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lunedì 20 gennaio 2020

"Il fallimento delle assicurazioni sulla vita ormai è inevitabile"

"Il 2021 sarà l'anno del fallimento delle assicurazione sulla vita tedesche", scrive Axel Kleinlein, presidente dell'associazione per la difesa dei clienti delle assicurazioni. Anni e anni di tassi a zero, indispensabili per tenere in piedi il carrozzone della moneta unica, in Germania hanno spinto un intero settore, quello dei fondi pensione e delle assicurazioni sulla vita, ad un passo dal disastro. Ne scrive Axel Kleinlein su Manager Magazin


Il 2019 ancora una volta ha dolorosamente messo il settore delle assicurazioni sulla vita di fronte alla cruda realtà. La ripresa non è in vista. Ma almeno fino a quando l'industria potrà ancora strisciare, c'è speranza. Ma il 2019 mi fa dubitare del futuro, la speranza vacilla. La capacità di adattamento del settore delle assicurazioni sulla vita è decisamente in calo.


I portavoce e i rappresentanti del settore assicurativo cullano i clienti, la politica e i media con delle notizie confortanti su dei presunti successi. Ma da queste storie di successo non dovrebbe in alcun modo scaturire una fiducia cieca e immotivata. Gli osservatori dovrebbero piuttosto preoccuparsi per la reale situazione in cui versa il settore delle assicurazioni sulla vita. Le paure qui espresse tuttavia hanno un obiettivo: nessuno, per favore, nel 2021 potrà dire che non sapeva nulla e che non ha avuto modo di prepararsi.

L'anno che si è appena concluso ci ha fornito delle prime impressioni su quello che ci aspetta. Con Generali Deutschland, quattro milioni di contratti sono stati inviati al run-off - con un futuro alquanto incerto e ceduti ad un investitore che essenzialmente con quei contratti già stipulati intende ottenere un profitto. La soddisfazione dei clienti della previdenza integrativa ormai è di importanza secondaria. Nel 2019 abbiamo anche visto il fallimento del primo fondo pensione e l'autorità di vigilanza ne sta attualmente gestendo l'attività. Tutti cattivi presagi.

Ma l'esperienza del 2019 che più mi preoccupa è che gli assicuratori sulla vita e i loro lobbisti non hanno alcuna consapevolezza della situazione.

Siamo in condizioni catastrofiche perché gli assicuratori non sono stati in grado di effettuare dei calcoli ragionevoli. Per decenni le aziende hanno fatto dei calcoli con dei tassi di interesse garantiti molto elevati, basandosi unicamente sul principio della speranza. Cosa hanno calcolato i matematici e gli attuariali quando hanno preso in considerazione il tre, il tre e mezzo o il quattro percento? "Andrà bene", "Ci saranno sempre interessi" - con frasi simili negli anni '80 e '90 gli attuariali erano soliti confortarsi a vicenda. E l'autorità di controllo ha sempre annuito.

I fondi pensione sono stati i primi ad essere colpiti

Solo con un grande sforzo e  grazie a leggi e regolamenti sempre nuovi, a partire dal 2011 è stato possibile aiutare le compagnie assicurative. Il solo cambiamento della legge sulla riserva degli interessi aggiuntivi poco più di un anno fa ha salvato dalla bancarotta almeno sei compagnie di assicurazioni sulla vita. Ma il settore non è riuscito a utilizzare il 2019 per agire e preparare i clienti ai futuri tagli delle garanzie e al fallimento delle stesse compagnie assicurative.

In ogni caso, gli assicurati da anni sono costretti a subire delle gravi perdite.

Non solo a causa degli scarsi risultati commerciali che quasi ovunque affossano i ritorni. Gli assicurati vengono privati anche ​​dei ritorni che dovrebbero essere trasferiti ai clienti nell'ambito della cosiddetta "assegnazione minima". Miliardi di euro, che in realtà dovrebbero essere una importante componente della previdenza integrativa, restano fermi nelle riserve speciali per sostituire il capitale proprio e i fondi propri. Quello che sembra complicato, tuttavia, ha una conseguenza fatale per le società per azioni: i dividendi degli azionisti sono più alti.

Molti assicuratori hanno optato per gli azionisti

Nella battaglia fra gli interessi degli azionisti e quelli degli assicurati, le compagnie assicurative hanno scelto gli azionisti. Nel 2020 probabilmente vedremo ancora una volta il pagamento di dividendi ad un livello molto elevato, mentre il ritorno dagli interessi continuerà a diminuire e verranno usati sempre più fondi per coprire le garanzie previste.

In sintesi: nel 2020 saranno ancore di piu' i fondi pensione a ritrovarsi in ginocchio, molti assicuratori sulla vita chiuderanno la loro attività ai nuovi clienti, andranno in ristrutturazione o cederanno tutti i loro clienti insieme ai contratti. L'industria non riuscirà a evitare gravi squilibri, il 2021 quindi sarà l'anno del fallimento delle assicurazioni sulla vita tedesche. E anche nel 2020 il settore assicurativo non sarà in grado di ammettere i propri errori, imparare dagli errori e ripensare la propria attività.

Il settore non sarà in grado di evitare gravi squilibri

Cosa ci si può quindi aspettare da questo anno: il settore assicurativo e i politici della GroKo probabilmente impediranno un limite massimo alle commissioni. Anche se il collasso di alcune aree del settore delle assicurazioni sulla vita è imminente, probabilmente si continueranno a pagare delle commissioni molto salate, in particolare ai distributori e alle strutture di distribuzione, fino all'ultimo minuto.

È un peccato che, ancora una volta, sia un'associazione di consumatori a dover dare delle cattive notizie. Sfortunatamente l'industria stessa non sembra essere in grado di farlo. Si tratta di una domanda cruciale per il futuro: oltre alla pensione statale, vogliamo anche dei piani pensionistici coperti dal capitale versato? Ora dovrebbe essere finalmente chiaro che se vogliamo continuare a fare affidamento su un po 'di copertura del capitale, ciò non dovrà accadere con un'assicurazione sulla vita, in nessun modo con una simile frode legalizzata.


Axel Kleinlein è a capo del Bundes der Versicherten (BdV) Deutschlands, la principale associazione per la difesa dei clienti delle assicurazioni. 


domenica 1 dicembre 2019

Pronto il salvataggio di NordLB con i soldi dei contribuenti

Prosegue spedito il salvataggio di NordLB, la Landesbank pubblica di Hannover. I parlamenti regionali hanno fretta di chiudere la partita e ancor prima di aver ottenuto il via libera formale della Commissione europea, mercoledì scorso hanno presentato la proposta di legge per ricapitalizzare la banca pubblica con ben 3.6 miliardi di euro. Ne scrive Manager Magazin


I miliardi necessari per il salvataggio della dissestata Landesbank NordLB potrebbero arrivare a breve, su questo punto il ministro delle finanze della Bassa Sassonia Reinhold Hilbers è alquanto ottimista - mentre nel parlamento regionale l'opposizione mette in guardia dai rischi per i contribuenti. La portata dell'aumento di capitale sarebbe di 3,6 miliardi di euro, con i quali i Laender della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt e il gruppo delle Sparkassen intendono ricapitalizzare NordLB. Nel complesso, tuttavia, gli oneri e le garanzie, che potrebbero gravare sulla sola regione della Bassa Sassonia ammontano a circa 6,8 miliardi di euro.

Prima che la banca possa incassare il denaro, tuttavia, la Commissione europea deve decidere se il salvataggio è compatibile con il diritto della concorrenza europeo. Hilbers mercoledì ad Hannover ha detto di essere "cautamente ottimista" sulla possibilità di riuscire ad ottenere quest'approvazione. La decisione è prevista per l'inizio di dicembre. "Bruxelles non ha più domande a livello operativo, e ci è già stato chiesto di avviare la procedura formale", ha dichiarato il politico della CDU. In seguito i parlamenti regionali di Hannover e Magdeburgo dovranno concordare il piano di salvataggio.

NordLB si trova in una situazione difficile a causa delle gravi perdite dovute in particolar modo al finanziamento delle navi. Hilbers dopo la prima lettura del provvedimento nella Commissione finanze della Bassa Sassonia ha sottolineato che non si tratta di una banca qualsiasi, ma di una società di cui il Land detiene il 60 % delle azioni. Neppure una liquidazione della banca risparmierebbe le casse pubbliche regionali.

L'esperto di politiche finanziarie della FDP Christian Grascha, invece, ha messo in dubbio la sotenibilità economica di NordLB. "C'è il rischio che NordLB diventi un pozzo senza fondo", ha detto Grascha criticando anche il processo politico. "Approvare potenziali oneri aggiuntivi per il contribuente per circa 6,8 miliardi di euro in soli 14 giorni è un atto di arroganza parlamentare".

Verdi e FDP hanno richiesto l'audizione di esperti - proposta respinta dalla coalizione fra SPD e CDU, come ha spiegato il politico dei Verdi Stefan Wenzel, il quale ha definito il salvataggio di NordLB come "la decisione più costosa dell'intero periodo legislativo". Il rischio è stato scaricato sul contribuente.

Anche il movimento di cittadini Finanzwende ha criticato l'accordo miliardario. "È sbagliato che ancora una volta in Germania ci sia un'altra banca che viene salvata con il denaro dei contribuenti, questa volta la NordLB", ha dichiarato il presidente Gerhard Schick, che per 13 anni è stato deputato al Bundestag per i Verdi. "NordLB è già stata ricapitalizzata due volte dallo stato, e bisogna temere che questa non sia l'ultima"

Hilbers ha giudicato come improbabile lo scenario estremo nel quale la Bassa Sassonia dovrebbe effettivamente farsi carico di 6,8 miliardi di euro: "non è uno scenario realistico", ha detto.

Anche per quanto riguarda la possibilità che il conferimento di capitale possa non arrivare a NordLB in tempo, il Ministro delle finanze si è detto tranquillo. "In quel caso avremmo un bilancio finanziario di fine anno in cui la banca è sotto-capitalizzata, e quindi dovremmo parlarne con il supervisore bancario", ha detto. Ha poco senso discutere in chiave preventiva questo scenario con l'autorità competente - la Banca centrale europea (BCE).

Il piano di salvataggio prevede che la Bassa Sassonia, in qualità di principale azionista, si faccia carico della  parte principale dell'iniezione di capitale con circa 2,3 miliardi di euro. La Sassonia-Anhalt per la sua quota di poco inferiore al 6% vuole concedere una somma di circa 200 milioni di euro. Il gruppo della casse di risparmio dovrà sostenere la ricapitalizzazione con circa 1,1 miliardi di euro.

La scorsa settimana il governo della Bassa Sassonia ha pertanto votato due proposte di legge: una sulla nuova versione del contratto con lo stato e le altre regioni e una sulla gestione sostenibile di NordLB. Per la firma del nuovo contratto, il governo regionale ipotizza la data del 6 dicembre. Mentre il ministro delle finanze della Bassa Sassonia Hilbers sarebbe disposto a firmare il contratto, se necessario, anche prima del via libera di Bruxelles, la Sassonia-Anhalt vorrebbe attendere l'autorizzazione formale da parte della Commissione europea. Il parlamento di Magdeburgo terrà una sessione speciale a metà dicembre.

La riorganizzazione di NordLB prevede che in futuro la Banca si concentri maggiormente sulle attività regionali. Ma c'è anche il taglio di molti posti di lavoro: entro il 2024, la forza lavoro dovrà essere dimezzata. L'obiettivo è una riduzione a 2800 o 3000 occupati a tempo pieno.

"C'è ancora molto lavoro da fare per noi", ha detto Hilbers in merito alla ristrutturazione. "Ma sono sicuro che possiamo farcela."


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martedì 10 settembre 2019

Perché il governo, con la scusa di salvare il clima, in realtà vuole distribuire interessi al 2% annuo

Il vero obiettivo del piano da 50 miliardi di euro ideato dal governo tedesco per salvare il clima: distribuire il 2% annuo ai risparmiatori tedeschi, alquanto avvelenati dopo anni di tassi sotto zero. Ne parla Manager Magazin



Il nuovo piano per il clima della CDU/CSU contiene una grande sorpresa: i partiti dell'Unione non solo hanno lasciato poco spazio all'imposta sulla CO2 di cui si era discusso accesamente, ma si apprestano a lanciare il progetto di un "bond per l’ambiente". Il ministro per lo sviluppo economico Peter Altmaier ha presentato il suo piano in un'intervista ai giornali regionali del Gruppo Funke. Secondo l'agenzia di stampa Dpa, anche la Cancelliera tedesca Angela Merkel, durante la riunione a porte chiuse del gruppo parlamentare, avrebbe mostrato una certa simpatia per l'idea. 



Da dove arriva l'idea? 



Il capogruppo della CSU Alexander Dobrindt ha lanciato la nuova parola magica in un’intervista alla "Bild am Sonntag" del 25 agosto: si chiamerà "bond per il clima". Le prime reazioni sono state piu’ o meno del tenore: ancora una volta un'idea improvvisata da parte della CSU, come era già accaduto con il fallimento del pedaggio autostradale. E’ alquanto sorprendente pertanto, che la CDU, partito fratello, usi il suo peso politico per portare avanti questo progetto. 



Quali sono i vantaggi promessi? 


"Abbiamo la reale possibilità di crare un ampio movimento civico in favore del clima", ha detto Dobrindt. "Voglio vedere tassi di interesse positivi per gli investimenti climatici, e nessun tasso di interesse negativo che distrugge il risparmio". 

Si stanno mischiando diversi obiettivi politici, che inizialmente hanno poco a che fare l'uno con l'altro: investire miliardi di euro nella difesa del clima e offrire ai risparmiatori un ritorno positivo. Dobrindt si è persino impegnato ad offrire un tasso di interesse del 2% all'anno - e Altmaier ha ribadito la promessa. 

Quale dovrebbe essere la portata del programma? 

Altmaier parla di un volume fino a 50 miliardi di euro e di una durata fino al 2030. Questa somma "contribuirebbe a far risparmiare molti milioni di tonnellate di CO2". 

Può andare d’accordo con lo lo Schwarze Null? 

Per niente. Le obbligazioni sono debito. La maggior parte degli economisti tuttavia chiede di allentare l'obiettivo del pareggio di bilancio e rendere un po’ piu’ flessibile lo Schuldenbremse inserito nella Legge fondamentale, in favore di investimenti per il futuro - o addirittura per sostenere la congiuntura economica. Farlo non costerebbe nulla, visto che il governo federale può idebitarsi a tassi di interesse negativi, quindi i debitori dovrebbero rimborsare meno denaro di quello che hanno preso a prestito. 

L'Unione tuttavia non ne vuole sapere e vuole tenersi stretto lo "Schwarze Null" come marchio distintivo. Altmaier perciò vorrebbe spostare il nuovo debito per il clima su di un bilancio ombra parallelo: una fondazione privata sostenuta con circa due miliardi di euro all'anno garantiti dal governo federale, soldi necessari per pagare gli interessi positivi. 

Non ci sono già I bond verdi sul mercato? 

Certamente, I "Green Bonds" hanno già un certo peso sul mercato obbligazionario. Uno dei principali emittenti è la banca pubblica per lo sviluppo, la KfW, che ad esempio finanzia le energie rinnovabili o la ristrutturazione di edifici. Lo stesso Dobrindt aveva in mente la KfW come emittente dei nuovi titoli climatici. 

Per i green bond emessi fino ad ora, la KfW, che sul mercato dei capitali ha il rating di un debitore praticamente privo di rischio grazie alla copertura del governo federale, al momento offre dei tassi di interesse negativi, proprio come il governo federale, tranne che sui titoli emessi in valute estere, come lo yuan cinese. In quel caso gli investitori tuttavia devono sopportare il rischio di cambio. Se vuoi un avere un ritorno, del resto devi anche correre un rischio. Questo principio di mercato minerebbe alla base il modello Dobrindt-Altmaier. Per inciso, l'offerta di investimenti garantiti dal governo con un tasso di interesse positivo potrebbe anche ridurre la domanda di obbligazioni emesse dai privati. 

Quanto costerebbe? 

Lo stato rinuncerebbe volontariamente al vantaggio del tasso di interesse negativo. Invece di un corposo meno 0,5 %, come accade sul mercato aperto, pagherebbe sul nuovo debito il 2 % di interessi annui. Il differenziale di interesse di 2,5 punti percentuali ammonterebbe a un miliardo annuale. "Anche un bambino di tre anni capisce che non si tratta di un buon affare", critica il deputato della Linke Fabio De Masi. 

Alla fine, le nuove obbligazioni sarebbero soprattutto un regalo per i risparmiatori, a spese dei contribuenti.
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