Nei giorni scorsi il Ministro della difesa tedesco Christine Lambrecht, in occasione di un discorso tenuto alla prestigiosa Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik, ha spiegato che la Germania è pronta ad assumere la leadership militare in Europa. L'obiettivo del governo sarà anche quello di ottenere il consenso dei tedeschi sul tema del riarmo e sul nuovo ruolo della Germania, consenso che al momento sembrerebbe non esserci. Ne scrive il sempre ben informato German Foreign Policy
Il ministro della difesa tedesco Lambrecht |
"Documento quadro sulla politica di sicurezza".
Berlino da anni insiste per l'adozione di una Strategia di sicurezza nazionale - insieme a misure come la creazione di un Consiglio di sicurezza nazionale [1] - peraltro esplicitamente prevista dall'accordo di coalizione del governo rosso-verde-giallo. Secondo il Ministero della Difesa, infatti, la strategia sarà "il piu' importante documento di politica di sicurezza del Governo federale" [2]. È stata concepita per essere completa e "interdipartimentale"; pertanto, "i vari dipartimenti sin dall'inizio sono stati strettamente coinvolti nel suo processo di redazione". L'Ufficio Federale degli Affari Esteri ne è il responsabile. Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock il 18 marzo di quest'anno in occasione di un evento politico ha ufficialmente lanciato i lavori sulla strategia. A fine agosto la Strategia di sicurezza nazionale è stata anche oggetto di un dibattito a porte chiuse durante la riunione del governo federale a Meseberg. La strategia ha due punti di riferimento: la Bussola strategica dell'UE, che l'Unione ha adottato a marzo [3] e il nuovo Concetto strategico della NATO, adottato al vertice NATO di Madrid a fine giugno [4]. La Bussola strategica UE, classificata anche come "dottrina militare" dell'UE, è stata sviluppata su iniziativa tedesca. Berlino ha esercitato una forte influenza sulla creazione del documento.
"Il peso della Germania "
La preoccupazione principale di Berlino nell'ambito dei lavori sulla Sicurezza Nazionale consiste nell'assicurare alla Repubblica federale una posizione di primo piano nella politica mondiale. "Le dimensioni della Germania, la sua posizione geografica, il suo potere economico, in breve: il suo peso, ci rendono una potenza leader, che ci piaccia o no", ha affermato il ministro della Difesa Christine Lambrecht davanti al Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP). [5] Il ministro degli Esteri Baerbock aveva già dichiarato a marzo, in occasione dell'evento di lancio dei lavori sulla Strategia di sicurezza nazionale, che gli Stati alleati chiedono una forte leadership della Repubblica federale "in quanto maggiore economia europea". [6] Lambrecht ha esteso esplicitamente la richiesta di leadership tedesca alle forze armate, affermando che la Germania è "una potenza leader ... anche nella sfera militare"; in futuro, la Bundeswehr dovrà "svolgere un ruolo ancora più importante nel nostro pensiero e nelle nostre azioni politiche". E ciò avrà anche delle conseguenze finanziarie: nel lungo periodo la Bundeswehr dovrà disporre di un budget pari ad almeno il 2% del PIL tedesco. "La Germania può farcela", ha affermato ieri la Lambrecht nel suo discorso alla DGAP, discorso accolto con grande attenzione anche a livello internazionale.
Un'"Europa geopolitica capace di fare una politica globale".
Per quanto riguarda i possibili scenari di impiego della Bundeswehr, Lambrecht ha spiegato che la "difesa nazionale e dell'alleanza, in futuro dovrà essere in cima alla lista delle nostre priorità"; le truppe saranno "l'istanza centrale della nostra infrastruttura pubblica". [7] Ciò è dovuto anche al fatto che gli Stati Uniti dovranno concentrare la loro "attenzione principale ... necessariamente sulla sicurezza della regione del Pacifico". Per Washington, almeno a partire dal "pivot to Asia" annunciato dal Presidente Barack Obama nel novembre 2011, la battaglia contro l'inarrestabile ascesa della Cina resterà al centro delle ambizioni in materia di politica globale. [8] La richiesta alle potenze dell'UE di assumere un ruolo di leadership militare in Europa e negli Stati immediatamente confinanti nell'ambito della divisione transatlantica del lavoro viene apertamente comunicata da circa dieci anni. [9] Lambrecht questa volta però ha affermato che la Germania è "pronta a dare il cambio all'America in Europa"; per farlo, tuttavia, l'Unione Europea dovrà diventare "più forte". Il Cancelliere Olaf Scholz in un discorso tenuto all'Università Carlo di Praga recentemente aveva già espresso la richiesta di "un'Europa geopolitica capace di fare una politica globale". [10]
"Giornata nazionale della sicurezza"
Per quanto riguarda il costoso riarmo da parte della Germania e dell'UE, un esperto dell'Ośrodek Studiów Wschodnich (OSW, Centro di Studi Orientali) di Varsavia recentemente ha commentato con un contributo nel dibattito sulla strategia in corso: "Queste misure in Europa avranno un costo molto elevato e ci richiederanno molto in generale. Una delle aspirazioni della strategia di sicurezza tedesca dovrebbe quindi essere anche quella di preparare la società tedesca ad affrontare questi costi" [11]. Ad esempio, il tenente colonnello Philipp Lange, in una concisa presentazione degli obiettivi della strategia, afferma: "Per noi è importante che la popolazione del nostro paese nel suo complesso condivida l'orientamento di base della nostra strategia futura. Per questo motivo, il governo federale cerca espressamente un dialogo con i cittadini" [12], e Lambrecht ieri davanti alla DGAP ha assunto una posizione simile. Il necessario "cambio di cultura" deve innanzitutto "riflettersi nelle nostre operazioni politiche nella capitale", ha chiesto il Ministro della Difesa. Tuttavia questo non sarà sufficiente: anche la popolazione dovrà essere allineata alla Strategia di sicurezza nazionale. A tal fine, il ministro vuole organizzare ogni anno una "Giornata della sicurezza nazionale" nella Repubblica federale. [13]
Ambizioni e realtà
Le richieste di un massiccio riarmo, di un ruolo di leadership della Germania nella politica mondiale e di un coinvolgimento della popolazione nelle ambizioni di potere delle élite di Berlino contrastano notevolmente con i risultati delle operazioni militari tedesco-europee dell'ultimo decennio. I risultati sono stati recentemente illustrati da un esperto dell'European Council on Foreign Relations (ECFR), attualmente membro del comitato consultivo della Bundesakademie für Sicherheitspolitik (BAKS). "La missione in Afghanistan è fallita e il ritiro caotico ha mostrato agli europei la loro totale dipendenza militare dagli Stati Uniti", scrive l'esperto. Inoltre, le guerre in Siria e in Libia stavano "entrando nel loro secondo decennio", ma "gli europei" "non hanno quasi mai giocato un ruolo" negli "sforzi per risolverle": "Il divario tra le ambizioni degli europei ... e la loro effettiva influenza globale" si è "ampliato nel corso degli anni".
[1] S. dazu Ein Bundesverkehrswegeplan für die Rüstung und Handlungsempfehlungen an die nächste Bundesregierung (II).
[2] Nationale Sicherheitsstrategie: Die wichtigsten Fragen und Antworten vorab. bmvg.de 07.09.2022.
[3] S. dazu Die Militärdoktrin der EU und Das Kräftemessen des 21. Jahrhunderts.
[4] S. dazu Im Zentrum der drohenden Eskalation und Die NATO am Pazifik.
[5] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.
[6] Außenministerin Annalena Baerbock bei der Auftaktveranstaltung zur Entwicklung einer Nationalen Sicherheitsstrategie. auswaertiges-amt.de 18.03.2022.
[7] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.
[8] S. dazu Das pazifische Jahrhundert.
[9] S. dazu Die Neuvermessung der deutschen Weltpolitik.
[10] S. dazu Das „weltpolitikfähige, geopolitische Europa“.
[11] Justyna Gotkowska: Wanted: Klare Leitlinien für die zukünftige Sicherheitsordnung in Europa. fourninesecurity.de.
[12] Nationale Sicherheitsstrategie: Die wichtigsten Fragen und Antworten vorab. bmvg.de 07.09.2022.
[13] „Deutschlands Gewicht macht uns zur Führungsmacht“. tagesschau.de 12.09.2022.
[14] Jana Puglierin: Der Strategische Kompass: Ein Fahrplan für die Europäische Union als sicherheitspolitische Akteurin. Bundesakademie für Sicherheitspolitik: Arbeitspapier 7/22
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