Un'altra analisi ci conferma le dimensioni della moderazione salariale tedesca negli ultimi 12 anni e la presenza anche in Germania di due mercati del lavoro ben distinti: i garantiti dai contratti di categoria e i settori non coperti da contratto collettivo.
Negli ultimi anni i salari sono cresciuti piu' rapidamente rispetto al passato. In termini reali restano tuttavia ancora sotto il livello di fine millennio, e chiaramente indietro rispetto ai profitti e ai redditi da capitale. E' quanto mostrano i nuovi calcoli dell'archivio Wirtschafts- und Sozialwissenschaftlichen Instituts (WSI) presso la Hans-Böckler-Stiftung.
In termini reali, vale a dire al netto dell'aumento dei prezzi, fra il 2000 e il 2012 i salari lordi medi per dipendente sono scesi dell'1.8 %. Gli ultimi 3 anni, con una crescita dei salari reali dell'1.2 %, dell'1 % e dello 0.6 %, non hanno cancellato le perdite in termini reali cumulate negli anni precedenti. Le difficili condizioni economiche e la deregolamentazione nel mercato del lavoro negli anni 2000 hanno contribuito ad una dinamica salariale molto debole. Anche le riforme Hartz IV hanno aumentato la pressione sui salari, mentre il settore a basso salario (Niedriglohnsektor) si è espanso. Il ritardo dei salari rispetto all'inflazione si è tuttavia ridotto: nel 2009 i salari reali erano addirittura piu' bassi del 4.6 % rispetto al 2000.
I salari definiti dai contratti collettivi sono invece cresciuti con piu' forza. Nel 2012 in termini reali erano piu' alti del 6.9 % rispetto al 2000. Nella maggior parte degli anni, gli esperti del WSI hanno osservato un "wage drift" negativo. Vale a dire: i salari lordi, in cui vanno a finire anche i salari dei lavoratori la cui retribuzione non è definita da un contratto collettivo, sono rimasti indietro rispetto alla dinamica dei contratti collettivi. "I dati mostrano che il sistema dei contratti collettivi negli ultimi anni è rimasto la spina dorsale della crescita salariale", ci dice il dottor Reinhard Bispinck, responsabile dell'archivio tariffario WSI. Ma la forza contrattuale nello stesso periodo è scesa, soprattutto perché la copertura della contrattazione collettiva si è ridotta e le imprese in difficoltà economiche hanno utilizzato clausole tariffarie aperte. Per queste ragioni gli aumenti salariali tariffari si sono solo in parte riversati sui salari lordi.
Secondo i calcoli del WSI, dalla fine degli anni '90 i redditi da capitale e gli utili societari hanno superato di molto i redditi da lavoro: fra il 2000 e il 2012 sono cresciuti in termini nominali del 50%, nonostante un rallentamento temporaneo durante la crisi del 2009. I redditi da lavoro sempre in termini nominali nello stesso periodo sono cresciuti solamente del 24%. Recentemente la distanza si è un po' ridotta: i salari hanno fatto progressi, i redditi da capitale soffrono per i temporanei bassi tassi di interesse. Le distanze tuttavia restano molto ampie, e cio' non è un bene per lo sviluppo, sia in Germania e in Europa, sottolinea l'esperto WSI Bispinck: "In un momento come questo capiamo chiaramente quanto è importante una solida domanda interna per la nostra stabilità economica. E' necessario un chiaro rafforzamento del potere d'acquisto".
Buongiorno Voci, scusa se mi permetto, ma secondo te questo articolo dello Spiegel sulle partite IVA tedesche meritirebbe un approfondimento? Scusa ancora, grazie e complimenti per il tuo spettacolare blog!
RispondiEliminagrazie per la segnalazione e per l'incoraggiamento, cerchero' di tradurre...
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