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mercoledì 25 aprile 2012

Deflazione salariale? Ja, genau!


Se ce ne fosse ancora bisogno, Die Welt ci ricorda le dimensioni della moderazione salariale tedesca degli ultimi 10 anni: esattamente da quando i vicini di casa non possono piu' svalutare. I dati sono quelli di uno studio dell'Ufficio Federale di Statistica (Statistisches Bundesamt) appena pubblicato.



Il costo del lavoro in Germania negli ultimi 10 anni è cresciuto molto piu' lentamente di quanto non sia accaduto negli altri paesi europei. Ma ancora oggi i posti di lavoro tedeschi sono fra i piu' costosi.


In nessun altro paese EU il costo del lavoro negli ultimi 10 anni è cresciuto così lentamente come in Germania. Secondo l'Ufficio Federale per la Statistica, il costo di un'ora di lavoro nel settore privato dal 2001 al 2011 è salito solamente del 19.4 %.

A confronto: nella vicina Francia il costo del lavoro nello stesso periodo è cresciuto del 39.2 %, piu' del doppio; in media nella EU è cresciuto del 36.1 %. I costi del lavoro si compongono del salario lordo e dei costi indiretti sostenuti dal datore di lavoro.

Nel 2011 i datori di lavoro in Germania hanno pagato in media 30.10 € per un'ora di lavoro. Solo in 6 dei 27 paesi dell'Unione Europea il valore era piu' alto: al primo posto c'è il Belgio con 39.3 €, seguito dalla Svezia a 39,10 € e Danimarca a 38,9 €.


Anche la Francia con 34.2 €, il Lussemburgo con 33.7 € e l'Olanda con 31.1 € sono davanti alla Germania. La Bulgaria con 3.5 € l'ora ha il costo del lavoro piu' basso.

Malta paga i costi indiretti piu' bassi

Nel settore manifatturiero tedesco, particolarmente forte nella competizione internazionale, il costo medio di un'ora di lavoro è intorno ai 34.3 €. In questo settore la Germania in confronto con l'Europa è al quinto posto. Un'ora di lavoro nell'industria era del 48 % piu' costosa rispetto alla media EU, ma del 4 % piu' economica rispetto alla Francia. 

Su 100 Euro di guadagno lordo, i datori di lavoro lo scorso anno pagavano 28 € di costi indiretti aggiuntivi. "Con questa cifra la Germania è sotto la media EU di 32 €, piazzandosi sedicesima, a metà della classifica europa", scrivono gli statistici. 

Ogni 100 € di salario lordo in Svezia vengono pagati 52 € di costi indiretti, in Francia 50 € (i 2 paesi al vertice piu' alti), mentre a Malta si trovano i piu' bassi con 10 €. La componente principale dei costi indiretti sono i contributi sociali del datoro di lavoro, soprattutto le assicurazioni sociali, i piani pensionistici aziendali e i costi per il pagamento degli stipendi nei casi di malattia.

lunedì 23 aprile 2012

J'admire le modèle allemand...


"Sarkozy il tedesco", dopo aver perso la battaglia per l'egemonia sull'Europa presto perderà anche l'Eliseo. La sua ricetta era quella di copiare le dure riforme HARTZ IV e importare in Francia nuova povertà. Ma gli elettori non sembrano essere convinti. Da German-Foreign-Policy.com


La recente sconfitta francese contro la Germania per l'egemonia in Europa delinea l'attuale campagna presidenziale francese. Lo confermano i risultati di un'analisi che la Deutsche Gesellschaft für Auswärtige Politik (DGAP) ha appena pubblicato. La conseguenza è che la parte conservatrice dell'establishment parigino si vede costretta a imitare in Francia la politica di deflazione salariale (Hartz IV) introdotta dal cancelliere Gerhard Schröder - a costo di aumentare la povertà nella società francese - per poter difendere l'economia francese dalla schiacciante concorrenza tedesca.

Altre alternative non sono possibili. Le battaglie per una soluzione della crisi attraverso un incremento della domanda interna, infatti, sono state perdute. Le politiche di risparmio vengono infatti rivendute dalla UMP agli elettori come il "modello tedesco". Non c'è alcun dubbio: sotto le richieste tedesche di austerità,  la Francia è diventata il "Juniorpartner" della " Germania, leader indiscusso dell'Europa".

Modello HARTZ IV

L'intensa attrazione esercitata dalla Germania sulla UMP, il partito del presidente uscente, secondo la ricerca DGAP, ha motivi economici: "il punto centrale resta l'andamento dell'economia". Già da un po' di tempo a Parigi ci si lamenta  che le imprese francesi non riescono piu' ad essere competitive nei confronti di quelle tedesche. Le riforme rosso-verdi (Hartz IV) hanno ampliato la povertà nella Repubblica Federale, ma hanno portato consistenti vantaggi alle imprese tedesche, mentre quelle francesi nello stesso periodo perdevano competitività. I tentativi degli ultimi anni di opporsi all'austerity tedesca con una politica di aumento della spesa e della domanda sono falliti. Le forze conservatrici francesi vedono ora come unica possibilità di superare la crisi quella di copiare il modello tedesco, per tentare di recuparare la competitività perduta, almeno nel lungo periodo. "Ciò che in Francia viene presentato come modello tedesco, corrisponde all'agenda 2010 del governo Schroeder", sostiene la DGAP. "I francesi lavorano meno dei tedeschi", si poteva infatti leggere in gennaio sulle prime pagine dei giornali economici francesi. "Oggi la Germania raccoglie i frutti dell'agenda 2010 " ribadiva l'amministratore di EADS Louis Gallois in marzo ad un incontro della DGAP: "Le esperienze tedesche ci devono ispirare". Che la povertà in Germania a causa delle riforme Hartz IV è fortemente aumentata e che la stessa cosa accadrà alla Francia, non lo dice però nessuno.

L'orientamento del presidente francese uscente e dell'UMP verso il modello tedesco è stato preparato sistematicamente dallo scorso anno. "La via tedesca di uscita dalla crisi" era il titolo di una pubblicazione bilingue, con la quale la sede parigina della fondazione Konrad Adenauer ha soddisfatto il desiderio crescente dei francesi di conoscere i segreti del modello tedesco. Nell'ottobre 2011 la prima delegazione della UMP è andata a Berlino, per poter preparare il programma con i vertici della CDU. 

Ma Sarkozy non è sempre stato filo tedesco, ci dice sempre la ricerca: nel 2007 si "era orientato molto di più agli USA e alla Gran Bretagna" e alla Germania invece si riferiva "sempre in relazione alla seconda guerra mondiale e al nazismo". Ma dopo le lunghe trattative sull'uscita dalla crisi Euro - da cui Parigi è uscita sconfitta - Sarkozy ha imparato a riconoscere "l'importanza dell'alleanza franco tedesca per l'integrazione europea". "Da "Sarkozy l'americano", come lui stesso amava definirsi, è diventato "Sarkozy il tedesco". E tuttavia, l'appiattimento sul modello tedesco, in Francia non è privo di polemiche. Nel partito socialista (PS) il "comportamento della Merkel è paraganato a quello di Bismarck", racconta sempre la ricerca DGAP. 

Leader e Juniopartner

Sui rapporti di potere che stanno alla base del nuovo orientamento verso la Germania della UMP e del passaggio da "Sarkozy l'americano" al "tedesco" si è pronunciato recentemente il Centro per gli studi politici dell'Universtità di Zurigo - in uno studio sullo sviluppo dell'Europa sotto la pressione dell'Eurocrisi. Nella ricerca si afferma che il governo federale tedesco nella discussione sulla soluzione della crisi ha imposto le proprie posizioni. Da allora è chiaro : la Germania è "il leader indiscusso europeo", la Francia viene invece declassificata al livello di Junior partner. Il centro studi svizzero riassume " Mai fino ad ora nella storia dell'unificazione europea si era visto un grado simile di superiorità di uno stato sugli altri".

mercoledì 18 aprile 2012

Bolla immobiliare in Germania? Parte prima


Die Zeit ci racconta la nuova corsa al mattone che impazza in Germania. I cittadini tedeschi impauriti dall'inflazione e i risparmiatori del sud Europa in fuga da economie in crisi alimentano un boom immobiliare mai visto prima.

Piu' 30%, piu' 50%, piu' 100%: gli stessi agenti immobiliari avvertono dei prezzi folli a Berlino, Monaco e co. I tedeschi stanno comprando in maniera frenetica.

Il mondo ideale di Florian Münch è a 500 metri dalla stazione della metro di Amburgo "Eppendorfer Baum" in una tranquilla strada laterale. Per raggiungerlo si passa davanti a due agenzie immobiliari, un negozio di mobili, un wine bar, e un negozio di spezie, "posizione privilegiata" come si dice in gergo.  C'è anche una chiesa, il cui atrio circolare sembra l'ingresso per il paradiso. In questa zona, in mezzo a facciate art nouveau di color vaniglia, alberi alti e canti di uccelli, dovrebbe crescere sua figlia. Così ha deciso Florian Münch. "In qualche modo qui la situazione è ancora buona" ci dice.

Chi intende acquistare in questa zona paradisiaca, deve essere almeno milionario.

Münch è un uomo in Jeans e maglioncino, per lui è un po' difficile pensare che per una casa in questa zona ha speso un intero patrimonio. Lo chiama "il mio progetto segreto". Sua sorrella credeva fosse impazzito, quando gli ha detto il prezzo, e anche i pochi amici che sono venuti a sapere del prezzo, hanno pensato la stessa cosa. E così non ne parla più con nessuno. Anche in questo articolo il suo nome è stato cambiato. Florian Münch ha cercato per tre anni, all'inizio pensava di spendere 450.000 Euro, ora invece è arrivato al doppio, per una casa da 170 metri quadrati.

Appuntamenti per la visita delle abitazioni ad Amburgo: solo pochi minuti per l'acquisto milionario.

Nell'abitazione del sig. Münch saranno necessari circa 100.000 Euro di ristrutturazione. Quanto esattamente - ancora non lo sa. Non resta tempo per i dettagli: c'erano anche altri compratori interessati, che la volevano tanto quanto lui, e gli era già capitato un paio di volte che gli avessero soffiato l'appartamento perché era stato un po' esitante. Una volta un compratore aveva detto sì, addirittura prima di vedere l'abitazione. Un'altra volta Münch ha dovuto aspettare per ore al freddo con altri 40 interessati davanti alla casa e dopo un paio di minuti di visita decidere, se per lui valeva un milione di Euro. 

Quello che accade ad Hamburg-Eppendorf succede praticamente in tutti i centri urbani tedeschi. Sul mercato immobiliare di Berlino nel 2011 sono stati realizzati oltre 10 miliardi di Euro, a Francoforte le agenzie inseriscono i loro annunci solo una volta altrimenti vengono inondate dalle richieste, a Duesseldorf gli interessati all'acquisto devono a volte aspettare per settimane prima di avere un appuntamento dalla banca, una casa nel progetto immobiliare di Monacao "The Seven" - una vecchia centrale termica convertita - costa 22.000 Euro per metro quadrato.

Ci sono agenzie immobiliari alla disperata ricerca di un immobile che per un suggerimento possono offrire come ricompensa un Krugerrand (moneta d'oro) il cui valore è di oltre 1.200 €. Su immobilienscout24.de - il portale piu' importante nella compravendita di immobili - ogni giorno vengono consultati 6 milioni di annunci. Il fondo di investimento americano Cerberus sta trattando l'acquisto di 20.000 abitazioni tedesche - per un prezzo complessivo stimato intorno al miliardo di Euro. La Germania oggi è un paese dove è in corso una guerra per la casa.

Già c'è la paura, che la situazione possa sfuggire di mano. Gli immobili negli ultimi anni si sono apprezzati sensibilmente, scrive la Bundesbank nel suo ultimo report mensile, e Joerg Asmussen, membro del direttorio della BCE, avverte che è necessario seguire il prezzo degli immobili con attenzione.

Achtung, allarme speculazione! Tradotto dal linguaggio sobrio dei banchieri centrali - e proprio in Germania, dove i cittadini dopo molti anni difficili, per la prima volta si accorgono che il mercato può anche salire. E dove i politici volentieri puntano il dito verso le economie del debito anglosassoni. 

Che cosa sta succedendo qui? I tedeschi sono diventati alla fine pazzi come gli americani, che in preda ad una febbre da immobile hanno messo il loro paese nei guai? La crescita dei prezzi degli immobili aveva reso credibile l'illusione della ricchezza e del benessere, mentre oggi le nuove città da sogno marciscono nelle periferie, e l'economia affonda nei debiti.

I risparmiatori dei paesi in crisi vogliono portare in sicurezza i loro risparmi

Una prima risposta non la si trova in Germania ma in Svizzera. Piu' precisamente a Basilea. Nei pressi della stazione ferroviaria in una zona tranquilla c'è un edificio a forma di cilindro con una facciata di acciaio e vetro in aria: la centrale delle banche per i regolamenti internazionali. Chi supera le porte di sicurezza entra in un mondo parallelo. Tappeti pesanti che assorbono ogni suono, vetri oscurati. Negli uffici climatizzati gli specialisti della finanza controllano per conto della comunità internazionale i flussi internazionali di denaro.

Poichè quello che accade qui dentro non è destinato a diventare pubblico, non è possibile fare nomi. Ma si può dare un'occhiata alla fila di dati che a Basilea vengono analizzati. Mostrano che i flussi internazionali di capitale hanno cambiato direzione: se negli ultimi anni grandi quantità di capitali tedeschi erano affluiti all'estero, ora gli investitori esteri trasferiscono i loro capitali verso la Germania. Sono principalmente risparmiatori spaventati dei paesi del Sud Europa in crisi, che vogliono mettere in sicurezza i loro risparmi. Oppure fondi di investimento dall'Asia, Scandinavia o Nord America che si spettano rendimenti succosi dall'economia tedesca in pieno boom. 

Sempre piu' spesso investono in immobili. L'agenzia di servizi immobiliari CB Richard Ellis parla addirittura di una "corsa agli immobili nelle regioni metropolitane tedesche". A Berlino le stime suggeriscono che lo scorso anno gli investitori stranieri hanno realizzato un terzo di tutti gli acquisti immobiliari. 

Una di queste è Einar Skjerven, 46 anni, vestito scuro, capelli semi lunghi pettinati all'indietro, da 20 anni nel mondo finanziario. Per la società di investimento norvegese Industrifinans ha investito a Berlino 145 milioni di Euro. A intervalli regolari Skjerven organizza tour delle proprietà attraverso Berlino. Davanti ad un palazzo nella Pappeallee nel quartiere di Prenzlauer Berg si ferma. Una facciata austera, 16 abitazioni, anno di costruzione 1905.

Industrifinans ha comprato lo stabile per 730.000 € e tre anni piu' tardi lo ha rivenduto per 1.19 miliioni di Euro - un aumento di valore del 63 %. Al momento Skjerven è alla ricerca di abitazioni per un altro fondo, e questo è un grosso lavoro. Gli immobili dovevano essere acquistati entro il 31 di agosto dello scorso anno. Ma il termine è stato posticipato "perchè erano semplicemente troppo costosi" ci dice Skjerven.

Non c'è da stupirsi, i professionisti ricevono sempre piu' la concorrenza dai privati cittadini. Una parte del denaro in fuga dal sud Europa arriva sui conti delle banche tedesche, che così possono offrire ai loro clienti credito molto economico. Chi in Germania vuole prendere a prestito del denaro, può approfittare della crisi in corso nel Sud Europa: per un prestito immobiliare a 10 anni le banche pretendono un tasso di interesse del 3 % invece del 5 o 6% come accadeva fino a poco tempo fa. Ogni punto percentuale in meno su un credito di 500.000 Euro, comporta la riduzione della rata mensile di circa 420 €. Questo rende l'acquisto attrattivo - e fa salire i prezzi.

Prima interi stabili rimanevano vuoti, oggi si vendono da soli.

Le conseguenze si possono notare nel quartiere berlinese di Neukölln. Davanti alla pretura si è formata una lunga coda. E' in programma un'asta giudiziaria. In anticamera, al controllo di sicurezza, si fermano così tante persone che non si riesce piu' ad aprire la porta. La maggior parte vuole acquistare l'appartamento per conto proprio, sono sulla trentina, alcuni indossano scarpe da jogging e tute sportive. Quasi tutti non hanno visto ancora l'abitazione. "Appena un anno fa potevamo essere felici se qualcuno si fosse fatto vivo" ci dice un rappresentante della banca specializzata in immobili WL Bank, che ha ottenuto l'asta.

In questi giorni si tratta un'abitazione da 3 stanze nella Reuterstrasse 2, 86 metri quadrati; valore di mercato 67.000 €. La Reuterstrasse è nel centro di Neukölln, ancora un quartiere difficile, dove uomini con la canottiera a costine portano a passeggio i loro cani da combattimento. Ma questo non sembra disturbare la maggior parte dei giovani, che da qualche tempo vi si trasferiscono in massa. Joachim Brandl-Peverall offre per un conoscente italiano.  E' uno specialista del settore immobiliare e fino a poco tempo fa ha lavorato per un investitore immobiliare. Conosce Berlino e negli ultimi mesi ha già partecipato a diverse aste giudiziarie. Tre settimane fa ha visto come un'abitazione mediocre nel quartiere di Neukölln sia andata per un valore di mercato doppio ad una giovane coppia. La fermata del bus davanti la porta di casa e il pessimo stato della casa probabilmente non hanno disturbato i giovani acquirenti. "Le persone molto spesso non sanno quello in cui si stanno incastrando" ci dice.  --CONTINUA--

sabato 14 aprile 2012

Senza l'ancora di stabilità tedesca, l'Eurozona è perduta


Un commento affilato di Robert Tichy, direttore di Wirstchaftswoche, il settimanale economico conservatore, ci avverte: chiedere alla Germania di rinunciare alla propria competitività significa far affondare l'intera Eurozona.
La Germania ha costretto gli stati europei a risparmiare. Ma noi non siamo in grado di mantenere l'impegno a casa nostra - a scapito dell'Euro zona.

Con il freno al debito Made in Germany l'Europa dovrà risparmiare per la propria salvezza. Ma che cosa succede se proprio ai tedeschi questi risparmi non vanno giù? Sembra proprio così: il grosso aumento del 6.3 % per il settore pubblico viene finanziato a debito. E se il sindacato Ver.di ha ottenuto un aumento superiore al 6% per i dipendenti pubblici, i sindacati dei metalmeccanici non si accontenteranno di un 4% di aumento. E così il costo del lavoro crescerà e la competitività dell'economia crollerà. La politica tedesca ama predicare una forte politica di risparmio a spagnoli, italiani, greci e portoghesi: ma i tedeschi stessi non ne vogliono piu' sapere del risparmio pubblico. Come primo ministro della Nord Reno - Westfalia, Hannelore Kraft ha fallito proprio perché la sua politica di alto indebitamento non aveva piu' nessuna maggioranza nel parlamento regionale. Adesso attraverso nuove elezioni vuole ottenere un mandato per creare nuovi debiti.

Anche il bilancio della maggioranza giallo-nera (CDU, FDP) non è austero, anzi "amico della crescita". Amico della crescita significa secondo la vulgata Keinesiana: indebitamento crescente. Per questo Schäuble intende fondare il bilancio non sul risparmio, ma su crescenti entrate fiscali, che potranno arrivare solamente dalla crescita. Se ci fosse una nuova crisi, oppure se una piccola parte delle garanzie offerte dalla Germania fossero necessarie, il nostro budget scivolerà in profondo rosso: anche un rimborso appena un po' piu' alto per i pendolari metterebbe in crisi il nostro bilancio pubblico. 

Il ritornello nuovi miliardi per l'Euro i tedeschi lo hanno fatto proprio - ma diversamente da come ci si aspettava: "Adesso ci siamo noi, non solo e sempre i greci", questo era il grido di battaglia delle "Schlecker - Frauen" (dipendenti della catena di drogherie Schlecker, recentemente fallita), con il quale hanno richiesto sussidi statali per la nuova società che sostituirà la vecchia azienda fallita. Ebbene sì, si potrebbe liquidare come inaccettabile soluzione individuale - ma giustamente suggerisce "Hamburger Zeit": sarebbe un precedente e uno schermo di salvataggio diverrebbe necessario per tutti i lavoratori, semplice e logico. L'insegnamento dalla debacle del Sud Europa non è allora la solidità del bilancio - ma una gara all'indebitamento a favore del portafoglio personale. "Morire per Danzica" nel 1939 non era molto popolare in Francia, così è oggi "risparmiare per la Grecia" da noi.

Nell'Eurozona la nuova generosità tedesca sugli stipendi e gli aiuti statali viene ascoltata con molto piacere. Alla fine la competitività tedesca e il successo nell'export sarebbero i responsabili dell'indebitamento degli altri. Senza una esplicita decisione del governo, si sta aumentando la domanda interna attraverso un aumento dei salari e l'indebitamento dello stato -  come ad esempio chiedono il capo del FMI Christine Lagarde e il candidato presidente Francois Hollande in Francia.

Se solo non si sbagliassero. I dipendenti del settore pubblico non aumenteranno la loro domanda di vini francesi, immobili spagnoli o di costose vacanze in Grecia. L'intera Eurozona avrà nel complesso grandi difficoltà, se la competitività della Germania si allinea ai livelli medi europei: solo l'avanzo commerciale tedesco con i paesi extraeuropei fa in modo che la bilancia commerciale dell'Eurozona rimanga in equilibrio.

Anche il corso dell'Euro rimane per il momento abbastanza stabile, perché i dollari vengono investiti nelle ancora sicure obbligazioni tedesche. Se l'ancora di stabilità tedesca dovesse rompersi, l'Europa e l'Euro sarebbero allora perduti.

domenica 1 aprile 2012

Il libro nero del lavoro interinale


Die Zeit ci racconta il lavoro interinale e i suoi effetti sul mercato del lavoro: è solo un mezzo per ridurre il costo del lavoro oppure una reale possibilità di inserimento per i disoccupati? 
La IG Metall mette alla gogna le aziende che fanno estremo ricorso al lavoro in affitto. Nella lista compaiono Porsche, BMW e una controllata Daimler.

Dell'azienda Stelo Telc nessuno conosce il nome. Sebbene sia controllata al 100 % da Daimler. Stelo Tec ha sede a Mannheim e lì produce con un piccolo staff pezzi per motori automobilistici. Di questa azienda normalmente non si interesserebbe nessuno. Ora compare invece in cima alla lista stilata dai sindacati. Le aziende in questa lista impiegano poco personale fisso e un grande numero di lavoratori interinali. Presso la Stelo Tec la quota di lavoratori interinali, secondo le cifre della IG Metall, raggiunge il 66.7 %. E' il valore piu' alto che i sindacati hanno riscontrato in seguito ad una ricerca eseguita su 600 aziende del Baden Wuerttemberg. Questi dati emergono da una piccola pubblicazione della IG Metall il cui titolo è il "Libro nero del lavoro in affitto".

Qualche anno fa i sindacalisti di Ver.di con un altro libro nero avevano denunciato i misfatti dei supermercati LIDL. Adesso la IG Metall fa la stessa cosa - secondo il principio del naming and shaming - nei confronti delle aziende del lavoro temporaneo e dei loro clienti. Alla gogna vengono messe alcune delle piu' importanti società dell'economia tedesca - ad esempio Porsche, BMW, e anche la controllata di Daimler. Le diverse associazioni circondariali del sindacato hanno fatto una lista di chi e di quanti lavoratori in affitto impiega. Il libro riporta i racconti anonimi dei lavoratori e delle loro cattive esperienze fatte con questa forma di lavoro. E' il punto più alto di una lunga campagna, che non a caso è diventata più forte proprio ora. 

Grandi scelte attendono infatti il settore del lavoro temporaneo. Si tratta del salario di 900.000 occupati, di aumenti salariali fino al 50% e delle regole che dovranno essere applicate in questo speciale settore del mercato lavorativo. Da un lato le parti sociali cercano di trovare un accordo. Dall'altro, il ministro del lavoro Ursula Von der Leyen ha dichiarato all'inizio del 2011, che le parti sociali entro un anno devono raggiungere un accordo sull'uguaglianza di salario fra dipendenti a tempo e dipendenti in affitto. In caso contrario il legislatore dovrà intervenire. Il termine fissato dal ministro scade questo mese.

Anche nel centro di sviluppo Porsche ci sono lavoratori temporanei.

I sindacati chiariscono che non sono contrari al lavoro interinale. Ma gli abusi finalizzati a ridurre il costo del lavoro non sono tollerabili. Ci sono stati eccessi. In quali casi i sindacati vedano un abuso non emerge chiaramente dalle liste da loro pubblicate. Tanto più che i numeri pubblicati non sembrano sempre corretti. Bei Stelco TEC il consiglio di fabbrica ha chiarito che la percentuale dei lavoratori interinali non è del 67 % ma del 40 % - una cifra comunque sempre alta. Un portavoce di Daimler giustifica questa percentuale molto alta con il fatto che l'azienda opera in un ambiente di mercato molto ciclico. Inoltre, l'azienda si trova in una fase di lancio di un nuovo camion, per questo motivo i lavoratori in affitto completano gli organici stabili. Presumibilmente il lavoro temporaneo sarebbe utilizzato presso la loro azienda da oltre 6 anni.

L'esempio della Stelo Telc è abbastanza insolito, in quanto l'utilizzo dei lavoratori interinali presso Daimler è stato quasi sempre concordato con il consiglio di fabbrica (Betriebsrat). Il numero dei lavoratori interinali di regola non dovrebbe mai superare l'8% dei lavoratori stabili. Inoltre, a differenza di quanto accade presso Stelo Tec vige una regola di uguale paga: i lavoratori in affitto ricevono la stessa paga dei dipendenti a tempo indeterminato. Secondo le informazioni fornite da Daimler la paga oraria sarebbe di 17.05 €. Questi sono quasi 10 € in piu' del salario minimo per il lavoro temporaneo, in vigore dall'inizio di quest'anno.

Anche in altre aziende esistono regole per i lavorotori interinali. Presso Porsche i lavoratori a tempo secondo le informazioni fornite dal capo del consigliio di fabbrica Uwe Hück, ricevono "la stessa retribuzione, le stesse maggiorazioni per gli straordinari, e le stesse pause dei dipendenti regolari". Inoltre per lo stabilimento principale è stato concordato che i lavoratori temporanei impiegati nella produzione ricevano dopo 5 mesi di lavoro in affitto un contratto a tempo determinato da Porsche. Questa regola non vale solo per gli ingegneri.  Stranamente però il centro di sviluppo Porsche di Weissau emerge nella lista compilata da Ig Metall. Qui su 3.649 impiegati stabilmente, lavorano 890 impiegati interinali. Il portavoce di Porsche al riguardo conferma un numero di lavoratori interinali a 3 cifre, che a causa di un lavoro basato sui progetti subisce delle grandi oscillazioni. 

In molte aziende si muove qualcosa. Anche alla BMW. Da settimane il produttore di automobili discute con il consiglio di fabbrica sull'assunzione dei 1.100 lavoratori temporanei impiegati nello stabilimento di Leipzig. Jens Koehler del consiglio di fabbrica chiarisce: "Stiamo negoziando a livello aziendale sul lavoro interinale e sugli altri strumenti di flessibilità. Sono molto fiducioso che presto su questa strada giungeremo ad un accordo".

"Il lavoro temporaneo è giusto", sostengono i datori di lavoro in una campagna contraria.

Le agenzie di lavoro interinale si difendono con una loro campagna contro il tentativo di demonizzazione. Presentano su internet le opinioni di decine di lavoratori che con nome e foto  chiariscono perché per loro il lavoro temporaneo è giusto. Gli esempi vanno dai lavoratori del magazzino fino agli informatici.  Secondo i loro racconti, i contratti di lavoro in affitto avrebbero portato loro grandi vantaggi. In concomitanza con questi sforzi di PR, le parti sociali negoziano un nuovo accordo salariale. La IG Metall pretende dalle associazioni imprenditoriali di poter inserire un diritto di veto del consiglio di fabbrica all'assunzione di lavoratori temporanei. Contemporaneamente la negoziazione fra le parti sociali è finalizzata al raggiungimento dello stesso livello salariale. Le negoziazioni sono ancora aperte ma è già prevedibile che uno stesso livello di salario non sarà definito dalla contrattazione collettiva. I sindacati  vogliono stabilire  gli aumenti salariali per ogni settore. Accanto a questo, sarà necessario un intervento legislativo, per coprie le aree non raggiunte dalla contrattazione sindacale collettiva. 

In questo modo la palla viene rimandata nel campo della politica. Il ministro del lavoro Ursula von der Leyen non potrà evitare, da sola o con l'aiuto delle sue commissioni di esperti, di decidere a quali limitazioni dovrà essere sottoposto il lavoro in affitto. All'inizio della scorsa settimana uno studio pubblicato dalla fondazione Bertelsmann ha riacceso la discussione sugli effetti del lavoro temporaneo. Secondo questo studio, il lavoro interinale non minaccia in alcun modo i posti fissi.  In media i lavoratori a tempo vengono impiegati presso un'azienda per non più di 3 mesi. Solo il 3% delle imprese avrebbe ridotto gli impiegati stabili per far crescere il numero dei dipendenti interinali. In molti casi le cose sarebbero andate diversamente: entrambi i gruppi di lavoratori sono cresciuti, oppure i lavoratori temporanei sono stati rimpiazzati da lavoratori a tempo indeterminato. 

Lo sviluppo del mercato del lavoro sembra sostenere questa ipotesi. Il lavoro in affitto lo scorso anno è cresciuto di 80.000 posizioni, i lavori coperti da assicurazione sociale (esclusi minijob) sono cresciuti di almeno 700.000 unità. In circa 10 anni il numero dei lavoratori temporanei è cresciuto fino a raggiungere il 2% attuale. Nonostante casi di abuso da parte di alcune aziende, i lavoratori a tempo rappresentano ancora una nicchia del mercato del lavoro. 

Secondo gli esperti, questo sarebbe un motivo per essere prudenti sull'introduzione dell'obbligo di salario identico. Joachim Möller, capo di IAB (Institut fuer Arbeitsmarkt und Berufsforschung) suggerisce di pareggiare il salario dei lavoratori interinali non immediatamento, ma entro un certo numero di mesi dal loro arrivo in azienda. Altrimenti il lavoro a tempo rischierebbe di perdere la propria funzione di possibilità di ingresso nel mondo del lavoro per i disoccupati.

Ricco aumento per i dipendenti statali


Handelsblatt ci racconta il risultato della lunga trattativa  sul nuovo contratto dei dipendenti statali: un sostanzioso aumento del 6.3% biennale che promette di far crescere il salario reale.

E' stata una battaglia durata fino all'alba: anche i sindacalisti esperti sono stati provati dalla lunga maratona della negoziazione. Alla fine l'accordo è stato fatto, e con soddisfazione. 

I 2 milioni di occupati nei comuni e nel governo federale riceveranno nei prossimi 2 anni un aumento del 6.3%. I datori di lavoro e i sindacati dopo un lungo tiro alla fune hanno trovato un accordo sabato mattina sul nuovo contratto di lavoro. Sono previsti dei miglioramenti anche  per i tirocinanti, che in futuro potranno ottenere un lavoro permanente dopo un primo contratto annuale di inserimento. 

Il ministro degli interni Hans Peter Friedrich (CSU) si è espresso positivamente: "Vogliamo pagare i dipendenti del settore pubblico in maniera corretta". A partire da mercoledi,  in oltre 40 ore di contrattazione,  i vertici dei datori di lavoro e dei sindacati a Potsdam hanno sondato le possibilità di trovare un'intesa. L'adozione della bozza di contratto sembrava ormai nell'aria.

Nella notte di sabato i vertici del sindacato Ver.di hanno avuto bisogno  di ulteriori 7 ore di discussione, prima che la grossa commissione con una risicata minoranza approvasse il documento.   Il punto critico per Ver.di era la mancanza della componente sociale del salario. I sindacati avevano infatti richiesto un forte aumento per i percettori di redditi bassi. Il capo di Ver.di, Frank Bsirske, ha ritenuto responsabili i datori di lavoro per la loro massiccia opposizione alla proposta.

Secondo il piano concordato, i salari dovrebbero aumentare dal primo di marzo in maniera retroattiva del 3.5 %. Ulteriori aumenti del 1.4% seguiranno in gennaio e agosto 2013. Se si prendono in considerazione gli interessi composti, nella terza fase si arriva ad un aumento del 6,41 %. Il sindacato Ver.di e il sindacato dei dipendenti federali avrebbero preteso un aumento del 6.5 %.

I comuni calcolano la loro spesa maggiore causata dal nuovo contratto in circa 4.3 miliardi di Euro (dal 2013). Al governo federale costerà invece 550 milioni di Euro. Il ministro Friedrich ha annunciato che agirà con fermezza per fare in modo che gli aumenti concordati vengano applicati nella stessa misura anche per i dipendenti federali.

Il timoniere del sindacato Ver.di ha messo in difficoltà l'intero paese con una lunga sequenza di scioperi. La sua linea dura gli ha infatti assicurato l'approvazione dei dipendenti pubblici - ma nel mondo politico ed economico non è certo molto amato.

Il presidente dei datori di lavoro comunali Tomas Bohle e il ministro Friedrich hanno dichiarato che in considerazione delle possibilità offerte dal bilancio pubblico sono " arrivati fino alla soglia di dolore". Altri scioperi sono stati comunque evitati. Allo stesso tempo, la durata biennale del contratto dà ai datori di lavoro la possibilità di pianificare il futuro. 

Bsirske ha dichiarato che senza il grande impegno degli scioperanti l'accordo non sarebbe stato possibile. In questo modo si "è riusciti a salvaguardare gli stipendi reali per il 2012 e 2013". Il presidente dell'unione sindacale DBB, Frank Stöhr, ha dichiarato che i dipendenti pubblici restano al passo con il generale aumento dei salari. Qualsiasi altro accordo non solo non sarebbe stata giusto,  ma avrebbe messo a rischio l'assunzione di personale qualificato nel settore pubblico. 

venerdì 30 marzo 2012

45 anni di lavoro, 140 € di pensione


La Sueddeutsche Zeitung pubblica uno studio del governo sulle pensioni dei minijobber. Le cifre sono allarmanti e milioni di lavoratori di fatto senza pensione, in età avanzata dovranno fare ricorso ai sussidi statali contro la povertà per poter sopravvivere.


Milioni di donne devono temere di diventare povere in età avanzata - sebbene lavorino. Questo fenomeno riguarda prima di tutto le occupate con un minijob ( lavori da 15 ore settimanali per 400 € nette al mese).  La loro pensione sarà, al valore attuale, meno di 200 €.  Queste cifre compaiono in una risposta che il governo federale ha dato ad una interrogazione presentata da Die Linke e che la Sueddeutsche Zeitung pubblica. Senza altri redditi, le donne con un basso salario saranno interamente dipendenti dai sussidi statali.

In Germania ci sono 7.4 milioni di occupati che hanno un'occupazione a 400 € di base, sui quali non pagano imposte e contributi sociali.  Nel 2011, 4.65 milioni di loro erano donne. Il fatto che per questi lavori vengano pagati solo dei piccoli contributi pensionistici avrà delle enormi conseguenze sull'importo della loro futura pensione. I contributi per questi lavoratori, dovuti dal 1999, vengono pagati quasi esclusivametne dal datore di lavoro.

Il ministero del lavoro ha calcolato l'importo della loro pensione. Dopo un anno di attività, un minijobber acquisisce il diritto ad una pensione di 3.11 €. Dopo aver versato per 45 anni, l'importo a cui avrà diritto, ai valori attuali, sarà di 139.95 €.

Le cose vanno un po' meglio se il contributo pensionistico del datore di lavoro passa dal 15% alla percentuale attualmente in vigore del 19.6%. Dopo 45 anni di attività l'importo della pensione arriva a 182.7 €, oltre 4 € per anno. Gli occupati prendono in considerazione questa possibilità solo raramente, sebbene attraverso di essa ricevano anche un'assicurazione contro gli infortuni. Fra le donne con uno stipendio base di 400 € (Minijobberin), solo il 6.9 % passa all'aliquota superiore.

Questo problema è noto anche alla coalizione di governo. Secondo i piani del governo, per i minijobber in futuro ci sarà un aumento dei contributi del datore di lavoro - a meno che il lavoratore non vi rinunci autonomamente.

Il ministro del lavoro Ursula Von der Leyen (CDU) dal 2013 in poi intende aiutare i lavoratori a basso stipendio con una sovvenzione per la pensione: secondo i calcoli del governo la pensione dei minijobber raggiungerebbe in questo modo i 365 €. Senza altri redditi i minijobber restano comunque legati al sussidio minimo statale di base per l'età avanzata che al momento è di 688 €.

La portavoce della Linke, Yvonne Ploetz, ha dichiarato in merito a queste cifre: "la previdenza sociale delle donne  resta allarmante". Il sussidio statale non garantisce alcun miglioramento.

Sempre di più contro i minijob.

Le critiche ai minijob recentemente si sono fatte più forti. I sindacati sollecitano una riforma, tanto più che questi mini impieghi non si sono sviluppati come un possibile ingresso ad un normale lavoro a tempo pieno. 

Una commissione di esperti in uno studio sulla condizioni del lavoro,  si è pronunciata a favore della eliminazione dello status speciale dei Minijobs. Il governo ha rigettato questa proposta ma  intende invece aumentare il tetto dello stipendio dei minijobs dai 400 ai 450 €. 

Il ministero del lavoro avverte di non sopravvalutare le cifre: "pensioni basse non sono un indice di redditi bassi in futuro" scrivono i funzionari del governo e aggiungono delle cifre: di fatto la pensione delle donne in media è di 535 €. Ma poichè esse hanno spesso altri redditi aggiuntivi, il reditto complessivo delle donne single in età avanzata è in media di 1.188 €. Le coppie di pensionati, secondo il ministero, dispongono di un reddito di 2.248 €.

mercoledì 28 marzo 2012

Leiharbeit macht frei?


La progressista Die Zeit ci racconta le ineguaglianze del lavoro interinale (Leiharbeit) e i tentativi della politica di riformare questo settore: solo promesse elettorali oppure riforme concrete?

Stesso lavoro ma spesso solo la metà del salario: questo squilibrio nelle retribuzioni dei lavoratori interinali, secondo uno studio della fondazione Bertelsmann non sarebbe sostenibile nel lungo periodo.  La fondazione propone di pagare i lavoratori interinali, dopo 3 mesi di impiego, come i lavoratori con un contratto a tempo indeterminato.

Secondo lo studio commissionato dalla fondazione, circa 491.000 lavoratori in affitto dei complessivi 910.000 ne trarrebbero un profitto. I costi sono stimati in circa 410 milioni di Euro. Il salario minimo in vigore dal 2011 "è il primo passo nella giusta direzione, per risolvere gli squilibri nelle retribuzioni" dichiara Aart De Geus, membro del consiglio di amministrazione della fondazione Bertelsmann. Il secondo passo sarebbe ora l'introduzione di identici livelli retributivi dopo un primo periodo introduttivo.

Il ministro del lavoro Ursula Von der Leyen (CDU), nel caso in cui le parti sociali non trovino un accordo, entro la fine della legislatura intende presentare una legge per parificare le retribuzioni. Tuttavia non esiste alcun consenso con la FDP. "E' inaccettabile che dei lavoratori con impieghi di lungo periodo e con lo stesso compito abbiano uno stipendio diverso", ha dichiarato il ministro a Die Welt.

"Penso che i lavoratori interinali al più tardi dopo 3 mesi debbano essere pagati come tutti gli altri lavoratori", ha dichiarato Christian Bäumler (CDU). Anche i Verdi hanno richiesto una legge, nel caso in cui non si arrivi ad un accordo fra le parti sociali sulla parità di retribuzione.

La FDP spera invece in un consenso delle parti sociali. "Sulla parità di pagamento il settore deve trovare e troverà una buona soluzione" ha detto responsabile per il mercato del lavoro della FDP, Johannes Vogel. Die Linke chiede invece una legge che vieti il lavoro in affitto.

Secondo lo studio del Rheinisch-Westfälischen Instituts für Wirtschaftsforschung (RWI) su commissione della fondazione Bertelsmann, i lavoratori in affitto scontano i costi  e gli svantaggi della flessibilità. Così un lavoratore che ha ricevuto una formazione professionale, nella Germania dell'Ovest guadagna il 47 % lordo in meno mentre nell'est il 36% in meno rispetto ad un lavoratore con un contratto di serie A e con lo stesso livello di istruzione. Come motivo gli autori della ricerca hanno indicato i bassi salari orari del lavoro a tempo.

La maggior parte dei lavoratori interinali sono uomini e lavorano nell'industria dell'ovest. Qui il divario retributivo, con il guadagno medio nell'intero settore è abbastanza grande. Ricevono al mese il 48% in meno degli occupati con contratto indeterminato - invece di 2.990 lordi sono 1.540 €. Per gli interinali occupati nel settore dei trasporti la discrepanza è di circa il 45 % mentre nelle organizzazioni e nei lavori amministrativi e di segreteria è del 46 %. Nei lavori con bassa qualificazione le differenze sono più piccole.

In generale il divario salariale fra il 2003 e il 2010 si è ridotto solo in pochi gruppi lavorativi, si dice nello studio. Solo tra i lavoratori non qualificati come gli imbianchini e i verniciatori le differenze fra occupati interinali e lavoratori stabili si sono ridotte in media al 30% nel 2010.

Secondo lo studio i lavoratori a tempo non minaccerebbero l'impiego dei lavoratori stabili. Una riduzione dei posti fissi a favore di un aumento dei lavoratori interinali, secondo lo studio, sarebbe un fenomeno poco frequente. Durante gli anni della crisi, 2008 e 2009, questo è accuaduto solo per il 3% dei clienti delle agenzie di lavoro interinale. Molto più probabile sarebbe il contrario: un aumento dei lavoratori in affitto in concomitanza con un aumento dei lavoratori stabili. 

domenica 18 marzo 2012

Qualcuno crede ancora ai miracoli?

Sulla Süddeutsche Zeitung, quotidiano progressista di Monaco, ancora un'analisi sul mercato del lavoro e sul famoso miracolo occupazionale (Jobwunder). Per molti tedeschi il miracolo ancora non è arrivato.

Dal mercato del lavoro, nel mezzo di una crisi economica, arrivano dei dati impressionanti: il numero dei disoccupati in Germania è sceso al livello piu' basso degli ultimi 20 anni. Dall'altra parte, molti lavoratori ricevono bassi salari - il numero degli occupati a basso salario cresce. Il Jobwunder è solo un'illusione?

In Germania per molte persone lo stipendio è appena sufficiente a sbarcare il lunario. Non solo perché la crescita dei salari non riesce a star dietro all'aumento dei costi per l'affitto e gli alimenti. Soprattutto perché per molti non è possibile trovare un lavoro ben pagato. Un quarto dei lavoratori ha un salario basso, secondo la ricerca dell'Istituto per il Lavoro e la Formazione dell'Università di Essen-Duisburg (IAQ). Si può parlare in questo caso di un miracolo occupazionale? Oppure il nuovo mondo del lavoro in Germania è solo una certificazione di povertà - in senso letterale? Un'analisi.

In Germania in questo periodo si parla spesso di miracolo occupazionale (Beschäftigungswunder). Perchè?

Perché il numero dei disoccupati è così basso come non lo era mai stato. Il mese scorso con  3.11 milioni di disoccupati, si è raggiunto il livello più basso per il mese di febbraio da 21 anni. In certi periodi del 2011 il numero dei disoccupati era sceso addirittura sotto i 3 milioni. E se durante una difficile crisi economica il numero dei disoccupati cala, questo è un buon segno. Dopo tutto questo aiuta l'intera economia. I cittadini hanno piu' denaro a disposizione, si comprano piu' beni e si fanno piu' viaggi. Le entrate fiscali crescono e le casse per l'assistenza sanitaria - come ultimamente è accaduto - possono avere dei guadagni e non avere bisogno di alcun aiuto dallo stato.

Da quando abbiamo questo aumento dell'occupazione?

Anche se lo sviluppo positivo nel mercato del lavoro è stato percepito solo durante la crisi - di fatto il livello di occupazione cresce da almeno una decade. La spinta principale è arrivata alla fine degli anni '90 e all'inizio della scorsa decade.

In che misura lo sviluppo dei lavori a basso salario è da ricondurre alla comparsa dei nuovi Mini-Jobs e del lavoro in affitto?

Il numero degli occupati con lavori ad orario ridotto è cresciuto dal 2000 fino al 2010 da 4.1 a 4.9 milioni. I Minijobber hanno quindi contribuito in maniera sostanziale al Jobwunder. Accanto a questi, nel 2010 c'erano ancora 2.3 milioni di individui, che avevano un Mini-job come secondo lavoro - accanto ad un'occupazione principale. E' cresciuto fortemente anche il numero dei lavoratori in affitto (interinali). In questo momento sono circa 800.000. Un confronto: nel 1996 erano solamente 180.000. I lavoratori interinali non guadagnano solamente meno denaro dei dipendenti a tempo pieno e con contratto regolare - a loro manca anche la possibilità di pianificare un futuro, offerta dai normali contratti, a causa dei continui cambi di lavoro. A tale riguardo possiamo dire: molti tedeschi non hanno percepito il Jobwunder nel loro portafoglio. Molti non riescono nemmeno a vivere del loro salario. Secondo lo studio appena pubblicato, poco meno di un quarto degli occupati ha un basso salario. Questi sono prima di tutto Minijobber che non possono guadagnare piu' di 450 € netti al mese. Oltre a questi, il 15% degli occupati a tempo pieno hanno un basso salario. 

Che cos'è un basso salario?

Il limite del basso salario viene calcolato confrontandolo con la media degli altri salari. Un basso salario è un salario inferiore ai due terzi della media dei salari. Al momento il limite del basso salario è di 9.15 € per ora. Questo modo di calcolare facilita il confronto con gli altri paesi. I 9.15 € per ora sono solo la soglia. Secondo lo studio dello IAQ, i lavoratori a basso salario guadagnano 6.68 € per ad ovest e 6.52 € nell'est. I numeri sono quelli del 2010.

Secondo la definizione EU, chi guadagna meno del 60 % della media dei salari è a rischio povertà. Questo significa che gli occupati nei settori a basso salario hanno un rischio maggiore di povertà?

Naturalmente è vero. Chi guadagna poco, ha anche un rischio maggiore di povertà. Tuttavia, può anche accadere, che un basso salario sia una fonte di reddito aggiuntiva all'interno di un nucleo familiare dove altri membri hanno redditi superiori.

Spesso si è discusso dell'introduzione dei salari minimi, in alcuni settori è già stato fatto. In questo caso si dovrebbe inserire un limite minimo per il salario. I datori di lavoro argomentano che un salario minimo distruggerebbe posti di lavoro, perché renderebbe il lavoro piu' costoso. E' così?

Al momento in Germania non c'è nessuno studio in materia. Un'analisi dettagliata del settore delle costruzioni  mostra che l'introduzione del salario minimo nel 1997 nella ex Germania dell'Est ha causato solo una piccola riduzione dell'occupazione. Nella Germania dell'ovest questo effetto non è stato osservato. Uno studio empirico recente in Gran Bretagna ha concluso che :" I salari minimi nel medio e lungo periodo hanno un effetto neutro sull'occupazione". I posti di lavoro non verrebbero né distrutti né creati.

Perchè il mercato del lavoro tedesco durante la crisi è andato così bene?

Ci sono stati diversi fattori, soprattuto nel 2009, quando l'economia è caduta del 5%, mentre l'occupazione ha tenuto per l'intero periodo. Thomas Rhein dell'Istituto per la Ricerca sul mercato del lavoro e dell'occupazione (IAB), considerato un centro di ricerca indipendente, ha parlato di relazioni industriali in grado di creare al proprio interno una elevata flessibilità. Questo significa, che in molte aziende il calo drastico degli ordinativi è stato gestito attraverso il Kurzarbeit (cassa integrazione)  o con la riduzione degli straordinari.

Molto diversa è la situazione in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, dove il numero dei disoccupati è cresciuto drammaticamente. Nei paesi anglosassoni si è cercato di contrastare la congiuntura attraverso i licenziamenti. Il modello del Kurzarbeit - a causa dei notevoli aiuti statali - per le aziende è piu' costoso di un licenziamento. In seguito, quando nuovi lavoratori saranno assunti, la politica di mantenimento darà i suoi frutti, visto che l'inserimento di nuovi lavoratori porta con sé molti costi.

Molte aziende durante la crisi erano consapevoli di disporre di un elevato capitale umano, come dicono gli esperti di lavoro. In altre parole: non hanno voluto licenziare i lavoratori, soprattutto perché si aspettavano una rapida ripresa dell'economia.

Il calcolo del numero dei disoccupati viene spesso modificato. Il Jobwunder è solo un effetto statistico?

No. Regina-Konle-Seidl dello IAB ci dice, che al contrario le statistiche sul mercato del lavoro negli ultimi anni sono diventate piu' credibili: in Germania il cambio nel sistema di calcolo dei disoccupati avrebbe invece portato ad un aumento dei disoccupati. Particolarmente sorprendente è che,  a partire dal 2005 con l'introduzione delle riforme Hartz IV,  coloro che ricevono aiuti sociali sono stati registrati come disoccupati. In questo modo il tasso di disoccupazione è aumentato di 500.000 unità fino a 4.9 milioni. Le persone oltre i 58 anni con un lungo periodo di disoccupazione alle spalle non erano piu' comprese in queste statistiche. Da inizio 2008 chi è in cerca di occupazione viene compreso nelle statistiche sulla disoccupazione fino all'età di pensionamento.

Differenze nel calcolo ce ne sono ancora, quando ad esempio le persone in cerca di lavoro prendono parte a misure di politica del mercato del lavoro. Queste persone, ad esempio occupati sovvenzionati, prepensionati, disoccupati in congedo per malattia, vengono calcolati solo nella cosiddetta "riserva silenziosa", che racchiude la disoccupazione nascosta. L'esperto di statistica Gerd Bosbach dell'Università di Coblenza, in un'intervista radiofonica, ha dichiarato che la "riserva silenziosa" nel 2011, sarebbe di quasi 2 milioni di persone.

Il Jobwunder è solo un'illusione?

I dati ci dicono che in Germania in questo momento sono occupate molte persone che prima non avevano alcuna occupazione - l'alta "riserva silenziosa" era presente anche negli anni precedenti. Se consideriamo che negli anni scorsi gli esperti, in seguito alla crisi economica avevano pronosticato un crollo occupazionale, i dati sono davvero miracolosi. Ma questo non può nascondere il fatto che in Germania ancora molte persone sono senza un lavoro - se si aggiunge la "riserva silenziosa" ai dati ufficiali, si raggiunge un numero di disoccupati fra i 4 e i 5 milioni. Inoltre, bisogna aggiungere che l'aumento occupazionale non ha portato ad un aumento dei salari. A causa dell'aumento del costo della vita, in termini reali molti lavoratori guadagnano meno di quanto non facessero qualche anno fa. Il miracolo per molti ancora non è arrivato.


sabato 17 marzo 2012

Il paese dei bassi stipendi

Sulla Süddeutsche Zeitung scopriamo che accanto ai bonus stellari delle case automobilistiche, ci sono milioni di lavoratori che vivono con un basso salario orario. Da anni le forze politiche discutono del salario minimo, è arrivato forse il momento giusto?
Germania, paese dei bassi stipendi: uno studio mostra che 8 milioni di lavoratori guadagnano meno di 9.15 € lordi per ora, circa 1.4 milioni guadagnano meno di 5 Euro. 800.000 dipendenti vivono con una salario mensile lordo inferiore ai 1.000 €.

In Germania quasi 8 milioni di occupati devono sopravvivere con meno di 9.15 € lordi per ora. Il loro numero fra il 1995 e il 2010 è cresciuto di circa 2.3 milioni. E' quanto emerge da uno studio dell'Istituto per il Lavoro e la Qualificazione dell'Università di Duisburg Essen (Instituts für Arbeit und Qualifikation). Ne consegue che circa il 23% degli occupati sono attivi in un settore a basso salario. Dopo la pubblicazione di questo studio, il dibattito sull'introduzione di un salario minimo garantito si accenderà di nuovo.

Secondo lo studio, i lavoratori a basso salario ricevevano in media 6.68 € nell'ovest e 6.52 € all'est. Fra questi, piu' di 4.1 milioni ricevono meno di di 7 €, 2.5 milioni meno di 6 € e circa 1.4 milioni nemmeno 5 € all'ora. Circa la metà degli occupati con basso stipendio lavora a tempo pieno. Secondo i calcoli dell'istituto ci sono quasi 800.000 persone occupate a tempo pieno che vengono pagate meno di 6 € per ora. Arrivano in questo modo a un salario lordo, che è inferiore ai 1000 € lordi.

I ricercatori, che per il loro studio hanno intervistato un panel di oltre 12.000 famiglie, per la prima volta hanno preso in considerazione anche studenti e pensionati con un basso salario, sebbene questo fosse spesso un secondo lavoro. Ciò ha fatto crescere il numero totale dei lavoratori a basso reddito di quasi 500.000 unità.

Lo studio mostra che gli occupati con un Minijob da 400 € mensili sono quelli maggiormente a rischio di lavorare per un salario orario inferiore alla soglia dei 9.15 € per ora. "Gruppi ulteriori di occupati con un'alta percentuale fra quelli a basso salario sono i lavoratori con meno di 25 anni,  quelli con contratto a tempo determinato, le persone senza una formazione professionale e gli stranieri" secondo la ricerca.  La grande maggioranza dei circa 8 milioni coinvolti ha comunque avuto un periodo di formazione professionale. 

Il numero dei lavoratori sottopagati è cresciuto soprattuto nella Germania occidentale. Secondo lo studio nei vecchi Bundeslander è cresciuto del 68 %, ad est al contrario solo del 3%. Dal 2007, anno in cui la percentuale di occupati a basso stipendio ha raggiunto la soglia del 24.2 %, la loro quota è rimasta stabile. Questo mostra che la crescita dei lavori a basso salario non è da ricondurre alle riforme del precedente governo rosso verde.

I ricercatori calcolano anche che un quinto degli occupati trarrebbe vantaggio da un salario minimo orario di almeno 8.5 €. La CDU per la prima volta durante il suo congresso di novembre si era pronunciata a favore di un limite minimo per il salario orario. "Questa soglia minima dovrebbe valere per tutti i settori e gruppi di occupati e non solo per quei pochi settori e gruppi di occupati dove non esiste nessun contratto collettivo" ha dichiarato il vice presidente dell'istituto, Claudia Weinkopf. Questo non è previsto dalla proposta della CDU.

SPD e Verdi richiedono al contrario un salario minimo obbligatorio. La SPD sottolinea che ci sono settori "nei quali la contrattazione collettiva è insufficiente, o dove gli accordi contrattuali non sono validi oppure i salari sono troppo bassi". Le associazioni di categoria, invece, si oppongono ad un salario minimo. Temono che possa far scomparire molti posti di lavoro.

giovedì 15 marzo 2012

Miracolo a Schwäbisch Hall


La piccola e provinciale Schwäbisch Hall è diventata il simbolo del nuovo Jobwunder e della piena occupazione tedesca, mentre il Sud Europa affoga nella disoccupazione e nel debito. Migliaia di posti vacanti non si riescono a coprire, e allora città lancia una campagna di PR sulle riviste dell'Europa del sud. Da Der Spiegel


Un piccolo Jobwunder sta meravigliando Schwäbisch Hall. Dopo la visita di alcuni giornalisti stranieri, la città è stata sommersa dai curriculum. Piu' di 10.000 si sono candidati - vogliono sfuggire alla triste situazione del loro paese di origne e trovare un impiego nel paradiso svevo.

Quando Guido Rebstock l'8 di febbraio è arrivato in ufficio e ha aperto la sua email, non poteva credere ai suoi occhi: erano arrivate 2500 emails. In una notte. Tutte dal Portogallo. Il direttore della locale agenzia per il lavoro ha capito rapidamente qual'era la ragione. Poco prima la cittadina aveva iniziato un'offensiva mediatica invitando 5 giornalisti dai paesi Euro in crisi, Spagna, Italia, Grecia e Portogallo per informarli sulle offerte di lavoro. 

Dopo la pubblicazione degli articoli greci e spagnoli non è successo molto. Al contrario la giornalista Madalena Queiros nel suo paese di origine ha scatenato un'ondata - all'agenzia del lavoro (Arbeitsagentur) e alle aziende locali sono giunte oltre 10.000 candidature. Guido Rebstock chiarisce in questo modo: "Questo era l'unico articolo disponibile anche online, e su Facebook la notizia si è propagata in maniera esplosiva".

L'articolo era piaciuto a 18.127 persone, le cui candidature hanno inondato la posta elettronica di Rebstock. Sebbene l'azione pubblicitaria era finalizzata ad attrarre lavoratori specializzati, all'agenzia del lavoro sono arrivate candidature di ogni tipo: donna delle pulizie, lavoratori edili, ingegneri o specialisti IT. "Ci sono davvero tutti i lavori che ci si può immaginare" ci dice Rebstock.

Ma che cosa ha scritto la giornalista sulla rivista economica "Diário Económico", per convincere tanti portoghesi che Schwäbisch Hall è il paradiso in terra? L'articolo con il titolo "Venite a conoscere la citta tedesca, che offre lavoro ai portoghesi" mostra agli abitanti di un paese in crisi e con alta disoccupazione, una città dove la ricchezza e l'occupazione abbondano. In questa città si possono guadagnare in media 2700 € netti al mese, la scuola per i bambini non costa nulla, anche le tasse studentesche sono state abolite recentemente, e questo grazie a un presidente regionale dei Verdi. Inoltre a Schwäbisch Hall, anche nelle ore di punta, non ci sono traffico e code, racconta ancora Madalena.

L'agenzia di lavoro promette di fare tutto.

Ma questo non è tutto. La città può offrire anche un'alimentazione sana. E poichè l'autrice conosce molto bene i suoi connazionali, non dimentica di chiarire alcuni punti importanti. Non farà troppo freddo in Germania? Le abitazioni sono costruite al meglio contro il freddo. Ma i tedeschi non sono particolarmente chiusi? Anche per questo non bisogna avere nessuna preoccupazione - sono pronti ad aiutare, amichevolie e disponibili. Chi alla fine dell'articolo era convinto, come in un normale annuncio di lavoro era pregato: "Se siete interessati, inviateci il vostro curriculum in inglese a schwaebischhall.arbeitgeber@arbeitsagentur.de".

Schwäbisch Hall, conosciuta principalmente per l'omonima banca, è una cittadina 60 km a nord di Stoccarda e ha 37.000 abitanti, la provincia ne ha 188.000. In questo momento ci sono 3.500 disoccupati, una percentuale del 3.4 %. In città ci sono sempre circa 2.500 posti vacanti, ci dice Guido Rebstock dell'agenzia del lavoro.

Per i lavoratori provenienti dai paesi in crisi queste sono condizioni da sogno, visto che il loro mercato del lavoro è in condizioni difficili o peggio è  senza speranza. Così la Spagna ha registrato un nuvo record negativo con 4.7 milioni di disoccupati. Schwäbisch Hall, appare come un'attraente via di uscita a questa situazione.

Pochi giorni dopo il primo articolo sono stati tantissimi a mettersi in contatto con la cittadina. Non è stata solo l'agenzia per il lavoro a ricevere le candidature, tutte le aziende della città hanno ricevuto dei curriculum. Robert Gruner, portavoce della città dice: "Hanno inviato email ad ogni indirizzo trovato sul nostro sito web, è incredibile". Madalena Queirós ha sollevato le speranze di molti portoghesi: "L'agenzia del lavoro della città promette di fare il possibile per trovare un posto".

L'azione pubblicitaria è costata 10.000 €, circa un Euro per candidatura ricevuta. Il giorno seguente Rebstock ha dovuto impiegare 8 persone per visionare e catalogare i curriculum ricevuti, e per indirizzarli ai potenziali datori di lavoro interessati. 

Alcuni sono arrivati direttamente dal Portogallo.

Il 5% delle lettere sono arrivate in portoghese, 9 emails su 10 erano in inglese, il resto in tedesco. Non tutte le richieste hanno buone possibilità "75% hanno ancora un lavoro in Portogallo, ci concentriamo solamente sui senza lavoro" così Rebstock.

Alcuni invece non hanno scritto nessuna email, ma sono stati così colpiti dall'articolo che sono arrivati direttamente davanti alla porta di Rebstock per chiedere lavoro. In alcuni casi sono anche riusciti a fissare un colloquio con il datore di lavoro. Di successo Rebstock parla ancora con cautela: fino ad ora hanno trovato un impiego 2 autisti, un imbianchino e 2 impiegati in un Hotel. Altre selezioni vanno invece avanti, ma molte speranze resteranno deluse.

Dato il grande successo dell'iniziativa la città è ancora sorpresa:"Non ci aspettavamo un successo così grande", ci dice un portavoce. "Ma la prossima volta lo faremo in maniera piu' coordinata".