"Il 2021 sarà l'anno del fallimento delle assicurazione sulla vita tedesche", scrive Axel Kleinlein, presidente dell'associazione per la difesa dei clienti delle assicurazioni. Anni e anni di tassi a zero, indispensabili per tenere in piedi il carrozzone della moneta unica, in Germania hanno spinto un intero settore, quello dei fondi pensione e delle assicurazioni sulla vita, ad un passo dal disastro. Ne scrive Axel Kleinlein su Manager Magazin
Il 2019 ancora una volta ha dolorosamente messo il settore delle assicurazioni sulla vita di fronte alla cruda realtà. La ripresa non è in vista. Ma almeno fino a quando l'industria potrà ancora strisciare, c'è speranza. Ma il 2019 mi fa dubitare del futuro, la speranza vacilla. La capacità di adattamento del settore delle assicurazioni sulla vita è decisamente in calo.
I portavoce e i rappresentanti del settore assicurativo cullano i clienti, la politica e i media con delle notizie confortanti su dei presunti successi. Ma da queste storie di successo non dovrebbe in alcun modo scaturire una fiducia cieca e immotivata. Gli osservatori dovrebbero piuttosto preoccuparsi per la reale situazione in cui versa il settore delle assicurazioni sulla vita. Le paure qui espresse tuttavia hanno un obiettivo: nessuno, per favore, nel 2021 potrà dire che non sapeva nulla e che non ha avuto modo di prepararsi.
L'anno che si è appena concluso ci ha fornito delle prime impressioni su quello che ci aspetta. Con Generali Deutschland, quattro milioni di contratti sono stati inviati al run-off - con un futuro alquanto incerto e ceduti ad un investitore che essenzialmente con quei contratti già stipulati intende ottenere un profitto. La soddisfazione dei clienti della previdenza integrativa ormai è di importanza secondaria. Nel 2019 abbiamo anche visto il fallimento del primo fondo pensione e l'autorità di vigilanza ne sta attualmente gestendo l'attività. Tutti cattivi presagi.
Ma l'esperienza del 2019 che più mi preoccupa è che gli assicuratori sulla vita e i loro lobbisti non hanno alcuna consapevolezza della situazione.
Siamo in condizioni catastrofiche perché gli assicuratori non sono stati in grado di effettuare dei calcoli ragionevoli. Per decenni le aziende hanno fatto dei calcoli con dei tassi di interesse garantiti molto elevati, basandosi unicamente sul principio della speranza. Cosa hanno calcolato i matematici e gli attuariali quando hanno preso in considerazione il tre, il tre e mezzo o il quattro percento? "Andrà bene", "Ci saranno sempre interessi" - con frasi simili negli anni '80 e '90 gli attuariali erano soliti confortarsi a vicenda. E l'autorità di controllo ha sempre annuito.
I fondi pensione sono stati i primi ad essere colpiti
Solo con un grande sforzo e grazie a leggi e regolamenti sempre nuovi, a partire dal 2011 è stato possibile aiutare le compagnie assicurative. Il solo cambiamento della legge sulla riserva degli interessi aggiuntivi poco più di un anno fa ha salvato dalla bancarotta almeno sei compagnie di assicurazioni sulla vita. Ma il settore non è riuscito a utilizzare il 2019 per agire e preparare i clienti ai futuri tagli delle garanzie e al fallimento delle stesse compagnie assicurative.
In ogni caso, gli assicurati da anni sono costretti a subire delle gravi perdite.
Non solo a causa degli scarsi risultati commerciali che quasi ovunque affossano i ritorni. Gli assicurati vengono privati anche dei ritorni che dovrebbero essere trasferiti ai clienti nell'ambito della cosiddetta "assegnazione minima". Miliardi di euro, che in realtà dovrebbero essere una importante componente della previdenza integrativa, restano fermi nelle riserve speciali per sostituire il capitale proprio e i fondi propri. Quello che sembra complicato, tuttavia, ha una conseguenza fatale per le società per azioni: i dividendi degli azionisti sono più alti.
Molti assicuratori hanno optato per gli azionisti
Nella battaglia fra gli interessi degli azionisti e quelli degli assicurati, le compagnie assicurative hanno scelto gli azionisti. Nel 2020 probabilmente vedremo ancora una volta il pagamento di dividendi ad un livello molto elevato, mentre il ritorno dagli interessi continuerà a diminuire e verranno usati sempre più fondi per coprire le garanzie previste.
In sintesi: nel 2020 saranno ancore di piu' i fondi pensione a ritrovarsi in ginocchio, molti assicuratori sulla vita chiuderanno la loro attività ai nuovi clienti, andranno in ristrutturazione o cederanno tutti i loro clienti insieme ai contratti. L'industria non riuscirà a evitare gravi squilibri, il 2021 quindi sarà l'anno del fallimento delle assicurazioni sulla vita tedesche. E anche nel 2020 il settore assicurativo non sarà in grado di ammettere i propri errori, imparare dagli errori e ripensare la propria attività.
Il settore non sarà in grado di evitare gravi squilibri
Cosa ci si può quindi aspettare da questo anno: il settore assicurativo e i politici della GroKo probabilmente impediranno un limite massimo alle commissioni. Anche se il collasso di alcune aree del settore delle assicurazioni sulla vita è imminente, probabilmente si continueranno a pagare delle commissioni molto salate, in particolare ai distributori e alle strutture di distribuzione, fino all'ultimo minuto.
È un peccato che, ancora una volta, sia un'associazione di consumatori a dover dare delle cattive notizie. Sfortunatamente l'industria stessa non sembra essere in grado di farlo. Si tratta di una domanda cruciale per il futuro: oltre alla pensione statale, vogliamo anche dei piani pensionistici coperti dal capitale versato? Ora dovrebbe essere finalmente chiaro che se vogliamo continuare a fare affidamento su un po 'di copertura del capitale, ciò non dovrà accadere con un'assicurazione sulla vita, in nessun modo con una simile frode legalizzata.
Axel Kleinlein è a capo del Bundes der Versicherten (BdV) Deutschlands, la principale associazione per la difesa dei clienti delle assicurazioni.
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