compiti:

"EU INTCEN realizza valutazioni di intelligence mettendo insieme tutte le fonti di informazione disponibili. Ogni anno EU INTCEN completa circa 200 valutazioni strategiche generali e 50 rapporti speciali. ll destinatario del documento varia in base all'oggetto o al paese analizzato. Una gran parte è indirizzata ai livelli piu' alti dell'organizzazione, altri destinatari sono i vertici dell'EAD, la Commissione e i paesi membri dell'EU. In tutti questi casi si applica il principio della "conoscenza solo quando necessaria" e si ricorre ad una valutazione della sicurezza".

Il servizio di intelligence sarà ulteriormente ampliato. "L'INTCEN potrebbe trasformarsi nel centro delle operazioni civili e militari - cosi' ha risposto il governo federale ad una interrogazione sull'argomento", si legge sempre su netzpolitik.org. L'apparato del servizio segreto di Bruxelles ha lo stesso numero di dipendenti di quello austriaco.

Il suo compito sarà garantire che l'integrazione dell'EU proceda senza intoppi.

Ed è probabile che nei prossimi anni abbia un ruolo centrale nella ricerca degli evasori fiscali. Cosi' è stato deciso recentemente al G-20: gli stati dovranno scambiarsi i dati a livello mondiale.

Per i paesi europei iper-indebitati un servizio di intelligence che possa essere attivo nella ricerca degli evasori è un investimento sensato.

A pagarlo saranno in ogni caso quelli che vengono spiati. Il sistema mostra il suo vero volto.

venerdì 20 settembre 2013

Der letzte Europäer

Wolfgang Schäuble, nell'ultima intervista prima delle elezioni rilasciata a Die Zeit, torna a parlare degli Eurosalvataggi e della minaccia AfD, con una consapevolezza: da lunedi' potrebbe sparire dalla cronaca e finire nei libri di storia. Da Die Zeit

ZEIT: Herr Schäuble, onestamente: la crisi Euro dura ormai da oltre 3 anni. Dal suo punto di vista, si poteva fare qualcosa di diverso?

WS: Se si confrontano i titoli dei giornali di 3 anni fa, con quello che abbiamo realizzato fino ad ora, potremmo invece porci un'altra domanda: avreste mai pensato che la Germania avrebbe attraversato la crisi Euro senza problemi?

A volte è davvero difficile spiegare ai cittadini che cosa stiamo facendo e cosa abbiamo fatto per stabilizzare la nostra moneta comune. Anche noi negli anni scorsi siamo andati avanti a tastoni, passo dopo passo. Ma in ogni momento abbiamo cercato, con la nostra conoscenza e la nostra coscienza, di raccontare gli avvenimenti nella maniera piu' realistica possibile.

ZEIT: Quindi è stato solo un problema di comunicazione? Oppure sono state le decisioni politiche e la durissima austerità a trasformare la crisi greca in un incendio di dimensioni europee?

WS: No, è sbagliato. La cosiddetta crisi Euro in verità non è una crisi della moneta unica, piuttosto una crisi di fiducia dei mercati finanziari nei confronti dei singoli stati membri della zona Euro. I mercati finanziari pensavano che questi paesi non sarebbero stati in grado di affrontare i loro problemi singolarmente. Per risolvere la crisi, dobbiamo migliorare le regole comuni, approfondire il coordinamento fra le politiche economiche dei paesi Euro, ridurre i deficit e superare i problemi di competitività.

Per questa ragione dobbiamo insistere affinché i paesi in crisi si impegnino a superare la crisi. Per dargli il tempo di farlo, li sosteniamo con i fondi di salvataggio, ma questi aiuti sono legati a condizioni molto dure. E già lo stiamo vedendo: siamo sulla strada giusta. In Grecia ad esempio, negli ultimi anni i turisti tedeschi erano scomparsi, perché il rapporto prezzo-prestazioni in Turchia era molto piu' economico.

ZEIT: Adesso siamo invece tornati...

WS: Si', esattamente. Perché la Grecia, fra le altre cose, ha ridotto il suo costo del lavoro del 13%. Naturalmente i greci stanno soffrendo, non lo nego. Meno le élite che hanno portato il paese in queste condizioni, molto di piu' la gente comune. I risanamenti sono sempre difficili. Piu' a lungo il paese resta fermo, piu' difficile sarà ripartire. Ma sta funzionando: in tutti gli stati Euro siamo sulla buona strada, anche nei paesi sotto la protezione del fondo salva stati.

ZEIT: La politica è consapevole che l'austerità nell'Europa del sud, di fatto, ha privato una intera generazione del proprio futuro?

WS: Le cause della crisi devono essere cercate nei diversi paesi e nelle decisioni sbagliate prese in passato, non nell'austerità. La crescente domanda di competitività causata da una moneta comune e l'incredibile pressione sui salari esercitata dalla globalizzazione, non sono stati presi seriamente in considerazione in tutti i paesi. Ma ora si dovranno fare le riforme che in passato non sono state fatte. Per superare questa fase è stato creato il fondo di salvataggio. Solo per la lotta contro la disoccupazione, l'UE ha messo in campo 6 miliardi di Euro, a questi si aggiungono i programmi bilaterali.

ZEIT: Con cui pero' non riuscite a tenere sotto controllo il tasso di disoccupazione nel sud Europa.

WS: Gli stati potranno tornare ad offrire ai loro cittadini lavoro e crescita, solo diventando piu' competitivi. E' necessario affrontare il problema alla radice, non solo i sintomi. Nella lotta contro la disoccupazione, aumentare la spesa non è di grande aiuto. Finiremmo per peggiorare la situazione, perché gli stati accumulerebbero piu' debito. Per questa ragione non lo facciamo.

Prenda la Spagna. Molti giovani lavoravano nelle costruzioni. Dopo lo scoppio della bolla immobiliare molti posti di lavoro sono scomparsi - per sempre. Questi giovani, in parte non sono sufficientemente qualificati e in parte non sono pronti per lasciare il loro paese di origine. Non è facile creare dei nuovi posti di lavoro per queste persone.

ZEIT: Descrive le misure di austerità come prive di alternativa. Sono in molti a pensarla diversamente.

WS: La Grecia aveva un elevato livello di debito pubblico, non era piu' competitiva, la Grecia non aveva piu' accesso ai mercati finanziari. Si doveva reagire. E quando i problemi sono cosi' difficili come in Grecia, per vedere una svolta non sono necessari pochi mesi, ma anni.

I programmi di riforma e le loro condizioni non sono definiti dal governo federale tedesco, ma dagli economisti della Troika, della BCE, del FMI e della Commissione UE. Hanno esperienza e sono incorruttibili. I greci, con le elezioni, per 2 volte hanno potuto esprimere la loro opinione e dire se erano d'accordo con la dura strada delle riforme e se volevano restare nell'Euro - e hanno deciso di tenere l'Euro.

ZEIT: Lei ha escluso una seconda ristrutturazione del debito, ma come faranno i greci a ridurre la loro enorme montagna di debiti?

WS: Abbiamo già fatto una ristrutturazione del debito nel 2011: i titoli di stato sono stati ristrutturati con il consenso di tutti i creditori....

ZEIT: Beh...

WS:...è stato tagliato del 53%. Non lo rifaremo. Non ci sarà un nuovo taglio del debito.

ZEIT: Quindi?

WS: Per ridurre il peso complessivo del debito, i debiti devono crescere piu' lentamente dell'economia. E questo potrebbe accadere già l'anno prossimo, quando il paese uscirà dalla recessione. La Grecia si lascerà il peggio alle spalle.

ZEIT: Il partito Alternative für Deutschland ha una soluzione abbastanza semplice per la crisi Euro: la dissoluzione della zona Euro.

WS: Sarebbe la ricetta migliore per recare un danno alla Germania, di dimensioni mai viste nei decenni scorsi.

ZEIT: Secondo i sondaggi sono vicini al 4 % - e potrebbero costare la maggioranza ai nero-gialli...

WS: Queste persone dicono molto semplicemente: senza l'Euro la nostra economia starebbe meglio. Ma cio' è fondamentalmente sbagliato, è poco plausibile e molto pericoloso per il nostro benessere. Noi tedeschi, come grande nazione esportatrice, abbiamo tratto i maggiori vantaggi dalla moneta unica. Su questo c'è un consenso generale. Il mondo è cambiato. L'Europa e la Germania hanno bisogno di una moneta comune stabile, per poter sopravvivere in questo mondo globale.

ZEIT: ...non tutti i cittadini accettano questi argomenti...

WS: Che non tutti possano capire o accettare, è normale in una democrazia. Non ho nulla contro queste persone, che ovviamente restano profondamente legate al passato. A loro non interessa il bene della Germania nel ventunesimo secolo. Durante il procedimento dinanzi alla Corte Costituzionale ho conosciuto alcuni rappresentanti di AfD. Non voglio fare nomi, ma in alcuni momenti ho pensato: Du mei-ne Gü-te!

ZEIT: AfD probabilmente è nata anche perché il governo, forse, non è stato capace di spiegare sufficientemente bene le politiche di salvataggio?

WS: Io credo non si possa negare il fatto che stiamo cercando di coinvolgere i cittadini con ogni mezzo. Ma naturalmente è sempre possibile migliorare le cose. Ma guardi cosa succede negli altri paesi europei: in Francia sono in molti a temere che alle prossime elezioni europee il Front National possa diventare il primo partito. In Gran Bretagna molti voti si sono spostati verso i movimenti euroscettici. Stessa situazione in Olanda, Finlandia e Austria.

Io sono felice perché qui in Germania, forse anche per la nostra storia, siamo un po' piu' prudenti quando abbiamo a che fare con idee demagogiche e di destra. Chi parte come la AfD, fomentando la paura verso l'Europa, presto inizierà ad alimentare la paura verso i migranti. Dobbiamo schierarci contro di cio'.

ZEIT: AfD è solo un episodio nella storia politica tedesca?

WS: Gruppi monotematici, orientati al passato e conservatori ci sono sempre stati, ma poi sono regolarmente scomparsi
[...]

ZEIT: Come Ministro delle Finanze anche lei ha beneficiato dei bassi tassi sui titoli di stato tedeschi. Adesso sono tornati a crescere. E' il segno di un allentamento della crisi?

WS: Si', grazie al cielo. La fiducia nell'Euro è tornata. La Spagna è tornata a pagare sui decennali poco piu' del 4%, noi paghiamo circa il 2%. Sui mercati non c'è piu' il nervosismo del passato. I tassi bassi per il Ministero delle Finanze sono stati davvero una manna, ma nel lungo periodo un tasso di interesse un po' piu' alto è preferibile, soprattutto per i risparmiatori e per chi deve gestire la previdenza.

Nessuna preoccupazione: nel nostro bilancio e nella nostra pianificazione finanziaria abbiamo preso misure adeguate per gestire un aumento dei tassi. Siamo persone prudenti. E per quanto riguarda il risparmio sugli interessi, stiamo parlando di 4 miliardi di risparmio su di un bilancio di 300 miliardi di Euro. Soprattutto, non abbiamo aumentato le spese, quello è stato molto piu' importante.

ZEIT: Per il ritorno della fiducia, dobbiamo ringraziare anche il presidente della BCE Mario Draghi. Con appena due frasi ha messo fine alla speculazione dei mercati finanziari. I tedeschi non dovrebbero essergli grati?

WS: L'ho detto davanti alla Corte Costituzionale: il governo federale è convinto che la BCE debba essere fedele al proprio mandato, il mantenimento della stabilità dei prezzi. E questo sta accadendo, con l'Euro abbiamo avuto prezzi piu' stabili rispetto ai tempi del D-Mark.

Se la BCE non dovesse rispettare il proprio mandato i governi dovrebbero rivolgersi alla Corte di giustizia europea - e sarei proprio io a farlo. Mario Draghi, dopo l'annuncio, e fino ad ora, non ha dovuto spendere un centesimo. Con l'annuncio della BCE il governo federale non ha nulla a che fare. E se dopo tutto quello che l'Eurozona negli ultimi anni ha fatto in termini di riforme e austerità, fosse stato sufficiente solo un annuncio per calmare i mercati, allora, è stato tutto davvero meraviglioso!